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La buona notizia del venerdì: chiaccherare fa bene alla solitudine

Nei supermercati olandesi nascono casse lente e non solo per chiacchierare e combattere la solitudine

Una catena di supermercati ha creato le “Kletskassa” (banchi di conversazione) in modo che i clienti possano fermarsi a chiacchierare con i cassieri. Un metodo (supportato dal Governo) per combattere la solitudine

Quante volte ,in fila al supermercato, ci è capitato di impazientirci per la lentezza della fila? E scoprire poi che la cassiera e una adorabile vecchietta si scambiavano notizie e particolari sulla propria vita? O un ragazzo triste spiegava il perchè di tanto cioccolato con una cassiera particolarmwente affabile?

Comunicare è una necessità di tutti gli esseri viventi e ricevere attenzione dall’interlocutore, sentirsi ascoltati è rassicurante e rasserena.

Ma nella vita frenetica alla quale siamo abituati non ci si accorge di questa necessità! E poi ci lamentiamo che siamo stressati! E molte persone rimangono isolate !

È a loro che hanno pensato quei circa 200 supermercati olandesi che hanno deciso di concedere una “spesa lenta”, regalando quattro chiacchiere per combattere stress e solitudine dei suoi clienti.

La catena Jumbo ha così introdotto le “Kletskassa”, le casse “relax”, appunto. Un progetto che tra l’altro è già in essere da un paio di anni (la prima Kletskassa ci fu a Vlijmen nel Brabante), ma che ora si aggiunge al programma del governo “Uno contro la solitudine”, con il quale l’esecutivo di Mark Rutte si propone di combattere l’isolamento degli anziani.

Secondo i dati, nel Paese si contano 1,3 milioni di persone che hanno più di 75 anni (su un totale di 17 milioni) e più della metà di loro afferma di sentirsi sola.

Vogliamo aiutare le persone a stabilire un contatto reale, con il genuino interesse dei cassieri nei confronti dei clienti. È un piccolo gesto, ma molto prezioso, soprattutto in un mondo che si digitalizza e diventa sempre più veloce “– racconta Colette Cloosterman-van Eerd, Chief creative officer della catena. “I nostri negozi sono un importante luogo di incontro per molte persone e vogliamo giocare un ruolo nella riduzione della solitudine.

È senza dubbio un piccolo gesto, ma pur sempre prezioso, soprattutto in un mondo che sta diventando sempre più digitale e veloce. Non sarebbe fantastico se anche dalle nostre parti ci si fermasse un attimo e “regalare” un minimo di tempo e gentilezza?

Contro la solitudine nascono in Polonia le panchine “happy to chat”, per fare due chiacchiere con persone sconosciute

Da settembre, nel vecchio quartiere ebraico di Cracovia in Polonia, l’organizzazione Gadulawka (“pronto a discutere”) ha installato delle panchine anti-solitudine, nate per incoraggiare le persone che lo desiderano a chiacchierare tra di loro, anche se non si sono mai incontrate prima. 

Queste panchine, dal design originale, sono state progettate da uno studio di architettura locale che ha scelto di distinguerle dalle normali panchine optando per i colori grigio e verde, riconoscibili da lontano. A lato delle panchine è stato apposto un pannello esplicativo tradotto in ebraico, polacco e inglese che spiega la loro funzione.

L’obiettivo dell’organizzazione polacca che si occupa delle panchine è: “ di poter raggiungere il maggior numero possibile di persone per combattere la solitudine su larga scala.” L’iniziativa, in realtà, non è nuova ma si è ispirata a quanto ideato in Galles da Allison Owen Jones che, dopo aver visto un uomo triste e solo che passeggiava in un parco e non sapendo come avvicinarsi a lui per scambiare due chiacchiere, ha pensato di realizzare l’”Happy To Chat Bench”, ovvero delle panchine per favorire le interazioni tra persone sconosciute.

Non solo in Polonia e Galles, anche in altri paesi come Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda sono nate iniziative simili e stanno avendo un grande successo e non c’è dubbio che sarebbero utili anche altrove (Italia compresa).

bisogna affrontare questa vera e propria sfida per la nostra società e creare un supporto ad anziani e a tutti coloro che hanno perso i propri cari, che non hanno nessuno con cui parlare o con cui condividere i propri pensieri ed esperienze”, dice la prima ministra. britannica Teresa May

E in Italia? 

Secondo Eurostat , un italiano su otto si sente solo perché non ha nessuno a cui chiedere aiuto, non ha un amico, né un familiare con cui sfogarsi.

I dati sono stati diffusi la scorsa estate, ma si riferiscono al 2015 e sono i più recenti attualmente.
Vediamoli insieme: il 13,2% degli italiani sopra i 16 anni sostiene di non avere una persona alla quale, in caso di bisogno, chiedere aiuto, l’11,9% non ha qualcuno – un amico, un famigliare – con cui parlare dei propri problemi personali.

Dunque, al contrario di quel che siamo abituati a pensare, la solitudine non colpisce solo gli anziani, anzi secondo gli esperti nessuna età è purtroppo immune ad essa.

Tutti dovrebbero avere qualcuno con cui parlare onestamente, perché non importa quanto tu sia coraggioso, a volte ti senti molto solo – diceva Ernest Hemingway.


Contro la solitudine nascono in Polonia le panchine “happy to chat”, per fare due chiacchiere con persone sconosciute – greenMe

Nasce il primo ministero per la Solitudine del mondo in UK – greenMe



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La buona notizia del venerdì : le luci verdi dei contadini polacchi per i migranti

Un’iniziativa solidale dei contadini polacchi per i migranti che superano il confine della Bielorussia come esempio per il significato del Natale

Natale non era ancora nell’aria quando il mese scorso i contadini polacchi hanno iniziato ad accendere nelle loro case delle luci verdi per aiutare i migranti stremati in arrivo dalla Bielorussia. Un simbolo che oggi, sotto la festività più rappresentativa dell’anno, assume un significato ancora più importante.

Era novembre quando al confine tra Bielorussia e Polonia i contadini dello stato polacco hanno iniziato ad accendere luci verdi per segnalare ristoro e accoglienza ai migranti stremati.

L’iniziativa ha subito suscitato grande clamore, un gesto di profonda umanità che non si vede tutti i giorni. Da novembre a oggi le temperature si sono fatte sempre più rigide e gli abitanti della Polonia che si trovano al limite del confine continuano con questa catena umanitaria per aiutare tutte quelle persone in fuga verso un futuro migliore.

,A dare il via all’iniziativa è stato l’avvocato Kamil Syller che, grazie ai social ha fatto girare il messaggio per spiegare ai migranti lungo la zona di frontiera che la luce significa aiuto.

L’esempio giusto per lo spirito di Natale

Il cuore grande di tutte queste persone che si mettono in gioco per aiutare gli altri dovrebbe essere di monito per tutti noi, soprattutto durante questo periodo.

Non è sicuramente semplice aprire casa e mettersi a disposizione per aiutare chi non si conosce, soprattutto in una situazione come quella delle migrazioni dove spesso ci sono tensioni e paura.

Ciò che sono riusciti a fare i polacchi in questione è stato di superare pregiudizi e timori e offrire un supporto a coloro che non hanno più niente. Un esempio concreto e tangibile della bellezza dell’animo umano che purtroppo rischia di perdersi. In fin dei conti questo è il vero spirito della festa del Natale: la solidarietà e la generosità verso l’altro.

Ovviamente nessuno si aspetta che per Natale ogni famiglia apra casa propria ai più bisognosi, ma anche il minimo gesto di aiuto può cambiare la vita di chi è meno fortunato di noi.

Il significato del Natale nelle luci verdi dei contadini polacchi per i migranti (libreriamo.it)

C’è anche una pubblicità che recita ” E’ Natale e a Natale si può fare di più”

E gli altri giorni?

Si tratta di considerare l”altro” un essere umano che come te ha le tue stesse necessità ,e si mette in gioco, pericoloso, per ottenerle, e la maggior parte delle volte fallisce.

Banalmente si ripete ” sii tu il cambiamento che vuoi nel mondo” ma cominciare si può e non solo a Natale come dimostra questo gesto di solidarietà .

E che non sia un eccezione ma un esempio!