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Luna Piena di Giugno 2023

Questa Luna Piena 🌝illumina sul Mare una via che invita a nuovi percorsi🌝non senti forse un forte impulso a cambiare il passo per riprovare l’entusiasmo degli inizi? Accelera il tuo cuore all’idea di nuove esperienze!🧚‍♀️Del resto oltre l’orizzonte di certo troverai il Sole 🌞 🌈☘️

Love Laurin

foto di Laurin dal terrazzo sul mare di Ostia Lido

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Quando la Luna è piena in Sagittario è il momento di andare verso il nuovo dove e con il nuovo come

Una Luna in Sagittario pronta a correre verso il futuro ad esplorare altri “mondi”. Così concentrata a rincorrere il futuro da sorvolare a volte sulle necessità del presente.

Una Luna Piena che aprirà anche un potente portale poiché si trova proprio accanto al Centro Galattico e sarà carica di ulteriori energie potenzianti .

Una Luna che si pone difronte al Sole in Gemelli e la sua luce la rende luminosa ai nostri occhi.

Una Luna Piena in Sagittario!

Il segno zodiacale nel quale la Luna si fa Piena è dove il suo messaggio è più comprensibile.

Il Sagittario è la costellazione più sorprendente del centauro Chirone.

Chirone era un saggio insegnante ed un guaritore.

Il centauro è una figura mitologica che ha i piedi per terra, anzi ne ha quattro

Ha due braccia per tendere la freccia ma è la mente che sceglie la direzione e l’obbiettivo. Sto andando nella direzione delle mie intenzioni? E in caso aggiusto il tiro!

Piedi a terra e sguardo al futuro E ho detto tutto.

E se ,come si dice ,parti con il piede giusto, qui ne hai addirittura quattro che sono anche più possibilità!

Questa energia ti chiede di spostarti ed intraprendere una nuova strada, di andare altrove.

E non solo quale ma anche il modo in cui percorrerla! Perchè strada facendo tu non perda di vista mai l’obbiettivo.

Perchè tu trovi le scarpe giuste per te per percorrere un viaggio che ti porta a oltrepassare i limiti imposti dalle tue credenze .

Sei al posto giusto al momento giusto!

E questo fa ancora più paura…per fare che.?..farò la scelta più adatta ?

Di certo sei il risultato delle tuo passato…

Che parolone! E fa ancora più paura!

Eppure guardati indietro, tra gli alti e i bassi ,che noti solo tu, c’è una linea di continuità nelle tue esperienze…come se ti apparisse il tuo compito in questa vita e il tuo proposito…

Comunque sei oggi il risultato del tuo passato.

Pensi che è difficile lasciare certi schemi di comportamento che senti limitanti…

E questo è un giudizio tuo! Che pesa come un ombra sulla visione del futuro E se cambiassi il tuo punto di vista ?

In fondo non sei tanto male oggi… e hai raggiunto tanti obbiettivi…o no?

E magari quelle ombre, quei pesi, ti sono serviti !

Questa è la guarigione del Centauro Chirone: guardare alle “ferite” del passato come mezzi che ti hanno arricchito e trarne insegnamento per il futuro!

Questa Luna Piena mette in luce gli stati d’animo degli inizi! Sì quelli che ti hanno spinto ad andare avanti. Ritrova quel passo! Il Tuo passo!

Movimento, cambiamento, opportunità sono le parole d’ordine.

E la strada principale da percorrere è quella dalla tua mente al tuo cuore.

Solo nel tuo cuore troverai il tuo vero Sè!

E scoprirai come è unico e irripetibile e libero!

Ricorda che ciò che pensi si manifesta . Scegli bene la direzione della tua freccia, l’obbiettivo da raggiungere e vai con tutta la passione che hai .

Ciò su cui stai lavorando, si concretizzerà.

Connettiti con le vibrazioni del Sagittario per mantenere un senso di meraviglia su di te e per ricordare che la vita è davvero un’avventura. Che tu hai scelto !

Il futuro dipende sempre da te…

Love Laurin

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Buon anniversario 2 giugno 2023:Il voto delle donne italiane per la Repubblica

IL 1° FEBBRAIO DEL 1945 VIENE RICONOSCIUTO, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, IL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE…

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Pochi mesi prima della conclusione del secondo conflitto mondiale, il secondo governo Bonomi – su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi – introduceva in Italia il suffragio universale, con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945, “Estensione alle donne del diritto di voto”.


A 154 anni dalla “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine” firmata da Olympe de Gouges che purtroppo le valse – nel 1793 – la ghigliottina, in Italia finalmente le donne si poterono recare alle urne.

Una prima volta che assunse una valenza ancor maggiore poiché avvenne in occasione del Referendum del 2 giugno 1946 in cui gli italiani furono chiamati a scegliere fra Monarchia e Repubblica.

Si trattava di un diritto riconosciuto tardivamente nel panorama occidentale; non solo, ma si trattava, in un certo senso, di un diritto “concesso”.

La struttura del decreto era la seguente:

l’art. 1 ne sanciva l’esercizio alle condizioni previste dalla legge elettorale..;

l’art. 2 ordinava la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili;

l’art. 3 stabiliva che, alle categorie escluse dal diritto di voto, dovevano aggiungersi le donne indicate nell’art. 354 ,..ovvero le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati“.

Il Decreto n. 74 “Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea Costituente“, sanciva – un anno più tardi – la loro eleggibilità.

Le Donne italiane votarono effettivamente per la prima volta in occasione delle elezioni amministrative di marzo – aprile 1946 e del succesivo Referendum Repubblica-Monarchia del 2 giugno.

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La Costituzione garantiva l’uguaglianza formale fra i due sessi, ma di fatto restavano in vigore tutte le discriminazioni legali vigenti durante il periodo precedente, in particolare quelle contenute nel Codice di Famiglia e nel Codice Penale.

Ad onor del vero, in Italia, le donne potevano gia votare – solo per le amministrative – sin dal 1924. Benito Mussolini sulla carta le aveva riconosciuto il diritto di voto al fine di dimostrare che non temeva l’elettorato femminile, anzi.

Fu però solo un atto di pura demagogia, in quanto la dittatura aveva già deciso la proibizione di qualsiasi elezione per comuni e province, sostituendoli con i podestà ed i governatori.

n Francia, tale decisione venne presa con qualche mese di anticipo, per l’esattezza il 21 aprile del 1944, ma con essa anche la possibilità alle donne di essere elette.

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Ma facendo un passo indietro, questo passo segnò il definitivo ingresso della donna come punto di riferimento nella società di allora? La risposta è no.

Il diritto di voto non garantì un diritto di cittadinanza consolidato.

Sul lavoro il cammino fu molto più arduo, attraverso un percorso di emancipazione che arrivò almeno fino al 1963, quando entrarono nella magistratura prendendo possesso di ogni tipo di carica.

Fino ad allora le donne si accontentarono di ruoli “scartati” dall’uomo. Accrebbe sicuramente il numero di insegnanti nelle scuole, a conferma della qualità e della necessità di una formazione al femminile per i propri figli.

Il diritto di voto resterà una pura formalità fino a quando le strutture politiche non saranno popolate da donne libere

Una donna può – anzi deve – essere ambiziosa, cosa diversa dall’esser competitiva. L’ambizione significa dire “so che sarei capace di…” e uscire dalla corazza di timidezza che inibisce ogni passo avanti.

Le donne non sono nate né per essere modeste, né per essere sottomesse.È non elemosinare il diritto.

Non è sufficiente il diritto di voto per sbloccare le libertà sociali.

A titolo di esempio servono due occhi per vedere la profondità del mondo in cui viviamo. Con un occhio solo il mondo viene percepito piatto. Lo stesso per quello che udiamo: con un orecchio solo non si percepisce da dove proviene la voce, anche in questo caso il suono si appiattisce.

Fonti:

http://www.facebook.com/

www.freeopinionist.com/

 

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Perchè siam donne: Asma Lamrabet si è tolta il velo!

Io combatto per le donne

Dal 2019 ha preso la decisione di non indossare più il velo.

Asma Lamrabet si può considerare la più eminente rappresentante del femminismo arabo analizzato e praticato attraverso lo studio dell’Islam.

È una delle più grandi islamologhe che parla dall’interno dell’Islam.

La sintesi del pensiero di Asma si basa sulla visione del Corano come messaggio di uguaglianza.[

La ricerca che porta avanti con rigore e impegno è basata sulla rilettura e ricostruzione dei testi sacri per dimostrare la fallacia delle interpretazioni discriminanti verso le donne.

Avendo accuratamente studiato tutti i versi relativi all’abbigliamento femminile in relazione alla situazione reale quando apparve e al significato circonciso delle parole all’epoca (khoumurihina, djilbabihina, poggiati sul petto ecc. ), Asma conclude che l’attuale hijjab diffuso non è affatto giustificato dal Corano.

Sul suo sito ASMA-LAMRABET.COM scrive:

Quindi il Corano non legifera in nulla sulla necessità di una “uniforme” religiosa per essere strettamente “islamica”, come ci piace dimostrare oggi; l’intenzione spirituale primaria non era quella di determinare standard di abiti rigidi o congelati che sarebbero stati “fissi” una volta per tutte, ma piuttosto “raccomanda” un “atteggiamento”, o meglio un “etica” relativo sia al corpo che alla mente…

… nel Corano non c’è mai una domanda su alcun obbligo formale sull’abito; imporre standard di abbigliamento standardizzati è contro i principi del messaggio universale e della sua etica spirituale..

… Il Corano invita uomini e donne ad adottare una cultura di decenza e rispetto reciproco: “Infatti, il miglior vestito è quello del taqwa; questo è uno dei segni di Dio… “.

… è questa etica di integrità, rigore morale e decenza che è preferibile agli occhi del Creatore…

Nata a Rabat, Marocco, nel 1961, laureata in medicina, ha lavorato dal 1995 al 2003 come  volontaria in alcuni ospedali pubblici di Spagna e America Latina, principalmente Cile e Messico, dove aveva seguito il marito diplomatico. 

Il suo primo approccio alla pratica femminista è stato quello di stampo occidentale, per poi, naturalmente, intraprendere la strada per l’affermazione di un femminismo musulmano autoctono.

Nel 2004 è tornata in Marocco, dove ha organizzato un gruppo di donne musulmane interessate alla ricerca e alla riflessione sull’Islam e al dialogo interculturale. Nel 2008 è diventata presidente e coordinatrice del Gruppo Internazionale di Ricerca sulla Donna Musulmana e il Dialogo Interculturale (GIERFI), con sede a Barcellona che ha l’obiettivo di contribuire a creare una nuova coscienza femminista musulmana. 

Parallelamente al suo attivismo, ha continuato la carriera in medicina e si è specializzata in malattie del sangue presso l’ospedale pediatrico di Rabat, dove lavora.

Nel 2011 è diventata direttrice del Centro di Studi Femminili sull’Islam da cui è stata costretta poi a dimettersi, in seguito alle polemiche e reazioni degli ultraconservatori dovute dalla sua posizione di lotta contro la disuguaglianza tra uomini e donne di fronte all’eredità.

Nel 2013 ,riconosciuta a livello internazionale e premiata con l’importante riconoscimento Prix de la Femme arabe de Sociologie

Asma Lamrabet è autrice di diversi libri in francese poi tradotti in molte lingue. Ha pubblicato articoli che approfondiscono questioni controverse come i matrimoni interreligiosi, l’eredità e la riforma religiosa.

Fonte:

L’Islam femminista di Asma Lamrabet – Una donna al giorno (unadonnalgiorno.it)

Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione. “Margherita Hack

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La buona notizia del venerdì: Dopo 250 anni riapre la Scuola di Arti e Mestieri in Vaticano

Dopo 250 anni, dentro le mura vaticane, riapre una scuola di “sapere pratico””pensare con le mani”.

Un bagaglio di conoscenza che sarà trasmesso a giovani che vogliono imparare le arti e i mestieri tra i più difficili e delicati, e anche dimenticati: scalpellini, marmisti, muratori, fabbri. professionalità ancora molto ricercate, anche nell’era del web.

Una nicchia di sapere forse unica al mondo, dentro uno dei luoghi di maggior concentrazione di opere d’arte e di edifici storici, ma anche di quotidiana necessità di manutenzione.

L’iniziativa si inserisce nel solco di una tradizione antica, risalente alla fine del XVIII secolo, quando la Fabbrica di San Pietro istituì lo Studio Pontificio delle Arti, destinato ai giovani aspiranti “muratori, pontaroli, falegnami, scalpellini e tutti gli artieri di arti meccaniche”, che fece dell’istituzione un centro formativo di eccellenza.

Per la prima edizione, in corso dal gennaio 2023, sono stati selezionati 20 allievi per ciascuno dei tre indirizzi rivolti rispettivamente, come detto, a scalpellini e marmisti, a muratori stuccatori e decoratori, e a falegnami.

Il corpo docente è composto dal personale dell’Ufficio Tecnico della Fabbrica, da docenti di Università italiane e straniere e da artigiani esperti.

I percorsi formativi «hanno come obiettivi la crescita professionale e umana dei giovani artigiani e lo sviluppo delle abilità manuali, con l’apprendimento storico-artistico, la conoscenza dei materiali impiegati e l’acquisizione di competenze tecniche e tecnologiche. L’attività didattica prevede cicli di lezioni frontali, seminari, visite guidate e sopralluoghi di studio in diverse località italiane».

Le lezioni si tengono nelle aule allestite nei locali del Palazzo della Canonica, le attività di laboratorio sono svolte nelle officine della Fabbrica di San Pietro, dove gli aspiranti artigiani hanno la possibilità di esercitarsi a stretto contatto con le maestranze sanpietrine”.

In questo modo gli allievi possono immergersi nella vita della Basilica Vaticana, «per conoscerne la spiritualità, i luoghi, le persone e l’organizzazione».

L’inaugurazione ha visto la lectio magistralis di Mario Cucinella, architetto e designer e l’intervento di Gambetti, che ha osservato come il concetto di “sapere con le mani”, uno dei principi ispiratori della scuola – che è gratuita – riporta al centro «una dimensione integrale dell’educazione, che sa riconnettere la conoscenza speculativa e quella pratica: la Scuola vuole proporre agli studenti un modello virtuoso mettendo in dialogo e integrando la tecnica e la tecnologia, le arti e lo studio teorico».

Il direttore della scuola e segretario generale della Fondazione, padre Francesco Occhetta, ha spiegato che a ottobre saranno inseriti i corsi per fabbro e mosaicista: gli indirizzi diventeranno quattro.

Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo. Maria Montessori

Fonte:

Vaticano, dopo 250 anni riapre la scuola di arti e mestieri – Il Sole 24 ORE

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Perchè siam donne: Al festival di Cannes in infradito!

Jennifer Lawrence in infradito a Cannes.

Sì, è un atto di pura emancipazione femminile.

Se è vero che ogni contesto ha un suo dress code da rispettare, è altrettanto vero che sarebbe ora di smettere di accettare la sofferenza come dovuta, solo perché si è donne e quindi dobbiamo usare i tacchi per essere considerate accettabili in determinati contesti.

E lo dice una che ha portato per anni tacchi di 12 cm e non faceva un passo senza.

Poi, finalmente, ho capito che erano una tortura immotivata e ho smesso.

Vedo donne sui 50 e più anni con i piedi deformati e martoriati dai tacchi, ma che continuano imperterrite ad usarli nonostante i dolori lancinanti.

Vedo donne, di qualsiasi età, lamentarsi per il male ai piedi, dopo qualche passo, per i tacchi alti, ma continuano a indossarli, preferendo stare tutta la sera sedute, piuttosto che godersi una festa.

E poi penso ai piedi di loto, la moda cinese per cui venivano deformati i piedi fin da appena nate, perché una donna veniva considerata “bella” e quindi “accettabile” solo se aveva i piedi piccolissimi. Non le guardavano nemmeno in faccia, guardavano solo i piedi e più piccoli erano, più erano apprezzate, perché era un segno che sapeva subire il dolore e quindi era una donna sottomessa.

Ecco, con i tacchi il ragionamento non è tanto diverso. È più ci penso e più mi chiedo perché noi donne accettiamo di soffrire, per cosa poi?

Per essere alla moda?

Perché siamo più slanciate?

E noi preferiamo davvero soffrire e deformarci i piedi negli anni perché così rientriamo nei dettami estetici della moda?

Anche no, grazie, valiamo lo stesso è non abbiamo bisogno di nessuna validazione esterna.

Quindi Jennifer Lawrence con quelle infradito ci ha ricordato cosa è veramente importante: il nostro benessere, non le mode che ci fanno soffrire.

Quando Paul McCartney ( Beatles eh!) si è presentato in scarpe da ginnastica bianche a ricevere il titolo di Compagno d’onore dalla Regina Elisabetta …

Piccoli gesti grandi risultati? Purchè se ne parli diceva qualcuno! Pour parler qualcun altro!

Comunque può far riflettere sulle priorità e non solo delle donne !

Fonte:

IHAVEAVOICE – CHI SIAMO – UNA COMMUNITY CREATA DA DONNE

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Giornata mondiale delle api 2023 ! Non si può non comunicare… ce lo ricordano le api danzando !

Sapevate che anche le api possono danzare e usano i movimenti come strumento di comunicazione?

Gli animali non smettono mai di stupirci e tante cose che in passato sembravano ad appannaggio esclusivo dell’uomo, adesso le ritroviamo in insetti e non solo.

Parliamo spesso delle api, fondamentali per l’esistenza del nostro Pianeta e di recente se n’è accorta pure l’Unione europea che ha messo al bando pesticidi che mettevano in pericolo la vita degli insetti impollinatori.

Ma torniamo alla danza, a cosa serve? Perché le api danzano? Lo fanno per comunicare alle compagne delle informazioni sulla distanza, direzione in cui si trova il cibo ovvero fiori, polline, nettare e sorgenti di acqua.

Quindi pur non avendo la parola, le api esploratrici comunicano attraverso i movimenti mostrati alle api operaie.

Ma come fanno? Le api esploratrici vanno alla ricerca di cibo, una volta trovata la fonte più vicina, tornano nell’alveare per comunicare con le compagne attraverso una danza cosiddetta scodinzolante per via delle vibrazioni che sono generate mentre viene eseguita.

Danza circolare e danza ottagonale

A questo punto ogni movimento assume un significato preciso. Le api si raccolgono intorno all’ape esploratrice: se la fonte di cibo è vicina, tipo 50 metri dal loro alveare, l’ape compie una danza circolare, se la distanza è superiore, la danza assume l’aspetto di un ‘otto’.

E ancora, se si muove dal cerchio verso l’alto, vuol dire che la nuove fonte è in direzione del sole, se al contrario taglia verso il basso, le altre api comprendono che bisogna andare in direzione opposta.

Se l’ape taglia il cerchio formando un angolo, le altre comprendono che devono volare a destra o a sinistra rispetto al sole, a seconda dell’angolo che questa compie rispetto ad una immaginaria linea verticale.

Insomma sembra tutto un po’ complicato, ma in questo video potete osservare i movimenti per comprenderli meglio:

https://youtu.be/9WuZQ1n-jGE

La danza delle api è un termine usato in apicoltura e in etologia per una particolare danza a forma di otto delle api. Con l’esecuzione di questa danza, i cui movimenti sono perfettamente codificati, l’ape operaia può comunicare alle compagne preziose informazioni sulla direzione e distanza a cui si trovano fiori, nettare, polline e sorgenti d’acqua. Tale danza è quindi il meccanismo con il quale le api possono reclutare altre api del loro alveare per la raccolta di risorse. Si pensava che le api avessero due distinte danze di reclutamento, la danza circolare e la danza dell’ape propriamente detta, per indicare rispettivamente obiettivi vicini e lontani, ma si sa adesso che la danza circolare è semplicemente una danza dell’ape ad “onda” con un ondeggiamento molto piccolo (si veda sotto).

A svelare il significato della danza delle api, il più complesso sistema di comunicazione mai scoperto tra gli insetti, fu il naturalista austriaco e premio Nobel Karl von Frisch (1886-1982), individuando due tipi ben distinti di danza: la danza circolare e la danza dell’addome.

Come mai le api, sociali e collaborative, sagge e operose, capaci di vivere in relazione con la natura e tra di loro, pungono dolorosamente l’uomo?

A noi piace fantasticare: pensare che pungano per svegliare gli uomini dall’autoreferenzialità, dalla superficialità con cui spesso vivono la relazione di interdipendenza con la natura e con i propri simili, incapaci di godere le piccole meraviglie del quotidiano e di gioire dei piccoli gesti; forse, basterebbe loro imitare le api che conoscono il segreto per vivere insieme danzando.

«Solo loro hanno in comune i figli, un’unica casa per tutte, e vivono seguendo leggi rigorose, solo loro riconoscono sempre la patria, il focolare, e sapendo che tornerà l’inverno in estate si sottopongono a fatica per riporre in comune ciò che si procurano» 

(Virgilio, Georgiche, Libro IV, vv. 153-157).

Fonti:

http://www.laporzione.it/2016/05/21/tweb2205/

https://it.wikipedia.org/wiki/Danza_delle_api

https://www.greenme.it

https://www.ohga.it/una-strada-fiorita-a-milano-35-chilometri-di-fiori-e-piante-perenni-per-ripristinare-lhabitat-delle-api/

https://www.nonsprecare.it/i-giardini-pensili-sugli-autobus?

https://www.curioctopus.it/read/26589/le-sue-api-non-producevano-tanto-miele-da-20-anni:-causa-l-assenza-dell-uomo-e-la-riduzione-dell-inquinamento?

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Ecco che la Luna inizia il nuovo ciclo il 19 Maggio nel segno del Toro. Tanti invitati a celebrare l’ennesimo inizio!

Ecco che la Luna inizia il nuovo ciclo il 19 Maggio 2023 in Toro.

Di nuovo asse Toro Scorpione.

Di nuovo la spinta a nuovi inizi, ma concreti (Toro) che riguardano la sfera delle nostre priorità per la zona confort sulla Terra

Di nuovo l’invito a tirar fuori le nostre paure più profonde, superate con le prove del guerriero.(Scorpione) trasformandole in risorse dimenticate.

28 grado Toro fase 58 del terzo livello simbolo sabiano : una donna, nella età matura, vive un nuovo amore

Si riferisce alla capacità di ogni essere umano di crescere nella coscienza e nei sentimenti al di là dei limiti biologici.

Indica il superamento delle insicurezze e degli entusiasmi, effimeri a volte ,del periodo dell’apprendimento.

Figura femminile in quanto energia Ying ricettiva.

Ogni essere umano ha la capacità di elevarsi al di sopra dei limiti che sia la natura biologica sia il “normale “modello sociale di comportamento hanno tentato di imporgli.

A questo punto dell’evoluzione e del pianeta e della umanità apri liberamente la mente alla possibilità di sempre nuovi inizi .

Non solo a parole ma con un atteggiamento più maturo e consapevole nella scelta delle esperienze considerando nuove e infinite possibilità

Scendi dal treno del pregiudizio e dei conflitti, dove finora ha viaggiato inconsapevole, cercando un posto comodo dove sostare di vagone in vagone.

Che fosse il tuo.

Hai cercato di capire con chi stare, per ragionare, parlare, meditare, progettare, condividere il futuro.

Uno sguardo fuori dal finestrino aspettando la fermata giusta.

Che finora sono passati velocemente tanti posti che ti hanno ispirato e tanto velocemente sono sfuggiti al tuo interesse.

Ora ti sembra di essere ad un punto zero: un vuoto pieno di aspettative e contemporaneamente di timori.

Sai che ci sono due pianeti molto influenti in questo tempo Giove e Plutone a zero gradi dei rispettivi segni zodiacali. sotto questa Luna Nuova. Giove in Toro e Plutone in Acquario.

Si crea una formidabile energia cosmica intensificata dall’energia lunare.

Lo zero è considerato un grado Karmico dello Zodiaco. E indica sia l’arrivo che l’inizio.

Nello stato Zero sei tu nella tua vita in sintonia con l’universo. E hai la stessa volontà e lo stesso potere di Creare con la stessa energia.

Puoi vedere con più chiarezza e manifestare la tua nuova visione, puoi alimentare il fuoco creativo del tuo nucleo interiore.

Ecco tra le nuvole un raggio di Sole…

L’Universo non ti avrebbe mai mandato prima un segnale, quando non eri ancora pronta/o . Ora l’apprendimento è superato, è il bagaglio per il nuovo step

Fiducia in te e giù a Terra!

Ma è tutto uguale!!

No, è cambiato il tuo modo di approcciarti alla tua vita, sei in un’altra dimensione, ulteriore, adatta alle tue prossime esperienze.

Concentra la tua attenzione su particolari che non avevi mai considerato, parti da quelli e tutto si arricchirà di sfumature.

In ogni tua azione, in ogni relazione, in ogni progetto, esprimerai il tuo nuovo Sè. E il tutto uguale ti apparirà un diverso dove tutto è possibile.

Sei alle classi superiori ed è merito tuo!

Sorridi e sospira di Fiducia e Libertà! Amati, vivi, osa!

Love Laurin

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*Festa della mamma

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La festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In Italia come negli Stati Uniti si festeggia la seconda domenica di maggio.

Costituisce una festa molto antica, legata al culto delle divinità della fertilità degli antichi popoli politeisti, che veniva celebrato proprio nel periodo dell’anno in cui il passaggio della natura dal freddo e statico inverno al pieno dell’estate dei profumi e dei colori (e della prosperità nelle antiche civiltà contadine) era più evidente.

Nell’antica Grecia gli Elleni dedicavano alla madre un giorno dell’anno: la festa coincideva con le celebrazioni in onore della dea Rea, la madre di tutti gli Dei.

Gli antichi romani, invece, festeggiavano una settimana intera la divinità Cibele, simbolo della Natura e di tutte le madri.

In Inghilterra le celebrazioni legate alla festa della mamma risalgono al XVII secolo.

Originariamente il “Mother’s Day” non era un’occasione per festeggiare la propria madre con fiori o regali, ma assumeva un significato completamente diverso coincidendo con la quarta domenica di Quaresima. In quell’occasione, tutti i bambini che vivevano lontano dalle loro famiglie potevano ritornare a casa per un giorno. A poco a poco si è diffusa la tradizione di riunirsi a metà del periodo di Quaresima per festeggiare la propria famiglia e soprattutto la mamma, considerata un elemento fondamentale della famiglia.

La tradizione del “Mothering Sunday” sopravvive ancora oggi in Inghilterra,

 

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Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista (della schiavitù), propose di fatto l’istituzione del Mother’s Day (Giorno della madre), come momento di riflessione contro la guerra.

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Nello stesso anno negli Stati Uniti ci fu la proposta di Anna M. Jarvis. Anna era molto legata alla madre, un’insegnante della Andrews Methodist Church di Grafton,nel West Virginia.

Dopo la morte della madre, Anna si impegnò inviando lettere a ministri e membri del congresso affinché venisse celebrata una festa nazionale dedicata a tutte le mamme. Questa festa doveva rappresentare un segno d’affetto di tutti nei confronti della propria madre mentre questa era ancora viva.
Grazie alla sua tenacia e determinazione, la prima festa della mamma fu celebrata a Grafton e l’anno dopo a Filadelfia: era il 10 maggio 1908.
Anna Jarvis scelse come simbolo di questa festa il garofano, fiore preferito dalla madre: rosso per le mamme in vita, bianco per le mamme scomparse.

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Fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson e sua moglie Ellen Louise con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio.

La festa si è diffusa in molti Paesi del mondo, ma cambiano le date in cui è festeggiata.

In Italia è stata introdotta per la prima volta negli anni cinquanta da Raul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera (la cui idea maturò insieme a Giacomo Pallanca, presidente dell’Ente Fiera del Fiore e della Pianta Ornamentale di Bordighera-Vallecrosia), su iniziativa del quale venne celebrata a Bordighera la seconda domenica di maggio del 1956 (al Teatro Zeni e successivamente al Palazzo del Parco).

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In Norvegia viene celebrata la seconda domenica di febbraio , in Argentina la seconda di ottobre ; in Francia la festa della mamma cade l’ultima domenica di maggio ed è celebrata come compleanno della famiglia.

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In molti Paesi la ricorrenza è stata imitata dalla civiltà occidentale: in Africa, ad esempio, alcuni Stati istituirono la festa della mamma ispirandosi al concetto britannico della stessa.

In generale i simboli di questa festa sono il rosso, il cuore e la rosa, che più di ogni altro fiore rappresenta l’amore e la bellezza e sa testimoniare l’affetto e la riconoscenza dei figli.

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Fonte: Wikipedia

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La buona notizia del venerdì: I nuovi vigili urbani studiano la storia dell’arte!

Già nel 2015, ai vigili urbani di Bologna era stato fornito un manuale per accogliere al meglio i turisti.

La storia di Bologna raccontata alla Polizia municipale, scritto dallo storico dell’arte Marco Poli e incluso nella Guida stradale che abitualmente il Comune fornisce ai suoi agenti. per soddisfare le esigenze di accoglienza dei visitatori di Bologna.

E questo con l’obiettivo di recuperare il ruolo originale dell’operatore di Polizia locale, primo punto di riferimento per il turista.

L’idea, ora, è quella di potenziare l’intuizione del 2015, inviando i vigili a lezione di storia dell’arte.

Il percorso di apprendimento, avviato dal Comando del Corpo di Polizia Locale con la collaborazione dei Musei civici, ha coinvolto i neoassunti: 132 vigili in fase di inserimento che, oltre a formarsi sulle consuete materie orientate all’identità professionale e al ruolo, hanno potuto apprendere l’importanza di possedere solide conoscenze sugli aspetti legislativi, urbanistici, storici e artistici legati ai beni culturali e all’edilizia di base e monumentale, privata e pubblica.

I corsi sono stati tenuti dallo storico Giancarlo Benevolo e dagli storici dell’arte Paolo Cova e Ilaria Negretti,

E gli agenti hanno mostrato di apprezzare, tanto che con molta probabilità il progetto sarà esteso anche alla vecchia guardia, coinvolgendo nelle lezioni l’interno corpo della Polizia municipale di Bologna.

l motivo, se necessario, lo evidenzia il comandante Romano Mignani, che fa appello al binomio “sicurezza e accoglienza” per spiegare i compiti essenziali dei vigili urbani: “Presidiamo anche i luoghi di interesse turistico e siamo quindi punto di riferimento per i tanti visitatori della città, fornendo informazioni di servizio e aneddoti sulla storia di Bologna, dal 2021 ‘Città dei Portici’. Questo ruolo era tipico dei vigili di una volta, per i quali le nozioni storico-artistiche della città costituivano anche materia di concorso. Oggi molti degli agenti provengono da città diverse e, quindi, non conoscono la storia e i monumenti di Bologna“.

Vigili come novelli ciceroni, dunque, come sperimentato in passato anche da un’altra città d’arte, Venezia .

Nel lontano 2011, alla Polizia municipale della Laguna fu proposto un corso d’aggiornamento centrato non solo sull’apprendimento della storia dell’arte, ma anche sulla “perfetta” accoglienza, come frutto di un protocollo d’intesa proposto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e sottoscritto dal Comune di Venezia. Le materie di studio? Comunicazione e tecniche relazionali, nozioni linguistiche, patrimonio turistico locale, nozioni storico-artistiche della città, gestione dello stress e problem solving. 

E come non citare, nel suo anno da Capitale Italiana della Cultura 2023 Brescia: con l’inizio di maggio, 17 vigili neoassunti che hanno affrontato nei mesi scorsi il percorso formativo al Comando cittadino sono in strada per fornire informazioni sui luoghi di interesse culturale ai turisti che visitano la città.

Gli “studenti” hanno infatti avuto modo di frequentare, il corso Ambasciatori Brescia Capitale della Cultura 2023, condotto da guide turistiche professionali, e somministrato anche ad altre figure professionali della città.

FONTI:

VIGILI URBANI A LEZIONE DI STORIA – Radio Più (radiopiu.net)

A Bologna i vigili urbani prendono lezioni di storia dell’arte (artribune.com)