L’amore per l’ambiente ha portato alla creazione del plogging, la nuova disciplina sportiva che unisce la corsa alla raccolta dei rifiuti abbandonati
Il primo campionato mondiale di plogging si è disputato in Italia, precisamente in Val Pellice (Torino), e ha visto la partecipazione di 55 atleti provenienti dall’Italia e da vari paesi europei. Durante il percorso sono stati raccolti complessivamente 795 kg di rifiuti. Già, perché questa strana attività combina la corsa con la raccolta dei rifiuti
Dal 30 settembre ha preso il via la seconda edizione del campionato mondiale di plogging, una disciplina sportiva in cui alla corsa si abbina la raccolta dei rifiuti.
La gara in cui si sono misurati i 100 atleti finalisti si svolgerà anche quest’anno tra le valli olimpiche di Torino 2006, in particolare nelle Valli Chisone e Germanasca e terminerà il 2 ottobre.
La novità di questo genere di competizione è che lo sport non è il protagonista, o almeno non il solo, perché a quello si affianca l’obiettivo di contrastare il fenomeno del littering, ovvero l’abbandono di rifiuti, che restano dispersi nell’ambiente.
L’avvento del plogging ha un inizio molto recente.
Dopo il precursore americano del 2014 – il trash run– è stato l’atleta svedese Erik Ahlström a inaugurare definitivamente a Stoccolma questa pratica “ibrida”, basata sull’idea di conciliare la corsa con tutela dell’ambiente, fin dal nome, che deriva dalla crasi tra le parole jogging e picking up (o plocka upp in svedese). Come ha dichiarato lui stesso: “Ora noi corriamo con un altro proposito. Con la consapevolezza si arriva a prendersi cura e così facendo, arriva il cambiamento”.
L’ondata di consenso attorno a questo principio non ha tardato a diffondersi specie grazie ai social che lui stesso ha utilizzato per condividere la sua esperienza da primo plogger.
Su questa scia, lo scorso anno è nato in Italia il primo campionato mondiale della neonata “eco-disciplina”. In quell’occasione meno di 60 runner hanno raccolto circa 800 chilogrammi di spazzatura su un percorso di oltre 1780 chilometri. Il mix tra le due anime si ritrova anche nei parametri peculiari per assegnare la vittoria , che lo scorso anno è andata a Elena Canuto e Pietro Olocco rispettivamente con 38 e 48 chilogrammi di rifiuti raccolti.
Tra i criteri, si considera certamente la distanza percorsa con il dislivello positivo affrontato, ma anche la qualità e la quantità di rifiuti raccolti, valutati in termini di impatto, cioè di CO2 non emessa in atmosfera.
Nel programma, atleti e bambini tra inclusione e recupero
La Kermesse si è svolta nel comune di Villar Perosa e ha visto la partecipazione di 100 atleti e atlete che sono stati selezionati grazie a due modalità.
La prima di queste, più tradizionale, partecipando a una delle nove gare di qualificazione svoltesi da maggio ad agosto tra tappe in Italia, qualche incursione in Europa e una in Venezuela. In alternativa, era possibile qualificarsi aderendo alla #plogging challenge lanciata dal Comitato internazionale, che ha valutato i punteggi da assegnare a partire dalla condivisione fatta dai partecipanti “a distanza” dei risultati della propria raccolta.
In realtà, a inaugurare la competizione sson stati gli alunni delle scuole di Villar Perosa con la Child Plogging session, che ha anticipato quella dei grandi di sabato 1 ottobre. Nel mentre, la premiazione dei piccoli ploggers e tante attività per tutte le età: laboratori per bambini, mercatini, animazione e artisti di strada.
Inoltre, il pubblico partecipante è stato invitato a consegnare le proprie scarpe da ginnastica usurate, che grazie alla partnership con Esosport saranno raccolte e riciclate per realizzare pavimentazioni per i parchi giochi dei bambini.
La premiazione finale si è svolta infine la mattina seguente, domenica 2 ottobre, a Pomaretto alla presenza di atleti paralimpici e di Roberto Cavallo – direttore della gara, divulgatore ambientale ed ecoatleta – noto per aver attraversato insieme all’ultra-runner Giulia Vinco 370 chilometri in 41 Comuni, dall’Isola d’Elba fino a Stintino, in occasione dellaKeep Clean and Run 2022 il plogging più lungo al mondo, durante il quale sono stati raccolti 373 kg di rifiuti.
L’evento, terminato nel maggio scorso, ha rappresentato il lancio della campagna Let’s clean Up Europe che terminerà il prossimo 27 novembre.
Ma il plogging non è diventato famoso solo in Italia, sempre più persone lo praticano in paesi come India, Messico, Costa Rica, Francia, Ungheria o Corea. .
Qual è l’abbigliamento da Plogging?
Metti scarpe da ginnastica, una tuta e… corri. Ma non dimenticare di portare con te un sacco della spazzatura, guanti e pinze perché dovrai raccogliere tutti i rifiuti che trovi lungo il tuo percorso tra parchi e foreste.
Plogging: tornano i Mondiali made in Italy della corsa per i rifiuti (buonenotizie.it)
Plogging: prendersi cura dell’ambiente divertendosi (buonenotizie.it)




Ne ho sentito parlare. Io, che mi interesso di spreco alimentare, sono sempre più perplessa nell’assistere a tante iniziative private, e poche istituzionali
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