Categoria: gatto con gli occhiali
* indignati per dignità
“con il termine dignità umana si usa riferirsi al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano: tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna “ragion di Stato”, nessun “interesse superiore” della “Razza”, o la “Società”, può imporsi. ” ( Wikipedia )
Se mi indigno vuol dire che ho un concetto di dignità.
Magari che la dignità per me è un valore che determina le mie scelte di vita.
Magari è un valore che ritengo sia alla base della convivenza civile.
Magari penso che sia intrinseco nella concezione della vita di tutti gli esseri umani.
Magari…
Se mi indigno è perchè ogni giorno compio azioni congruenti con il concetto di dignità.
Ogni giorno, non solo quando penso che i miei diritti siano stati lesi.
Quando mi accorgo che i diritti di tutti sono stati lesi.
E magari è perchè molti non hanno il concetto di dignità.
E magari è perchè molti non fanno i loro doveri.
E confondono i diritti con i doveri.
Quando vivo nella società umana che ha stabilito delle regole di dignitosa convivenza ho dei doveri e dei diritti.
Tanto più rispetto i miei doveri, tanto più posso reclamare i miei diritti.
Mio dovere è il rispetto verso me stessa.
Essere coerente con le scelte fatte ed impegnarmi ad ottenere gli obbiettivi.
Essere per essere, esistere con dignità.
Non essere per avere. L’avere è effimero, non è una esigenza del cosmo.
Negli altri mi riconosco, riconosco la loro umanità, le loro qualità di esseri pensanti e consapevoli delle loro scelte.
Come rispetto me stessa rispetto gli altri.
Mio dovere è essere leale verso me stessa.
Il primo avversario sono io, i giudizi che mi do, le scuse che mi trovo per giustificare le mie paure, il trasgredire alle regole che io stessa mi sono date, per opportunità, per pigrizia, il mettermi in dubbio invece di agire.
Se non sono leale verso me stessa come posso pretendere lealtà da altri.
Mio dovere è sentirmi parte dell’umanità.
Sentirmi quell’essere umano che ha coscienza della sua umanità, la sua qualità di entità pensante e consapevole delle sue scelte.
Un essere umano degno di questa nominalizzazione è un abitante di questa terra.
Esseri umani compongono ogni nazione, ogni razza, ogni religione, ogni stato sociale, ogni età, ogni sesso.
Una pecularietà degli esseri umani è la necessità di rapportarsi tra loro.
Per creare, costruire, progredire, conoscere il micro ed il macrocosmo.
Così è nata quella che chiamiamo civiltà.
Mio diritto è affermare il diritto di ogni essere umano di vivere come tale e potersi esprimere. Compiendo azioni che siano congruenti con il concetto di dignità.
Mio diritto è che gli amanti dei cani rispettino l’ambiente comune e raccolgano i bisogni dei loro animali.
Mio diritto è che durante le ore stabilite per il riposo gli operai mettano da parte i martelli pneumatici rispettando i regolamenti.
Mio diritto è che in un ufficio pubblico, dove si va a pagare come diligenti contribuenti, gli impiegati siano presenti per evitare attese di mezza giornata.
Mio diritto è che la farmacia sotto casa rispetti la raccolta differenziata della carta.
Mio diritto è che tutti paghino il biglietto sui mezzi pubblici per contribuire alla loro efficenza.
Mio diritto è che i parchi siano fruibili dai bambini e che ci sia il verde invece delle cartacce.
Sarebbe facile continuare… Cosa fare in queste situazioni?
Io ho affermato il mio diritto: gentilmente e con determinazione ho fatto rilevare il comportamento asociale. Certo non ho avuto sempre risposte altrettanto gentili.
Ma mi sono anche sentita dire ” Mi scusi …non pensavo…non sapevo”
Se mi indigno vuol dire che la dignità è un mio valore. E di conseguenza mi comporto e attuo le mie scelte di vita.
Quando mi indigno mi impegno a compiere azioni che richiamino alla dignità.
Del resto un certo Stéphane Hessel, dopo aver scritto ” Indignez-vous! ” ha subito aggiunto “Engagez-vous!”… adesso impegnatevi !
Se non lo faccio io, chi lo farà?
Se non lo faccio adesso, quando lo farò?
Se lo faccio solo per me stesso, chi sono io?
( Hillel, cabalista del 2° sec.a.C.)
* Premio Nobel per la pace 2011
“For their non-violent struggle for the safety of women and for women’s rights to full participation in peace-building work”
Il Comitato norvegese ha assegnato il premio Nobel per la pace 2011 a tre donne, Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman.
“Non possiamo raggiungere la democrazia e la pace duratura nel mondo – se le donne non otterranno le stesse opportunità degli uomini di influenzare gli sviluppi a tutti i livelli della società.”
Ellen Johnson Sirleaf è stato il primo presidente africano donna eletto democraticamente. Sin dal suo insediamento nel 2006, ha contribuito a garantire la pace in Liberia, a promuovere lo sviluppo economico e sociale, a rafforzare la posizione delle donne.
Leymah Gbowee ha mobilitato e organizzato le donne attraverso linee di divisione etniche e religiose per porre fine alla lunga guerra in Liberia e per garantire la partecipazione delle donne alle elezioni. Da allora ha lavorato per aumentare l’influenza delle donne in Africa occidentale durante e dopo la guerra.
Tawakkul Karman ha svolto un ruolo di primo piano nella lotta per i diritti delle donne e per la democrazia e la pace nello Yemen, sia prima che durante la “primavera araba“.
“La pace è un quotidiano, un settimanale, un processo mensile, a poco a poco cambiando opinioni, lentamente erodendo vecchie barriere, tranquillamente costruendo nuove strutture”. John F. Kennedy
Con la tenacia, il coraggio, la pazienza, la determinazione, la passione, la fiducia nel futuro, l’amore per la vita, la forza degli ideali, la sfida all’oppressione, la certezza del cambiamento, la caparbia nell’affermazione dei diritti…la pace dentro!
Ecco come affermano le donne la pace!
leggi anche: “ Pace …è una parola, anzi un parolone!”
* cosmicomiche
*********************************************
Quando ero piccola mi affascinavano i cieli stellati.
Mi domandavo chi erano tutti quei punti luce che guardavano verso la terra. Erano sicuramente vivi e volevano dirci qualcosa.
Ad ognuno una cosa diversa, perchè ognuno è diverso.

Ma ciò che più mi incuriosiva era dove andassero di giorno, dato che nel cielo, di giorno non si vedeva nessuno di loro.
Così immaginavo di perdermi tra tutti quei globi luminosi che mi apparivano vibranti di colori. E quando tornavo sulla terra era come se fossi inghiottita da uno zoom.
E pensavo…
” mica male queste scarpe…voglio tornare in quel negozio e comprare anche quelle altre che mi piacevano…”
Questo è un esempio di stare con i piedi per terra .
Mentre l’opposto,quello di prima, è stare con la testa tra le nuvole.
E qui , dato che sono sempre io, viene spontaneo affermare come sopra così sotto .
Un’altra curiosità avevo, da bambina ..
( Eh! Sì, ero una bambina “ molto riflessiva” diceva la mia maestra…)
Quando io sono al Polo Nord, ben piantata in verticale sulla terra, c’è qualcun altro che, ben piantato sulla terra in verticale, sta al Polo Sud.
A parte il fatto che mi chiedevo come mai quello al polo sud, dato che stava sotto, al sud, non cadesse nello spazio…
Ma…
Chi, quando, dove e come aveva deciso quale fosse il Sud e il Nord?
E quindi il Sotto e il Sopra? E la Destra e la Sinistra ? E che la terra girasse in questo senso e non in quell’altro?

Più tardi ho letto un libro sull’argomento, che consiglio e che ho trovato molto divertente.
“ Le cosmicomiche “ di Italo Calvino.
Il protagonista Qfwfq è privo di una vera identità, sembra che sia sempre esistito, non viene mai descritto con una fisionomia precisa, non si sa da dove venga, per quale motivo sia lì, ma diventa in ogni circostanza il testimone e protagonista indiscusso dell’ evento narrato.
“In quel periodo, Qfwfq cadeva. Ma non era una caduta così come la intendiamo noi adesso, innanzi tutto perché non c’era nessun punto di riferimento e quindi non si sapeva se si cadeva o si era fermi, oppure se si stava salendo. In ogni modo l’impressione era di cadere.”
Poi l’universo diventa un non luogo a misura di essere umano, un posto familiare dove abitano madri, padri, nonne, zii, cugini gemelli, signore del piano di sopra e così via…
“All’inizio di tutto, Qfwfq stava concentrato in un punto insieme a tutte le altre persone esistenti. Anzi, non insieme ma sovrapposti, tutti nello stesso punto: ogni punto di una persona coincideva con gli altri punti di tutte le altre persone. La situazione non favoriva la socievolezza perché alla fine ci si riduceva solo al “buongiorno” e “buonasera”, e si legavano amicizie solo con un ristretto numero di conoscenti.
E proprio in quel momento il punto che conteneva tutti s’espanse, catapultò tutti ai quattro angoli dell’universo e dissolse la signora Ph(i)Nko in luce e calore, proprio lei che in un impeto d’amore generale aveva dato il via al tempo, allo spazio, all’universo e alla gravitazione universale.”
Un posto che non ha un inizio e una fine, ma rassicurante e amichevole.
Ci sono altri posti dove altri esseri scambiano messaggi da una lontananza inimmaginabile di anni luce, il che dimostra che ci sono e ci vedono.
“ Una notte, osservando il cielo, Qfwfq notò un cartello in una galassia lontana. Questo cartello diceva “TI HO VISTO”. Facendo un rapido calcolo, si accorse che si riferiva ad un pessimo episodio che aveva compiuto duecento milioni di anni fa. Non sapendo cosa dire, espose un cartello difensivo con la scritta “E CON CIO’”?. Nei giorni seguenti continuarono ad apparire questi cartelli, e Qfwfq rimase sempre sulle difensive.
Si accorse, però, che ora molte persone nell’universo avevano una pessima idea di lui. Si ricordò allora di un episodio in cui era stato veramente se stesso, e voleva vedere le reazioni della galassia a questo proposito. Attese il giorno giusto, ma si accorse che quasi nessuno lo aveva notato o lo aveva collegato al rincrescioso episodio precedente.
Decise allora di costruire due cartelli, uno che attirava l’attenzione sui fatti positivi che compiva e un altro che la distoglieva nei momenti in cui non voleva essere visto. Spesso, però, li usava in modo errato, e l’universo lo vedeva sempre nei momenti sbagliati.
Fu sollevato sapendo che ad una certa distanza le galassie lontane non sarebbero più state in grado di vederlo.”
Insomma un modo di vedere l’universo con tutti i suoi misteri e gli interrogativi che per ora non hanno risposta attraverso una ottica fiduciosa che tutto ha un senso.
E’ una interpretazione molto personale della realtà.
Ma cosa ho mai detto… Realtà ?
Quale Realtà? La mia visione del mondo? O la tua? O la sua?
Se io chiedo ad un gruppo di persone che hanno vissuto la stessa esperienza, nello stesso momento e nello stesso luogo, ognuno di loro mi darà una versione diversa. Secondo il suo punto di vista.
Secondo i suoni che ha percepito.
Secondo la sua emozione del momento.
Esiste una Realtà Oggettiva? Esiste una Realtà condivisa che è il risultato delle esperienze di tutta l’umanità ed è la base dello sviluppo della Civiltà .
Questa Realtà condivisa è ciò che tutti credono che sia in quanto la loro visione è determinata da un modo di pensare comune, una credenza secondo la quale le cose stanno proprio così …e solo così.
E sono proprio le credenze che hanno contribuito allo sviluppo della la civiltà!
Sarebbe molto, ma molto lungo elencarle e studiare l’effetto che hanno ottenuto sull’andamento del pensiero e …
…to be continued!
* Messaggi da forze sconosciute?
4 agosto 2011
La teoria del Multiverso è una delle più famose teorie a livello di immaginario collettivo. Immaginate che il nostro Universo sia solo una piccola bolla che galleggia in un enorme mare di universi, ognuno contenuto e separato come una bolla di spaziotempo ad una più alta dimensione.
E’ un’idea piuttosto stupefacente.
Tuttavia, questa teoria è anche famosa per essere una delle più criticate della cosmologia. Perché? Beh, tanto per iniziare, l’idea è incredibilmente difficile, se non proprio impossibile da mettere alla prova sperimentalmente. O almeno lo è sempre stata.
Ora, un team di Ora, un team di scienziati canadesi e britannici pensano di aver trovato un nuovo modo per farlo.
I risultati di questo progetto non sono ancora abbastanza conclusivi da determinare se viviamo o meno in un multiverso; tuttavia, gli scienziati rimangono ottimisti riguardo al rigore del loro metodo.
Agroglifo di 56450 m² composto da 409 cerchi nel grano.
I cerchi nel grano (in inglese crop circles), o agroglifi, sono aree di campi di cereali, o di coltivazioni simili, in cui le piante appaiono appiattite in modo uniforme, formando così varie figure geometriche (talvolta indicate come “pittogrammi”) ben visibili dall’alto. A seguito del numero crescente di apparizioni di queste figure (soprattutto in Inghilterra) a partire dalla fine degli anni settanta del XX secolo, il fenomeno dei crop circles è diventato oggetto d’indagine per determinare la genesi di queste figure.
7 agosto 2011
”La Fisica Dietro il Fenomeno dei Cerchi Nel Grano”
Nell’edizione di questo mese della pubblicazione scientifica Physics World, Richard Taylor, direttore del Istituto per la Scienza dei Materiali, dell’Università dell’Oregon, parla di un’analisi oggettiva ad uno dei argomenti più controversi dei ultimi decenni: i cerchi nel grano.
Non si parla di ipotesi aliene o simili, ma vengono esaminate alcune strategie per creare questi complessi pattern artistici.
Anche se nessuno sa esattamente quando è iniziato il fenomeno, i primi casi documentati provengono dagli anni ’70. Secondo Wikipedia, in 26 paesi, ci sono stati circa 10.000 cerchi nel grano, ma circa il 90% di questi si trovano nel sud dell’Inghilterra, per cui potremmo anche considerarlo un movimento artistico inglese.
Secondo Taylor, la risposta per i cerchi più complessi sta nella fisica, e probabilmente nell’uso del Global Positioning System (GPS), insieme a laser e microonde, oltre che i classici strumenti come funi, pezzi di legno o altri utensili tradizionali.
Le microonde, potrebbero essere usate per piegare in modo particolare le spighe, senza romperle, e questo potrebbe spiegare la velocità e l’efficienza di molti artisti, oltre all’incredibile dettaglio che è possibile realizzare. Ed in effetti, un team di ricercatori è riuscito a riprodurre un intricatissimo cerchio, usando soltanto un magnetometro, preso da un forno a microonde, ed una batteria da 12v. “Gli artisti che creano i cerchi nel grano non rilasceranno facilmente i loro segreti. Quest’estate, centinaia di artisti sconosciuti da tutto il mondo, faranno a gara e si avventureranno nei campi di tutto il mondo per dar vita a splendide creazioni, con la ferma convinzione che stanno continuando l’eredità di quello che è il movimento artistico più orientato verso la scienza di tutta la storia.” Con il passare degli anni, si è notata una complessità sempre maggiore nella creazione di questi cerchi, ed è cambiata anche la tecnica con cui vengono creati. Il tutto, quasi sempre, senza che i veri artisti abbiano mai ricevuto merito, dato che questa, più di ogni altra attività artistica recente, è un’attività intrisa di mistero e che fa leva sull’immaginario collettivo, tanto da essere diventata portatrice di segni di civiltà aliene.
Sorprendente, no?, la somiglianza tra queste due foto?
Certo gli scienziati che hanno costruito la simulazione del Multiverso non sono gli autori del cerchio nel grano …
Certo gli autori del cerchio nel grano non sono scienziati che cercano risposte nei fenomeni dell’Universo …
Certo da sempre la mente umana può elaborare teorie che ai contemporanei appaiono fantasiose ed inspiegabili…
Certo i messaggi che spingono l’umanità all’intuizione possono venire da altre forme di vita intelligenti nello spazio …
Non stiamo forse cercando di scoprire che non siamo soli?
” Quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose ”
(William Shakespeare)
fonti:
http://earthsky.org/human-world/physics-could-explain-mysterious-crop-circle-art
http://www.link2universe.net/2011-08-04/i-primi-test-empirici-della-teoria-del-multiverso



