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* La buona notizia del venerdì: Capsula Mundi, ovvero continuare la vita in un albero

Tutti noi abbiamo un’unica certezza nel cammino della vita: la morte.

È come se la materia desiderasse animarsi e passeggiare per il tempo in una danza che solo la Parca (Parche: divinità greco-romane che stabilivano il destino degli uomini ndt) potrebbe concedere. Come diceva Lynn Margulis, la vita è materia che può scegliere.

La morte è la condizione della vita… sia che arriviamo alla fine del cammino vecchi e stanchi, e che la Parca ci dia l’ultimo bacio e ci metta a dormire in eterno, sia che ci imbattiamo accidentalmente in essa prima del tempo.

Ma la morte è la condizione di tutti gli esseri viventi?

La morte è una transizione della materia, è il limite di una forma animata che esaurisce le sue frontiere e collassa su sé stessa: il tempo è l’ultima barriera che molte forme viventi non possono superare.

Dal momento del concepimento, il tempo e la materia si erodono nello scorrere di un ciclo che giungerà al suo culmine: e ritorniamo al nostro stato originario,

La nostra essenza è chiusa nella prigione organica della nostra condizione evolutiva, della nostra individualità: siamo unici e irripetibili

Anche l’Italia potrà avere cimiteri “verdi” se un giorno la legge lo permetterà.

E ognuno di noi, alla fine della propria vita, potrà trasformarsi in un albero. È questa l’idea su cui da tempo lavora il team italiano di Capsula Mundi, che ha realizzato un contenitore a forma di uovo in cui il corpo del defunto viene disposto in posizione fetale per poi essere posto sotto terra insieme ai semi di un albero. L’iniziativa è sbarcata su Kickstarter.

Realizzato con un materiale 100% biodegradabile, la plastica di amido, la Capsula Mundi permetterà così di ricordare il defunto non attraverso la sua lapide o un’urna ma trovandosi davanti l’albero cresciuto al di sopra del suo corpo.

Capsula Mundi è messa a dimora come un seme nella terra; sopra di essa – a segnarne spazialmente la presenza, viene lasciato un cerchio di terra ribassato. Al centro di questo è piantato un albero la cui essenza viene scelta in vita dal defunto e sarà cura dei parenti e degli amici seguirne la crescita” spiega il sito ufficiale.

In questo modo, il cimitero potrebbe trasformarsi, spogliandosi della sua veste talvolta lugubre e diventando un grande parco sacro.

Abbiamo voluto dedicare il nostro lavoro ad un momento della vita di estrema importanza così come lo sono il momento della la nascita e il matrimonio. La morte è un passaggio delicato, misterioso e inevitabile. I defunti non possono solo essere un problema tecnico, la morte non può essere trattata come un tabù. Se visto come fenomeno naturale, di trasformazione delle sostanze, il trapasso è un momento di ricongiunzione dell’essere alla natura, al suo perpetuo mutare. Al di là delle radici religiose e culturali a cui ognuno appartiene, questo è un fenomeno biologico, quindi uguale per tutti” spiega il team.

La loro riflessione però si è concentrata anche sull’impatto ambientale dell’utilizzo della bara, un oggetto dimenticato da chi si occupa di design. Per costruirla oggi si sacrificano alberi ad alto fusto, spesso di essenze pregiate, quindi a lento accrescimento.

È l’oggetto con il più breve ciclo di vita prodotto dalla nostra società, ne consegue il più alto impatto ambientale (la crescita di un albero richiede dai 10 ai 40 anni, a fronte di tre giorni di fruibilità del prodotto!)” fanno notare. Capsula Mundi invece utilizza materiale biodegradabile al 100% e realizzato da “plastica” di amido (l’amido si ricava da piante con ricrescita stagionale, quali patate e mais), risparmiando la vita di un albero e proponendo di piantarne uno in più. 

Un albero accanto all’altro, di essenze diverse a creare un bosco, magari lì dove un bosco è scomparso. Un luogo in cui i bambini potranno andare ad imparare a riconoscere i diversi tipi di alberi oppure in cui recarsi per una passeggiata e ricordarsi di persone che non ci sono più”.

Non si tratta però dell’unica iniziativa di questo tipo.

Negli ultimi anni infatti si sono moltiplicate le urne biodegradabili che danno vita a un albero come la Bios Urn, o ancora PoeTree, che permette di trasformare le nostre ceneri in una “creatura” vegetale vivente.

Nel maggio 2016 l’iniziativa è sbarcata su Kickstarter dove è a caccia di fondi sperando di arrivare entro un mese circa all’ingegnerizzazione del prototipo industriale e alla preparazione degli stampi nel 2017.

“Vogliamo affrontare il percorso che ci porterà alla realizzazione della Capsula grande per il corpo, rivolgendoci a un tipo di produzione meno artigianale. Per questo il primo passo sarà l’ingegnerizzazione del prototipo industriale. Il prototipo industriale è necessario per lo studio e la verifica di tutti i dettagli, testandoli mano a mano su un modello 3D in rapid prototyping, fino a giungere al prototipo funzionante. Una volta ottenuto il modello della Capsula funzionante avremo tutte le informazioni necessarie per la realizzazione degli stampi in materiale plastico leggero con strumenti a controllo numerico (CNC) per produrre i primi esemplari della Capsula” spiegano gli ideatori del progetto.

 

Albero, nuvola;

domani libro o vento:

il libro che leggo, il vento che bevo. (…)

Perché muoio ogni attimo, io,

e rinasco vuoto e senza ricordi:

vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.

~Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila

fonti

https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/15865-capsula-mundi-albero-morte

https://rivistanatura.com/bios-urn-diventare-alberi-dopo-la-morte/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/urne-biodegradabili-e-ceneri-radici-sepoltura-green-1459479.html

http://www.italiachecambia.org/2017/10/io-faccio-cosi-185-boschi-vivi-cimitero-naturale-salvaguardia-paesaggio/

http://www.architetturadeglialberi.it/la-morte-e-gli-alberi/

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* A proposito di Plutone

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Lo storico appuntamento con l’ultimo pianeta del Sistema Solare è avvenuto attraverso un passaggio ravvicinato di circa 12 mila chilometri.
La sonda Nasa era partita nel 2006, pochi mesi prima della declassificazione di Plutone a pianeta nano.” 14 luglio 2015.

 

Plutone è il nono pianeta del sistema solare.

Il pianeta più lontano dalla terra percorre un’immensa orbita in 248 anni, 155 giorni, 5 ore e 20 minuti. La sua orbita è la più eccentrica, per cui Plutone ha scarti enormi fra l’afelio e il perielio. La lontananza media di Plutone dal sole è di 5 miliardi e 920 chilometri.

Tutto ciò offrì al suo primo scopritore Percivall Lowell enormi difficoltà, e non gli permise neppure di vedere questo pianeta da lui individuato solo per mezzo di calcoli.

La sua scoperta fisica risale al 21 Gennaio 1930 dall’osservatorio Lowell a Flagstaff in Arizona al diciottesimo grado del Cancro.

La scelta del nome non fu semplice, ma forse il fatto di essere un pianeta sempre nelle tenebre e che le iniziali PL fossero quelle di Percival Lowel (fondatore dell’osservatorio astronomico a Flagstaff in Arizona, nel quale venne fatta la scoperta) indussero alla fine di chiamarlo “Plutone”, un Dio dell’interiorità che fu cosi riscoperto ed elevato nel firmamento.

Plutone  possiede cinque satelliti naturali conosciuti: Caronte, scoperto il 22 giugno 1978, con cui Plutone forma una sorta di sistema binario, e quattro satelliti minori, Notte eIdra, scoperti nel maggio 2005, Cerbero scoperto nel luglio 2011 e Stige scoperto nel luglio 2012.

I nomi dei corpi celesti che compongono il sistema di Plutone sono ispirati da divinità o figure mitologiche.

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Secondo la mitologia classica presso gli antichi greci veniva chiamato Hades (l’invisibile), mentre presso i romani era chiamato Plutone ed era considerato il dio degli Inferi.
Era il figlio di Crono (Saturno) e di Rea e dopo la vittoria degli dei sui Titani, ebbe nella spartizione del cosmo il mondo sotterraneo e il regno degli Inferi.

In astrologia Plutone rappresenta il mondo invisibile, le ambizioni di potere, l’influenza sulle masse.
Come Urano e Nettuno è un pianeta generazionale ed esercita la sua influenza soprattutto nel campo della psicologia e nel rinnovamento delle generazioni. In aspetti negativi può favorire le rivoluzioni, il fanatismo e la violenza.

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Il glifo di Plutone rappresenta l’intero processo della morte e della rinascita.  

Il cerchio dello Spirito al centro emette i suoi raggi vitali che sono raccolti dal semicerchio Grembo accogliente dell’Anima.

Attraverso l’anima i raggi discendono fino a che non raggiungono il piano della Terra , dove si manifestano nella forma fisica, la croce.

Nel processo evolutivo l’esperienza nella forma fisica ( la croce) risveglia la coscienza che viene assimilata dall’Anima (il semicerchio) e si spinge verso lo Spirito (il cerchio) trasformata ed arricchita.

E il ciclo della involuzione/evoluzione continua e coinvolge tutta la manifestazione :l’Universo, la Terra, i Regni di Natura e l’Essere Umano.

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Plutone è il seme che feconda (asse Scorpione/Toro), dal regno vegetale a quelle animale, proietta l’impulso primordiale alla procreazione, diventando un istinto insopprimibile che accanitamente supera ogni sorta di difficoltà e di ostacoli.
Plutone identifica la nostra capacità di fecondare e la salute dello sperma, la sua capacità di raggiungere il fine naturale e,per espressione, simboleggia la capacità di realizzare, di concretare positivamente le risorse di creatività che ognuno ha in sé.
Indica il grado maggiore o minore di soddisfazione di ciò che produciamo e a cui diamo una forma vitale, in cui infondiamo le nostre qualità e passioni più latenti ed espressive, cioè le risorse creative che sono in noi.
Spiega la nostra capacità “istintiva animale”: è indipendentemente dall’evoluzione umana questo istinto di sopravvivenza esiste latente ancora in noi che puo’ risvegliarsi all’improvviso.
Sfruttando le capacità creative, abbinate alla sua simbologia di “nascondere”, interviene a una sublimazione del nostro vero carattere e della nostra vera natura, introducendo una capacità maggiore o minore di “teatralità e d’istrionismo” (Esaltazione in Gemelli), legato alla recitazione e al teatro, dando modo di rivelare la nostra “finzione” mascherando i nostri veri sentimenti e idee.

“Plutone ovverosia la capacità di abbandonare i consueti meccanismi di difesa che ci hanno mantenuto al sicuro, accettando il cambiamento, fino al punto in cui sembra annientarci.”

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L’ingresso di Plutone nella coscienza dell’umanità, indica che per l’uomo è giunto il momento di esplorare un nuova dimensione della vita, quello che rimanda alla fine della stessa, alla morte e al nuovo inizio, cioè la rinascita. E’ il confronto dell’uomo col proprio potenziale distruttivo e con l’opportunità di trasformazione.

Siamo morti alle vecchie strutture mentali, fatte di pensieri, ideali, convinzioni, a tutto ciò che potrebbe ostacolare la nascita di un nuovo spirito. La discesa agli inferi con la sua azione inesorabile e disgregatrice, regola l’eterna creatività della terra-

Plutone distrugge le  strutture fossilizzate per trasformarle in energie costruttive. Tramite Plutone siamo soggetti al potere della morte, morte del desiderio, della personalità e di tutto ciò che ci trattiene fra le coppie di opposti.

Ma Plutone come Morte non distrugge mai la coscienza!

Infatti riaffiorano i sentimenti di cui eravamo all’oscuro, tenuti repressi e venati di odio, di risentimento. 

Tutti i transiti plutoniani intervengono per liberare i nostri blocchi, rivedere la nostra immagine di persone allineate ai comportamenti imposti, guardare in fondo a noi stessi distruggendo le sovrastrutture che nel tempo abbiamo costruito inconsapevolmente, rimetterci in discussione profondamente.

Secondo Dan Rudhyar la interferenza con l’orbita nettuniana da parte di Plutone si tradurrebbe in fatti storici molto significativi. Se il processo nettuniano è la dissoluzione quello plutoniano è la rigenerazione. Una specie di discesa agli inferi prima della risurrezione.

Un avvenimento astronomico del genere è favorevole alla semina di nuove idee e di nuovi modi di vivere.

E’ ora il culmine del processo. Sperimentiamo direttamente il lato oscuro, sprofondando nell’abisso interiore – Plutone, Dio della Morte, distruttore della forma, conduce attraverso la cecità alla coscienza della luce nascosta.

E’ un momento del processo d’iniziazione……” l’Antico non si vede più. Affonda nell’oceano della vita; scende all’inferno ma l’inferno non lo trattiene….”

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“Comprendendo l’intento evolutivo dell’Anima, saremo in grado di identificare le lezioni evolutive che si presentano ad ogni individuo in questa vita… Se comprendiamo il passato evolutivo collettivo ( l’Umanità ) possiamo comprendere il presente collettivo, e le scelte con cui l’Umanità si confronta per creare il futuro”

Jeff Green, Pluto, The Evolutionary Journey of the Soul 

Niente per caso

Fonti:

Esonet.org

http://www.esopedia.it/

Irène Andrieu : “Astrologia Evolutiva”