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“24 Febbraio 1955 Steve Jobs

E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate.

Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate.

Non accontentatevi…. Rimanete affamati. Rimanete sciocchi.”

Steve Jobs

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Mi viene in mente, osservando il complesso Tema Natale di Steve Jobs, di tutti i malintesi che possono sopraggiungere, in un’affrettata lettura di un pianeta come SATURNO in Casa III  spesso interpretato come un grosso blocco, o limitazione del movimento. Una percezione di isolamento avvenuta nell’età dello sviluppo del linguaggio e dell’intero sistema nervoso che si occupa di poter effettuare il movimento, tra l’anno e mezzo e i tre anni di vita. Una limitazione che spesso poi da adulti si trasforma spesso in insicurezza riguardo la propria intelligenza, l’orientamento spaziale, la fluidità del comunicare e il non riuscire a vivere una sana leggerezza.

Saturno “appesantisce”, comprime, definisce ma anche fa maturare in un senso più profondo.

La posizione di Saturno in una determinata Casa, ci segnala un’area molto importante in cui qualcosa è accaduto (un trauma, una grande privazione, un blocco), e la nostra Coscienza ha dovuto mettere una barriera al dolore e la frustrazione che erano troppi da sostenere in un’età in cui il nostro Io, non era ancora formato.

La barriera difensiva è rappresentata da Saturno. La scorza e la seconda pelle che abbiamo dovuto indossare, spessa e dura. E’ una zona – settore,  da andare a rivedere e scoperchiare, durante il corso della vita dell’individuo – dove abbiamo Saturno, c’è la nostra “zona” più difesa, più rigida, proprio perchè più fragile, vulnerabile e ferita, e che sia la CASA III dove Steve Jobs ha il suo Saturno natale, la casa propriamente governata da MERCURIO, è davvero curioso oltre che molto interessante.

L’Ascendente VERGINEmi porta subito ad andare a riscontrarejobs che SATURNO e MERCURIO, siano davvero la strada maestra, croce e delizia nel suo percorso di vita. Ambizione e frustrazione, lato duro e esigente con se stesso e guizzo geniale e creativo. E quale archetipo e simbolo può meglio identificare il cammino che Jobs, ha intrapreso se non Mercurio? Il piccolo dio alato che traghetta e porta informazioni tra gli umani e gli dèi, un Hermes di insaziabile curiosità, che volando e spostandosi da una parte all’altra del globo, mette insieme, connette, comunica e spazia, affinchè possano circolare tutte le informazioni? Tutto questo è confermato dalla Casa X di Steve proprio nel segno mercuriale dei GEMELLI e dal suo Mercurio nel brillante segno d’aria come l’ACQUARIO IN CASA V.

Ma torniamo un attimo al discorso di quel Saturno in Casa III, un Saturno nello Scorpione,  in un bel mix di elementi d’acqua sparsi nel suo Tema Natale: SOLE in PESCI, nel delicato settore Casa VI, associato all’equilibrio corpo- mente- anima e salute, GIOVE eURANO in CANCRO in Casa X, in aspetto proprio a SATURNO in SCORPIONE.
Io credo che gran parte delle cosìddette manie di Steve Jobs, siano da imputare molto a quel Saturno in III Casa, che limita stringe, esige e comprime, ossessiona e scava, ma che è stato anche la chiave della sua genialità, (compie un Trigono a Urano e Giove) e del suo lavoro costante e meticoloso, scrupoloso e profondo, rigido e spesso senza sconti, ossessivo. Come hanno contribuito molto anche i valori del Sole in VI Casa in sestile a Nettunoin Casa II – spinta assoluta alla trascendenza e all’andare oltre –  e l’aspetto di Mercurio- Saturno in quadratura.

Gran parte della tensione nervosa di Steve Jobs, la sua spinta ad aprire frontiere e ponti, può essersi sentita spesse volte bloccata a livello energetico, un’insicurezza di fondo del proprio pensiero e un’accanimento Saturnino, che per paura ha congelato emozioni e disagi interiori.

Ricordiamoci che il suo Segno – Progetto – missione e mito solare appartiene al segno dei PESCI, quindi vi dovrebbe essere, cosciente o meno, una spinta enorme a trascendere ogni tipo di confine, mentale, corporeo, emotivo, di razza e religione. E pensandoci bene, non è forse quello che ha provato a fare mantenendo tutti quanti connessi tramite le sue scoperte tecnologiche?

Credo abbia pagato a caro prezzo non potersi liberare del suo stesso demone, la lotta tra l’elemento ACQUA e l’ARIA, cioè tracuore e il cervello. Credo che dentro di lui abbiano convissuto a lungo, la ricerca mischiata a paura di un abbandono e resa totale riguardo mondo dei sentimenti e delle emozioni, e dall’altra il controllo, la rigidità e la supremazia da parte della mente. Questi due mondi hanno combattutto e si sono strattonati a vicenda, ma il mondo dei sentimenti e della iper sensibilità, è stato soffocato dalle manie e il la tensione verso il futuro della super mente, che ha creato cose incredibili, ma ha finito per ingabbiarlo, invece di portarlo alla liberazione ricercata.

Quel SATURNO in Scorpione, mi porta a credere che la ferita del non ascolto e del sentirsi incompresi, del non riuscire a dire quello che si sente e a dover tradire la propria verità interiore fin dall’infanzia, sia stata la prima della sua vita, insieme alla ferita dell’abbandono. 

Steve è stato adottato, e credo che i primi anni di vita siano tutti racchiusi lì: Saturno nella Casa III, potrebbe appartenere a un bambino timido, profondo e introverso trovatosi in una ambiente ostile, e la VENERE in Capricorno, rappresenta bene è la freddezza affettiva che deve aver percepito, la maturità e l’adultità che ha dovuto prendere il posto dell’infanzia e la perdita della spensieratezza dei bambini, ingenui ma felici.

Grazie al meccanismo di difesa, messo in atto da Saturno, ha potuto spingersi verso lo sviluppo massimo della mente e delle sue potenzialità, ha dato struttura e forma alle sue idee tramite tutte le invenzioni tecnlogiche che ha portato nel mondo (Casa X), ma forse, qualcosa ha scordato di sè, che faceva troppa paura.

Steve ha scordato di nutrire ed essere tenero con quel bambino fragile e insicuro, nel cui animo risiedeva un piccolo o enorme complesso di inferiorità rispetto alle sue vere doti intellettive, il lontano vissuto degli anni scolastici percepiti come una prigionia, una desiderio enorme e forse mai colmato di trovare un senso più grande alla sua vita (un viaggio in India non casuale dopo gli studi) e una salute fragile unite a una sensibilità spiccatissima. Così immensa da venir rimossa e tagliata via, come forse nell’infanzia, qualcuno doveva aver fatto a sua volta con lui, e come lui ha fatto da adulto rinnegando la sua paternità sofferta e combattuta nel rapporto conflittuale con la figlia Lisa.

La presenza di una figlia mai voluta riconoscere e la possibilità di costruire affetti duraturi, hanno  provato ad essere richiamo alla sua Anima e di metterlo a confronto con la sua umanità e la pienezza di sentimenti a cui deve aver tanto anelato, così tanto da rifiutarli e non essere più in grado di attingervi.

E’ questo, nel suo intimo, che racconta quel Saturno – corazza in Scorpione, Steve ha cercato di parlare al mondo con le sue creazioni, dalla sua torre di diffidenza e la sua famosa non simpatia (contrario di empatia), ma al suo interno la verità è rimasta coperta. Ha tenuto nascosta per tutta la vita, la grande paura di tutti gli esseri umani: il rifiuto, l’abbandono e il tradimento emotivo. Riperpetuata in prima persona, interpretando lui stesso il ruolo del carnefice, nel suo castello di soddisfazioni pubbliche ma non private, verso chi gli stava accanto, colleghi, amori, e al suo corpo che si è ammalato precocemente portandolo alla fine della sua vita terrena.

La mia fonte preferita:

STEVE JOBS – Sentiero astrologico

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* La buona notizia del venerdì: A scuola da Steve Jobs nei Paesi Bassi ma anche in Italia…

A scuola da Steve Jobs nei Paesi Bassi:

si punta su creatività e spirito critico e ogni allievo ha un iPad

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I bambini di oggi non sono come quelli di 10 anni fa, ma nemmeno come quelli di 2 o 3 anni fa. Questa l’idea dietro il progetto delle scuole “di Steve Jobs” che prendono prodotti e idee del defunto guru di Apple per riformare il sistema scolastico di 10 istituti dei Paesi Bassi (presto dovrebbero aggiungersi altri due).

Il progetto, fondato in gran parte dall’associazione The Education for a New Era Foundation (O4NT) è in cantiere da almeno un anno,

Secondo gli organizzatori, si tratta di una rivoluzione che ha però fondamenta solide nei cambiamenti già in atto nella società e sopratutto nella sua fascia più giovane. “I bambini di oggi sono diversi anni luce dai loro genitori”, usano tablet e smartphones per essere connessi con gil amici ma anche per divertirsi ed imparare.

L’idea è quella di sviluppare il talento di ciascun alunno, concentrandosi su creatività e spirito critico, ma anche di portare avanti gli obiettivi educativi “del XXI secolo” nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’Educazione.

Oltre ad usare iPad e smartphones, i professori non sono insegnanti “normali” ma svolgono la funzione di “coach”: aiutano piuttosto che impartire ordini a creare e portare avanti progetti, anziché mandare a memoria nozioni di matematica e classici di poesia.

Aperta dalle 7.30 alle 18.30, l’obbligo di frequenza vale solo tra le ore 10.30 e le 15.

Le vacanze sono a discrezione di alunni e genitori: le si può fare o meno, a seconda delle proprie necessità. Da qui all’anno prossimo ci si aspetta che aprano almeno una dozzina di scuole “Steve Jobs”.

Ecco cosa aveva da dire Jobs riguardo la scuola:

“E’ assurdo che il sistema educativo americano si basi ancora sul modello antiquato che prevede i professori in piedi di fronte alle loro lavagne nere con i manuali scolastici in mano. Tutti i libri, i supporti di apprendimento e le valutazioni dovrebbero ormai essere interattivi e adattati a ciascun allievo per fornirgli un riscontro in tempo reale”.

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Alla scuola media statale Manzoni di Pesaro tutto questo è oramai routine, e già da tempo. Tempistiche e modalità dello studio sono stabilite comunemente da insegnati e ragazzi, ai quali è permessa la partecipazione.

Non è un’utopia ma ciò che prova a realizzare ogni giorno in classe Ferdinando Ciani, 58 anni, professore di matematica e scienze della scuola media Manzoni di Pesaro, che sul concetto della “classe senza voto (come lui stesso l’ha definita) ci ha scritto ben due libri: “La scuola di Pinocchio” e “A scuola senza profitto”.

Oltre a svolgere l’attività di docente, Ciani coordina il “Gruppo di ricerca sulla pedagogia del Gratuito” , movimento di insegnanti e genitori nato con lo scopo di promuovere una nuova didattica: “In alternativa alla scuola del Profitto” spiega il professore. Con questo sistema il rendimento aumenta con percentuali elevate perché vengono meno l’ansia, la competizione, il ragazzo è libero di apprendere, e lo fa con passione”

Il punto di partenza di Ciani e del suo gruppo è semplice:

La scuola è sempre più simile a un’azienda, una fabbrica di alunni le cui performance sono valutate come si farebbe con dei prodotti commerciali. Per noi, invece, l’educazione è una cosa diversa, parte dalla relazione e non si misura con dei parametri numerici”.

In concreto, la prima cosa da abolire nella scuola del gratuito sono i giudizi tranchant. Ciani, nella sua classe, lo ha già fatto, proponendo agli studenti di sostituire i voti con delle “lettere” colloquiali che analizzano verifiche e interrogazioni senza esprimere valutazioni numeriche.

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Il più fulgido esempio, o meglio interprete di questa esperienza è senza dubbio la Scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani, una realtà dove il valore di una persona non si confondeva mai con la sua capacità di imparare.

Più vicine a noi, esperienze del genere si registrano alla “Summerhill” in Gran Bretagna, alla “Kapriole” di Friburgo (Germania), “Hadera” in Israele o “Kiskanu” a Verona.

Irene Stella (relatrice al convegno Insieme a studiosi come Riziero Zucchi, Università di Torino; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; e Andrea Canevaro, Università di Bologna) e autore del libro “Liberi di imparare” sintetizza così lo spirito di queste scuole:

«Il migliore adulto che un bambino può diventare è se stesso».

Fonti:

http://www.skuola.net/news/scuole-medie/addio-voti-scuola

http://www.huffingtonpost.it/2013/10/09/