ambiente · anima e corpo · armonia · bambini · buone notizie · cultura · donne · futuro · pensare positivo · stare bene · Testimonianze · umanità

* La buona notizia del venerdì: Le nuove Barbie sono icone per la prossima generazione

“Eroine dell’ambiente” per ispirare bambine e bambini a sviluppare la passione per la natura e la scienza.

Si tratta della nuova linea di bambole Barbie, le cui protagoniste sono donne impegnate in campo scientifico, nella conservazione ambientale e la sostenibilità.

Barbie sta onorando 17 modelli storici di donne, antichi e moderni, di tutto il mondo.

Donne che provengono da ambienti e campi diversi ma che hanno guardato oltre, diventando vere e proprie icone “rompendo i confini per ispirare la prossima generazione di ragazze”. Sono queste le parole di Mattel.

E’ già da un po’ che il modello della classica Barbie è stato superato grazie al lancio di alcune linee di bambole che rappresentano professioni e carriere importanti o addirittura personaggi noti (ricordiamo ad esempio le Barbie ispirate alle gradi donne eroine).

Dalla Barbie chirurgo a quella pompiere, dalla chef alla più classica ballerina, le Barbie ormai sono pensate per soddisfare i variegati gusti di bambine e bambini sempre più moderni e che sognano modelli a cui ispirarsi.

 

 

Adesso sarà possibile giocare anche con delle Barbie appassionate di natura. Di recente, infatti, Mattel e National Geographic hanno collaborato insieme per creare una linea di Barbie con carriere legate al mondo della natura e della sostenibilità.

Le nuove bambole, come annunciato in un comunicato stampa, saranno disponibili dalla primavera 2019 e includeranno una conservatrice della fauna selvatica, una biologa marina, una fotoreporter di fauna selvatica,un’entomologa (ovvero la professionista che studia gli insetti) e un’astrofisica.

I due marchi mirano a rappresentare, come dichiara la Mattel, “occupazioni in cui le donne sono sottorappresentate”

E le bambole, come potranno notare tutti i bambini appassionati di questi temi, sono davvero molto realistiche.

Per assicurarsi che ogni bambola fosse il più autentica possibile, una commissione che includeva la redattrice della rivista National Geographic, Susan Goldberg, e alcuni esploratori del National Geographic, ha consigliato ai progettisti quali accessori e set da gioco dovevano accompagnare ogni modello.

Proprio la Goldberg ha dichiarato l’intento delle nuove Barbie:

“Aiutare le persone a capire il mondo è, ed è sempre stato, lo scopo principale del National Geographic. Attraverso la nostra collaborazione con Barbie, siamo entusiasti di raggiungere i bambini in un modo nuovo, usando il potere del gioco per ispirare la nostra prossima generazione di esploratori, scienziati e fotografi”.

 

Piccolo (ma neanche tanto) neo: le Barbie dedicate alla natura sono realizzate, come tutte le altre, in plastica. Insomma saranno un modello “green”… ma solo a metà!

Ci auguriamo che in futuro si realizzerà una linea di Barbie in bioplastica.

https://www.greenme.it/vivere/speciale-bambini/30508-barbie-ambiente-national-geographic?

leggi anche.:

Dolls hacking, le bambine trasformano le Barbie in bambole acqua e sapone

https://lauracarpi.wordpress.com/2016/05/06/la-buona-notizia-del-venerdi-le-principesse-nelle-favole-moderne/

ambiente · amore.autostima · armonia · buone notizie · Comunicazione · cultura · donne · eventi · Fantasia · futuro · Leggere · pensare positivo · scuola · stare bene · Testimonianze

* La buona notizia del venerdì: Così si cambia “ la scuola dei bulli”

L’anno scolastico si è inaugurato in una scuola che un anno fa era data per spacciata.

Alla media Drovetti di via Bardonecchia, a Torino ,anche la sindaca a salutarne la rinascita.

Ora si caratterizzerà per didattica innovativa, aule per discipline, ragazzi e docenti in movimento.

E sarà Centro civico aperto al territorio.  

La Drovetti, la media di Borgo San Paolo, era da anni «la scuola dei bulli»: per un eccesso di accondiscendenza nei confronti di ragazzi difficili, atteggiamenti arroganti e violenti erano dilagati.

E la fuga era stata generale: lo scorso anno non si era arrivati formare neppure una prima.

Ma il destino nell’estate del 2016 ha fatto incontrare la Drovetti con Maria Teresa Furci, preside alla media Antonelli, madre di quattro figli, vincitrice del concorso del 2011 dopo essere stata per vent’anni insegnante di violino alle medie di Vibo Valentia, città che ha lasciato scegliendo Torino.

«Sono andata alla Drovetti – racconta – per gli esami di terza media e allora, pur rendendomi conto delle difficoltà, ho visto le potenzialità di sviluppo. In primo luogo, il quartiere, poi la grande capacità di accoglienza di alcuni insegnanti, il desiderio di riscatto». La scuola era rimasta senza dirigente e lei l’ha chiesta in reggenza.

Da quel momento non ha smesso di lavorare per invertire la rotta.  

«C’erano tante cose da mettere a posto. La Drovetti fa parte dell’Istituto comprensivo di corso Racconigi e nella sede di via Luserna c’erano problemi di sicurezza. Per questa ragione la media, che doveva essere trasferita là, è rimasta dov’era. Circostanze negative alla fine hanno portato una soluzione positiva».

Già, ma i bulli? «Nessun pregiudizio, poi la facilità è venuta dal trovare ben poco della vecchia scuola. Gli alunni erano pochi, è stato facile riportarli al rispetto delle regole...».

Il ricordo va al primo giorno dello scorso anno, all’eccesso di rossetto sulle labbra delle ragazze, alle canottiere dei ragazzi, a certi sguardi. «Ho fatto leggere agli studenti il patto di corresponsabilità». Poi, niente pietismi, rispetto dei ruoli e partecipazione delle famiglie. «Il “ridimensionamento” si è percepito quel giorno stesso».

Con gli insegnanti storici, i neoassunti e con le possibilità date dall’indirizzo musicale, la scuola ha dato il via a un progetto di continuità con la scuola primaria di musica, arte e inglese. «Si è stabilito così un forte legame tra media e primaria. Abbiamo dato vita al coro che si è esibito in tante occasioni con l’orchestra delle medie. Nelle famiglie della primaria è nata la fiducia, hanno visto da vicino che sono ragazzi come tutti».

Una convinzione che non l’abbandona mai. 

In febbraio le iscrizioni sono arrivate: 52. Due prime, un successo.

Ma prima, la preside violinista aveva tessuto anche una rete di contatti fondamentali, sostenuta dal direttore regionale del Miur, Manca. «Avevo scritto alla sindaca, visto il suo impegno per i quartieri in campagna elettorale. Ho contattato la Circoscrizione.

Nel complesso della Drovetti c’è anche un nido e la scuola dell’infanzia.

Alla fine il progetto è decollato, la scuola poteva vivere.

Ma c’è stato un giorno in cui ho avvertito che le cose stavano cambiando: davanti è stata aperta una cartoleria», ricorda Maria Teresa Furci, prof che il preside, a Vibo Valentia, faceva parlare per prima nei consigli di classe perché «nelle lezioni di strumento sei a tu per tu con i ragazzi e impari a conoscerli a fondo».  

Il quartiere ha ricominciato ad amare la sua scuola. «Abbiamo messo nei negozi le locandine dei nostri concerti, abbiamo creato la pagina Facebook, organizzato open day». Domani il debutto. «A volte mi pare incredibile. Poi, penso che ho imparato a calibrare i tempi in camera oscura quando aiutavo mio padre, fotografo. E allora mi dico che sì, è possibile».

C’è un territorio che si stringe intorno alla sua scuola, la Drovetti, e che spera di non vederla chiudere o trasformarsi in qualcosa di diverso. Lo ha dimostrato nel primo «open day» per le iscrizioni in prima media, a cui sono state invitate le quinte delle primarie Casati e Battisti dell’Istituto comprensivo che include, appunto, la media di via Bardonecchia 34, in passato al centro di polemiche e via via abbandonata dalle famiglie.

E la Drovetti , sabato 12 novembre, ha dato il meglio di sé con l’orchestra e il coro (la scuola media ha l’indirizzo musicale) e la preside Furci, violinista, che ha suonato con i ragazzi nel singolare auditorium aperto che impreziosisce l’atrio. Sulla balconata-salone, poi, le spiegazioni sul Piano dell’offerta formativa, sul patto scuola-famiglia, i progetti artistici che proseguono dalla primaria alla media, le rassicurazioni sulla stabilità del corpo insegnante (solo un docente è precario).

«Le famiglie hanno dimostrato grande attenzione – ha detto la preside a fine mattinata -, il desiderio di riappropriarsi di questa scuola c’è, ma i genitori hanno bisogno di certezze. Per questo abbiamo chiesto un incontro all’assessora all’Istruzione Federica Patti».

Servirebbe un impegno con un comune obiettivo da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale e della Città. «I nostri ragazzi sono sempre andati con ottimo profitto in licei come il Cavour, il Berti. Non ha senso che il quartiere perda la media avendo due primarie e un oratorio frequentato da 700 ragazzi», riflette la professoressa Gianna Savant Levet.

Dal prossimo anno, tra l’altro, la Drovetti dovrebbe diventare scuola polo per le certificazioni Trinity. 

 

C’è stato un giorno in cui la preside Furci ha capito di avercela fatta ad invertire la rotta: quando è stata aperta una cartoleria davanti alla scuola, in via Bardonecchia

http://www.lastampa.it/2017/09/10/cronaca/la-preside-violinista-ha-cambiato-la-storia-della-scuola-dei-bulli-xutXrhHmmOpx8VU9fPgRBM/pagina.html