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Perchè siam donne: Se basta un premio Nobel per la pace a Narges Mohammadi

Narges Mohammadi, giornalista e attivista per i diritti delle donne in Iran, è stata recentemente insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo coraggioso impegno nella lotta contro l’oppressione delle donne e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti.

Narges Mohammadi, è attualmente detenuta nel noto carcere di Evin, dove sta scontando una pena di 31 anni

Narges Mohammadi, con i suoi 51 anni, è diventata un simbolo di resistenza in Iran.

Laureata in Fisica, fin dagli anni dell’università è stata impegnata nei movimenti clandestini per i diritti delle donne.

Nel 2003, anno in cui Shirin Ebadi vinse il Nobel, è entrata nel Defenders of Human Rights Center e ne è divenuta presto presidente. 

Nel 2011, Narges è stata arrestata per la prima volta per i suoi sforzi volti ad assistere gli attivisti incarcerati e le loro famiglie.

Due anni dopo l’arresto, è uscita su cauzione ed è ritornata immediatamente sul campo, lanciando una campagna contro la pena di morte.

L’Iran, infatti, è da anni uno dei Paesi con il numero più alto di esecuzioni al mondo, secondo solamente alla Cina. 

Anche dalla prigione, Narges è riuscita ad organizzare proteste e a essere una guida per i detenuti, ha scritto saggi, organizzato seminari per le donne detenute sui loro diritti e continuato la sua lotta contro la pena di morte

È stata imprigionata e condannata ripetutamente negli ultimi 25 anni per le sue campagne contro l’obbligo del velo e la pena di morte.

Ma la sua determinazione non si è mai spezzata. Il suo soprannome, la ‘leonessa dell’Iran’, è stato coniato dalle donne del suo paese che ammirano la sua indomabilità.

La sua ultima dimostrazione di coraggio risale al 16 settembre, quando insieme ad altre detenute ha bruciato un velo nel cortile della prigione di Evin a Teheran. Questo gesto di protesta è stato un atto di sfida aperta all’obbligo di coprire i suoi lunghi capelli neri con il velo, una legge che considera ingiusta e oppressiva.

Nel mese scorso, Narges ha scritto una lettera alla France Presse dichiarando che il movimento ‘Donna, Vita, Libertà’ ha accelerato il processo di democrazia in Iran e che ora è irreversibile.

Queste parole sono un segno del suo impegno costante per la lotta per i diritti umani e la libertà nel suo paese natale.

La sua storia di detenzione inizia nel 1998, quando è stata arrestata per la prima volta per aver criticato il governo. Da allora è stata incarcerata molte altre volte, con periodi di detenzione e arresti che si sono susseguiti nel corso degli anni. Ha subito condanne e pene sempre più pesanti, ma il suo spirito non è mai stato domato.

Amnesty International ha denunciato che Narges Mohammadi è stata privata delle cure mediche, nonostante soffra di una malattia polmonare. Ma il suo impegno per la causa dei diritti umani non è mai vacillato.

Il Comitato norvegese per il Nobel a Oslo ha riconosciuto il suo coraggio e la sua dedizione, nonostante il regime l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte a un totale di 31 anni di prigione.

Narges Mohammadi, nonostante le sue sfide e il prezzo personale che ha pagato per la sua lotta, continua a essere una voce incrollabile per la pace e i diritti umani in Iran.

Anche dietro le sbarre, rimane determinata a non arrendersi finché non saranno raggiunti gli obiettivi di pace e libertà per il suo paese.

A Narges Mohammadi il Nobel per la Pace: è la leonessa dell’Iran in cella per aver difeso i diritti umani – Fortune Italia

Se basta un Premio Nobel per la Pace a Narges Mohammadi, e per tutte le donne ,e non solo ?

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* Giornata della Memoria : Ricordare per educare alla pace ! A Rondine si insegna la Pace!

Solo nella pace ci può essere il progresso”.

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Con queste parole Rondine Cittadella della Pace accoglie i suoi visitatori. Piccolo borgo toscano sulle rive dell’Arno, Sociale laboratorio e culturale, Rondine ti si apre all’arrivo con le sue bandiere da tanti paesi del mondo e le sue targhe dedicate a pensieri di pace.

In questo angolo quieto di Toscana, a dieci chilometri da Arezzo, esiste dal 1997 uno Studentato internazionale dove si insegna la pace attraverso lo studio. L’Associazione Rondine nasce attorno a un’idea forte e originale: far convivere in un luogo e contesto neutrali, ragazzi provenienti da paesi in conflitto e che nelle loro terre sarebbero potenziali nemici.

Chi-Siamo

“Dare un volto al nemico – umanizzarlo per umanizzarci – è una strada per cambiare, un processo senza fine”, spiega con sguardo illuminato Franco Vaccari, presidente e fondatore dell’Associazione. “Il pregiudizio abbrutisce, si radica in modo talmente sottile che chi lo pratica non ne è più consapevole. Ilmetodo Rondine consiste proprio nell’insegnare a coltivare l’umano che è in ciascuno di noi, perché porti frutto”.

Questo borgo così riparato e mite è un luogo d’avanguardia. Può sembrare semplice il cammino di giovani da varie parti del mondo che studiano in un contesto internazionale con il supporto di borse di studio, eppure non è così. Il ritmo, come ci spiega Mauro D’Andrea, responsabile delle relazioni internazionali, si costruisce con la fatica e la perseveranza:

“Scegliamo giovani che hanno rifiutato la guerra per diventare leader di domani. Eppure il percorso che questi ragazzi devono sostenere è impegnativo. Tutto alimenta in loro sospetto, diffidenza, rancore, vendetta, odio. Vengono a Rondine, si spogliano di alcune certezze, guardano negli occhi e toccano il loro nemico, ci vivono, non per il tempo di un’emozione, ma per il tempo di una formazione accademica. E cominciano a cambiare. Qualcosa cambia nella vita interiore di ciascuno di loro, cambiano le relazioni, cambia la coscienza del loro compito personale e storico, cambia la loro vita. Un cambiamento che rovescia il modo di vedere l’altro e gli altri. Da Rondine, in Toscana, tornano a casa con la propria storia “rovesciata”, pronti a rovesciare la storia del mondo là dove vivranno.” –

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All’arrivo a Rondine lo studente frequenta, per circa tre mesi, un corso di lingua italiana per poi iniziare il proprio percorso di studi. Gli studenti seguono corsi universitari o master presso le Università di Siena, Firenze, Roma o Bologna. Gli studi sono finanziati con borse di studio messe a disposizione da istituzioni e privati. “La maggior parte degli studenti ha conseguito buoni risultati”, spiega Sara Bindi, responsabile della comunicazione. “Una volta terminato il percorso di studi, tornano nel loro paese di origine per inserirsi in percorsi di carriera nel mondo accademico, istituzionale e industriale in posizioni di alta visibilità e si fanno così portatori di un messaggio di dialogo”.

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Una candidatura al Nobel per la Pace 2015 per l’onlus italiana “Rondine cittadella della pace”.

So che a Rondine sta crescendo una nuova generazione, anzi un nuovo genere di leader del mondo, leader che abbiano il coraggio del dialogo, che sappiano cercare, scavare per capire le ragioni dei conflitti. Oggi il mondo ha grande bisogno di questo coraggio e per questo ho avuto l’idea di candidare Rondine al Nobel per la Pace 2015 e sono molto felice di dirvi che la candidatura é stata accettata”.

Così la Vicepresidente della Camera, Marina Sereni in occasione del Rapporto Annuo 2014 dell’associazione che si è tenuto il 9 luglio alla Camera del Deputati, ha annunciato la candidatura di Rondine Cittadella della Pace all’ambito riconoscimento, al momento l’unica candidata annunciata tra le associazioni italiane.

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Fonti:

http://www.fondazioneconilsud.it/news/leggi/2015-07-10/rondine-candidata-al-nobel-per-la-pace/

http://www.molo7photoagency.com/blog/rondine-cittadella-della-pace-1a-puntata/?lang=it