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* La buona notizia del venerdì: Anche le nonne possono diventare street artists! Succede a Lisbona !
Lata 65, l’associazione che insegna alle nonne a fare i graffiti sui muri come i street writers
Sotto la sapiente guida di Lara Seixo Rodriguez, un gruppo di arzille signore over 70 ha imparato a fare graffiti come fanno i veri writer, per abbellire le vie del Portogallo
A Lisbona, in Portogallo, c’è una gang di nonne writer che contrasta il degrado urbano, colorando i muri della città.
Il merito è di Lata 65, un progetto che mira a avvicinare gli anziani ad una forma di espressione artistica, generalmente associata ai più giovani: fare i graffiti.
In questo modo l’associazione cerca di perseguire l’obiettivo di abbattere i pregiudizi verso la vecchiaia, che spesso albergano nei più giovani.
E allo stesso tempo creare un utile e divertente passatempo per tante pensionate che altrimenti rischiano di cadere nella trappola della solitudine.
Nello specifico il workshop Lata 65, nato nel 2012, si propone di insegnare alle persone anziane le basi della Street Art.
Così, un gruppo di signore armate di spray sono scese in piazza in Portogallo per creare graffiti alle pareti e mostrare le loro capacità artistiche.
La “crew” ha mostrato tutte le sue potenzialità al lavoro con bombolette e mascherine protettive in Juncal do Campo (una parrocchia portoghese del distretto di Castelo Branco).
Ma non solo, con il tempo infatti si sono moltiplicate le zone cittadine dove hanno potuto dare libero sfogo alla loro creatività.
Il workshop consiste in due fasi:
la prima è teorica e ruota attorno alla storia dell’arte urbana, approfondendo il contesto storico dei graffiti e le tecniche di realizzazione, come ad esempio lo stencil.
La seconda, invece, è pratica e consiste nella realizzazione di stencil che poi vengono utilizzati dai partecipanti insieme alle varie tag per realizzare i graffiti sui muri.
Lara Seixo Rodrigues, coordinatrice del progetto, ha dichiarato: “Lo scopo del workshop è quello di insegnare alle signore una nuova attività, abbastanza inusuale per loro età,e poter dar loro autostima e gioia”.
E, a giudicare dal risultato, le signore sono proprio contente.
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*La buona notizia del venerdì:Nonna Leo apre un home restaurant a 96 anni
Si chiama Leonilda Tomasinelli ma da tutti è conosciuta come Nonna Leo, ha 96 anni e per il suo compleanno si è regalata l’apertura del suo “Home restaurant”, proprio a casa sua.
Vive a Genova nel quartiere di Albaro da dove aprire le porte della sua abitazione per deliziare il palato dei clienti.
Troppo spesso sento dire che è troppo tardi per prendere in mano la propria vita.
E a dirlo sono 40enni o 50enni.
Poi scopri storie come quelle di Nonna Leonilda e allora tutta la prospettiva cambia. Nonna Leo, come le piace farsi chiamare, ha 96 anni e ha deciso di impegnarsi in un progetto di sharing economy.
Davvero, non sto delirando. Complice la passione per la cucina e la tradizione, la nonnina genovese ha avviato un home restaurant nel cuore di Genova.
Le ricette vere, quelle della tradizione culinaria italiana, spesso si perdono. Ecco perché Nonna Leo ha deciso di dare voce a questi segreti della cucina con un progetto che personalmente amo alla follia.
Nonna Leonilda, supportata dal nipote Fabrizio, ha messo in piedi un home-restaurant.
Lei cucina per i suoi ospiti in cambio di un contributo alla spesa o una piccola cifra. L’idea è proprio quello della sharing economy: condividere cibo genuino fra sconosciuti a casa propria.
“Oggi le cene in casa sono una delle tante facce della sharing economy, un’economia di condivisione e socializzazione – spiega il nipote Fabrizio – grazie agli home-restaurant si condivide cibo genuino fra perfetti sconosciuti, contribuendo alla spesa o facendo pagare una piccola cifra all’ospite. Tutto viene fatto alla luce del sole perché il contatto fra chi apre un home-restaurant e chi vuole venire a mangiare in quell’abitazione si stabilisce sul web”.
Di questi progetti abbiamo già sentito parlare in altre città, ma quello di Nonna Leo ha qualcosa in più. Per prima cosa perché lei ha 96 anni e poi perché le sue ricette arrivano anche dalla tradizione dell’Ottocento.
Cosa cucina la nonna genovese? Seppie con i piselli, stoccafisso accomodato, panissa, polpettone, torta Sacripantina, castagnaccio, focaccia al formaggio, coniglio alla genovese. Solo per citare qualche piatto.
“Le mie ricette? Sono un segreto, non ve le dirò mai. Se volete assaggiare i miei piatti, però, potete venire a trovarmi nel mio home-restaurant”.
Una nonnina social con tanto di sito internet, pagina facebook, twitter, google plus, instagram, youtube e pinterest.
Se vi trovate a passare da Genova (la casa di nonna Leo è in zona Albaro) approfittatene per vivere questa esperienza unica.
Potete prenotare la vostra cena attraverso il sito web di Nonna Leo o il suo profilo Nonna Leonilda.
E’ la realtà della sharing economy, una forma di organizzazione socio-economica basata sull’accesso anziché sul possesso, sull’utilizzo anziché sull’acquisto.
Un modello di business da non confondere con il no-profit, perché non si basa sul volontariato ma sull’eliminazione dei soggetti intermediari grazie alla community e sulle opportunità del do-it-yourself.
Perno del sistema è l’Internet delle Cose: 13 miliardi di sensori che collegano tra loro persone, oggetti e dati e consentono di avere subito ciò che vogliamo e solo per il tempo in cui ci serve.
Secondo Collaboriamo.org, database sull’economia collaborativa, il13% degli italiani ha già utilizzato almeno un servizio di sharing,
Fonti:
http://thatsgoodnewsblog.com/home-restaurant/
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/nonna_leo_apre_ristorante_casa_96_anni_foto/notizie/1299503.shtml








