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Giornata mondiale delle api 2023 ! Non si può non comunicare… ce lo ricordano le api danzando !

Sapevate che anche le api possono danzare e usano i movimenti come strumento di comunicazione?

Gli animali non smettono mai di stupirci e tante cose che in passato sembravano ad appannaggio esclusivo dell’uomo, adesso le ritroviamo in insetti e non solo.

Parliamo spesso delle api, fondamentali per l’esistenza del nostro Pianeta e di recente se n’è accorta pure l’Unione europea che ha messo al bando pesticidi che mettevano in pericolo la vita degli insetti impollinatori.

Ma torniamo alla danza, a cosa serve? Perché le api danzano? Lo fanno per comunicare alle compagne delle informazioni sulla distanza, direzione in cui si trova il cibo ovvero fiori, polline, nettare e sorgenti di acqua.

Quindi pur non avendo la parola, le api esploratrici comunicano attraverso i movimenti mostrati alle api operaie.

Ma come fanno? Le api esploratrici vanno alla ricerca di cibo, una volta trovata la fonte più vicina, tornano nell’alveare per comunicare con le compagne attraverso una danza cosiddetta scodinzolante per via delle vibrazioni che sono generate mentre viene eseguita.

Danza circolare e danza ottagonale

A questo punto ogni movimento assume un significato preciso. Le api si raccolgono intorno all’ape esploratrice: se la fonte di cibo è vicina, tipo 50 metri dal loro alveare, l’ape compie una danza circolare, se la distanza è superiore, la danza assume l’aspetto di un ‘otto’.

E ancora, se si muove dal cerchio verso l’alto, vuol dire che la nuove fonte è in direzione del sole, se al contrario taglia verso il basso, le altre api comprendono che bisogna andare in direzione opposta.

Se l’ape taglia il cerchio formando un angolo, le altre comprendono che devono volare a destra o a sinistra rispetto al sole, a seconda dell’angolo che questa compie rispetto ad una immaginaria linea verticale.

Insomma sembra tutto un po’ complicato, ma in questo video potete osservare i movimenti per comprenderli meglio:

https://youtu.be/9WuZQ1n-jGE

La danza delle api è un termine usato in apicoltura e in etologia per una particolare danza a forma di otto delle api. Con l’esecuzione di questa danza, i cui movimenti sono perfettamente codificati, l’ape operaia può comunicare alle compagne preziose informazioni sulla direzione e distanza a cui si trovano fiori, nettare, polline e sorgenti d’acqua. Tale danza è quindi il meccanismo con il quale le api possono reclutare altre api del loro alveare per la raccolta di risorse. Si pensava che le api avessero due distinte danze di reclutamento, la danza circolare e la danza dell’ape propriamente detta, per indicare rispettivamente obiettivi vicini e lontani, ma si sa adesso che la danza circolare è semplicemente una danza dell’ape ad “onda” con un ondeggiamento molto piccolo (si veda sotto).

A svelare il significato della danza delle api, il più complesso sistema di comunicazione mai scoperto tra gli insetti, fu il naturalista austriaco e premio Nobel Karl von Frisch (1886-1982), individuando due tipi ben distinti di danza: la danza circolare e la danza dell’addome.

Come mai le api, sociali e collaborative, sagge e operose, capaci di vivere in relazione con la natura e tra di loro, pungono dolorosamente l’uomo?

A noi piace fantasticare: pensare che pungano per svegliare gli uomini dall’autoreferenzialità, dalla superficialità con cui spesso vivono la relazione di interdipendenza con la natura e con i propri simili, incapaci di godere le piccole meraviglie del quotidiano e di gioire dei piccoli gesti; forse, basterebbe loro imitare le api che conoscono il segreto per vivere insieme danzando.

«Solo loro hanno in comune i figli, un’unica casa per tutte, e vivono seguendo leggi rigorose, solo loro riconoscono sempre la patria, il focolare, e sapendo che tornerà l’inverno in estate si sottopongono a fatica per riporre in comune ciò che si procurano» 

(Virgilio, Georgiche, Libro IV, vv. 153-157).

Fonti:

http://www.laporzione.it/2016/05/21/tweb2205/

https://it.wikipedia.org/wiki/Danza_delle_api

https://www.greenme.it

https://www.ohga.it/una-strada-fiorita-a-milano-35-chilometri-di-fiori-e-piante-perenni-per-ripristinare-lhabitat-delle-api/

https://www.nonsprecare.it/i-giardini-pensili-sugli-autobus?

https://www.curioctopus.it/read/26589/le-sue-api-non-producevano-tanto-miele-da-20-anni:-causa-l-assenza-dell-uomo-e-la-riduzione-dell-inquinamento?

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Il Toro, Venere e l’Arcangelo Haniel

Toro, Venere, Athor, la Dea che genera, la Dea della Compassione e dell’Amore.Chi molto possiede può essere molto ricco, ma la ricchezza è sinonimo di responsabilità:Tu , o Dea, distribuisci doni ai tutti tuoi figli, equamente, siano essi reali di sangue e anima da Te generati, o che siano irreali come i desideri ai quali doni ugualmente Vita ed Energia. E’ questo, Toro, il tuo potere: rendere reali i sogni, i desideri, tutto ciò che ami,estendere all’universo questo potere è la tua missione.

Il Toro è il segno dell’illuminazione.

Il motto esoterico è: “Io vedo e quando l’occhio è aperto, tutto è illuminato”.

E’ un raggio di luce che viene emesso dal centro dell’Ariete, e rivela l’area controllata dalla luce.”

Astrologia esoterica. Alice A. Bailey

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Se l’Ariete è il seme dell’anno, il Toro è la matrice.

Il geroglifico di questo segno zodiacale non rappresenta soltanto la testa cornuta di questo animale ma anche la matrice, l’involucro del seme, la coppa che attende e attira il raggio stimolante dell’impulso vitale, principio di ogni creazione.

Il suo compito è di irradiare il mondo fisico ed elevarlo verso il piano spirituale.

Il Toro è l’incarnazione del desiderio in tutte le sue forme, non solo il desiderio di benessere e di piaceri fisici. “ Io possiedo, dunque sono “ domina la sua esistenza.

Nell’astrologia esoterica il segno del Toro è il simbolo della terra, della fecondità, è un simbolo prettamente femminile legato alla Madre Terra e alla fertilità, non a caso è il primo segno di questo elemento che troviamo nell’oroscopo.

Quando il sole entra nel segno del Toro le stagioni sono definite, colori e profumi della primavera inoltrata caratterizzano il periodo. Gli egizi rappresentavano il Toro come il bue Api che era formato da Osiride che portava la luna, Iside, tra le corna il quale rappresenta proprio il simbolo femminile della mezzaluna.

Nei tempi antichi era appunto la donna ad occuparsi della casa e del bestiame, quindi oltre a simboleggiare il femminile rappresenta anche la proprietà privata e il lato economico delle cose e della società in genere che una volta basava la sua ricchezza proprio sull’allevamento del bestiame.

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Toro è in particolare rapporto con il Buddha: si dice che il Buddha sia nato, abbia raggiunto l’illuminazione e sia morto sotto il segno del Toro.

Buddha insegnò che attraverso il sentiero del distacco dal desiderio si può entrare nella Luce, espressione della Volontà Creativa.

Questi eventi vengono celebrati ogni anno nella Festa del Wesak, al momento della Luna piena, quando il Sole transita nel segno del Toro.

Ogni anno da 1500 anni, in una valle segreta del Tibet, si celebra il “ Wesak”

Wesak ,in lingua Tamil, significa maggio ed è il simbolo del patto con la natura che si risveglia dal sonno dell’inverno.

In questo luogo sacro, sul monte Kailash, si compie un miracolo, si apre un portale cosmico che rimane così aperto per otto minuti.

Tutti i Maestri Spirituali che sostengono e spingono l’umanità verso l’evoluzione delle coscienze si riuniscono nella dimensione astrale e mettono a disposizione di ogni essere umano una energia di luce cosmica.

Entrare in contatto con le forze di questa festa significa ricevere una qualità di energia che favorisce il risveglio del Sè interiore e aumenta la consapevolezza di far parte del Regno Umano, che in questo particolare momento rappresenta il gruppo guida della manifestazione sul cammino dell’ Evoluzione Spirituale.

La comunicazione tra noi e gli esseri di luce ci è stata annunciata attraverso gli scritti di Alice A. Bailey.

Nel 1981 la celebrazione del Wesak è giunta in Europa ed in Italia.

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Il pianeta Venere è il governatore del segno del Toro

Giunge una nuvola che velerà il Sole. Ma nascosto dietro la nuvola di immanenza è l’amore, e sulla Terra è amore, e nel cielo è amore; e questo, l’amore che rinnova tutte le cose, che deve essere rivelato. Ecco il proposito alla base di tutti gli atti di questo grande Signore della Sapienza.”

Alice A. Bailey “ Psicologia Esoterica”

Venere ha la funzione di trasformare la conoscenza in saggezza.

Essa collega armoniosamente le facoltà mentali inferiori a quelle superiori attraverso il Terzo Occhio, l’Occhio del Toro.

La conoscenza maggiore si tramuta in saggezza a beneficio di tutti.

Venere governa il Toro nella vita terrena.

Genera l’esigenza e le capacità di attrarre la forma, danaro, beni, ricchezza.

E stimola il desiderio di acquistare cose belle e di vivere esperienze che intensificano i piaceri fisici.

Di tutti i segni, il Toro è il più magnetico su piano terrestre e possiede un desiderio istintivo di acquisire oggetti fisici e sensazioni emotive. Il Toro dimostra una una tenace determinazione nel perseguire questi obbiettivi.

Si dice bene quando si afferma che al figlio o alla figlia del Toro non manca mai nulla.

Il Toro considera il suo bicchiere sempre mezzo vuoto, mai mezzo pieno.

I valori dell’umanità indirizzano le esperienze del Toro e gli donano una potenza creativa ed artistica eccezionale. La sua volontà e determinazione nel raggiungere gli obbiettivi sono speciali.

Venere governa anche il segno della Bilancia.

Arcangelo Haniel di Venere in Toro

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L’angelo dell’Amore, dell’attrazione dei cuori.

Toccato da questa Divina Essenza il Cuore si risveglia e sviluppa l’Amore Consapevole per tutto ciò che vive.

Haniel ama ogni regno della Natura. Compreso il regno segreto dei minerali e delle pietre, custodi energetici e silenziosi del nostro pianeta. Protegge i portatori di pace e tutti coloro che svolgono attività di volontariato sociale, comprese le organizzazioni umanitarie.

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Il Chakra legato al segno del Toro è quello del cuore, governato da Venere, ma anche il Chakra della Gola influenza il segno, donandogli quella sua tipica creatività.

Colore: il verde
Pietra: lo smeraldo
Metallo: il rame
Fiore: la rosa
Giorno favorevole: il venerdì, in onore di Venere

*

Qualsiasi configurazione si forma nel cielo è la manifestazione della qualità della Energia che serve in quel dato momento per procedere nell’evoluzione.E’ uno stimolo ed una indicazione del modo di percorrere il cammino per tutta l’umanità. E riguarda personalmente ogni essere umano consapevole. Ognuno di noi può riflettere sulle sue esperienze in atto nel qui ed ora e dare un indirizzo più soddisfacente alla sua vita.

Leggi anche :

L’arcangelo di Venere e della Bilancia

Gira gira il grande zodiaco : Era del Toro

Fonti

http://www.ilgiardinodegliilluminati.it/significato_segni_zodiacali/

Alan Oken “ Astrologia dell’anima” Edizioni Crisalide

Alfredo Cattabiani “ Planetario” Oscar Mondadori

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Eccola la Luna Piena del 5 maggio 2023 che più piena e più strepitosa non ce n’è!

Sto fotografando dal mio terrazzo uno splendido tramonto rosso benaugurante a ovest…

e girandomi per caso ad est un globo luminosissimo nel cielo appena azzurro violetto mi colpisce con grande intensità…

Ma può essere la luna piena appena sorta …

Proprio così e mentre mi illumino di immenso l’aria vibra tutto intorno…

fino nel profondo dell’anima.

Love Laurin

foto di Laurin

succede ad Ostia Lido

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Oggi è la festa della rinascita ! Buon Calendimaggio! Happy Beltane!

Foto di Laurin

Guarda! La natura è in fermento, si riveste di colori e di sfumature brillanti!

Ascolta! La melodia nell’aria è quella della rinascita, e celebra l’inizio del nuovo ciclo.

Senti! La luce ormai splendente risveglia nuove vibranti e sopite emozioni !

E anche tu non pensi forse che sia il momento di guardare dentro al tuo cuore e far emergere i tuoi fiori interiori?

E non percepisci forse una crescente spinta a coltivarli con amorevole creatività per raggiungere strepitosi obbiettivi?

E’ il momento del Grande Inizio!

E tu sei in sintonia con la Madre Terra!

Love Laurin

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L’albero della Rinascita

“Il Cosmo è simboleggiato da un albero; la divinità si manifesta dendromorfa; la fecondità, l’opulenza, la fortuna, la salute – o, a uno stadio più elevato, l’immortalità, la giovinezza eterna- sono concentrate nelle erbe e negli alberi; la razza umana deriva da una specie vegetale; la vita umana si rifugia nelle forme vegetali quando è interrotta innanzi tempo con malizia; in breve, tutto quel che «è», tutto quanto è vivente e creatore, in uno stato di continua rigenerazione, si formula per simboli vegetali. Il Cosmo fu rappresentato in forma di Albero perché, come l’albero, si rigenera periodicamente. La primavera è una risurrezione della vita universale e di conseguenza della vita umana. Con quest’atto cosmico tutte le forze di creazione ritrovano il loro vigore iniziale; la vita è integralmente ricostituita, tutto comincia di nuovo; in breve, si ripete l’atto primordiale della creazione cosmica, perché ogni rigenerazione è una nuova nascita, un ritorno a quel tempo mitico in cui apparve per la prima volta la forma che si rigenera.”

(Micea Eliade,)

L’albero rappresenta dunque l’intera relazione dell’umano col divino, poiché si esprime in una ciclicità Vita – Morte – Vita.

La vita vegetale compie un ciclo che si ripete secondo i cicli delle energie cosmiche. Chioma e radici fungono da legami tra la Terra e il Cielo.

Anche l’essere umano ha le sue stagioni in ogni vita che seguono i cicli delle energie cosmiche. Nasce dalla Materia e tende allo Spirito

I riti arborei costellano i riti di Maggio, a cominciare dalla festa celtica di Beltane dove l’albero adornato era al centro del culto e delle danze.

In genere un albero veniva preso dal bosco e messo al centro del paese e il suo nome era Albero di Maggio o Maggio.

Era poi adornato di nastri e fiori, o gli venivano appese salsicce, dolci, uova e altri cibi.
Durante la festa ragazzi e ragazze danzavano intorno al Maggio, come nuove coppie pronte a propiziare nuovi matrimoni, nuove unioni.
Maggi venivano chiamati anche i ramoscelli offerti dai ragazzi alle fanciulle in pegno d’amore o portati in processione da gruppi che chiedevano cibi o dolciumi in cambio.

Altra caratteristica che si riallaccia ai più antichi culti della fertilità sono i matrimoni sacri. Il primo maggio si nominava nelle campagne la Regina di Maggio, la Regina dei Fiori,e spesso la coppia sacra, il Re e la Regina che aprivano la processione dei festeggiamenti insieme all’Albero di Maggio decorato.

La Regina di Maggio è “ la Grande Madre che regna sulla vegetazione e sugli animali.

Il rito del matrimonio sacro riporta alla memoria le antiche celebrazioni delle unioni tra il Dio e la Dea per rinnovare la vegetazione e l’annata produttiva.Ciò ci riporta ai culti dell’Europa Antica presenti nel Neolitico (7000 – 3000 a. C. circa) e ancora attivi nei secoli antecedenti la nascita di Cristo .

I riti di fecondità delle dee vergini si manifestavano come ierogamia: la loro vita sessuale e affettiva era consacrata alla divinità. Queste nozze sacre si svolgevano in un tempio e dopo questi matrimoni, le fanciulle sostituivano la dea-madre nelle sue funzioni. La consumazione del matrimonio era l’atto religioso necessario alla propagazione delle specie animali, vegetali, umane. Celebrato nel santuario della dea era la ripetizione sulla terra dell’unione divina della dea che ogni anno sposava un amante per assicurare la vita ed il ritorno della vegetazione.

Il nome di Bel anche come Beli e Bile , in gaelico significa «grande albero sacro» e nella tradizione popolare, proprio per l’occasione, si innalza il Palo di Maggio adornato da strisce di stoffa colorate. stoffa colorate.
In particolare, il Palo di Maggio, è il simbolo fallico che conficcato nella terra la feconda e la rende fertile. Un antico rito per propiziarsi un raccolto abbondante.
A volte si mette una ghirlanda rotonda di fiori in cima palo, oppure ci si danza intorno: in entrambi i casi il cerchio sta a rappresentare la parte femminile penetrata da quella maschile.
In molti luoghi queste feste resistono ancora come millenni fa: attorno al palo si danza, si canta e si accende il falò.


Una di queste è la bellissima manifestazione del “Beltane Fire” che ogni anno prende vita ad Edimburgo, in cima alla collina Calton Hill: centinaia di persone si scatenano nella rappresentazione con danze frenetiche, giochi di fuoco, ritmi tribali in un crescendo di eccitazione generale. Due simboli di questa festa sono le mucche e le api. Per gli antichi pagani la capacità di produrre che rivelavano le mucche in questo periodo dell’anno erano come un miracolo, e stessa cosa valeva per la creazione del miele da parte delle api.
Un’attività tradizionale è quella di legare dei nastri rossi ai cespugli di biancospino in modo da attirarsi amore, protezione e fortuna generica


Divinità: Bacco/Dioniso, Bastet, Diana/Artemide, Eros, Flora, Pan/Cernunnos, Venere/Afrodite e tutte le coppie divine: Inanna e Dumuzi, Belisama e Belenus, Giove e Giunone.
Flora: pino, rosmarino, biancospino, incenso, nocciolo, mandorlo, rose, limone, incenso, copale, calendula, lillà, campanula, margherite.
Minerali: quarzo rosa, corniola, zaffiro, lapislazzulo, smeraldo, rubino, rame.
Colori: rosso, rosa, bianco, giallo, verde.
Cibi tradizionali: insalate, torte salate, orzo, porridge, uova, carni rosse, cibi grigliati o piccanti e frutti rossi.

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La buona notizia del venerdì: Il 21 Aprile 2023 Roma compie 2776 anni !

Oggi ricorre il Dies Romana o Romaia, più comunemente conosciuto ai nostri tempi come Natale di Roma.

La città dunque, che ha compiuto il suo primo Natale prima dell’avvento del Cristianesimo e quindi del calendario gregoriano, su cui ci basiamo oggi, quest’anno compie i suoi 2.776 anni.

La leggenda vuole che proprio il 21 aprile del 753 a.C.  Romolo abbia fondato Roma.

Con questa data inizia la cronologia della Città Eterna e quindi nel 2023 (in numeri romani MMXXIII) abbiamo l’anno 2776 (MMDCCLXXVI) dalla sua fondazione. La data fu calcolata dall’astrologo Tarunzio, amico di Cicerone, poco prima dell’era cristiana.

Le origini della città di Roma dal punto di vista storico sono state narrate nella lunga ricostruzione storica di Tito Livio in 142 libri intitolati appunto Ab urbe condita. La narrazione di Livio iniziava dalle origini mitiche di Roma, ovvero con la fuga di Enea da Troia, cui faceva seguito la leggenda di Romolo e Remo allevati dalla lupa.

Nel narrare la leggenda della fondazione dell’urbe Livio fa riferimento al pomerium, il cosiddetto “solco sacro” tracciato da Romolo sul Palatino per creare la sua città. Il gemello Remo avrebbe osato scavalcare le mura appena erette da Romolo, suscitando l’ira funesta del fratello che sfociò nel delitto

«Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura». In questo modo Romolo s’impossessò del potere e la città prese il nome del suo fondatore.

Nella tradizione, Romolo per fondare Roma avrebbe collocato, dove c’è il Marco Aurelio, Asylum affermando che tutti coloro che avessero voluto diventare cittadini di Roma avrebbero potuto esserlo, a prescindere dalla provenienza, dalle radici e dall’etnia. Questo aspetto del mito divenne centrale nella costruzione della città, era parte della politica imperiale ma con un’idea di cittadinanza che partiva dalla condivisione della legge e non sull’appartenenza etnica.

Una modalità di concepire la cittadinanza prettamente politica

La celebrazione dell’anniversario di Roma come elemento della propaganda imperiale, finì per attribuire alla questione dell’anno della fondazione un’importanza fondamentale.

Il primo imperatore a celebrare il Natale di Roma fu Claudio, ottocento anni dopo la data della sua presunta fondazione. All’epoca la ricorrenza aveva il nome di “Palilla” perché in quei giorni si celebravano le festività dedicate alla Dea Pales, divinità tutelare delle greggi e dei pastori. In seguito avrebbe preso il nome di Dies Romana.

La tradizione sarebbe continuata sino ad Antonino Pio per poi essere inglobata a quella dei Ludi Saeculares. (celebrati ogni cento anni), in quanto Roma aveva compiuto dieci secoli.

Sono state rinvenute monete che celebrano l’evento. Su una moneta del pretendente al trono Pacaziano, appare esplicitamente “1001”, da dove si evince come i cittadini dell’Impero romano avevano compreso di essere all’inizio di una nuova era, di un “Saeculum Novum”.

Nel 1871 dopo la proclamazione a Capitale di Italia,, il compleanno di Roma si trasformò in un evento nazionale.

Nel corso dei secoli, tale evento è diventato un simbolo della città attraverso cui mettere in risalto la grandezza della Capitale.

Sono tante le iniziative che vengono organizzate per i cittadini e tutti i turisti che giungono nella Capitale per trascorrere qualche giorno tra le sue vie, gustarsi un piatto tipico e lasciarsi andare alle meraviglie che le fanno da cornice.

Che Roma è una delle regine dell’arte d’ogni tempo!

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La buona notizia del venerdì: Le cicogne sono tornate anche questo anno in Ucraina a portare una speranza di pace

L’immagine di una madre cicogna nel nido con i suoi due pulcini in Ucraina è diventata per qualche motivo il “simbolo di speranza” del paese.

Fotografato alla periferia di Kiev, il nuovo nido è stato trovato dopo l’invasione durata mesi che ha interrotto il loro accoppiamento annuale.

Le cicogne sono considerate “uccelli sacri” in Ucraina, dove nidificano ogni primavera dopo aver trascorso l’inverno in Africa. Il 16% delle 224.000 cicogne che raggiungono l’Europa ogni anno hanno nidificano in Ucraina e vi allevano i pulcini fino alla fine dell’estate.

Secondo Good News Network, le cicogne che sono tornate a nidificare in Ucraina hanno portato una luce di speranza nel paese in questa tragedia della guerra: “il nostro uccello nazionale, torna per una primavera che non ha eguali”.

Dopo l’invasione russa le cicogne in Ucraina erano state costrette ad abbandonare i loro piccoli e persino a nidificare altrove, secondo il World Time Todays.

Ora i beneauguranti uccelli si sono stabiliti tra le rovine del villaggio di Moshchun, a 10 miglia da Kiev. Non ci si poteva credere che le cicogne fossero tornate e avessero ritrovato il loro solito luogo di nidificazione, dopo che le truppe russe avevano lasciato il villaggio.

Oltre ad essere messaggeri dell’arrivo della primavera, le cicogne sono anche viste come un simbolo secolare di fertilità e simboleggiano “un grande raccolto, così come la felicità familiare, la procreazione, la cessazione dei conflitti e l’amore per la patria”, ha detto Oleg Dudkin, direttore della Società ucraina per la protezione degli uccelli, che ha catturato la fotografia delle cicogne che hanno nidificato proprio in questo periodo.

“È non solo la devozione di una madre per i suoi piccoli, ma anche il grande amore e la devozione degli ucraini alla loro madrepatria e la disponibilità a non andarsene”, ha aggiunto.

Le cicogne saranno sempre uccelli sacri per gli ucraini, rafforzando la speranza per la pace e l’inevitabile vittoria della primavera sull’inverno e del bene sul male”.

L’ornitologo Oleksandr Ruchko ha organizzato tour di birdwatching nei parchi di Leopoli con i rifugiati giunti qui dalle città dell’Ucraina, tra cui Kiev e Kharkiv.

Molte di queste persone hanno perso la casa e la famiglia. Per loro l’attività di osservare gli uccelli è diventata un modo per ritrovare fiducia anche se durante la guerra l’uso di binocoli o telescopi poteva destare sospetti. “Nessuno vuole sembrare una spia”, ha raccontato Ruchko, “ma a volte non bastano orecchie e occhi”.

Nel vicino villaggio nei dintorni di Kharkiv. abbiamo visto un gruppetto sopra di noi un gruppo di stercorari, pavoncelle e folaghe che scivolavano nel cielo senza alcun problema . Sembravano tranquilli e sicuri di sé stessi. L’area è un oasi di pace per ogni specie. Anche per le cicogne perchè al largo del fiume Dniesterer le sponde sono paludose e i piccoli stagni offrono il cibo al riparo dei pericoli.”, riporta The Guardian.

Per gli Ucraini il ritorno delle cicogne è un segno che la primavera è arrivata, e potrebbe portare presto anche la pace. Non conoscendo confini, l’uccello che vola è simbolo di libertà.

“E siamo tutti felici che siano tornati sani e salvi, dandoci speranza in tempi migliori”.

* La buona notizia del venerdì: In questi giorni la Primavera in Ucraina è un metro di neve e temperature fino a 25° sotto lo zero. Ma le cicogne non lo sapevano… – Laurin42 (wordpress.com)

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Perchè siam donne: Le streghe di Pasqua

Le Streghe di Pasqua

In Svezia e Finlandia è ancora ben viva la tradizione delle Påskkärringar, le Streghe di Pasqua.

La leggenda che ne è all’ origine racconta di un gran sabba il giovedi prima di Pasqua: tutte le streghe si radunavano in un luogo incantato detto Blåkulla, raggiungibile solo attraverso il volo magico e descritto come un meraviglioso prato fiorito del quale non si vede la fine.

Questo ricorda molto quel che accade durante la Walpurgisnacht e non è escluso fosse originariamente, come quello, legato ai riti dei primi di maggio per poi essere assorbito nel culto pasquale.

Come che sia, queste streghe avevano una indubbia aura benefica, che perdura ancora, collegata al risveglio primaverile della natura ed alla ripresa della vita – eventi che in quelle terre a nord avvengono infatti più tardi rispetto a noi.

Oggi i bambini e soprattutto le bambine si vestono da strega, e con scopa e cestino passano di casa in casa per una questua simile a quella dei Giorni dei Morti: con rametti di salice decorati con piume colorate scacciano il male dalle case ed in cambio ricevono dolcetti.

La rima che recitano – tradotta – suona più o meno così:

“Ondeggio il ramoscello perché il nuovo anno sia sano e sereno

Un ramoscello a te, la ricompensa a me!”

E infatti il ramoscello rimane come segno dell’avvenuta purificazione dagli spiriti cattivi nella casa visitata dalle piccole Streghe di Pasqua

(In foto – tutte dal web – serie di cartoline d’epoca di auguri pasquali con le Påskkärringar e due bambine in costume e trucco tradizionale da Streghe di Pasqua)

Nella notte dal 30 aprile al primo maggio si festeggia la Walpurgisnacht. La tradizione vuole che nel passaggio tra aprile e maggio si balli intorno al Blocksberg, soprattutto sul Brocken (Sassonia- Anhalt, Harz). Il termine Blocksberg non è un nome proprio, ma un sinonimo del luogo della festa delle streghe. la Notte di Valpurga :

Fonte

(20+) Fuochi nella nebbia | Milan | Facebook

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La Luna piena in Bilancia di Aprile 2023 è la Luna Rosa dell’Armonia

È la “Luna Rosa”.

Secondo l’almanacco degli agricoltori, la Luna Piena di aprile è chiamata Luna Rosa in onore dei fiori che iniziano a sbocciare all’inizio della primavera, in particolare il muschio Rosa.

Questa Luna apre il primo corridoio per l’eclisse di Sole del 20 Aprile, la prima dell’anno in Ariete.

È la Luna Piena che, alle ore 06.35 di Giovedì 06 Aprile, brillerà nel Segno della Bilancia. mentre il Sole in Ariete si troverà in congiunzione stretta con Chirone, l’archetipo del maestro che diventa tale risanando i condizionamenti che limitano il percorso di ogni vita.

Il Sole simboleggia l’ego e la vitalità, e nel segno di fuoco dell’Ariete l’energia è tutta incentrata su “me”! Ma la Luna, simbolo di emozione e cambiamento, in Bilancia ha un messaggio diverso: “noi!”.

Si tratta quindi di un momento importante per il confronto, la collaborazione e il compromesso. Le lune piene in Bilancia possono quindi essere momenti cruciali per creare armonia tra pensiero, corpo ed emozioni.

Comincia da te!

Ariete mette luce sulla volontà di essere se stessi, di vedersi nella propria luce individuale. Sei davanti ad un processo molto importante di auto-scoperta.

E’ un momento intensissimo e tocca soprattutto il settore affettivo, delle relazioni, non solo d’ amore.

Quanto sei disposta a mettere in gioco di te di fronte all’ altro te ?

O quali confini ti è ancora difficile abbattere?

Quanti condizionamenti del tuo passato ancora sono protagonisti delle tue relazioni?

Guarda con amore ció che affiora, anche ció che non ti piace.

Forse c é ancora giudizio o paura….di perderti o al contrario di essere abbandonata.

Non ti fidi? A che ti serve restare ancorata al passato! Trova il tempo per metterti in ascolto e fare spazio per far entrare il nuovo.

Qualunque emozione ti sta trattenendo accoglila, amala per ciò che ti ha dato, riconosci che puoi fidarti della tua esperienza per esplorare l’oltre il conosciuto.

Fai questo passo in più verso l’amore per te stessa, datti il permesso di essere felice.

Questo Cielo ti invita a ricreare nuovi punti di equilibrio, nel rispetto e nell’ amore innanzitutto di te stessa. Così dal tuo rinnovato senso di fiducia nasceranno nuove opportunità e nuove stimolanti prospettive.

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Ultimamente quando scrivo delle energie che il Cielo nel suo complesso mette a disposizione di tutti noi mi sembra di ripetere le stesse cose. Qualcuno ha detto conosci te stesso e conoscerai il mondo

Mi sembra che in due parole questo è il messaggio ricorrente delle Stelle tutte e di conseguenza presumo che questo è ciò che serve al momento.

Perchè le Stelle sanno sempre ciò che serve in ogni momento!

E quindi aggiungerei conosci te stesso con tutto l’Amore che hai e conoscerai il mondo ! E tutte le infinite possibilità!

Love Laurin