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* La buona notizia del venerdì: Pepe Mujica accoglierà 100 bimbi orfani siriani a casa sua

 

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Cento bimbi siriani potrebbero trovare rifugio in Uruguay.

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Il presidente Jose Mujica ha offerto – almeno per un periodo iniziale – la dimora presidenziale per l’estate, una casa circondata da fiumi e pascoli. Gli ospiti sono bambini che hanno perso i genitori nel conflitto che da tre anni attanaglia la Siria.

Mercoledì la commissione ONU per i rifugiati ha espresso gratitudine per quanto offerto dall’Uruguay.

Una goccia nell’oceano, ma ogni sforzo compiuto da qualsiasi paese è molto importante ed è il benvenuto”, ha commentato Michelle Alfaro dell’UNHCR.

La crisi umanitaria ha infatti raggiunto livelli esorbitanti: sono più di 2 milioni i rifugiati siriani e Giordania, Turchia e Libano non riescono certamente a prendersene cura in maniera esclusiva (hanno già accolto, rispettivamente, 600mila, 700mila e 1 milione di profughi) . L’UNHCR sta lavorando per riuscire a ricollocare almeno 30mila profughi.

Finora, insieme al paese latino americano si sono mossi la Germania e il Brasile. Berlino l’anno scorso ne ha accolti cinquemila e nel 2014 ha accettato di fare altrettanto.

Brasilia ha garantito visti d’ingresso per motivi umanitari a duemila siriani.

 

 

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I cento bimbi non saranno gli unici ad essere accolti nella dimora estiva di “Pepe” Mujica; molto spesso, insieme agli orfani, l’UNHCR desidera provvedere una sistemazione anche per i parenti dei piccoli. Il numero totale dei siriani che saranno ricevuti in Uruguay è quindi ancora da definire, però va considerato che ogni bambino sarà accompagnato da almeno un familiare. ”Questi bambini hanno uno zio, un fratello, un cugino”, ha dichiarato Alfaro.

Il ministro degli Esteri Luis Almagro ha dichiarato che i primi bambini siriani potrebbero arrivare già da settembre.

La moglie di Mujica, Sen. Lucia Topolansky, ha auspicato che l’idea di accogliere gli orfani possa “motivare tutti i paesi del mondo a prendersi le responsabilità per la catastrofe siriana”

Idib (Siria), i bambini siriani contro le violenze del regime

 

http://frontierenews.it/2014/05/mujica-accogliera-100-bimbi-orfani-siriani-a-casa-sua/

Altre buone notizie:

Un Vitalizio per il poeta Pierluigi Cappello Marisa Moles’s Weblog

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* La buona notizia del venerdì: Cambiare con un bacio si può

Anche se non se ne parla più ora, in Egitto, la rivolta, è fatta (anche) di piccole cose. Ecco un esempio di come una nazione è decisa al cambiamento.

Il bacio. Importante fonte di contatto fisico fra due persone ed è per questo che assume diverse proprietà e significati a seconda del contesto, ed oggi è diventata in molte culture del mondo una comune forma di espressione d’affetto, ma anche d’amore, passione, amicizia, rispetto, un saluto, e molte altre ancora.

Ma nei paesi musulmani, l’amore quasi non esiste. È più sparso l’onere di sottomissione di una donna al proprio marito o padre. In Egitto è tutt’oggi diffusa l’obbligo di sposare chi i propri genitori designano per le ragazza in giovane età. Ma, come si può ben sapere, tutto s’evolve. Anche in posti dove i divieti sono quasi eccedenti (per i nostri standard), non mancano piccoli segni che ci portano a capire che il cambiamento è dietro l’angolo.

Come ben si saprà, nei paesi islamici, non c’è posto per le effusioni amorose, ed è estremamente vietato ogni tipo di segno d’affetto nei luoghi pubblici, pena la reclusione. E quando l’attivista egiziano Ahmed El Gohary ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto di due giovani amanti egiziani che si baciano in strada, è scoppiata la polemica. Subito è stato lo scandalo.

La foto, ha fatto il giro del mondo. istantaneamente ci son stati, però, commenti totalmente negativi da parte dei connazionali. (negativi è dir poco) : “è contro l’islam”, “andranno all’inferno”, “ è una vergogna che si permetta a certi ragazzi di vivere ancora.”, “ è una foto oscena.” , “è contro la nostra religione.”.

Ma se da un lato, ha scatenato l’ira dei radicali islamici, dall’altro ha scatenato molto il fervore di cambiamento da parte dei giovani egiziani, stanchi delle vincoli dei propri fratelli musulmani. Ed hanno accolto la foto quasi come simbolo della rivoluzione. Ecco la foto in questione:

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Come potete vedere non ha niente di scandaloso, bensì ci ispira solo amore e tenerezza.

Per i nostri standard è una foto normalissima, due amanti che si baciano per strada: lui con i capelli ricci e la felpa col cappuccio, lei col volto incorniciato dallo hijab, il velo islamico. E proprio la ragazza con il velo che risulta scandalosa, poiché il velo si accompagna all’immagine di una donna discreta che non cerca di attirare l’interesse degli uomini.

Divenuto emblema d’amore della sommossa, è accompagnata dalle parole della canzone On the street, dell’artista Youssra El Hawary (egiziano) :

«C’è chi si maledice nelle strade,chi si uccide nelle strade.Chi dorme per terra nelle strade,

chi vende il suo onore nelle strade. Ma sarebbe uno scandalo se un giorno dimenticassimo e ci baciassimo in strada».

Chiedendoci tutti se la foto di questi giovani egiziani diventerà davvero un simbolo, come il bacio romantico davanti all’Hôtel de Ville fotografato da Robert Doisneau nella Parigi del 1950, o come quello tra il marinaio e l’infermiera a Times Square di Alfred Eisenstaedt, icona della fine della Seconda guerra mondiale, vi lascio con qualcos’altro su cui riflettere: la rivoluzione che si sta tenendo in Egitto, non è guidata da nessun capo. Non uno che sproni gli altri a ribellarsi, bensì, sono tante persone, unite e guidate solo dal voler raggiungere un solo scopo: la libertà di scegliere.

 

http://articolarticolando.wordpress.com/2013/10/30/egitto-il-bacio-per-strada-metafora-contro-ogni-divieto/

Altre buone notizie: ” Un bacio può essere la soluzione?” That’s good news

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* La buona notizia del venerdì: I Sioux si ricomprano la loro terra sacra nelle Black Hills

           Dopo una raccolta fondi durata mesi, i Sioux si sono ricomprati la propria terra.

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Alcuni discendenti di tribù native americane sono riusciti a mettere insieme 9 milioni di dollari per comprare un appezzamento sulle Black Hills, regione del South Dakota considerata una terra sacra dai Sioux.
L’iniziativa è partita dalla Indian Land Tenure Foundation.
La zona, chiamata in lingua indiana Paha Sapa, (Terra Sacra) era di proprietà di una coppia di privati, Leonard e Margaret Reynolds, ma da anni era stata messa a disposizione della ‘Great Sioux Nation’, l’organizzazione della famosa tribù, per tenere i loro rituali annuali.

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All’inizio dell’anno scorso i proprietari avevano messo in vendita questa terra.
La loro asta pubblica era però stata cancellata, dopo la sollevazione delle tribù indiane, che quindi si sono rimboccate le maniche e hanno fatto di tutto per riprendersi questa zona. Si tratta di un territorio che ha un valore storico tutto particolare per i nativi americani.
In questa zona sono state girate molte scene del film di Kevin Kostner, vincitore di 7 premi Oscar, ‘Dances with Wolves’, (Balla coi lupi, 1990). E non lontano da qui, a Little Big Horn, i soldati del settimo cavaleggeri del Tenente Colonnello Custer vennero trucidati dai guerrieri indiani.
Tutta l’area era abitata dai nativi sin dal 7000 prima di Cristo.
I Lakota, una delle tribù che fanno parte dell’arcipelago dei Sioux, si stabilirono qui sin dal 1500 dopo Cristo. Nel 1868, al termine delle famose guerre tra le tribù indigene e i soldati americani, venne stabilito un trattato di pace, secondo cui quella terra sarebbe stata affidata agli indiani.

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Pochi anni dopo, il Congresso violò quel trattato di pace, con una legge con cui si concedeva quella terra ai cercatori d’oro, accorsi in massa dopo la scoperta di molte pepite in quella parte del South Dakota.
Da quel tempo è cominciata una lunghissima vertenza legale e politica, culminata nel 1980 con una storica sentenza della Corte Suprema che stabilì una volta per tutte che quella terra era stata occupata illegalmente dall’uomo bianco. E a mo’ di risarcimento danni, i giudici stabilirono che lo Stato dovesse pagare la cifra di 100 milioni di dollari in favore dei Sioux.
Ma le tribù di Black Hills decisero di rifiutare quel denaro, dicendo che quella terra non poteva essere oggetto di una compravendita. Una polemica accesa che ha avuto la giusta conclusione.

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“L’uomo talvolta crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma si sbaglia.
 Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione non è quella di sfruttare, bensì è
 quella di sorvegliare, di essere un amministratore. L’uomo non ha ne potere, ne privilegi.
 Ha solamente responsabilità”.
“Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, 
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono
meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di 
tutte le creature che vivono sulla terra. Noi dobbiamo prenderci cura di loro”.
Shenandoah

fonte. http://www.br3games.com/showthread.php?t=70647&page=42

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* It is time to shine on

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Una piccola scintilla desta un gran fuoco ” dice un proverbio della nonna.

Shine on” è la nomination del momento e sono lusingata di averla ricevuta e ringrazio gli amici del web .

Per me non è cambiato ciò che dicevo lo scorso maggio 2013, nel mio articolo ME>WE.

E mi piace ribadirlo ai bloggers, e sono tanti, che da allora si sono aggiunti agli amici. E sono molti di più di quelli elencati a lato sotto la voce blog che seguo.

Considero il web una dimensione espansa della Terra costituita da immagini, suoni e sensazioni di tutta l’umanità. Correnti di pensiero corrono veloci o sostano a volte a formare vortici di energia o scoppiano in infiniti frammenti che poi si ricompongono in altre correnti. Tutto è vivo e palpitante e attira le attività mentali e della psiche.

Quando ho aperto il blog la mia sensazione era quella di chi è di fronte ad un panorama conosciuto e non ancora esplorato. Come quando ti viene voglia di urlare qualcosa per vedere se c’è qualcuno o è soltanto l’eco.

Mi attirava entrare nella corrente e vedere che effetto avrebbe fatto.

Non mi aspettavo di avere subito riscontri… qualcuno ha messo un like al mio primo articolo…fra milioni di viaggiatori nel web…al mio primo commento su un blog che mi attirava è nata una durevole amicizia…la mia vita si è arricchita di uno spazio nel quale sento di comunicare con l’anima delle persone e di avere la possibilità di condividerne i valori.

La condivisione è spontanea, affettuosa, crea emozione.

Così una nomination è un gesto affettuoso, un dire sono contenta di averti incontrato, siamo in sintonia, mi piace quello che scrivi, e voglio che altri lo apprezzino come me…A volte basta uno spunto per far dire non ci avevo pensato…

Così puoi agire sul cambiamento ed è gratificante farlo insieme. E sul web è facile essere in tanti.

Quando si è in tanti e ci si scambia nominations per testimoniare interesse, approvazione,fiducia, nasce dalla affinità un gruppo. Affinità può significare condivisione di valori e di obbiettivi. Si è in sintonia.

La somma delle parti è maggiore dell’intero e un gruppo che nasce da un’ affinità spontanea ha una grande capacità di incidere sulla cosiddetta opinione pubblica e generare il cambiamento.

Io sono convinta che in questi tempi di cambiamenti è necessario orientarsi verso una visione potenziante del futuro e riscoprire e ribadire i valori propri di una umanità consapevole.

Possiamo come gruppo generare una forma pensiero che possa navigare nel web colorata come infiniti arcobaleni, vibrante di sensazioni ed emozioni, sonora come una orchestra perfettamente accordata…

Una forma pensiero attrae chi è in sintonia e diventa una energia positiva per molti, ma molti, molti di più…per tutti.

Come fare a farlo?

Io propongo che ognuno di noi pubblichi sul suo blog una “buona notizia” ogni venerdì. E ce ne sono che le scimmie urlatrici dei media ci nascondono!

Perchè il venerdì?

Venerdì è il giorno dedicato al pianeta Venere, dispensatore di energie di armonia e di bellezza attraverso la scienza e la conoscenza.

Siete pronti a cambiare il vostro ME e arricchirvi in WE?

Siete pronti? Uno…Due…Tre…Via!

Love L

 

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La buona notizia del venerdì:L’Eden in Cornovaglia

 Eden Project

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Eden Project aperto al pubblico dal 2001 e ideato su progetto dell’architetto Nicholas Grimshaw e della Anthony Hunt and Associates, rappresenta una delle più imponenti attrazioni turistiche del Mondo.
Questa mega struttura ha lo scopo di fondere in un unico luogo l’agricoltura e l’orticoltura con la scienza, l’educazione e l’arte, sensibilizzando l’opinione pubblica alla coltivazione delle piante in equilibrio con le necessità e con la conservazione del paesaggio naturale del mondo.
All’interno del complesso si trovano le due biosfere più grandi del mondo.
Si tratta di strutture a cupola in acciaio completamente autoportanti coperte di una particolare plastica gonfiata, in modo da creare tanti cuscinetti esagonali formanti una vera e propria protezione termica, resistente alle intemperie e autopulente.

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La più grande, 16 mila metri quadrati, è alta 55 metri (più della Torre di Londra), lunga 240 e larga 111.

Al loro interno vengono riprodotti tutti i climi della Terra (nella “giungla amazzonica” c’è un’umidità da bagno turco!) con 5 mila varietà vegetali delle 250 mila esistenti, arrivate dagli orti botanici di tutto il mondo; abbastanza per illustrare la storia delle piante e la loro importanza per l’uomo.

Per costruire questo mondo verdeggiante, dove prima si trovava solo una vecchia cava d’argilla, ci sono voluti 3 anni di lavoro e 2 milioni di tonnellate di terra. Ora vi si trovano 12 mila alberi e addirittura una cascata, alta 30 metri.

Le cupole sono di un materiale plastico (efte) riciclabile, molto più leggero del vetro, così resistente che, secondo i responsabili, «una squadra di rugby irlandese potrebbe ballarci sopra», e soprattutto trasparente, per lasciar filtrare i raggi ultravioletti, indispensabili per le piante.
In queste 5 enormi semisfere appoggiate sul fondo di pietra della vecchia cava abbandonata, si trovano oltre 100.000 piante provenienti da tutto il mondo, che rappresentano diversi ecosistemi, ed esattamente:

Il Bioma tropicale

Il Bioma mediterraneo

Il Giardino della Cornovaglia con vegetazione tipica della zona
Due delle semisfere ospitano The Core (centro didattico interattivo) e Il Teatro (spazio coperto adibito ad eventi).

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Il controllo climatico, parte essenziale all’interno delle grandi biosfere, è gestito tramite un complesso sistema informatico che regola continuamente sia temperatura che umidità, per mantenere le condizioni ambientali ottimali per il tipo di vegetazione coltivata all’interno delle maxi serre.
L’energia viene ricavata da un sistema a pannelli fotovoltaici posti sul tetto delll’edificio dedicato a The Core.

Nel viale centrale si può ammirare l’arte topiaria con cipressi potati ad hoc, ulivi, viti e platani educati a pergola, che forniscono ombra e refrigerio nelle giornate più calde, imitando un metodo diffuso nei giardini dell’impero romano.
A lato del viale si trova il bacino di raccolta delle acque piovane utilizzato per l’irrigazione.
Anche i vialetti in porfido di questa zona ricordano le pavimentazioni tipiche dell’epoca romana. 

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Una vasta zona è dedicata all’orto con migliaia di specie commestibili agrumi, vite, peperoncini,  legumi, pomodori, girasoli e piante aromatiche, ma anche agrarie fondamentali (cioè che servono alla sopravvivenza dell’umanità) quali frumento, mais, riso e patate.

Oltre a queste ci sono piante che necessitano di insetti per impollinarsi, colture tipiche della Cornovaglia, piante per la produzione di birra e infusi, colture per produrre corde o fibre tessili o per produrre carburanti e quelle spontanee importanti per la biodiversità.

All’interno del complesso è possibile trovare punti ristoro, nei quali si può gustare ottimo cibo prodotto proprio con le materie prime coltivate negli orti sopra citati, il tutto visibile da una zona soppalcata da cui si accede.

Nella biosfera più grande è stato riprodotto l’ecosistema tropicale il cui clima molto umido si aggira tra i 18 e i 35 gradi, con vapori e cascatelle d’acqua.
L’energia necessaria per mantenere tutto il sistema viene ricavata dal sole. 

Qui si trovano le piante del caffè e del cacao, la cola, la gomma da masticare, la gomma per  pneumatici, piante di spezie e tinture, oltre piante carnivore, fiori lussureggianti e piante da frutto tipiche dei tropici.
Questo bioma nel punto più alto tocca i 50 metri di altezza e dalla scaletta che si intravede nella foto sotto, si può raggiungere una piattaforma panoramica situata all’apice della cupola.

Se vi incuriosiscono i numeri sappiate che l’avveniristica struttura è costata 270 milioni di euro, le piante presenti sono più di 135 mila di 4.500 specie diverse; ci sono voluti 7 anni di lavoro e 2 milioni di tonnellate di fango rimosso dalla cava prima dell’inizio dei lavori.

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Dal 2002 Eden Project è diventata una perfetta location per centinaia di eventi, tra concerti,  esibizioni di artisti internazionali e non, citandone alcuni Amy Winehouse, Oasis, Muse, James Morrison, Pulp, e per le riprese del film di james Bond, La morte può attendere.

Nei mesi invernali, da novembre a febbraio, è a disposizione dei visitatori una pista di ghiaccio.

E’ possibile visitare gran parte del complesso tramite Google Street View.

Fonti:

http://www.edenproject.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Eden_Project

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* La buona notizia del venerdì: La storia di Yash

La storia di Yash: vedere il mondo in modo positivo

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Yash Gupta, 17enne di origine indiana residente a Irvine (California), è un ragazzo molto speciale: già da qualche anno ha fondato un’associazione che raccoglie occhiali da vista usati – che altrimenti finirebbero nella spazzatura – per donarli ai bambini di tutto che ne hanno bisogno, ma che non possono permetterseli.

Yash, che porta gli occhiali da vista da quando aveva 5 anni, sa molto bene cosa significa non vedere perfettamente e si ricorda ancora di quando era alle elementari ed aveva rotto gli occhiali da vista. Yash ha dovuto aspettare una settimana per averne un paio nuovo e questa esperienza lo ha segnato profondamente. “ Non riuscivo a vedere niente”, ha raccontato, “In classe non vedevo nulla, così mi distraevo molto facilmente. E non riuscivo nemmeno a fare i compiti”. E’ stato in quel momento che si è reso conto di quanto fosse importante possedere un paio di occhiali da vista.

Tutti i bambini che non possono permettersi un paio di occhiali, specialmente nei paesi a basso reddito, soffrono di uno svantaggio enorme, perché se non riescono a vedere bene, non possono beneficiare dell’istruzione che ricevono. “Per loro diventa impossibile riuscire ad esprimere al meglio le loro potenzialità. Io ho avuto questo problema per una settimana, ma questi bambini ce l’hanno da tutta la vita”.

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Ecco perché 3 anni fa, quando avevo solo 14 anni, Yash ha avuto l’idea di recuperare gli occhiali da vista che la gente non utilizza più, per donarli a chi ne ha bisogno. Spesso i vecchi occhiali vengono dimenticati nei cassetti o gettati nella spazzatura, quando ci sono tanti bambini che non vedono bene, ma che non possono comperarli. “Io, a casa, ho trovato da 10 a 15 paia di occhiali solo aprendo i cassetti in modo del tutto casuale”, ha detto. Resosi conto che quegli occhiali potevano fare la differenza nella vita di almeno 10 bambini, Yash con il supporto del padre, ha fondato una associazione che raccoglie gli occhiali da vista usati per darli ai bambini meno fortunati di lui.  Come primo passo, ha contattato tutti gli optometristi di Irvine, che hanno accettato di esporre nei loro negozi un contenitore nel quale i loro clienti, dopo aver comprato un nuovo paio di occhiali, potevano donare quelli usati.

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Quel primo esperimento è stato davvero incoraggiante”, ha dichiarato Yash. “Alcuni (optometristi) avevano già molte paia di vecchi occhiali, che avevano accumulato nel tempo e dei quali non sapevano che fare” . la sua associazione no profit si chiama “Sight Lerning” e raccoglie occhiali usati presso gli optometristi californiani per darli ad organizzazioni internazionali. Dal 2011 ad oggi Yash ha raccolto e regalato circa 9.500 paia di occhiali, per un valore di quasi 500.000 dollari, soprattutto ai bambini di Haiti, Honduras, India e Messico. Per il suo altruismo Yash ha partecipato ad un evento alla Casa Bianca lo scorso mese di luglio ed è stato nominato CNN Nero 2013. Aiutare gli altri è molto importante per Yash, la cui famiglia è emigrata dall’India verso gli Stati Uniti quando aveva solo 1 anno di età.

“ E’ stata dura riuscire ad integrarci per questo sono molto solidale con tutte le persone che vivono momenti di difficoltà. In questo momento stiamo collaborando con organizzazioni che hanno attività internazionali. Ma in futuro, mi piacerebbe portare questo servizio anche in tutte le città degli Stati Uniti” ha spiegato Yash. “Nel Mondo ci sono 300 milioni di persone che non possono permettersi un paio di occhiali da vista, ma ne hanno bisogno. Gran parte di loro (circa un terzo, n.d.a.) sono studenti e credo che non sia giusto che non riescano ad avere un’istruzione adeguata solo per questo motivo. E’ entusiasmante vedere l’espressione meravigliata dei bambini che indossano gli occhiali per la prima volta, vedere la gioia e felicità sui loro volti

Fonte: buonenotizie.it

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* Settimana del baratto 18 al 24 novembre

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Il BARATTO è stato per secoli a fondamento dell’economia familiare e, in un momento di contrazione dei consumi come quello che stiamo vivendo, si rivela un’ottimo modo per viaggiare a costo zero investendo in fantasia e curiosità.

Con la Settimana del Baratto inventerete una vacanza diversa e ricca di contatti umani, scambi di esperienze e professionalità tornando alle origini dell’ospitalità e della riconoscenza. In effetti a pensarci bene che cosa c’è di più intrigante per i gestori di un B&B o per i loro ospiti che conoscersi e scambiarsi opinioni, esperienze, professionalità senza vincoli legati al denaro?

L’entusiasmo con il quale sono state accolte le precedenti edizioni della Settimana del Baratto ha fatto aumentare considerevolmente le strutture aderenti all’iniziativa e sono oltre ottocento i B&B che accettano il Baratto tutto l’anno. Il gradimento per il baratto in formula B&B è palpabile anche nella Pagina Facebook della Settimana del Baratto (www.facebook.com/settimanadelbaratto) animata costantemente da offerte e richieste di scambio.

Se vi mancano le idee la nuova versione del sito viene incontro alla fantasia di qualsiasi viaggiatore e gestore. La Lista dei Desideri è dedicata ai B&B partecipanti che potranno inserire la loro richiesta all’interno di una delle categorie proposte. Le Proposte di Baratto dei Viaggiatori saranno visibili sul sito http://www.settimanadebaratto.it e, a scelta del viaggiatore, anche sul proprio profilo Facebook.

Navigare all’interno del sito è come essere dentro un mercato virtuale dove si incontrano la domanda e l’offerta e dove si possono attingere moltissime idee di Baratto. Dalle lezioni private alla realizzazione siti internet, dal giardinaggio alla manutenzione dell’impianto elettrico non mettete freni alla vostra creatività che incontrerà sicuramente la disponibilità delle strutture aderenti alla Settimana del Baratto. Volete scambiare una vecchia giacca di pelle? Avete una collezione di CD o DVD che non entra più nel vostro monolocale? Preparate delle ottime conserve e marmellate o dei formaggi tipici? Perfetto! Portateli ai gestori di un B&B che, in cambio, vi offriranno un weekend.

Quando, per qualche volta, si è più felici di incontrare persone nuove sotto il segno della fantasia e della complicità, si può anche fare a meno del portafoglio e non pensare allo spread!

La Settimana del Baratto si svolgerà dal 18 al 24 novembre 2013. Durante tutta la settimana i B&B affiliati al portale http://www.bed-and-breakfast.it che aderiranno all’iniziativa si offrono di scambiare un soggiorno di uno o più giorni nella loro struttura in cambio di beni o servizi.
I beni scambiati e i servizi possono essere i più vari e vanno concordati con il gestore del B&B prima del soggiorno.
Potete barattare qualsiasi cosa, nei limiti del ragionevole, ovviamente.

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Molti B&B hanno necessità, ad esempio, di servizi fotografici o di video o di piccoli lavori di manutenzione nelle strutture. Se siete dei fotografi, dei grafici o dei videomaker avete ottime probabilità di poter scambiare i vostri servizi con il soggiorno.
Le possibilità di condivisione e scambio possono essere infinite, l’importante è non limitarsi, non avere imbarazzi e proporre lo scambio nella massima serietà, cortesia, curiosità, empatia, simpatia, originalità.

  1. Scegli la località dove vuoi soggiornare da “Ricerca sulla Mappa” nel menù in alto e una volta trovata la strutture che più ti piace proponile il baratto. Oppure puoi cliccare sulla sezione “Ricerche Speciali” ed effettuare una ricerca per regione, per caratteristiche della struttura, per vicinanza rispetto a punti di interesse.
  2. Se sei un gestore inserisci la tua richiesta nella Lista dei Desideri. Se sei un viaggiatore scopri nella Lista quali sono le richieste di Baratto dei gestori.
  3. Inserisci una proposta di Baratto che verrà valutata da tutti i gestori partecipanti e sarà visibile all’interno del sito della SDB e anche nel tuo profilo Facebook.

Soggiornare in B&B in cambio di beni o servizi. Da qualche anno si può grazie alla Settimana del Baratto, un appuntamento atteso dai viaggiatori italiani.

La Settimana del Baratto giunge alla Quinta Edizione e si svolgerà dal dal 18 al 24 novembre 2013: i bed and breakfast affiliati al portale http://www.bed-and-breakfast.it che aderiranno all’iniziativa baratteranno il soggiorno in cambio di beni o servizi.

Per una settimana l’ospite e il gestore saranno svincolati dal pagamento in denaro e privilegeranno l’aspetto umano dell’ospitalità.

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* La buona notizia del venerdi: In Uruguay ” Armas para la vida”

In Uruguay Pc o biciclette in cambio di armi.

La nuova campagna di Mujica

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Meno armi, più bici e computer.

Suona più o meno così il monito lanciato all’inizio del 2013 dal presidente ‘povero’ dell’Uruguay, José Mujica, che in occasione dell’Assemblea dell’Onu del 24 settembre scorso ha lanciato l’iniziativa Armas para la vida.

Partita all’inizio del 2013 nel suo paese, l’iniziativa del ministero dell’Interno uruguaiano è volta al vero e proprio disarmo della popolazione. Solo lo scorso anno, infatti, sarebbero stati 267 gli omicidi contro i 193 del 2011 e 500 mila i pezzi illegali.

Anche in assenza di dati precisi, è stato stimato che circolano nel paese mezzo milione di armi illegali tra i civili e 450mila registrate. In sostanza, un cittadino su tre possiede un arma e uno su sei ne ha una illegale.

Da qui l’iniziativa del presidente Mujica, famoso per aver rinunciato al 90% del suo stipendio per darlo ai poveri, e del suo governo, Armas para la vida, che propone uno scambio: il cittadino porta un’arma e riceve in cambio un’altra “arma per la vita”. Un’arma di conoscenza, ad esempio un computer portatile, o un’arma per il divertimento, per spostarsi e per fare attività fisica, la bicicletta.

Secondo quanto previsto da Armas para la vida, per i prossimi sei mesi chi consegnerà la propria arma potrà ricevere in cambio bici o pc, una sorta di periodo di condono, se così può essere definito, al termine del quale subentrerà la legge che prevede la condanna da 1 a 12 anni per il possesso illegale di armi.

Entrambe le campagne sono state portate avanti sviluppati dalla Unità di Comunicazione del Ministero dell’Interno che da tempo è impegnata nel disarmo del paese, insieme a due partner strategici: il Ministero del Turismo, per i suoi stretti legami con i produttori e gli importatori di biciclette attraverso il programma di piste ciclabili e del turismo domestico e il Laboratorio Tecnologico dell’Uruguay (LATU), a capo del piano Ceibal, un progetto socio-educativo istituito dal presidente Vázquez per far sì che tutti gli studenti delle scuole pubbliche abbiano un computer.

E in occasione della sessione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, lo scorso 24 settembre, col suo forte discorso Mujica ha ribadito la necessità di puntare ad un mondo migliore: “Con il talento e il lavoro di squadra l’uomo può rendere verdi i deserti, coltivare il mare e mettere a punto metodi per usare l’acqua salata per l’agricoltura. Un mondo con una migliore umanità è possibile, ma forse oggi la prima priorità è salvare vite umane”, ha sottolineato Mujica.

Via le armi, avanti le bici.

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http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/11528-armas-para-la-vida-uruguay

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* La buona notizia del venerdì: La pace arriverà nel 2050

Pace nel mondo? Arriverà nel 2050

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Mi rendo conto che in questo particolare momento storico – e con le notizie che ci restituiscono i giornali ogni giorno – sembra una follia pura parlare di pace nel mondo.

Eppure uno studio condotto da Havard Hegre, docente di Scienze Politiche all’Università di Oslo, sostiene che nel 2050 la pace tra i popoli non sarà più una semplice utopia ma diventerà realtà.

Come lo ha definito? Il docente ha messo a punto un modello matematico che – a detta sua – consente di prevedere gli sviluppi politici. Il concetto è lo stesso utilizzato da economisti e investitori per interpretare la finanza.

Secondo questo modello, il professore ha rilevato che se oggi il 15 per cento dell’umanità è in guerra, nel 2050 la percentuale scenderà al sette. Nei decenni successivi calerà ulteriormente.

Il tutto grazie a una serie di fattori combinati tra loro: più alta istruzione, minore mortalità infantile, tasso delle nascite più ridotto, minore proporzione di giovani tra la popolazione mondiale e altre tendenze di carattere socio-economico.

Insomma, la guerra non sarà più di moda e la pace sarà inevitabile. Per molti questo scenario appare fin troppo ottimistico, ma a noi piace pensare positivo, vero?

Quindi crediamoci

fonti:

http://thatsgoodnewsblog.com/2012/11/29/pace-nel-mondo-arrivera-nel-2050/

immagine:http://fineartamerica.com/featured/world-peace-tye-dye-bill-cannon.html

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