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*La buona notizia del venerdì:Nobel per la Pace a Malala e Satyarthi

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Il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Malala Yousafzai – l’adolescente pakistana attaccata dai talebani nel 2012 per le sue note campagne per il diritto allo studio delle bambine – e all’attivista indiano Kailash Satyarthi.

Nel dare l’annuncio, il Comitato norvegese per i Nobel ha riconosciuto ai due vincitori di quest’anno la loro «lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini all’istruzione».

Satyarthi, 60 anni, attivo dagli anni ‘90 nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile, ha portato avanti la tradizione del Mahatma Gandhi e ha attuato diverse forme di proteste pacifiche «concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per scopi economici», ha evidenziato il Comitato.

La sua azione, da solo e con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan, ha permesso di liberare almeno 80mila bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. «Mostrando grande coraggio personale Kailash Satyarthi, continuando la tradizione di Gandhi, ha capeggiato diverse forme di protesta e dimostrazioni, tutte pacifiche, concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per motivi economici», si legge nella motivazione. «Ha anche contribuito allo sviluppo di importanti convenzioni per i diritti dei bambini», aggiunge il testo.

Satyarthi, intervistato in India dall’emittente Cnn-Ibn, ha dedicato il prestigioso riconoscimento ai bambini che vivono in schiavitù. «È un onore per tutti quei bambini che soffrono in schiavitù, vittime del lavoro forzato e dei traffici», ha dichiarato.

Satyarthi ha fatto campagna in tutto il mondo su temi sociali di interesse per l’infanzia: è stato coinvolto nella Global March Against Child Labor e nell’organizzazione internazionale che la promuove, l’International Center on Child Labor and Education (Iccle), che riunisce a livello mondiale coalizioni di Ong, insegnanti e sindacalisti.

Inoltre ha creato il marchio Rugmark (noto anche come Goodweave), il primo che certifica che i prodotti che ne sono provvisti non hanno coinvolto minori in alcun modo nella loro produzione. Satyarthi ha da sempre denunciato lo sfruttamento del lavoro minorile e il suo effetto moltiplicatore sui problemi sociali quali la povertà, l’analfabetismo, la disoccupazione, l’aumento incontrollato del tasso di natalità. E ha messo in relazione la lotta contro lo sfruttamento dei minori con il «diritto di tutti» questi all’istruzione. Su questo ha anche lavorato nel quadro di un organismo appositamente istituito presso l’Unesco. Satyarthi vive a Nuova Delhi, è sposato, ha due figli.

Malala Yousafzay, l’attivista pachistana 17enne che ha ricevuto oggi il premio Nobel per la pace insieme a Satyarthi, è la persona più giovane ad essere insignita del Nobel nella storia di tutte le categorie del premio.

Secondo il sito «nobelprize.org», infatti, Malala ha sostituito in testa alla classifica dei Nobel più giovani il premio per la Fisica Lawrence Bragg, che nel 1915 – quando ricevette questo riconoscimento – aveva 25 anni.

Malala è la 46ma donna a ricevere il Nobel tra il 1901 e il 2014.
Per lei, queste le parole del Comitato per il Nobel, nella motivazione: «Nonostante la sua giovane età Malala Yousafzay ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all’istruzione ed ha mostrato con l’esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose». «Attraverso la sua lotta eroica è diventata una portavoce importante del diritto delle bambine all’istruzione».

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L’adolescente ha ricevuto la notizia mentre si trovava, come tutte le mattine, a scuola: la ragazza frequenta la scuola superiore Edgbaston a Birmingham, nel Regno Unito, la città dove è stata curata a seguito dell’attentato subito ad opera dei Talebani nell’ottobre del 2012.

Ed è stato quel proiettile a cambiare il suo destino. Trasformando la bambina di 11 anni che aveva affidato alla Bbc il suo diario in urdu nel quale raccontava la vita sotto i Talebani nella Valle di Swat, in un’attivista per i diritti umani e per il diritto all’istruzione in primo luogo, riconosciuta sulla scena internazionale tanto da aver ricevuto il premio Sakharov lo scorso anno e il Nobel per la Pace quest’anno, che lei ha detto più volte di «non meritare, non avendo fatto ancora abbastanza». Insieme a lei furono ferite due sue compagne di scuola, Sacia Ramzan e Kainar Riaz, in modo meno grave.

Fonte:

http://www.corriere.it/esteri/14_ottobre_10/nobel-la-pace-malala-satyarthi-366d4872-505c-11e4-a586-66de2501a091.shtml

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* La buona notizia del venerdì: Maryam Mirzakhani, la prima donna a vincere il “Nobel” della matematica

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È iraniana ed è una donna: due novità assolute. 

Maryam Mirzakhani è infatti non solo il primo cittadino iraniano ad aggiudicarsi la Medaglia Fields (il premio che viene chiamato il Nobel dei matematici) ma, e forse più importante, è la prima donna a vincere questo importantissimo riconoscimento. Ci sono voluti 78 anni (o 54, se si considera che la Medaglia viene assegnata in modo fisso solo dal 1950).

Ad aggiudicarsi le altre tre Medaglie Fields, Artur Avila, Manjul Bhargava e Martin Hairer. L’annuncio arriva dal Congresso internazionale dei matematici (Icm), che si sta svolgendo a Seoul.

La capitale della Corea del Sud sta infatti ospitando il 27mo Congresso internazionale dei matematici, la più importante conferenza di matematica a livello mondiale che si tiene ogni quattro anni dal 1900, dopo la prima edizione del 1897. Quest’anno, più di 5mila matematici provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento per assistere agli oltre 200 eventi inclusi nel ricco programma scientifico, che tocca i più interessanti sviluppi di ricerca emersi di recente in tutte le aree della matematica e delle sue applicazioni.

Il primo giorno del Congresso è dedicato alla trionfale assegnazione delle Medaglie Fields, che rappresentano una sorta di Nobel augurale della matematica assegnato a cadenza appunto quadriennale dal 1950. Nobel, perché la Medaglia Fields, che ha conosciuto forse la sua massima popolarità grazie al prof. Lambeau del film “Will Hunting – Genio ribelle”  (film che valse l’Oscar al compianto Robin Williams) è a furor di popolo considerato il più prestigioso riconoscimento matematico che si possa ricevere e augurale perché un matematico può vincerlo finché ha strettamente meno di 40 anni – o non li ha compiuti prima del primo gennaio dell’anno di assegnazione – e quindi è un premio che segnala le giovani promesse. 

Ogni quattro anni, l’Unione Matematica Internazionale, che è un po’ il Parlamento mondiale della matematica, designa i membri di un Comitato esecutivo che avrà il compito di decidere i vincitori della Medaglia, attraverso un attento, puntiglioso e segreto vaglio dei loro lavori scientifici.

Una delle quattro medaglie assegnate, ha riguardato dunque Maryam Mirzakhani che aveva già vinto altri importanti premi, come il Clay Research Award 2014 e l’AMS Ruth Lyttle Satter Prize in Mathematics nel 2013. I suoi campi di studio includono la geometria iperbolica, la teoria ergodica e la geometria simplettica, settori molto astratti della matematica pura.

 

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La storia di Mirzakhani, nata nel 1977 a Teheran, è una storia di talento e di curiosità, oltre che di coraggio.

Prima di trasferirsi in America e diventare professore alla Stanford University, dove insegna da quattro anni, la giovanissima Mirzakhani è stata alunna dell’Organizzazione nazionale per lo sviluppo di talenti eccezionali di Teheran, studiando fino alle superiori in una delle scuole femminili del circuito delle scuole Farzanegan.  Da bambina ama moltissimo i romanzi e vuole diventare una scrittrice (e conserverà l’amore per la letteratura anche da adulta). Non pensa alla matematica come opportunità lavorativa fino al suo ultimo anno di liceo; a scuola media, per un paio d’anni, va perfino male in questa materia (forse a causa di un insegnante che non aveva particolare fiducia in lei).

La passione per la scienza gliela trasmette il fratello maggiore e Maryam ricorda di aver incontrato il suo prima problema matematico interessante quando questi le racconta di come Gauss risolse velocemente il problema della somma dei primi 100 numeri naturali. Una soluzione bella e elegante che la divertì e la conquistò.  I genitori e i suoi tre fratelli la incoraggiano. Spesso Maryam ricorda gli anni difficili della guerra tra Iran e Iraq. La fine di questo conflitto coincide per lei con la fine della scuola elementare: non avrebbe potuto avere le stesse opportunità se fosse nata dieci anni prima.

Nel 1994, a 17 anni, riceve le prime attenzioni internazionali, vincendo le medaglie d’oro alle Olimpiadi internazionali di matematica di Hong Kong nel 1994 (prima ragazza della squadra olimpica iraniana di matematica) e di Toronto nell’anno successivo (dove ottiene uno score perfetto). La laurea in matematica arriva dalla Università Tecnologica di Sharif di Teheran nel 1999. E qui cominciano il coraggio e la curiosità verso un mondo, come quello Occidentale, tanto diverso dall’Iran. Parte per un’emozionante avventura scientifica: il dottorato alla Harvard University, che consegue nel 2004 sotto la supervisione di Curtis McMullen (altro vincitore di Medaglia Fields) con una tesi sui cammini chiusi sulle superfici in geometria iperbolica che molti matematici hanno definito “spettacolare” . Successivamente, diventa Research Fellow al Clay Mathematics Institute e assistente professore alla Princeton University, prima di approdare a Stanford.  La maggior parte dei problemi di cui si occupa riguardano le strutture geometriche sulle superfici e il modo in cui si deformano. Ci sono poi anche collegamenti con la fisica teorica, la topologia e la matematica combinatoria.

Un percorso di ricerca di tutto rispetto, il suo, che si è svolto in un ambiente, come quello della matematica, dominato in gran parte da uomini e da stereotipi che vorrebbero le donne incapaci di raggiungere risultati all’altezza di quelli maschili.  ”Trovo una sola parola adatta a commentare questa notizia: finalmente” dichiara Elisabetta Strickland, a Seoul come capo delegazione italiana all’Assemblea generale dell’Unione matematica internazionale, vice presidente Indam (Istituto nazionale alta matematica) e membro della Women in Mathematics Committee Wim della European Mathematical Society.  ”Per me è una gioia enorme: si tratta di un risultato fondamentale. Era difficile che rispettasse tutti i requisiti per il premio però i tempi erano maturi. Oggi come oggi, nel campo della matematica ci sono scienziate formidabili. Ormai,  le donne si sono dimostrate assolutamente equivalenti agli uomini in quanto a capacità creativa nella scienza. Equivalenti ma diverse, naturalmente: il cervello della donna non è uguale a quello dell’uomo ma sommando tutte le funzioni, potremmo dire che risultano algebricamente equivalenti.

La Mirzakhani premiata oggi, che ha avuto il coraggio di prendere e partire e andare all’estero, è un altro esempio di totale equivalenza“. Una vittoria che, a dispetto di tutti i pregiudizi, quest’anno era nell’aria.

http://www.wired.it/scienza/2014/08/13/medaglia-fields-mirzakhani-donna-nobel-matematica/

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La buona notizia del venerdì: Lo stato paga nido e baby sitter alle mamme italiane

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La legge Fornero ha introdotto il voucher in via sperimentale, per il triennio 2013 – 2015, e consiste nella possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità ed entro gli undici mesi successivi, in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, per un massimo di sei mesi. [articolo 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n.92]

A chi spetta il Voucher baby sitter?

Le mamme alle quali spetta il voucher sono:

lavoratrici dipendenti;
• lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui all’art.2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n.335, (ivi comprese le libere professioniste, che non risultino iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate, pertanto tenute al versamento della contribuzione in misura piena), che si trovino in una delle seguenti condizioni:
• lavoratrici madri che, al momento della domanda, siano ancora negli 11 mesi successivi alla conclusione del periodo di congedo obbligatorio di maternità, e non abbiano fruito ancora di tutto o parte del periodo di congedo parentale;
• o le gestanti, la cui data presunta del parto è fissata entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda. La domanda può essere presentata anche per più figli.

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Il valore del buonus è di 300 euro al mese per sei mesi, in tutto 1.800 euro; in alternativa alla fruizione del congedo parentale, comportando conseguentemente la rinuncia dello stesso da parte della lavoratrice. 

Ma l’anno scorso solo 3.762 domande sono arrivate all’Inps, su 11 mila donne per la quale il voucher fu stanziato, per un totale di 20 milioni di euro.

Ci sono due forme di contributo, alternative tra loro:

1 • contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati;
2 • voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting;

Nel primo caso viene erogato attraverso pagamento diretto alla struttura scolastica prescelta dalla madre, mentre nel secondo la madre ritira i voucher direttamente all’Inps in formato cartaceo.

Per ottenere il Voucher baby sitter bisogna presentare la domanda all’INPS in modo esclusivo attraverso il canale WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto (www.inps.it) attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito – Voucher o contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia.

Lo Stato dà un bonus alle madri per pagare una baby sitter per il proprio figlio ma la burocrazia complessa e la poca informazione fa si che questi soldi non vengano spesi dallo stato.

Per tutte le informazioni in merito potete leggere il bando emesso dall’Inps

E in Finlandia…

 

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Il governo finlandese da settantacinque anni dona una scatola di cartone alle donne in attesa di un bambino.

Molti dicono che ha contribuito a far raggiungere alla Finlandia uno dei tassi di mortalità infantile più bassi del mondo.
La scatola di cartone in Finlandia è una tradizione che risale al 1930, è stata progettata per dare a tutti i bambini, non importa il loro ceto sociale, un uguale inizio nella vita.

Il pacco maternità – un regalo del governo – è a disposizione di tutte le donne incinte, contiene :

– Materasso, coprimaterasso, sottolenzuolo, copripiumino, coperta, sacca / trapunta con imbottitura in pelo naturale (pelo di cammello o lana di pecora naturale);
– scatola che può essere utilizzata come lettino;
– tuta, cappello, guanti e stivaletti coibentati;
– abito con cappuccio e una tuta leggera lavorata a maglia;
– calze e guanti, cappello lavorato a maglia e passamontagna;
– body, tutine, calzini in modelli e colori unisex;
– accappatoio, asciugamani, forbicine per le unghie, spazzola per capelli, spazzolino da denti, termometro da bagno, tubetto di crema, salviette;
– libro illustrato e giocattoli per la dentizione.

La scatola con il materassino diventa il primo letto di un bambino. Molti bambini, di ogni estrazione sociale, hanno i loro primi sonnellini in sicurezza all’interno delle quattro pareti di cartone della scatola.

Le mamme possono scegliere tra il pacco maternità, o una sovvenzione diretta in denaro, ora fissata a 140 euro, ma il 95% preferisce la scatola di cartone, vale molto di più.

Tra gli oggetti inseriti nella scatola, ha avuto un effetto positivo anche quello del libro illustrato, ha incoraggiato i bambini a maneggiare i libri e un giorno a leggerli.


In Finlandia la scatola di cartone è un simbolo, un simbolo dell’idea di uguaglianza, e dell’importanza dei bambini.

Le altre buone notizie:

“Un calcio alla povertà” di Marisa Moles

 

Fonti:

http://www.eticamente.net/30331/voucher-baby-sitter-stato.html

http://virtualblognews.altervista.org/perche-i-bambini-finlandesi-dormono-nelle-scatole-di-cartone/25815813/

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* La buona notizia del venerdì: Pepe Mujica accoglierà 100 bimbi orfani siriani a casa sua

 

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Cento bimbi siriani potrebbero trovare rifugio in Uruguay.

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Il presidente Jose Mujica ha offerto – almeno per un periodo iniziale – la dimora presidenziale per l’estate, una casa circondata da fiumi e pascoli. Gli ospiti sono bambini che hanno perso i genitori nel conflitto che da tre anni attanaglia la Siria.

Mercoledì la commissione ONU per i rifugiati ha espresso gratitudine per quanto offerto dall’Uruguay.

Una goccia nell’oceano, ma ogni sforzo compiuto da qualsiasi paese è molto importante ed è il benvenuto”, ha commentato Michelle Alfaro dell’UNHCR.

La crisi umanitaria ha infatti raggiunto livelli esorbitanti: sono più di 2 milioni i rifugiati siriani e Giordania, Turchia e Libano non riescono certamente a prendersene cura in maniera esclusiva (hanno già accolto, rispettivamente, 600mila, 700mila e 1 milione di profughi) . L’UNHCR sta lavorando per riuscire a ricollocare almeno 30mila profughi.

Finora, insieme al paese latino americano si sono mossi la Germania e il Brasile. Berlino l’anno scorso ne ha accolti cinquemila e nel 2014 ha accettato di fare altrettanto.

Brasilia ha garantito visti d’ingresso per motivi umanitari a duemila siriani.

 

 

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I cento bimbi non saranno gli unici ad essere accolti nella dimora estiva di “Pepe” Mujica; molto spesso, insieme agli orfani, l’UNHCR desidera provvedere una sistemazione anche per i parenti dei piccoli. Il numero totale dei siriani che saranno ricevuti in Uruguay è quindi ancora da definire, però va considerato che ogni bambino sarà accompagnato da almeno un familiare. ”Questi bambini hanno uno zio, un fratello, un cugino”, ha dichiarato Alfaro.

Il ministro degli Esteri Luis Almagro ha dichiarato che i primi bambini siriani potrebbero arrivare già da settembre.

La moglie di Mujica, Sen. Lucia Topolansky, ha auspicato che l’idea di accogliere gli orfani possa “motivare tutti i paesi del mondo a prendersi le responsabilità per la catastrofe siriana”

Idib (Siria), i bambini siriani contro le violenze del regime

 

http://frontierenews.it/2014/05/mujica-accogliera-100-bimbi-orfani-siriani-a-casa-sua/

Altre buone notizie:

Un Vitalizio per il poeta Pierluigi Cappello Marisa Moles’s Weblog

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* La buona notizia del venerdì: Cambiare con un bacio si può

Anche se non se ne parla più ora, in Egitto, la rivolta, è fatta (anche) di piccole cose. Ecco un esempio di come una nazione è decisa al cambiamento.

Il bacio. Importante fonte di contatto fisico fra due persone ed è per questo che assume diverse proprietà e significati a seconda del contesto, ed oggi è diventata in molte culture del mondo una comune forma di espressione d’affetto, ma anche d’amore, passione, amicizia, rispetto, un saluto, e molte altre ancora.

Ma nei paesi musulmani, l’amore quasi non esiste. È più sparso l’onere di sottomissione di una donna al proprio marito o padre. In Egitto è tutt’oggi diffusa l’obbligo di sposare chi i propri genitori designano per le ragazza in giovane età. Ma, come si può ben sapere, tutto s’evolve. Anche in posti dove i divieti sono quasi eccedenti (per i nostri standard), non mancano piccoli segni che ci portano a capire che il cambiamento è dietro l’angolo.

Come ben si saprà, nei paesi islamici, non c’è posto per le effusioni amorose, ed è estremamente vietato ogni tipo di segno d’affetto nei luoghi pubblici, pena la reclusione. E quando l’attivista egiziano Ahmed El Gohary ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto di due giovani amanti egiziani che si baciano in strada, è scoppiata la polemica. Subito è stato lo scandalo.

La foto, ha fatto il giro del mondo. istantaneamente ci son stati, però, commenti totalmente negativi da parte dei connazionali. (negativi è dir poco) : “è contro l’islam”, “andranno all’inferno”, “ è una vergogna che si permetta a certi ragazzi di vivere ancora.”, “ è una foto oscena.” , “è contro la nostra religione.”.

Ma se da un lato, ha scatenato l’ira dei radicali islamici, dall’altro ha scatenato molto il fervore di cambiamento da parte dei giovani egiziani, stanchi delle vincoli dei propri fratelli musulmani. Ed hanno accolto la foto quasi come simbolo della rivoluzione. Ecco la foto in questione:

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Come potete vedere non ha niente di scandaloso, bensì ci ispira solo amore e tenerezza.

Per i nostri standard è una foto normalissima, due amanti che si baciano per strada: lui con i capelli ricci e la felpa col cappuccio, lei col volto incorniciato dallo hijab, il velo islamico. E proprio la ragazza con il velo che risulta scandalosa, poiché il velo si accompagna all’immagine di una donna discreta che non cerca di attirare l’interesse degli uomini.

Divenuto emblema d’amore della sommossa, è accompagnata dalle parole della canzone On the street, dell’artista Youssra El Hawary (egiziano) :

«C’è chi si maledice nelle strade,chi si uccide nelle strade.Chi dorme per terra nelle strade,

chi vende il suo onore nelle strade. Ma sarebbe uno scandalo se un giorno dimenticassimo e ci baciassimo in strada».

Chiedendoci tutti se la foto di questi giovani egiziani diventerà davvero un simbolo, come il bacio romantico davanti all’Hôtel de Ville fotografato da Robert Doisneau nella Parigi del 1950, o come quello tra il marinaio e l’infermiera a Times Square di Alfred Eisenstaedt, icona della fine della Seconda guerra mondiale, vi lascio con qualcos’altro su cui riflettere: la rivoluzione che si sta tenendo in Egitto, non è guidata da nessun capo. Non uno che sproni gli altri a ribellarsi, bensì, sono tante persone, unite e guidate solo dal voler raggiungere un solo scopo: la libertà di scegliere.

 

http://articolarticolando.wordpress.com/2013/10/30/egitto-il-bacio-per-strada-metafora-contro-ogni-divieto/

Altre buone notizie: ” Un bacio può essere la soluzione?” That’s good news

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* La buona notizia del venerdì: Se cerchi un abito da sposa Santa Rita te lo offre gratis

 

Provengono da donne di tutta Italia, dalla Sicilia, dal nord, da Roma e dall’Umbria, ma anche diverse sartorie hanno fornito le loro creazioni, nuove, e altri accessori.

Suor Maria Laura, dell’ordine delle Agostiniane del monastero di clausura Santa Rita da Cascia, mette a disposizione abiti da sposa donati come ex voto alla Santa a ragazze con scarse possibilità economiche. Gratuitamente, o in cambio di una piccola offerta.

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Il monastero dedicato a Santa Rita sorge sulle colline umbre a Cascia.

Il Monastero di clausura è il luogo storico dove Santa Rita visse 40 anni come monaca agostiniana e dove morì, nel 1457, all’età di 76 anni. Il Monastero oggi è un luogo molto frequentato da chi affida ai santi il raggiungimento dei propri obbiettivi.

La comunità monastica composta da circa 40 suore, esprime un costante e quotidiano servizio al prossimo.

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E’ suor Maria Laura, giovane suora di clausura che, insieme alle sue consorelle, gestisce l’atelier, anche grazie all’esperienza di quando, prima di prendere il velo, a 28 anni, lavorava come sarta insieme alla madre.

“Di recente la richiesta, ma anche le offerte, di vestiti si sono fatte più numerose. Forse perché la voce si è sparsa, forse perché l’iniziativa piace o forse perché anche la crisi ha contribuito. Ma va bene così. Siamo felici se il nostro lavoro può aiutare chi ne ha bisogno”.

Noi diamo solo ad altre quello che ci viene donato. – afferma suor Maria Laura- “Con la crisi sono aumentate le richieste, ma è aumentata soprattutto la generosità di chi dona per rendere felice un’altra persona”.

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Un “atelier” – “noi lo chiamiamo così ma scherzosamente” sottolinea la religiosa – al quale si è interessato anche il New York Times, dedicandogli un lungo servizio.

Le future spose possono provare l’abito in uno spazio con tanto di specchi e ricevere i consigli di Suor Maria Laura. Non tutte sono in difficoltà economiche. Alcune scelgono questa opzione per altre motivazioni. Alcune decidono di lasciare una donazione. La cosa è ovviamente a discrezione della sposa. Il lavoro di Suor Maria Laura è molto apprezzato e diverse sono le sartorie che forniscono le proprie creazioni nuove e alcuni accessori.

A chiedere i vestiti arrivano ragazze persino da tutto il mondo: “Recentemente abbiamo ricevuto una lettera da una ragazza americana. Ci ha mandato le sue misure e ci ha chiesto se potevamo aiutarla. Ovviamente abbiamo risposto di sì, ma per scegliere il modello- racconta non senza un sorriso Suor Maria Laura – dovrà accontentarsi delle foto.

“Ciascuna di loro mi è rimasta nel cuore” dice ancora suor Maria Laura.

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Se volete portare il vostro abito sappiate che potete spedirlo al monastero oppure lasciarlo in forma anonima in parlatorio o davanti al portone. Se invece avete appena ricevuto una proposta di matrimonio e siete alla ricerca dell’abito giusto, approfittatene anche per un giro sulle colline umbre.

 

Fonte:http://d.repubblica.it/amoresesso/2014/03/11/news/matrimonio_abiti_sposa_low_cost_gratis_suore_clausura_santa_rita_da_cascia-2047891/

Altre buone notizie:

La pet-therapy funziona anche con i malati di alzhaimer di Marisa Moles.wordpress.com

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* Cucinare è una scienza

Una cucina non è molto diversa da un laboratorio scientifico e l’attività che si compie al suo interno può essere paragonata a una scienza sperimentale.
La preparazione e la cottura del cibo implicano procedimenti ben descrivibili attraverso le leggi della chimica e della fisica, la conoscenza delle quali può rivelarsi di grande utilità per migliorare le nostre prestazioni culinarie.
Ci possono essere oggetti che lo ricordano…
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Potete trovarli in vendita al negozio etsy nel link qui sotto.
http://www.etsy.com/it/shop/ElysiumWoodworks

( indovinate quale è il mio preferito?)

Grazie allo studio della UC-Davis Food Safety Laboratory per la sicurezza alimentare si è scoperto che il vecchio tagliere di legno delle nonne resta ancora oggi l’utensile più adatto per salvaguardare la nostra salute… e che la promozione del tagliere di plastica come più sicuro, fosse non altro che un lancio commerciale per il prodotto…
Sì, perché anche se il legno è poroso e può mantenere al suo interno delle impurità, i microbi vi stazionano solo per breve tempo, mentre per quelli in plastica, non è possibile ottenere una pulizia manuale atta a eliminare tutti i batteri. Perché? Sembra che le scannellature causate dai coltelli non siano facilmente raggiungibili con i prodotti per il lavaggio.
Ricordatevi poi di utilizzarne sempre uno per le verdure e uno per carne e pesci!
Per chi ama preservare la natura ed evitare di far abbattere un albero, vi sono in commercio anche taglieri di marmo, ceramica e vetro, forse un po’ più rumorosi ma adatti allo scopo.

http://www.gemellemannella.it/blog/legno-o-plastica-quale-il-tagliere-piu-giusto/

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* Per ricordare di essere donne…

Perchè non rimanga tutto alle mimose e all’ 8 marzo, che preferisco chiamare, anziché la festa della donna, la Giornata Internazionale della Donna.

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“ Tutte le donne, comprese io e te, vengono sminuite e biasimate fin dall’infanzia. Siamo state programmate dai genitori e dalla società a pensare e a comportarci in un certo modo: a essere donne, con tutte le regole, le norme e le frustrazioni che questo comporta. Alcune di noi sono molto soddisfatte di svolgere questo ruolo. Altre, invece, non lo sono affatto.

La vita giunge a noi a ondate, attraverso esperienze di apprendimento e periodi di evoluzione. Adesso ci troviamo in una meravigliosa fase di crescita. A lungo le donne sono state completamente sottomesse ai capricci e ai sistemi di convinzione degli uomini. Ci veniva detto cosa potevamo fare, quando e come. Da piccola, ricordo che mi insegnarono a camminare due passi dietro all’uomo e ad alzare lo sguardo verso di lui chiedendo: “Cosa devo pensare e cosa devo fare?”. Non mi fu detto esplicitamente, ma osservavo mia madre che si comportava proprio così, perciò anch’io appresi questo atteggiamento. La sua formazione la portava a mostrare totale obbedienza agli uomini e per lei gli abusi erano una cosa normale; lo stesso feci io. Questo è l’esempio perfetto di come apprendiamo i nostri modelli, accettando e ripetendo i comportamenti e le credenze dei genitori.

Mi ci volle molto tempo per capire che un comportamento simile non era normale, né era quello che io meritavo in quanto donna. Mentre trasformavo lentamente il mio personale sistema di convinzioni interiore (la mia consapevolezza) iniziai ad apprezzarmi e a far crescere la mia autostima. Allo stesso tempo, anche il mio mondo esteriore cambiò e smisi di attrarre uomini dominanti e violenti. L’apprezzamento di sé e l’autostima sono le cose più importanti che una donna può possedere. Se non disponiamo di queste qualità allora dobbiamo svilupparle. Se la nostra autostima è forte, non siamo disposte ad accettare né posizioni di inferiorità né le offese. Cediamo alla dominazione da parte degli altri solo perché accettiamo e crediamo di non essere “brave” e di non valere nulla.

Oggi voglio focalizzare il mio lavoro sull’aiutare le donne a diventare tutto quello che possono essere e a trovare davvero uno stato di uguaglianza nel mondo. Voglio far capire alle donne che tutte possono avere amore, apprezzamento per sé, autostima e un posto di potere nella società. Ciò non significa in alcun modo sminuire gli uomini, ma ha lo scopo di raggiungere la “parità” tra i sessi, cosa che andrebbe a vantaggio di tutti.

Mentre leggi e ti eserciti con questo libro, ricorda che apportare dei cambiamenti alle tue convinzioni e agli atteggiamenti richiede tempo. “Quanto rapidamente possiamo cogliere nuove idee e farle nostre?” potresti chiedere. Dipende dalla persona. Quindi non porre limiti temporali ai tuoi progressi; svolgi semplicemente il tutto nella maniera migliore possibile e l’Universo, con la sua saggezza infinita, ti guiderà nella giusta direzione. Passo dopo passo, istante dopo istante, giorno dopo giorno, la pratica e l’esercizio costante ci porteranno dove vogliamo essere.”

Louise Hay

La responsabilità più importante che hanno le donne, tutte le donne, in ogni parte del pianeta e in ogni contesto è l’educazione della cosiddetta prole. E per me il modo più efficace di educare è con l’esempio.

I bambini si modellano, secondo illustri pedagoghi, sui entrambi i genitori. E’ la prima esperienza di gruppo dove sviluppa la qualità dei rapporti interpersonali.

La bambina acquisisce inevitabilmente il comportamento della madre nel suo ruolo in famiglia e lo trasferisce poi nel suo rapporto con il partner.

E lo stesso è per il bambino, ma la prima armonia dipende sempre dalla madre.

Per essere più esplicita, se mi confronto con altre donne nei seminari ad hoc, nelle manifestazioni contro la violenza, nelle feste delle donne, e poi nel mio quotidiano mi comporto come la bisnonna di mia nonna…

Per essere più esplicita gli uomini violenti che considerano la donna loro proprietà, della quale fare e disfare a loro piacimento, sono sempre figli di donne ( mater certa dicevano gli antichi romani)

Sono le donne che come madri e compagne determinano i ruoli degli altri componenti del gruppo familiare.

osservavo mia madre che si comportava proprio così, perciò anch’io appresi questo atteggiamento.”

Il compito più importante in una società che definiamo civile è quello di educare le generazioni che verranno ai principi fondamentali del gruppo umanità, pace, uguaglianza, rispetto reciproco, collaborazione,amore per tutti gli esseri viventi,

Ribadendo i principi fondamentali e arricchendoli, creiamo un importante supporto per il futuro. Rafforzare la consapevolezza delle donne è la cosa migliore che possiamo fare per il Pianeta.

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Louise L. Hay (Los Angeles, 8 ottobre 1926) è una scrittrice statunitense, autrice di numerosi libri di auto-aiuto. Il più celebre “ Puoi guarire la tua vita”

Si definisce “ consulente metafisica”. Dedica la vita ad assistere il prossimo e aiuta chi si rivolge a lei a scoprire e utilizzare le infinite capacità dell’essere umano e le innumerevoli possibilità della mente.

I nostri disagi fisici sono generati da pensieri negativi e sono la manifestazione dei disagi della nostra psiche. Pensieri generati da convinzioni che non ci rappresentano.

Ai pensieri negativi che generano malattie si possono contrapporre con vigore pensieri positivi che guariscono e spingono a scegliere nuovi schemi di pensiero e dare una impronta positiva alla propria vita.

L’ obiettivo di questi libri rivolti alle donne, è che tutte le donne arrivino alla scoperta del loro valore, provino autostima, amore per sé, autoapprezzamento e che sentano di avere un posto importante nella società che attraverso il loro impegno si può trasformare positivamente.

Tutte le donne di tutte le età e di qualsiasi origine possano realizzare questo scopo e fare in modo che gli anni a venire siano più produttivi, soddisfacenti e potenzianti che mai!

«  Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione » Marguerite Yourcenar

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* Scoperto raro diamante Blu di 29.6 carati

Wow! “Avrebbe esclamato Marilyn…” Diamonds are a girl’s best friend ! “( “Gli uomini preferiscono le bionde”- 1953)

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Un eccezionale scoperta ha portato alla luce un diamante blu di 29.6 carati, trovato nella Miniera di Diamanti di Cullinan, vicino a Pretoria, Sud Africa. Questa miniera non è certo nuova a simili scoperte essendo quella dove fu trovato il famosissimo Diamante del Sud Africa, o Stella d’Africa, il secondo più grande al mondo. “Questa pietra è di un blu incredibile, sia per tonalità che limpidezza, ed ha il potenziale di essere una pietra levigata di grandissimo valore ed importanza.” spiegano gli addetti della compagnia.

“I diamanti blu sono tra i più rari e meglio valutati diamanti al mondo e la miniera di Cullinan è sicuramente la fonte più importante al mondo per quanto riguarda i diamanti blu.

Questa pietra è sicuramente una delle pietre più eccezionali scoperte dall’inizio delle operazioni.” Il valore sul mercato dovrebbe aggirarsi sui 10 milioni di dollari.

Paragone tra la struttura chimica del diamante e della comune grafite.

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Ma la storia di queste pietre sul mercato è molto più complessa e spesso il loro valore reale viene tenuto alto da cartelli di aziende e dalla pubblicità, più che da una effettiva rarità mineralogica nel mondo.
I diamanti si formano in situazioni di grande stress geologico, quando temperatura e pressione sono abbastanza alte da spingere gli atomi di carbonio a legarsi in una precisa struttura geometrica che conosciamo come diamanti. Simili situazioni sono riproducibili anche in laboratorio. Il diamante puro è trasparente, ma le impurità chimiche presenti durante la sua formazione possono portare all’emergenza dei vari colori. In questo caso, il boro porta alla tonalità blu osservata.

http://otp.investis.com/clients/uk/petra_diamonds1/rns/regulatory-story.aspx?cid=341&newsid=387947

http://www.theatlantic.com/past/issues/82feb/8202diamond1.htm

Il  DIAMANTE 

diamante-4-CarbonioTrasparente, luminoso e durissimo il diamante è in assoluto la pietra più preziosa e ricercata.

La parola diamante deriva dal greco antico “Adamas” che significa “Indomabile”; pensateci bene … Difficile da lavorare, complicato da tagliare, ha proprio tutte le caratteristiche dell’indomabilità.

Spesso associato all’immagine di Venere, si riteneva potesse proteggere dalle entità demoniache.

Per gli antichi Greci e i Romani i diamanti erano le lacrime degli Dei e i frammenti di stelle cadenti. Gli Indù, addirittura, incastonavano i diamanti negli occhi di alcune loro statue.
Secondo la tradizione il diamante ha la proprietà di sciogliere gli incantesimi o rivelare la verità, ma può perdere per sempre questa sua proprietà qualora venisse usato in maniera “impropria”.

Rubarne uno nel Medioevo significava una vita di sventure e disgrazie.

In mitologia si narra di un tempo lontano in cui una pioggia di diamanti trascinò Lucifero negli inferi. Il diamante rappresenta la saggezza divina ed è, presso tutti i popoli, la pietra talismanica e preziosa per eccellenza.

Secondo la medicina Ayurvedica, il diamante contiene in parti equilibrate i cinque elementi (acqua, aria, terra, fuoco, Etere) ed ha pertanto forti virtù riequilibranti.

Secondo la cristalloterapia è un aiuto alla cura ai disturbi dell’apparato sensoriale, del sistema nervoso e per sconfiggere paura e depressione sviluppando la capacità di autocontrollo. Si ritiene che questa preziosa gemma abbia un energia molto potente e debba pertanto essere utilizzata con cautela, specialmente se in mano a persone di forte personalità che rischierebbero di diventare troppo rigide.

Questa magnifica pietra ha sempre simboleggiato la Verità Che sfugge una qualsiasi regola.

La storia é piena di diamanti famosi dispensatori di ricchezza, fortuna e potere, come diamanti portatori di disgrazie per chiunque ne fosse venuto in possesso …

Leggenda o Realtà? Certo é che questa pietra era ed é fortemente temuta per i suoi poteri misteriosi!

Corrispondenza con i chakra: è collegato con tutti i chakra, in principal modo con il settimo.

Significato onirico: vittoria sui nemici.

Segno zodiacale: Leone.

http://lucedistrega.blogspot.it/2010/11/il-significato-delle-pietre.html

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* La buona notizia del venerdì: una biologa insegna le tradizioni Maya per produrre cibo, reddito e salvare le foreste

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La biologa statunitense Erika Vohman insegna alle popolazioni più povere del Centro America a recuperare le antiche tradizioni Maya per produrre cibo di qualità, avere un reddito, migliorare la condizione femminile e conservare la foresta pluviale.

Tutto parte dal recupero della coltivazione di un’importante pianta autoctona, che era alla base dell’alimentazione dei Maya: qualche anno fa, durante un viaggio tra le montagne del Guatemala organizzato insieme ad un collega indigeno, Erika ha scoperto le proprietà di un albero autoctono che produce frutti chiamati “Maya nuts” (“nocciole o semi dei Maya”) e ha assaggiato cibi preparati con questi semi (foto a lato).

Tornata negli Stati Uniti, Erika ha fatto ricerche e scoperto che i Maya mantenevano nella foresta pluviale grandi estensioni di “Brosimum alicastrum” – l’albero che produce i “Maya nuts” – i cui semi costituivano l’alimento-base della loro dieta, perché ricchissimi di proteine, calcio, fibre, ferro e vitamine E, A, B e C.

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Un solo albero di Maya Nut, inoltre, può produrre fino a 400 chili di cibo all’anno, è meno suscettibile ai cambiamenti climatici rispetto alle colture non autoctone e i semi essiccati possono essere conservati fino a 5 anni.

Erika fu colpita dal fatto che la foresta pluviale fosse piena zeppa di questi semi, che nessuno più riconosceva né raccoglieva e che, al contrario, le comunità locali distruggessero gli alberi sacri ai Maya per coltivare cereali e piante estranee all’ecosistema.

Perciò si chiese se poteva fare qualcosa per cambiare le cose: “Qui le persone vivono in estrema povertà, a volte non mangiano neppure una volta al giorno eppure sono letteralmente circondati dai Maya Nuts. Ma molti non li mangiano, perché non li conoscono”, ha spiegato. “Per qualche strano motivo, le popolazioni locali hanno smesso di mangiare questo cibo, che è uno degli alimenti più nutrienti che si possa trovare in natura”.

La cosa migliore da fare, quindi, era aiutare le popolazioni indigene a ritornare alle loro radici, cioè spiegare loro l’importanza delle foreste native di Maya Nuts, per poter arrestare malnutrizione, povertà e deforestazione. Erika cominciò a tornare regolarmente in Guatemala per insegnare alle comunità a riconoscere, raccogliere e cucinare questi preziosi semi, attraverso il recupero di ricette tradizionali dimenticate come zuppe, insalate, purè di patate e persino biscotti, cioccolato e caffè a base di Maya Nuts.

Sin dai primi incontri, Erika si rese conto che la vita della comunità locale e l’ecosistema miglioravano di pari passo: tutti venivano coinvolti in prima persona nel processo di raccolta e preparazione del cibo a base di Maya Nuts, la conservazione dei semi permetteva alle donne di sfamare la famiglia per un anno intero e i semi in eccesso venivano venduti al mercato procurando un piccolo reddito. E, dal momento gli alberi di Maya Nuts crescono spontaneamente, la deforestazione si fermava.

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Dal 2001 ad oggi Erika ha organizzato incontri e seminari in tutto il Centro America – Honduras, Messico, Guatemala, Nicaragua e El Salvador – ed ha fondato l’organizzazione non profit “The Maya Nut Insitute” (già “The Equilbrium Fund”). L’istituto insegna – soprattutto alle donne – come raccogliere, cucinare, conservare ed essiccare i semi, con l’obiettivo di “trovare un equilibrio tra persone, cibo e foreste, insegnando alle comunità rurali il valore dei Maya Nut per produrre cibo per se stessi e foraggio per gli animali, per salvaguardare l’ecosistema della foresta pluviale e per creare reddito”.

Grazie all’intuizione di Erika, dal 2001 ad oggi più di 800.000 alberi di sono stati piantati nelle foreste pluviali di 5 paesi dell’America Centrale.

Oltre 10.000 donne di 700 comunità rurali hanno imparato ad utilizzare i Maya Nut per procurasi cibo e reddito ed hanno insegnato, a loro volta, ad altre donne nei villaggi vicini.

Queste donne hanno la grande responsabilità di educare e sfamare le generazioni future. Se una donna non è istruita e non ha accesso al mondo del lavoro, questo compito diventa molto difficile. I nostri incontri le aiutano ad acquisire le competenze e le conoscenze necessarie a sfamare le loro famiglie e migliorare le loro condizioni di vita”.

L’impatto del progetto sulla parità di genere è notevole. Si tratta un importante cambio di paradigma      Il progetto ha impatti positivi sull’ambiente, sull’economia locale e fornisce un enorme incentivo alla riforestazione.” ha concluso Erika    .

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http://www.buonenotizie.it/in-evidenza/2014/01/10/centro-america-una-biologa-insegna-le-tradizioni-maya-per-produrre-cibo-reddito-e-salvare-le-foreste/