Elly Liyana Rusian
Categoria: Fantasia
*La buona notizia del venerdì: Si fanno i maglioni anche per gli elefanti…succede in India!
Un maglione grande quanto un elefante ? Si può!
Nella parte settentrionale dell’India nel villaggio di Mathura esiste un rifugio per animali che ospita molti elefanti salvati -soprattutto dalle minacce del cambiamento climatico e dai bracconieri-. Per quanto il rifugio si impegni per ricostruire, nel modo più verosimile e naturale possibile, l’habitat di questi animali e il loro clima ideale, l’inverno in quelle zone può essere straordinariamente freddo.
Oltre a rappresentare un pericolo per le persone, il freddo indiano lo è anche per gli elefanti, che non sempre sopportano queste rigide temperature e, anche quando riescono a sopravvivere, riportano quasi sempre malattie o danni di qualche tipo. L’associazione SOS Wildlife Elephant Conservation, in collaborazione con Care Center, ha elaborato una bizzarra soluzione a questo problema.
I volontari di queste due associazioni, infatti, sono arrivati alla conclusione che, per salvare una seconda volta questi elefanti, bisogna fornire loro degli indumenti caldi. E allora, si inizia a lavorare a maglia per i giganti buoni: i volontari realizzano enormi ‘maglioni’ per tenere al caldo i mammiferi. Gli elefanti, infatti, sono i più grandi mammiferi terrestri esistenti e vestirli non è semplice.
Realizzare un solo maglione a misura di elefante richiede ben 4 settimane di tempo.
Tuttavia, i volontari non si lasciano impaurire né demoralizzare e, oltre ad assicurarsi che i loro manufatti risultino caldi e comodi per chi li dovrà indossare, si preoccupano anche che siano colorati, allegri, simpatici e c’è chi parla addirittura di creare una ‘moda degli elefanti’.
Per quanto i volontari siano stati così abili da rendere il lavoro in questione una sorta di passatempo, seppure impegnativo, il progetto nasce da un problema grave e reale.
Infatti, come spiega Kartick Satyanarayan, cofondatore del Care Center, gli elefanti che abitano nel rifugio sono particolarmente sensibili al freddo ed hanno più possibilità di ammalarsi. Ciò è dovuto al fatto di essere cresciuti spesso in cattività o di avere comunque subito, nel corso della loro vita, ripetuti abusi.
La violenza e le condizioni di vita pessime hanno indebolito le difese immunitarie degli animali, che sono così più propensi a contrarre, nella stagione invernale, malattie come la polmonite.
Molti degli elefanti salvati, inoltre, soffrono di artrite, un problema probabilmente dovuto alle stesse cause ed aggravato ogni anno dal freddo.
https://www.supereva.it/lavorate-a-maglia-provate-a-fare-un-maglione-per-elefanti-30964
* La buona notizia del venerdì: L’Italia vince la Coppa del Mondo … di cucina
Nel più importante concorso di cucina al mondo, il Team Calabria dell’Associazione Professionale Cuochi Calabresi, presieduta dal prof. Giuseppe Sgrò, stupisce ancora, confermando e migliorando le già eccellenti prestazioni delle precedenti partecipazioni a competizioni internazionali: al termine della Coppa del Mondo della Cucina 2018, svoltasi dal 24 al 28 Novembre 2018 in Lussemburgo, il medagliere della rappresentativa calabrese si è attestato a ben 9 MEDAGLIE: 2 ori, 1 argento e 6 bronzi!
Nel corso dei cinque intensi e impegnativi giorni di gare, gli chef e i pasticceri calabresi sono giunti a queste prestigiose affermazioni sfidando, nelle varie specialità individuali (cucina, pasticceria, sculture, intaglio vegetale), migliaia tra i migliori professionisti del Pianeta, in una competizione in cui l’ambitissimo titolo di Campione del Mondo spinge sempre tutti i partecipanti a creare opere fuori dal comune, al punto che la cucina si sublima a vera e propria arte, capace di emozionare, esprimendosi a livelli tecnici ed estetici altissimi.
Per queste ragioni la Culinary World Cup, la cui prima edizione risale al 1972 e che si svolge soltanto ogni quattro anni, nell’ambito dell’importante Fiera Gastronomica Internazionale ExpoGast, è un evento molto atteso dagli addetti ai lavori, trattandosi di una straordinaria vetrina per tutte le nuove tendenze e le correnti d’avanguardia della cucina contemporanea.
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La Calabria può dunque fregiarsi di due nuovi Campioni del Mondo, entrambi di Laureana di Borrello: lo chef Pino Sofrà, vincitore della medaglia d’oro nel concorso di intaglio su vegetali con il punteggio più alto tra tutti i concorrenti italiani (8° posto assoluto mondiale) e la maestra cake designer Cetta Cuppari, oro nella categoria sculture di pasticceria (terzo punteggio assoluto tra gli italiani), che ha realizzato una stupenda torta dedicata agli dei della mitologia greca, con figure e decorazioni realizzate in pasta di zucchero, cioccolato plastico e pasta di gomma.
Nella categoria sculture di cucina si aggiudica la medaglia d’argento lo chef Andrea Dicosta, autore di una composizione di formaggi lavorati con intagli a motivi floreali.
Tre delle sei medaglie di bronzo del Team Calabria sono arrivate dalla cucina artistica, la categoria tradizionalmente più difficile e selettiva del concorso (soltanto 5 ori assegnati tra tutti i concorrenti, in tutta la competizione) con gli chef Bruno Mamone, Domenico Cognetta e Nunzio Infantino, che si sono esercitati per partecipare al concorso all’interno del laboratorio del Centro Enogastronomico di Laureana; altri due bronzi sono stati conquistati nell’intaglio su vegetali, dallo chef Domenico Santoro di Villa San Giovanni e dal maestro Pino Sofrà, che si aggiudica così una seconda medaglia nel contest live carving; il bottino del Team calabrese è completato dal bronzo dello chef Nicola Stratoti, autore di una dettagliatissima opera in pasta di pane dedicata al tema “Vacanze Romane” e caratterizzata da un celebre simbolo dell’Italia nel mondo, la mitica Vespa.

Questi straordinari risultati, che rendono la Calabria una delle regioni italiane più medagliate di questa edizione della Coppa del Mondo, sono il frutto di lunghi mesi di preparazione e allenamento, oltre che di un’attenta organizzazione da parte dell’Associazione Professionale Cuochi Calabresi, che ha reso possibile la vincente partecipazione al mondiale lussemburghese del Team Calabria più numeroso della storia, composto da ben 16 elementi: oltre ai vincitori delle medaglie e al Team Manager Rocco Sgrò, hanno infatti fatto parte della squadra gli chef Antonio Chirico (coordinatore settore cucina), Enzo Oliveri, Luigi Quintieri, Rocco Pietro Zinghinì (tutti premiati con Diploma di merito per le loro opere), Michele Monteleone e il maestro pasticcere Roberto Furfaro.

Sempre più determinato a rappresentare al meglio l’indiscussa professionalità e il grande talento degli operatori calabresi del settore, il Team Calabria inizierà a pianificare già dai prossimi mesi la partecipazione al prossimo importante appuntamento: le Olimpiadi della Cucina, in programma per il 2020 a Stoccarda, in Germania.
*Il suono ha una forma, ogni suono ha una forma , lo prova la Cimatica
La cimatica è lo studio del suono visibile le cui basi furono poste da Ernst Chladni, musicista e fisico tedesco ( 1756 – 1857).
La parola cimatica, dal greco Kyma -grande onda- è stata coniata da Hans Jenny, (1904-1972) un medico svizzero e studioso di scienze naturali, per descrivere il suono visibile.
Una delle scoperte più affascinanti che fece Jenny fu che quando venivano pronunciate le vocali in ebraico e sanscrito attraverso il fonoscopio, strumento a fiato da lui inventato, venivano riprodotti i modelli reali delle stesse vocali.
Questo però non si verificava pronunciando le lingue moderne.
Tutto ciò portò a pensare che ci potesse essere qualcosa di vero nel concetto di “lingua Sacra”.
Una vera e propria ragione fisica per cui la recitazione di mantra e testi sacri potessero avere proprietà curative vere e proprie.

Il Cymascope è un nuovo tipo di strumento scientifico, che rende il suono visibile.
E’ stato creato da John Stuart Reid, ingegnere acustico, e dal progettista americano Erik Larson ispirandosi al lavoro di Ernst Chladni..
Viene utilizzato per lo studio visivo di suoni umani, animali, suoni dello Spazio e strumenti musicali.
Un Cymascope può anche essere usato in logopedia e per applicazioni di intrattenimento come fare musica visibile.
Grazie a questo strumento è stato possibile vedere per esempio che forma hanno le frequenze delle onde cerebrali, le vocali delle lingue moderne e le note del pianoforte.
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| Frequenze cerebrali viste con il Cymascope |
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| Note del pianoforte viste con il Cymascope |
Le forme geometriche che derivano dalla voce umana sono come dei bellissimi mandala .
È possibile avere il mandala della propria voce acquistabile sul sito ufficiale cymascope.com.
Si deve registrare la propria voce con il registratore vocale online del sito che verrà poi “fatta ascoltare” allo Cymascope che la visualizzerà.
È possibile anche avere l’immagine di qualsiasi altro suono che ha un significato speciale per voi come per esempio le fusa di un gatto o la risata di un bimbo.
L’immagine creata verrà poi inviata per posta normale o via mail a seconda della richiesta.
Ora è anche disponibile un’App che permette, tra le altre cose, di suonare uno strumento musicale dal vivo e vederne le immagini in tempo reale. Si possono anche vedere le differenze d’immagine tra la musica a 432 Hz. e quella a 440 Hz.
“La tua voce è una rappresentazione olografica di tutto ciò che sei che riflette ilDNA personale “.
Le onde sonore in realtà non esistono.
Il modello “onda” è solo un concetto matematico ma non è così che il suono viaggia in realtà.
Se i nostri occhi potessero vedere i suoni non vedremmo quindi delle onde, come comunemente si crede, ma delle bellissime bolle olografiche con scintillanti disegni caleidoscopici sulla loro superficie .
Il Cymascope permette di vedere questo regno di bellezza precedentemente nascosto.
Nella foto sotto, la sfera, in rapida espansione, viene catturata in un momento congelato.
L’interno rivela una struttura bella e complessa che rappresenta la ricca natura armonica della musica del violino.
” Gli atomi e le molecole presenti nell’aria, vengono eccitati dalle corde vocali della tua laringe, creando una piccola perla di energia acustica che si espande rapidamente dalla bocca e corre via a circa 1126 Km. all’ora.
Quando si parla si crea luce infrarossa.
La luce infrarossa porta con sé le modulazioni della tua voce alla incredibile velocità di 300.000 Km. all’ora.
A differenza del suono di una voce che diventa impercettibile dopo circa un chilometro, la luce infrarossa creata dalla tua voce si precipita nello Spazio dove viaggia per l’eternità, portando le tue parole o canzoni alle stelle”.
* Omologhiamoci! Ma anche NO!
* La buona notizia del venerdì: Attenzione, bambini!Tutti insieme nello scuolabus a pedali !
Nuove soluzioni per rendere la scuola più sostenibile ed anche il viaggio che ogni giorno porta i piccoli alunni ad essa. La via della sostenibilità scolastica include la mobilità dei suoi studenti che inevitabilmente passa per le scelte delle famiglie.
Nelle piccole cittadine, dove tutto è a portata di mano e la maggior parte delle persone si conosce, è più semplice andare a scuola a piedi o in bicicletta. Nelle grandi città italiane, vista l’assenza di piste ciclabili praticabili e sicure, è purtroppo impensabile e non realizzabile.
Secondo dati forniti da Legambiente, grande o piccolo che sia il centro abitato e nonostante l’86% delle famiglie italiane abiti vicino agli edifici scolastici, sono ben 10 milioni i genitori in Italia che non rinunciano all’automobile per percorrere il breve tratto che separa l’abitazione dalla scuola.
Eppure tutti sono consapevoli che una grossa fetta di traffico automobilistico quotidiano è rappresentata dai cittadini che accompagnano a scuola i propri pargoli. Istituzioni e associazioni ambientaliste, consci che il traffico genera smog e sia fonte di inquinamento che fa male tanto all’ambiente quanto alla salute di tutti, hanno cercato soluzioni per limitare questa cospicua quantità di traffico.
Si sono così diffusi scuolabus, pedibus, bicibus, ma mai nessuno ha pensato in Italia allo “scuola bus a pedali”, come invece sperimentano ormai da qualche anno gli asili nido di Malmö(Svezia).
Si tratta di particolari e innovativi mezzi non a motore ma a propulsione umana seppur con pedalata assistita. Tricicli che a noi forse appaiono pittoreschi ma che in realtà risultano essere a basso impatto ambientale oltre che pedagogici.
Il Cykelbussen, così si chiama lo scuolabus a pedali, ha importanti valenze educative in quanto permette ai bambini non solo di spostarsi e di incidere meno sul pianeta ma anche di scoprire nuove prospettive e nuovi spazi della città, che in auto non avrebbero visto, oltre a rafforzare il grado di autonomia del bambino stesso.
È chiaro che per servirsi e poterlo utilizzare con successo, un servizio simile deve essere pensato nei minimi dettagli, soprattutto al fine di garantire la sicurezza e la serenità dei baby passeggeri. Per questo tutti i bambini sono legati con le cinture di sicurezza e indossano il casco protettivo.
Il mezzo non solo percorre il tragitto casa-scuola e viceversa, ma viene anche utilizzato per le uscite didattiche degli alunni, per portare quindi i bimbi in gita, a fare una passeggiata o a una visita al vicino museo
Nils Wedin uno degli autisti ammette che: “Trasportare bambini è diverso dal trasportare le solite merci“. E questo non facciamo fatica a crederlo.
Tuttavia assicura che “I piccoli passeggeri stanno buoni e l’unica richiesta che fanno una volta a bordo è quella di andare più veloce”
“http://www.ehabitat.it/2015/09/14/cykelbuss-a-scuola-con-lo-scuolabus-a-pedali/
* la buona notizia del venerdì:“ Pedibus”, “Ventibus”, “Ombrellibus” a piedi i bambini vanno a scuola con più entusiasmo
Storia di un Salto di Qualità
Ma questa è una buona notizia! A mali estremi estremi rimedi! e che fantasia! Niente è perduto! Tutto si può cambiare! Se vuoi puoi!
SEMPRE SOLDI SONO MA…
La mia amica M. ha un bar, un bar frequentato prevalentemente da persone anziane. Spesso, come accade a qualsiasi esercente, si trova senza monete da uno e da due euro ritrovandosi così obbligata a dare il resto con monete da 50 o 20 o 10 centesimi. Per i suoi clienti questa è una tragedia. Le trovano da ridire e si arrabbiano perché tutto quel “ciarpame” in tasca non lo vogliono. M. allora, quando può, cerca di tenere le monete dal valore più alto per loro e le altre le usa con i giovani che, in questo frangente, si mostrano più comprensivi rispondendo con – Non preoccuparti, sempre soldi sono! – alle sue scuse.
Il fatto è che la persona anziana, solitamente, non ci vede bene, e aver a che fare con tutte quelle monetine è per lei un patimento. Ogni volta che deve pagare qualcosa…
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* Se la Nevologia è una scienza…tutti hanno un neo!
Nevologia
I nei sono stati studiati anche dagli antichi greci e romani, da alchimisti ed astrologi, nel tentativo di capire se potessero aiutare a predire il futuro di chi li aveva.
Ma è stato solo a partire del Cinquecento fino a tutto il Settecento che si è sviluppata la particolare ‘scienza’ della Nevologia.
L’incipit è stato dato dagli scritti di Girolamo Cardano nei quali il colto studioso ha associato la terra ed il cielo ed il corpo alle stelle formulando una analogia tra i nei ed i 12 simboli astrologici. Quindi prendendo le mosse dalle caratteristiche dei segni zodiacali, la posizione dei nei sul corpo comunicherebbe una parte rilevante del carattere delle persone.
Il segno dell‘Ariete è associato al neo sulla fronte: ottimista, entusiasta, ostinato, aggressivo,…
Il segno del Toro è associato al neo sulla gola e sul collo: stabilità, calma, lentezza, ostinazione, pazienza…
Il segno dei Gemelli è legato ai nei su spalle, braccia e mani: curiosità, versatilità, eclettismo, esuberanza, intuizioni, nervosismo, fascino….
Il segno del Cancro manifesta il carattere con nei sul busto: nostalgico, malinconica, sentimentale, capriccioso, tormentato, fantastico,…
Il Leone invece è riferito ai nei sul dorso: eccitabile, sincero, tenace, coscienzioso, ambizioso, realizzatore,…
La Vergine è legata ai nei sul ventre: preciso, coscienzioso, altruista, intelligente, gusto artistico,…
La Bilancia è associata a nei su fianchi e natiche: intermediario, moderatore, estroverso, socievole…
Lo Scorpione è riferito a nei sul pube: autoritari, timorosi, intuitivi, perspicaci, passionali,..
Per il Sagittario i nei sono su anche e cosce: generosità, tolleranza, estroso, espansivo, dinamico,…
Il Capricorno è associato a nei sulle ginocchia: responsabili, materialistici, pessimistici, snob,…
L’Acquario è legato ai nei sui polpacci: distaccati, impersonali, ingannevoli, sognatori…
Per i Pesci i nei sono sui piedi: impressionabile, emotivo, vulnerabile, influenzabile,…
A partire dal Settecento, riprendendo intuizioni e credenze più antiche, nacque la fisiognomica intenta a creare delle relazioni tra corpo e carattere.
Venne così redatta una mappatura dei tipi di nei e della loro posizione sul corpo, non legata, come sopra, ai dettami zodiacali ma ad associazioni di idee a forme e colori. Così, il neo tondo delineava un carattere dolce e tranquillo mentre il neo irregolare era tipico delle persone lunatiche ed ostinate.
Il neo nero era sinonimo di delusioni, difficoltà ma di forte carattere.
Anche sulla posizione dei nei si è, a lungo speculato.
I nei sulla schiena suggerirebbero scarsa affidabilità laddove, quelli sul seno dovrebbero essere di persone pigre. Non solo, se fosse sul seno sinistro sarebbe proprio di persone attive e motivate.
Oltre al carattere la posizione dei nei indica anche il futuro; quelli sulla fronte predicono prosperità, sulla mano talento e successo, sull’orecchio fortuna.
Anche le virtù sono rappresentate dai nei. Così l’onesta è per i nei sull’occhio o sul naso, i falsi hanno un neo sul dito, le persone semplici e laboriose hanno un neo sul polso. Quelle simpatiche sulle ginocchia ma chi ha nei sulle labbra che è ambizioso e vuole primeggiare.
I nei di bellezza avevano tante figure: tondi, a stella, a mezza luna o a forma di cuore e per ogni evenienza erano posizionati sul volto per un preciso significato.
http://wellthiness.wordpress.com/
http//www.baroque.it
* La buona notizia del venerdì: un artista costruisce rifugi per i senzatetto con rifiuti abbandonati
Gregory Kloehn è un “esploratore” dei cassonetti della spazzatura, ma non per il motivo che tutti pensano!
Non è un senzatetto, bensì un artista di Oakland che cerca di aiutare i meno fortunati utilizzando i suoi lavori. Invece di realizzare sculture da vendere a ricchi collezionisti, preferisce concentrare le forze per regalare una casa ai poveri che vivono in strada in California.
Gregory si avventura tra i cumuli di rifiuti abbandonati in strada per recuperare materiali utili.
Con quello che trova, costruisce piccoli rifugi ad un posto destinati ad accogliere senzatetto: le “little homeless homes” sono della dimensione di un divano – non molto grandi, ma vitali per chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi – e sono tutte fornite di tetto a spiovente, in modo da far drenare l’acqua in caso di pioggia, e di rotelle, così che ogni proprietario possa spostare il rifugio e portarlo con sè.
La struttura delle casette è realizzata con vecchi pallet , mentre il resto dei dettagli è affidato a materiali di recupero rivisitati dall’incredibile estro di Gregory.
L’idea di aiutare i più sfortunati gli venne quando un senzatetto un giorno si affacciò nel suo studio chiedendo una coperta per ripararsi; tutto quello che Gregory aveva però era l’ultima opera su cui stava lavorando: una piccola casa-mobile equipaggiata con cucinino, una cisterna d’acqua e una botola per smaltire rifiuti.
E’ così che Gregory ha capito come rendersi utile per aiutare la comunità.
Adesso il suo obiettivo è cresciuto: non solo continua a realizzare rifugi mobili per i senzatetto, ma insegna ai meno fortunati a costruirsi da soli queste originali abitazioni!
Un’iniziativa bellissima, che può essere sostenuta con donazioni effettuate sul profilo facebook di Gregory.
Fonte: www.bioradar.net


































