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* La buona notizia del venerdì: E’ italiano il più giovane scienziato migliore d’Europa.

Ha solo 16 anni ed è appena diventato il giovane scienziato migliore d’Europa aggiudicandosi il primo premio “Eucys 2016”, grazie alla sua invenzione.

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Il suo nome è Valerio Pagliarino un 16enne italiano di Castelnuovo Calcea, in provincia di Asti, si è aggiudicato il primo premio  del Concorso per Giovani Scienziati Eucys 2016 (European Union Contest for Young Scientists) della Commissione Europea, grazie alla sua strabiliante invenzione: la “laser wan” (Laser broadband internet connection.),  una connessione a banda ultralarga laser, una sorta di internet via laser.

Valerio è ancora uno studente ma già possiede un talento unico, scoperto dai professori che lo hanno appoggiato nella realizzazione del suo progetto.

Il giovane talento ha addirittura creato il proprio progetto a partire da vecchi elettrodomestici riadattati e ha acquistato online il materiale mancante

Valerio ha portato il suo prototipo anche a Bruxelles: “Non è a dimensioni reali, perché nel mio progetto i pali dovrebbero essere a circa tre chilometri l’uno dall’altro. Però è la dimostrazione che la mia intuizione era giusta”, racconta al telefono dalla capitale belga.

La Commissione europea gli ha appena consegnato il primo premio del Concorso giovani scienziati per il suo progetto “LaserWan: connessione a banda ultralarga laser“.

Studente del liceo scientifico Pellati di Nizza Monferrato con una media superiore al “9” e residente a Castelnuovo Calcea, un piccolo paese dell’astigiano, Valerio Pagliarino ha avuto l’illuminazione pensando alla fibra ottica: “Se è un fascio di luce a trasmettere i dati, significa che si può fare altrettanto con il laser”. Detto, fatto: ha creato un dispositivo comprandosi un po’ di componenti su internet e recuperandone una minima parte da apparecchi che aveva in casa e in questo modo è riuscito a trasmettere un intero film in streaming.

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Poi ha brevettato la sua invenzione, che in futuro potrebbe portare internet veloce anche nei luoghi più remoti.

Tutto questo, a soli 16 anni.
La sua invenzione servirà a portare la banda larga con internet ad alta velocità in piccoli centri dove ancora non è presente, grazie all’ invio di informazioni tramite laser a infrarossi.La connessione Internet viene convogliata sulle linee elettriche, utilizzando raggi laser, al fine di sostituire la fibra ottica, ammortizzandone i costi di almeno 100 volte.

Infatti Il progetto prevede l’installazione di ricetrasmettitori sui piloni dell’alta tensione, quindi sui vettori dell’energia elettrica già esistenti. Una via alternativa alla fibra ottica, senza la necessità inoltre di fare scavi.

Come si può vedere dalle foro Valerio ha simulato con due torrette i pali dell’ alta tensione istallandovi i ricetrasmettitori.
Ora c’è da sperare che in Italia questo giovane e la sua invenzione vengano presi in considerazione. Il suo progetto costa poco e potrebbe attirare gli interessi di altri paesi europei e non, al contrario del  Bel Paese, dove le cose che costano poco vengono spesso ostacolate, data la quasi impossibilità di farci “la cresta su”…

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E intanto la maggior parte degli italiani è ancora senza banda larga….


http://www.jedanews.it/blog/scienza/valerio-pagliarino-scienziato-laserwan/

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/09/20/news/l_

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* La buona notizia del venerdì: La meditazione entra nelle scuole italiane

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Nei giorni scorsi l’Ufficio Scolastico regionale della Sardegna , l’Ufficio per l’educazione fisica e sportiva e il Comitato Regionale Uisp Sardegna Area Discipline Orientali hanno firmato un protocollo d’intesa per avviare iniziative comuni e proseguire quelle già intraprese, con l’obiettivo di promuovere e sostenere le discipline orientali all’interno delle scuole.

Questo protocollo, infatti, sancisce una collaborazione già in atto tra Ufficio Scolastico e Ado UISP: la sperimentazione è iniziata con la formazione dei primi 24 insegnanti di yoga per bambini che stanno operando nelle scuole dell’infanzia e primarie. Dopo i primi due corsi svolti a Cagliari lo scorso settembre, la formazione proseguirà a Gennaio a Oristano e ad aprile a Sassari.

Il protocollo inoltre prevede la costituzione di apposite commissioni di studio miste per l’identificazione sia di linee programmatiche relative a tali discipline sia di modalità di certificazione dei crediti formativi coerenti con le attività suddette.

Tutte le discipline orientali, e lo yoga in particolare”, afferma il responsabile dell’Area Discipline Orientali delle Sardegna UISP Roberto Zedda,offrono ai bambini ed ai ragazzi un valido sistema educativo che, tramite il movimento, la respirazione, il rilassamento e la meditazione, contribuiscono ad una crescita armonica su un piano fisico ed emozionale per sviluppare l’equilibrio, attivare capacità di concentrazione, favorire un buon controllo emotivo e acquisire fiducia nelle proprie capacità”.

Lo Yoga è una disciplina sportiva adatta a tutti i bambini e ragazzi”, prosegue Zedda, “in particolar modo è particolarmente indicata per i bambini ipercinetici, aggressivi, ansiosi, paurosi o con disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento. In questi anni molte scuole negli Stati Uniti e in Europa hanno introdotto questa disciplina all’interno dei propri percorsi didattici e hanno potuto rilevare come i bambini sono diventati più consapevoli e sensibili verso se stessi e gli altri. Allo stesso tempo comportamenti come il bullismo sono notevolmente diminuiti”.

I risultati non sono immediati”, conclude Roberto Zedda, “ma nel corso di almeno un anno scolastico diventano tangibili”.

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Sempre più insegnanti ed educatori, sia in Europa che negli Stati Uniti, hanno iniziato ad introdurre la meditazione a scuola per aiutare i bambini a studiare meglio e a gestire le emozioni.

Ad esempiAngoz Gonzalez, insegnante di inglese del Bronx, ha deciso di scegliere la meditazione a scuola come strumento per aiutare i propri studenti adolescenti che per la maggior parte vivono nei quartieri più poveri di New York. Per attirare la loro curiosità a favore della meditazione ha pensato di portare in classe una campana tibetana.

Il maestro suona la campana tibetana quando arriva il momento di iniziare a meditare. Questo insegnante utilizza la meditazione per aiutare gli studenti sia nello studio che ad essere più consapevoli delle emozioni.

La meditazione a New York viene introdotta anche nelle scuole dedicate agli studenti che devono recuperare alcuni anni di studio perché in precedenza avevano smesso di seguire le lezioni.

Si tratta di un ottimo esempio di applicazione della meditazione a livello scolastico, dato che si tratta di un momento speciale che può aiutare bambini e adolescenti a ritrovare la calma e la concentrazione e di conseguenza ad essere pronti ad imparare qualcosa di nuovo.

Anche in Italia alcune scuole hanno deciso di introdurre dei momenti speciali dedicati agli studenti, grazie allo Yoga per Bambini, in cui la pratica delle asana viene accompagnata da momenti dedicati al rilassamento e alla meditazione.

La meditazione e il rilassamento possono essere davvero utili per riportare il silenzio in classe accompagnandolo con un’atmosfera serena.

Dopo la meditazione gli studenti si sentiranno più pronti all’ascolto.

Lo Yoga e la meditazione nelle scuole in generale contribuiscono a creare un clima migliore, a partire dalle relazioni tra i compagni che fanno parte di una stessa classe.

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La calma è più dinamica e potente della pace…
La calma dona il potere di superare tutti gli ostacoli della vita…
Persino nei rapporti umani, la persona che rimane calma in ogni circostanza è invincibile.

(Paramhansa Yogananda)

 

http://gildaoristano.blogspot.it/2016/11/lo-yoga-entra-nelle-scuole-sarde.html

(da LinkOristano.it)

https://www.greenme.it/vivere/speciale-bambini/17482-meditazione-scuola-studiare-meglio

http://www.amoreiki.it/progetto-meditazione-nelle-scuole/

http://www.tpi.it/mondo/stati-uniti/baltimora-scuola-sostituito-punizione-con-meditazione

https://www.greenme.it/yoga/16048-yoga-per-bambini-benefici

https://lauracarpi.wordpress.com/2016/07/01/la-buona-notizia-del-venerdi-cambia-il-mondo-con-la-meditazione/

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* La buona notizia del venerdì: Salva oltre 300 gatti dopo aver perso il figlio in un incidente

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Questo santuario è in memoria di mio figlio”

Così è nato l’Happy Cat Sanctuary.

A crearlo è stato Chris Arsenault, un 56enne ferroviere in pensione di Long Island (New York) che ha salvato più di 300 gatti randagi. 

Tutto ha avuto inizio nel 2006 dopo aver perso suo figlio Eric, morto a soli 24 anni in un incidente stradale. Per l’uomo sono stati giorni di disperazione e dolore.

Poi un giorno nella sua vita ha incontrato un nuovo motivo per vivere: imbattutosi in una colonia felina di 30 gatti malati, ha deciso di prendersi cura di loro. 

In poco tempo l’uomo ha trasformato la sua casa in un paradiso per i felini e da allora ha capito che i gatti erano la sua passione decidendo di aprire un rifugio: dove ora hanno trovato casa oltre 300 felini:

«Volevo fare qualcosa di buono nella mia vita – racconta ai media statunitensi -. Abbiamo salvato gatti da situazioni terribili, anche da bande che cercavano di intrappolarli per poi utilizzarli come esche nei combattimenti tra cani». 


Poco per volta il suo rifugio è diventato sempre più attrezzato con tanto di strutture riscaldate, zone di intrattenimento dove i gatti possono osservare la vita delle galline e percorsi da superare per arrivare al cibo. 

«Tutti i gatti sono sterilizzati, hanno accesso alle cure veterinarie e vengono regolarmente spazzolati e riempiti d’amore. Sono tutti disponibili per l’adozione».

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Durante l’inverno i gatti entrano in casa al calduccio, per quelli che invece preferiscono stare fuori ci sono apposite strutture riscaldate.

E quando è ora di andare a dormire tutti i gatti cercano le coccole del loro gattaro: «È amore incondizionato, i gatti lo sanno che li stai aiutando».

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Fonte: http://www.lastampa.it/2016/12/15/societa/lazampa/gatto-gatti/un-uomo-salva-oltre-gatti-dopo-aver-perso-il-figlio-in-un-incidente-QqzwBG7fs78ErSYjQ1vJ1H/pag

 

Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro.

Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti.

E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te.

Alda Merini

 

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* La buona notizia del venerdì: 238 Euro inviati ai terremotati italiani da un villaggio del Congo

Un gesto di solidarietà che abbatte ogni distanza e non solo quella geografica.

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Dal cuore dell’Africa, in dei villaggi dove nove abitanti su dieci vivono alla giornata, arriva un bonifico per i terremotati del centro Italia.

238 euro raccolti a Kingoué, un distretto di trenta villaggi e quindicimila abitanti nella Repubblica del Congo che vivono immersi nella foresta pluviale senza luce e acqua corrente.

Una cifra raccolta a fatica da chi vive senza uno stipendio fisso coltivando la terra e allevando il bestiame.

Eppure, anche gli abitanti dell’Africa, hanno voluto dare il loro contributo alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.

A far conoscere la triste realtà italiana era stato don Ghislain, un sacerdote congolese che aveva mostrato ai fedeli le immagini di Amatrice, Accumuli, Arquata e delle zone vicine.

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Con gli occhi pieni di quegli scatti di devastazione e distruzione, il sindaco e il capo del villaggio decidono di avviare una raccolta fondi sostenuti dall’associazione ‘Amici del Congo’ di don Ghislain.

Un’impresa ardua che sa tanto di azione disperata. C’è chi non può permettersi di donare nemmeno dieci centesimi. Si decide così di coinvolgere tutti i villaggi vicini e all’inizio di dicembre si raggiunge la cifra di 156.400 franchi congolesi, ovvero 238 euro.

Ogni domenica, subito dopo la messa, gli abitanti hanno donato ciò che potevano, da 10 centesimi a 15 euro da inviare per solidarietà ai terremotati.

Dopo le due scosse che hanno messo in ginocchio anche l’Umbria la raccolta si è intensificata e a metà dicembre è arrivato il bonifico della donazione.

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Denaro che viene consegnato a una volontaria del gruppo MultiSolidarietà impegnato da anni in aiuti umanitari.

“Mi hanno chiamato dicendo: visto che voi fate tanto qui, vogliamo anche noi aiutarvi in questa situazione difficile per voi”, spiega la ventisettenne Jenny Peppucci.

In una lettera indirizzata al presidente della Regione Umbria, Daniel Mouangoueya, sindaco del distretto scrive:

“Ci siamo sentiti coinvolti nel lutto che tocca il vostro Paese e l’Umbria. Ogni giorno tanti italiani e umbri realizzano numerose attività socio-umanitarie per gli abitanti della zona. Quindi abbiamo deciso di organizzare una raccolta minima di denaro per manifestare la nostra solidarietà”.

Un gesto che dovrebbe farci riflettere.

https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/22485-colletta-villaggio-congo

 

Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina insieme.” ( proverbio africano)

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* La buona notizia del venerdì : Jovanotti dona 15 quintali di crocchette al canile


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E’ arrivato puntuale anche quest’anno il dono di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti per la struttura cortonese che ospita gli amici a 4 zampe meno fortunati

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Cortona, 27 dicembre-

Il carico di doni per il canile di Ossaia è arrivato a destinazione anche quest’anno con un bel fiocco rosso. Immancabile, puntuale e generoso.

In versione babbo natale si è vestito ancora una volta il cantante Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti che anche nel 2016 non ha voluto far mancare la sua vicinanza agli amici a 4 zampe meno fortunati.

Sono oltre 15 i quintali di crocchette spedite alla struttura di Ossaia che serve 5 i comuni dell’area sanitaria della Valdichiana (oltre a Cortona Castiglion Fiorentino, Lucignano, Marciano della Chiana e Foiano della Chiana). Un appuntamento ormai che è diventata una tradizione.

Il cantante e la sua famiglia, con la moglie Francesca in testa, sono dei grandi amanti degli animali. Nella sua casa di Cortona hanno trovato e trovano tutt’oggi ospitalità molti trovatelli tra cani e gatti. Molti di loro sono stati adottati nel canile di Cortona.

In passato Jovanotti è stato anche testimoniale diretto della struttura posando per una foto con altri amici del canile per il calendario annuale che serve a raccogliere fondi per la sussistenza quotidiana. Dopo questa esperienza ha continuato anno dopo anno a portare il suo contributo facendo sempre generose donazioni.

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Una bella boccata d’ossigeno per il nostro quotidiano – spiega Stefania Bistarelli responsabile del canile cortonese – di cui ringraziamo di cuore Lorenzo. Qui il cibo e gli aiuti non bastano mai e coprire l’attività e i bisogni per tutto l’anno è un impegno notevole che cerchiamo di coprire con collette alimentari, cene e aperitivi solidali e con donazioni dirette”.

Della struttura se ne occupano con dedizione le volontarie dell’associazione Etruria Animals Defendly.

Laura Lucente

Fonte;
http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/jovanotti-dona-15-quintali-di-crocchette-al-canile-di-cortona-1.2779291

 

Una gran parte delle emozioni più complesse sono comuni agli animali più elevati ed a noi. Ognuno può aver veduto quanta gelosia dimostri il cane se il padrone prodiga il suo affetto ad un’altra creatura; ed io ho osservato lo stesso fatto nelle scimmie. Ciò dimostra che non solo gli animali amano, ma sentono il desiderio di essere amati.
(Charles Darwin)

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* La buona notizia del venerdì: Le cipolle di Alife


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“Scusate, devo mettere le cipolle a bollire”,

dice Antonietta Melillo, rimandando l’intervista.

Trentotto anni, mamma di due bimbi di 12 e 8 anni, mai avrebbe pensato di diventare un’imprenditrice di successo restando a vivere ad Alife, un paesino di campagna di settemila anime, in provincia di Caserta.

Tutto ciò lo deve proprio alle cipolle di Alife che grazie a lei sono diventate un Presidio Slow Food.

“Alife era un paese molto ricco grazie all’agricoltura, – racconta Antonietta ad HuffPost, mentre le cipolle continuano la cottura – fino agli anni ’80 quando c’è stata una forte migrazione e le terre sono rimaste incolte“.

Cinque anni fa, a 33 anni, Antonietta è costretta a chiudere il negozio d’abbigliamento ereditato dalla madre: “Il mio futuro lo immaginavo diverso, pensavo che avrei portato avanti l’attività di famiglia e invece ho dovuto chiudere perché il paese si stava impoverendo. Con due bambini piccoli per me è stato un momento drammatico“.

Ha cominciato a fare colloqui in giro per l’Italia, ha avuto qualche piccolo incarico a progetto, “ma io volevo altro, volevo tornare a fare l’imprenditrice”.

Pensa, allora, alle cipolle, la vera fonte di sostentamento del paese. 

Una varietà molto antica: si racconta che i gladiatori romani fossero soliti strofinarsi il corpo con le cipolle per rassodare i muscoli e che con i Longobardi, erano usate per pagare gli affitti o come dono. Considerate un ottimo analgesico contro il mal di testa, erano usate per curare i morsi dei serpenti e per contrastare la perdita di capelli.

Antonietta decide di riprenderne la coltivazione ma per farlo ha bisogno dei semi: “Era quasi impossibile trovarli, si stavano estinguendo. Dopo una lunga ricerca ho incontrato una signora di 83 anni che me li ha regalati e dopo poco è morta. Ho capito che dovevo fare presto, prima che di questa coltivazione si perdesse la memoria e anche per lei ho voluto portare a termine questo mio progetto”.

Antonietta fa da collante tra gli anziani e i giovani del paese: ai primi chiedeva i semi e come coltivarli, ai secondi di tornare nei campi.

Non è stato facile: “Molti mi dicevano che con le cipolle non si vive, che nessuno le mangia più, ma alla fine sono riuscita a dimostrare il contrario”.

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Grazie alla caparbietà di Antonietta oggi ad Alife si è creato di nuovo un florido mercato e il paese è tornato a vivere: “In molti hanno seguito le mie orme e hanno incrementato la coltivazione. Non fanno parte del Presidio Slow Food perché è difficile seguire le regole dell’associazione ma io credo nell’agricoltura biologica, nella rotazione dei terreni. La teoria non mi manca perché ho il diploma di perito agrario che non pensavo mi sarebbe mai servito, visto che avevo un negozio d’abbigliamento. Ogni giorno, però, devo imparare la pratica”.

Conciliare lavoro e famiglia non è sempre facile: “Spesso porto i miei bambini in campagna, così, anche se sono impegnata, passiamo del tempo insieme. Ai giovani, soprattutto alle donne, dico di non spaventarsi e di tornare a coltivare la terra perché è gratificante e perché si guadagna anche in salute. Prima ero sempre stressata, passavo le giornate al chiuso. Ora vivo molto meglio, sono diventata più saggia e accorta, mi godo di più la vita e la natura”.

Antonietta lancia un messaggio anche al Governo: “Questa del ritorno alla terra è un’idea che si sta diffondendo però lo Stato dovrebbe aiutare di più i giovani imprenditori. Aprire un’azienda agricola significa affrontare grosse spese, se non avessi avuto il sostegno di mio marito, non ci sarei mai riuscita. Non basta dire di tornare a coltivare ma è necessario stanziare più fondi”.

Antonietta non solo coltiva le cipolle, ma le trasforma: “Un amico mi ha messo a disposizione un piccolo laboratorio e con una amica produco le cipolle in agrodolce e la crema di cipolle, molto apprezzata da Franco Pepe che la usa come condimento della pizza e la esporta in tutto il mondo”.

Il modo migliore per assaporare la cipolla di Alife è mangiarla cruda: “Se il sapore però è troppo forte e non piace, consiglio di assaggiare la frittata di cipolle o la cipollata alifana, un piatto della tradizione fatto con le nostre cipolle e con i fagioli di cera”

 

 

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La cipolla di Alife, un presidio Slow Food grazie all’intuizione di Antonietta Melillo:

“Per essere ricchi, coltivate la terra”

 

Fonte:http://www.huffingtonpost.it/2016/12/12/cipolla-alife-slw-food_n_13580682.html?ref=fbpr

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* La buona notizia del venerdì: un’intera classe trova lavoro a 2 mesi dal diploma

 

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Non si trova in California o in Giappone, ma in Italia, precisamente a Novara, la scuola che trova lavoro al 95% dei suoi diplomati.

Stiamo parlando dell’Istituto Omar, il cui Preside, Francesco Ticozzi, ha ritirato qualche giorno fa a Ravenna il “Guidarello ad honorem”, per essere riuscito a fare dell’Omar la scuola italiana col record di avviamenti al lavoro dei propri studenti. “Spesso ho più offerte di lavoro che candidati” racconta a Libreriamo Francesco Ticozzi. “Il problema è che alcuni percorsi scolastici non aiutano i ragazzi a inserirsi nel mondo del lavoro”.

Il segreto è avere docenti motivati, capaci di far appassionare i ragazzi, e saper dialogare con le aziende del territorio, adattando il percorso formativo degli studenti alle esigenze dei loro futuri datori di lavoro” spiega Ticozzi. “Fondamentale è lavorare sul comportamento e responsabilizzare i ragazzi: devono sapere che vivono in una comunità che ha certe regole che vanno rispettate. Certo, è un lavoro faticoso, però i frutti poi arrivano”.

Puntare al lavoro, senza scordarsi dell’importanza della cultura. “Anche se siamo una scuola tecnica – racconta il Preside – cerchiamo di non fare mancare ai ragazzi niente, come incontri con gli scrittori e uscite a teatro, anche solo per fargli capire cosa c’è nella vita. Sa, i miei studenti non provengono da famiglie facoltose”.

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Un punto qualificante del percorso formativo dell’Omar è l’esperienza in laboratorio: «La riforma – precisa Ticozzi – aveva trasformato la nostra scuola in una sorta di liceo tecnologico, con molta teoria e pochissima pratica. Allora nelle classi quarte e quinte abbiamo introdotto delle ore che si svolgono in laboratorio, in cui i ragazzi devono utilizzare le macchine, ad esempio il tornio. All’esame di maturità poi, abbiamo eliminato le tesine puramente teoriche e descrittive e le abbiamo sostituire con dei progetti che gli studenti devono elaborare e poi realizzare. C’è chi ha disegnato e montato una fresa, chi si è costruito un particolare tipo di zippo, l’accendino». 

Accanto alla parte pratica quella legata al momento clou dell’ingresso nel mondo del lavoro, il colloquio: «Abbiamo insegnato a redigere il curriculum, la domanda per l’assunzione, ma anche a sostenere il colloquio davanti a chi ti valuta per il posto di lavoro. Puoi essere anche molto valido, ma se sbagli quel colloquio ti giochi molte possibilità – prosegue il preside -. Evidentemente tutti questi elementi hanno giocato a favore dei ragazzi. Resta però fondamentale la preparazione seria offerta dalla scuola, le aziende controllano subito questo aspetto».

«Ci sono aziende che in questi giorni telefonano per chiederci i nominativi dei migliori studenti che hanno conseguito il diploma di meccanici – dice il dirigente dell’istituto, Francesco Ticozzi – e io rispondo che da settimane ho esaurito la lista. Hanno tutti trovato un posto, non solo ma hanno addirittura potuto scegliere fra più offerte, che di questi tempi è quasi incredibile. Anche a Cameri, per i nuovi aerei, avevano necessità di meccanici, gli abbiamo segnalato quattro nostri diplomati in elettronica e anche loro sono stati assunti».  

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Ciò che siamo riusciti a realizzare l’abbiamo fatto con macchine vecchie anche di sessant’anni. Pensi cosa potremmo fare con macchine più all’avanguardia” racconta Ticozzi, che è Preside dell’Omar da sette anni.

Lo Stato non vi sostiene molto vero? Gli abbiamo chiesto. “Lo Stato pensa che investire nella scuola sia una spesa, non ci vede guadagno, eppure ci sarebbe un guadagno enorme. Pensiamo a quanti ragazzi provengono da famiglie difficili e problematiche. Ecco, da questo punto di vista la scuola può fare tantissimo. Ha un importante ruolo sociale”.

Il lavoro di Francesco Ticozzi è encomiabile e questo lungo percorso è partito da una semplice quanto fondamentale consapevolezza: “Il dramma dei giovani è il futuro. Per questo abbiamo cercato di aiutarli il più possibile a realizzare i loro sogni”.

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fonti:

I segreti della scuola italiana che trova lavoro al 95% dei suoi diplomati

http://www.lastampa.it/2015/09/02/edizioni/novara/a-ruba-i-periti-dellomar-tutti-assunti-i-neo-diplomati-wbZGAuTPw4KIcbU7ZyiwYL/pagina.html

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* La buona notizia del venerdì: Pedali e lavi

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Impatto zero, forma perfetta e panni puliti: con la cyclette lavatrice si fa il bucato bruciando calorie.

 

Mente della cyclette lavatrice è stato lo studente cinese Li Huan che ha studiato l’ innovativo elettrodomestico come un rivoluzionario modo per risparmiare energia, tenersi in forma e lavare il bucato.

Grazie ad un cestello presente nella ruota della cyclette si può caricare il bucato e salire in sella per pedalare. L’energia della pedalata permetterà alla lavatrice di fare il proprio dovere.

 

La pedalata permette di immagazzinare energia che può esser utilizzata anche in un secondo momento grazie alla batteria presente nella cyclette e a un display con un indicatore di carica.

Basta aggiungere acqua e sapone e pedalare. Il resto lo farà lei

 

Nella BWM (Bike Washing Machine) i panni sporchi vanno inseriti “nella ruota posteriore” per poi allenarsi con la cyclette per almeno 20 minuti, in questo modo sfruttando solamente l’energia del proprio corpo si farà girare il cestello e la lavatrice pulirà i vestiti proprio come farebbe una macchina tradizionale.

In alternativa, se si vuole pedalare per meno tempo e più spesso si può scegliere di immagazzinare l’energia nella batteria alloggiata nella ruota posteriore per avviare il lavaggio in un secondo momento.

Un display indica il livello di carica delle batterie per capire quando è possibile procedere con il lavaggio green dei capi di abbigliamento.

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Con la lavatrice a pedali BWM si può risparmiare spazio – combinando due elettrodomestici in un solo apparecchio – energia – abbattendo i consumi – e soldi – abbassando l’importo della bolletta.

La lavatrice mediamente consuma il 13% dell’energia totale mensile, quindi la totale eliminazione di questa quota di chilowattora permette un considerevole impatto sulla bolletta.

Un altro aspetto da valutare è che con l’acquisto di un simile elettrodomestico di ecodesign  ci si sentirà motivati a fare attività fisica regolarmente, spinti dalla necessità di lavare i panni, con un conseguente beneficio per l’organismo ed il fisico.

In questo modo si laveranno i vestiti con la coscienza che si sta facendo qualcosa di buono per l’ambiente e per se stessi, migliorando la propria impronta di carbonio e bruciando calorie per affrontare a testa alta la prova costume.

 

La lavatrice sostenibile è ancora in fase di prototipazione e per adesso è stata presentata solamente sulla piattaforma Yanko Design, però dal team dei giovani designer cinesi della Dalian Nationalities University ci si aspettano grandi cose.

Dopotutto basta avere voglia di pedalare e il gioco è fatto

fonti:

http://www.rinnovabili.it/ecodesign/lavatrice-sostenibile-forma-876/

design greendesign sostenibileecodesignelettrodomesticienergia greenenergia pulitalavatrice sostenibile

http://www.designbuzz.it/2015/01/15/biwa-lavatrice-in-bicicletta/

http://www.curioctopus.it/read/7331/un-imprenditrice-produce-biciclette-di-bambu-e-cambia-la-vita-di-un-intero-villaggio

La compostiera elettrica che trasforma gli scarti alimentari in fertilizzante in 24 ore (VIDEO)

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La buona notizia del venerdì: Stelle di Italia

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Vista dall’alto ha la forma di una stella a nove punte e la sua pianta è geometricamente perfetta.

Queste caratteristiche rendono Palmanova, città del Friuli Venezia Giulia, unica nel suo genere.

Non a caso, proprio nei giorni scorsi, i cittadini e le istituzioni hanno festeggiato la candidatura della città stellata a Patrimonio Unesco.

Circondata da mura e fossati, Palmanova ha sei strade che convergono verso la piazza esagonale, Piazza Grande dove, ogni primo weekend di settembre, vi è una suggestiva rievocazione storica: più di duecento persone in costume seicentesco ricordano l’inizio della guerra degli Uscocchi o guerra del Friuli contro gli Austriaci, l’ultima tra Austria e Venezia.

Il centro storico è raggiungibile attraverso tre porte: 

Porta Aquileia o Marittima fu la prima adessere costruita nel 1598; la facciata esterna ha due volute che abbracciano la garitta di guardia., mentre sotto il cornicione vi è un fregio di stemmi nobiliari; 

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Porta Cividale è, invece, rivestita in bugnato rustico con pietra bianca e grigia e infine, 

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Porta Udine costruita nel 1605 che conserva ancora le due grandi ruote che servivano per il sollevamento del ponte levatoio. Sulla facciata esterna il leone marciano era appoggiato sul basamento tra i due piccoli obelischi.

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Palmanova viene definita come il capolavoro dell’architettura militare veneziana, una città fortezza progettata e costruita nel 1593 per difendere i confini regionali dalle minacce straniere, soprattutto dei Turchi.

Tra le sue costruzioni più importanti vi sono il Duomo che custodisce opere di notevole interesse e il Civico Museo storico che conserva armi, cimeli e documenti che illustrano la storia della città dalla nascita alla Seconda Guerra Mondiale.

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Un po’ di storia

Nel 1521 la Repubblica di Venezia stipulò con l’Austria il Trattato di Worms, ponendo fine ad una lunga e logorante guerra che era costata alla Serenissima la fortezza di Gradisca (1511).

Il Trattato di Worms stabilì dei confini piuttosto anomali,e in questo clima di incertezza e di preoccupazione per l’integrità territoriale veneziana, il Senato della Repubblica decise la costruzione di una fortezza in un punto vicinissimo al confine con gli Asburgo

Alla realizzazione del progetto prese parte una squadra di ingegneri, trattatisti, esperti architetti militari facenti capo all’Ufficio Fortificazioni di Venezia, tra i quali il soprintendente generale Giulio Savorgnan, principale progettista della fortezza. Il 7 ottobre 1593 venne posata la prima pietra per la costruzione della nuova fortezza e Marc’Antonio Barbaro fu nominato primo Provveditore Generale di Palma.

Antica pianta di Palmanova, probabilmente risalente al 1600.

Durante il periodo veneto la fortezza fu dotata di due cerchie di fortificazioni con cortinebaluardifalsebraghefossato e rivellini a protezione delle tre porte d’ingresso alla città. Palmanova fu concepita soprattutto come macchina da guerra: il numero dei bastioni e la lunghezza dei lati furono stabiliti in base alla gittata dei cannoni del tempo.
Durante il dominio austriaco (
18151866) fu costruito il Teatro Sociale, destinato a diventare fucina di valori risorgimentali: nel 1848 i cittadini della fortezza, con in testa il generale Zucchi, si sollevarono contro gli austriaci, assumendo il controllo della città e subendo un lungo assedio.
Nel 
1866 Palmanova venne annessa al Regno d’Italia.

Durante la Prima guerra mondiale la fortezza fu centro di smistamento e rifornimento per le truppe sull’Isonzo, nonché sede di ospedale da campo.

Alla fine della Seconda guerra mondiale l’Arciprete Giuseppe Merlino fece recedere i tedeschi in ritirata dalla decisione di far brillare i depositi di munizioni ed esplosivi, operazione che avrebbe probabilmente causato la distruzione di gran parte della città.

Con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1960 Palmanova fu proclamata “Monumento Nazionale”.

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Fonti:

Wikipedia

https://www.greenme.it/viaggiare/europa/italia/19046-palmanova-citta-stella

 

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* La buona notizia del venerdì: Veterinario gratis presto in tutta Italia ?

 

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Veterinario gratis presto in tutta Italia?

Forse non tutti sanno che a Roma è già attivo un servizio che eroga prestazioni veterinarie gratuite per cani e gatti di proprietari e famiglie a basso reddito, titolari di pensione sociale, cittadini non vedenti e associazioni non-profit.

Questo servizio, attivo fino ad esaurimento fondi, mira a prevenire il randagismo. Ma c’è di più. E’ infatti nata una proposta di legge per estendere le cure gratuite per glianimali domestici in tutta Italia e per istituire l’anagrafe canina e felina nazionale.

In questo modo le famiglie a basso reddito avranno la possibilità diaccedere gratuitamente alle cure veterinarie per i loro animali domestici evitando che a causa della crisi e delle cattive condizioni economiche cani e gatti vengano trascurati e abbandonati, andando a incrementare il randagismo.

La proposta di legge è stata depositata alla Camera e chiede nello specifico che il servizio sanitario veterinario convenzionato sia gratuito per le persone appartenenti alle fasce di popolazione meno abbienti.

La proposta di legge al momento pare sia stata ben accolta ma resta da comprendere se riuscirà ad entrare in vigore.

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Nel frattempo Roma sta già offrendo la possibilità di ricevere cure gratuite per gli animali domestici con le seguenti modalità.

Sulla pagina Facebook e sul sito web di Roma Capitale leggiamo che:

Avete un cane o un gatto che necessitano di cure mediche e il vostro reddito ISEE non supera i 15mila euro? Roma Capitale vi aiuta con prestazioni veterinarie gratuite. Dopo aver presentato la domanda e la documentazione al dipartimento tutela ambientale, riceverete l’indirizzo del veterinario al quale rivolgervi”.

Il servizio è riservato ai residenti nella città di Roma, che si trovano in almeno una delle seguenti condizioni, comprovate da apposita documentazione allegata:

Appartenenti a famiglie con reddito certificato con modulo fiscale ISEE non superiore a 15.000 Euro;
• titolari di pensione sociale;
• cittadini non vedenti con cane conduttore;
• associazioni “no-profit” impegnate in progetti di “per care” certificati presso ospedali, centri recupero, case famiglia protette.

Le prestazioni erogabili sono:

Sterilizzazione cane maschio
• Sterilizzazione gatto maschio
• Sterilizzazione cane femmina
• Sterilizzazione gatto femmina
• Asportazione tumori mammari
• Asportazione tumore testicolare
• Ricovero per gli interventi previsti
• Vaccinazione epta-valente del cane
• Vaccinazione trivalente del gatto
• Sverminazione dei cuccioli
• Analisi di laboratorio con 8 parametri previsti.
• Prestazioni in urgenza, di “piccola chirurgia” quali ad esempio estrazione di un corpo estraneo da occhio, naso, orecchio.
• Eutanasia pietosa, compreso l’incenerimento.

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La richiesta va presentata al Dipartimento tutela ambientale, Servizio Benessere degli Animali – Circonvallazione Ostiense n. 191 00154 Roma oppure inviata per posta o via fax al numero 06.671071523. 


Per tutte le informazioni: http://www.comune.roma.it/pcr/it/newsview.page

 

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