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* La buona notizia del venerdì: Non più “principesse” nelle favole moderne

Al posto delle principesse, le vite di 100 donne straordinarie


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Un libro di favole moderno, pieno di storie di donne realmente vissute che hanno cambiato il mondo. E’ il progetto lanciato su Kickstarter dalla startup Timbuktu Labs, che ha già raccolto il triplo dell’obiettivo iniziale

Le favole di oggi non raccontano storie di principesse e cavalli bianchi. Le bambine di oggi hanno bisogno di puntare su qualcosa di più di una scarpetta di cristallo che risolve la vita. Non è mancanza di fantasia, è innovazione. Perfino la Disney ha sentito la necessità di aggiornare il suo immaginario rompendo lo schema del principe e principessa con la sorellanza di Frozen: e, nemmeno a dirlo, è stato un successo. Le favole di oggi sono storie vere: l’esempio non lo dà la morale alla fine del libro, ma l’esperienza di una persona in carne e ossa o vissuta nel passato. Questo è l’obiettivo del progetto della startup Timbuktu Labs: si chiama “Good Night Stories for Rebel Girls”, in italiano “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, ed è una collezione di 100 storie illustrate da 100 artiste che celebrano altrettante donne straordinarie. 

Per finanziarsi, il libro ha lanciato una campagna di Kickstarter lo scorso 27 aprile ed  in pochi giorni ha superato ampiamente l’obiettivo iniziale di 40 mila dollari.

 

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Good Night Stories for Rebel Girls” è il libro di favole dei giorni nostri. Alle bambine racconta donne vere: che hanno fatto qualcosa di grande, o che nella loro vita hanno dovuto superare molti ostacoli, dovuti al lavoro che fanno, al colore della loro pelle o semplicemente al fatto stesso di essere nate donne. I profili spaziano: pittrici, scienziate, danzatrici, astronaute, del passato o del presente, da tutto il mondo. Frida Kahlo, Elisabetta I, Serena WIlliams: hanno in comune una vita fuori dal comune, un ruolo importante nella storia del loro settore.

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Timbuktu Labs è una startup con base a Los Angeles che produce contenuti e servizi per bambini con una particolare attenzione alle bambine. Ve ne avevamo già parlato per l’e-book sulla vita di Margherita Hack e per il progetto di riqualificazione urbana dei parchi giochi.

 “Nel nostro percorso da imprenditrici abbiamo spesso desiderato di essere cresciute circondate da più modelli femminili in ruoli di leadership” spiega Elena Favilli, amministratore delegato di Timbuktu Labs. “Ci sproniamo costantemente a farci avanti e compriamo libri sul superamento degli stereotipi di genere…ma questo genere di letture arriva troppo tardi. Essere esposte quanto prima a una narrazione diversa della femminilità è fondamentale”.

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L’idea del libro di favole che mostra un esempio di “eroina” diverso dal solito, strutturato su vite vere e persone esistite mira a ispirare le bambine, e a spingerle ad esplorare le loro potenzialità. Questo, secondo le due fondatrici di Timbuktu Labs è il senso di una “favola moderna”.  

Lavoriamo nel mondo dei media per bambini da 5 anni e vediamo ogni giorno in prima persona quanto i libri per bambini propongano storie ancora imbevute di stereotipi di genere – spiega Francesca Cavallo, co-fondatrice e direttrice creativa di Timbuktu – I genitori non hanno molta scelta, ma molti di loro sono preoccupati e vogliono far crescere i propri bambini a contatto con storie che propongano modelli femminili moderni. È per loro che stiamo creando questo libro”. 

Ciascuna storia sarà illustrata da una illustratrice diversa proveniente da ogni angolo del mondo: l’idea del progetto è anche mostrare il lavoro di queste artiste. 

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Leggi anche: La vita di Margherita Hack in un fumetto

Leggi anche: Astrosamantha e le tank girl: perché portare le bambine a vedere il film su Cristoforetti

Fonti:

http://ischool.startupitalia.eu/education/54064-20160504-favole-100-donne

http://www.autostraddle.com/rebel-girls-the-totally-badass-suffrage-exploits-of-yore-that-gave-us-todays-voting-rights-260695/

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* Quando sarò vecchia…


11693803_977570422287172_4214243004104480377_nQuando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si intona e non mi dona.
E spenderò la mia pensione in brandy e guanti estivi
E in sandali di raso, e poi dirò che non abbiamo soldi per il burro.
Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
E arrafferò assaggi di cibo nei negozi, suonerò tutti i campanelli
Farò scorrere il mio bastone sulle ringhiere
E mi rifarò della sobrietà della mia giovinezza.
Uscirò in pantofole sotto la pioggia
E raccoglierò fiori nei giardini degli altri
E imparerò a sputare.

Quando sei vecchia puoi indossare assurde camicie e ingrassare
E mangiare tre libbre di salsicce in un colpo solo
O solo pane e sottaceti per una settimana,
E accumulare penne e matite e tappi di bottiglia e cianfrusaglie nelle scatole.

Ma ora dobbiamo indossare vestiti che ci tengano asciutti,
E pagare l’affitto e non dire parolacce per strada
E dare il buon esempio ai bambini.
Dobbiamo invitare amici a cena e leggere il giornale.

Ma forse dovrei cominciare a fare un po’ di pratica adesso?
Così chi mi conosce non rimarrà troppo scioccato e sorpreso
Quando improvvisamente sarò vecchia, e comincerò a vestirmi di viola”.
~ Jenny Joseph ~

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Jenny Joseph è una poetessa inglese nata nel 1932.

Questa poesia, il cui titolo originale è WARNING è tratta dalla sua raccolta “Rose In The Afternoon” e secondo un sondaggio indetto dalla BBC è stata votata come la più popolare del dopoguerra.

Dai noi è poco conosciuta, ma all’estero i suoi versi, hanno creato dei veri e propri club, in cui si ritrovano queste signore non più giovani ma briose, che vestono di viola indossando un cappello rosso.

 

Leggi anche : “Non ho l’età”

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* La buona notizia del venerdì: Il ” Nobel per la scuola 2016” va a una maestra palestinese: “Basta con la violenza”

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La maestra elementare di Betlemme, 5 figli, vincitrice del Global Teacher Prize, il premio da un milione di dollari per il docente che si è maggiormente distinto nel suo lavoro:

“A noi palestinesi hanno portato via la terra perché eravamo ignoranti. Sono nata e cresciuta in un campo profughi tra violenza, soprusi e tensione quotidiana. Non ho avuto una vera infanzia e invece vorrei che i nostri figli, che tutti i bambini del mondo, potessero ridere, giocare, imparare a convivere in un clima sereno. Sono diventata insegnante per crescere una generazione che sappia vivere in pace”.

Hanan Al Hroub, 43 anni e cinque figli, maestra elementare nel campo profughi palestinese di Betlemme, ancora non riesce a credere di aver vinto il premio Nobel dei professori,  indetto dalla Varkey Foundation.

È la miglior docente del mondo dopo aver battuto altri ottomila candidati. Il sorriso occupa tutto il suo bel volto mentre le immagini della sua terra, dei giorni in classe, tra timori e speranze confinate nel campo, diventano realtà in un fiume di parole.

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Cosa dirà ai suoi studenti domani?
“Che sono il futuro dell’umanità, che le nostre armi sono solo l’educazione e l’istruzione. Con quelle possiamo cambiare il mondo, farlo diventare un luogo più giusto e pacifico”.

Cosa farà con il milione di dollari del premio?
“Vorrei usarlo per aiutare chi, di qualunque paese, vuole studiare e non ha i mezzi. O per i professori che vogliono imparare il mio metodo per combattere la violenza e l’aggressività”.

Da cosa è nato il suo metodo?
“Studiavo letteratura inglese all’università. Un giorno mio marito, mentre tornava a casa con i figli, è stato ferito a colpi di fucile dai soldati israeliani. I bambini hanno assistito impotenti, lo hanno visto a terra, coperto di sangue. Sono rimasti scioccati, non riuscivano più a studiare, ad uscire di casa. Era già difficile prima, vivere tra check pont e arresti. Dopo il ferimento non erano più gli stessi. Allora ho deciso: ho lasciato l’università e sono diventata io la loro maestra, ho cercato di riavvicinarli allo studio con il gioco e, giorno dopo giorno, anche i compagni di scuola hanno cominciato a venire da noi. Imparavano divertendosi. Decidere di insegnare in una vera classe è stato il passaggio successivo “.

Come insegna?
“È difficile per ragazzini che crescono in un clima di violenza, ingiustizia e sopruso concentrarsi, studiare. Diventano facilmente aggressivi perché sono tristi, frustrati dalla realtà. Così quando arrivano a scuola cerco di essere allo stesso tempo un’insegnante e una sorta di genitore che li conosce a fondo, sa le loro debolezze e i loro problemi. Attraverso il gioco li educo ad ascoltare gli altri, a comprendere le opinioni diverse, ad accettare la sconfitta senza rabbia. Creo un clima di collaborazione, fiducia, rispetto. E i risultati si sono visti: meno aggressività, voti migliori”.

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La sua è una vittoria per la Palestina?
“Sì, con me hanno vinto tutti i docenti del mio paese. Dedico a loro la mia vittoria e anche a tutti i professori che insegnano in condizioni difficili, a chi come me crede che l’educazione, il sapere, siano le armi per cambiare il nostro futuro, il mondo. A noi palestinesi hanno portato via la terra perché eravamo ignoranti, ma le cose cambieranno. Come dice il verso di un poeta palestinese: “Nel corso del tempo potremo magari fare cose da prigionieri, ma stiamo educando la speranza””.

Il Papa ha annunciato la sua vittoria.
“Sono ancora incredula che una persona della sua levatura religiosa mi abbia nominata, che abbia ricordato il diritto dei bambini a giocare, ridere, che abbia parlato dell’importanza dei professori nel segnare le vite. Vorrei incontrarlo, le sue parole hanno significato per me che veramente c’è una volontà comune di combattere la violenza e vivere in pace”.

 

Fonte:

http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/15/news/hanan_al_hroub_io_la_maestra_migliore_del_mondo_tra_i_bambini_del_campo_profughi_-135578369/

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* La buona notizia del venerdì: Siccome siamo donne …

Sono sempre più numerose le donne che nel mondo con grande coraggio si battono per la difesa dei diritti umani, dell’ambiente e degli animali.

Spesso le loro storie straordinarie non sono molto note.

C’è chi ha lasciato tutto per partire per il Nepal e aiutare i bambini rimasti orfani, ci sono donne che nei Paesi in via di sviluppo vivono solo in nome della ricerca dell’acqua potabile, donne che difendono i nativi americani e gli alberi.

Ecco 10 storie straordinarie, tutte da scoprire, che vedono protagoniste delle donne davvero coraggiose.

 Silvia, scrittrice non udente

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Silvia è una pittrice e una scrittrice non udente che vive in provincia di Mantova. E’ appassionata di discipline bio-naturali e si dedica all’autoproduzione. Coltiva l’orto e prepara in casa saponi e detersivi per il bucato. Grazie al baratto riesce a risparmiare molto e a vivere una vita semplice e serena.

 La donna che regala tatuaggi a chi ha subito una violenza domestica

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La tatuatrice Flavia Carvalho ha scelto di aiutare le donne vittime di violenza domestica o che hanno subito qualche importante intervento come una mastectomia regalando loro dei tatuaggi che servano a coprire le cicatrici e a farle sentire un po’ meglio.

 La donna mollata all’altare che ha invitato i senzatetto al banchetto di nozze

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Una ragazza californiana è stata lasciata dal futuro sposo per telefono pochi giorni prima delle nozze. La giovane ha deciso di contrastare il dolore con un gesto di solidarietà e ha così pensato di invitare i senzatetto a quello che avrebbe dovuto essere il banchetto del suo matrimonio e che ormai era già stato organizzato.

 Donne di terra che cambiano il mondo

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In Perù le donne sono riuscite a farsi strada nella società grazie all’agricoltura e ora sono le più importanti sostenitrici dell’agricoltura biologica. Con la frutta e lo zucchero di canna bio producono marmellate di pace e dicono addio alla coltivazione della cocaina.

 La signora dell’acqua

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Darlene Arviso è soprannominata la “signora dell’acqua”. E’ una donna instancabile che ogni mese percorre centinaia di chilometri per distribuire questo bene prezioso a 250 abitazioni che ne sono sprovviste. Non accade in Africa, come saremmo istintivamente portati a supporre, ma nel New Mexico, in un angolo sperduto degli Stati Uniti abitato da nativi americani.

 La ragazza che si dedica agli orfani in Nepal

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Maggie Doyne, neodiplomata e in attesa di iniziare l’università, ha deciso di prendersi un anno sabbatico per girare il mondo: il suo viaggio l’ha condotta fino in Nepal, dove ha incontrato i piccoli orfani della guerra civile e in seguito ha deciso di occuparsi di loro in modo stabile, cambiando per sempre la loro vita e la propria.

La donna che aiuta i nativi americani

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Rochelle Ripley si dedica da sedici anni a migliorare le condizioni di vita dei nativi americani attraverso l’organizzazione no-profit Hawkwing. Per la sua dedizione all’antico popolo dei Lakota, Rochelle Ripley è stata inserita dalla CNN nella Top 10 del premio Hero of the Year.

 La signora dei bradipi

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Monique Pool ha fondato il Green Heritage Fund Suriname, una no-profit che si occupa delle conservazione della biodiversità nella foresta tropicale in America Latina e della protezione, della riabilitazione e del reinserimento nel loro habitat naturale dei bradipi e di altri mammiferi.

 La donna indiana madre degli alberi

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Saalumarada Thimmakka ha 103 anni ed è un’ambientalista indiana. Vive a Hulika, un villaggio a Karnataka in India e trascorre ogni giorno della sua vita a curare i 384 alberi di baniano piantati assieme al marito. Leggete la sua toccante storia di dedizione e di coraggio.

 

 The Water Wives

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In India la mancanza di acqua potabile dà origine a vicende davvero tragiche, come quelle delle donne che vivono solo in nome dell’acqua da andare a recuperare ogni giorno per la famiglia percorrendo a piedi decine di chilometri. Si tratta spesso di seconde o terze mogli ormai poco considerate dai mariti il cui unico scopo nella vita diventa l’approvvigionamento dell’oro blu.

http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/18638-donne-coraggiose-2015

http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/19252-dorothy-stang-missionaria-ambientalista-amazzonia

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*La buona notizia del venerdì: Insegnare è una passione senza età

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102 ANNI 

ECCO L’INSEGNANTE PIÙ ANZIANA E ADORABILE DEGLI STATI UNITI

Ha compiuto 102 anni lo scorso 12 gennaio, ma ha lo spirito di una ragazzina e, a detta del suo medico, il cuore di una quarantenne. Stiamo parlando della più anziana insegnante americana che, a dispetto del tempo che passa, continua a lavorare a tempo pieno in una scuola del New Jersey.

La protagonista di questa storia si chiama Agnes Zhelesnik, ma per i suoi studenti e per i colleghi della Sundance School è, molto semplicemente, Granny, la nonna.

La sua storia è così particolare da sembrare la sceneggiatura di un film: dopo una vita da casalinga, nel 1990 sua figlia, insegnante di arte presso l’istituto del New Jersey, le propone di collaborare con la mensa della scuola.

Agnes ha già ottant’anni, ma accetta molto volentieri.

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Qualche tempo dopo, quando si libera una posizione per tenere lezioni di cucito e di cucina a bimbi di cinque e sei anni, Agnes capisce che è l’opportunità che fa per lei e, a dispetto dell’età avanzata, ottiene l’incarico. Nelle sue classi regna un’atmosfera gioiosa, proprio come nella cucina di una nonna, un contesto protetto e rilassato in cui i piccoli possono esprimere la propria creatività e imparare divertendosi.

Per i suoi bambini Agnes ha realizzato a mano dei graziosi grembiulini colorati, in modo che non si sporchino nel corso delle sue lezioni, e, grazie alla sua indiscussa abilità di sarta, è responsabile anche della fabbricazione dei costumi delle loro recite scolastiche. Vedere i bambini muoversi sul palcoscenico indossando le sue creazioni è per lei una grande soddisfazione.

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Oggi Agnes Zhelesnik è ancora lì, straordinariamente lucida, attiva e, da un po’ di tempo, anche famosa: la sua storia, venuta a galla qualche anno fa, ha commosso gli Stati Uniti, spingendo diverse testate a dedicarle articoli e servizi e a celebrare, ogni anno, i suoi compleanni.

Proprio due giorni fa questa insegnante tanto speciale ha spento ben 102 candeline e, come accade ormai da vent’anni a questa parte, ha voluto trascorrere la ricorrenza insieme ai suoi piccoli studenti, a scuola, nel luogo che ama di più e in cui è più felice. Il luogo che l’ha ringiovanita e che le infonde, ogni giorno, energia ed entusiasmo.

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E a chi le chiede quale sia il segreto della sua longevità, Agnes risponde con una semplicità disarmante:

Basta essere felici di quello che si fa. Questa per me è la vera felicità.

http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/18917-insegnante-piu-anziana-usa

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* 2016: la manifestazione dell’amore

La Manifestazione dell’Amore

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“…il 2016 è un anno in cui bisognerà prestare molta attenzione alle emozioni, cercando di evitare le reazioni, portando intenzione ed energia verso la trasformazione spirituale che non può essere distinta dalla cultura e dagli aspetti più quotidiani dell’esistenza” 

(Guida Astroenergetica 2016)

Il messaggio di quest’anno è di cambiamento, di risveglio ma anche di azione verso una manifestazione che sia più adeguata agli obiettivi significativi della nostra esistenza.

Amare rientra tra questi ma ,come dicono i grandi maestri , l’Amore racchiude il cerchio delle esperienze umane, quindi in quest’energia rientra tutto quello che possiamo fare per noi stessi, per gli altri.

Questo periodo di festa ma anche di riposo è stato un momento per riflettere e progettare meglio il cammino, di ascolto, di comprensione.


Anche quest’anno propongo le riflessioni astroenergetiche attraverso i movimenti planetari, portali cosmici e quant’altro può essere di aiuto per i percorsi di crescita, di consapevolezza e di realizzazione.

All’interno troverai livelli energetici giornalieri, giorni propizi e l’indicazione dei principali portali planetari presenti ogni mese con suggerimenti per il tuo percorso.

Le novità di quest’anno sono l’individuazione dei giorni propizi per i diversi progetti che possono essere presenti nella nostra vita.

Ho preferito sviluppare la Guida in un percorso più completo e che renda il lavoro sempre più pratico e alla portata di tutti.

Per questo ho scelto di presentare l’anno secondo linee generali e poi dedicare un numero della Guida per ogni mese.

Per ringraziare chi mi segue con passione e impegno ho scelto di regalare il mese di gennaio a tutti coloro che acquisteranno la Guida Astroenergetica generale entro il 31 dicembre.

La guida mensile di gennaio vi verrà inviata con una mail a parte. Grazie per la vostra fiducia.

Auguro a tutti un anno pieno di Amore. Buon 2016!

 

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Guida Astroenergetica 2016 (linee generali)

Guida per il mese di gennaio

Guida Astroenergetica (tutti i numeri)

 

Fonte:

La Guida Astroenergetica 2016

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* Sebben che siamo donne…

 

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Dodici scienziate provenienti da cinque paesi diversi, ciascuna impegnata in una diversa disciplina, dall’astrofisica, alla biologia, la genetica, l’archeologia, la medicina, etc.

Il ritratto di Bret Hartman per il TED Fellows Retreat, abbatte gli stereotipi.

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* La buona notizia del venerdì: La libraia di Bagdad

La 22enne Ruqaya Fawziya è la prima (coraggiosa) donna a vendere i libri per le strade di Baghdad!

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In Iraq nella capitale Baghdad, in Al-Mutanabbi Street, centro intellettuale della città nell’ottavo secolo e oggi via costellata da bancarelle-librerie, apre la prima gestita da una donna, la 22enne Ruqaya Fawziya.

In una realtà tipicamente occidentale, la storia di Ruqaya Fawziya sarebbe sicuramente passata inosservata, ma a Baghdad questa giovane 22enne ha suscitato clamore e scandalo.

Ora parlare di Al Mutanabbi Street, via che prende il nome da al-Tayyib al-Mutanabbi, uno dei massimi esponenti della poesia araba e che è stata un rifugio per scrittori e artisti di tutte le religioni a partire dall’VIII secolo, equivale a parlare del cuore pulsante dell’ambiente culturale iracheno: è infatti sede di librerie e caffè letterari che danno vita ad una specie di biblioteca all’aperto. 

Al-Mutanabbi Street, va ricordato, è anche tristemente famosa per l’attentato del 2007, che ha coinvolto 27 persone, rimaste uccise.

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In seguito, è partito il progetto “Al Mutanabbi Street Starts Here”, su iniziativa di un libraio californiano che, per mostrare la propria solidarietà ai librai e ai lettori di Baghdad, ha raccolto “pubblicazioni” di 260 artisti da tutto il mondo, dando vita a una mostra itinerante.

Come dichiarato dalla stessa ragazza, la sua famiglia e le persone a cui raccontava l’idea di vendere libri per strada, hanno iniziato a sostenerla solo una volta intrapreso il progetto.

Quanto ai passanti e ai clienti, invece (come racconta jl sito bookpatrol.net, da cui sono tratte le immagini) Ruqaya racconta: “Non ho affrontato molestie di alcun genere dalle persone che visitano Al-Mutanabi Street; ma, a volte, la gente mi guarda con sorpresa, forse perché non ha familiarità con una donna che vende libri. Ma ci sono anche molte persone che, al contrario, mi incoraggiano”.

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La famosa strada di Baghdad ha portato fortuna a Ruqaya: durante la manifestazione “Sono un iracheno, leggo”, ha incontrato il suo attuale marito, che ha sposato con una dote di 500 libri donati immediatamente e 1000 da donare in caso di divorzio.

Una donna coraggiosa e una ragazza che ha inseguito e lottato per il suo sogno. Una realtà che può cambiare con esempi positivi, dal basso,dalle cose piccole ma importanti come la diffusione della cultura attraverso i libri.

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Sono un iracheno, sto leggendo” è una manifestazione spontanea nata su iniziativa di un gruppo di giovani iracheni per promuovere le buone pratiche del libro e della lettura.

Centinaia di ragazzi si danno appuntamento a fine settembre sulla riva del Tigri per leggere e discutere dei loro libri preferiti.

Fonti:

http://it.blastingnews.com/cronaca/2015/06/a-baghdad-la-prima-donna-libraia-00437797.html

http://www.illibraio.it/baghdad-libreria-gestita-donna-192937/

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* La buona notizia del venerdì: I giovani italiani alla guida del Louvre

Oh,les italiens!

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Dalla direzione generale alle biglietterie, emigrati d’eccellenza nei posti chiave

«Oh,les italiens!». Gli sbuffi d’impazienza di Nicolas Sarkozy ai tempi dello scontro sulla Bce sono al Louvre sospiri di ammirazione: «Oh, les italiens!». E non solo per Leonardo e Raffaello e Giotto e Botticelli e Beato Angelico e tutti gli altri geni la cui luce illumina sfolgorante le gallerie.

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Italiano è il presidente del comitato scientifico del museo, Salvatore Settis, già direttore del Getty Research Institute di Los Angeles e della Scuola Normale di Pisa e presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali prima di dimettersi in polemica con Sandro Bondi.

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Italiano è l’architetto Mario Bellini che con il francese Rudy Ricciotti e con imprese in buona parte italiane, sta facendo il nuovo stupendo dipartimento di Arti islamiche scavando (senza chiudere un giorno le gallerie coi capolavori ai piani di sopra: inimmaginabile, da noi) fin sotto le fondamenta del palazzo.

Italiano è il responsabile delle biglietterie che vendono quasi 9 milioni di ticket all’anno, Antonio Fabro.

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Italiana Federica Mancini, del Dipartimento arti grafiche e Daniela Miccolis della Direzione Lavori e Monica Preti, responsabile della programmazione di storia dell’arte dell’Auditorium e tanti altri che, lasciata un’Italia disinteressata se non ostile ai giovani di eccellenza, si sono presi lo spazio giusto nel più grande museo del pianeta.

 

MILAN, ITALY - NOVEMBER 30: Deputy Managing Director Claudia Ferrazzi of the Louvre museum attends the exhibition opening of Antonio Canova's "Amore e Psiche" and Francois Gerard's "Psyche at l'Amour" at the Palazzo Marino on November 30, 2012 in Milan, Italy. (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

Su tutti Claudia Ferrazzi, bergamasca con papà veneziano (il secondo chirurgo a fare un trapianto di cuore in Italia) e mamma romana, che si è guadagnata i galloni di «administrateur général adjoint», a dispetto dell’età (34 anni, ma ne dimostra perfino meno), a dispetto dell’essere sposata e a dispetto di essere mamma di due bimbi piccoli. «Handicap» che nell’Italia familista e gerontocratica, diciamolo, le avrebbero impedito di salire non solo ai massimi vertici di un grande museo ma perfino d’avere delle responsabilità aziendali: «Sei una ragazza, aspetta il tuo turno».

È anche in questa capacità di spalancare le porte ai migliori comprese le donne, giovani e mamme, aiutate da una rete di servizi pubblici e dalla possibilità di scaricare il 50% dei costi di una collaboratrice domestica (con abbattimento parallelo del lavoro nero) che vedi la differenza abissale tra il «loro» modo di gestire un tesoro culturale e il nostro.

…….
Il museo si rivolge direttamente ai cittadini. In questi mesi il sito Internet lancia nella home page un invito: «Tutti i mecenati!». Vi si spiega che il Louvre, per il nuovo padiglione d’arte islamica coperto dallo spettacolare «foulard» dorato di Bellini, vuole ricostruire i «Tesori del Cairo», due magnifiche opere architettoniche, ma ha bisogno di soldi. E spiega a tutti i possibili mecenati, siano privati o siano imprese, come fare le donazioni.

Un gesto di amore per l’arte, ma incoraggiato dallo Stato, spiega Claudia Ferrazzi: «Il cittadino comune può detrarre dalle tasse il 66% di quanto regalato, l’impresa (con alcune regole, ovvio) fino al 90%». Funziona? Altroché: la colletta per i «Tesori del Cairo», ora per ora aggiornata online, è già al 70%. E lo sforzo farà probabilmente il bis del successo del 2010, quando il Louvre lanciò il 13 novembre una campagna per rastrellare i soldi necessari a comperare le «Tre grazie» di Lucas Cranach: qualcuno donò un euro, altri quarantamila, ma a Natale i soldi erano già in cassa.

……

E visto che al Louvre c’è questa squadra di italiani che conosce da dentro quella realtà con 13 chilometri di percorsi espositivi, non sarebbe il caso di chieder loro dei consigli? Per restituire vita all’area di Lens, zona industriale sempre più de-industrializzata, ad esempio, Stato ed enti locali hanno deciso di investire nel nuovo «Louvre-Lens» (il museo metterà opere, esperienza e nome) 201 milioni. Un mucchio di soldi. Ma i promotori sono sicuri: ne faranno girare, con tutto l’indotto turistico, sette volte di più. Un miliardo e quattrocento milioni.

Vuoi vedere che non è vero che con la cultura non si mangia?

Oh,les italiens!

( una notizia non proprio recente diventa attuale )

Fonte:

Gian Antonio Stella

http://www.corriere.it/cultura/12_febbraio_24/stella-italiani-guida-louvre_db548d4c-5eeb-11e1-9f4b-893d7a56e4a4.shtml