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* Il gatto di Tolkien

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Il gatto ben pasciuto
che sta sullo zerbino
sembrerebbe che sogni
di topi uno spuntino
saporito e abbondante
e panna a sazietà.
Ma può darsi, chissà,
che pensoso cammini,
indomito e altero,
dove i padri felini
ruggivano davvero;
combattevano scarni
e scaltri, e nelle tane
profonde si acquattavano
per saziare la fame.
A Oriente banchettavano
con bestie prelibate
e di teneri uomini
con carni delicate.

Il più antico felino,
il leone gigante,
sfoggia artigli d’acciaio
sulle robuste zampe.
Ha gran denti crudeli
e fauci insanguinate.
Ci son poi le pantere,
belve nero-stellate
dalle zampe leggere,
che spesso con un salto
balzan sopra la preda
elastiche dall’alto.
Là dove assai lontana
nereggia la foresta
nell’ombra, cupa e arcana.
Lontani sono ancora,
son liberi e selvaggi.
Il gatto è sottomesso,
fatto schiavo dagli agi.
E’ un gatto ben pasciuto
che sta sullo zerbino;
è curato e tenuto
come un bel gingillino.
Che sogni topi e panna
potrebbe anche sembrare;
ma il suo cuore felino
non può dimenticare.

J.R.R. Tolkien

Immagine reperita sul web
#tolkien #cats

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* La buona notizia del venerdì: Bollette e mutuo addio!

Bollette e mutuo addio! La micro-casa off-grid costruita in 4 mesi con 33mila dollari

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Non fatevi ingannare dalla facciata esterna. All’interno di questo ex-rimorchio c’è una casa in miniatura incredibilmente spaziosa e lussuosa.

Questa tiny house off grid è stata costruita e arredata da Andrew e Gabriella Morrison in soli 4 mesi per appena 33 mila dollari.

Questo soprattutto perché è stato possibile bypassare molte delle norme edilizie e dei regolamenti che solitamente riguardano la costruzione delle case. Anche se le misure sono micro, gli alti soffitti inclinati e le pareti bianche danno l’illusione che al suo interno ci sia molto spazio.

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La coppia ha anche posto la cucina completamente attrezzata e il bagno alle estremità opposte per massimizzare l’intera larghezza del rimorchio.

Anche vetri e finestre sono strategiche per dare un senso di maggiore profondità e portare luce naturale, oltre ad offrire una vista fuori al bosco di proprietà. Moltissimi i posti in cui riporre oggetti e vestiti, dagli armadi, che fungono anche da divisori fisici tra le “stanze” della casa, ai riquadri sotto la scala che sale fino alla camera da letto matrimoniale soppalcata.

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La casa è scollegata dalla rete elettrica e da quella idrica.

Il bagno, infatti, presenta una Compost toilette. Questo vuol dire poter dire addio non solo alle tasse sulla casa, ma anche alle bollette.

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“Dal momento che abbiamo scelto di costruire una casa piccola piuttosto che una casa grande, siamo stati in grado di pagare per i materiali in contanti e ora abbiamo la sicurezza che ci sarà sempre un posto su questo pianeta in cui possiamo vivere liberi. Ed essendo fuori dalla rete, non siamo tenuti a pagare le bollette”, scrive Gabriella sul suo Tiny House Blog.

http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/14370-bollette-mutuo-addio-micro-casa-off-grid

“Casa mia,casa mia, per piccina che tu sia tu mi sembri una badia”

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* Per continuare a sognare

manuale del sognatore

 Fonte:http://labottegaimmaginaria.tumblr.com/

“Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico.”

Carl Gustav Jung

La lunga strada della civiltà è lastricata da sogni avveratisi! Siamo fatti della stessa materia dei sogni, ha detto qualcuno, e dato che il pensiero crea la realtà …sognare è immaginare il futuro che verrà e realizzarlo!

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* La buona notizia del venerdì: I Cat Cafè anche a Torino e a Roma

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Che cos’è un Cat Cafè?

E’ una caffetteria dove si può consumare un cappuccino, un tè, una fetta di torta e non solo, rilassandosi in compagnia di gatti simpatici e amorevoli.

ll concetto deriva dal lontano oriente. Il Neko Cafè (Neko significa gatto in giapponese) ha avuto origine a Taiwan nel 1998, ma ha avuto maggior successo in Giappone. Il primo Neko Cafè giapponese ha aperto ad Osaka nel 2004 e a oggi si contano circa 40 Neko Cafè nella sola Tokyo e ben 150 in tutto il Giappone.

Il primo Cat Cafè europeo ha aperto a Vienna, a maggio 2012. Nel 2013 locali simili sono sorti a Budapest, San Pietroburgo, Berlino, Monaco, Parigi, Madrid e a brevissimo arriverà anche a Londra.

Torino ha dalla sua una tradizione di prima capitale d’Italia, ed è sempre stata una fucina di idee per l’anticipazione del futuro; è la “Città dei salotti” per antonomasia, ospita il Museo Egizio (il più importante al mondo dopo Il Cairo; vale la pena segnalare che i gatti erano venerati nella cultura egizia).

Inoltre, il gatto è indissolubilmente legato anche al tema della “Torino, città magica”. Infine, nel rapporto “Ecosistema Animali” 2011 di Legambiente, Torino si è classificata tra i 3 comuni più virtuosi attenti a cani e gatti.

 

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MiaGola Caffè a Torino Via Giovanni Amendola 6D

A tutti coloro che sono appassionati di animali, in cerca di una pausa di benessere in cui poter socializzare con i gatti; e in particolare:

-a chi ha perso il gatto e/o a chi non è in grado di mantenerlo

-al professionista lontano da casa che deve rinunciare alla compagnia del proprio animale domestico

-alle famiglie che vorrebbero prenderne uno, ma vorrebbero prima capire cosa comporti

-a chi è stressato e ricerca una pausa rigenerante in compagnia di un amico a quattro zampe

-ai single di ogni età che trovano un nuovo ambiente di interazione sociale

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Neko Cafè, il bar dei gatti a Torino.

il Neko cat cafè è gestito da un’associazione animalista che si dedica al benessere dei gatti abbandonati, e indirettamente anche degli umani che qui potranno curare stati d’ansia con la “ron ron terapia” ( esiste veramente, l’hanno inventata in Francia…)
Dalla pagina facebook che ha già quasi 10.000 seguaci, i gestori avvisano che la sala da tè aprirà non appena i sette gatti lì ospitati, tutti con un passato difficile alle spalle, si saranno ambientati e si sentiranno pronti ad accogliere gli avventori.
E dopo aver bevuto un tè, mangiato una torta vegana e aver placato lo stress con il gatto sulle ginocchia potrete di certo fotografarlo e partecipare al grande fenomeno di massa della condivisione del gattino sui social network

– il locale sarà provvisto infatti di wi-fi gratuito.

Neko cafè, via Napione 33, Torino. http://www.nekocafe.it

 

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Romeow Cat Bistrot a Roma.

Nel quartiere Ostiense (in via Negri), a fine ottobre aprirà un locale che si ispira ai Neko café giapponesi

Presto anche i romani potranno bere il cappuccino con un gatto sulle ginocchia.

Liberi tra i tavoli del Romeow si aggireranno sei gatti: Romeo, Maos, Nino, Frida, Lamù, Irì. Il menu, naturalmente, sarà vegano e vegetariano.

I due chef spazieranno tra le cucine dei 5 continenti, rispettando stagionalità delle materie prime. La pasticciera preparerà dolci raw e vegani, e smoothies

I gestori promettono non un semplice bar che ospita gatti ma un raffinato bistrot, aperto dalla colazione al dopocena.

Romeow Cat Bistrot – da fine ottobre. Via Francesco Negri, 15 – tel.06 5781345 

 

Fonti:

http://www.virtualrome.com/romeow-cat-bistrot-a-roma-il-bar-con-gatti-apre-a-ostiense/

http://www.nekocafe.it

http://miagolacaffe.it/

Altre buone notizie:

” Flash mob per incoraggiare l’allattamento al seno” di Marisa Moles

 

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* Primo giorno di scuola: disegna la felicità

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Dice no con la testa

ma sì col cuore

dice sì a ciò che ama

dice no al professore

è in piedi

lo interrogano

e tutti i problemi sono posti

d’un tratto gli prende la ridarella

e cancella tutto

le cifre e le parole

le date e i nomi

le frasi e le trappole

e malgrado le minacce del maestro

tra gli schiamazzi dei bambini prodigio

con i gessi di tutti i colori

sulla lavagna dell’infelicità

disegna il volto della felicità.

Jacques Prévert

Paroles ( 1945 )

 

 

traduzione di Marco Vignolo Gargini
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* La buona notizia del venerdì:Il bus del tè, per coltivare relazioni

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Giuseppe viaggia attraverso l’America del nord a bordo della sua Edna Lu per offrire una tazza di tè verde a chiunque metta in comune un momento di conversazione e di scambio di saperi. La sua ribellione, aiutare le persone a rallentare e a sperimentare convivialità, ha ispirato tante persone in tutto il mondo, dal Canada all’Australia, che ogni giorno mettono a bollire l’acqua per dei perfetti sconosciuti

Giuseppe Spadafora, in arte Guisepi, viaggia attraverso l’America del nord a bordo della sua Edna Lu, un vecchio scuolabus trasformato in casa del tè.

L’idea è quella di una piccola rivoluzione nonviolenta: offrire una tazza di tè verde a chiunque si regali un po’ di tempo per condividere un momento di conversazione e di scambio. Perché farlo? Semplicemente perché nella nostra società ce n’è tanto bisogno. Alla stregua di una piccola ape operaia intenta nell’impollinazione di quanti più fiori riesce a incontrare nel suo percorso, Guisepi porta e lascia dietro di sé un caloroso messaggio: coltivare il vivere comunitario, l’interazione umana, il benessere psicofisico e la condivisione del sapere.

La scelta di questo giovane potrebbe sembrare bizzarra e incomprensibile, in realtà nasconde degli obiettivi tanto preziosi quanto faticosi: creare occasioni che favoriscano l’incontro delle persone, al fine di promuovere i legami umani come veicolo per una maggiore comprensione dell’altro, del diverso; partendo da questa inaspettata connessione, incoraggiare la comunicazione, lo scambio di esperienze e di saperi (il bus-tè dispone anche di una piccola biblioteca a cui tutti possono attingere o ingrandire); infine, aiutare le persone a rallentare, così da avere il tempo per riscoprire il profumo della convivialità delle relazioni e per rendersi conto di quante cose ciascuno di noi potrebbe donare e condividere, senza avere in cambio nulla di materiale.

All’origine del Free Tea Party si cela ancora una volta la filosofia del dono, ma non solo. Ritroviamo il principio del vivere con lentezza, che ci ricorda che “tutto possiede la sua specifica velocità e spesso ci concentriamo troppo sulle cose fatte in fretta”; quello della sostenibilità e della permacultura, il cui dogma fondamentale è “prendersi cura del pianeta, avendo cura del suo popolo”; e infine il metodo DIY DIT (do it yourself, do it together, “fallo da te, fallo insieme ad altri”), in pratica riappropriarsi della capacità di curare se stessi, intervenendo direttamente sui propri bisogni e desideri.

Dal 2008 Guisepi ha offerto oltre 23 mila tazze di tè, lungo le strade cittadine, nelle piazze, nei parchi, nelle scuole e in occasione di eventi particolari come feste e festival. Centinaia di persone si sono fermate per sorseggiare lentamente una tazza di infuso, scambiando qualche parola, cantando una canzone e progettando un mondo diverso.

La sua storia, i suoi viaggi, i suoi incontri possono essere ripercorsi visitando il suo sito (http://freeteaparty.org/index.html) e il suo blog (http://freeteaparty.org/blog/), ricchi di foto e di video attraverso cui assaporare l’aroma del tè, nonché della mappa dei luoghi raggiunti finora. La sua rivoluzione ha ispirato tante persone in tutto il mondo, dal Canada all’Australia, che oggi quotidianamente mettono a bollire l’acqua per dei perfetti sconosciuti.

Fonte: redattoresociale.it

Altre buone notizie:

” il campeggio in città per conoscersi meglio” di Marisa Moles

 

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La buona notizia del venerdì:L’oca Becco di rame proposta alle Paraolimpiadi di Rio del 2016

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Becco di rame è stata proposta come mascotte alle Paraolimpiadi di Rio 2016.

In verità si chiama Ottorino ed è un’oca maschio di razza Tolosa di 8 chili che si è distinta per il suo coraggio lottando fino all’ultimo sangue contro una volpe per salvare le penne e gli altri animali della sua fattoria. La volpe le ha strappato via buona parte del becco superiore con un morso.

Trovata dalla sua padrona in una pozza di sangue, per 10 giorni non è riuscita a mangiare malgrado i tentativi di imboccarla della signora Paola Bartolini, che, addolorata, si è rivolta ad Alberto Briganti. Il veterinario, ispirato da un lavoro che stava facendo suo figlio a scuola, ha creato una protesi modellando il rame e l’ha applicata forando il moncherino del becco, cucendolo con filo di acciaio e incollandolo con una resina.

L’oca già dopo poche ore ha saputo utilizzare il becco artificiale per mangiare. Ed è diventata più forte di prima tornando a ricoprire il ruolo di leader sugli altri animali dell’azienda agricola che l’hanno accettato anche così, con una protesi.

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Quando il veterinario inizia a parlare l’oca starnazza, forse riconosce la voce del suo veterinario che dà testimonianza della sua storia.

“Anche se uno è disabile o ha una protesi – evidenzia Alberto ai bambini che stanno ad ascoltarlo seduti tutti attorno a lui e a Ottorino – può essere un leader”.

E poi chiede ai bambini di raccontare qualche storia in cui hanno salvato un animale. Perché sei un eroe se salvi un animale! Ed ecco che si alza Samuel 9 anni che racconta di avere salvato una tartaruga che stava per mangiare un sacchetto di plastica scambiandolo forse per una medusa, e Pippo, 5 anni, che impettito dice che ha raccolto da terra e rimesso in acqua un pesciolino caduto giù dall’acquario, e tanti altri piccoli eroi raccontano che si sono prodigati a favore di ancor più piccoli animali.

Il significato forte del legame uomo-animale. La continuità fra handicap e normalità. Perché non è importante essere normodotato o avere qualche handicap ma la forza di carattere che ti fa superare gli ostacoli, basta un po’ di impegno e volontà.

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Così da un fatto increscioso è nato anche un progetto didattico ricco di valori positivi che si avvale della fiaba illustrata, rivolto alla scuola e agli ospedali pediatrici e la neonata fondazione Becco di rame a favore degli sport per disabili protesici e per la cura e il recupero degli animali selvatici in difficoltà.

Ecco perchè Becco di rame è stato proposto come mascotte delle Paraolimpiadi del 2016 perché testimonia che anche dopo incidenti gravi si può vincere l’handicap ed essere forti come prima, anzi di più.

http://news.supermoney.eu/ambiente/2014/03/becco-di-rame-e-alberto-briganti-alla-lipu-di-ostia-a-favore-dell-handicap-e-dei-bambini-0070133.html

Altre buone notizie:

“Nuovo messaggio per gli alieni” di Spanni

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* La buona notizia del venerdì: Cambiare con un bacio si può

Anche se non se ne parla più ora, in Egitto, la rivolta, è fatta (anche) di piccole cose. Ecco un esempio di come una nazione è decisa al cambiamento.

Il bacio. Importante fonte di contatto fisico fra due persone ed è per questo che assume diverse proprietà e significati a seconda del contesto, ed oggi è diventata in molte culture del mondo una comune forma di espressione d’affetto, ma anche d’amore, passione, amicizia, rispetto, un saluto, e molte altre ancora.

Ma nei paesi musulmani, l’amore quasi non esiste. È più sparso l’onere di sottomissione di una donna al proprio marito o padre. In Egitto è tutt’oggi diffusa l’obbligo di sposare chi i propri genitori designano per le ragazza in giovane età. Ma, come si può ben sapere, tutto s’evolve. Anche in posti dove i divieti sono quasi eccedenti (per i nostri standard), non mancano piccoli segni che ci portano a capire che il cambiamento è dietro l’angolo.

Come ben si saprà, nei paesi islamici, non c’è posto per le effusioni amorose, ed è estremamente vietato ogni tipo di segno d’affetto nei luoghi pubblici, pena la reclusione. E quando l’attivista egiziano Ahmed El Gohary ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto di due giovani amanti egiziani che si baciano in strada, è scoppiata la polemica. Subito è stato lo scandalo.

La foto, ha fatto il giro del mondo. istantaneamente ci son stati, però, commenti totalmente negativi da parte dei connazionali. (negativi è dir poco) : “è contro l’islam”, “andranno all’inferno”, “ è una vergogna che si permetta a certi ragazzi di vivere ancora.”, “ è una foto oscena.” , “è contro la nostra religione.”.

Ma se da un lato, ha scatenato l’ira dei radicali islamici, dall’altro ha scatenato molto il fervore di cambiamento da parte dei giovani egiziani, stanchi delle vincoli dei propri fratelli musulmani. Ed hanno accolto la foto quasi come simbolo della rivoluzione. Ecco la foto in questione:

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Come potete vedere non ha niente di scandaloso, bensì ci ispira solo amore e tenerezza.

Per i nostri standard è una foto normalissima, due amanti che si baciano per strada: lui con i capelli ricci e la felpa col cappuccio, lei col volto incorniciato dallo hijab, il velo islamico. E proprio la ragazza con il velo che risulta scandalosa, poiché il velo si accompagna all’immagine di una donna discreta che non cerca di attirare l’interesse degli uomini.

Divenuto emblema d’amore della sommossa, è accompagnata dalle parole della canzone On the street, dell’artista Youssra El Hawary (egiziano) :

«C’è chi si maledice nelle strade,chi si uccide nelle strade.Chi dorme per terra nelle strade,

chi vende il suo onore nelle strade. Ma sarebbe uno scandalo se un giorno dimenticassimo e ci baciassimo in strada».

Chiedendoci tutti se la foto di questi giovani egiziani diventerà davvero un simbolo, come il bacio romantico davanti all’Hôtel de Ville fotografato da Robert Doisneau nella Parigi del 1950, o come quello tra il marinaio e l’infermiera a Times Square di Alfred Eisenstaedt, icona della fine della Seconda guerra mondiale, vi lascio con qualcos’altro su cui riflettere: la rivoluzione che si sta tenendo in Egitto, non è guidata da nessun capo. Non uno che sproni gli altri a ribellarsi, bensì, sono tante persone, unite e guidate solo dal voler raggiungere un solo scopo: la libertà di scegliere.

 

http://articolarticolando.wordpress.com/2013/10/30/egitto-il-bacio-per-strada-metafora-contro-ogni-divieto/

Altre buone notizie: ” Un bacio può essere la soluzione?” That’s good news

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* La buona notizia del venerdì: Se cerchi un abito da sposa Santa Rita te lo offre gratis

 

Provengono da donne di tutta Italia, dalla Sicilia, dal nord, da Roma e dall’Umbria, ma anche diverse sartorie hanno fornito le loro creazioni, nuove, e altri accessori.

Suor Maria Laura, dell’ordine delle Agostiniane del monastero di clausura Santa Rita da Cascia, mette a disposizione abiti da sposa donati come ex voto alla Santa a ragazze con scarse possibilità economiche. Gratuitamente, o in cambio di una piccola offerta.

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Il monastero dedicato a Santa Rita sorge sulle colline umbre a Cascia.

Il Monastero di clausura è il luogo storico dove Santa Rita visse 40 anni come monaca agostiniana e dove morì, nel 1457, all’età di 76 anni. Il Monastero oggi è un luogo molto frequentato da chi affida ai santi il raggiungimento dei propri obbiettivi.

La comunità monastica composta da circa 40 suore, esprime un costante e quotidiano servizio al prossimo.

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E’ suor Maria Laura, giovane suora di clausura che, insieme alle sue consorelle, gestisce l’atelier, anche grazie all’esperienza di quando, prima di prendere il velo, a 28 anni, lavorava come sarta insieme alla madre.

“Di recente la richiesta, ma anche le offerte, di vestiti si sono fatte più numerose. Forse perché la voce si è sparsa, forse perché l’iniziativa piace o forse perché anche la crisi ha contribuito. Ma va bene così. Siamo felici se il nostro lavoro può aiutare chi ne ha bisogno”.

Noi diamo solo ad altre quello che ci viene donato. – afferma suor Maria Laura- “Con la crisi sono aumentate le richieste, ma è aumentata soprattutto la generosità di chi dona per rendere felice un’altra persona”.

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Un “atelier” – “noi lo chiamiamo così ma scherzosamente” sottolinea la religiosa – al quale si è interessato anche il New York Times, dedicandogli un lungo servizio.

Le future spose possono provare l’abito in uno spazio con tanto di specchi e ricevere i consigli di Suor Maria Laura. Non tutte sono in difficoltà economiche. Alcune scelgono questa opzione per altre motivazioni. Alcune decidono di lasciare una donazione. La cosa è ovviamente a discrezione della sposa. Il lavoro di Suor Maria Laura è molto apprezzato e diverse sono le sartorie che forniscono le proprie creazioni nuove e alcuni accessori.

A chiedere i vestiti arrivano ragazze persino da tutto il mondo: “Recentemente abbiamo ricevuto una lettera da una ragazza americana. Ci ha mandato le sue misure e ci ha chiesto se potevamo aiutarla. Ovviamente abbiamo risposto di sì, ma per scegliere il modello- racconta non senza un sorriso Suor Maria Laura – dovrà accontentarsi delle foto.

“Ciascuna di loro mi è rimasta nel cuore” dice ancora suor Maria Laura.

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Se volete portare il vostro abito sappiate che potete spedirlo al monastero oppure lasciarlo in forma anonima in parlatorio o davanti al portone. Se invece avete appena ricevuto una proposta di matrimonio e siete alla ricerca dell’abito giusto, approfittatene anche per un giro sulle colline umbre.

 

Fonte:http://d.repubblica.it/amoresesso/2014/03/11/news/matrimonio_abiti_sposa_low_cost_gratis_suore_clausura_santa_rita_da_cascia-2047891/

Altre buone notizie:

La pet-therapy funziona anche con i malati di alzhaimer di Marisa Moles.wordpress.com

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* Ti auguro tempo

 

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Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e per il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.


Ti auguro tempo
, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perche’ te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha piu’ senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.


Ti auguro tempo
anche per perdonare.


Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

Elli Michler