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* Quando la Luna e il Sole fanno scintille

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Lui sempre a testa alta illumina l’immenso,
lei abbassa lo sguardo e si immerge nel buio più denso.

Il principio vitale che anima tutte le forme viventi è rappresentato dal binomio Sole/Luna.
Il Sole e la Luna sono rispettivamente l’aspetto positivo e negativo dello stesso principio vitalizzante che governa il perpetuarsi e il mantenimento della Vita in tutte le sue forme.
Al Sole e alla Luna sono legati concetti complementari quali: il maschile ed il femminile, la luce e il buio, il caldo e il freddo, gli elementi del Fuoco e dell’Acqua poiché la vita si manifesta attraverso la polarizzazione del principio vitale.

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La rivedremo di nuovo solo nel 2049, tra 35 anni. Venerdì 13 giugno 2014 è stata una data memorabile per chi ama alzare gli occhi al cielo: una luna piena rara. Rara perchè sono coincise tre variabili indipendenti, come la fase della luna, il giorno della settimana e il giorno del mese.

Era un venerdì 13 di ottobre l’ultima volta che si è vista, nel 2000.

Ma perchè è così rara? i sono circa 13 lune piene in un anno su 365 giorni. Quindi le probabilità che la luna piena capiti nello stesso giorno sono circa il 3,39%. Per la prossima basta aspettare 35 anni.

La luna piena di giugno appare “ambrata” con quel colore che nei secoli le è valso l’appellativo di “luna di miele”.

Un soprannome legato alla tradizione celtica di bere liquore a base di miele durante i matrimoni. Chiamata “Strawberry Moon” in America (“Luna di Fragola”, per commemorare le bacche mangiate dalle tribù autoctone), “Rose Moon” in alcuni paesi d’Europa.

E’ una luna che viene definita come “ alchemica” per il suo significato di trasformazione e di unione che genera la vita: l’energia ed il calore del sole ( elemento maschile) si fonde con la ricettività della terra ( elemento femminile) generando nuova vita e nutrendo la sua crescita ed i suoi frutti.

 

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L’ape, simbolo della trasformazione, muta il nettare dei fiori in miele, alimento fonte di energia e nutrimento. Il miele è il cibo sacro degli dei, rappresenta la sintesi dei principi che generano la vita.

Nella Grecia antica le api erano considerate messaggere delle Muse e la parola aveva anche il significato di sacerdotesse .

In Egitto si narrava che fossero state originate dalle lacrime del dio Ra cadute sulla terra, il miele e la cera erano quindi ritenuti prodotti sacri.

Per i Celti le api erano portatrici di luce e l’idromele era una bevanda sacra per le cerimonie. Per i Babilonesi l’ape era “ dabar” “ parola divina”.

In questo periodo nelle comunità celtiche venivano celebrati i matrimoni in sintonia con l’unione del Sole e della Terra. Probabilmente da questo deriva il termine “ luna di miele”.

Questa luna può anche prendere il nome di luna del cavallo. Oltre ad essere forte e veloce, il cavallo conosce perfettamente le vie che conducono all’Altro Mondo, caratteristiche che ne fanno una guida valida e fedele.

In questo periodo possiamo mettere in atto un cambiamento, possiamo rigenerare e reinventare qualcosa di noi.

E’ il momento di ricaricarci con le energie della natura, mettere in atto i progetti elaborati durante la sosta invernale e messi a punto nella primavera e con determinazione e fiducia nel futuro e nelle nostre capacità di realizzarli.

Così il raccolto sarà abbondante.

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Negli ultimi giorni il Sole ha evidenziato un’attività particolarmente elevata.

Tra il 10 e l’11 Giugno scorso si sono avute ben tre potenti esplosioni, o brillamenti, di classe X.

Da esse vengono emesse ingenti quantità di radiazioni che poi il vento solare potrebbe trasportare verso di noi; c’è ancora la possibilità che nei prossimi giorni possa manifestarsi qualche tempesta solare, per le radiazioni trasportate dal vento solare.

Nel frattempo nuove macchie solari stanno nascendo sulla superficie solari; da queste macchie potrebbero originarsi nuovi brillamenti nei prossimi giorni. L’attività solare è elevata e d’altra parte siamo in uno dei picchi del Ciclo 24.
L’ovale delle aurore boreali raggiungerebbe con le sue propaggini anche le medie latitudini ( da dove potrebbero essere scrutate ), ma attualmente è sempre giorno in sede polare e non è possibile apprezzarle.

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Quando nel Cosmo appaiono insolite configurazioni si creano canali ulteriori di energie di Evoluzione per l’umanità.

Fonti:

http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/tempesta-solare-in-atto

Illustrazione di Jennifer Fox-Baez

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* 22^ Edizione delle Giornate FAI di Primavera

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Sabato 22 e domenica 23 marzo 2014 avrà luogo la ventiduesima edizione delle Giornate FAI di Primavera, grande festa popolare che dalla sua prima edizione a oggi ha coinvolto oltre 7.000.000 italiani e che quest’anno vedrà l’apertura straordinaria di oltre 750 luoghi in tutte le regioni d’Italia, con visite straordinarie a contributo libero.

Un grande spettacolo di arte e bellezza dedicato a tutti coloro che hanno a cuore il patrimonio culturale e ambientale italiano, che avrà come protagonisti centinaia di siti particolari, spesso inaccessibili e che eccezionalmente potranno essere ammirati dal pubblico durante il weekend delle Giornate FAI di Primavera.

Quest’anno le Giornate FAI di Primavera sono dedicate all‘imperatore Augusto nel secondo millenario della sua morte. Tra le 750 aperture in tutte le regioni d’Italia, 120 aperture racconteranno la sua storia.

Questo omaggio ad Augusto è a oggi l’unica manifestazione nazionale che avrà al centro l’opera di rifondazione dello stato imperiale nei suoi vari aspetti evitando di ridurre un uomo politico poliedrico a un mero mecenate dell’arte. Una dedica all’uomo che ha segnato una pausa nella vorticosa espansione dell’Impero Romano, pausa che gli ha consentito di ristrutturarlo e di farlo rinascere. E Roma è diventata una grande capitale, posta al centro del cuore dell’Impero. La storia non sempre si ripete, ma da essa possiamo trarre ispirazione per la rinascita del nostro Paese.

Come gli anni scorsi anche in questa edizione gli iscritti e chi si iscriverà durante le Giornate di Primavera potranno godere di visite e corsie esclusive, perché iscriversi al FAI è un gesto civile e al tempo stesso un “privilegio”.

In numerose città verranno inoltre riproposte, nell’ambito del progetto “Arte. Un ponte tra culture”, le visite guidate per cittadini di origine straniera, che verranno effettuate in diverse lingue in base alle diverse cittadinanze di stranieri presenti.

Anche quest’anno il FAI propone in tutta Italia curiosità e itinerari culturali: aree archeologiche, percorsi naturalistici, borghi, giardini, chiese, musei, castelli che per due giorni saranno a disposizione di tutti i cittadini che desiderino visitarli, oltre a escursioni e biciclettate. Circa il 40% dei beni aperti sono fruibili da persone con disabilità fisica.

I visitatori potranno avvalersi anche quest’anno di guide d’eccezione: saranno, infatti, oltre 22.000 gli Apprendisti Ciceroni®, giovani studenti che illustreranno aspetti storico-artistici dei monumenti.

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Apprendisti Ciceroni® è un progetto di formazione nato nel 1996 e cresciuto negli anni, fino ad arrivare a coinvolgere 21.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Un’esperienza di cittadinanza attiva che vuole far nascere nei giovani la consapevolezza del valore che i beni artistici e paesaggistici rappresentano per il sistema territoriale.
Grazie alla collaborazione delle Delegazioni FAI territoriali, gli studenti hanno l’occasione di studiare un bene d’arte o natura del loro territorio e di illustrarlo nel ruolo di Ciceroni ad altri studenti o ad un pubblico di adulti. In questo importante compito di valorizzazione delle bellezze della loro città i ragazzi si sentiranno coinvolti in prima persona nella vita sociale, culturale ed economica della comunità.
L’impegno degli Apprendisti Ciceroni® è certificato dal FAI con un attestato di partecipazione per ciascun alunno. Gli studenti della scuola secondaria di II grado possono far valere la propria partecipazione ai fini dell’acquisizione di crediti scolastici.

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40 mila metri quadrati di edifici storici tutelati e strappati al degrado, 48 Beni salvati e gestiti dal FAI, oltre 7 mila Beni aperti durante le 21 edizioni della Giornata FAI di Primavera, un milione di studenti sensibilizzati alla cura e al rispetto dell’arte e della natura, 50 mila luoghi a rischio segnalati a Comuni e sopraintendenze competenti dopo l’edizione 2010 del Censimento “I Luoghi del Cuore”.

Questo è il FAI – Fondo Ambiente Italiano, che dal 1975 lavora per tutelare il patrimonio d’arte, natura e paesaggio del nostro Paese.

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* …Phil ha visto la sua ombra. Altre sei settimane di inverno!

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…Phil ha visto la sua ombra. Altre sei settimane di inverno.

Non predirò il vincitore del Super Bowl,

Ma le mie previsioni del tempo, voi non potete contraddire

Che non c’è un campo da fooball vicino a me,

è la mia ombra che vedete,

Così ancora sei settimane di inverno ci saranno !

Negli Stati Uniti ci saranno altre sei settimane di inverno.
È questa la predizione fatta dalla marmotta Punxsutawney Phil nel tradizionale “Giorno della marmotta”,il  Groundhog Day,che viene celebrato ogni 2 febbraio a Punxsutawney, in Pennsylvania.
La previsione viene fatta dal roditore in base alla sua ombra. Tradizione vuole che il roditore venga fuori dalla sua tana davanti a migliaia di spettatori nelle prime ore del giorno: se vede la sua ombra significa che l’inverno durerà un altro mese e mezzo, se invece non la vede vuol dire che la primavera arriverà presto.
E quest’anno, appunto, Punxsutawney Phil ha visto la sua ombra, alle 7.25 locali.
Quest’anno la festa del ‘Giorno della marmotta’ giunge nel mezzo di un inverno segnato negli Stati Uniti da temperature molto rigide, a pochi giorni da quando una tempesta di neve ha paralizzato Atlanta e altre città del sud.

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Phil è la più famosa di un piccolo gruppo di marmotte che si ritiene siano in grado di fare previsioni del tempo, insieme alla marmotta Chuck di Staten Island a New York e a General Beauregard Lee di Atlanta.

Il Centro nazionale sui dati climatici ha fatto una verifica sulle previsioni di Phil e le ha trovate scarse, dichiarando che la marmotta “non ha capacità preveggenti”.

“Non è esattamente una idea brillante quella di usare l’ombra di una marmotta come strumento di previsione meteorologica per gli interi Stati Uniti”, scrive sul suo sito il National Climatic Data Center.

Fonte:www.intopic.it

per saperne di più:

” Il giorno della marmotta”

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* La buona notizia del venerdì: Il bosco in verticale

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Bosco verticale è il nome di due torri residenziali di 111 metri e 78 metri disegnate da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra) facenti parte del Progetto Porta Nuova inserito nel centro Direzionale di Milano.

La peculiarità di queste costruzioni è la presenza rispettivamente di oltre 900 specie arboree (550 alberi nella prima torre e 350 nella seconda, circa) sugli 8 900 m² di terrazze.

La struttura è stata completata nel primo quadrimestre 2012, si sta attualmente procedendo con la realizzazione delle facciate e degli impianti.Il progetto ha come finalità la riqualificazione del quartiere storico Isola di Milano tra via De Castillia e via Confalonieri e si compone di due torri residenziali di cui la maggiore alta 111,15 metri (chiamata Torre E) con 24 piani e la minore alta 78 metri (chiamata Torre D) con 17 piani.

È chiamato Bosco verticale in quanto a ogni torre verranno impiantati degli alberi, 550 arbusti tra i tre e i sei metri nella Torre E e 350 nella Torre D che aiuteranno ad assorbire polveri, smog e a produrre ossigeno.

Il Bosco Verticale non è da intendersi come un omaggio alle specie arboree dell’areale milanese in quanto esse sono circa una cinquantina.

La costruzione delle due torri è cominciata tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, con l’inizio della posa delle fondamenta. Tra la metà del 2010 e l’inizio del 2011 la costruzione procede molto lentamente, le torri crescono di soli cinque piani, con il nucleo che arriva al settimo piano.

Ciò nonostante, durante il 2011 la costruzione procede e, al 23 luglio, le torri toccano il decimo piano, per arrivare al quindicesimo attorno a settembre dello stesso anno. Ad inizio 2012 sono state completate le strutture, attualmente si sta procedendo alla realizzazione di facciate e impianti.

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Un’ idea nuova, visionaria: il verde che si arrampica verso l’ alto, due torri per abitazione di centosei e ottanta metri di altezza che diventano un bosco.

UN BOSCO che lascia lo spazio orizzontale e avvolge le terrazze di un palazzo intero, trasformando un parallelepipedo di cemento, vetro e acciaio in una foresta che stupisce chi guarda il nuovo skyline di Milano, passando dalle guglie del Duomo alla guglia hi-tech del grattacielo di Cesar Pelli.

«Il Bosco verticale è un esperimento, e mi piace pensare che sia nato nel posto giusto, nella città che osa: basti pensare alla Torre Velasca»: Stefano Boeri ha progettato le due torri di Porta Nuova nel 2007.

Le piante previste sono 20mila, di cui 4mila arbusti, 750 alberi, in un rapporto di 2 alberi ogni essere umano presente nelle torri.

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Una scelta verde non casuale, anzi: due botaniche – Laura Gatti ed Emanuela Borio – hanno studiato con cura quali specie scegliere in base all’ esposizione, all’ altezza, alla ventosità (per alcune piante si sono fatti anche test nella galleria del vento di Miami, per capire la resistenza dei tronchi che, piantati ad altezze ragguardevoli, devono essere sicuri).

Se nelle terrazze espostea sud, quindi, prevalgono le specie mediterranee, come ulivi e limoni, a nord si trovano querce, lecci, faggi, magnolie caduche. E poi ci sono le piante più piccole: mettendo assieme tutto il verde previsto sulle due torri si arriva a due ettari di bosco orizzontale.

http//wikipedia.org

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/28/la-sostenibile


“ la linea orizzontale
ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
con le palpebre chiuse
s’intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore:
inneres auge, das innere auge “

Franco Battiato

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* Pioggia di meteore per il fine settimana

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Tra l’ottobre e il novembre del 902 dopo Cristo, riferiscono le antiche cronache, l’invasione della Sicilia e della Calabria da parte dei saraceni e le stragi che ne seguirono furono seguite da un abbondante pianto divino.

Oggi è accertato che si trattò di una pioggia particolarmente fitta di stelle cadenti dello sciame delle Leonidi, visibile ogni anno a novembre.

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Le Leonidi sono uno dei più importanti sciami meteorici: è causato dalla Cometa Tempel-Tuttle. Lo sciame è visibile ogni anno intorno al 17 novembre ed è formato da particelle emesse dalla cometa durante il suo passaggio accanto al Sole.

Devono il loro nome alla posizione del radiante, il punto cioè da cui sembrano provenire, localizzato nella costellazione del Leone: le meteore infatti sembrano irradiarsi proprio da quel punto del cielo.

Le Leonidi presentano un ciclo di 33 anni, pari al periodo orbitale della cometa Tempel-Tuttle: tra le piogge meteoriche ad esse associate vanno ricordate quelle del 1698, 1799, 1833[6], 1866, 1966[7], e 2001.

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La tempesta delle Leonidi del 1833 in una famosa stampa del tempo.

Se siete così fortunati da avere il cielo libero di nuvole questo fine settimana, potete tentare di vedere queste stelle cadenti tra il 16 ed il 17.

La pioggia delle “Leonidi” dovrebbe toccare il picco proprio tra questi due giorni. Il primo picco dovrebbe favorire il Nord America, mentre il secondo, sei ore dopo, dovrebbe favorire il centro dell’Oceano Pacifico. Sfortunatamente noi siamo più o meno dall’altra parte del pianeta, e ancor più sfortunatamente, c’è anche la Luna di mezzo.
In media dovrebbero garantire 10-20 meteore all’ora, ma ogni 33 anni circa, scatenano strepitose tempeste di oltre 1000 meteore all’ora (ZHR -zenithal hourly rate).

L’ultima volta che c’è stata una tempesta simile era il 1998-1999, e adesso ci avviciniamo al periodo di mezzo tra le due tempeste, cioè 2014-2016. Insomma, non vi aspettate la fine del mondo, ma se avette dei desideri nel cassetto, potrebbe essere l’occasione giusta per trovare un po’ di stelle cadenti che ve li facciano esaudire.

Potreste chiedervi come mai questa ciclicità di 33 anni. L’origine dei frammenti di roccia e ghiaccio che vedete bruciare nell’atmosfera, è la Cometa 55p/Temple-Tuttle, che ha un’orbita di 33 anni e dovrebbe tornare al perielio nel 2031.

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Il consiglio comunque è quello di cercare di osservare le meteore già questi giorni, prima dell’arrivo della Luna, o comunque appena si intravede un po’ di cielo chiaro. Gli orari migliori sono dopo le 23 (con però la Luna di mezzo) e di nuovo dopo le 3:30, dopo che la Luna è passata. 

Fonte: http://www.link2universe.net/index.php?s=leonidi

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* L’estate di San Martino

L’11 Novembre si celebra San Martino, patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni, nonché protettore di albergatori, cavalieri, fanteria, mendicanti, sarti, sinistrati, vendemmiatori e forestieri.

La leggenda vuole che proprio in concomitanza di questa data l’Italia, ma anche parte dell’Europa, viva la cosiddetta Estate di San Martino, un periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore.

La leggenda del mantello di San Martino è molto antica e non si sa quando sia stata associata dalla memoria popolare e contadina al bel periodo che caratterizza la seconda decade di novembre che noi chiamiamo Estate di San Martino mentre nei Paesi anglosassoni viene definita Indian Summer: Estate Indiana.

E in alcune lingue slave, tra le quali il russo, è denominata “ Bab’ e Leto”, “ Estate delle Nonne”

L’espressione “estate indiana” fa riferimento alla storia dei nativi che un tempo approfittavano di questo particolare periodo per terminare la raccolta prima del sopraggiungere dell’inverno.
Sia come sia San Martino e l’Estate Indiana vengono festeggiate a partire dall’11 novembre e per tre o quattro giorni.

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Martino di Tours nacque a Candes-Saint-Martin il 316 o 317 e fu così chiamato dal padre, importate ufficiale dell’Esercito romano, in onore di Marte, il dio della Guerra. Da adolescente si trasferì con la famiglia a Pavia ove all’età di 15 anni si arruolo nell’esercito. Mandato in Gallia conobbe il Cristianesimo tant’è che si congedò dalle armi divenendo monaco nella regione di Poitiers.

Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che diverrà l’episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall’iconografia .

Si narra infatti che quando si trovava alle porte della città di Amiens, in una giornata di pioggia, vento e gelo con i suoi soldati, incontrò un mendicante seminudo. D’impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante.

Martino, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cadeva più forte che mai. Ma fatti pochi passi ecco che smise di piovere ed il vento si calmò. Di lì a poco le nubi si diradarono, il cielo divenne sereno e l’aria si fece mite. Il sole cominciò a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello.

Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.

Sebbene l’Estate di San Martino rimanga una leggenda popolare, essa trova tuttavia un reale riscontro fisico.

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Infatti la carta mostra una moderata espansione dell’alta pressione delle Azzorre dalla Spagna verso l’Europa centrale, lasciando invece strade alle correnti perturbate fredde solo sull’Europa nordorientale. A risentirne maggiormente sembrano appunto le regioni centro-settentrionali del Paese, mentre quelle meridionali appaiono penalizzate dalla presenza di un’area di bassa pressione sul Mediterraneo meridionale.

Quest’anno arriva la tempesta di San Martino, così ribattezzata perchè porterà maltempo tra domenica e lunedì, per l’appunto giorno si San Martino. L’affondo di aria artica sul Mediterraneo centrale darà infatti vita ad un vortice ciclonico sulla Valpadana, in rapida discesa verso il Centrosud dove porterà piogge, temporali, forte vento e persino il ritorno della neve sull’Appennino. 


Come vuole la tradizione

l’estate di San Martino solitamente dura tre giorni ed un pochino. “

http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/estate-di-san-martino–scienza-o-mito–55087

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* I colori della natura: autunno

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L’Autunno fa venire in mente nebbia, pioggia e freddo.Ma c’è un altro aspetto, è il ‘cambio d’abito’ che le piante ci regalano. Così, insieme alle caldarroste e ai primi caminetti accesi, in molti si accorgono che la Natura cambia gradualmente colore, anche in città.

Il momento è magico: alberi e cespugli di tante specie assumono tinte che vanno dal giallo a tutta la scala cromatica dei rossi, dal marrone all’arancione, fino ad arrivare addirittura al viola. Il fenomeno è ben visibile in molte zone collinari e rurali. E c’è chi ha reso questo momento magico un vero e proprio richiamo per il turismo, nostrano e non. Ci sono alcuni luoghi dove il fenomeno attira gli appassionati, i semplici curiosi e i fotografi, che possono osservare di persona questa spettacolare fase di transizione.

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Ecco alcune mete dove si può guardare da vicino il meraviglioso fenomeno di fall foliage, detto anche, con un’espressione inglese che indica l’estate di San Martino, indian summer.

In Italia: 

lungo la strada tra San Marcello Pistoiese e l’Abetone, nell’Appennino Tosco-Emiliano, le tonalità dei boschi vanno dal giallo all’arancione intenso.

  • Anche sulle colline del modenese gli occhi rimarranno appagati dalla vista delle vigne, che in questo periodo si tingono di giallo, arancio e persino di viola.
  • tra la Valle Aurina e la Val di Tures, i boschi che costeggiano il torrente Aurino, tra San Giovanni e Campo Tures, regalano spettacolari riflessi di luce e colore, da ammirare per tutti gli appassionati di trekking e fotografia.
  • i giardini di Trauttmansdorff a Merano: i giardini di Sissi, i Boschi del Mondo e l’orto botanico offrono una panoramica notevole, tra latifoglie nordamericane e aceri giapponesi.

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  • All’estero: 
    • le mete più famose per ammirare il foliage sono gli Stati nord americani del New England, del Vermont, delMaine e il Québec. Sono molti i tour operator che organizzano viaggi ed escursioni nei boschi nordamericani, dove si possono ammirare i forti contrasti e le variazioni cromatiche degli aceri, dall’intenso rosso scuro, dei pioppi dorati e delle betulle che, nel periodo tra Ottobre e Novembre, diventano di un porpora intenso.
    • Alcuni turisti seguono persino il corso della stagione dal Sud al Nord della costa atlantica, via via che il foliage‘sale’ dalle zone più temperate al clima rigido delle zone più al settentrione, che ovviamente arrivano a cambiare colore più tardi.

    Una meraviglia della Natura che si trasforma in risorsa turistica, pur rispettando i tempi e i ritmi legati all’alternarsi delle stagioni, è un bellissimo esempio di turismo eco-sostenibile

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Fonte: tuttogreen

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Colori Caldi e colori freddi

Tutti i colori dell’iride si ottengono, partendo da tre colori base che sono il giallo, il rosso ed il blu.

Dal mescolamento di questi tre colori, si ottengono le varie sfumature. Grazie all’utilizzo del cerchio cromatico di Itten potremmo individuare quale tinta sarà ottenuta dalla mescolanza di due o più colori ed ottenere un buon risultato estetico-visivo.

Si può inoltre trovare il colore complementare di ogni tonalità. Cioè i colori opposti sul cerchio cromatico, che danno origine ad esempio al grigio,  come il blu + il viola, il rosso + il verde.

E mescolando i colori primari otteniamo i colori secondari, sono tre il verde, l’arancio ed il viola. Il cerchio esterno di Itten è diviso in 12 porzioni, dove sono sistemati i colori terziari, ottenuti dalla mescolanza di colori primari e secondari.

Sono considerati colori caldi quello che vanno dal bianco, passando per il giallo, arancio, rosso ed i colori freddi sono quelli che partono color glicine, fucsia, vinaccia, blu, indaco, azzurro, color ghiaccio.

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* La buona notizia del venerdì: con Google Chrome si viaggia tra 100.000 stelle

Pagina interattiva di Google Chrome permette di viaggiare tra 100.000 stelle.

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Che le stelle siano tante lo sappiamo, ma è difficile avere una concreta cognizione di quante sono e di quanto è grande la nostra galassia. Con circa 350 miliardi di stelle, la Via Lattea è una galassia di dimensioni medie, ma resta comunque tra le più grandi nel vicinato cosmico.

Per rendere un’idea della densità delle stelle, Google ha creato nel 2012 (e continua a lavorarci) un workshop virtuale in cui simulare 100.000 stelle, partendo dal Sole e finendo su tutta la galassia.

L’obbiettivo tecnico è mettere in mostra le grandi capacità del codice HTML 5, specie integrato con estensioni come WebGL, CSS3De Web Audio. Al di là di questo però, il viaggio in questa pagina può dare una bella prospettiva sulla densità locale di stelle.

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>> link alla pagina “100.000 stelle” <<

Una cosa raccomandata è seguire il tour nella pagina, che aggiunge anche molte nozioni scientifiche.

Per darvi un’esempio della grandezza degli spazi che state vedendo a portata di mouse, se valessero davvero le leggi fisiche, per muovere il mouse dalla posizione iniziale fino a trovare il Sole, ci vorrebbero 18 anni di zoom continuo!

La musica sullo sfondo è un bel tocco in più, essendo stata composta da Sam Hulick, compositore per la serie di videogiochi Mass Effect!

http://workshop.chromeexperiments.com/stars/

Altre buone notizie:

Cina: il mondo perduto esiste davvero

Google per i giovani: leggere le notizie sul web

L’ IT a portata di mano

Genova: Festival della scienza

Il taxi dell’allegria di zia Caterina

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* Dio non gioca a dadi

 

Albert Einstein usò questa frase scrivendo all’amico Niels Henrik David Bohr perchè pensava che tutto il sensibile fosse soggetto al determinismo.

In particolare l’interpretazione probabilistica del mondo microscopico costituiva per Einstein la sostanziale dimostrazione dell’ignoranza umana nella comprensione della Natura.

Solamente dalla limitatezza del pensiero umano nasceva la necessita’ di dare una descrizione che prevedesse il caso.

Bohr, per inciso, rispose ad Einstein che: “Non solo Dio gioca a dadi, ma bara pure”. E in altri scritti disse: “E’ sbagliato pensare che il compito della fisica sia dire come la Natura e’ […] La fisica verte su cio’ che della natura possiamo dire.”

In realtà già 400 anni prima Galileo Galilei esprimeva a suo modo i concetti di Einstein.

“La filosofia” diceva Galileo “è scritta in questo grandissimo libro che continuamente sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo) ma non si può intendere se prima non s’impara ad intender la lingua e conoscere i caratteri nei quali è scritto.”

La differenza sostanziale è che, per Galileo,:

Egli è scritto in lingua matematica e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche...”,

mentre Einstein ha detto:

Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro.

I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni.”

                                                           ********************

Io penso che l’universo è un insieme vivo e pulsante di energie che agiscono, collaborano, scambiano qualità ed intensità in un continuo divenire secondo un ordine implicito da sempre e per sempre.

Queste energie pervadono e determinano una coscienza in tutto ciò che è manifesto, dal granello di sabbia, alle piante, agli animali, agli esseri umani fino alle più lontane e complesse galassie.

Le energie delle stelle ci sostengono e ci spingono verso le scelte che fanno della vita la nostra vita.


fonte:http://blog.libero.it/regnocamelot/5527393.html