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Cosa sarà…oh, cosa sarà…

Jimmy Lawlor - Tutt'Art@ (11)

cosa sara’
che fa crescere gli alberi la felicita’
che fa morire a vent’anni
anche se vivi fino a cento


cosa sara’

a far muovere il vento
a fermare un poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane
o un bacio non dato


oh cosa sara’

che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire ridendo di notte
all’ombra di un desiderio


oh cosa sara’

che ti spinge a domare una
donna bassina perduta
la bottiglia che ti ubriaca
anche se non l’hai bevuta

cosa sara’
che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto
dove giustizia non c’e’

cosa sara’
che ti spinge a comprare di
tutto anche se è di niente che hai bisogno

cosa sara’
che ti strappa dal sogno


oh cosa sara’
che ti fa uscire di tasca dei
no non ci sto ti getta nel mare
ti viene a salvare


oh cosa sara’
che dobbiamo cercare
che dobbiamo cercare

cosa sara’

che ci fa lasciare
la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico
a parla del futuro


cosa sara’

questo strano coraggio
paura che ci prende
che ci porta a ascoltare
la notte che scende


oh cosa sara’

quell’uomo e il suo cuore benedetto
che e’ sceso dalle scarpe e dal letto
si e’ sentito solo
e’ come un uccello che in volo
e’ come un uccello che in volo
si ferma e guarda giu’

Lucio Dalla

http://youtu.be/UNlS7qfMDl4

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Alberi di Natale a prova di gatto!

Albero di Natale a prova di gatto in 10 mosse

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Gatti e albero di natale sono inconciliabili. I gatti sono così affascinati dal nuovo ospite che non possono resistere dall tentare l’arrampicata, spargendo aghi, decorazioni e orpelli ovunque. E arrivando puntualmente a farlo rovesciare. Mantenere il micio curioso lontano dal nostro albero di Natale è, quindi, una saggia idea per tutti, soprattutto per l’incolumità del felino

L’unico modo infallibile per riuscire nell’impresa impossibile sarebbe quello di mettere l’albero in una stanza in cui il gatto non può accedere. O rinunciare alla realizzazione della tradizionale decorazione natalizia. Ma è davvero così? Ecco come realizzare un albero il più sicuro possibile per i nostri felini in sole 10 mosse.

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1) LA SCELTA

Iniziamo in maniera intelligente dal principio, cioè considerando il tipo di albero che verrà utilizzato. I”veri” alberi di Natale, infatti, sono potenzialmente più pericolosi per il vostro gatto di quelli artificiali. Questo perché gli aghi dell’albero reale sono taglienti e possono arrivare a forargli la pelle, oltre che irritanti e leggermente tossici se masticati. Non che “sgranocchiare” un albero artificiale sia sano, ma la scelta dell’albero sarà fondamentale per i passaggi successivi. Considerate, inoltre, le dimensioni. Un piccolo albero sarà più sicuro di un albero grande, semplicemente perché, se dovesse cadere, farebbe meno male. Per un gattino, un albero da tavolo potrebbe essere una scelta adatta, almeno fin quando crescerà e smetterà di essere così iperattivo. Se si sceglie un albero vero, bisogna scegliere un contenitore dell’acqua completamente inaccessibile al gatto, per evitare rischi di avvelenamento. Se abbiamo gattini piccoli, meglio avvolgere un po’ di stagnola intorno al tronco. A loro non piace e li terrà lontani.

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2) LA BASE

Selezionare una base forte e resistente. Meglio peccare per eccesso di cautela. Sarà fondamentale per la sicurezza, oltre che degli animali domestici, anche dei bambini. Importantissimo utilizzare, inoltre, una copertura per la base, per nascondere pesi e cavi elettrici, e ancorare l’albero anche alla parete o al soffitto, per evitare che il gatto lo rovesci.

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3) LA POSIZIONE

Scegliere una posizione sicura per l’albero, che consenta di avere spazio libero intorno e che sia lontana da elementi da cui il micio potrebbe arrampicarsi o saltare, come invitanti scaffali, mobili e mensole. Se possibile, scegliere una collocazione per l’albero che permetta di chiudere la porta di notte o quando non c’è nessuno in casa.

4) PRIMA DELLA DECORAZIONE

Provare inizialmente a non decorare l’albero. La logica alla base di questo consiglio è quella di fornire un po’ più di tempo al gatto per esplorare “l’intruso” e imparare a lasciarlo in pace. Oltre a pronunciare un secco e deciso “no” se ci si accorge che il gatto sta per saltare, spruzzare l’albero conspray agli agrumi, che non gradirà particolarmente, tenendolo lontano. Se si tratta di un albero di plastica, anche una piccola quantità di olio di citronella, il cui odore è sgradevole per il gatto, può fare al caso nostro. Si potrebbero anche mettere delle bucce d’arancia e pigne profumate di citronella attorno alla base (consiglio valido anche per le vostre piante d’appartamento).

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) LA SCELTA DEGLI OGGETTI DA APPENDERE

Scegli ornamenti poco attraenti per i gatti. Evitare scintillii, bagliori, “penzolamenti” e riflessi(praticamente impossibile!). Meglio oggetti opachi e non lucidi, fatti di feltro o cartone, mentre restano banditi nastri e altri oggetti che pendono dall’albero. Ricordare che la neve artificiale è tossica e non dovrebbe essere usata quando si hanno animali domestici e bambini piccoli in casa. Se si sceglie di decorare l’albero con il cibo, bisogna fare attenzione a ciò che si attacca, ad esempio al cioccolato, che è tossico per i gatti.

6) DURANTE LA DECORAZIONE

Regola di base: non decorare l’albero davanti al gatto, altrimenti penserà che palline e festoni siano un gioco e continuerà a farlo anche quando saranno attaccati. Se mentre decoriamo il gatto è nei paraggi, bisogna resistere alla tentazione di usare le decorazioni come giocattoli.

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7) COME APPENDERE GLI OGGETTI?

Scegliete di appendere le decorazioni più delicate, seducenti o pericolose in alto, nei primi due terzi della struttura, dove c’è meno probabilità che il micio arrivi. Sempre che non ci siano sporgenze da cui saltare. Occhio agli orpelli, che possono essere molto dannosi se ingeriti, provocando seri problemi a stomaco e intestino.

8) FISSAGGIO SUI RAMI

Fissare gli ornamenti sull’albero in modo sicuro, affinché possano essere tirati via facilmente. Utilizzare ganci di metallo, utilizzando un paio di pinze per serrare la parte finale ed evitando l’uso di corde o elastici. Dopo aver attaccato le decorazioni, verificare che il metodo di fissaggio sia adeguato e a prova di gatto.

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9) SICUREZZA FILI ELETTRICI

Un albero di Natale è completo solo quando le luci sono accese, ma i fili elettrici possono rivelarsi una pericolosa tentazione per un gatto curioso e poco cauto. Assicurare i cavi con del nastro adesivo, evitand di lasciarli penzolanti e facili da raggiungere. Avvolgere il cavo in eccesso intorno alla base dell’albero, o, in alternativa, utilizzare griglie di protezione e tubi “ordina-tutto”. Spegnere sempre le luci dell’albero di Natale quando non c’è nessuno in casa.

10) RELAX

Ok, ora abbiamo fatto tutto il possibile per proteggere l’albero e per renderlo un’esperienza sicura per il gatto. Ma non abbassate la guardia. E tenete una macchina fotografica vicino. Perché? Ecco, guardate bene: cos’è quella palla di pelo che sbuca dai rami? Forse si trattava di una causa persa in partenza…

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http://www.greenme.it/abitare/cani-gatti-e-co/9254-albero-di-natale-gatto

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La buona notizia del venerdì: Knitting mania per uomini duri!


10371912_274682622655982_4184817974094499619_nLANA, FERRI E TESTOSTERONE!!!!
La maglia? Roba da uomini!
Ricamo, uncinetto, punto croce. E’ la nuova tendenza che va di moda tra i giovani. Maschi soprattutto. Giovani, adulti, architetti,medici, operai: mani che prima digitavano sulla tastiera di un computer o dirigevano macchinari complessi ora compongono schemi per il punto croce, creano berretti di lana all’uncinetto, ricamano trapunte.

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ATTORI CHE SFERRUZZANO
Ma a maglia hanno lavorato anche degli insospettabili, come uno dei fratelli Lumière, amante dell’uncinetto, o l’attore Anthony Quinn, che realizzava per sé dei meravigliosi maglioni Aran (maglioni di lana grezza che erano usati in passato dai pescatori delle isole Aran).
Ryan Gosling adora sferruzzare a maglia, come ha rivelato lui stesso durante l’ultima intervista rilasciata al giornale GQAustraliaNulla però in confronto all’immagine del fascinoso Russel Crowe alle prese con i ferri e i gomitoli, che usa per curare la sua proverbiale irascibilità.( anche se pare fosse solo per pubblicità)

E senza andar tanto lontano anche Morgan, tenebroso cantante dei Bluvertigo, si diletti con l’uncinetto e i lavori a maglia “Quando ho tempo mi siedo su una poltrona e lavoro all’uncinetto o ai ferri, come una vecchia signora” dice in un’intervista ”Ma le dico che è tipico delle menti matematiche questa inclinazione allo sferruzzamento: lo faceva anche un genio come Leonardo da Vinci”.Ma anche Kurt Gobain, Tim Daly il famoso ’Fuggitivo’ Ernie Hudson…..

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CHIRURGHI AFFERMATI DI TUTTO IL MONDO sferuzzano per tenere in esercizio le mani, ex istruttori di sci come Thomas Jaenish e Felix Rohlan, che da una sfida, per scherzo, a colpi di uncinetto, sono finiti dritti nel mondo della moda. Famosi giocatori di footbool come Steve Malcom usano il lavoro a maglia come tecnica di rilassamento.Il suo slogan infatti è: It takes balls to knit!

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LAVORARE A MAGLIA E’ IL NUOVO YOGA
Nelle scuole inglesi ci sono corsi di maglia per maschietti e femminucce per aumentarne l’attenzione, la capacità manuale e per farli rilassare.


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Creare con la maglia si può!http://mochimochiland.com/shop/
Fonte:https://www.facebook.com/pages/MCM-di-Marco-Cocorocchio-CoSnc/263363223787922

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La buona notizia del venerdì: Ospedali Dipinti è un sogno realizzato

Quando ero bambino avevo un sogno. Oggi quel sogno lo dipingo per i piccoli pazienti

Da oltre 30anni la professionalità, il talento , la creatività, hanno fatto di SILVIO IRILLI, uno degli Artisti più apprezzati e stimati nel panorama internazionale dell’Arte contemporanea.

Il sogno inizia nel novembre del 1991: è il primo artista ad avere una sua opera a colori su tutta la prima pagina del quotidiano sportivo Tuttosport!

Negli anni ’90 è stato il disegnatore ufficiale della trasmissione televisiva “Solletico” su Rai Uno.

Fino al 2000 i suoi dipinti hanno illustrato copertine di giornali sportivi e dello spettacolo come Tuttosport, Guerin Sportivo, Sorrisi e Canzoni e altri ancora.

Nel 2007 e 2008 dipinge i Murales al GEORGIA AQUARIUM di Atlanta, l’acquario più grande del Mondo negli USA e riceve articoli su giornali americani e uno speciale al telegiornale della NBC, nota televisione americana. Più di 3 Milioni di visitatori ogni anno vedono la sua opera di 300 mq, dipinta sul soffitto d’ ingresso del GEORGIA AQUARIUM.

Nel 2012 crea il progetto Ospedali Dipinti, che sta regalando colore e sorrisi nei reparti degli Ospedali italiani.

Nel 2018 riceve i complimenti per l’iniziativa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Nel 2020 la stampa internazionale racconta a tutto il Mondo il messaggio di Ospedali Dipinti con cui l’artista vuole dare un messaggio di accoglienza, con articoli e servizi televisivi.

Nel 2023 crea l’iniziativa “Una Squadra per il Sorriso” per coinvolgere le società sportive e atleti a sostenere il progetto Ospedali Dipinti con raccolte fondi in partite o tornei, per decorare le pediatrie. La prima squadra ad aderire e il Reale Fenera Chieri ’76, la squadra di volley femminile in serie A1. Quale squadra sarà la prossima?

Amo trasformare i reparti ospedalieri in ambienti emozionali: perchè il Paziente non è solo un Paziente, è soprattutto una Persona! “.

Tutte le opere sono realizzate dall’Artista che si occupa in prima persona di realizzare, impaginare e allestire insieme al suo staff i reparti in Ospedale. I dipinti e le impaginazioni vengono realizzati in studio per poi essere stampati su prodotti certificati per gli ospedali. Un doppio lavoro, come se l’opera fosse dipinta 2 volte, ma questo consente in poche ore di trasformare un reparto senza disturbare l’operatività ai medici, infermieri e accogliere i pazienti per le terapie.

Ecco perchè quando si entra in una sala creata dall’ artista SILVIO IRILLI, si ha la sensazione di entrare in un grande affresco che regala serenità agli adulti e continua a far sognare i bambini.

Gli “Ospedali Dipinti” sono in tutta Italia!

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Perchè siam donne: Tabitha Babbit! Non era un robusto boscaiolo… eppure ha inventato la sega circolare!

Se pensate che questo strumento per il taglio degli alberi sia stato inventato da un robusto boscaiolo, ricredetevi: è opera di una giovane donna quacchera vissuta nell’Ottocento.

Era un membro della comunità Shaker di Harvard e inventò la sega circolare.

I taglialegna, gli artigiani e i falegnami di tutto il mondo devono ringraziare Tabitha per aver reso il loro lavoro più facile e meno pericoloso.

Tabitha Babbitt (1779-1853) era nata a Hardwick, in Massachusetts, da Seth e Elizabeth Babbitt, membri della comunità religiosa degli Shakers.

La giovane partecipava ai lavori della collettività e, durante il taglio degli alberi del bosco, aveva notato che le seghe utilizzate dai boscaioli non erano efficaci e avevano bisogno di miglioramenti.

In particolare, osservando il padre usare il difficile seghetto, aveva capito che metà del movimento era sprecato: al ritorno, infatti, non era produttivo e l’uomo buttava le sue energie per niente.

Gli propose quindi di creare una lama rotonda per aumentare l’efficienza. Insieme costruirono una sega composta di una lama circolare collegata a un ruota ad acqua che riduceva la fatica nel tagliare il legname.

L’invenzione fu molto apprezzata dai boscaioli, ma le usanze religiose della comunità impedirono alla giovane Tabitha di brevettarla.

La conseguenza fu che si attivarono numerose polemiche sul nome di chi l’avesse inventata e che ancora oggi viene attribuita ad altri.

Nell’estate del 1948 una versione della sega circolare costruita sul progetto di Tabitha venne esposta in una mostra degli Shaker, presa in prestito dal “New York State Museum”.

Inoltre, migliorò la testa dell’arcolaio con una doppia testa che permette di filare il doppio del filato in poco tempo. Contribuì ulteriormente all’invenzione del taglio di più chiodi da una lastra di ferro, invece di forgiare ogni singolo chiodo.

Presumibilmente ha anche inventato il taglia chiodi, e un taglia unghie! Infine, al momento della sua morte era in corso una sua invenzione dei denti falsi e della dentiera,

Per saperne di più: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano 2023

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La buona notizia del venerdì: Soluzioni originali per il traffico! per l’ Estate ma non solo!

Invece di trascorrere intere giornate sui mezzi pubblici per raggiungere il suo ufficio, quest’uomo si è inventato un modo del tutto originale, magari un po’ folle, ma sicuramente salutare.

La maggior parte dei pendolari a Monaco di Baviera in Germania impiega molto tempo per arrivare sul luogo di lavoro, addirittura c’è chi passa ore sul bus, sul treno o in metropolitana.

Stanco di questa vita, il quarantenne Benjamin David, ha deciso di non utilizzarli più. L’alternativa? Andare in ufficio a nuoto, attraversando il fiume Isar: con due chilometri di bracciate David arriva fino in Kulturstrand. Da due anni,infatti, ha cambiato vita e rotta.

L’uomo è uno dei tanti pendolari di Münchners che trascorreva troppo tempo sui mezzi per raggiungere Kulturstrand, dal suo appartamento situato a Baldeplatz. Un giorno, David ha un’illuminazione: perché non utilizzare il fiume che scorre sotto casa per evitare il traffico?
Ma invece di salire su di una barchetta, il quarantenne tedesco, sicuramente stravagante, ha scelto il nuoto. Ogni mattina, David che è fondatore e portavoce di una struttura commerciale, lascia il suo appartamento a Baldeplatz, attraversa la strada e si tuffa nel fiume Isar. 

Deve nuotare due chilometri per raggiungere il suo ufficio, ma dopo tutto questo allenamento, ci mette solo mezz’ora. 

Una volta uscito dall’acqua, si asciuga e si cambia con degli abiti che porta in una sacca speciale che non solo impermeabile, ma che si riempie di aria fungendo da boa.

La tecnologia che si chiama “Wickelfisch” ed è stata progettato a Basilea, in Svizzera, permette di far arrivare sani e salvi non solo gli abiti, ma addirittura portatile e documenti di lavoro. 

A seconda della stagione, David indossa un semplice costume o una muta e non rinuncia mai alle sue scarpe di gomma, visto che il fiume soffre l’inquinamento.  Anche se eccentrico, l’uomo sposato con dei figli, non mette a rischio la sua vita.

Controlla sempre temperatura, livello dell’acqua e correnti.

Per adesso nuota in solitaria, ma con 30mila persone che ogni anno si trasferiscano nella città tedesca, non è detto che qualcuno lo segua, voi lo fareste?

fonte:
https://www.greenme.it/tecno/24664

Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la vera felicità 

ARISTOTELE


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Perchè siam donne: Cosa c’entra il surrealismo, Dalì e Coco, con la più geniale e anticonformista e visionaria stilista del primo novecento: Elsa Schiaparelli.

Un abito non è solo stoffa: un abito è un pensiero”.

Così affermava Elsa Schiaparelli.

Elsa Schiaparelli, insieme a Coco Chanel, viene considerata una delle più influenti figure della moda nel periodo tra le due guerre. Dagli abiti ispirati al surrealismo alla creazione del rosa shocking

Elsa Luisa Maria Schiaparelli nasce a Roma il 10 settembre 1890 in una famiglia d’intellettuali e studiosi. Lei stessa apprende la filosofia ma, quando decide di dedicarsi alla poesia, i genitori ritengono tale inclinazione inopportuna, e la mandano in convento.

Nel 1913 parte per Londra: qui conosce il teosofo William de Wendt de Kerlor che sposa e da cui ha una figlia Maria Luisa Yvonne Radha detta Gogo, ma, nel 1922, chiede il divorzio.

Elsa  nel 1930 viene in contatto con gli artisti dell’avanguardia dadaista, da Marcel Duchamp al fotografo Man Ray, fino a Francis Picabia: amica della moglie di quest’ultimo, con lei fa ritorno in Europa, più esattamente a Parigi.

E’ proprio nel suo appartamento parigino realizza i pullover neri con dei motivi trompe-l’oeil a contrasto e inventa, così, la lavorazione a doppio nodo, o bow-knot, per concretizzare i decori sulle maglie che ingannano l’occhio. Rivoluziona così la concezione del maglione come indumento da lavoro , pratico senza forma.

E nel 1928 apre Schiaparelli -pour le sport in cui vengono prodotti capi sportivi d’alta moda e costumi da bagno.

In principio quello che noi oggi chiamiamo rosa shocking era identificato come rosa Schiaparelli. Una tonalità di rosa con un rosso carminio ad esaltare il tono del bianco

Creato da Elsa per l’uscita del suo profumo Shocking de Schiaparelli, avvenuta nel 1937. Il colore è definito «luminoso, impossibile, sfacciato, inappropriato, vivificante, come tutta la luce e gli uccelli e i pesci del mondo messi insieme, un colore della Cina e del Perù ma non dell’Occidente»

Gli abiti  di Elsa sono spesso legati a doppio filo con le suggestioni provenienti dal mondo della pittura, della scultura e dell’avanguardia culturale che caratterizza Parigi negli anni ’30.

Le creazioni più famose sono nate dall’interesse di Elsa Schiaparelli per il Surrealismo e i suoi esponenti, che frequenta e con cui collabora.

Su tutti va ricordato il sodalizio professionale tra Elsa e Salvador Dalì, il quale confluisce nella storica collezione A/I 1937-1938: le creazioni sono vere opere artistiche

Tra gli abiti che Elsa realizza insieme a Dalì c’è il celebre Lobster dress, l’abito aragosta indossato da Wallis Simpson, che si rifà a un altrettanto famosa idea dell’artista e la giacca da circo con bottoni in ceramica a forma di acrobati.

Non solo abiti: Elsa Schiaparelli per il profumo Roy Soleil chiama ancora a rapporto l’estro di Dalì, che ne progetta il flacone.

L’abito a cassetti è un chiaro riferimento all’opera surrealista di Dalì “Venere di Milo”del 1936. E’ un tailleur nero con tasche, appunto, a cassetto. Celebrazione della bellezza e dei misteri nascosti della figura femminile.

L’abito a scheletro è il pezzo forte della sua collezione del 1938. Il vestito è un lungo tubino nero realizzato in crêpe di cotone, dove uno scheletro idealizzato è scolpito sulla stoffa del busto e sulla gonna. Il disegno fu fatto proprio da Salvator Dalì: nella sua bozza le ossa delle gambe sarebbero dovute essere unite al bacino per mezzo di nodi a catena tipici dei gioielli.

Tra gli accessori della collezione autunno inverno 1937/1938 il più originale c’è di sicuro il cappello a forma di scarpa Elsa si era ispirata ad una sciarpa di Gala, la moglie di Dalì e sua grande amica.

Elsa Schiaparelli e il cappello a forma di scarpa sono citati nei manuali di arte, oltre che in quelli di moda. Un’intuizione semplicemente geniale che è anche il sunto della brillante ironia di Elsa e dello spirito visionario di Dalì.

La Maison Schiaparelli nata nel 1928 è oggi ancora attiva.

Elsa Schiaparelli ha lasciato al mondo della moda creazioni molto originali ,innovative, anticonformiste, fantasiose, uniche nel loro genere che possono essere considerate tranquillamente prove d’artista.

Nello stesso tempo ha avviato contatti commerciali con l’industria manifatturiera pur disegnando capi avanguardistici, anticipando così gli stilisti moderni, che all’aspetto artistico uniscono anche quello commerciale.

E oggi succede a Milano :

Abito “testa di mucca” stile Schiaparelli sfila a Milano per promuovere alternative alla pelle – greenMe

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La buona notizia del venerdì: Al Niguarda di Milano è carnevale anche per i neonati del reparto TIN

Una ranocchietta tutta verde che riposa beata, una tartarughina accoccolata, una margherita bianca e gialla che aspetta di essere colta, un Pinocchio con un papillon blu, una salopette rossa, una maglietta gialla. Un gufetto riposa sulla spalla dell’infermiera che lo coccola. Una coccinella, tutta rossa e nera, stringe i pugnetti sotto la copertina. Un girasole giallo giallo dorme della grossa.

Succede nel reparto di Terapia intensiva neonatale (Tin) dell’ospedale Niguarda. Qui anche i «bebè piuma» si sono «mascherati» in occasione del martedì di Carnevale.

I costumini sono stati realizzati a mano dalle volontarie dell’Associazione Cuore di Maglia.

E questo succede ogni anno a Carnevale (ma non solo) si trasformano in stiliste d’eccezione.

E così, malgrado le difficoltà che devono affrontare questi piccoli pazienti, le preoccupazioni dei loro genitori, le limitazioni del Covid, non è mancato il tradizionale appuntamento colorato, anche grazie all’aiuto dell’associazione Neo-Amici della Neonatologia del Niguarda.

Nella Tin vengono ricoverati i nati prematuri, che qui ricevono le prime cure. Si tratta di un reparto di terapia intensiva a tutti gli effetti, ma a misura di bebè. Insieme ai piccoli, anche le mamme rimangono in ospedale per tutto il tempo necessario.

Il Niguarda è un punto di riferimento in Lombardia in questo campo e ogni anno accoglie circa 350 prematuri, quasi uno al giorno.

La sopravvivenza supera il 90 per cento, e l’impegno di medici, infermieri e specialisti del reparto non è venuto mai meno durante l’emergenza coronavirus.

L’Associazione Cuore di Maglia ha alle spalle una storia tenera e potente costruita giorno dopo giorno dai volontari sparsi in tutta Italia che realizzano a maglia morbidi cappellini, scarpine, dudù e copertine, per avvolgere, scaldare e colorare i piccini ricoverati in più di 90 reparti italiani di Terapia Intensiva Neonatale.

Siamo vicini a bambini e genitori. Comprendiamo le problematiche delle TIN, e ci sentiamo parte della vita che lì scorre lenta, con emozioni intense che non risparmiano nessuno.

Lavoriamo per sostenere e favorire la CARE, il protocollo di cura e accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e facilita le relazioni genitoriali nell’ambiente alieno della terapia intensiva.

La nostra storia viaggia di città in città, i nostri fili colorati uniscono persone e cuori di ogni età legati dalla passione per il lavoro a maglia e dalla generosità”

Cuore di Maglia veste i bambini delle Terapie Intensive di tanti ospedali italiani, ma anche in molti paesi africani, indiani, greci e tailandesi

„Se c’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.“ Maria Montessori

Fonti:

Associazione Cuore di Maglia – I volontari dell’associazione Cuore di Maglia sparsi in tutta Italia, realizzano capi a maglia per scaldare e coccolare i bambini ricoverati in più di 90 reparti italiani di Terapia Intensiva Neonatale.

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Hai ricevuto regali che non ti piacciono o non ti servono? Niente paura . Ora c’è il Regifting! E puoi sempre donare a chi non ne ha !

Il primo passo non è il riciclo ma il dono !

Il primo passo non è il riciclo, ma il dono. Gratuito, senza contropartite, a beneficio di chi non ha la stessa nostra fortuna di dare e ricevere doni durante le vacanze di Natale, e non solo. Ma in ogni caso, guai a sprecare i regali di Natale, che spesso finiscono in qualche cassetto e tra i tanti oggetti che abbiamo e non utilizziamo: in America è stato calcolato, per esempio, che sotto l’albero, ogni anno, riceviamo e diamo 35 miliardi di dollari di regali sgraditi. E dunque a fortissimo rischio spreco.

Secondo una ricerca realizzata da Coldiretti/Ixe, quasi un italiano su quattro ricicla i regali di Natale indesiderati. La maggioranza li regala a parenti ed amici ai quali possono tornare utili. Una buona percentuale, circa il 30 per cento, li riporta nel punto vendita in cui sono stati acquistati per effettuare un cambio o richiedere un buono mentre il 29 per cento degli italiani li rivende su Internet. Un ottimo modo quest’ultimo, per trasformare i regali non graditi in una fonte di guadagno e un’ottima occasione per i compratori, per accaparrarsi articoli nuovi a prezzi decisamente interessanti.

Una moda e un fenomeno, il Regifting, in forte crescita nel nostro Paese e una tendenza accelerata dalla sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet grazie ai quali è possibile mostrare il prodotto da rivendere ad un numero molto ampio di persone. Senza contare la possibilità di esporre l’oggetto sui portali specializzati in specifici prodotti o servizi, affinando ancora di più la ricerca dei potenziali acquirenti.

Ecco allora tanti consigli utili per combattere l’affanno dei regali sgraditi (o sbagliati):

  1. Innanzitutto, quando scartate i regali, evitate di rovinare la confezione originale e richiudetela con cura in modo da non avere problemi al momento di un eventuale cambio presso il punto vendita in cui il prodotto è stato acquistato.
  2. Se decidete di regalare il dono ricevuto ad un amico o parente che potrebbe apprezzarlo o ritenerlo particolarmente utile, ricordate almeno di sostituire la carta regalo ed eliminare il bigliettino di auguri. E per evitare figuracce, assicuratevi che il destinatario del regalo riciclato non conosca chi vi ha donato l’oggetto indesiderato.
  3. Se decidete di conservare il dono e rimandare il riciclo all’anno successivo, non dimenticate di attaccare al regalo un post-it con su indicato il nome di chi ve l’ha fatto: eviterete così il tragicomico “riciclo al mittente”.
  4. Se si tratta di un prodotto con scadenza, controllate bene la data prima di riciclarlo.
  5. E siccome non sarete i soli da aver ricevuto un regalo sgradito: che ne dite di organizzare una divertente serata in compagnia degli amici in cui scambiarsi i regali desiderati?
  6. Ricordate che sui social sono tanti i gruppi e le pagine attraverso le quali scambiare o donare gli oggetti e i regali non graditi. Noi vi suggeriamo: Io regalo e Te lo regalo se vieni a prenderlo.
  7. Non dimenticate la possibilità di donare il regalo in beneficenza: potrete fare felice chi ne ha più bisogno.
  8. Infine, non sottovalutate il riciclo creativo: come abbiamo visto più volte, basta veramente poco per dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo. Ad esempio, con un pizzico di fantasia, quel maglione che non vi piace può trasformarsi in un caldo cappello invernale o in un originale copritazza fai da te.

In alternativa, ecco alcuni consigli utili per rivendere i regali di Natale su internet:

  • Prima di pubblicare il vostro annuncio, fate una ricerca per controllare i prezzi di vendita degli oggetti simili al vostro.
  • Descrivete l’oggetto che state mettendo in vendita in maniera accurata: specificate il brand e indicate i dettagli del prodotto, dal colore alle dimensioni fino alle caratteristiche tecniche se si tratta di un prodotto tecnologico.
  • Al testo di presentazione del prodotto, associate immagini chiare, specificando bene che si tratta di un oggetto nuovo e mai utilizzato.
  • Se possibile, offrite la possibilità di scegliere tra diverse modalità di pagamento.
  • Assicuratevi che il prodotto sia ben confezionato prima di procedere con la spedizione e, una volta conclusa la trattativa, non fate aspettare molto l’acquirente.

Fonte: nonsprecare.it