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* La buona notizia del venerdì: In Indonesia cure mediche gratis in cambio di rifiuti da riciclare

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Garbage Clinical Insurance, ecco un progetto probabilmente unico al mondo che in Indonesia permette di ottenere cure mediche gratuite grazie ai rifiuti.

I cittadini di Malang che non possono permettersi un’assicurazione sanitaria in questo modo possono comunque ottenere le cure di cui hanno bisogno.

L’idea è nata dal dottor Gamal Albinsaid, 24 anni, medico indonesiano che ha voluto trovare una soluzione per fornire assistenza sanitaria alle persone bisognose e cercare nello stesso tempo di risolvere anche il problema dei rifiuti.

Il problema dei rifiuti e della povertà riguarda soprattutto i villaggi rurali dell‘Indonesia, dove la popolazione si ammala e non ha a disposizione il denaro necessario per curarsi. Gamal allora ha deciso di fornire assistenza sanitaria gratuita alle persone utilizzando i rifiuti come risorsa finanziaria.

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Ha dunque creato la società Global Clinical Insurance che si occupa di vendere alle imprese che riciclano i rifiuti la spazzatura raccolta dai pazienti. Il denaro guadagnato dalla vendita viene utilizzato per pagare le medicine e l’assistenza sanitaria delle persone che si sono impegnate nel progetto.

Quello che portiamo avanti è un modello che si propone di ottenere un positivo impatto sociale – dice il fondatore, Gamal Albinsaid -. L’obiettivo è anche il profitto, ma non a scopo di lucro. I ricavi generati vengono reimpiegati per finanziare il nostro programma”.

Fino a questo momento l’iniziativa ha aiutato migliaia di persone che altrimenti non avrebbero accesso al sistema sanitario.

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Nel 2013 Gamal ha vinto un importante premio di 50.000 sterline come giovane imprenditore per la sostenibilità, dato che il suo progetto favorisce sia il rispetto dell’ambiente che la salute e l’aiuto ai bisognosi,il “Prince of Wales Young Sustainability Entrepreneur Prize” consegnatogli dal Principe di Galles.

Gli aspiranti a questo riconoscimento sono stati ben 500 da 90 paesi nel mondo.

Le persone povere in questo caso pagano le cure mediche con le risorse che hanno a disposizione, cioè i rifiuti, di cui i villaggi rurali indonesiani abbondano. I rifiuti organici vengono trasformati in compost, mentre plastica e cartone vengono riciclati.

Può darsi che un’idea simile, ora in corso per le cure mediche, possa essere estesa anche all’istruzione, in modo che anche i bambini più poveri abbiano la possibilità di andare a scuola.

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Leggi anche:

In Messico cibo e buoni pasto in cambio di rifiuti da riciclare
Plastic Man: l’uomo che in India trasforma i rifiuti di plastica in nuove strade
Tibagi: in Brasile dai rifiuti nascono fiori e solidarietà

Fonte.

http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/16554-rifiuti-in-cambio-cure-gratis

 

 

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* la buona notizia del venerdì: Assegnato il ” Premio Nobel della scuola” a Nancie Atwell

I suoi studenti leggono 40 libri l’anno (scelti da loro). Lei è la prof più brava al mondo…

Nancie-Atwell-982x540 A 63 anni Nancie Atwell ha vinto quello che è stato definito il “premio Nobel della scuola” (un milione di dollari, a rate, che investirà nel suo centro). Il suo metodo si basa sui libri: “I miei ragazzi ne leggono almeno 40 l’anno. Li scelgono loro. Da una libreria che aggiorniamo continuamente…” 


nancie-atwell-2 I suoi studenti leggono 40 libri l’anno. Anche per questo, è stata definita la professoressa più brava al mondo. La storia di Nancie Atwell è stata raccontata daRepubblica in occasione dell’assegnazione, a Dubai, del Global Teacher Prize, “il premio Nobel della Scuola” (riconoscimento voluto da un imprenditore sociale di origini indiane, Sunny Varkey, attraverso la fondazione che porta il suo nome): la professoressa, 63 anni, è molto nota per i suoi libri sulla didattica, e con il premio porta a casa un milione di dollari, a rate, per 10 anni (a patto di insegnare per almeno altri 5, però). 70377 La Atwell ha spiegato con orgoglio: “Ho cambiato il modo di insegnare, ho fatto innovazione senza chiedere il permesso a nessuno“. Come scrive Repubblica, il suo metodo, consacrato da un centro per l’insegnamento e l’apprendimento che ha fondato nel 1990 a Edgecomb, nel Maine, si basa sui libri: “I miei ragazzi ne leggono almeno 40 l’anno. Li scelgono loro. Da una libreria che aggiorniamo continuamente con più di diecimila titoli. Sono loro a dirmi cosa vogliono leggere, di cosa vogliono scrivere e imparano a farlo”. I soldi del premio saranno investiti nel suo centro: “Sto ancora imparando come trasformare la scuola, ogni scuola, in un luogo di felicità e saggezza”, ha raccontato Nancie Atwell. Il premio è nato solo un anno fa, e per questa edizione sono arrivate 5mila candidature da più di 100 paesi. Nella top 50 anche due italiani: Daniele Manni e Daniela Boscolo.   us-teacher-nancy-atwell-wins-1m-nobel-prize-teaching-dubai http://www.illibraio.it/studenti-leggono-40-libri-anno-prof-brava-mondo-188344/


E’ stata appena presentata #ioleggoperché, una grande iniziativa pensata dall’Associazione Italiana Editori per promuovere la lettura tra chi non legge. E i protagonisti, questa volta, sono i cosiddetti “lettori forti”, che hanno la possibilità di diventare “messaggeri” della lettura e di farsi promotori volontari della loro passione per la lettura. IoLeggoPerché1-981x540 Spiegano gli organizzatori: “I Messaggeri persone che amano leggere, offrono libri ad altre persone. Ovunque, in tutta Italia”. E aggiungono: “Abbiamo individuato nei Messaggeri l’asse portante di questo progetto. Solo persone appassionate, competenti e motivate possono affidare un libro a persone che non ne hanno ancora colto il valore in modo pieno. I Messaggeri conoscono, amano, si divertono con i libri e avvicinano chi di questo mondo non fa parte. Non solo gente ‘del mestiere’, autori e traduttori, librai, editori, bibliotecari, artisti e creativi in genere. Sono soprattutto persone che i libri li acquistano, li amano, approfittano di #ioleggoperché per condividere con altri la loro grande passione. Il 23 aprile i Messaggeri offrono libri a chiunque loro ritengano, ovunque, in Italia. Noi li abbiamo cercati e li cercheremo con la complicità della enorme rete creata in questi mesi. Faremo appello alla loro passione, al loro orgoglio, al loro amore, alla loro capacità di riattivare in altri energie e desideri assopiti”. I Messaggeri “ideali” dunque sono: 1. Lettori appassionati, fieri di esserlo, consapevoli del piacere straordinario che dà un libro. 2. Persone affidabili che porgono un libro, consegnano una storia come se consegnassero un nuovo mondo, felici di poterlo condividere. 3. Hanno un piccolo segreto, un trucco per accennare una trama, soffermarsi su un dettaglio, sfoderare una citazione, suggerire un breve ascolto per seminare il fascino del libro che hanno con sé. 4. Sanno come avvicinare gli altri senza essere invasivi, essere estroversi senza esagerare, fare della propria timidezza un’arma seducente. 5. Sanno che giocare è una cosa divertente e seria, raccolgono le sfide, le vivono come un’avventura; prendere un impegno non è un problema, anzi un piacere. 6. Sono consapevoli che il futuro riserva una gioia: sentirsi dire “grazie” da chi ha ricevuto il libro in consegna. Maggiori dettagli sul sito ufficiale, www.ioleggoperché.it

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* La buona notizia del venerdì: Il 17enne di Barletta chiamato dal Cern

 La storia di Daniele Doronzo, un 17enne, con la passione della fisica .

Il CERN è il Laboratorio Europeo per la Fisica delle Particelle, il centro di ricerca sulla fisica delle particelle più grande del mondo. Istituito nel 1954, il CERN è stato fra le prime organizzazioni internazionali europee ed è diventato un modello esemplare di collaborazione internazionale. Gli Stati Membri del CERN sono passati dai primi 12 firmatari della convenzione agli attuali 19.Il Laboratorio è situato a cavallo della frontiera franco-svizzera, ad ovest della città di Ginevra, ai piedi della catena del Giura. Circa 6.500 scienziati, la metà dei fisici delle particelle elementari di tutto il mondo, utilizzano le strutture del CERN; essi rappresentano 500 università e oltre 80 nazionalità.

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Il ragazzo, che frequenta il Liceo Classico Casardi di Barletta, aveva deciso di fare l’esame di maturità con un anno di anticipo per poter arrivare a fare uno stage al Cern, il sogno della sua vita. Daniele però ha avuto paura che il suo sogno non potesse realizzarsi dato che la scuola lo aveva promosso con un 7 in fisica e uno in condotta. Il 17enne infatti per svolgere gli esami di maturità con un anno di anticipo avrebbe dovuto avere tutti gli anni si scuola almeno otto in tutte le materie. Daniele in effetti non era mai sceso sotto l’otto e il nove, ma la doccia fredda gli è arrivata proprio nel momento decisivo.

Da gennaio avevo inondato di mail il centro in Svizzera per riuscire a fare uno stage. La fisica è la mia vita. Avevano letto quello che gli avevo mandato, articoli, studi eccetera ed ero stato accettato. Ma per andarci c’era bisogno del diploma. E così anche per prepararmi al meglio all’ingresso nelle università americane, dove avrei voluto studiare, a gennaio ho avvisato la mia scuola della mia volontà di fare gli esami con un anno di anticipo” ha raccontato il ragazzo a Repubblica, ma dopo i quadri a giugno tutto sembrava perso.
Sembra che il 7 in condotta, che però da solo non gli avrebbe procurato problemi, sia arrivato dopo alcune sue intemperanza durante la gita scolastica e i suoi continui ritardi a scuola. Mentre sembra che l’insegnante di fisica gli abbia messo il 7 perché il ragazzo “da quando aveva deciso di fare gli esami di maturità si era lasciato andare”.

Questo però gli ha impedito di provare gli esami di maturità prima e iscriversi alle università americane, ma fortunatamente per lui non ha spezzato nemmeno l’altro suo grande sogno: andare al Cern. “Apprendo ora che non fosse diplomato. Non so perché la docente gli ha messo quel sette. Avrà avuto i suoi motivi.

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Certo, Daniele, non è un ragazzo ordinario.

Ancora oggi continuano in tanti a chiedermi di lui” ha dichiarato la fisica italiana, Gabriella Pugliese, che collabora con il Cern e ha fatto da tutor a Daniele nei giorni in cui il ragazzo è stato in Svizzera. Gabriella Pugliese ricorda che il 17enne aveva colpito tutti perché aveva inviato la mail a decine di persone in tutte le lingue. “Si vedeva che aveva una voglia matta di fare questa esperienza, che era tutto quello che voleva. E gliel’hanno fatta fare” ha sottolineato Pugliese.

Daniele dopo questa stupenda esperienza ora è San Francisco, si è ritirato da scuola e si sta preparando agli esami che a giugno farà da privatista in un’altra scuola vicina, a Trani. “Vorrei dimostrare di essere un po’ più forte di un sette” ha aggiunto il 17enne

Fonte :http://www.fanpage.it/il-17enne-ribelle-di-barletta-con-7-in-condotta-ma-chiamato-dal-cern/#ixzz3KZD3AxHK

  “  A volte qualcosa va male per una giusta ragione  “

  “  Quando desideri qualcosa, tutto l’Universo cospira affinché tu la ottenga  “     ( Paolo Coelho )

Altre buone notizie:

” Area Cani a Firenze ” di Fausta68 

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* La buona notizia del venerdì: Il metodo Montessori diventa interattivo

Il metodo Montessori diventa interattivo dalle “favole” alle app e al design tecnologico

Nella città natale della grande pedagogista il 28 e 29 novembre studiosi di tutti i Paesi a confronto per capire come lavagne interattive, tablet e app possano essere efficacemente utilizzati nel rispetto del percorso educativo indicato dalla scienziata di Chiaravalle: permettere al bambino di autoeducarsi, rispettandone tempi, interessi e creatività

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Quando Maria Montessori pubblicò i primi scritti sul suo metodo, più di 100 anni fa, i computer non esistevano. Eppure molti materiali montessoriani sembrano un’anticipazione del digitale, è incredibile per esempio come sia riuscita a spostare sulle forme concetti di matematica”, assicura Tommaso Ragnisco, direttore artistico della prima trasposizione digitale della “favola cosmica”, un grandioso racconto che parte dal Big Bang per arrivare all’uomo, una sorta di “genesi laica” pensata per spiegare ai bambini le origini dell’Universo, della Terra e dell’umanità.

La app verrà presentata il 28 e il 29 novembre al convegno “I processi cognitivi, le tecnologie interattive e il medoto Montessori”, che si terrà al Teatro Valle di Chiaravalle, città natale della grande pedagigosta, con la partecipazione di esperti in arrivo da ogni parte del mondo. 


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Il metodo Montessori si applica infatti in oltre 20.000 scuole di tutti i continenti: tra i relatori stranieri ci sono il direttore esecutivo dell’Association Montessori Society di New York, Richard A. Ungerer, tra gli italiani il presidente dell’Accademia dei Lincei Lamberto Maffei. La domanda alla quale gli esperti cercheranno di dare una risposta è come il metodo montessoriano può avvalersi efficacemente dell’apporto delle nuove tecnologie, mantenendo la propria struttura e la propria forza. Magari dando una mano a tutte le scuole che utilizzano lavagne interattive e iPad: le sperimentazioni sono all’ordine del giorno, racconteranno infatti la propria esperienza con tablet e app alcuni rappresentanti dell’istituto comprensivo Bruno da Osimo (di Osimo, in provincia di Ancona), inserito dal ministero dell’Istruzione tra le “22 eccellenze educative nazionali per le sperimentazioni e i progetti di innovazione della didattica anche attraverso le nuove tecnologie”. 

“Prima ancora di sapere come utilizzare l’iPad, parliamo di processi cognitivi. L’aspetto interessante delle tecnologie attuali è che sono interattive: quando mia figlia era bambina, guardava i cartonianimati, ponendosi come spettatore passivo. Adesso possiamo fare in modo che i bambini interagiscano, costruiscano un loro percorso di formazione, di autoeducazione. Altrimenti il rischio è che si possa tutti essere fagocitati da questi strumenti”, osserva Lucio Lombardi, direttore della fondazione Chiaravalle-Montessori.

Il progetto naturalmente ha subito suscitato l’attenzione della Apple, che parteciperà al convegno con alcuni workshop. Anche se a realizzare la prima app “montessoriana” è stato invece il team di educatori-tecnici dell’associazione romana “Tabula Fabula”, che sperimenta continuamente il proprio lavoro presso la scuola primaria di via Tito Livio, a Roma. “Il lavoro – spiegano gli autori – si è avvalso della sinergia di diverse figure professionali, educatori, designer, animatori, programmatori, che hanno dato vita a un prodotto sicuro e di altissima qualità, che accompagna i bambini all’esplorazione delle potenzialità digitali in un contesto protetto dalle insidie della rete e dai rischi che potrebbero conseguire a una condivisione indiscriminata e fuori controllo. Una favola sempre nuova da inventare con i genitori, in alternativa alla semplice lettura di una storia, ma anche un gioco che il bambino può gestire in totale autonomia, sviluppando sempre più l’aspetto educativo, oltre a quello ludico, con la crescita”. La app della favola cosmica è già stata tradotta in dieci lingue, le principali europee più cinese e giapponese. 

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La modernità del metodo Montessori non sta soltanto nella costruzione di percorsi autonomi di istruzione che permettono al bambino di apprendere anche da solo, nel rispetto dei propri tempi e dei propri interessi, ma anche nella presisposizione di uno spazio a misura di bambino che è parte integrante del sistema educativo.

Una sedia non è appena una sedia, le pareti sono suddivise per aree scientifiche, anche la luce gioca un ruolo fondamentale: è stato detto che in questa visione dello spazio e nella creazione dei “materiali” didattici Maria Montessori ha anticipato il moderno design.

E infatti due architetti di Flowerssori, azienda che progetta mobili ecologici per bambini ispirati al metodo Montessori, presenteranno un “Format di Scuola Chiaravalle Montessori”, cioè una scuola modello, spiegano Hans Kruger Goffi e Angelica Meucci, “che non sia solo a misura di bambino, ma anche sensoriale, innovativa, esteticamente accattivante ed economicamente sostenibile”. Cioè economica: è difficile immaginare le scuole italiane che investono in nuovo mobilio. Eppure, i visitatori potranno vedere in pratica come è fatta una scuola dove banchi e sedie non sono rimediati e in avanzato stato di deterioramento ma vengono pensati e costruiti “per potenziare le capacità cognitive del bambino”.

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Fonte.

http://www.repubblica.it/scuola/2014/11/13/news/il_metodo_montessori_diventa_interattivo_dai_materiali_al_design_tecnologico-100494656/

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*La buona notizia del venerdì:La pedagogia di Reggio Emilia approda all’esposizione universale a Milano

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Il metodo Reggio Emilia è stato adottato in molti stati del mondo e ora approda anche all’Expo 2015.

E’ stato, infatti, affidato a Claudia Giudici, la Presidente dell’Istituzione Scuole e Nidi dell’Infanzia di Reggio Emilia, il villaggio dei bambini dell’Esposizione universale che si svolgerà a Milano dal primo maggio al trentuno ottobre 2015. D’altronde la scuola dell’infanzia e gli asili nido di Reggio Emilia sono passati alla storia come eccellenze assolute nella loro unicità e sono stati presi ad esempio in tutto il mondo, specialmente negli USA.

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Claudia Giudici ha fatto degli asili pubblici della sua città un punto di riferimento; prima di tutto ha puntato sulla formazione del personale, educatori esperti continuamente aggiornati; poi su gli spazi, pensati e organizzati in modo da stimolare la curiosità, la creatività e l’autonomia dei più piccoli e a favorirne la comunicazione con gli adulti attraverso arredi, materiali e oggetti scelti con cura, tenendo conto delle loro qualità estetiche.

Nessuna formula rivoluzionaria, bada bene a ribadire Claudia Giudici, solo l’applicazione delle teorie di Loris Malaguzzi, grande pedagogista italiano morto nel 1994: il bambino al centro del progetto educativo, un bambino che è visto come soggetto attivo e pensante, invece, che come destinatario di un sapere imposto dall’alto. Gli asili a Reggio Emilia stimolano le capacità espressive e creative dei bambini facendoli vivere in ambienti luminosi, aperti, comunicanti tra di loro e in particolar modo in laboratori “atelier” alla presenza di educatori specializzati in attività artistiche e manuali.

E per questo che adesso, Claudia Giudici con le sue idee e i suoi asili nido, approda all’Expo 2015, per creare e organizzare le aree ludiche, ricreative e educative dedicate ai più piccoli, forse è meglio dire, per i più piccoli e dei più piccoli

 

 

Il Progetto Scuola è la piattaforma di riflessione e condivisione che Expo Milano 2015 dedica alle iniziative rivolte a tutto il sistema formativo: dalle scuole dell’infanzia alle Università.

La visione e i valori della scuola sono determinanti per diffondere i contenuti e garantire l’eredità della manifestazione; per questo docenti e studenti sono invitati a partecipare alla prossima Esposizione.

La sfida di Expo Milano 2015 parte proprio da questo presupposto. Permettere alle nuove generazioni di confrontarsi e formarsi sul Tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e far sì che il patrimonio generato all’interno delle aule scolastiche di tutti i Paesi sia condiviso con la collettività.

Tramite il Progetto Scuola tutte le scuole potranno compiere un vero e proprio percorso, che, partendo dal lavoro in classe sul Tema di Expo Milano 2015, culminerà nella visita al Sito Espositivo e lascerà una molteplicità di contenuti ed esperienze alle generazioni future.

Durante l’anno scolastico 2012-2013 si è conclusa con successo la «fase pilota»  del Progetto Scuola che ha coinvolto le scuole di Monza, con 39 istituti che hanno realizzato ben 100 progetti.

Forti di questa esperienza positiva e di altre, ad Aprile 2014 Progetto Scuola ha proposto, in collaborazione con il MIUR, una serie di iniziative concorsuali che hanno lo scopo di attivare le scuole sul Tema dell’alimentazione e della sostenibilità e di favorire gli scambi di esperienze sui temi di Expo 2015 anche con le scuole di altri paesi.

I migliori progetti delle scuole, selezionati attraverso i bandi, saranno presentati in Padiglione Italia nel periodo dell’Esposizione Universale.

Tra maggio e ottobre 2015 avranno luogo le visite didattiche e i viaggi di istruzione ad Expo: dopo l’attività progettuale e i concorsi d’idee, gli studenti potranno arricchire la loro esperienza con la visita al Sito Espositivo, attraverso itinerari ad hoc e confrontarsi con i coetanei di altre nazioni.

Conclusa l’Esposizione, verrà restituita alla società un’eredità: i contenuti prodotti sul tema saranno raccolti e diffusi attraverso tutte le piattaforme web messe a disposizione da Expo 2015.

Fonti:
:http://www.blogtaormina.it/2014/11/13/expo-2015-la-pedagogia-di-reggio-emilia-approda-allesposizione-universale-a-milano/192936
http://www.progettoscuola.expo2015.org/progetto-scuola/il-progetto

 

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*La buona notizia del venerdì:Nobel per la Pace a Malala e Satyarthi

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Il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Malala Yousafzai – l’adolescente pakistana attaccata dai talebani nel 2012 per le sue note campagne per il diritto allo studio delle bambine – e all’attivista indiano Kailash Satyarthi.

Nel dare l’annuncio, il Comitato norvegese per i Nobel ha riconosciuto ai due vincitori di quest’anno la loro «lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini all’istruzione».

Satyarthi, 60 anni, attivo dagli anni ‘90 nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile, ha portato avanti la tradizione del Mahatma Gandhi e ha attuato diverse forme di proteste pacifiche «concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per scopi economici», ha evidenziato il Comitato.

La sua azione, da solo e con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan, ha permesso di liberare almeno 80mila bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. «Mostrando grande coraggio personale Kailash Satyarthi, continuando la tradizione di Gandhi, ha capeggiato diverse forme di protesta e dimostrazioni, tutte pacifiche, concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per motivi economici», si legge nella motivazione. «Ha anche contribuito allo sviluppo di importanti convenzioni per i diritti dei bambini», aggiunge il testo.

Satyarthi, intervistato in India dall’emittente Cnn-Ibn, ha dedicato il prestigioso riconoscimento ai bambini che vivono in schiavitù. «È un onore per tutti quei bambini che soffrono in schiavitù, vittime del lavoro forzato e dei traffici», ha dichiarato.

Satyarthi ha fatto campagna in tutto il mondo su temi sociali di interesse per l’infanzia: è stato coinvolto nella Global March Against Child Labor e nell’organizzazione internazionale che la promuove, l’International Center on Child Labor and Education (Iccle), che riunisce a livello mondiale coalizioni di Ong, insegnanti e sindacalisti.

Inoltre ha creato il marchio Rugmark (noto anche come Goodweave), il primo che certifica che i prodotti che ne sono provvisti non hanno coinvolto minori in alcun modo nella loro produzione. Satyarthi ha da sempre denunciato lo sfruttamento del lavoro minorile e il suo effetto moltiplicatore sui problemi sociali quali la povertà, l’analfabetismo, la disoccupazione, l’aumento incontrollato del tasso di natalità. E ha messo in relazione la lotta contro lo sfruttamento dei minori con il «diritto di tutti» questi all’istruzione. Su questo ha anche lavorato nel quadro di un organismo appositamente istituito presso l’Unesco. Satyarthi vive a Nuova Delhi, è sposato, ha due figli.

Malala Yousafzay, l’attivista pachistana 17enne che ha ricevuto oggi il premio Nobel per la pace insieme a Satyarthi, è la persona più giovane ad essere insignita del Nobel nella storia di tutte le categorie del premio.

Secondo il sito «nobelprize.org», infatti, Malala ha sostituito in testa alla classifica dei Nobel più giovani il premio per la Fisica Lawrence Bragg, che nel 1915 – quando ricevette questo riconoscimento – aveva 25 anni.

Malala è la 46ma donna a ricevere il Nobel tra il 1901 e il 2014.
Per lei, queste le parole del Comitato per il Nobel, nella motivazione: «Nonostante la sua giovane età Malala Yousafzay ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all’istruzione ed ha mostrato con l’esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose». «Attraverso la sua lotta eroica è diventata una portavoce importante del diritto delle bambine all’istruzione».

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L’adolescente ha ricevuto la notizia mentre si trovava, come tutte le mattine, a scuola: la ragazza frequenta la scuola superiore Edgbaston a Birmingham, nel Regno Unito, la città dove è stata curata a seguito dell’attentato subito ad opera dei Talebani nell’ottobre del 2012.

Ed è stato quel proiettile a cambiare il suo destino. Trasformando la bambina di 11 anni che aveva affidato alla Bbc il suo diario in urdu nel quale raccontava la vita sotto i Talebani nella Valle di Swat, in un’attivista per i diritti umani e per il diritto all’istruzione in primo luogo, riconosciuta sulla scena internazionale tanto da aver ricevuto il premio Sakharov lo scorso anno e il Nobel per la Pace quest’anno, che lei ha detto più volte di «non meritare, non avendo fatto ancora abbastanza». Insieme a lei furono ferite due sue compagne di scuola, Sacia Ramzan e Kainar Riaz, in modo meno grave.

Fonte:

http://www.corriere.it/esteri/14_ottobre_10/nobel-la-pace-malala-satyarthi-366d4872-505c-11e4-a586-66de2501a091.shtml

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* Primo giorno di scuola: disegna la felicità

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Dice no con la testa

ma sì col cuore

dice sì a ciò che ama

dice no al professore

è in piedi

lo interrogano

e tutti i problemi sono posti

d’un tratto gli prende la ridarella

e cancella tutto

le cifre e le parole

le date e i nomi

le frasi e le trappole

e malgrado le minacce del maestro

tra gli schiamazzi dei bambini prodigio

con i gessi di tutti i colori

sulla lavagna dell’infelicità

disegna il volto della felicità.

Jacques Prévert

Paroles ( 1945 )

 

 

traduzione di Marco Vignolo Gargini
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La buona notizia del venerdì: Asilo nel bosco: finalmente anche in Italia

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E’ nato il primo “asilo nel bosco” italiano, una realtà sempre più diffusa” ed oggi possiamo dire che è una realtà diffusa anche in Italia.

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Fare scuola a contatto con la natura, usando pigne, sassi, foglie e bastoni al posto dei giochi che si prestano a trasformarsi in oggetti che riempiono la mente con la fantasia, che stimolano l’immaginazione e l’esperienza.

Questo modello di educazione alternativaentra a far parte della realtà italiana grazie alla collaborazione con l’associazione Manes (www.associazionemanes.it).

Il progetto è nato da un’idea di Ella Flatau, che realizzò il primo asilo in Danimarca, ad oggi ci sono più di 1000 a Søllerød, negli anni ’50 e si è sviluppato in tutta Europa.

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I bambini dai 2 ai 6 anni hanno bisogno di vivere all’aria aperta, di rimanere in contatto con la natura di esplorare, di sentirsi dei piccoli avventurieri che “imparano facendo”. Chi è cresciuto in città più di altri capisce l’importanza che ricopre un tipo di educazione di questo tipo, senza mura, senza banchi senza cemento e senza tappeti, sporcandosi nella terra, toccando con mano l’erba le foglie e creando giochi diversi, a contatto con gli alberi, assaporando i profumi delle stagioni che cambiano, dal profumo di sottobosco ricco di funghi in autunno, ai prati in fiore in primavera.

Ovviamente esiste uno spazio coperto dove “rifugiarsi” in caso di maltempo, dove si ripongono i materiali e i vestiti. Ma sostanzialmente la grande innovazione di questa scuola è l’ascoltare le esigenze dei bambini, i loro bisogni, sradicandoli dal quel banco e quel foglio sul quale la fantasia può essere solo immaginata

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L’asilo nel bosco costa molto meno di un asilo normale, e questi soldi possono essere utilizzati per incrementare il numero di educatori in modo che essi siano più presenti, in grado di ascoltare maggiormente i bambini e le loro esigenze,soprattutto perché un bambino trascorre molto tempo a contatto con gli educatori, spesso è maggiore questo tempo che quello trascorso tra le mura di casa.

Inoltre da alcuni studi effettuati dal prof. Peter Hafner dell’università di Heidelberg e da Lena Gruener e dalla professoressa Michela Schenetti dell’università di Bologna, mettono in evidenza come i bambini che frequentano l’asilo nel bosco sono molto creativi e curiosi, prestano una maggiore attenzione e si concentrano di più, rispettando di più le regole e risolvendo i conflitti in modo pacifico, inoltre sembra che si esprimano in maniera più precisa e argomentino meglio le proprie opinioni.

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Questa realtà è nata ad Ostia!

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/gallery/asilo-nel-bosco-dal-prossimo-anno-anche-in-italia-foto/3-25/

http://ostia.romatoday.it/il-primo-asilo-nel-bosco-in-italia-sara-a-ostia-.html

http://www.lemilio.it/scuola-dell-infanzia.html

 

Altre buone notizie:

” Iris e il gatto Thula un’amicizia che suoera le barriere dell’autismo” di Marisa Moles

 

 

 

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* Leggere aiuta a crescere. Regala un libro!

 

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Aiutaci a crescere. Regalaci un libro!

Torna per la quinta edizione il progetto di Giunti Editore per donare libri alle biblioteche scolastiche e sostenere la lettura.


MILANO – Le librerie Giunti al Punto, per il quinto anno consecutivo, lanciano la campagna di sensibilizzazione alla lettura. Anche quest’anno l’iniziativa Aiutaci a crescere. Regalaci un libro! è volta ad accrescere le biblioteche di classe con nuovi volumi.

Nel 2013 la campagna ha avuto un enorme successo, e oltre 20.000 scuole italiane dell’infanzia e primarie hanno ricevuto un totale di 150.802 libri per le biblioteche di classe.


L’INIZIATIVADal 1 al 31 agosto 2014, sarà possibile scegliere un libro nelle librerie Giunti al Punti di tutta Italia e donarle alle scuole della città che si preferisce: su ogni acquisto effettuato per l’iniziativa verrà applicato uno sconto del 15%. Sarà anche possibile personalizzare la donazione scrivendo una dedica sull’apposito adesivo fornito dalle librerie. L’adesione alla campagna permetterà di ricevere dal 1 al 30 settembre 2014 un ulteriore sconto del 15% su tutti gli acquisti; inoltre chi acquisterà entro il 31 ottobre “Non c’è niente che non va, almeno credo”, il libro di Maddie Dawson in uscita a settembre per Giunti, riceverà in omaggio 15 punti SMILE.

Quest’anno anche le aziende possono aderire all’iniziativa acquistando libri, con la possibilità di richiedere l’emissione della fattura, il cui valore per legge sarà ammesso interamente in deduzione del reddito d’impresa. Giunti Editore si impegna a sostenere tutti i costi dell’operazione e organizzerà i centri di raccolta dei libri all’interno delle librerie (elenco completo delle librerie Giunti sul territorio nazionale disponibile sul sito) , dove il personale addetto sarà a disposizione per fornire assistenza e tutte le informazioni sulla campagna.


LE INIZIATIVE DEGLI ANNI PASSATI – Nel 2012 con Dona un libro alla biblioteca della tua città sono stati donati 96.406 libri alle biblioteche pubbliche; nel 2011 con In ospedale c’è un bambino che… sono stati recapitati 113.885 libri nei reparti pediatrici degli ospedali italiani; e nel 2010 con Regala un libro all’Aquila sono stati raccolti 37.420 libri per la ricostruzione delle biblioteche d’Abruzzo distrutte dal sisma del 2009.

http://www.libreriamo.it/a/8434/aiutaci-a-crescere-regalaci-un-libro-la-nuova-campagna-estiva-delle-librerie-giunti-al-punto.aspx

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“Leggere, potere leggere, avere il gusto di leggere, è un privilegio…”
(Tullio De Mauro)

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* Tempo di valutazioni a scuola …cambiare si può!

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Una maestra, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori, scrive queste riflessioni sul voto nella sua bacheca:

Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.

Il voto corrompe.Il voto divide.Il voto classifica. Il voto separa.

Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia.

Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.

I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti.

I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può.

I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri.

I voti mietono vittime e creano presunzioni.
I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno.


La maestra lo sa bene, perciò è colpevole. Per non aver fatto obiezione di coscienza.”

Il “maestro” Manzi riportava nella scheda di valutazione di tutti gli studenti la stessa formula: “Ha fatto quel che può, quel che non può non fa”.

 

Quando ride un bambino
sia biondo che bruno
la terra prende un punto.

Quando ride un bambino
sia bianco che nero
il mare prende un punto.

Quando ride un bambino
sia bimbo che bimba
il cielo prende un punto.

Quando ride un bambino
il mondo prende un punto
e forse anche di più.

 Roberto Piumini

Cambiare si può !

 

Fonte: www. paroleingioco.wordpress.com