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* 1° Friday for Future! E tu cosa stai facendo per il nostro pianeta?

 

 

Educare al rispetto  dell’ambiente come responsabilità di un bene comune!

L’ambiente comincia dalla nostra casa, dalla nostra strada, dalla nostra città, dai luoghi che frequentiamo!

Il rispetto dell’ambiente è nel come lo usiamo: dall’uso consapevole dell’acqua, dal cibo che scegliamo per la nostra alimentazione, dalla conservazione degli oggetti della vita quotidiana, dal genere di mezzi che privilegiamo per spostarci…. 

Ricordandoci che siamo un gruppo umanità e il  nostro piccolo ambiente quotidiano è una delle piccole parti della Terra che è l’unico pianeta che abbiamo per ospitarci.

E che il nostro piccolo esempio quotidiano può contribuire non solo ad una nostra consapevole sopravvivenza ma anche a quella del nostro pianeta.

Ecco da che cosa possiamo iniziare, nel nostro quotidiano:

1) Riciclare e differenziare i nostri rifiuti evitando così di inquinare e di creare danni alla biodiversità e agli animali

2) Riutilizzare, riparare ed evitare l’usa e getta se non indispensabile. Ci sono tanti modi per reinventarci quella cosa che non ci piace più

3) Mangiare meno carne perché gli allevamenti intensivi hanno un impatto altissimo: emissioni di C02, consumo di suolo e acqua. Senza dimenticare gli orrori a cui sono costretti i nostri amici animali

4) Spostamenti più sostenibili quando è possibile. A piedi, in bici, con auto elettrica. Usiamo il carsharing e i mezzi pubblici

5) Risparmiare acqua in casa quando laviamo i piatti e ci laviamo i denti. Se non lo abbiamo ancora fatto, applichiamo dei filtri frangiflusso per il risparmio idrico a tutti i rubinetti

6) Ridurre gli sprechi alimentari, comprando e cucinando le giuste porzioni, usando la doggy bag, riutilizzando il cibo avanzato

7) Ridurre gli sprechi energetici con elettrodomestici a basso consumi e illuminazione appropriata

8) Comprare cibo locale e rispettare la filiera dei lavoratori. Scegliendo alimenti sani e rispettosi dell’ambiente

https://www.greenme.it/?fbclid=IwAR2WTPcHZJqGatpUcfjo5yv5EZbdTNJ0w9MU4XJOxr-v8rnEBE0zx7lBbzs

Leggi anche:Le sette RRRRRRR del riciclo

 

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* La buona notizia del venerdì: Una scatola che legge i colori per i non vedenti…succede all’Isola d’Elba!

Isola d’Elba, Laura ora può vedere i colori grazie all’invenzione dei compagni di scuola

 

Grazie alla scienza, in questo caso «attivata» dai suoi compagni di scuola, Laura, non vedente, può riconoscere i colori.

E così il progetto si chiama proprio ‘I colori di Laura’ ed è la migliore dimostrazione che le conoscenze scientifiche possono raggiungere straordinari risultati, migliorando la vita delle persone.

Il tutto è frutto dello studio e delle capacità di un gruppo di studenti che hanno inteso aiutare concretamente la loro compagna di scuola e amica: sono i ragazzi del liceo ‘Foresi’, impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro durante lo stage a ‘Elba Tech’, azienda di Marciana, isola d’Elba, che dal 1999 progetta e realizza dispositivi e soluzioni per la ricerca, soprattutto in biofisica e bioelettronica. Un’eccellenza del settore che da qualche anno ha creato il brand «Elbatech4Nature» con la specifica missione di realizzare sistemi innovativi per il monitoraggio della natura, spesso basati su tecnologia ‘IoT’(Internet of Things).

«Abbiamo messo a punto – spiegano gli ingegneri Marco Sartore e Manuela Adami, tutor dei ragazziun dispositivo automatico di riconoscimento dei colori, composto da un sensore che restituisce la mappatura colorimetrica di un oggetto posto nelle sue vicinanze. Il sistema sta funzionando bene e gli studenti sono stati orgogliosi e soddisfatti del lavoro svolto. Hanno persino imparato a scrivere alcune parti di base di programmi in linguaggio Python e hanno realizzato il software che fornisce come risultato il nome del colore più prossimo alla terna ‘rosso-verde-blu’ letta dal sensore. Davvero un ottimo lavoro».

La destinataria dell’innovativo progetto è Laura Paolini, 18 anni compiuti a dicembre, studentessa non vedente della quinta liceo classico, le cui foto degli incontri a Roma con Papa Francesco e col presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno fatto il giro del mondo.

Una ragazza attiva e dinamica – pratica lo sci, va sott’acqua e fa parte di un gruppo teatrale – alla quale al ‘Foresi’ tutti vogliono un gran bene e fanno a gara per aiutarla. Ed è stata la stessa Laura, preventivamente coinvolta nell’iniziativa per valutarne utilità e pertinenza, ad aver dato importanti indicazioni.

«Ho chiesto– racconta la studentessa – che il dispositivo mi aiutasse in particolare a riconoscere i colori dei vestiti per poterli abbinare, ed è questo l’utilizzo principale che ne farò, anche se mi potrà servire in altre occasioni».

Un secondo gruppo di studenti lavorerà nei prossimi giorni per ottimizzare la struttura del dispositivo, tradurre in italiano e limitare ai colori principali il ricco database in inglese finora utilizzato, e soprattutto per ‘dargli voce’. Vale a dire realizzare un sistema che, presa in ingresso la stringa di caratteri contenente il nome del colore individuato, la pronunci mediante un altoparlante.

«Si tratta – aggiunge l’ingegner Sartore – anche in questo caso di una prospettiva ‘challenging’, che promette altrettante soddisfazioni per i ragazzi. Alla fine di questo percorso, quanto realizzato dai due gruppi verrà riunito in un unico sistema e Laura potrà finalmente usare il dispositivo».

 

https://www.iltelegrafolivorno.it/cronaca/isola-d-elba-laura-ora-pu%C3%B2-vedere-i-colori-grazie-all-invenzione-dei-compagni-di-scuola-1.4478329

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/c-scatola-che-legge-i-colori-i-non-vedenti-1658992.html

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* La buona notizia del venerdì: Imparare la storia dell’arte giocando con l’album delle figurine si può

Artonauti. In edicola arriva l’album di figurine sulla storia dell’arte

Un progetto premiato da una fondazione bancaria per unire apprendimento e gioco. Non solo calciatori: gli album di figurine ripartono da Giotto e van Gogh. In edicola a marzo 2019.

L’idea funziona. Intelligente, inconsueta, divertente, educativa, misurata sui più piccoli, tra apprendimento e gioco. Ed è curioso che in tempi di scarsissima attenzione alla storia dell’arte, da parte di programmi ministeriali che l’hanno qui e là sfoltita o comunque mai potenziata, un bel segnale arrivi da chi si occupa di editoria e scuola. Parliamo di figurine, un settore del collezionismo straordinario, già nella storia del costume italiano. Con una penetrazione sorprendente, a dir la verità, anche nel pubblico adulto.

 

E la liturgia della figurina, sedimento culturale ed affettivo nella memoria dei più agé, passava da quei blitz in edicola, in attesa dell’ultima uscita; dall’odore di Coccoina, la vecchia colla pastosa nel barattolino in alluminio, sostituita negli Anni ’70 dalla carta biadesiva che rivoluzionò il settore; e poi dallo scambio tra piccoli collezionisti, con quel “ce l’ho, ce l’ho, mi manca” che è diventato tormentone. Un tempo la corsa per accaparrarsi immaginette di calciatori, supereroi, personaggi dei fumetti e piccole icone da custodire, aveva un senso che oggi appare sfumato, fra tenerezza e nostalgia. L’overdose visiva incontrollata, la facilità nel recuperare qualunque immagine sul web, la virtualità e la smaterializzazione di ogni segno iconografico, rendono quel rito obsoleto, quasi superfluo. Eppure la figurina, fragile feticcio di carta su cui – ad esempio – i geniali fratelli Panini edificarono un impero, mantiene il suo charme.

L’ultima iniziativa, lanciata grazie a un progetto socio-culturale, riguarda dunque l’arte, settore strategico per molte realtà editoriali che lavorano col mondo dell’infanzia: albi d’autore, firmati da artisti e illustratori per incantare i più piccoli con favole e racconti, giochi pedagogici, collane didattiche dedicate al mondo delle arti, ai grandi autori, alle opere e alle tecniche. E adesso, sul modello di progetti lanciati anche all’estero, arriva l’album per bambini dai 7 agli 11 anni, utile a stimolare la curiosità e la fascinazione nei confronti dei capolavori dell’arte di tutti i tempi.

Si chiama Artonauti.

Le figurine dell’arte ed è atteso in edicola a partire dal prossimo 15 marzo, al costo di 3 euro (con l’album subito 3 pacchetti di figurine in omaggio). Storie, aneddoti, informazioni, indovinelli e curiosità accompagnano le 64 pagine del book, in cui troveranno posto via via le immagini collezionate. Un lungo viaggio che parte dalla preistoria, con i graffiti nelle grotte di Lascaux, per proseguire con l’incanto dell’Egitto, il trionfo della statuaria greca, l’Impero Romano, poi il Medioevo, procedendo tra Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo, Impressionismo, Espressionismo e le Avanguardie del Novecento. Da Giotto a Michelangelo, da Leonardo a Caravaggio, da Botticelli a van Gogh, una galleria sintetica tutta da spulciare e completare.

Con tanto di storiella a fumetti: il cammino attraverso opere, musei e autori sarà condotto da due ragazzini, Ale e Morgana, col loro cagnolino Argo.

Anche il progetto grafico è in stile vintage, proprio come gli album dei nonni! Ma ricco di spunti interattivi.

 


Maria Montessori pensava che la cultura fosse assorbita dal bambino attraverso esperienze individuali in un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro.
Bruno Munari sosteneva che, invece di dilungarsi in lunghe spiegazioni, fosse preferibile coinvolgere il bambino in “azioni-gioco”, così da farlo partecipare globalmente all’apprendimento ed evitando che si distraesse in un processo passivo di ascolto.
Loris Malaguzzi, ideatore del metodo Reggio Emilia, elaborò la teoria secondo cui l’apprendimento è un processo “auto-costruttivo”, cioè il frutto della libera iniziativa dei bambini stessi.


Educare i bambini all’arte e alla creatività attraverso la scoperta, il gioco e l’apprendimento auto-costruttivo: sono questi i principi che hanno ispirato Artonauti, il primo album di figurine dell’arte.

Rimane l’indignazione per una materia eliminata dalla scuola italiana! Meglio di niente? Assolutamente NO! Sono certa però che per molti insegnanti sarà uno strumento didattico alternativo per coltivare la cultura dell’arte e stimolare l’ espressione artistica nei loro alunni. 

https://www.artribune.com/editoria/2019/02/artonauti-la-panini-lancia-un-album-di-figurine-sulla-storia-dellarte/?

whttps://www.artonauti.it/progetto-artonauti/

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* La buona notizia del venerdì: In Colombia un netturbino con la passione per la lettura ha salvato 20mila libri

Si chiama José Alberto Gutiérrez e dal 1997 ha deciso raccogliere tutti i volumi che trovava tra i rifiuti durante i suoi turni di lavoro.  Con i libri raccolti ha dato vita a una vera e propria biblioteca che gli abitanti del suo quartiere, specialmente i bambini, possono frequentare gratuitamente

Il signor Gutiérrez, ancora oggi guida il camion della nettezza urbana ma nel frattempo, dal 1997 ad oggi, ha salvato circa 20mila volumi molti dei quali sono oggi stipati nella sua piccola casa a San Cristóbal, nella zona meridionale dei Bogotà.

Un’abitazione che è diventato un santuario dei libri che la gente butta e che nel tempo si è trasformata in una biblioteca – che non ha davvero nulla da invidiare a quelle ufficiali – per la comunità del quartiere.

Un servizio che il signor Gutiérrez ha voluto dedicare soprattutto ai più piccoli, che nel fine settimana possono trovare ospitalità a casa sua per leggere o per prendere i libri in prestito. Tutto rigorosamente in forma gratuita.

Tutto è cominciato la prima notte di lavoro, quando facendo il turno nel barrio Bolivia, un quartiere abbiente nella parte nord di Bogotà, in Colombia, si è imbattuto in un libro Anna Karenina di Lev Tolstoj. Il capolavoro si trovava tra i rifiuti ma José Alberto Gutiérrez, di mestiere netturbino, non se l’è sentita di lasciarlo al suo triste destino, così ha deciso di portarlo a casa. Da quel primo ritrovamento sono passati venti anni e quello che sembrava essere un gesto casuale, spinto dall’istinto, con il tempo è diventata una vera e propria missione.

Quello che potrebbe sembrare semplicemente un hobby, per il signor Gutiérrez è una missione. Nei suoi lunghi anni di militanze sulle strade come netturbino ha scoperto che nei quartieri benestanti della città è purtroppo malcostume diffuso quello di gettare via i libri. 

E non c’è una predisposizione particolare, tra i rifiuti finiscono i romanzi, come i saggi, le favole come i gialli.

Per questo la biblioteca del signor Gutiérrez è variegata e può assicurare ai suoi fruitori qualsiasi genere.

Oggi, questo netturbino amante dei libri viene soprannominato “el Señor de los Libros” e spiega che questa sua predisposizione per la lettura “è il miglior regalo che i miei genitori mi abbiano potuto fare” perché “sono stati la mia salvezza”.

PER APPROFONDIRE: Una bambina veneta di sette anni ha letto duecento dodici libri in un anno

LEGGI ANCHE: Biblioteca sociale, un’iniziativa per salvare i libri dal macero e incentivare la lettura

http://www.nonsprecare.it/salvare-i-libri

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* Più libri più liberi 2018 nella Nuvola a Roma. Per un nuovo umanesimo. Una risposta agli egoismi del nostro tempo

 

Roma, 4 dicembre 2018.

Apre le porte  l’edizione 2018 della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria Più libri più liberi, l’evento editoriale più importante della Capitale dedicato esclusivamente ai piccoli e medi editori italiani, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), con il sostegno del Centro per il libro e la lettura, del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione Lazio, di Roma Capitale, della Camera di Commercio di Roma e di ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e di BNL Gruppo BNP Paribas.  

La cerimonia inaugurale  il 5 dicembre, alle ore 10.30, presso il Caffè letterario RAI con gli interventi di Vito Crimi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Annamaria Malato, Presidente Più libri più liberi, Ricardo Franco Levi, Presidente AIE, Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla crescita culturale di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente e Assessore Formazione, Diritto allo Studio, Università e Ricerca, Attuazione del Programma della Regione Lazio.

Primo appuntamento della fiera sarà, alle 12.45 nella Sala La Nuvola, la diretta RAI con lo speciale di Quante storie condotto da Corrado Augias, durante il quale interverranno, tra gli altri: Flavio Caroli che racconterà le bellezze della Capitale, Enrico Vanzina, sceneggiatore e autore del libro “La sera a Roma”, la storica dell’architettura Claudia Conforti che ripercorrerà la storia del quartiere Eur, Aurelio Picca che parlerà di periferie. E poi, Gigi Proietti in un video in cui reciterà un sonetto del Belli su piazza Navona, un filmato di Andrea Rolli sulla Street Art delle periferie raccontato da Sabina De Gregori, un raro documentario con Federico Fellini che parla del Eur, un ricordo di Bernardo Bertolucci e uno sketch di Lillo e Greg dedicato a Roma.

Nei cinque giorni della Fiera, che cresce negli spazi e nei numeri, con più di 650 appuntamenti e 545 espositori, si moltiplicheranno le opportunità per incontrare grandi autori italiani e internazionali, assistere a convegni, dibattiti, mostre o performance musicali sul tema scelto per quest’edizione: Per un nuovo umanesimoUna risposta agli egoismi del nostro tempo. Tra i molti appuntamenti della giornata inaugurale, alle ore 12.30, nella sala Luna, il direttore del Corriere della sera Luciano Fontana dialogherà con il capo della Polizia Franco Gabrielli in un incontro dal titolo L’etica della responsabilità, in collaborazione con Poliziamoderna.

Alle 16.15, nella sala La Nuvola, interverrà Ilaria Cucchi insieme a Carlo Bonini, per presentare il graphic novel Il Buio. La lunga notte di Stefano Cucchi di Emanuele BissattiniFloriana BulfonDomenico EspositoFabio Anselmo Claudia Giuliani.

Alle ore 17.30 al Caffè Letterario Rai, appuntamento con Neri Marcorè che leggerà il libro di Matt Haig Come fermare il tempo. Alla stessa ora, nella sala Luna, Paolo Contiintervisterà il Ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli nell’incontro Lettura: primo motore della cultura. Ancora alle 17.30, nella sala La Nuvola, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, racconterà la sua vicenda al giornalista Francesco Merlo. A conclusione della giornata, alle 18.45 in sala La Nuvola, il grande scrittore israeliano Abraham Yehoshuadialogherà con Leonetta Bentivoglio.

Tra gli eventi speciali, alle 15.30 nella sala Luna, Il Centro per il libro e la lettura premierà le iniziative de Il Maggio dei Libri che si distinguono per originalità, inclusività e capacità di fare rete. Insieme ai premiati di questa edizione conosceremo gli studenti di scuola primaria e di scuola secondaria di primo grado che si sono distinti nel concorso Il mondo che hai scoperto in un libro”.

Quest’anno il programma professionale sarà aperto al confronto con l’estero e gestito a partire da una fitta rete di incontri preparatori curati dal Gruppo piccoli editori di AIE, che porrà al centro il tema cruciale della distribuzione e, in modo più ampio, della visibilità nei canali di vendita e non solo. Il programma si aprirà alle ore 14 in sala Polaris con il convegno internazionale, in collaborazione con Aldus, Sfide comuni, che vedrà la partecipazione di editori stranieri provenienti da Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia. E per fotografare l’andamento del mercato del libro 2018, e le performance della piccola e media editoria in particolare, spazio ai dati Nielsen e AIE nell’incontro alle 16.30 in sala Aldus A un mese dal Natale. Come si sta concludendo il 2018.

Più libri più liberi conferma e incentiva, la vocazione internazionale della piccola e media editoria attraverso un fitto programma di scambi di diritti. Il 5 e il 6 dicembre sarà così in funzione – all’interno del nuovo polo business e professionale – il Rights Centre per gli appuntamenti B2B, a cui parteciperanno 30 operatori stranieri provenienti da 21 Paesi: Canada, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Indonesia, Giappone, Lituania, Messico, Norvegia, Portogallo, Romania, Russia, Spagna, Svezia, Turchia, Ucraina, Regno Unito, USA.

Il programma completo è consultabile sul sito www.plpl.it

La Fiera è presente sui principali social network. Gli hashtag ufficiali della manifestazione sono #LaNuvola e #piulibri18. Disponibile anche l’app ufficiale della manifestazione per dispositivi iOS e Android.

Per questa edizione, infine, la Fiera lancia il suo chatbot, fruibile attraverso Facebook Messenger, grazie al quale gli utenti interessati potranno recepire più velocemente tutto ciò che riguarda eventi, biglietti, indicazioni su come raggiungere la Nuvola e restare aggiornati sulle ultime news.

leggere fa bene

https://lauracarpi.wordpress.com/2016/12/05/leggere-fa-bene-2/

https://consumer.huawei.com/it/makeitpossible/humanlypossible/storysign/?utm_source=facebook&utm_medium=Video&utm_campaign=Regional-CBG-P_Huawei-StorySign_2018-12-03_2018-12-23_StorySign_EMESA_AWRN&utm_content=Tracking%20Pixel

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*La buona notizia del venerdì : Anche così le donne cambieranno il mondo:Sofia Guidi, prima italiana al Ted Ed

 

 

Ha diciotto anni e frequenta la terza liceo classico all’Alfieri Sofia Guidi, la prima ragazza italiana a salire sul palco del Ted-Ed Usa il 17 novembre a New York.

Il Ted (Technology Entertainment Design) è un marchio di conferenze statunitensi gestite dall’associazione privata no profit The Sapling Foundation.

I Ted sono delle riunioni pubbliche in cui, personaggi famosi e non, si mettono in gioco su un palco proponendo un proprio discorso che ha come obiettivo quello di «Attivare il potere delle idee di cambiare il mondo».

Il concetto è quello di far circolare (i video sono gratuiti sul sito ufficiale) «pensieri che vale la pena diffondere».

I Ted hanno ospitato ex presidenti come Bill Clinton e premi Nobel.

Ai Ted Conference si è aggiunto il Ted Global e anche i Tedx, eventi organizzati autonomamente che seguono linee guida ben precise.

I Ted-Ed sono dedicati agli studenti.

A Torino il primo club Ted-Ed nacque nel 2016 per volontà della professoressa Gabriela Alvarez, insegnante d’inglese e di «pubblic speaking» che è l’attuale licenziataria per conto di Ted-Ed Usa.

La rete globale di Ted-Ed conta oltre 250 mila insegnanti che portano il mondo Ted nelle loro scuole incoraggiando i ragazzi ad esprimersi.

Il primo evento in città si è tenuto nell’aprile 2017 presso la Scuola Holden (nel 2019 sarà il Museo Egizio la sede prescelta). I ragazzi devono scegliere un tema che argomenteranno in maniera convincente di fronte al pubblico.

Sofia, allieva di Gabriela, non aveva ben chiaro perlomeno all’inizio di che cosa le sarebbe piaciuto parlare.

Lesse sul Corriere della Sera un articolo che parlava della depenalizzazione della violenza domestica in Russia. Ne rimase sconvolta.

Nacque così il suo speech dal titolo «A russian way to preserve families» che iniziava raccontando le terribili vicende accadute a donne russe massacrate dai loro mariti cui la polizia non solo non forniva aiuto ma molto spesso le scherniva.

La commissione americana è rimasta da subito colpita.

Racconta Sofia: «Parlo di come sia cresciuta la mia consapevolezza in merito e di come sia diventato l’aspetto prevalente dei miei interessi. Infatti, farò psicologia all’università perché vorrei essere di sostegno a queste vittime».

 

https://torino.corriere.it/economia/18_novembre_14/sofia-guidi-prima-italiana-ted-ed-c265998e-e7fb-11e8-b8c4-2c4605eeaada.shtml?fbclid=IwAR3TS4BHjR_7Mui94Q1oipMfaZU5cS74omt0PNwgpDnBjBtK2ygzdrmv3lg

sebben che siamo donne

 

 

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* La buona notizia del venerdì: Addio sospensioni a scuola :ora si va a fare esperienza con l’assistenza agli anziani. Un progetto educativo esemplare!

Succede all’Isola d”Elba 

Elba, a Portoferraio la preside dell’istituto Cerboni utilizza i “lavori socialmente utili” per recuperare gli studenti con comportamenti aggressivi. «Dopo l’esperienza cessano le note» 

Ha collezionato sei note. Il peggio l’ha dato quando ha colpito un compagno con un pugno. Un comportamento inaccettabile. Anche frequente. Per questo è stato sospeso dalle lezioni in classe. Ma, la scuola – l’Istituto per geometri e ragionieri dell’Elba – non gli ha consentito di starsene a casa, magari a passare il tempo con la playstation. La punizione per Luca è stata diversa: un percorso formativo con attività socialmente utili. Così, mentre tutti i compagni erano in classe a seguire le lezioni, lui trascorreva la mattina al centro per anziani o al centro diurno di Portoferraio a servire colazioni, piegare i panni o a tenere compagnia a chi ne aveva bisogno.

È questo il progetto portato avanti dall’istituto tecnico Cerboni di Portoferraio, all’isola d’Elba.

Una scuola speciale che, non per caso, poco meno di un mese fa è stata scelta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come luogo per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Da queste parti imporre ai ragazzi indisciplinati di restare a casa per punizione non va più di moda da un pezzo.

La svolta si è concretizzata tre anni fa grazie alla pedagogista elbana Silvia Dini, responsabile dell’area psichiatrica della cooperativa Altamarea che fa parte del Consorzio Astir di Prato e che a Portoferraio gestisce vari centri per anziani malati di Alzheimer e pazienti con problemi psichiatrici. «Ho proposto all’Itcg Cerboni di poter lavorare con gli studenti – racconta la dottoressa Dini – la dirigente Battaglini ha accolto di buon grado la mia richiesta. Così il progetto è partito».

Da allora i ragazzi sospesi passano i giorni di pausa forzata dalle lezioni nei centri di Altamarea.

Prima, però, sostengono un colloquio con la pedagogista per parlare di loro stessi e per essere informati su chi incontreranno e di quello che andranno a fare. Se tutto va bene, allora parte il servizio.

Arrivano la mattina e danno una mano, piegano le lenzuola, servono la colazione e assistono i ricoverati del centro per anziani. Alle 10 partecipano alle attività di socializzazione. Parlano con gli ospiti del centro, giocano a carte e a tutte le attività previste.

Finito il percorso, tornano a scuola e, da un anno a questa parte, invece di rientrare in classe come se nulla fosse, vengono accompagnati da Silvia Dini in cattedra per la “restituzione”, cioè per parlare ai compagni della loro esperienza e renderli partecipi del percorso svolto durante i giorni di sospensione. «I ragazzi tornano cambiati. – spiega Silvia Dini – Evidentemente beneficiano del contatto umano che in particolare gli anziani sanno dare. L’efficacia del progetto è dimostrata dal fatto che alcuni hanno chiesto di poter tornare a trovarci».

Insomma, il sistema funziona.

Una prova? Gli studenti che hanno passato alcuni giorni nei centri di Altamarea non hanno più ricevuto note o rapporti in classe.

L’entusiasmo emerge anche nei racconti di alcuni di loro.

«Non ho più la nonna – racconta Giovanni, uno degli alunni sospesi – ma al centro giocando a carte con una signora è come se l’avessi di nuovo con me». Simona, invece, si è commossa dopo che «alcune signore del centro che partecipano a un gruppo di preghiera – racconta – hanno pregato perché diventassi più brava».

«Dopo questa esperienza il modello negativo diventa ampiamente positivo come hanno dimostrato le nostre verifiche. Quello che sperimentano i ragazzi è un momento educativo importante», conferma la dirigente del Cerboni, Grazia Battaglini.

Non a caso il progetto è balzato all’attenzione delle cronache nazionali.

La dirigente scolastica è stata ospite della trasmissione di Rai Tre “Le parole della settimana”, condotta da Massimo Gramellini. Pochi minuti di ribalta nazionale per raccontare la scuola e l’isola dove anche le punizioni si trasformano in opportunità.


http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2018/10/14/news/picchia-il-compagno-sospeso-e-spedito-ad-assistere-anziani-malati-di-alzheimer-1.17351901

http://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/conegliano_classe_sospensione_cerletti_bulli_ospizio-973576.html

https://www.dionidream.com/scuola-punizione-meditazione-risultati-incredibili/

http://www.lascuoladeisaperisemplici.org/tag/baltimora/

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* La buona notizia del venerdì: Attenzione, bambini!Tutti insieme nello scuolabus a pedali !

 

Nuove soluzioni per rendere la scuola più sostenibile ed anche il viaggio che ogni giorno porta i piccoli alunni ad essa. La via della sostenibilità scolastica include la mobilità dei suoi studenti che inevitabilmente passa per le scelte delle famiglie.

Nelle piccole cittadine, dove tutto è a portata di mano e la maggior parte delle persone si conosce, è più semplice andare a scuola a piedi o in bicicletta. Nelle grandi città italiane, vista l’assenza di piste ciclabili praticabili e sicure, è purtroppo impensabile e non realizzabile.

Secondo dati forniti da Legambiente, grande o piccolo che sia il centro abitato e nonostante l’86% delle famiglie italiane abiti vicino agli edifici scolastici, sono ben 10 milioni i genitori in Italia che non rinunciano all’automobile per percorrere il breve tratto che separa l’abitazione dalla scuola.

Eppure tutti sono consapevoli che una grossa fetta di traffico automobilistico quotidiano è rappresentata dai cittadini che accompagnano a scuola i propri pargoli. Istituzioni e associazioni ambientaliste, consci che il traffico genera smog e sia fonte di inquinamento che fa male tanto all’ambiente quanto alla salute di tutti, hanno cercato soluzioni per limitare questa cospicua quantità di traffico.

Si sono così diffusi scuolabus, pedibus, bicibus, ma mai nessuno ha pensato in Italia allo “scuola bus a pedali”, come invece sperimentano ormai da qualche anno gli asili nido di Malmö(Svezia).

Si tratta di particolari e innovativi mezzi non a motore ma a propulsione umana seppur con pedalata assistita. Tricicli che a noi forse appaiono pittoreschi ma che in realtà risultano essere a basso impatto ambientale oltre che pedagogici.

Il Cykelbussen, così si chiama lo scuolabus a pedali, ha importanti valenze educative in quanto permette ai bambini non solo di spostarsi e di incidere meno sul pianeta ma anche di scoprire nuove prospettive e nuovi spazi della città, che in auto non avrebbero visto, oltre a rafforzare il grado di autonomia del bambino stesso.

È chiaro che per servirsi e poterlo utilizzare con successo, un servizio simile deve essere pensato nei minimi dettagli, soprattutto al fine di garantire la sicurezza e la serenità dei baby passeggeri. Per questo tutti i bambini sono legati con le cinture di sicurezza e indossano il casco protettivo.

Il mezzo non solo percorre il tragitto casa-scuola e viceversa, ma viene anche utilizzato per le uscite didattiche degli alunni, per portare quindi i bimbi in gita, a fare una passeggiata o a una visita al vicino museo

Nils Wedin uno degli autisti ammette che: “Trasportare bambini è diverso dal trasportare le solite merci“. E questo non facciamo fatica a crederlo.

Tuttavia assicura che “I piccoli passeggeri stanno buoni e l’unica richiesta che fanno una volta a bordo è quella di andare più veloce”

 

http://www.ehabitat.it/2015/09/14/cykelbuss-a-scuola-con-lo-scuolabus-a-pedali/

* la buona notizia del venerdì:“ Pedibus”, “Ventibus”, “Ombrellibus” a piedi i bambini vanno a scuola con più entusiasmo

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* La buona notizia del venerdì:il Dalai Lama dà il via al “happiness curriculum”educare alla felicità

Il dipartimento di educazione del governo di Delhi ha ideato una nuova offerta formativa per le scuole della capitale indiana. Il nuovo piano di studi, denominato Happiness Curriculum, pone attenzione sull’importanza del benessere piscologico degli studenti già dalla giovane età, portando la meditazione e la filosofia morale nelle scuole.

Il progetto, presentato al pubblico lo scorso 7 luglio dal Dalai Lama Tenzin Gyatso, andrà a coinvolgere più di 800.000 bambini a partire dagli asili nidi fino all’ottava classe (corrispondente alla nostra terza media).

Lo scopo è quello di formare futuri cittadini pronti al servizio della società e individui felici che andranno a trasmettere sapere ed esperienza alle future generazioni, portando al progresso del paese.

Il progetto vuole inoltre portare l’attenzione sull’importanza del benessere della mente, spesso messo in secondo piano rispetto al benessere fisico.

“Bambini felici saranno più disposti a imparare è sarà in questo modo che raggiungeranno il loro massimo potenziale.” ha scritto il vice primo ministro di Delhi Manish Sisodia su Twitter.

Lo scopo dell’educazione non è solamente quello di ottenere voti alti. Il Sistema Scolastico necessita di produrre cittadini più felici, più sicuri e più consapevoli. Saranno questi cittadini a creare la società del futuro.” queste le parole di Sisodia che ha presentato con il Dalai Lama il progetto al pubblico. Sisodia ha inoltre visitato in precedenza l’Harvard University, dove un corso di felicità è già stato messo in atto.generazioni future felici, affrontare le emozioni

A fronte del nuovo piano di studi, insegnati e educatori verranno preparati per un periodo di sei mesi durante i quali verranno preparati per guidare gli studenti attraverso il progetto.

Il curriculum includerà una meditazione giornaliera di 5 minuti prima delle lezioni (happiness period), educazione morale e classi di esercizio per la mente, nonché momenti in cui gli studenti verranno spronati ed impareranno a condividere i propri sentimenti senza il peso dello studio e delle aspettative delle famiglie.

Formalmente non vi saranno né libri, né esami, solamente un censimento della felicità attraverso il quale si misureranno i progressi dei bambini verso un migliorato benessere mentale.

L’India è infatti al momento 133esima su 155 paesi nell’Indice Mondiale della Felicità (l’Italia è al 47° posto) e il governo spera di andare a cambiare ciò lavorando con i giovani, costruendo generazioni future più felici.

Ciò che sta iniziando nelle scuole di Delhi può avere un impatto in tutto il mondo.” ha dichiarato il Dalai Lama durante la sua presentazione “E’ ciò che serve per prevalere sulle emozioni distruttive che ora troviamo nel nostro mondo.”

Mentre molte persone pensano che la materialità sia la principale fonte di felicità, lo è invece la pace della mente. La rabbia, l’odio, l’ansia e la paura sono ciò che la distruggono, e la gentilezza è l’unico modo per contrastarle. Attraverso un’appropriata educazione possiamo imparare ad affrontare queste emozioni.” queste le parole del Dalai Lama su come raggiungere una felicità duratura.

Asia Jane Leigh

http://www.buonenotizie.it/attualita/2018/07/09/educare-alla-felicita-il-dalai-lama-da-il-via-al-happiness-curriculum/

Felicità è una parola.

Felicità è uno stato d’animo.

Felicità è un atteggiamento verso la vita.

Felicità è soggettiva e dipende da te!

https://lauracarpi.wordpress.com/2018/03/20/giornata-internazionale-della-felicita/

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* La buona notizia del venerdì: I Giochi chimici della professoressa

 

quando si incontrano persone speciali sul web e si fa amicizia per sempre

è quando ho incontrato Margherita Spanneda!

 

 

Pubblicato il 9 giugno 2018

Per concludere l’anno scolastico e anche la mia attività di docente, ho deciso di giocare con le mie classi.

Nell’ultimo mese di scuola ho proposto loro un argomento da studiare,   rielaborare e semplificare in modo da renderlo  comprensibile a bambini delle elementari; ho suggerito di utilizzare, favole, canzoni e filastrocche, ma soprattutto giochi.

Alla base di questa mia richiesta, c’era la stanchezza per dover sopportare nozioni imparate a memoria e subito dimenticate, di dover correggere robe scopiazzate e frutto di copia-incolla, ma  c’era anche la voglia di sapere se, messi alle strette, i miei  studenti fossero in grado di esprimersi in modo originale e per certi versi innovativo tirando fuori quelle meravigliose qualità che di solito tengono gelosamente nascoste.

Ecco come ho agito.

Ho fornito loro il materiale sotto forma di PowerPoint da me elaborati che ho messo a disposizione su Classroom, un’interessante applicazione di Google e ho chiesto loro di leggerli  e di utilizzarli come materiale di studio.

Li ho divisi in gruppi da tre, dando loro la possibilità di lavorare in classe, senza quindi doversi trovare nel pomeriggio se non per loro scelta.

Purtroppo laboratori d’informatica e tablet della scuola erano tutti occupati e ho quindi dato loro il permesso di utilizzare tablet, cellulari e computer personali utilizzando il WiFi della scuola.

Ho dato i tempi: 5 lezioni per lavorare e produrre, poi ho fissato il termine per la consegna dei lavori completi su Classroom  e stabilito il calendario per le presentazioni.

Ho fornito le griglie di valutazione, del gruppo e individuale, nelle quali erano evidenziate le caratteristiche  che avrebbe dovuto avere il loro lavoro ( e il loro comportamento) per ambire a una buona valutazione.

Ho chiesto che le loro presentazioni comprendessero una slide con nome e logo del gruppo, titolo del lavoro presentato,  nomi dei componenti il gruppo

e un momento in cui ogni componente spiegasse in dettaglio i suoi compiti e il suo contributo al lavoro del gruppo.

Ho  chiesto di fotografare il loro lavoro giornaliero e di pubblicarlo su Classroom

Ho poi ricordato che la mia funzione era quella di osservatore e che l’atteggiamento “umarell” non sarebbe passato … inosservato!

Naturalmente ho anche pensato “speriamo bene!” e temuto per la mia “sopravvivenza” perché alcune classi non brillavano certo per l’impeccabile disciplina.

Sono piuttosto soddisfatta dei risultati, certo non tutto è stato perfetto, ma la gran parte dei gruppi ha prodotto lavori originali e per certi versi sorprendenti. 

Vi mostro alcuni giochi ( naturalmente provati in classe!), ma ci sono state favole, film, canzoni e filastrocche insomma una grande quantità di materiale anche molto interessante.

Dimenticavo, ecco i tre argomenti che hanno affrontato ed elaborato

la prima CAT presentazione della tavola periodica

le seconde AFM  l’atomo in particolare la storia

la seconda CATGRAF il colore.

..continua sul blog https://unpodichimica.wordpress.com/2018/06/09/giochi-chimici/

 

 

Mi chiamo Margherita Spanedda e sono nata nel Medio Evo a Pesaro.

Abito a Castel Maggiore in provincia di Bologna e faccio la prof a Faenza. Pendolare da sempre, resisto al disagio di una vita con Trenitalia perchè mi piace il mio lavoro. Alla fine di ogni anno scolastico mi accorgo di aver imparato qualcosa di nuovo.  Sarà così anche per i miei studenti?

 

“È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza”. (Maria Montessori).

 

http://www.meteoweb.eu/2018/06/premio-loreal-unesco-per-le-donne-e-la-scienza/1107967/amp/