E’ un’ impresa difficile, vi posso assicurare,
mettere un nome ai gatti;
nulla assolutamente che sia da confrontare
con i soliti giochi alle vacanza adatti.
A prima vista potreste anche pensare
che sia più matto di un mulo, o che abbia un giudizio
tutt’altro che sereno,
se vi dico che un gatto deve avere almeno
TRE NOMI DIFFERENTI. Innanzitutto,
un nome di famiglia, quello che tutti i giorni può venire usato,
un nome come Pietro o come Augusto, Alonzo o Diodato,
come Vittorio o Gionata, come Guglielmo o Giuseppe Pascutto,
che son nomi sensati, utili ogni momento per i gatti.
Ma se pensate che abbiano un suono più ameno
nomi fantasiosi vi posso consigliare,
Alcuni per signori, altri per belle dame su misura fatti:
nomi come Platone e Admeto, Elettra o Filodemo,
e anche questi sensati, utili ogni momento per i gatti.
Ma ve lo dico io, tutti i gatti han bisogno di un nome
che sia particolare e peculiare, molto più dignitoso,
che permetta ad ognuno di tenere la coda perpendicolare
e di mettere in mostra i lunghi baffi e sentirsi orgoglioso.
Nomi di questa specie posso anche dirvene mille,
nomi come Scapicchio, Burbax e Sfrondapille,
come Bombalurina, Tisquass e Ciprincolta,
nomi che vanno bene soltanto ad un gatto per volta.
Ma in mezzo atutti questi ancora un nome manca,
e questo nome mai potrete indovinare:
nome che la ricerca umana non potrà mai scovare
ma che IL GATTO CONOSCE, anche se mai lo vorrà confidare.
Quando vedete un gatto immerso in fonda meditazione,
sempre la stessa vi giuro è la ragione:
la sua mente è perduta in rapimento e contemplazione
del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:
del suo ineffabile effabile
effineffabile
profondo inscrutabile ed unico NOME.
“Il libro dei gatti tuttofare” di T. S. Eliot
( Old possum’s book of pratical cats) 1939 Faber and Faber, London
traduzione di Roberto Sanesi





















