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* La buona notizia del venerdi:I profughi salvano Riace dal declino

 

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Mezza Europa chiude le porte agli immigrati, ma in Italia, un paesino di pescatori offre asilo ai profughi garantendosi così la sopravvivenza.

Domenico Lucano, ma nessuno lo chiama così, è il sindaco di Riace, paesino di pescatori della costa calabra. Tre chiese per appena 1500 abitanti, per strada un paio di dozzine di polli e qualche cane un po’ acciaccato.

Lucano ha proclamato patria dei profughi il suo paese natale, mentre mezza Europa tenta di arginare isolare i migranti clandestini imponendo confini sempre più invalicabili.

Nel nostro paese” dice Lucano “accogliamo i rifugiati a braccia aperte”. Oggi a Riace vivono più di 500 migranti, negli ultimi anni quasi un residente su tre  è un immigrato. Nessuno possedeva un permesso di soggiorno o un documento di lavoro valido. Sono giovani uomini dalla Tunisia, dal Senegal ed Eritrea, donne e bambini dalla Siria e Algeria, fuggiti dai paesi di origine a causa della guerra e della povertà.

I rifugiati contribuiscono a ricostruire il paese
“A Riace la solidarietà non è a senso unico”, dice il sindaco Lucano. “Cerchiamo di offrire ai profughi un’altra casa qui, e in cambio essi ci aiutano a tenere in vita questa casa”. I profughi, che altrove sono respinti perché clandestini, a Riace trovano lavoro, s’integrano nel paese e aiutano anche a ricostruire un luogo che 14 anni fa era quasi estinto.

Il paese è collocato in una delle regioni italiane meno sviluppate. Per decenni la gente è scappata da qui, dei 3000 abitanti di una volta, a Riace oggi ne sono rimasti solo 800. Le ultime pizzerie e gelaterie del paese avevano chiuso i battenti. “La nostra amata patria” dice Lucano “era come un malato terminale che attende la sua ultima ora“.

Poi è successo ciò che ancor oggi gli abitanti di Riace considerano un miracolo: la notte del primo luglio del 1998 un’imbarcazione con a bordo 218 curdi approdò sulla nostra costa. Erano in fuga diretti verso la Grecia, ma avevano perso la rotta. Mezzi morti di fame ed esausti per il freddo e la stanchezza, la maggior parte di loro aveva già perso ogni speranza. Lucano si diede da fare affinché i profughi venissero accolti e ospitati dalla gente del posto.

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Con il passare degli anni sono arrivati sempre più rifugiati, e lui si è accorto che avevano ridato vita alla sua città. Lucano ha chiesto un mutuo a favore del Comune, per poter ricostruire le case diroccate del paese e dare un salario ai migranti. Ha chiesto inoltre alla regione Calabria un’autorizzazione speciale per accogliere senza troppi cavilli burocratici i migranti.

Secondo i dati della Croce Rossa Italiana la sistemazione di profughi nei campi di accoglienza in Calabria costa circa 55 euro al giorno pro capite. Riace invece necessita per ogni migrante solo della metà del denaro. “Perché i neoarrivati si ambientano rapidamente” dice Lucano.

La sua ultima invenzione è l’euro di Riace, con cui i migranti, che a volte per ottenere denaro da parte del governo, debbono attendere anche fino a sette mesi, sono in grado di fare acquisti nei negozi del posto con una moneta locale, in modo da procurarsi l’essenziale per sopravvivere . Una volta arrivati i pagamenti pubblici, i negozianti possono convertire le monete locali  con i contanti. I profughi inoltre hanno contribuito in questi ultimi anni al boom economico di Riace. Officine, panifici e parrucchieri hanno ripreso le loro attività. Le arti tradizionali della tessitura e della ceramica hanno ripreso vita e nel frattempo è stata riaperta persino una scuola, dove  i bambini che arrivano qui, assieme ai propri genitori, apprendono le prime nozioni di italiano.

Gli adolescenti hanno bisogno di più tempo, per adattarsi qui”, dice la maestra Emilia, di 51 anni. Molti sono cresciuti in un paese dominato dalla guerra civile e dalle persecuzioni, e conoscono solo la vita della fuga.

Inizialmente gli abitanti temevano di venire spodestati dal proprio paese.
Anche i residenti hanno avuto bisogno di tempo per abituarsi ai molti volti nuovi nel proprio paese. In particolare erano quelli più anziani ad essere scettici.

Oggi i vecchi Riacesi stanno a guardare i ragazzini africani che giocano a pallone sulla piazza del paese. Dalle panetterie che sprigionano profumo di pane fresco proviene musica araba e nei negozi di artigianato, dove vengono prodotti decorazioni e vasellame, lavorano nativi e stranieri, fianco a fianco.

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Tutta questa armonia è una spina nel fianco solo per la ‘ndrangheta. La mafia calabrese, che ha saputo sfruttare per decenni la povertà di Riace, ha tentato fino ad oggi di sabotare la ricostruzione del paese. Poco dopo la rielezione di Lucano a sindaco, nel 2009, i mafiosi gli avvelenarono il cane e crivellarono con una dozzina di colpi le pareti della Trattoria Donna Rosa, dove Lucano era a cena con degli amici. Un paio di giorni dopo però, il sindaco fece affiggere un cartellone su cui si legge ancora oggi a caratteri cubitali: “Riace – città dell’ospitalità”.

Due anni fa, per il suo impegno civile, Lucano è stato premiato con il World Mayor Award [lI premio del miglior Sindaco del mondo ndt]. A Riace lo hanno persino proposto per il premio Nobel per la pace, ma il sindaco replica: “ciò che conta di più è che la vicenda degli abitanti di Riace sia  un modello per tutti ”.

I paesi vicini di Stignano e Caulonia hanno già seguito l’esempio di Riace e ora stanno accogliendo anche loro i rifugiati.

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E nel frattempo il nome Riace arriva anche a Hollywood: nel 2010 il regista Wim Wenders è venuto in Calabria per girare un documentario sul problema dei rifugiati. Ma dopo aver sentito del paese dei rifugiati, ha deciso di raccontare la storia di Riace con una pellicola dal titolo “Il Volo”.

La vera utopia” ha dichiarato Wenders lo stesso anno, in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della riunificazione delle due Germanie, “Non è stata la caduta del muro di Berlino, ma la convivenza serena della gente di Riace”. In questo paesino senza nessuna attrattiva, tra brulle pareti rocciose e il mormorio del mare ho scorto un mondo migliore.

http://www.ilfattoquotidiano.it/

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Non tutti i draghi sono uguali!

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono.
Perché i bambini lo sanno già.
Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. E trasformati!

— Gilbert Keith Chesterton.

Non tutte le favole sono uguali!

 E ci sono draghi buoni che hanno tanti amici!

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* La buona notizia del venerdì: Il santo di Baylovo, un nonno speciale.

Chi sono veramente gli eroi!

 

Questo vecchio signore sa mostrarci cosa significa essere un eroe.

Non ha molto, ma possiede una compassione che vale più di cento lingotti d’oro. Quando vedrete cosa fa ogni giorno questo signore di 99 anni realizzerete che i veri supereroi esistono, anche se si nascondono dove non immaginereste mai. 

Dobri Dobrev ha 99 anni e ha perso tutti i suoi averi durante la seconda guerra mondiale.

Da allora cammina per 25 km al giorno, con vestiti e scarpe fatti in casa, dal suo villaggio a Sofia, capitale della Bulgaria, dove passa il giorno a chiedere l’elemosina.

 

Ma Dobrev non sta elemosinando per se stesso. Egli infatti riceve 80 euro al mese di pensione.

Non tiene per se un centesimo di quanto elemosina, ma da tutto in favore dei bambini orfani.

Tutti i soldi che ha raccolto in questi anni (si stima 40.000 euro) li ha donati ad orfani che non riuscivano a pagare i propri conti.

Alcuni lo chiamano “Il santo di Baylovo”, il suo paese di nascita.

Quest’anno compirà 100 anni.

 

È ben voluto da tutti. E viene chiamato “Dyado Dobri” (nonno Dobri).

Avrebbe potuto cambiare la propria vita con quanto raccolto finora, ma ha deciso di dedicarla completamente all’aiuto di bambini senza famiglia.

 

Fonte originale: 9gag

Fonte: http://www.spottynews.com/2014/03/01/povero.html
https://www.conoscenzealconfine.it/chi-sono-veramente-gli-eroi/

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* La buona notizia del venerdì: La meditazione entra nelle scuole italiane

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Nei giorni scorsi l’Ufficio Scolastico regionale della Sardegna , l’Ufficio per l’educazione fisica e sportiva e il Comitato Regionale Uisp Sardegna Area Discipline Orientali hanno firmato un protocollo d’intesa per avviare iniziative comuni e proseguire quelle già intraprese, con l’obiettivo di promuovere e sostenere le discipline orientali all’interno delle scuole.

Questo protocollo, infatti, sancisce una collaborazione già in atto tra Ufficio Scolastico e Ado UISP: la sperimentazione è iniziata con la formazione dei primi 24 insegnanti di yoga per bambini che stanno operando nelle scuole dell’infanzia e primarie. Dopo i primi due corsi svolti a Cagliari lo scorso settembre, la formazione proseguirà a Gennaio a Oristano e ad aprile a Sassari.

Il protocollo inoltre prevede la costituzione di apposite commissioni di studio miste per l’identificazione sia di linee programmatiche relative a tali discipline sia di modalità di certificazione dei crediti formativi coerenti con le attività suddette.

Tutte le discipline orientali, e lo yoga in particolare”, afferma il responsabile dell’Area Discipline Orientali delle Sardegna UISP Roberto Zedda,offrono ai bambini ed ai ragazzi un valido sistema educativo che, tramite il movimento, la respirazione, il rilassamento e la meditazione, contribuiscono ad una crescita armonica su un piano fisico ed emozionale per sviluppare l’equilibrio, attivare capacità di concentrazione, favorire un buon controllo emotivo e acquisire fiducia nelle proprie capacità”.

Lo Yoga è una disciplina sportiva adatta a tutti i bambini e ragazzi”, prosegue Zedda, “in particolar modo è particolarmente indicata per i bambini ipercinetici, aggressivi, ansiosi, paurosi o con disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento. In questi anni molte scuole negli Stati Uniti e in Europa hanno introdotto questa disciplina all’interno dei propri percorsi didattici e hanno potuto rilevare come i bambini sono diventati più consapevoli e sensibili verso se stessi e gli altri. Allo stesso tempo comportamenti come il bullismo sono notevolmente diminuiti”.

I risultati non sono immediati”, conclude Roberto Zedda, “ma nel corso di almeno un anno scolastico diventano tangibili”.

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Sempre più insegnanti ed educatori, sia in Europa che negli Stati Uniti, hanno iniziato ad introdurre la meditazione a scuola per aiutare i bambini a studiare meglio e a gestire le emozioni.

Ad esempiAngoz Gonzalez, insegnante di inglese del Bronx, ha deciso di scegliere la meditazione a scuola come strumento per aiutare i propri studenti adolescenti che per la maggior parte vivono nei quartieri più poveri di New York. Per attirare la loro curiosità a favore della meditazione ha pensato di portare in classe una campana tibetana.

Il maestro suona la campana tibetana quando arriva il momento di iniziare a meditare. Questo insegnante utilizza la meditazione per aiutare gli studenti sia nello studio che ad essere più consapevoli delle emozioni.

La meditazione a New York viene introdotta anche nelle scuole dedicate agli studenti che devono recuperare alcuni anni di studio perché in precedenza avevano smesso di seguire le lezioni.

Si tratta di un ottimo esempio di applicazione della meditazione a livello scolastico, dato che si tratta di un momento speciale che può aiutare bambini e adolescenti a ritrovare la calma e la concentrazione e di conseguenza ad essere pronti ad imparare qualcosa di nuovo.

Anche in Italia alcune scuole hanno deciso di introdurre dei momenti speciali dedicati agli studenti, grazie allo Yoga per Bambini, in cui la pratica delle asana viene accompagnata da momenti dedicati al rilassamento e alla meditazione.

La meditazione e il rilassamento possono essere davvero utili per riportare il silenzio in classe accompagnandolo con un’atmosfera serena.

Dopo la meditazione gli studenti si sentiranno più pronti all’ascolto.

Lo Yoga e la meditazione nelle scuole in generale contribuiscono a creare un clima migliore, a partire dalle relazioni tra i compagni che fanno parte di una stessa classe.

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La calma è più dinamica e potente della pace…
La calma dona il potere di superare tutti gli ostacoli della vita…
Persino nei rapporti umani, la persona che rimane calma in ogni circostanza è invincibile.

(Paramhansa Yogananda)

 

http://gildaoristano.blogspot.it/2016/11/lo-yoga-entra-nelle-scuole-sarde.html

(da LinkOristano.it)

https://www.greenme.it/vivere/speciale-bambini/17482-meditazione-scuola-studiare-meglio

http://www.amoreiki.it/progetto-meditazione-nelle-scuole/

http://www.tpi.it/mondo/stati-uniti/baltimora-scuola-sostituito-punizione-con-meditazione

https://www.greenme.it/yoga/16048-yoga-per-bambini-benefici

https://lauracarpi.wordpress.com/2016/07/01/la-buona-notizia-del-venerdi-cambia-il-mondo-con-la-meditazione/

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* Se sei intelligente, perché dovresti entrare in politica?

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La politica è per i mediocri.

La persona intelligente ha cose più importanti da fare, non è interessata a dominare gli altri ma a conoscere sé stesso.

Dominare gli altri è un modo per scappare dal proprio vuoto interiore, è una fuga da sé stessi e la persona intelligente non fugge.

La politica è una grande fuga, ti tiene così impegnato per tutto il giorno che non puoi neppure trovare qualche minuto per te stesso.

Perfino quando dormi pensi alla politica, continua nei tuoi sogni; essere un politico è un lavoro di 24 ore, non ti puoi rilassare, altrimenti rimani indietro: è pura violenza!

L’onestà non paga in politica e se un politico è onesto, lo è solo se questo gli è conveniente, non per amore dell’onestà.

Il proverbio che “L’onestà è la politica migliore” dev’essere stato inventato da un politico.

L’onestà non può essere politica, ma la politica rende ogni cosa politica.

Come può l’onestà essere politicizzata?

L’onestà è una religione, tu sei onesto per il puro piacere di esserlo, anche a rischio di perdere tutto, perché sarà giusto perdere tutto.

Una persona onesta in politica? Impossibile!

*****

Un politico di nome Strano era sul letto di morte e chiese al proprio avvocato: «come epitaffio sulla mia tomba voglio solo queste parole “Qui giace un politico onesto”».

L’avvocato però protesto: «ma come farà la gente a sapere chi è sepolto in quella tomba?».

Il vecchio politico sorrise: «non ti preoccupare, la gente guarderà la scritta e dirà “questo è strano!”».

E Strano era proprio il nome del politico!

*****

Per essere onesti ci vuole fegato, un politico deve indossare maschere, deve soddisfare le aspettative delle persone, così che qualunque cosa tu voglia che lui sia, lui pretenderà di esserlo; qualunque cosa tu desideri, lui è pronto a promettertela; ma promettendo cose contraddittorie a persone diverse, le sue promesse non hanno alcun significato.

E così tutto il mondo si lamenta di questi politici ma in qualche modo l’uomo è così stupido che quando riesce ad uscire dalla morsa di un politico, immediatamente entra nella gabbia di un altro.

L’uomo deve essere liberato dalla sua stupida mente, solo allora sarà libero dai politici; e infatti i politici non vogliono che tu sia intelligente.

Per migliaia di anni non hanno permesso alle persone di essere istruite perché era pericoloso e ora che gli permettono di essere istruiti, l’educazione è tale che ti fa meno intelligente.

Quando un bambino inizia la scuola è di gran lunga più intelligente di quando esce dall’università, quei 20 anni distruggeranno gran parte di ciò che è immensamente prezioso.

Egli conoscerà parole, lingue, teorie, ma avrà venduto la sua intelligenza e ottenuto in cambio una conoscenza morta.

La vecchia generazione cerca di forgiare la mente delle nuove generazioni; l’insegnante è solo un agente della vecchia generazione; egli corrompe le menti dei giovani ma in modo così subdolo che tu non te ne accorgerai, se non sarai sempre attento e vigile!

Osho

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* La buona notizia del venerdì: Una preside speciale a New York

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Lisette Caesar

è la fondatrice di una scuola a East Harlem dove 9 studenti su 10 vivono in estrema povertà. Da anni si batte per rendere l’istruzione accessibile a tutti

NEW YORK – 

Avrebbe potuto aspettare l’arrivo delle iscrizioni dietro la scrivania, invece pur di riempire le classi ha deciso di adoperarsi in prima persona.

Così tutte le mattine, volantini in mano e passo spedito, la preside Lisette Caesar esce dalla Mosaic Preparatory Academy, la scuola elementare che ha fondato 9 anni fa nella zona Est di Harlem, cammina per il vicinato e cerca di reclutare nuovi studenti.

Il suo impegno ha incrementato molto le performance della scuola negli anni, un istituto in cui il 95 per cento degli studenti vive sotto il livello di povertà. La stessa Lisette è stata indicata come figura esemplare dal Dipartimento dell’Educazione di New York. 

Nonostante questo, però, alla Mosaic Preparatory Academy ci sono ancora diversi banchi vuoti: la scuola può accogliere fino a 425 studenti e ad oggi gli iscritti sono solo 300.

“Dall’inizio dell’estate abbiamo reclutato 40 nuovi alunni”, sottolinea la preside. “Da qui a settembre conto che riusciremo a iscriverne altri 50”.

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Ogni mattina Lisette va incontro a tutti coloro che le passano accanto. “Conoscete la Mosaic Preparatory Academy?” chiede d’un fiato mostrando uno dei 200 volantini che distribuisce giornalmente.

Siamo una delle migliori scuole della zona”. Qualcuno si ferma, sorpreso, ascolta con attenzione, e uno o due giorni dopo torna per ultimare l’iscrizione del figlio. 

Negli anni, racconta Lisette, la comunità della zona è cambiata, i prezzi degli affitti si sono alzati, molte famiglie sono state costrette a trasferirsi, così il numero degli studenti è progressivamente calato.

Il mio intento è dare ai nuovi arrivati informazioni sulla scuola”, dice la preside. “Vorrei che iscrivessero qui i propri figli. La Mosaic Preparatory Academy è cresciuta molto in questi anni”.

Di recente la scuola ha ricevuto un premio per le buone pratiche nell’uso della tecnologia e il rendimento complessivo degli studenti ha raggiunto gli standard richiesti dal Dipartimento dell’Educazione di New York.

“Le scuole pubbliche ottengono finanziamenti sulla base del numero degli studenti”, aggiunge il vice preside Jorge Moore.

“Più studenti significano più risorse, più risorse consentono di offrire ai ragazzi maggiori opportunità e programmi migliori, è un circolo. In questo quartiere ci sono diverse charter schools, scuole pubbliche indipendenti che ricevono finanziamenti anche da organizzazioni facoltose e quindi hanno risorse ben maggiori delle nostre a disposizione. Dobbiamo competere con loro nel reclutamento degli studenti”.

Per trovare fondi necessari a garantire certi standard ai suoi studenti e alle loro famiglie, Lisette organizza eventi di raccolta fondi in casa propria, passa molto del suo tempo a compilare domande e stringere partnership con altri istituti e realtà locali.

In questo modo è riuscita a garantire ai ragazzi tutto il necessario per studiare, zaini compresi, e a tenere aperta la scuola per sei giorni a settimana, offrendo agli alunni l’opportunità di partecipare ad attività ricreative e ai loro genitori di prendere parte a corsi di formazione.

Grazie ai finanziamenti ricevuti la preside ha fatto sistemare il campo da basket e quello di calcetto, mentre le lezioni di musica sono offerte da volontari di un coro di Broadway. 

Gli sforzi di Lisette non sono mansioni previste da contratto. “È il mio modo di intendere questo lavoro”, dice la preside. “Il mio obiettivo è garantire un’educazione completa agli alunni che frequentano questo istituto. Ognuno deve essere in grado di realizzare se stesso. Le condizioni esterne non devono essere un limite alle proprie possibilità”.

La sua vicenda personale in questo è esemplare. Nata e cresciuta a New York (a Brooklyn), la prima di tre figli cresciuti con una madre single, Lisette ha vissuto sotto la soglia della povertà ma è riuscita ugualmente a diplomarsi, a prendere una laurea e ora sta proseguendo il suo dottorato in Scienze della Formazione. “Ho avuto molto da questa comunità – dice – e sento il desiderio di restituire indietro quanto ho ricevuto”. 

“Per Lisette la scuola non è un posto di lavoro, qui al Mosaic c’è una vera famiglia”, dice Jasmin Carasquillo, madre di due ragazzi iscritti alla Mosaic Preparatory Academy.

“Ammiro molto la sua dedizione, negli anni si è data molto da fare per garantire alti standard nell’educazione dei nostri figli. Ha fatto in modo che avessero accesso ad attività che noi genitori, come molti altri che abitano in questa zona, non potevamo permetterci per loro”.

Lisette Caesar è un caso isolato nel panorama del sistema scolastico pubblico di New York, anche se c’è chi crede che la sua vicenda personale rappresenti invece un trend in crescita inevitabile.

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David Bloomfield, professore di sistemi educativi al Brooklyn College e alla City University of New York, sottolinea un crescente livello di competitività tra i professori nel sistema scolastico, sin dai primi livelli di istruzione. “Prima si sceglieva di mandare il figlio nella scuola più vicina alla propria abitazione”, spiega Bloomfield.

Da qualche anno le cose sono cambiate. Lo School Choice Movement consente ai genitori di scegliere la scuola non solo in base allo stradario ma anche all’offerta scolastica e all’appeal del singolo istituto”.

Nel frattempo si sono moltiplicate le charter school, scuole che dispongono di buone risorse da dedicare alla formazione ma anche alla promozione.

“La mobilità degli studenti è quindi aumentata. Per questo, tra gli istituti, la ricerca di nuovi iscritti si è fatta più serrata e maggiore l’impegno profuso non solo volto a incrementare le performance scolastiche ma anche il numero effettivo degli studenti”, conclude Bloomfield.

* A cura di Lucia Pecorario, da New York 

fonte:

http://www.tpi.it/mondo/stati-uniti/preside-new-york-recluta-studenti-strada-harlem

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* La buona notizia del venerdì : AAA cercasi donatori di coccole

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No, non si tratta di una semplice trovata pubblicitaria di un’azienda per l’infanzia, ma una vera e propria richiesta di aiuto concreto.

Arriva dall’agenzia statunitense Spence-Chapin, la stessa che si occupa di adozioni che ha da poco avviato il reclutamento di volontari che possano offrire parte del loro tempo per regalare coccole a bambini che dovranno essere dati in adozione o che, temporaneamente, non si trovano sotto la custodia dei genitori. Si tratta di un’iniziativa particolare ma che, si spera, possa diffondersi rapidamente anche in altri paesi.

Chiunque abbia del tempo da dedicare può candidarsi. Il tempo richiesto per le prestazioni varia dalle 2 alle 6 settimane in base alla disponibilità dei volontari che però dovranno garantire un ambiente idoneo, frequentare corsi di formazione e documentare le cure offerte con foto e compilando un diario.

Una parte fondamentale di questo progetto è quella che riguarda la presenza dei volontari durante l’inserimento nella famiglia adottiva o presso i genitori biologici con incontri settimanali.

DONATORI DI COCCOLE BRESCIA –

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Il progetto è partito negli ospedali di Brescia, grazie all’associazione I Bambini Dharma, ma adesso le richieste arrivano da tutta Italia.

Sono donatori di coccole. Uomini e donne pronti a prendersi cura dei bambini in uno dei momenti più difficili della loro vita, quando sono in un letto di un ospedale, lasciati soli, e hanno un particolare bisogno di carezze, attenzioni, affetto.

Si diventa donatore di coccole dopo un breve corso di formazione.

Oltre mille persone, da tutta Italia, si sono fatte avanti chiedendo alla onlus I bambini di Dharma di partecipare al suo programma, negli ospedali di Brescia, per assistere piccoli, anche neonati, lasciati in ospedale perché rifiutati dalla famiglia, oppure sottratti ai genitori, o anche lungodegenti. Non solo: la valanga di richiesta è anche per poter fare iniziative simili a quella di Brescia anche in altri ospedali italiani.

LA FORMAZIONE DEI DONATORI DI COCCOLE –

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I donatori di coccole, una volta che vengono accettati (al momento sono 200 in formazione), frequentano un corso gratuito di cinque incontri, durante i quali viene spiegato il significato, l’importanza e il metodo della loro attività di volontari negli ospedali, pronti a distribuire carezze. A quel punto, dopo la formazione, i donatori di coccole entrano in azione, su segnalazione dei Servizi sociali di Brescia che indicano dove c’è bisogno del loro intervento.

COME AIUTARE I BAMBINI ABBANDONATI –

Tutto nasce anche sulla base di un’idea scientifica.

I bambini abbandonati, senza affetti, infatti, rischiano nel tempo di subire danni irreversibili dal punto di vista motorio e della capacità di linguaggio.

I donatori di coccole, che intanto studiano anche puericultura e psicologia pedagogica, servono proprio a bloccare questa deriva. E lo fanno con assoluta generosità, senza un euro in contropartita.

 

Illustrazione Giulietta De luca

LEGGI ANCHE: Leucemia nei bambini, a Monza si sconfigge con un ospedale modello

http://www.nonsprecare.it/donatori-di-coccole-per-bambini-abbandonati-ospedali-brescia

http://www.nonsprecare.it/riabilitazione-equestre-ospedale-niguarda-milano-cura-patologie-neuropsichiatriche

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* Vai in vacanza con gli amici a quattro zampe

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Ogni anno riparliamo dell’abbandono degli animali sperando di poter dire che il fenomeno è stato cancellato definitivamente e che mai più un cane o un gatto saranno lasciati ai margini di un’autostrada delle vacanze. Anche quest’anno purtroppo non è così. Ci sono ancora troppi esseri umani che dopo aver tenuto in casa o in giardino un cane o un gatto che gli ha tenuto compagnia e dato affetto, decidono di abbandonarlo.

Fra il 2003 e il 2008 l’abbandono degli animali è diminuito del 60%, rimane un fatto gravissimo che ogni anno circa 60.000 animali vengano abbandonati dai loro padroni.

Il picco si registra proprio in questi mesi: giugno, luglio e agosto. Stanno cambiando i luoghi dell’abbandono, che diventano sempre più i canili, i centri urbani e i posti di villeggiatura. Rimane il fatto che la maggior parte degli animali viene abbandonata in tre regioni: Campania, Puglia e Calabria.

L’ultima tendenza è che accanto a cani e gatti iniziano ad essere abbandonati anche rettili. Questa scelta scellerata è ingiustificabile e pericolosa. Negli ultimi dieci anni sono morte 200 persone coinvolte in incidenti che avevano come protagonisti animali abbandonati.

La Legge 189/2004 del Codice Penale (art. 554) prevede l’arresto per l’abbandono o il maltrattamento degli animali. La multa va da 1000 a 10000 euro.

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Con Sara Turetta di Save The Dogs (la prima attivista per i diritti animali ad essere stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia) ci siamo interrogati su come poter contrastare l’abbandono, Sara ha individuato nell’anagrafe canina e nel controllo delle nascite due possibili vie da percorrere. Proprio perché non riusciamo a capire come sia possibile abbandonare i nostri amici a quattro zampe abbiamo lanciato su Twitter e Facebook la campagna #iononabbandono.

Postando la foto per proprio animale da cui non ci separeremmo mai vogliamo dire NO all’abbandono.

Da Nord a Sud, passando per Sardegna e Sicilia, sono più di 40 le Sezioni Enpa che lunedì 4 e martedì 5 luglio scendono in piazza in tutta Italia per dire no all’abbandono di animali. Parte così la seconda fase della campagna anti-abbandoni della Protezione Animali, Il tema di quest’anno è “Chi abbandona si abbandona”, tenuta a battesimo il 1° luglio con l’attivazione del numero verde 800.137.079, contattando il quale è possibile segnalare eventuali casi di abbandono sulla rete autostradale del Paese.

Il prossimo fine settimana, dunque, molte piazze italiane saranno presidiate dai banchetti dei volontari della Protezione Animali, impegnati in una intensa e capillare attività di informazione e di sensibilizzazione al pubblico.

Nel corso dell’iniziativa sarà distribuito il kit estivo di Enpa e Royal Canin per i quattro zampe, che comprende una borraccia per avere sempre acqua fresca per Fido e Fuffy, una pallina da gioco per non dimenticare l’importanza di creare momenti di svago durante il viaggio, un’ utilissima goodbag in cui riporre i rifiuti in modo da non inquinare l’ambiente e il termometro da auto, fondamentale per segnalare la temperatura interna all’abitacolo ed quindi evitare i pericolossisimi colpi di calore.

«E’ l’occasione giusta per manifestare la propria indignazione contro l’abbandono, poichè un animale abbandonato non è solo una vittima innocente della crudeltà umana, ma un rischio per la sicurezza delle numerosissime famiglie che si mettono in viaggio per raggiungere le località di vacanza», dichiara Marco Bravi, responsabile Comunicazione e Sviluppo Enpa.

«Da anni, l’Enpa si pone l’obiettivo di agevolare gli spostamenti con il proprio amico “peloso” grazie ad una serie di servizi mirati, tra cui il sito http://www.vacanzebestiali.org – prosegue Bravi -: è il modo migliore non solo per contrastare questo triste fenomeno, ma per fare in modo che gli italiani non siano costretti a separarsi da un membro importante della loro famiglia, neanche d’estate.»

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L’abbandono dei cani in estate è un fenomeno che certamente fa discutere. E’ una crudeltà frutto dell’insensibilità di alcuni individui, che non tengono conto dell’amore nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.

Per questo, anche per sensibilizzare i più, Boomerang ha deciso di proclamare il 13 agosto la giornata contro l’abbandono degli animali, promuovendo l’evento “Io ci metto il muso“, che avrà come testimonial il famoso gatto Garfield del noto cartone animato.

L’evento avrà come spazio di diffusione quello virtuale di Facebook: per partecipare si deve mettere come immagine del profilo il logo “Garfield – Io ci metto il muso”.
Si può anche personalizzare l’immagine e inserire un messaggio a favore degli animali.

La pagina Facebook da seguire è questa: voi parteciperete? Sarebbe davvero un’ottima iniziativa, per dare un segno di solidarietà ai nostri amabili e dolcissimi animali. Speriamo di essere in molti a promuovere questo evento e ad adottare il logo di Garfield, per proclamare il nostro affetto verso gli animali domestici.

ca. 2003 --- Little Girl with Pet Terrier --- Image by © Edward Bock/CORBIS

Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro. “

Margherita Hack

Fonti:

http://www.ecoo.it/

http://www.enpa.it/

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* La buona notizia del venerdì: Cambia il mondo con la meditazione

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Ogni anno in Thailandia succede qualcosa di straordinario con un evento che richiama 1 milione di bambini riuniti in meditazione per la pace nel mondo e per salvare il Pianeta.

L’iniziativa prevede la partecipazione di 5000 scuole che si ritrovano presso il tempio buddhista di Phra Shammakaya grazie al progetto V-Star Change the World. Qui i pensieri di pace dei bambini creano vibrazioni positive e contribuiscono a portare luce nel mondo.

La trasformazione interiore dell’umanità può portare a un cambiamento nel mondo ed è bene che questo tipo di riflessione inizi proprio dai bambini che saranno gli adulti di domani. La meditazione è fondamentale per sbloccare il ostro potenziale e per risvegliare la forza vitale che scorre in ognuno di noi.

La grande meditazione collettiva che riunisce un milione di bambini in Thailandia ricorda all’umanità di rimanere unita e di superare i limiti che la separano in diversi gruppi, a partire dalla religione e dalla nazionalità.

Durante l’evento i bambini meditano e cantano insieme. Si tratta di giovanissimi provenienti sia dalla Thailandia che da altre parti del mondo per dimostrare che una vera unione è possibile per raggiungere un obiettivo che porterà benefici a tutti, come la pace e la salvaguardia del Pianeta.

Una meditazione collettiva così ampia può avere effetto non soltanto su chi vi prende parte ma anche sull’ambiente circostante. Immaginiamo allora l’impatto che la meditazione di 1 milione di bambini riuniti in contemporanea potrebbe avere sul Pianeta in senso positivo. L’ultimo appuntamento si è svolto nel 2015 ed ora il mondo è in attesa di una nuova grande meditazione per il 2016 o il 2017.

I bambini in questa occasione si incontrano per meditare ma anche per uno scambio di racconti e di esperienze su quanto si siano impegnati nel fare del bene nei luoghi in cui vivono, dall’aiutare i genitori in casa all’imparare a risparmiare sulla paghetta.

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La pratica meditativa quotidiana è uno strumento di trasformazione interiore a cui tutti possono avvicinarsi, anche chi ha poco tempo:

Vicino a San Paolo, in Brasile, esiste un asilo che si prende cura dei bambini in difficoltà grazie allo Yoga, alla meditazione e al massaggio infantile. E’ un piccolo paradiso che salva la vita dei bambini poveri. I bambini da 0 a 4 anni qui stanno crescendo circondati dall’affetto e dalle coccole.

‘Namaskar’, ecco il saluto che i bambini accolti in questa struttura hanno imparato e rivolgono agli insegnanti e ai visitatori. Significa ‘ti saluto con la purezza della mia mente e con l’amore del mio cuore’. Lo Yoga per bambini sta facendo miracoli in una delle zone più povere del mondo dove l’infanzia è in costante pericolo.

Pochi giorni fa la pagina Facebook Zoomin TV Italia ha pubblicato un video che sta diventando virale sul web, con più di 6000 condivisioni. Il filmato mostra le attività dell’asilo di San Paolo e la gioia dei bambini accuditi dagli educatori.

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Le attività si svolgono nella Casa dei bambini Ananda Marga di Jardim Peri Alto, una località a nord di San Paolo. I bambini partecipano alle lezioni di Yoga una volta alla settimana. Le lezioni sono accompagnate da storie educative che richiamano il mondo dell’India e che invitano i piccoli ad imitare con le loro posizioni le forme degli alberi, degli animali e di altri personaggi presenti nelle narrazioni.

I bambini più piccoli, di circa 2 anni, che ancora non riescono a praticare le asana dei più grandi, hanno la possibilità di ricevere dei massaggi benefici, rilassanti e curativi, sempre legati alla tradizione indiana, dove il massaggio neonatale favorisce il contatto tra la mamma e il bambino.

Questo spazio ospita circa 110 bambini ed è gestito dall’associazione Amurt Amurtel. Al centro dell’iniziativa troviamo l’educazione neo-umanista, che integra il piano fisico e quello cognitivo. Qui lo Yoga e la meditazione aiutano a creare armonia tra la mente e il corpo e tra i bambini e gli educatori.

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Grazie allo Yoga e alla meditazione i bambini sono incoraggiati ad osservare e ad affrontare le emozioni, a mettersi in rapporto con lo spazio circostante e a diventare consapevoli del proprio corpo, come hanno spiegato i responsabili del progetto alla stampa brasiliana.

L’educazione è olistica e prende in considerazione le necessità di corpo, mente e spirito. Le esperienze motorie dei bambini a partire dai 3 anni vengono arricchite con vari materiali, come palloni, funi, hula hoop e ostacoli.

Il corpo e la mente sono legati in maniera indissolubile, anche se a volte ce ne dimentichiamo. Sono già uniti di per sé e lo Yoga insieme alla meditazione contribuisce a ricordarcelo fin da bambini, come nel caso dell’asilo brasiliano e delle scuole materne, primarie e secondarie che in Italia e nel mondo stanno dando spazio a queste pratiche benefiche.

 

Dice il Vecchio Saggio: ” La Forma corregge il contenuto”

Fonti

http://in5d.com/1-million-children-meditating-for-world-peace-in-thailand/

http://lamenteemeravigliosa.it/insegnare-meditare-bambini/