Il 13 dicembre la religione cristiana celebra Santa Lucia, una festivita’ particolarmente sentita nel nord Europa, specie in Svezia, anche se con diversi significati e Lucia ha origini siciliane.
La tradizione cristiana si inserisce su culti preesistenti e rituali legati al culto della terra e a quello del sole, su un calendario che ha subito molte traversie fino ad arrivare ai giorni nostri.
Prima della modifica del calendario da parte di Papa Gregorio XIII, nel 1582, il 13 dicembre era considerato il giorno piu’ corto con la notte piu’ lunga dell’anno ed era celebrato come il solstizio d’inverno.
L’assenza di luce perche’ in questo periodo dell’anno il sole tramonta prima, l’assopimento della natura, la caduta delle foglie e l’inasprimento del clima dominato dal freddo, tutto richiamava il concetto della fine della vita e quindi, nelle culture antiche legate all’agricoltura e ai cicli della natura, la paura della morte.
I sacerdoti depositari dei saperi astronomici sapevano anche che da quel giorno in poi le giornate si sarebbero allungate e che, nonostante il rigore della stagione invernale, sotto la neve, i semi stavano preparandosi alla prossima rinascita mentre alberi come l’abete e piante sempreverdi come il vischio e l’agrifoglio potevano significare la capacita’ di resistere alle intemperie e la vitalita’ della natura.
Cosi’ furono istituite celebrazioni che coinvolgevano tutta la comunita’ per assicurarsi il ritorno del sole, per celebrare la luce, per ingraziarsi la natura e fugare ogni timore delle tenebre.
In questo contesto si colloca la festa , alla quale il cristianesimo ha voluto assegnare la celebrazione del sacrificio di una giovane cristiana vissuta nel V secolo e farla santa.
Gia’ il suo nome, che deriva dal latino lux traducibile con luce, e’ un richiamo fortissimo alle antiche usanze di offrire una giornata di riti e festivita’ per scongiurare l’espansione delle tenebre e del buio.
Lucia viene raffigurata spesso come una giovane fanciulla, con una corona di candele, specie nell’iconografia nordica.
Gli occhi sono un simbolo molto importante, dunque perche’ indicano la capacita’ di vedere, di sapersi orientare e sono un richiamo spirituale alla saldezza e all’illuminazione.
Per i nativi americani attraverso l’occhio si puo’ catturare l’anima di una persona, per questo non guardano mai direttamente nell’obiettivo delle macchine fotografiche.
Per gli indu’ il terzo occhio e’ il simbolo di Shiva, che tutto distrugge, che tutto purifica, l’occhio dell’onniscenza capace di vedere oltre la manifestazione della realta’ percepita.
Anche nel buddismo la raffigurazione degli occhi del Buddha rappresenta la sua onniscienza, di solito sono dipinti sulle quattro pareti esterne degli stupa.
Per gli egiziani era l’occhio all’origine del mondo e anche il dio Ra ha un occhio sulla fronte, perche’ grazie all’organo della vista la realta’ diventa possibile e si percepisce; cosi’ come Platone definisce l’occhio il simbolo dell’anima e della visione interiore.
Su questo concetto si basa anche la tradizione della chiaroveggenza collegata spesso con la cecita’ fisica, per esempio il dio Odino rinuncia ad un occhio per bere alla fonte di Mimir e acquisire quindi la conoscenza, la stessa sorte che tocca ad Omero, cieco poeta, ha il dono di raccontare le storie e le leggende degli eroi greci e delle loro divinita’ ma solo perche’ guidato dalla luce interiore.
Nella tradizione mitologica greca, per non essere trasformati in una statua di sale non si doveva guardare Medusa negli occhi, e un episodio nella Bibbia riporta lo stesso ammonimento, la moglie di Lot durante la fuga, si gira a guardare la distruzione di Sodoma e Gomorra contravvenendo ad un ordine divino e all’istante si tramuta in una statua di sale.
Gli antichi popoli nordici consideravano la notte fra il 12 e il 13 dicembre l’inizio del mese di Yule, prima del Solstizio di Inverno il 21 Dicembre.
“ In nord Europa è tradizione che la primogenita si svegli all’alba in questa mattina di festa pre-yule a preparare la colazione per la famiglia che servirà in tunica bianca e/o adornando il capo (simbolo di luce). In diverse rappresentazioni la troviamo infatti con un copricapo su cui posano candele, solitamente 7. “
E se saltiamodi storia in storia, di leggenda in leggenda, di celebrazione in celebrazione …di credenza in credenza …
Lucia, la portratrice di Luce , ci illumina il prossimo cammino costellato dalle nostre scelte, dai nostri propositi, che percorreremo con entusiasmo, passione, amore , felice curiosità …E vedendoci più chiaro !
Che la Luce sta arrivando!
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