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* La buona notizia del venerdì: ragazzi che vogliono cambiare il mondo, l’isola di Budelli

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Salviamo l’isola di Budelli con il crowdfunding e trasformiamola in un paradiso per teenager. Questa l’idea di 23 studenti di seconda media della scuola di Mosso in provincia di Biella per salvare l’isola dell’arcipelago sardo deLa Maddalena.

Dopo la rinuncia del magnate Michael Harte, l’isola di Budelli potrebbe tornare nuovamente all’asta. Per evitare che anche stavolta, venga assegnata in mano a privati, i ragazzi hanno lanciato suFb la campagna “Non si s-Budelli l’Italia”.

Se lo Stato non ha i soldi, allora li mettiamo noi

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Siamo gli allievi e gli insegnanti della classe 2B della scuola media di Mosso, un piccolo comune montano della provincia di Biella, in Piemonte. Ieri abbiamo letto sul giornale, con il nostro prof, le notizie sull’isola di Budelli. Ci è venuta l’idea di mettere in piedi questo progetto: una grande colletta su internet (crowdfunding) per permetterci di acquistare l’isola, per far sì che rimanga italiana e incontaminata. Vorremmo che fosse l’isola di tutti gli studenti d’Italia. Abbiamo calcolato che se ogni studente delle scuole italiane mettesse 50cent, avremmo subito i fondi necessari. Naturalmente accettiamo contributi anche da chi non è studente!, si legge sullapagina Fb creata ad hoc.


Gli stessi studenti a favore dell’isola di Budelli hanno versato 75 euro, donando 5 centesimi per ciascuno dei 1500 abitanti del loro paese. Ma l’obiettivo è più ambizioso: se ogni studente italiano versasse 50 centesimi per salvare l’isola e la sua meravigliosa spiaggia rosa, si riuscirebbero a racimolare tre milioni di euro, la stessa cifra con la quale il magnate neozelandese se l’era aggiudicataall’asta.

Insieme al problema dei soldi, gli studenti stanno pensando anche al passo successivo, cioè come valorizzare questo splendido luogo. Il timore più grande, quando Harte aveva ottenuto l’isola di Budelli, era quello che volesse trasformare il luogo in resort e villaggi di lusso rovinando per sempre questo territorio incontaminato.

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Ad accogliere con entusiasmo l’iniziativa anche Giuseppe Bonanno, presidente dell’Ente Parco de La Maddalena:che così commenta l’iniziativa: “L’idea migliore è quella degli studenti di Biella, che hanno iniziato a mettere 50 centesimi a testa e hanno lanciato la campagna «Non si sBudelli l’Italia» sui social network”. 

La piattaforma per la raccolta fondi non è ancora attiva ma ci sono già i primi commenti di chi vorrebbe fare una donazione. Scrivono da una scuola di Alghero: “Abbiamo saputo della vostra meravigliosa iniziativa e vorremo aderirvi. Vorremo ulteriori informazini per poterla realizzare nel migliore dei modi”. E gli studenti di Mosso rispondono: “Appena attivata la piattaforma lo comunicheremo. Iniziate pure comunque la raccolta di fondi. grazie!”.

Un’iniziativa lodevole in linea con quanto l’Ente Parco ha da sempre voluto e progettato per l’Isola simbolo dell’Arcipelago di La Maddalena: una proprietà diffusa e pubblica, che renda il patrimonio ambientale un valore per tutti e non un beneficio di pochi. Particolarmente significativo è il livello di consapevolezza, messo in campo dai ragazzi lanciando questa iniziativa, si legge in un comunicato. 

L’Ente Parco promette di sostenere l’iniziativa e di adoperarsi per rendere possibile una visita all’isola di Budelli.

La volontà espressa dai giovani cittadini restituisce speranza rispetto a quella che è la nostra idea di valorizzazione del territorio. Il crowdfunding promosso e posto all’attenzione dell’opinione pubblica potrebbe, in ogni modo rappresentare una garanzia, oltre che per l’acquisto, anche per istaurare un modello di gestione diffusa che trasformerebbe l’isola di Budelli in un laboratorio permanente di educazione ambientale e di gestione partecipata, i cui primi attori e protagonisti sarebbero i ragazzi. Proporrò al Consiglio dell’Ente la realizzazione di un gemellaggio permanente tra il Parco e la Vostra scuola, conclude Bonanno.

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Gli studenti pur non sapendo ancora se il loro sogno diventerà realtà, guardano al futuro e pensano a un paradiso per teenager il tutto nel rispetto dell’ambiente e lontani da logiche di speculazioni di privati.

In bocca al lupo e#salviamobudelli!

Tutto l’universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni.( Paulo Coelho)

http://www.greenme.it/informarsi/natura-a-biodiversita/19370-isola-budelli-ragazzi

http://www.repubblica.it/ambiente/2016/02/13/news/sardegna_budelli_magnate_neozelandese_annuncia_rinuncio_all_acquisto_dell_isola-133340340/

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* Stasera Giove e la Luna si sfiorano… e ci sono anche le stelle cadenti!


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Giove e la luna ancora una volta regalano spettacolo.

Questa sera il nostro satellite naturale e il gigante gassoso del sistema solare si sfioreranno, offrendoci una bella immagine nel cielo notturno. Ma non solo. I due corpi saranno accompagnati da ben due sciami di meteore.

Fino a qualche giorno fa abbiamo ammirato la congiunzione tra i cinque pianeti ma è già ora di guardare avanti. Giove e la luna ci hanno abituati a spettacoli di questo tipo ma stasera le condizioni per ammirarli al meglio ci sono tutte.

I due corpi infatti sorgono molto presto e saranno visibili già durante le prime ore della sera tra il 23 e il 24 febbraio. Basterà guardare a est per individuare la luna (ieri al plenilunio) e Giove sovrastati dalla costellazione del Leone. Con un buon binocolo o un telescopio sarà possibile notare anche alcuni dei più grandi satelliti di Giove.

La mappa che segue mostra il cielo orientale attorno alle 21:

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Non sarà però l’unico spettacolo che potremo ammirare questa sera. A rendere ancora più romantico l’appuntamento tra la luna e Giove saranno le stelle cadenti Delta Leonidi che raggiungeranno il loro picco il 24 febbraio insieme alle sigma Leonidi, con il massimo della visibilità tra il 25 e 26 febbraio nella stessa porzione di cielo occupata dal nostro satellite e dal gigante gassoso.

I due sciami di meteore, come si evince dal loro nome, hanno il radiante nel Leone. Ciò significa che sembrano avere origine proprio da questa costellazione.

 

Luna e Giove amplificano la sensibilità della persona, generalmente il mondo esterno rappresenta sempre una nuova possibilità di crescita interiore. L’attenzione al benessere è rivolto all’interno, derivandone una spiritualità spiccata, ma non per forza religiosa in senso stretto. La risonanza della persona nell’ambiente esterno è tale da farle assumere sempre un particolare e adeguato prestigio. Rapporti determinanti con figure femminili.

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Il 22 febbraio c’è stato il Plenilunio nel segno della Vergine, dove in questo momento il grande pianeta Giove benefico sta transitando in moto retrogrado (dal 09.01 al 09.05.2016), in congiunzione con il Nodo Lunare Nord, simbolo del viaggio evolutivo della Mente collettiva. Questa polarizzazione in Vergine ci aiuta a focalizzarci su un sano distacco dai drammi emozionali che normalmente la vita ci propone quale esperienza della nostra natura umana.

Giove è un pianeta che rimane in un segno circa 12 mesi e durante il suo transito assume un moto retrogrado per alcuni mesi, così da accompagnarci senza troppa fretta verso l’integrazione dei nuovi valori che esso porta nella nostra vita.

Nel caso di questo attuale viaggio nel segno della Vergine, Giove ci insegna la Purificazione, cioè un metodo per eliminare tutto quello che non ci serve più, a qualunque livello ed in qualunque ambito esistenziale.

La sua congiunzione con il Nodo Evolutivo implica che il processo di purificazione ci porta diritto verso un forte senso di liberazione, che ci aiuterà a risplendere di luce propria.

Un esempio? Immaginate di esservi sempre identificati con un dolore, per esempio il senso di abbandono. Avete costruito la vostra vita intorno a quel dolore, compensando con varie strategie di dipendenza il vuoto che sentivate di avere dentro. Poi, all’improvviso, riuscite a mettere insieme i pezzi della vostra infanzia, perché grazie al processo di purificazione tutto diventa estremamente chiaro dentro di voi. E vi accorgete che in realtà quel senso di vuoto vi deriva direttamente dal campo emozionale dei vostri genitori, che avete ovviamente respirato da quando esistete. Non vi sentite più vuoti, ma integri e leggeri! In automatico cambia completamente tutto il campo elettromagnetico del vostro sistema umano e voi vi ritrovate con una forza vitale come mai prima. 

Il processo di Purificazione può essere effettuato in base alle proprie preferenze e predisposizioni. Si può aumentare il consumo di tisane, oppure alleggerire l’alimentazione per un periodo, oppure intensificare l’attività fisica. L’importante è mettere nelle nostre azioni l’intenzione di voler lasciar andare l’eccesso, la drammatizzazione, lo squilibrio portato dal dover soddisfare dei bisogni inconsci.

Il messaggio è di centrarsi sempre più nel punto del respiro, all’altezza del terzo chakra, dove si trova il diaframma. Lì possiamo lasciar andare il groviglio di emozioni represse. La Vergine porta il dono del distacco da tutto quello che ci appesantisce e possiamo sfruttare questi giorni per ripulire il fisico da tossine fisiche ed emozionali.

 

http://ashtalan.blogspot.it/2016/02/astrobollettino-del-2127022016.html

http://greenme.it/informarsi/universo/19380-giove-luna-23-febbraio-meteore-leonidi

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* La buona notizia del venerdì : La soluzione è l’orto sul tetto

 

Come riutilizzare i rifiuti organici che si producono nei negozi?

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In Brasile la soluzione è l’orto sul tetto.

Il centro commerciale Shopping Eldorado di San Paolo ricicla i propri rifiuti organici per produrre concime per coltivare l’orto.

La maggior parte dei centri commerciali del mondo invia i rifiuti organici in discarica, ma non si tratta di certo della soluzione migliore dal punto di vista ecologico. Creare un orto sul tetto consente di riutilizzare i rifiuti in modo intelligente.

L’idea per il progetto dell’orto sul tetto del centro commerciale Shopping Eldorado è nata nel 2012 e ora grazie a questa iniziativa gli oltre 400 kg di rifiuti organici prodotti ogni giorno vengono trasformati in compost da utilizzare per concimare il tetto verde.

Grazie al compost naturale, sul tetto del centro commerciale di San Paolo si coltiva un orto biologico molto produttivo. Dagli scarti dei 10 mila pasti serviti ogni giorno nel centro commerciale si ricavano 14 tonnellate di concime naturale ogni mese.

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Nell’orto sul tetto si coltivano melanzane, zucchine, zenzero, pomodori, lavanda, melissa, menta e molti altri ortaggi e erbe aromatiche che vengono tutti utilizzati nei ristoranti delle cucine del centro commerciale. Chi lavora in cucina può salire sul tetto e raccogliere gli ingredienti freschi di cui ha bisogno ogni giorno. Erbe aromatiche e ortaggi vengono coltivati senza pesticidi.

Il tetto verde ha anche altri vantaggi. Infatti consente di regolare in modo naturale la temperatura all’interno del centro commerciale e di ridurre il consumo di energia per l’utilizzo dell’aria condizionata. E’ inoltre attiva la raccolta dell’acqua piovana e dell’acqua filtrata dai condizionatori che viene utilizzata per irrigare o per i servizi igienici.

Grazie a questo progetto il centro commerciale di San Paolo ricicla il 25% dei propri rifiuti mensili e si propone di andare oltre.

Entro il 2017 infatti ha fissato l’obiettivo di ridurre a zero i rifiuti organici diretti in discarica.

L’idea di riciclare i rifiuti per concimare l’orto sul tetto ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Speriamo che possa essere imitata anche altrove nel mondo.

Anche negli Stati Uniti si è assistito a un vero e proprio boom degli orti sul tetto.

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Orto sul tetto a New York

Oltreoceano il fenomeno è in espansione. I contadini urbani sono alla ricerca di nuovi spazi sui tetti, in città, per continuare a coltivare.

A Detroit, città dell’automobile, e Cleveland, gli agricoltori cercano di conquistare i terreni dismessi, mentre a New York e a Chicago gli appassionati guardano sempre più in alto.

Dove gli spazi usuali sono assenti, si punta ai tetti, preferendo quelli che sono già verdi.

Il movimento dei tetti verdi è cresciuto soprattutto negli ultimi anni ed alcune città li hanno messi al centro dei loro piani di sostenibilità.

A Chicago, almeno 359 tetti sono ora coperti da vegetazione. Ciò garantisce numerosi benefici ambientali, dalla riduzione dei consumi energetici, alla purificazione dell’aria dalle emissioni inquinanti.

A Chicago, la scorsa estate, un tetto verde è stato trasformato nel più importante esempio di orto sul tetto della città. Ha una superficie di oltre 1000 metri quadri ed è l’orto sul tetto più grande del Midwest, secondo il Chicago Botanic Garden. Il tetto verde è stato trasformato in terreno produttivo, grazie ad un miglioramento del suolo ed al suo arricchimento con sostanze nutritive.

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I membri di Windy City Harvest Farmers coltiveranno cavoli, carote, peperoni, fagioli, bietole, pomodorini, numerose erbe aromatiche e altri ortaggi adatti a crescere su di un tetto. Trasformando un tetto verde in un orto si ottengono ulteriori vantaggi, oltre a risparmio energetico e termo-regolazione naturaledegli edifici.

Si creano nuovi spazi in cui coltivare i propri ortaggi e nuovi luoghi di incontro e di socializzazione per i condomini. Le dimensioni di un orto sul tetto possono variare a seconda dello spazio disponibile. La semplice coltivazione in vasopuò essere un primo passo, che permette di evitare il trasporto di grandi quantità di terreno e l’installazione di sistemi di irrigazione dove ciò non risulta possibile.

In Italia non sono ancora molto numerosi.

Uno dei casi esemplari, è l’orto nato sul tetto della Biblioteca di Firenze.

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Altre notizie:

http://www.greenbiz.it/rifiuti/imballaggi/14634-amburgo-bottiglie-capsule-caffe

 

http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/11420-orti-urbani-tetti-verdi

http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/19305-orto-sul-tetto-negozi-brasile

http://www.teladoiofirenze.it/firenze-life-style/bibliorto-lorto-sul-tetto-della-biblioteca-fiorentina/

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* Mercurio, Venere, Saturno, Marte, Giove tutti in fila in cielo

LA DANZA DI 5 CORPI CELESTI VISIBILE A OCCHIO NUDO

 

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Dal 20 gennaio e fino al 20 febbraio potremmo ammirare un suggestivo allineamento di pianeti visibili a occhio nudo.

Mercurio, Venere, Saturno, Marte, Giove e si troveranno sulla stessa linea immaginaria.

Rappresentazione del Sistema Solare

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Un evento raro ma non unico.

L’ultima volta risale al 2005. 

Di certo sarà uno spettacolo da non perdere, visto che non occorreranno particolari strumenti ma basterà trovarsi in un luogo buio, al riparo da fonti di inquinamento luminoso.

Secondo Alan Duffy, ricercatore della Swinburne University di Melbourne, ha detto questo allineamento è “essenzialmente un capriccio” dell’universo.

Tutti i pianeti siedono su una superficie piana, ma hanno cicli annuali differenti. Per questo è un evento a cui vale la pena assistere.

Cosa vedremo dal 20 gennaio? Mercurio, Venere, Saturno, Marte, Giove appariranno in quest’ordine da sinistra a destra. Il primo a sorgere sarà Giove, seguito in successione dagli altri pianeti.

La mappa mostra il cielo del 20 gennaio alle ore 6 del mattino:

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L’ultimo ad arrivare sarà Mercurio, visibile poco prima dell’alba sulla linea dell’orizzonte sudorientale.

Qui è possibile vedere tutti i pianeti, Mercurio incluso, poco prima del sorgere del sole.

La luna potrà esserci d’aiuto per individuare i pianeti visto che si avvicinerà di volta in volta a ognuno di essi, a cominciare da Giove il 28 gennaio, per poi far visita a Marte il 1° febbraio.

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In realtà, dopo febbraio avremo un’altra occasione per vedere i pianeti allineati ma dovremo aspettare fino ad agosto, e successivamente ottobre del 2018.

Non perdetevi lo spettacolo. E se stasera le nuvole vi guasteranno la festa, non disperate. Ci sarà tempo fino al 20 febbraio.

 

http://greenme.it/informarsi/universo/18953-allineamento-pianeti-20-gennaio-febbraio

 

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* Mi chiamo Catalina e sono una cometa … ed ho due code!

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È ormai ricordata come la cometa di Natale e di code ne ha ben due.

Il suo vero nome è C/2013 US10 o Catalina e il prossimo 17 gennaio passerà alla distanza minima dalla Terra per poi dirigersi verso i confini delSistema Solare, per cui non rimane ancora moltissimo tempo per assistere al suo passaggio.

Non perdiamo l’occasione di ammirare questa splendida cometa a due code, che con un po’ di fortuna e con un cielo sgombro da nuvole e da inquinamento luminoso potrebbe essere visibile anche a occhio nudo.

Durante il suo viaggio nelle regioni più interne del sistema solare, la cometa Catalina è stata al perielio, la distanza minima dal sole, a novembre. Adesso invece la cometa si sta avvicinando sempre di più alla Terra.

Catalina e da inizio dicembre è osservabile in piena notte e prima dell’alba con un piccolo telescopio o un binocolo.

 

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Catalina è una cometa non periodica del Sistema Solare, individuata il 31 ottobre 2013 dal Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona. Ha toccato il perielio (il punto dell’orbita di massimo avvicinamento al Sole) il 15 novembre 2015; prima di allora era stata visibile per mesi solo nell’emisfero australe.

Il suo piano orbitale è inclinato di 149° rispetto a quello dell’eclittica (il piano dell’orbita terrestre), un dato che ne rivela  la provenienza dallaNube di Oort, l’enorme inviluppo di corpi ghiacciati che avvolge il nostro sistema planetario

Il suo periodo di rivoluzione intorno al Sole doveva essere originariamente di alcuni milioni di anni, ma la probabile collisione con un altro corpo celeste ha fornito a C/2013 US10 l’energia necessaria per “scappare” dalla nostra stella (orbita iperbolica).

Si tratta quindi del suo primo e unico passaggio all’interno del Sistema Solare e di un’occasione irripetibile per poterla scrutare insieme alle sue due code: una composta da gas ionizzati e l’altra da polveri di varie dimensioni.

La sua magnitudine staziona tra il 5 e il 6, il che la rende tecnicamente visibile a occhio nudo. Tuttavia, per centrare l’obiettivo è consigliabile almeno un binocolo, a meno che il cielo non risulti molto scuro.

Per trovare Catalina bisogna puntare lo sguardo a est: il 24 dicembre è entrata nella costellazione del Bifolco (Bootes), passando vicino alla luminosa stella Arturo il 1 gennaio 2016.

Il 17 gennaio la cometa sarà a “soli” 108 milioni di chilometri dalla Terra: in quella data farà capolino nel cielo dalle ore 22, nei dintorni dell’Orsa Maggiore.

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” Pallidi fantasmi del cielo, vagano le comete nella notte buia del deserto siderale. Talvolta il Sole ne afferra qualcuna con la sua forza di attrazione. Appare allora ai nostri telescopi un tenue fiorellino lontano che brilla nel firmamento spiegando l’argenteo strascico.

Benvenuta nei nostri territori, ospite fugace.Qualcuno forse ti guarda con diffidenza e vorrebbe imputare a te la responsabilità delle avventure umane., ma io ti credo innocente. Sei tenue, diafana fatta di luce; forse in alcune grandi anfore si potrebbero racchiudere, compressi e liquefatti i gas che fluttuano nella raggera della tua chioma e della tua coda. Non può venire male da te.

Vorrei sapere qualcosa di te, celeste pellegrina dei cieli, e delle tue sorelle.La tua storia per esempio. Da dove vieni? Dove vai? Chi ti ha ordinato un lungo vagabondaggio nello spazio come all’inseguimento di una meta che sempre fugge davanti a te? Cosa hai visto nei millenari pellegrinaggi? Ora come una celeste libellula voli intorno al rogo ardente del Sole; ma non ti brucerai mai le ali, potrai fuggire ancora attraverso l’infinito. Fra pochi giorni ti vedremo come uno spettro lontano, ti dileguerai nel mistero della notte senza fine.”

Fonti:

http://www.greenme.it/informarsi/universo/18933-cometa-catalina-terra-come-osservare

http://www.focus.it/scienza/spazio/come-vedere-catalina-la-cometa-di-natale

Leggi anche sulle comete:

https://lauracarpi.wordpress.com/2011/07/09/seconda-stella-a-destra-questo-e-il-cammino/

 

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* Basta un gesto per cambiare le cose…

Una tempesta terribile si abbattè sul mare.

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Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.


Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò.

Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche delle troupe televisive per filmare lo strano fenomeno.
Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo.


Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle marine. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
All’improvviso, il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripetè; l’operazione.
Dalla balaustrata di cemento, un uomo lo chiamò: “Ma che fai ragazzino?”.
“Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia” rispose il bambino senza smettere di correre.
“Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia; non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!” gridò l’uomo. “E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!”.

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Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “Ho cambiato le cose per questa qui!”.
L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua.

Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua.
Qualche minuto dopo erano in cinquanta, cento, duecento, centinaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.


Così furono salvate tutte.

 

Fonte.

http://parliamone.eldy.org/2012/11/le-stelle-marine/

 

 


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* Così si festeggia il ritorno della luce

Il solstizio d’inverno, quest’anno atteso nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, è stato da sempre celebrato nel mondo da un considerevole numero di feste tradizionali. Queste onorano il ritorno della luce durante i giorni più bui dell’anno.

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Stonehenge (Wiltshire, Regno Unito)

Le origini di questo monumento preistorico non sono ancora chiare. Tuttavia, è ormai stato appurato come il sole si insinui perfettamente tra le due pietre verticali, denominate del Grande Trilithon. Sin dalle prime ore del mattino, il sito è aperto per consentire a migliaia di appassionati e curiosi di celebrare l’alba in un’atmosfera spirituale, intrisa di musica tradizionale, fuochi e lanterne.

Lantern Festival (Vancouver, Canada)

The Secret Lantern Society organizza ogni anno processioni illuminate, musica e performance artistiche nei quattro quartieri di Vancouver. Vagando per le strade della città, tra percorsi illuminati da candele, è possibile beneficiare di un ambiente rilassante che unisce passato e futuro.

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Kensington Market Winter Solstice (Toronto, Canada)

La città canadese illumina la notte più lunga dell’anno con una spettacolare festa di luci, alla quale prendono parte mangiatori di fuoco e giocolieri, ballerini e musicisti.

Bruciare gli orologi (Brighton, Regni Unito)

Si tratta di una processione illuminata organizzata negli ultimi venti anni. Oggi 2 mila manifestanti e circa 20 mila spettatori prendono parte ai festeggiamenti. I partecipanti, con in mano lanterne e festoni, passeggiano per la strada e fanno dei grandi falò con gli orologi, a significare il passaggio del tempo.

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Yule Log (Riga, Lettonia)

La tradizione natalizia si trova in molte culture europee. Il Museo Etnografico della Lettonia conserva le tradizioni popolari lettoni ancora vive nella capitale, mentre per i mercatini della città girovagano mascherati terrificanti spiriti maligni, il cui compito è quello di “raccogliere” i problemi dell’anno appena trascorso.

Vilnius, Lituania

Nella vicina Lituania, tradizione vuole che il rito natalizio veda la comunità trascorrere la notte più lunga dell’anno trascinando ceppi di alberi a casa della gente per raccogliere gli spiriti oscuri. Lo scopo è quello di portare via l’energia negativa e dare il benvenuto al sole.

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Montol Eve (Penzance, Regno Unito)

La gente di questa città del sud-ovest dell’Inghilterra si veste con costumi di danza tradizionali, che ricordano quelli tipici del carnevale di Venezia. Una fiaccolata, soprannominata il “fiume di fuoco”, giunge fino al punto più alto della città per accendere un faro e illuminare la gente.

Dongzhi Festival (Cina)

Il solstizio d’inverno è una festa importante anche in Cina e in altre parti dell’Asia orientale, dove i festeggiamenti risalgono alla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.). Inoltre, il solstizio è connesso alla filosofia yin e yang, che prevede il ritorno dell’energia positiva yang. In tutta la Cina, la gente si riunisce con la famiglia per le feste e visita i templi per onorare i propri antenati.

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Fire Walking Festival (Sakuragawa, Giappone)

A un paio di ore a nord di Tokyo, il Saenazumi Jinja Shrine Kabasan tiene un festival annuale in cui i monaci camminano a piedi nudi sulle braci pregando per la salute e il benessere della comunità. Una volta che il fuoco si è raffreddato, tutti possono emulare le prodezze dei monaci.

Montol Festival (Inghilterra)

Falò, lanterne, balli in maschera, canti tradizionali e mercatini di Natale che vendono artigianato locale sono le attrazioni delle celebrazioni stagionali della Cornovaglia. La vigilia del solstizio d’inverno è celebrata come la data del compleanno di Re Artù. Inoltre, si festeggia con l’accensione del “mock”, un ceppo natalizio gigante. Il festival si svolge la settimana prima del solstizio stesso, tra il 14 e il 21 dicembre. E tutti sono invitati ad indossare abiti bianchi e neri, i colori propri delle vesti della Cornovaglia, che per secoli si sono indossati durante le festività del solstizio stagionale.

Newgrange (Irlanda)

La tomba megalitica di Newgrange, datata più di 5 mila anni, è uno dei luoghi più straordinari del mondo per trascorrere solstizio. La struttura misura 19 metri e, se si è abbastanza fortunati, è possibile vederla inondata di luce alle prime luci del giorno del solstizio d’inverno. Il fenomeno dura 17 minuti e si ripete per qualche mattina successiva su entrambi i lati della tomba. L’ingresso alla camera è proibitivo, viste le numerose richieste per visitare il sito proprio il giorno del solstizio per assistere al fenomeno.

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Makar Sankranti (India)

Questa festa del raccolto Hindu è di buon auspicio e si contraddistingue per il fervore e l’allegria. Si celebra in tutta l’India il 14 gennaio di ogni anno. Sebbene in ritardo rispetto al solstizio, la giornata è dedicata a celebrare l’ascesa del Dio sole nell’emisfero settentrionale. Per gli indù, e come per molti popoli del mondo, il Sole sta a simboleggiare la conoscenza, la luce spirituale e la saggezza. Makar Sankranti significa, infatti, un invito ad allontanarsi dalle tenebre dell’illusione ed orientarsi verso una nuova vita, illuminata dalla luce interiore e da una crescente purezza, saggezza e conoscenza.

Paul Winter Annual World Music Celebration (New York)

Anche in una città gigante come la Grande Mela si può assistere ad un emozionante caleidoscopio di eventi festosi. Come le celebrazioni del Paul Winter Winter Solstice, che celebra il ritorno del sole, attirando migliaia di frequentatori verso i concerti presso St. John the Divine, la più grande cattedrale gotica del mondo. Questo evento annuale, giunto alla sua 31esima edizione, è in genere celebrato il fine settimana precedente il solstizio. Il fulcro della manifestazione è un gigante “Solstice Tree”, una scultura in alluminio a spirale di 28 metri, addobbato con centinaia di campane, che rappresentano la diversità della vita sulla Terra.

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Fonte:
http://www.nextme.it/rubriche/misteri/8673-solstizio-inverno-stonehenge-celebrazioni

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* La buona notizia del venerdì: Spesa gratis in cambio di lavoro

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A prima vista, non sembrerà molto diverso da un normale supermarket: gli spazi e gli arredi uguali a quelli di qualsiasi tradizionale punto vendita e sugli scaffali in bella vista prodotti di prima necessità, alimentari o per l’igiene personale.

Eppure, Emporio Portobello è un posto speciale. 

Perché? Semplice: si tratta di un supermercato per disoccupati e famiglie in difficoltà economica.Qui, infatti, il prezzo non è indicato in euro, ma in punti. 

“Ogni famiglia è dotata di una tessera a punti con la quale è possibile “fare la spesa”. La tessera viene ricaricata mensilmente in base al nucleo familiare, previa selezione all’accesso con valutazione dell’ISEE e facendo particolare attenzione alle famiglie numerose. La tessera è a disposizione della famiglia per un tempo limitato (alcuni mesi) e, nel caso le condizioni famigliari migliorino, verrà ceduta ad altre famiglie in graduatoria. In caso contrario la tessera può essere rinnovata”, si legge sul sito dell’iniziativa anti-crisi, coordinata dall‘Associazione Servizi per il Volontariato Modena.

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Insomma, più che un supermercato, un “emporio sociale“, nato con almeno tre principali obiettivi: essere un luogo il più rispettoso possibile della dignità delle persone, per la raccolta e la distribuzione di beni di prima necessità, mettere in rete i diversi soggetti che già lavorano per contrastare la povertà attraverso un progetto di comunità e coinvolgere il territorio, le imprese, i cittadini che con il proprio lavoro gratuito, le donazioni economiche o di prodotti senza le quali non si potrebbe andare avanti potranno sostenere il progetto.

Ma è davvero tutto gratis? 

Non proprio: dal momento che la parola d’ordine è “dignità”, e non “carità”, i 450 i nuclei in difficoltà a cui si rivolge il servizio, scelti in collaborazione con i servizi sociali, dovranno offrire in cambio aiuto con il proprio lavoro come volontari almeno una volta a settimana. 

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Proprio come accadeva nel People Supermarket di Londra. “Crediamo molto in questo progetto – dice Morselli – e vogliamo si mantenga la dimensione dell’acquisto, nessuno regala niente, ma coinvolgiamo le persone in un progetto specifico. Noi vogliamo stringere un patto con gli utenti che accoglieremo nei nostri locali. Ci sono delle condizioni e sarà fondamentale per tutte le parti rispettarle”, ha spiegato alla stampa Angelo Morselli, presidente del Centro per il Volontariato.

Sconfiggere la crisi economica, combattere gli sprechi e mettere in discussione la posizione dominante dei colossi della distribuzione: sono questi gli obiettivi che guidano il People’s Supermarket, “il Supermercato del popolo” di Londra, che si trova in Lamb’s Conduit Street, a Holborn, vicino al British Museum.

L’idea e tanto semplice quanto rivoluzionaria: il “supermercato della gente e per la gente”, come ama definirlo il proprietario, il baronettoArthur Potts Dawson, chef con il pallino della sostenibilità e degli sprechi del mondo alimentare, è una cooperativa a cui si può aderire fornendo una quota societaria di 25 sterline all’anno (circa 29 Euro).

In cambio di 4 ore di lavoro volontario al mese, i soci ricevono uno sconto del 10% per tutto l’anno sui prodotti del negozio. E hanno anche diritto di voto sugli approvvigionamenti: in poche parole, si offre loro la possibilità di scegliere cosa vendere nel supermercato. Non a caso, sugli scaffali del People’s Market troneggiano quasi esclusivamente prodotti biologici, locali, equosolidali.

La clientela trasversale del People’s Market, che va dagli avvocati ai disoccupati, dai londinesi agli immigrati somali e bengalesi, può poi usufruire dei servizi offerti da una piccola cucina, la “People’s Kitchen“, dove sipreparano piatti con frutta e verdura vicine alla data di scadenza.

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In 15 mesi di attività il fatturato del People’s ha superato 1,5 milioni di sterline(circa 1,7 milioni di euro) e il numero dei soci è salito a 1.200.

Ma Potts Dawson non si è accontentato di questo successo e ha fatto sapere che sta per avviare una sorta di franchising con il marchio People’s Supermarket: è già prevista l’apertura di un secondo punto vendita a Hackney, nell’East London, dove farà concorrenza a 17 supermercati, 12 dei quali della catena Tesco.

Mr. Dowson pensa anche di riprodurre su scala nazionale il progetto People’s Kitchen.

Insomma, una vera e propria industria alimentare low cost, che fa guadagnare evitando gli sprechi e consumando prodotti che rischierebbero di finire nella pattumiera. Ma che dà anche più voce ai consumatori, coinvolgendoli direttamente.

L’industria alimentare è stata comprata dalle grandi catene -ha detto il baronetto- noi invece proviamo a mostrare che cosa succede quando è la gente ad avere il controllo”.

Mr Dowson ci ha creduto.

E funziona.

Fonte:

http://www.greenme.it/consumare/eco-spesa/11613-10-negozi-supermercati

http://www.greenme.it/consumare/eco-spesa/10045-portobello-supermercato-disoccupati-modena

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* La buona notizia del venerdì: Corridoi ecologici per salvare gli animali

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L’uomo, con le sue strade e l’espansione urbana ha reso sempre più difficile la vita degli animali, abituati a correre, saltare, zampettare nel verde. La soluzione per porre rimedio ai nostri danni sono i corridoi e i ponti naturali. Vere e proprie autostrade della natura ricreate in tutto il mondo.

Le barriere create dall’uomo hanno avuto un particolare impatto sui predatori, abituati a vagare per lunghe distanze in cerca della preda. Altri mammiferi di grandi dimensioni, come i cervi, potrebbero trovarsi separati da una fonte di acqua o dal pascolo da una strada o da un quartiere di periferia.

Grazie ai corridoi naturali, gli animali possono muoversi da un posto all’altro senza ostacoli. Pensati soprattutto per gli animali più grandi, essi sono adatti anche alle creature più piccole, compresi gli insetti.

Idealmente, questi “ponti naturali” potrebbero aiutare interi ecosistemi a espandersi e a prosperare nonostante la loro vicinanza agli esseri umani.

Ecco i più suggestivi:

1. Terai Arc Landscape

Il Terai Arc Landscape copre 14 diverse aree protette in India e Nepal. Praterie, foreste e valli fluviali qui sono habitat importanti per un certo numero di specie, tra cui rari rinoceronti indiani, elefanti asiatici e tigri del Bengala. Il Terai si estende dal fiume Bagmati in Nepal al fiume Yamuna in Indi

Le questioni che circondano il Terai sono molto diverse da quelle che interessano corridoi naturali negli Stati Uniti e in Europa. Nonostante sia rurale, la regione è densamente popolata, soprattutto sul lato indiano del confine. La povertà qui è un problema diffuso, insieme al bracconaggio e all’uso intensivo delle risorse naturali.

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2. Banff Wildlife Bridge

Questo cavalcavia per la fauna selvatica a Banff consente agli animali di attraversare la Trans Canada Highway.

Non tutti i corridoi naturali richiedono decenni per nascere, come in questo caso. Il parco è dotato di sei cavalcavia per la fauna selvatica e da diverse decine di sottopassi. Finora, i naturalisti hanno documentato 140.000 animali che attraversano la strada utilizzando ponti o sottopassaggi.

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3. Bassa valle del Rio Grande, National Wildlife Refuge

Nel sud-est del Texas edifici commerciali, fattorie e strade hanno preso il posto dei paesaggi naturali. La città di Houston continua a diffondersi verso l’esterno e la Bassa Valle del Rio Grande, si trova proprio nel bel mezzo di tutto questo sviluppo.

La fauna selvatica che percorre i ponti di questa zona comprende uccelli migratori e mammiferi rari come l’ocelot.

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4. Christmas Island, il ponte e le gallerie dei granchi

Non tutti i valichi di animali sono stati progettati per i grandi mammiferi. Su Christmas Island in Australia, la migrazione annuale di granchi ha ispirato una serie di passaggi.

Queste creature migrano verso l’oceano ogni anno per riprodursi e deporre le uova. Da 50 a 100 milioni di crostacei ricoprono letteralmente l’isola e le sue strade mentre si spostano dalla foresta al mare. Secondo i naturalisti, almeno 500.000 granchi muoiono ogni anno durante il viaggio. Da qui la necessità di creare dei ponti per limitare il numero delle morti durante la migrazione.

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5. Corridoio Sawantwadi-Dodamarg Wildlife

Siamo nel Sud dell’India. Una catena montuosa ricca di fauna selvatica sovrasta questa regione. Oltre a tigri del Bengala, orsi ed elefanti, ospita molte delle erbe officinali naturali utilizzati nella medicina tradizionale ayurvedica

Con l’aiuto della Awaaz Foundation con sede a Mumbai, le terre all’interno del Corridoio Sawantwadi-Dodamarg sono state considerate una “zona ecologicamente sensibile.

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6. Oslo, Norvegia Bee Highway

La capitale della Norvegia vanta una soluzione per le api.

Oslo è una città pulita, ma manca di parchi urbani e di piante. Di conseguenza le api fanno fatica a sopravvivere. Un nuovo corridoio dedicato fornisce a queste preziose creature una vera e propria autostrada dove muoversi.

Anche a Londra si sta lavorando su questo fronte.

 

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7. Highway 93 Riserve Crossings, Montana

La Highway 93 è uno dei più vasti sforzi di attraversamento del paese con 41 strutture tra sottopassi e sovrappassi. Alcuni tratti sono stati pensati per far garantire alla fauna selvatica di spostarsi lungo corridoi sicuri.

Telecamere speciali hanno ripreso numerose creature che utilizzano passaggi e ponti: orsi grizzly, cervi, alci e puma.

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8. Corridoio Burnham Wildlife

Il Burnham Park di Chicago è attorniato da immobili. Qui sorge però il corridoio all’interno del parco, passando proprio attraverso il cuore della città.

È utilizzato principalmente come rifugio da tre milioni di uccelli migratori.

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9. European Green Belt

L’idea della cintura verde europea ha avuto inizio in Germania, poco dopo la caduta del muro di Berlino. Nel corso degli anni, si è espansa attraverso una serie di accordi. Ora passa dal confine russo-finlandese fino ai Balcani.

Il corridoio si trova approssimativamente al posto della cortina di ferro. Per questo motivo, il Green Belt ha un significato storico e culturale oltre a proteggere la fauna selvatica.

10. L'”ecodotto” dei Paesi Bassi ‘

Quando si tratta di corridoi naturali, i Paesi Bassi non sono secondi a nessuno con oltre 600 incroci che consentono agli animali di passare in modo sicuro da un lato all’altro della strada. Alcuni di questi sono piccoli ma altri sono enormi.

Il più grande, il Natuurbrug Zanderij Crailoo, si estende per quasi mezzo miglio e garantisce un passaggio sicuro a cervi, cinghiali e altri mammiferi.

 

fonte: http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/17553-corridoi-ecologici-animali

 

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La buona notizia del venerdì: un libro per bambini che si pianta come un albero

Dall’Argentina ecco un libro per bambini che si pianta come un albero.

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Lo ha ideato Pequeno Editor. Questa casa editrice sostiene che tutto ciò che leggiamo fa parte della nostra biblioteca mentale e di ciò che siamo come persone.

I libri che leggiamo si radicano in noi e ci trasformano, ci fanno crescere e cambiare. Il libro allora diventa come un albero che viene piantato e che si sviluppa insieme a noi.

In particolare, questo libro speciale è stato progettato per incoraggiare i bambini alla lettura e al rispetto dell’ambiente.

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Le copie di questo libro sono state realizzate con carta riciclata e inchiostri biodegradabili. Nella copertina sono stati inseriti dei semi di alberi che potranno dare origine a nuove piante quando i libri verranno piantati.

Il titolo originale del libro argentino è “Mi papà estuvo en la selva” (“Mio papà era nella giungla”). Il racconto riguarda un vero e proprio viaggio nella giungla ecuadoriana. E’ ricco di innocenza e di umorismo.

Gli autori del libro che si pianta come un albero sono Anne Decis, illustratrice francese, e Gusti, illustratore argentino, che si sono occupati delle immagini e di raccontare la storia. Tra i semi presenti nella copertina del libro troviamo quelli di jacaranda, un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza.

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L’idea è che il libro, una volta piantato, crescerà proprio come fanno i bambini. Il libro è dedicato ai bambini fino ai 12 anni e ha l’importante obiettivo di spiegare loro quanto siano importanti il rispetto dell’ambiente e la protezione delle risorse naturali.

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Vi piacerebbe averlo a disposizione anche in Italia per i vostri bimbi?

http://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/libri/16916-libro-bambini-che-si-pianta

http://www.pequenoeditor.com/gestion-cultural/171-un-libro-que-se-planta.html