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* La buona notizia del venerdì: Come ti trasformo un rifiuto in strumento musicale a scuola …e ti organizzo un’orchestra ecosostenibile!

Suoniamo la città”, il progetto nelle scuole che trasforma i rifiuti in strumenti musicali 

In otto mesi di attività, 80 studenti dell’Istituto Comprensivo Francesco Di Capua di Castellammare di Stabia, insieme alla supervisione di maestri e musicisti, hanno dato vita a un’orchestra completamente ecosostenibile

Un percorso di formazione artistica, ma anche di educazione civica, grazie al quale i ragazzi si avvicinano al magico mondo della musica imparando l’importanza del riuso.

È questa la filosofia del progetto “Suoniamo la città“, finanziato da MiBACT e di SIAE e realizzato nell’Istituto Comprensivo Francesco Di Capua di Castellammare di Stabia dai musicisti Elisabetta Ferraro e Maurizio Capone.

SUONIAMO LA CITTÀ

L’iniziativa consiste nel trasformare oggetti d’uso comune e rifiuti solidi urbani in strumenti musicali per arrivare alla costituzione di una vera e propria orchestra e alla messa in scena di una serie di spettacoli. Quest’ultimi, verranno realizzati e programmati, tra dicembre e maggio con la collaborazione del Comune di Castellammare di Stabia, dell’AGIS Campania e della eco rock band Bungt & Bangt.

STRUMENTI MUSICALI CON RIFIUTI

In questo modo barattoli, lattine, bidoni, elastici, materiale elettrico e ferroso, tornano ad essere utili e si trasformano in tamburi e fiati da poter suonare tutti insieme. Nel progetto sono stati coinvolti ben 80 ragazzi che per otto mesi si sono dati da fare sotto la supervisione dei musicisti-docenti Rosario Minetti, Antonio Del Prete, Lucio Miele. Tutti gli strumenti materiali, costruiti dai ragazzi, saranno oggetto di una particolare “Mostra sonora di strumenti musicali” allestita negli spazi dell’I.C. Francesco Di Capua.

MUSICA NELLE SCUOLE

Il progetto – sottolineano all’Ansa i promotori – nasce dall’idea di proporre un percorso che avvicini i nostri ragazzi alla musica attraverso le reinvenzione di oggetti che, non solo non sono stati costruiti per suonare, ma che addirittura sono stati scartati, buttati”.

Il progetto prevede, inoltre, un ciclo di incontri sul tema della “Tutela dell’ambiente e corretta gestione dei rifiuti” a cura dell’Assessorato all’ambiente del Comune di Castellammare di Stabia. E visite guidate al Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli oltre che un incontro riservato con un maestro Liutaio dell’antica scuola napoletana.

La foto sono tratte dalla pagina Facebook Suoniamo la città – I.C. Di Capua, Castellammare di Stabia

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* La buona notizia del venerdì: Barattare dei giocattoli “Ce l’ho ce l’ho mi manca” per sensibilizzare i bambini al concetto di riuso, condivisione e generosità verso chi non ha.

 

 

Promuovere tra i bambini un pensiero etico, nel quale il baratto di giocattoli possa riflettere nuove pratiche di sostenibilità e di solidarietà verso chi è meno fortunato.  

È questo l’obiettivo della sesta edizione della manifestazione “Ce l’ho ce l’ho mi manca”, prevista domenica 1 dicembre 2019, dalle ore 10:00 alle ore 19:00 negli spazi del terzo piano di Eataly a Roma (in Piazzale 12 Ottobre 1492, a pochi passi dalla Piramide Cestia).

Una giornata gratuita, organizzata dal magazine online Family Welcome, per sensibilizzare i più piccoli e le loro famiglie al “non spreco” ed alla riduzione dei rifiuti, attraverso il riuso a fini solidali dei giocattoli non più utilizzati.  

Un evento dove il consumismo lascia per una volta il passo alla generosità dimostrando che così a vincere siamo un po’ tutti. 

Promuovendo la buona pratica del riuso si allunga la vita dei giocattoli che non diventano né rifiuti da smaltire né oggetto di ulteriore consumo di risorse naturali.

Si può così aiutare l’ambiente e i bambini in difficoltà destinatari delle donazioni dei giocattoli non scambiati: i minori migranti, in fuga da guerra e povertà o quelli che vivono in condizioni di disagio socio-economico nei quartieri più svantaggiati delle grandi città.

Le centinaia e centinaia di giochi scambiati e donati e le migliaia di famiglie romane che hanno preso parte alle prime cinque edizioni sono la dimostrazione che il “ “Ce l’ho ce l’ho mi manca” è un momento che va ben oltre al giocattolo in sé.  

Rappresenta una situazione ludica di crescita e di consapevolezza rivolto soprattutto ai bambini, impegnati in prima persona, a ragionare in modo critico su questioni sociali di grande importanza.

Lo scambio dei giochi, tra i più piccini, costituisce infatti un insegnamento verso il consumo eticamente sostenibile. Così come la donazione, rivolta ai più grandi, promuove il senso di solidarietà verso i coetanei che si trovano in difficoltà. 

La scoperta che donare può essere più bello di ricevere che nel farlo si può anche tutelare l’ambiente è il messaggio che ci si può portare a casa.  

Le buone regole del baratto

Ad accogliere bambini e famiglie all’ingresso della manifestazione,  ci saranno i volontari di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

Poi i Clowndottori  e Cantastorie dell’Associazione no-profit di medici, La Banda Faclò, nata nel 2015  in seno alla Carovana dei Sorrisi per promuovere la terapia del sorriso, la forza della fantasia e la creatività come aiuto ai bambini malati e persone in situazione di disagio. 

A tutti questi professionisti del sorriso si consegnano i giocattoli ricevendo in cambio monete simboliche per un valore il più possibile equivalente al materiale che è stato messo a disposizione per il baratto. 

Con questi gettoni i bambini possono scegliere autonomamente altri giochi, “come nuovi”, all’interno dell’area dedicata al baratto.

Al termine, i giocattoli che non dovessero conoscere nuovi “proprietari” saranno donati ai Punti Luce e Spazi Mamme di Save the Children in Italia e all’Associazione La Banda Faclò, che li distribuirà in ospedali pediatrici e case famiglia.

Baratto, Family Friendly Market, Laboratori per bambini 

L’evento si articola in 3 aree tematiche:

1) BARATTO: uno spazio unicamente dedicato allo scambio dei giochi tra i bambini.

2) INTRATTENIMENTO: laboratori gratuiti didattici per bambini organizzati per temi e fasce d’età dai 3 ai 12 anni. 

L’argomento dei laboratori organizzati da Musement, la piattaforma digitale leader nella ricerca e nella prenotazione di tour e attrazioni in tutto il mondo, riguarda una serie di appuntamenti focalizzati sulle diverse città dove il portale offre imperdibili esperienze.

Occhi puntati su Londra e Parigi dove Musement è particolarmente attiva: i bambini possono cimentarsi nella costruzione di modellini del London Eye e della Torre Eiffel in cartone riciclato per vivere insieme il piacere di un’avventura.

Un momento di stimolo per i piccoli che si spera possa avere  in futuro risonanza nella loro quotidianità. Anche per questo ai bambini viene regalata una borraccia ecologica da utilizzare per i prossimi viaggi e le avventure alla scoperta del mondo.

Si legano al piacere della sperimentazione e della trasformazione, invece, i laboratori pensati da Treatwell,  la piattaforma di prenotazione online per i trattamenti di bellezza e benessere leader in Europa. Un’esperienza coinvolgente che vede i bambini come piccoli erboristi, impegnati  attorno a un tavolo con oli e pozioni, nella preparazione di  regali per le loro mamme: creme e scrub a base di ingredienti alimentari e completamente naturali. Contemporaneamente le mamme si concedono un momento di relax grazie alla manicure offerta dai saloni che fanno parte del network.

3) XMAS MARKET: area espositiva dedicata a prodotti e servizi a misura di famiglia con bambini.

https://www.italiachecambia.org/2019/11/baratto-giocattoli-promuovere-riuso-condivisione/?

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* Così faccio gli auguri a tutti, proprio a tutti!

Si parlava di te l’altra sera
si diceva che non canti più
quelle strofe di frontiera
belle come la tua gioventù
ma se il cuore ha un’ala spezzata
devi solo curarla perchè
non è ancora la fermata
altri viaggi aspettano te
dall’istinto che hai
di non cedere mai
è da questo lo sai
che riparte

il cammino

ognuno di noi
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare
anche se sembreranno più lunghe che mai
certe dure salite del cuore
c’è che ognuno di noi
può resistere sai
aggrappato ad un raggio di sole

e se la vita ci piega
quando prima ci esamina e poi
solo dopo ce la spiega
la lezione più dura per noi
ma ci insegna che ogni bufera
può strappare un bel fiore però
non l’intera primavera
non può raderla al suolo non può

dall’istinto che hai
di non cedere mai
è da questo lo sai
che riparte il cammino
ognuno di noi
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare
si comincia a morire nell’attimo in cui
cala il fuoco di ogni passione

ognuno di noi
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare
si comincia a morire nell’attimo in cui
cala il fuoco di ogni passione
ognuno di noi
ha il suo pezzo di strada da fare
segui il passo di un sogno che hai
chi lo sa dove può arrivare
chi lo sa
ognuno di noi
ha il suo pezzo di strada da fare
anche se sembreranno più lunghe che mai
certe dure salite del cuore
c’è che ognuno di noi
può resistere sai
aggrappato ad un raggio di sole
il sole sopra di noi




a volte semplici parole di una semplice canzone assumono significato

” il cammino” di Eros Ramazzotti

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* La buona notizia del venerdì:Le ciabatte Lego per non farti male se calpesti i mattoncini

Gialle e rosse, hanno una suola molto dura e il logo in bella vista

Anche i Lego, nel loro piccolo, sono pericolosi.

Tutti noi abbiamo calpestato almeno una volta un mattoncino e il risultato è piuttosto doloroso.

Per non parlare poi delle minifig, gli omini, la cui manina è un’insidia per chiunque.

Visto che non c’è rimedio alla disattenzione, ecco che un’agenzia pubblicitaria ha creato le ciabatte anti-Lego, morbide calzature da indossare quando si è in casa, con una suola bella dura che terrà lontani dai piedi mattoncini e pezzetti di ogni tipo.

Rosse e gialle come si conviene al marchio danese!

Cos’hanno di speciale?

Le ciabatte sono dotate di una particolare imbottitura che evita il fastidioso contatto coi mattoncini.

In tutto ne sono state prodotte circa 1500 paia e a quanto pare fanno egregiamente il loro lavoro.

Le scarpe sono state assegnate durante lo scorso periodo natalizio e chi le ha provate ha assicurato che il dolore finora patito non si avvertiva più.

Di certo, è sempre meglio evitare di passeggiare sui mattoncini per evitare scivoloni ma almeno una parte del problema sembra risolta.

Ci sono voluti però solo 66 anni affinché Lego arrivasse a questa soluzione.

E si possono acquistare con Amazon!

…a volte piccoli gesti migliorano la vita e l’umore!

 

https://www.wired.it/gadget/accessori/2015/11/18/ciabatte-lego/?refresh_ce=

* Lego stop plastica

https://www.teleambiente.it/lego_stop_plastica_mattonicini_bioplastica_canapa/?fbclid=IwAR2StjN7uxUR-3FbSfn-XU3GCaRtrn65uZTgXBmkHhDmt2MsuC3tL-tWu9c

  • Protagonisti di “Friends” in Lego

https://www.facebook.com/A.different.type.of.Art/posts/2544713192234121

?fbclid=IwAR1vvafEMrS7cyJEPZxl06xxNdOksuUcOmtvUko-_r2aRlOAH9pRoAnbl3E

  • Titanic in Lego

https://curiosandosimpara.com/2019/07/22/un-ragazzino-autistico-costruisce-la-piu-grande-replica-del-titanic-usando-solo-i-mattoncini-lego/?fbclid=IwAR1vvafEMrS7cyJEPZxl06xxNdOksuUcOmtvUko-_r2aRlOAH9pRoAnbl3E

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* La buona notizia del venerdì : Ikea lo fa già, fallo anche tu e crea aiuti per gli animali!

I vecchi mobili Ikea diventano rifugi per animali selvatici

 

Probabilmente ognuno di noi, in casa, ha un oggetto o un mobile comprato da Ikea. Il colosso svedese, produttore di arredamenti venduti in kit da montare è una delle aziende più gettonate quando si deve arredare senza spendere troppo.

Cosa succede, però, quando i mobili Ikea diventano vecchi, vanno sostituiti o rimangono in magazzino? Possono trovare una nuova collocazione e quindi avere una “nuova vita”? Da queste domande è partita l’idea alla base di un originale progetto ideato da uno studio di design londinese. E il risultato è positivo e sorprendente-

 

L’occasione per mettere in piedi “Wild homes for Wildlife” è stata quella dell’apertura di un nuovo punto vendita Ikea nella zona di Greenwich, a Londra. Come suggerisce il nome, la multinazionale svedese, in collaborazione con lo studio Mother, ha dato modo agli artisti e ai designer di esprimere la loro creatività per produrre oggetti utili, ecologici e amici degli animali.

Si tratta di casette per uccelli, api, pipistrelli e altri insetti che vivono nel Sutcliffe Park, una zona verde non lontana dal celebre Osservatorio di Greenwich dove passa il meridiano “zero”.

La particolarità di queste colorate e originali opere d’arte è che sono realizzate interamente con materiali di scarto, vecchi mobili Ikea in disuso e fondi di magazzino ormai ritenuti “inutili”.


Inutili però non sono, visto che, tramite questa lodevole pratica di riciclo anti-sprechi, sono letteralmente rinati per dare riparo agli animali selvatici. Specie durante i mesi più freddi, ciò è sicuramente un grande aiuto per la fauna, che può contare su un posto sicuro dove tornare, dormire e ripararsi.

“Wild homes for wildlife” non è una semplice trovata pubblicitaria.

Con questo pretesto, Ikea è andata oltre, promuovendo una sana cultura di riuso utile e intelligente contro qualunque tipo di spreco. Le casette, poi, sono anche belle a vedersi, visto che sono il prodotto di abili menti (e mani) artistiche che hanno partecipato al progetto.

Da un “villaggio per api” fatto con un tavolino a delle classiche casette per uccelli, passando per un “uovo per insetti” proveniente da alcune sedie: gli animali non potranno che essere felici delle loro “nuove” sistemazioni! 

fonte:

https://www.curioctopus.it/read/22732/i-vecchi-mobili-ikea-diventano-rifugi-per-animali-selvatici:-l-idea-anti-spreco-di-uno-studio-di-design?fbclid=IwAR1twfFp2uMD9Ro6nMKs-1qFys48KegPsGrHnmf6W2LrdlVCfg1e0o1gCqg

 

 

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* La buona notizia del venerdì: Anche le nonne possono diventare street artists! Succede a Lisbona !

Lata 65, l’associazione che insegna alle nonne a fare i graffiti sui muri come i street writers

Sotto la sapiente guida di Lara Seixo Rodriguez, un gruppo di arzille signore over 70 ha imparato a fare graffiti come fanno i veri writer, per abbellire le vie del Portogallo


A Lisbona, in Portogallo, c’è una gang di nonne writer che contrasta il degrado urbano, colorando i muri della città.

Il merito è di Lata 65, un progetto che mira a avvicinare gli anziani ad una forma di espressione artistica, generalmente associata ai più giovani: fare i graffiti.

In questo modo l’associazione cerca di perseguire l’obiettivo di abbattere i pregiudizi verso la vecchiaia, che spesso albergano nei più giovani.

E allo stesso tempo creare un utile e divertente passatempo per tante pensionate che altrimenti rischiano di cadere nella trappola della solitudine. 


Nello specifico il workshop Lata 65, nato nel 2012, si propone di insegnare alle persone anziane le basi della Street Art.

Così, un gruppo di signore armate di spray sono scese in piazza in Portogallo per creare graffiti alle pareti e mostrare le loro capacità artistiche.

La “crew” ha mostrato tutte le sue potenzialità al lavoro con bombolette e mascherine protettive in Juncal do Campo (una parrocchia portoghese del distretto di Castelo Branco).

Ma non solo, con il tempo infatti si sono moltiplicate le zone cittadine dove hanno potuto dare libero sfogo alla loro creatività. 


Il workshop consiste in due fasi:

la prima è teorica e ruota attorno alla storia dell’arte urbana, approfondendo il contesto storico dei graffiti e le tecniche di realizzazione, come ad esempio lo stencil. 

La seconda, invece, è pratica e consiste nella realizzazione di stencil che poi vengono utilizzati dai partecipanti insieme alle varie tag per realizzare i graffiti sui muri. 

Lara Seixo Rodrigues, coordinatrice del progetto, ha dichiarato: “Lo scopo del workshop è quello di insegnare alle signore una nuova attività, abbastanza inusuale per loro età,e poter dar loro autostima e gioia”. 

E, a giudicare dal risultato, le signore sono proprio contente.

Leggi anche : Non ho l’età…

https://www.nonsprecare.it/lata-65-graffiti-lisbona-portogallo?fbclid=IwAR1ZsQqH-Sgsd2c-EVxYoPlKhLoVSaeCZBOKPFb8HJgFZs7G1LwPliOEN5M&refresh_cens

Dai pascoli sardi alle gallerie d’arte, la storia della novantunenne Bonaria Manca (foto)

https://www.nonsprecare.it/progetti-con-bambini-case-di-riposo-anziani?fbclid=IwAR2fUx5olS-lHriDd7AVa2NF6YqWqCFmmKUIbD_Ti_DdR68SsL361MxwfAw

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* Vi siete mai chiesti perchè preferite le matite gialle? Ecco la vera storia!

Molte matite, in Italia e nel mondo, sono gialle.

Lo sono per via di un’iniziativa imprenditoriale fatta alla fine del Diciannovesimo secolo da un’azienda ceca, che fu poi copiata da tanti concorrenti, al punto che – ancora oggi, più di cento anni dopo – il giallo continua a essere il colore di tantissime matite che si trovano sul mercato.

La storia delle matite gialle inizia nel 1889 a Parigi, durante l’Esposizione universale, comprensibilmente più nota per l’inaugurazione della Torre Eiffel.

Come spiegano il sito Pencils.com e il professore Henry Petroski nel suo libro sulla storia delle matite, le matite esistevano da un paio di secoli prima della Torre Eiffel. Moltissime erano fatte con una grafite proveniente da Regno Unito che veniva inserita nel legno: di solito le matite venivano vendute grezze, color legno, ma se questo conteneva evidenti imperfezioni, venivano colorato all’esterno, in genere con colori scuri. Dal 1564, quando a Borrowdale, in Inghilterra, era stata scoperta la prima miniera di grafite, le cose non erano state particolarmente movimentate nel mondo delle matite. La principale novità aveva riguardato un metodo, sviluppato nel Diciottesimo secolo, che permetteva a qualcuno di fare matite mischiando argilla e grafite in polvere; niente novità, invece, per quanto riguardava la verniciatura del legno.

Verso la fine del Diciannovesimo secolo fu però scoperta in Siberia orientale una grande riserva di grafite, di qualità migliore rispetto a quella inglese, che tra l’altro andava esaurendosi. Tra chi puntò su quella nuova grafite siberiana c’era l’azienda ceca Hardtmuth, che per promuovere all’Esposizione universale le sue matite con una nuova grafite decise di cambiare anche l’aspetto esteriore del legno, verniciandolo di giallo.

Hardtmuth scelse il giallo perché era un colore che in Siberia, e ancor più Cina e in Oriente, era associato alla regalità e al lusso.

Per aggiungere un ulteriore tono di esoticità ed esclusività, Hardtmuth Pencil scelse per la sua nuova linea di matite il nome Koh-I-Noor: lo stesso nome di un famoso diamante. Le nuove matite gialle, con la grafite siberiana e il nome di un diamante furono un successo, al punto che l’azienda cambiò il suo nome in Koh-I-Noor Hardtmuth.

Le aziende concorrenti finirono quindi per seguire la strada aperta da Koh-I-Noor Hardtmuth, producendo a loro volta matite gialle e dai nomi orientali.

Per far capire quanto le matite gialle siano state associate alla qualità, il sito Artsy cita un esperimento in cui a un gruppo di persone vennero date matite gialle e verdi, identiche per quanto riguarda la grafite e diverse solo nel colore esterno del legno.

Le persone parlarono in genere bene delle matite gialle, lamentandosi invece della scarsa qualità di quelle verdi.

Ma di che cosa è fatto l’interno di una matita?

Per quanto riguarda la mina vera e propria essa è realizzata tramite impasti con differenti proporzioni di grafite ed argilla in funzione della durezza prescelta: maggiore è la percentuale di argilla maggiore è la durezza della mina.

La grafite utilizzata per realizzare le mine è un minerale molto diffuso in natura e si può trovare sotto forma di scaglie oppure in masse lamellari. I più importanti giacimenti si trovano in Germania (Boemia e Baviera) ma anche in Madagascar, Canada, Sri Lanka e Sibera. Per quanto riguarda l’Italia i maggiori giacimenti sono situati sotto il monte Amiata, nel monte Pisano e nelle Alpi Occidentali.

Le materie prime che compongono la grafite sono antracite e coke che vengono estratte e successivamente calcinate a 1000-1200 °C per eliminare le sostanze estranee.

L’argilla utilizzata nell’impasto (costituita da silicati di alluminio di natura cristallina) è sfruttata per le sue proprietà colloidali, per la capacità di assorbire grandi quantitativi d’acqua e per la possibilità di definire la durezza della mina regolandone la quantità.

 

.http://www.ufficio.eu/la-storia-della-matita-dove-nasce-e-come-e-fatta

https://www.artsy.net/article/artsy-editorial-little-known-reason-pencils-yellow

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* La buona notizia del venerdì: Indovina chi è lei? Il gioco da tavolo con le donne che hanno cambiato la storia

 

“Who’s she”, Indovina chi è lei. Il celebre gioco da tavolo che spopolava negli anni ’80 torna in chiave femminile.

Nelle caselline non ci sono personaggi inventati ma donne vere, straordinarie, che nella loro vita con impegno e coraggio hanno cambiato il mondo.

Da Frida a Malala, da Yoko Ono a Valentina Tereshkova, fino a Serena Williams.

Personalità che nel loro campo si sono distinte, diventando veri e propri esempi.

Il gioco, a caccia di fondi su KickStarter e già ampiamente finanziato, comprende 28 schede con dati biografici, fatti divertenti e aneddoti interessanti sulla storia della loro vita.

Molto bella anche la finitura.

Il tabellone contiene 28 splendidi ritratti in acquarello stampati direttamente su legno di betulla, naturale al tatto e protetto con olio di lino in modo da garantirne la durevolezza.

Come per il classico Indovina chi, anche in questo caso il gioco si svolge tra due giocatori, che devono sfidarsi cercando di scoprire l’identità del personaggio femminile nascosto.

Questa volta però le domande non riguarderanno l’aspetto fisico ma saranno del tipo: Ha vinto un Premio Nobel? Ha fatto una scoperta? Era una spia?

“Who’s She ha come protagoniste donne che hanno avuto il coraggio di distinguersi e che hanno corso dei rischi. I loro trionfi, le loro avventure, scoperte e invenzione ti ispireranno per sognare più in grande e per correre dei rischi!” si legge nella pagina dedicata al gioco. “Tutti noi abbiamo bisogno di imparare di più su queste donne ispiratrici! Il gioco è un’ottima fonte di ispirazione e divertimento per ragazzi, ragazze, bambini e adulti!”

Un gioiellino che potrebbe diventare anche un originale regalo di Natale. Per maggiori info clicca qui

 

https://www.greenme.it/vivere/sport-e-tempo-libero/29522-indovina-chi-e-lei?fbclid=IwAR0wpoD_Egx6SiOBT1pJbtt6lmQ3PLOw-9S9SN24tfV-4lhGot_BX2r6EHk

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https://lauracarpi.wordpress.com/2019/02/22/la-buona-notizia-del-venerdi-le-nuove-barbie-sono-icone-per-la-prossima-generazione/

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* Ma sì, il futuro sarà migliore!

il futuro sarà migliore

Prendimi per mano,
dimmi che cambiera’
che il treno si e’ fermato ma ripartira’
fammi giocare ancora sopra i campi se ce n’e’.
dimmi che mi terrai con te.
fammi vedere il mare prima che cambi il suo colore
dimmi che posso vederti pescare.


prendimi per mano,
dimmi che cambiera’
che si potra’ dormire col cuore in pace
dimmi che potro’giocare ancora
che posso continuare
a mettere briciole sul balcone


e faro’ come mi hai insegnato:
avro’ fiducia in quelli che verranno
e chi ha distrutto e chi ha rubato
sara’ lontano, sara’ disarmato


quando saro’ grande
lo so che cambiera’
avro’ un lavoro che mi piacera’
ed una casa che e’ sempre rivolta verso il sole
luce che mi fa bene al cuore
e sara’ piu’ bello anche il mio futuro amore


e faro’ come mi hai insegnato
combatti sempre chi ti porta via
la pace, l’aria e la speranza

vedrai il futuro sara’ migliore

Fabio Concato

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* Filastrocca dei figli del mondo

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FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO
—- Bruno Tognolini —-

Tu figlio di chi sei? Son figlio di due stelle
Nel cielo ce n’è tante ma le mie son le più belle

Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna
Non splendono mai insieme: cala l’altro e sorge una


Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio
Dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio


Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo
Ma così alto e forte che da lui io spicco il volo


Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale
Di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale


Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri
Di altri figli degli uomini, della terra e degli astri

da RIME RAMINGHE, Salani 2013

illustrazione Céline Veilhan