Categoria: Religione
L’Arcangelo Azrael di Plutone e dello Scorpione
Il noto sensitivo Edgar Cayce spiega che gli angeli sono molto attivi perché co-creatori col Creatore e, come tali, crearono gran parte dell’universo che vediamo. Quanti angeli furono creati? Secondo gli egizi, ogni stella nel cielo è la luce di un angelo, e ci sono più stelle nella parte dell’universo che è visibile dalla Terra che granelli di sabbia su tutte le spiagge e tutti i deserti della Terra!
Ognuno di noi è un angelo della moltitudine celeste!
Arcangelo Azrael
Azrael (“Colui che Dio aiuta”, talvolta chiamato anche Izra’il, Azra’il, Ashriel, Azriel, Azaril) è l’Arcangelo che governa su tutto ciò che è occulto e misterioso, è il Custode della Vita e della Morte ed il Guardiano delle Anime.
Nel Libro di Tobia (Bibbia) e nel Corano Azrael appare come la personificazione della Morte, nella teologia islamica è uno dei quattro Arcangeli principali (con Mikhail, Djibril ed Israfil).
Nella tradizione invece del primo periodo cristiano, divenne noto come Esdras, il profeta che porta lo spirito del Messia. Fu in questa storia del primo Cristianesimo che si sostenne che Azrael fosse asceso al cielo senza sperimentare la morte.È anche ricordato come ” Angelo della Legge “
Azrael è anche raffigurato come il più astuto e saggio degli arcangeli.
Una storia del Corano dice che Dio chiese ai quattro arcangeli Michele, Gabriele, Uriel ed Azrael di raccogliere sette manciate di terra dalla base dell’Albero della vita nel Giardino dell’Eden. Essi realizzarono che solo tre di loro avrebbero potuto presentarsi al Signore con due manciate, mentre l’ultimo avrebbe potuto prendere solo una manciata. Michele e Uriel immediatamente iniziarono a discutere su chi avrebbe dovuto portare due manciate, e chi avrebbe dovuto portarne solo una. Gabriel cercò di mediare tra i due, ma fu distratto anche lui dalla polemica in corso, consentendo così ad Azrael di prendere da solo le sette manciate di terra che mise successivamente in una borsa e che portò a Dio.
Azrael ( “Dio fortifica”) è uno dei capi degli Angeli Caduti.
Azrael insegnò agli uomini come fabbricare spade e scudi, e alle donne come abbellire le palpebre. Egli è “ il cavalcatore del serpente, seduttore degli uomini, alfiere di Satana, e rifiutò di chinare la testa davanti all’Adamo appena creato da Dio”.
Azrael è sempre stato una divinità ben nota gli antichi.
La sua funzione principale infatti fu (ma lo è tuttora e lo sarà in futuro) quella di accompagnare nell’aldilà le anime degli esseri umani.
Così l’Arcangelo fu noto agli egizi come Osiride, fu venerato come Anubi, il custode delle porte oscure del regno dei morti; Yama per gli Indù, Tanit per i fenici, ma anchePlutone, Ade, Caronte, il traghettatore delle anime dal mondo materiale a quello invisibile.
Azrael tiene il rotolo dove sono scritti i nomi di tutti gli esseri umani. Quando si avvicina il giorno della morte di una persona, una foglia col suo nome precipita dall’albero situato sotto il trono di Dio e dopo che quaranta giorni sono passati, Azrael separa l’anima dal corpo.
Ma Azrael è molto di più. Dalle sue mani nasce il “fiume Lete“, l’acqua che dà alla entità che lascia il corpo fisico l’oblio sulla vita appena trascorsa e le permette di riposare e riacquistare consapevolezza della sua natura divina.
Lui le apre le porte del Devachan, un luogo di serena beatitudine, in attesa di tornare a reincarnarsi con un compito nuovo, in un nuovo corpo e con una memoria libera di ricordi.
E’ dunque ad Azrael che fanno capo le legioni di “aiutatori invisibili” che si pongono accanto agli esseri umani in punto di morte, che ne guideranno con dolcezza i primi passi a comprendere la nuova realtà, ad allontanarsi dal corpo fisico ormai inutile ed incamminarsi verso la Luce.
Essi accorrono verso qualunque preghiera, detta in qualunque lingua, rivolta a qualunque altra divinità poichè le barriere di culto, di razza e di credo, esistono soltanto sulla Terra.
Azrael sviluppa negli esseri umani la capacità di sondare il mistero, la ricerca delle leggi inesplorate della natura.
E’ l’Arcangelo protettore degli occultisti, che anticamente si chiamavano Pizie, Sibille, Pitonesse e vivevano in appositi, veneratissimi luoghi di culto, e la loro vita aveva una dignità sacerdotale.
Sotto alla protezione di Azrael si trovano tutti i sacerdoti e le guide spirituali di ogni popolo e di religione, uomini con il compito speciale di guidare altri uomini verso il mistero della Divinità.
Azrael governa la sessualità e la morte-rinascita, le due tematiche sono infatti indissolubilmente legate: attraverso un atto sessuale nasciamo nel mondo fisico e mediante la padronanza dell’energia sessuale possiamo raggiungere l’immortalità.
Azrael domina la costellazione dello Scorpione, il suo giorno è il sabato , il colore il rosso-scuro e il nero.

Lo Scorpione è un segno di Acqua collegato all’ottava casa dello Zodiaco, cioè alle tematiche di vita e morte, di ciò che è nascosto, e alla sessualità.
Nell’astrologia molto antica, questo segno era rappresentato non dallo scorpione ma dal serpente
Il serpente cambia periodicamente la pelle e gli antichi lo consideravano immortale e capace di un costante rinnovamento.
Questo ciclo di crescere finchè la propria pelle è stretta, fare la muta e far crescere una nuova pelle, ripercorre tutta la vita dello Scorpione. Spesso la sua vita si divide in distinti capitoli, man mano che passa da un ciclo all’altro.
Tutto giunge alla distruzione finale ed egli ricostruisce e ricomincia da capo.
Nella mitologia antica il serpente è anche un simbolo della saggezza della terra stessa: eterna, antica, che conosce la vita segreta di tutte le cose. Esso striscia sul terreno e ode i segreti delle radici delle cose.
Nella tradizione biblica, il serpente è il Diavolo, il Padre della Menzogna, colui che tentò Eva nel giardino dell’Eden. E’ Lucifero l’angelo caduto. Come potete vedere, ha un doppio aspetto e lo potete considerare oscurità o luce, bene o male, perchè li contiene entrambi.
Gli individui dello Scorpione hanno un grande senso della giustizia . Non credono neanche un attimo porgere l’altra guancia. Restituiscono il ceffone perchè è l’unico modo per sopravvivere.
Per lo Scorpione, tutti gli esseri umani hanno dentro di sé i semi del bene e del male. Il male non è una cosa astratta, o l’errore di qualcun altro, è in ciascuno di noi.
Plutone governa il segno dello Scorpione, è il nono pianeta del sistema solare.
Nella mitologia greca era chiamato Hades (“occulto”, “invisibile”, tra l’altro spesso indossava un elmo che lo rendeva impercettibile alla vista), figlio di Crono (Saturno) e di Rea (Cibele).
Il suo dominio era quello degli Inferi, il mondo sotterraneo che riuniva insieme i dannati (nel Tartaro), ed i giusti (nei Campi Elisi).
Plutone poteva punire ma anche ricompensare, in pratica reggeva insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Plutone rappresenta il potere rigenerativo e la nostra capacità ai cambiamenti radicali e alla rinascita: cicli della morte e del divenire.
A volte i cambiamenti provocano un senso di perdita, di mancanza anche in senso fisico, come una morte di una parte di noi. Ma la morte è solo un mutamento di stato, di dimensione. Annuncia la rinascita. Questa è la spinta che annuncia il nuovo, e se la consideriamo una risorsa, il nuovo ci darà subito la visione di un futuro luminoso.
Il dono di Azrael ai nati sotto il suo segno, lo Scorpione, è il fascino; un magnetismo particolarissimo che nessun altro segno zodiacale possiede…
fonti.
http://www.iltempiodiastarte.com
(Giuditta Dembech) Tratto dal libro di Giuditta Dembech
Evelyn De’ Morgan “The Angel of Death” & “The Field of the Slain”(30 August 1855–2 May 1919)
L’ottavo mese del calendario lunare è il mese del Re Agrifoglio !
Mi piace scandire il tempo secondo il calendario lunare. E poi in questo ottavo mese c’è il mio compleanno! E poi solo la parola “agrifoglio” mi rinfresca! Penso all’atmosfera dicembrina, al vento pungente dell’inverno,ai profumi delle caldarroste, alle vibrazioni natalizie… e qui al mare al silenzio dei pesci che vanno in letargo ( forse?) A volte basta una parola …
“Ed ecco l’agrifoglio che è così generoso:
compiacere tutti è il suo intento
ad eccezione di lords e ladies, distaccati da tutto questo,
chiunque inveisca contro l’agrifoglio
d’un balzo sarà appeso su in alto. Alleluia.
Chiunque canti contro l’agrifoglio
Può piangere e torcersi le mani”
Secondo il calendario celtico, l’agrifoglio rappresenta l’ottavo mese dell’anno , Tinne (8 Luglio – 4 Agosto), che comprende la festa celtica di Lughnassadh (Lammas) celebrata il 1° agosto.
Nella tradizione, l’agrifoglio è conosciuto con molti nomi diversi, tra i quali ricordiamo: Hulver, Marruca, Albero degli Spiriti …
Il “Calendario degli Alberi”, usato presso i popoli celti, fissava una certa corrispondenza tra numerose serie di elementi: gli alberi, le lettere dell’alfabeto, i mesi lunari dell’anno, parti del corpo umano,metodi di guarigione e dei.
I sacerdoti celti, i Druidi, utilizzavano le piante anche per scopi magici e terapeutici e il ciclo di 13 alberi corrispondeva alle 13 energie arboree alle quali si associavano anche elementi divinatori che operavano come genii protettori cui rivolgersi in cerca di forza, fortuna o buoni consigli.
Ailm ( abete rosso)
Idho (tasso)
Queste due vocali aprivano e chiudevano l’anno lunare.
Le altre vocali erano adibite a simboleggiare i due equinozi e l’altro solstizio:
Onn, la ginestra, per l’equinozio di primavera,
Eadha, il pioppo bianco, per l’equinozio d’autunno
Ura, il brugo, per il solstizio d’estate.
Le prime tracce del Re agrifoglio risalgono al XII secolo.
Era la trasposizione dell’antica entità chiamata “ Uomo Verde. “.
Capace di donare la fertilità della foresta e delle piante alle donne e al bestiame, l’Uomo Verde è il consorte della Dea madre e si occupa della fioritura della primavera e dell’estate, del rigoglio della terra.
Il volto e i lineamenti dell’Uomo Verde sono formati da foglie e rampicanti.
Trae il vigore dalla terra stessa e rappresenta il ruolo maschile nell’unione sessuale,nella fertilità e nella fioritura della vita e del talento degli uomini. Rappresenta l’innocenza, il procedere senza difficoltà e il successo, soprattutto nell’intraprendere nuove attività.
Considerata dalla tradizione magica pianta di genere maschile perché collegata all’elemento fuoco e al pianeta Marte. Per questo motivo, se era portata addosso, la pianta avrebbe donato fortuna soprattutto agli uomini (il corrispondente femminile è l’Edera). Le si attribuivano protezione, sogni magici e il potere contro il fulmine.
Era considerata la pianta protettiva per eccellenza, capace di difendere e proteggere dai fulmini, dai veleni, dagli spiriti cattivi e dagli stregoni malvagi se veniva piantato intorno alla casa. Se invece si lanciava l’Agrifoglio contro una bestia feroce, questo aveva la facoltà di calmarla immediatamente, anche se l’animale non veniva colpito.
L’acqua di Agrifoglio (infuso o distillato) era spruzzata sui neonati in segno di protezione.
Una ballata medievale dell’Inghilterra, dove l’ agrifoglio è ancora il sempreverde più utilizzato a Natale, ne difende la tradizione: “Chi parla male dell’agrifoglio”, in un baleno verrà impiccato. Alleluia!”
L’origine dell’agrifoglio si ritrova anche in una leggenda dei paesi nordici nella quale si narra che quando Baldur, dio della luce e del sole, morì trafitto da una freccia, cadde proprio su un cespuglio di agrifoglio; allora suo padre, il dio Odino, decise di ricompensare la pianta che aveva ospitato il figlio al momento della morte trasformandola in sempreverde e riempendola di bacche rosse, in ricordo del sangue versato dal figlio.
Un antico rito magico per realizzare un desiderio, consisteva nel raccogliere, dopo la mezzanotte di un venerdì, nove foglie di Agrifoglio nel più completo silenzio, scegliendo una pianta non troppo spinosa. Si dovevano poi avvolgere le foglie in un panno bianco e annodare per nove volte le due estremità del panno. Infine, si riponeva questo sacchetto sotto il cuscino, e quello che si era pensato o desiderato si sarebbe avverato.
L’ agrifoglio rappresenta la sopravvivenza, la speranza, la rinascita.
E’ simbolo di protezione e forza vitale. Appeso sopra le porte impedisce l’ingresso di persone ed energie limitanti.
I nati sotto il segno dell’Agrifoglio hanno questo temperamento che riecheggia il sole: la vitalità, il potere, l’egocentrismo, ma anche la generosità. Nati per comandare, hanno carisma, volontà e autostima da vendere. In amore danno molto: eros, fedeltà e coinvolgimento, ma pretendono altrettanto. Impennate di orgoglio da controllare.
Parola chiave: eroismo
Fonti:
http://www.elfland.it
http://www.daltramontoallalba.it
http://www.inerboristeria.com
21 giugno : Solstizio d’Estate Festa del Sole…come ogni anno…dai tempi dei tempi…

– Oggi è il 21 giugno!…
– E allora? Andiamo in vacanza…
– E’ il solstizio d’estate, quando il sole si trova nel punto più alto del cielo. E’ il giorno più lungo dell’anno.
– E vai!, così potrò anche andare al mare dopo l’ufficio.
– E c’è anche un solstizio d’inverno. Ed è il giorno più corto.
– Ah! Beh! Allora ci si può sentire più tranquilli.
– E succede ogni anno. Dai tempi dei tempi sono i cicli della natura e della vita e dai tempi festeggiati in ogni luogo della terra.
– Davvero? Allora andiamo a festeggiare!
“Ardono i sementi, scricchiola il grano, insetti azzurri cercano ombra, toccano il fresco. E a sera salgono mille stelle fresche verso il cielo cupo. Son lucciole vagabonde. Crepita senza bruciare la notte d’estate”. (Pablo Neruda)
Solstizio deriva dal latino solstat, “il sole si ferma”.
Il fenomeno del “Sole che sosta” o del “Sole che fa i salti”, è sempre stato osservato e feste in questo periodo risalgono ai babilonesi.
In questo giorno si festeggia la forza del Sole.
E’ il giorno più lungo dell’anno.
Il Solstizio è il trionfo della Luce sulla terra , è una notte carica di energia vitale, è un passaggio che ci porta dal predominio Lunare a quello Solare che sarà celebrato con la festa del Raccolto (le nozze del Sole con la Luna).
La Dea che, nel suo aspetto di Fanciulla, ha incontrato il giovane Dio a Beltane, adesso è Madre, incinta, come la Terra gravida del prossimo raccolto. Lei è la Terra fertile, Lui è l’energia e il calore che la nutrono; da loro nascerà la Nuova Vita.
La wicca chiama il 21 giugno: Litha, in questo giorno la gente celebra la ricchezza della terra e ringrazia la Grande Madre con generose benedizioni.
Nell’antica Grecia i due solstizi erano chiamati “porte”: “Porta degli Uomini” il Solstizio d’Estate e “Porta degli Dei” il Solstizio invernale. Attraversando queste porte il Sole dava inizio alle due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale.
Con la fase ascendente si entrava nel mondo materiale della creazione, mentre attraverso la seconda fase, discendente, si entrava nel regno divino e soprannaturale.
I solstizi sono, quindi, un confine tra il mondo limitato degli umani e il mondo eterno degli Dei
Nella tradizione romana, il Custode delle porte era il dio Giano Bifronte che la tradizione cristiana ha mutato in San Giovanni.
Era festeggiato ai due Solstizi ed era rappresentato con due volti, uno barbuto e l’altro giovanile o femminile a secondo delle interpretazioni. Giano rappresenta l’iniziatore, colui che ruotando sulla sua terza faccia invisibile, cioè l’asse del mondo, conduce alle due Porte Solstiziali, quindi suo è il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all’altro.
Come Giovanni Battista purificando attraverso il battesimo dell’acqua dava agli esseri umani la possibilità di accedere al regno celeste eterno.
Nella notte del solstizio spesso si usava innalzare un’immagine o un simbolo di Giano all’ingresso principale della casa, per metterla sotto la protezione del dio.
Ed era proprio nella notte del 24 Giugno che le dianare (dominae nocturnae) della Societas Dianae (compagnia, corteo di Diana) erano solite svolgere la più importante riunione dell’anno sotto le fronde del famoso Noce di Benevento.
Il Solstizio d’Estate o Porta degli Uomini è un tempo di passaggio, che si colloca come confine che separa la crescita dal declino… Midsummer, mezza-estate, lo chiamano nei paesi anglosassoni, e Shakespeare nel suo “Sogno di una notte di Mezza Estate” ne ha raffigurato l’aspetto magico, dove sogno e realtà si fondono.
Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo, di sospensione e attesa, rende il Solstizio un momento propizio per i presagi e le pratiche divinatorie.
La magia d’amore e guarigione è specialmente adatta a questo momento dell’anno.
La notte di Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere) è quando i Druidi raccolgono e uniscono le loro piante magiche e le seccano per utilizzarle in inverno.
Da noi corrisponde alla magica notte di San Giovanni, in cui tradizionalmente si raccolgono:
l’erba di San Giovanni (Iperico) chiamato anche scacciadiavoli, considerato un antimalocchio;
il Vischio, il Sambuco, la Verbena, simbolo di pace e prosperità,
l’Artemisia detta anche assenzio volgare, consacrata a Diana,
il Ribes i cui frutti rossi proteggono dai malefici,
e si accendono i falò per celebrare e rinforzare i raggi del sole estivo.
Se invece si desiderano molti quattrini, a mezzanotte si dovrebbe cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa.
L’usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso compiendo danze cavalcando bastoni o manici di scopa.
“Ancora una volta quindi cammineremo scalze sui prati perché la rugiada della notte era considerata un farmaco potente di purificazione e raccoglieremo 24 spighe di grano che porteranno fortuna, una sorta di bagno nell’acqua odorosa di fiori di campo come camomilla, margherite, melissa o ginestre, perché in questa magica notte si possono trovare tesori nascosti e acque di lunga vita.“
Ed ora si apriranno ancora una volta le porte solstiziali,
ancora oggi, come nei secoli scorsi,
qualcuno apre ciò che nessuno può chiudere
e chiude ciò che nessuno può aprire.”
Siti consultati
http//ilcalderonemagico.it
http://digilander.iol.it/cortescontenti/feste2.htm#casmaranLitha
http://www.lollymagic.it/defaultx
html/qs_Eventi/id_6/Solstizio+d’estate+(Litha).html
L’albero della Rinascita e la Festa del Fuoco di Maggio!
“Il Cosmo è simboleggiato da un albero; la divinità si manifesta dendromorfa; la fecondità, l’opulenza, la fortuna, la salute – o, a uno stadio più elevato, l’immortalità, la giovinezza eterna- sono concentrate nelle erbe e negli alberi; la razza umana deriva da una specie vegetale; la vita umana si rifugia nelle forme vegetali quando è interrotta innanzi tempo con malizia; in breve, tutto quel che «è», tutto quanto è vivente e creatore, in uno stato di continua rigenerazione, si formula per simboli vegetali. Il Cosmo fu rappresentato in forma di Albero perché, come l’albero, si rigenera periodicamente. La primavera è una risurrezione della vita universale e di conseguenza della vita umana. Con quest’atto cosmico tutte le forze di creazione ritrovano il loro vigore iniziale; la vita è integralmente ricostituita, tutto comincia di nuovo; in breve, si ripete l’atto primordiale della creazione cosmica, perché ogni rigenerazione è una nuova nascita, un ritorno a quel tempo mitico in cui apparve per la prima volta la forma che si rigenera.”
(Micea Eliade,)
Avete mai provato ad appoggiarvi al tronco di un albero e sentirvi parte di una immensa orchestra che vibra all’unisono ? A me piace ! E’ per questo che seguo le celebrazioni dei cicli della natura e ogni volta mi immedesimo nei riti antichi.
E sono la Regina di Maggio incoronata di fiori, e sono una delle fanciulle che tengono un nastro verde nel girotondo dell’Albero di Maggio, e danzo ai bagliori della festa del Fuoco intonando canti propiziatori…E mi lascio cullare dal flusso dell’eterno divenire della spirale della Vita…
E
L’albero rappresenta dunque l’intera relazione dell’umano col divino, poiché si esprime in una ciclicità Vita – Morte – Vita.
La vita vegetale compie un ciclo che si ripete secondo i cicli delle energie cosmiche. Chioma e radici fungono da legami tra la Terra e il Cielo.
Anche l’essere umano ha le sue stagioni in ogni vita che seguono i cicli delle energie cosmiche. Nasce dalla Materia e tende allo Spirito
I riti arborei costellano i riti di Maggio, a cominciare dalla festa celtica di Beltane dove l’albero adornato era al centro del culto e delle danze.
In genere un albero veniva preso dal bosco e messo al centro del paese e il suo nome era Albero di Maggio o Maggio.
Era poi adornato di nastri e fiori, o gli venivano appese salsicce, dolci, uova e altri cibi.
Durante la festa ragazzi e ragazze danzavano intorno al Maggio, come nuove coppie pronte a propiziare nuovi matrimoni, nuove unioni.
Maggi venivano chiamati anche i ramoscelli offerti dai ragazzi alle fanciulle in pegno d’amore o portati in processione da gruppi che chiedevano cibi o dolciumi in cambio.
Altra caratteristica che si riallaccia ai più antichi culti della fertilità sono i matrimoni sacri. Il primo maggio si nominava nelle campagne la Regina di Maggio, la Regina dei Fiori,e spesso la coppia sacra, il Re e la Regina che aprivano la processione dei festeggiamenti insieme all’Albero di Maggio decorato.
La Regina di Maggio è “ la Grande Madre che regna sulla vegetazione e sugli animali.
Il rito del matrimonio sacro riporta alla memoria le antiche celebrazioni delle unioni tra il Dio e la Dea per rinnovare la vegetazione e l’annata produttiva.Ciò ci riporta ai culti dell’Europa Antica presenti nel Neolitico (7000 – 3000 a. C. circa) e ancora attivi nei secoli antecedenti la nascita di Cristo .
“I riti di fecondità delle dee vergini si manifestavano come ierogamia: la loro vita sessuale e affettiva era consacrata alla divinità. Queste nozze sacre si svolgevano in un tempio e dopo questi matrimoni, le fanciulle sostituivano la dea-madre nelle sue funzioni. La consumazione del matrimonio era l’atto religioso necessario alla propagazione delle specie animali, vegetali, umane. Celebrato nel santuario della dea era la ripetizione sulla terra dell’unione divina della dea che ogni anno sposava un amante per assicurare la vita ed il ritorno della vegetazione.“
Il nome di Bel anche come Beli e Bile , in gaelico significa «grande albero sacro» e nella tradizione popolare, proprio per l’occasione, si innalza il Palo di Maggio adornato da strisce di stoffa colorate. stoffa colorate.
In particolare, il Palo di Maggio, è il simbolo fallico che conficcato nella terra la feconda e la rende fertile. Un antico rito per propiziarsi un raccolto abbondante.
A volte si mette una ghirlanda rotonda di fiori in cima palo, oppure ci si danza intorno: in entrambi i casi il cerchio sta a rappresentare la parte femminile penetrata da quella maschile.
In molti luoghi queste feste resistono ancora come millenni fa: attorno al palo si danza, si canta e si accende il falò.

Una di queste è la bellissima manifestazione del “Beltane Fire” che ogni anno prende vita ad Edimburgo, in cima alla collina Calton Hill: centinaia di persone si scatenano nella rappresentazione con danze frenetiche, giochi di fuoco, ritmi tribali in un crescendo di eccitazione generale. Due simboli di questa festa sono le mucche e le api. Per gli antichi pagani la capacità di produrre che rivelavano le mucche in questo periodo dell’anno erano come un miracolo, e stessa cosa valeva per la creazione del miele da parte delle api.
Un’attività tradizionale è quella di legare dei nastri rossi ai cespugli di biancospino in modo da attirarsi amore, protezione e fortuna generica
Divinità: Bacco/Dioniso, Bastet, Diana/Artemide, Eros, Flora, Pan/Cernunnos, Venere/Afrodite e tutte le coppie divine: Inanna e Dumuzi, Belisama e Belenus, Giove e Giunone.
Flora: pino, rosmarino, biancospino, incenso, nocciolo, mandorlo, rose, limone, incenso, copale, calendula, lillà, campanula, margherite.
Minerali: quarzo rosa, corniola, zaffiro, lapislazzulo, smeraldo, rubino, rame.
Colori: rosso, rosa, bianco, giallo, verde.
Cibi tradizionali: insalate, torte salate, orzo, porridge, uova, carni rosse, cibi grigliati o piccanti e frutti rossi.
Felice rinascita!
Happy Beltane!
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Ogni anno al Solstizio d’inverno è la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. La fine dell’anno passato e l’inizio del nuovo.
Solstizio d’inverno: 21 dicembre
I cicli della natura e i riti per celebrarli mi hanno sempre affascinato. E dato che sono curiosa di trovare significati in ogni cosa mi documento. Da quando vivo al mare vedo l’orizzonte ed è facile seguire il viaggio del Sole avanti e indietro ( ovviamente è la Terra ) Mi emoziono ad ogni tramonto per il tripudio di colori sempre diversi e colmi di significato. Mi piace pensare che ogni sera mi manda un messaggio diretto al cuore .Perchè ovviamente questo è il linguaggio del Sole .Del resto non è forse per amore per la Terra che sta sempre allo stesso posto nell’Universo?
In termini astronomici, in questo periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima.
Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta.
Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.
Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.
Tre giorni dal 21 al 25 dicembre.
Tre giorni di buio apparente quindi occorrono perchè il Sole torni a mostrarsi visivamente a risplendere come fonte di ogni vita in cammino verso il nuovo ciclo dell’anno.
Ogni anno il Solstizio invernale appare come una fine e una rinascita. La fine dell’anno passato e l’inizio del nuovo. E questo è il ciclo della Vita.
Le genti dell’ antichitá si consideravano parte dei fenomeni della natura che ritenevano l’espressione nella vita terrestre dei grandi cicli del cosmo.
Al centro di questi cicli c’era l’astro che scandiva il ritmo della giornata, la “stella del mattino” che determinava i ritmi della fruttificazione e che condizionava tutta la vita dell’uomo. Temere che il sole non sorgesse più, vederlo perdere forza d’inverno riducendo sempre più il suo corso nel cielo, era un’esperienza che minacciava la vita di ogni regno di natura.
Così celebravano riti per assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano fuochi per sostenerne la forza e per incoraggiare la rinascita e la ripresa della sua marcia trionfale.
Questo avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica.
Esso, inoltre, ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell’Eneide).
Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (“rinascita del dio Sole”); i Germani, “Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”); i Finnici “July” (“tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”)”. (1)
Durante queste feste venivano accesi dei fuochi (usanza che si ritrova nella tradizione natalizia di bruciare il ceppo nel camino la notte della vigilia) che, con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al sole indebolito.
Spesso questi rituali avevano a che fare con la fertilità ed erano quindi legati alla riproduzione. Da qui l’usanza, nelle antiche celebrazioni, di danze e cerimoniali propiziatori dell’abbondanza e in alcuni casi, come negli antichi riti celtici e germanici, ma anche romani e greci, di accoppiamento durante le feste.
Presso i celti era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata dagli uomini con cui veniva acceso il fuoco, per poi festeggiare tutti insieme la luce intorno al fuoco.
Yule, o Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita.
Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea: all’alba la Grande Madre Terra dá alla luce il Sole Dio.
La Dea è la vita dentro la morte, perche’ anche se ora è regina del gelo e della oscuritá, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconda riportando calore e luce al suo regno.
I solstizi possono anche leggersi come portali energetici, passaggi dimensionali per nuovi cambiamenti : ”il portale degli uomini”, corrispondente al solstizio d’estate, mentre il solstizio d inverno e’ ” la porta verso il divino”.
Il Solstizio d’Inverno corrisponde alla presa di coscienza della propria spiritualità, come uscita nella luce. Un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della “caverna” e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intellegibile”.
La rinascita solare rappresenta il simbolo della rigenerazione cosmica, e il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che rinnova la sua nascita spirituale, verso una maggiore acquisizione della sua consapevolezza, nelle notti del solstizio d’inverno.
E’ il momento in cui, quando la notte ed il buio sembrano prevalere e sovrastarci, è necessario mantenere accesa la fiamma della Coscienza, che al mattino con la Luce ci spingerà a nuove e potenzianti scelte per realizzare i nostri obbiettivi.
Questa è l’opportunità che ogni anno si rinnova nei “ tre giorni di buio” del solstizio invernale.
”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.
Regina del Sole, Regina della Luna
Regina dei corni, Regina dei fuochi
Portaci il Figlio della Promessa.
E’ la Grande Madre che Lo crea
E’ il Signore della Vita che è nato di nuovo!
L’oscurità e la tristezza vengono messe da parte
quando il Sole si leva di nuovo!
Sole dorato, delle colline e dei campi,
illumina la Terra, illumina i cieli,
illumina le acque, accendi i fuochi!!
Questo è il compleanno del Sole,
io che son morto, oggi son di nuovo vivo.
Il Sole bambino, il Re nato in inverno!
(canto tradizionale tratto da “La danza a spirale” di Starhawk)
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Solstizio d’inverno ” Sol Invictus”
Arcangelo Michele: ognuno di noi ha il suo drago da affrontare !
” Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta”.(Libro di Daniele Cap.12)
Nelle tradizioni esoteriche come nelle religioni cristiana ed ebraica l’Arcangelo Michele (il cui nome vuole dire Mi-Kha-El:” chi è come Dio”), fin dai tempi antichissimi, ha un ruolo particolare nella lotta che si combatte e si combatterà a livello individuale e collettivo, fino alla fine dei tempi, contro le forze del male.
L’azione dell’Arcangelo Michele appare straordinaria nei testi sacri come nelle interpretazioni moderne.
In questa epoca, infatti, un compito particolare e grandioso è svolto dall’Arcangelo Michele secondo Peter Deunov e Omraam Mikhael Aïvanhov, due maestri spirituali del cristianesimo esoterico.
Dirà Aïvanhov :
” Le forze presiedute dall’Arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male.
Solo l’Arcangelo Michele è in grado di vincere questa forma pensiero manifesta.Con l’aiuto del suo esercito, realizzerà ciò che da secoli le moltitudini implorano dal Creatore. Ecco perchè dobbiamo collegarci all’Arcangelo Michele, chiedergli la sua protezione e la possibilità di operare con lui per accrescere la sua vittoria. La luce trionferà sulle tenebre: è stato predetto e così sarà.
Perchè non partecipare a quell’evento? I figli di Dio che saranno iscritti nel numero di coloro che avranno partecipato al combattimento dell’Arcangelo Michele, il Genio del Sole, questa potenza di Dio tra le più luminose, riceveranno il bacio dell’Angelo del fuoco. Tale bacio non li brucerà ma li illuminerà (op.citate).
Anche Rudolf Steiner si sofferma sul nuovo ciclo spirituale, sulla nuova era micaelica, e cioè sulla missione di Michele affermando che in questo ciclo spetta a Michele mostrare concretamente all’uomo la via per raggiungere il Cristo:
“ Nell’immagine del “combattimento di Michele col drago” viveva una forte coscienza del fatto che l’uomo, in virtù delle proprie forze, deve dare all’anima una direzione di vita che la natura non le può dare. L’odierna disposizione dell’anima è portata a diffidare di una simile coscienza, temendo di venire, a causa sua, estraniata dalla natura. Essa vorrebbe godere della natura nella sua bellezza, nella sua vita pullulante e rigogliosa, e non farsi privare di questo godimento dalla rappresentazione di una “caduta della natura dallo spirito”. Vorrebbe anche nella conoscenza lasciar parlare la natura e non perdersi nel fantastico con l’accordare ad uno spirito, che si elevi al di sopra della natura, una voce nell’aspirazione alla verità.”
“I veri pensatori sono coloro che servono Michele che essi considerano come il reggitore del pensiero cosmico. Michele infatti libera i pensieri dal giogo del cervello e gli apre il mondo del cuore…In lui l’immagine del mondo diviene rivelazione piena di saggezza che svela l’intelletto del mondo quale divina azione universale. In questa azione universale, vive la sollecitudine del Cristo per l’umanità; mediante la rivelazione universale di Michele, tale sollecitudine può così rivelarsi al cuore degli uomini”.
Doreen Virtue, psicoterapeuta, lavora in stretto contatto con il reame angelico attraverso la Angel Therapy. Chiaroveggente fin dalla nascita, insegna ai suoi pazienti a guarire la propria vita attraverso il contatto con gli angeli e il paradiso.
Nei messaggi ricevuti da Doreen Virtue, l’Arcangelo Michele invita a purificarci ed a trovare il nucleo divino che è in tutti noi. Le energie sono molto intense sul Pianeta in questo momento e le persone con una spiccata sensibilità che vogliono lavorare per la luce e l’amore devono prendersi cura di se stesse e dei propri corpi, essere punti di riferimento e di esempio.
Paola Giovetti, studiosa di tematiche esoteriche e spirituali, giornalista e scrittrice, redattrice della più antica rivista di parapsicologia, Luci ed ombre, ha compiuto una vasta ricerca da cui ha tratto il libro Le vie dell’arcangelo. Dalle ricchissime tradizioni relative all’ Arcangelo Michele appare chiaro il suo ruolo di vincitore del male, accompagnatore delle anime nell’ aldilà e di angelo terapeuta.
Anche i testi sacri dell’India contengono indicazioni significative sull’epoca nella quale viviamo denominata “Kali yuga” ovvero età del ferro, per evidenziare che in questa epoca l’umanità ha raggiunto un punto pericoloso di allontanamento dal Cielo, dalla spiritualità, dal proprio Sé superiore; secondo questi testi sacri dopo l’età del ferro, si sarebbe realizzata una nuova età dell’oro grazie all’intervento di un grande essere che dovrà discendere sulla terra aiutato da altri discepoli (Kalki avatar).
Ognuno di noi ha il suo drago da abbattere.
“Cosa c’è che non mi soddisfa, che non mi fa procedere nella direzione che vorrei dare alla mia esistenza?”
Male è ciò che limita la creazione del Bene per me e per gli altri . Male sono gli ostacoli che con le mie convinzioni negative ho creato sul mio cammino verso la Luce.
La vittoria su noi stessi è il momento centrale del “ processo di individuazione” di cui parla Carl Gustav Yung.
E’ il momento di cambiare, di trovare la forza, il coraggio, la volontà e contribuire alla creazione di quel mondo nuovo che Michele auspica attraverso il simbolo del mappamondo, che vediamo nelle sue immagini. Ricordiamoci che le azioni che noi poniamo in atto sulla terra siano in sintonia con il cielo.
Quando scopriamo il tesoro che dentro di noi, allora noi voleremo liberi lasciando il vecchio per continuare come uomini nuovi, come co-creatori della manifestazione, in sintonia con il cosmo e le sue leggi.
La festa di Michele è dunque la festa della nostra resurrezione interiore.
Prestami la tua spada
affinché io sia armato
per vincere in me il Drago.
Riempimi della tua forza
affinché io sgomini gli Spiriti
che vogliono paralizzarmi.
Agisci entro di me
perché splenda la luce del mio Io
così ch’io possa compiere gesta
degne di te, Michael!
( Rudolf Steiner)
Fonti :
Ai tempi dell’inquisizione tra streghe e martiri, anche San Guinefort, il santo cane
Oggi è la giornata internazionale del cane
… e non può non mancare una storia curiosa che riguarda i nostri amici animali…proprio amici e compagni di allegria che un cucciolo pelosetto e vivacissimo me lo ricorda ogni giorno… anzi ogni ora… e si sa il tempo per lui è solo una convenzione umana… quindi è sempre tempo di giocare !
Ed è curioso che la storia sia stata tramandata proprio dalla relazione dell’ inquisitore che nel 1520 cercò di cancellarla, il domenicano Etienne de Bourbon. Egli scoprì, ricevendo le confessioni di molte pie donne della regione di Lione, ch’ esse portavano offerte sulla tomba di un cane affinché questi proteggesse i loro bambini.
Cominciò ad investigare ed ecco cosa scoprì
Nel XIII secolo il Signore di Villars (Francia del sud) rientrando dalla caccia aveva trovato una scena raccapricciante: la culla vuota, suo figlio scomparso, schizzi di sangue ovunque e soprattutto sulle zanne del suo levriero, Guinefort.
Pensando che il cane avesse sbranato il bimbo in fasce, folle di dolore egli sguainò la spada e lo uccise.
Ma mentre il cane esalava l’ultimo guaito ecco il vagito del piccolo, finito sotto il letto e con addosso una vipera morta. Allora capì: il cane aveva strenuamente difeso il bambino uccidendo il serpente, e nella lotta la culla si era rovesciata. Pentito, il castellano seppellì con onore in un bosco il cane fedele, sotto un cespuglio che poi segnò con delle pietre.
La storia si riseppe e la gente impietosita prese a rendergli omaggio ed a pregare per lui.
Presto gli vennero attribuite guarigioni miracolose, e chi aveva un bambino malato deponeva un ex voto sul suo sepolcro. Era nato il culto di San Guinefort.
Così l’inquisitore, alcuni secoli dopo:
《Noi ci siamo recati in questo paese, abbiamo convocato la popolazione e abbiamo predicato contro questo culto. Noi abbiamo fatto esumare il cane morto, abbattere il bosco sacro e fatti bruciare gli alberi assieme alle ossa del cane》.
Infine interdì l’accesso al sito, sotto pena della requisizione d’ogni proprietà. Ma il culto sopravvisse.
Si continuò ad invocare san Guinefort ma, per evitare problemi con l’inquisizione, lo si fece umano grazie all’ omonimia con un altro santo, originario questo della Scozia, martirizzato a Milano e sepolto a Pavia.
L’ultima condanna della Chiesa é degli anni ’30 del secolo scorso, il che vuol dire che, ancora nel 1930, qualcuno invocava il santo cane
(In foto dal web: illustrazione contemporanea di Guinefort, opera di Lisinka)
Fonte:
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=3390501891010582&id=1379532628774195






































