Hai mai provato l’emozione di scoprire un germoglio di un seme che hai protetto nell’inverno? Pronto a lanciarsi nella nuova avventura di vita! E ti sembra di percepire la forza prorompente che lo spinge… si lancia verso la sua futura forma…sempre diversa ma con la stesso proposito, essere e splendere nella luce…entusiasta di ciò che verrà…
Ho percepito la forza dentro di me…il mio cuore che ha custodito il desiderio di come voglio essere nel futuro …la certezza che sarò e splenderò nella Luce…curiosa ed entusiasta di ciò che verrà…
Del resto è questa l’Aria che tira ora e tutto l’universo si arrende con gioia da sempre e per sempre!
L’antica tradizione dei “Giorni della Merla,” è un periodo che, secondo la saggezza popolare, dovrebbe segnare i tre giorni più rigidi dell’intero anno: il 29, 30 e 31 gennaio.
Una leggenda, la più nota, narra che tanti anni fa una merla si vantava del suo piumaggio soffice e bianco come la neve.
Mentre Gennaio regalava temperature primaverili, la merla lo derideva per il fatto che l’inverno stesse finendo senza che ci fosse stato il grande gelo. Allora Gennaio si arrabbiò e decise di far arrivare un’ondata di gelo per gli ultimi giorni di gennaio prendendone in prestito uno da febbraio. Perchè allora Gennaio era di 28 giorni! Arrivò improvvisamente il gran freddo, e la merla bianca non poté far altro che rifugiarsi in un camino acceso.
Dopo i tre fatidici giorni, uscì dal camino sporca di cenere e il suo piumaggio bianco divenne inevitabilmente nero.
Altre leggende narrano che la merla non era sola ma con i suoi piccoli per proteggerli, così anch’essi diventati neri per sempre dopo il soggiorno tra la fuliggine del camino accogliente e caldo !
Un ‘altra poco nota riguarda il fatto che per far passare un cannone oltre il Po chiamato “la Merla”, si è aspettò che il fiume fosse ghiacciato proprio negli ultimi giorni di gennaio!
Un ‘altra ancora riporta di “una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato”.
Non si può non notare i riferimenti simbolici dell’avvicendarsi delle stagioni nel mutare del colore della merla.
Dal freddo inverno rappresentato dal bianco, come la neve che nasconde tutto cosa c’è sotto, si passa al tempo della terra nera fertile, pronta ad accogliere la primavera.
Ma è questo avviene solo dopo essere stati nel camino e al caldo dove è stato possibile seminare e custodire i germogli che cresceranno quando la Luce annuncerà la primavera e la rinascita.
Secondo i tempi della Natura, da sempre e per sempre.
La Natura sa quando è il momento.
In effetti non ti senti ancora nelle avvolgenti pieghe di una calda, morbida coperta, magari bianca come neve, mettendo a punto i propositi per il futuro? Aspetti di uscire allo scoperto quando sentirai il primo cinguettio dell’uccellino che ogni mattina vedi sul balcone?
Io possiedo la saggezza dei secoli. Io detengo la chiave dei misteri della vita. Getto i miei semi nel suolo fertile. E li nutro con costanza ed impegno. Il mio obbiettivo è stabilito. Il mio sguardo non muta. Inarrendevole, inesorabile e profondo Io avanzo con andatura costante Sulla solida terra. Io sono il Serpente
Coraggiosi e terrificanti, i serpenti emergono come epifanie dalla terra , da un mucchio di foglie, dalle rocce, dalle acque scure del fiume o dal profondo della psiche. Il regno dei morti abitato dai serpenti è dunque il terreno fecondo dal quale emerge la nuova vita, un luogo di guarigione, iniziazione e rivelazione, dominato dall’antica Grande Dea. Il serpente è la forma teriomorfa di molti dei tra i quali Zeus, Apollo, Persefone, Ade, Iside, Kalì e Shiva. Nelle tradizioni tantriche dell’India, l’energia cosmica femminile della Kundalini giace addormentata come un serpente attorcigliato alla base della colonna vertebrale . Risvegliato durante la meditazione yogica, il serpente Shakti sale lungo il corpo sottile, le due correnti nervose ai lati della spina dorsale, passa attraverso i centri dell’energia, i chakra, fino ad unirsi con Shiva al vertice in uno stato di estasi e trascendenza.
Secondo l’astrologia cinese dal 29 gennaio 2025 entriamo nell’anno del Serpente di Legno. Il ciclo zodiacale del calendario cinese è costituito da un ciclo che si ripete ogni 12 anni, ciascuno dei quali è dedicato ad un animale.
Gli anni del Serpente: 1893 -1905 – 1917 – 1929 – 1941 – 1953 – 1965 – 1977 – 1989 – 2001 – 2013 – 2025
Il serpente è un simbolo positivo: indica infatti saggezza, introspezione ed evoluzione.
Proprio come l’animale stesso che evolve cambiando pelle, allo stesso modo gli anni del serpente di legno portano a cambiamenti in positivo, per questo è anche simbolo di rinascita e buona sorte, e trasformazione. È associato con il drago, affermazione della vita; infatti si suppone si tratti del prototipo della creazione mitica.
In alcuni luoghi il serpente simboleggia anche la ricchezza, per questo alcune persone tengono un pezzo di pelle di serpente nel portafoglio, oppure usano portafogli fatti con questo materiale, nella convinzione che porti fortuna.
L’elemento Legno affiancato dal suo elemento complementare, il Fuoco positivo, lo renderà molto stimolante.
Il legno indica vitalità e crescita è simbolo della natura e di armonia e di rinascita.
Tutto questo indica quindi che il 2025 sarà un anno particolarmente positivo per tutti coloro che vogliono intraprendere nuovi progetti personali, evolvere o anche semplicemente “cambiare pelle”.
Ma la particolarità del 2025 sarà anche un’altra: la combinazione tra un animale e un elemento naturale, che accade ogni 60 anni e che dona grande energia e particolari caratteristiche a questo 2025.
Infatti i 12 animali che costituiscono la ruota dello zodiaco cinese, come i 12 segni zodiacali del nostro, compiono un ciclo di 12 anni ciascuno. Ogni animale, come ogni segno, rappresenta l’archetipo e le energie che influenzano l’anno e le persone nate in quello stesso anno. E, poichè tutto ciò che è manifesto è strettamente interconnesso, gli animali sono collegati alla natura e ai suoi cinque elementi, legno, fuoco, terra, metallo e acqua. La combinazione tra l’animale e l’elemento aggiunge altre caratteristiche all’archetipo dell’anno stesso e alle energie disponibili.
L’anno del Serpente del Legno sarà un anno di evoluzioni e di cambiamenti purchè ponderati accuratamente. Una caratteristica che aprirà a più punti di vista e al confronto collaborativo.
Questo è l’anno per costruire rapporti forti e profondi, a tutti i livelli e basati sui principi universali.
Saranno incentivate tutte le arti dalla Musica al Teatro, all’Espressione artistica e tutto ciò che crea bellezza non solo nella natura.
.
I colori fortunati per l’anno includono il verde, il marrone e il blu tenue.
Questi colori rappresentano l’elemento Legno e promuovono la calma, la crescita e l’armonia. Puoi usare questi colori nel tuo arredamento, abbigliamento o oggetti personali per attirare energia positiva.
Nell’Anno del Serpente, previlegia simboli che si allineano con le qualità del Serpente per aggiungere positività ed equilibrio nella tua vita.
Ad esempio, una tartaruga, che simboleggia la longevità e la protezione, può servire come potente promemoria di forza e stabilità durature.
Allo stesso modo, l’aggiunta di una pianta di bambù alla tua casa o al tuo ufficio riflette la resilienza e l’adattabilità, qualità profondamente associate al serpente e alla sua capacità di prosperare in qualsiasi ambiente.
L’origine dell’oroscopo cinese risale a leggende e tradizioni popolari che si sono tramandate nel corso dei secoli.La storia più conosciuta narra che l’Imperatore di Giada, una divinità del cielo, indisse una gara tra gli animali per stabilire l’ordine dei segni zodiacali.
Dodici animali risposero alla chiamata: il topo il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale. Ogni animale arrivò al traguardo in ordine diverso, determinando così la sequenza dei segni. Questa tradizione si consolidò come un modo per attribuire caratteristiche specifiche a ogni anno e per aiutare le persone a comprendere meglio sé stesse e il mondo che le circonda. Gli animali non sono stati scelti a caso: ognuno di essi rappresenta qualità e virtù che riflettono aspetti della personalità umana e delle sfide della vita. Ad esempio, il Serpente incarna la saggezza e l’intuito, qualità apprezzate da sempre nella cultura cinese.
L’essere umano è famoso per inventare cose del tutto arbitrarie e poi comportarsi come se esistessero davvero.
Il tempo è una di queste cose. Ma l’anno non esiste, o meglio esistono tanti anni a seconda di cosa decidiamo che sia esattamente una rivoluzione terrestre.
C’è l’anno siderale, l’anno solare, l’anno tropico e chi più ne ha più ne metta. Tanto poi arrotondiamo tutto a 365 giorni e ogni tanto aggiungiamo il 29 febbraio per far tornare i conti .
Nemmeno 365 giorni è un numero scritto nella pietra. Quando la Terra è nata, il “giorno” durava tre ore e mezza. Mentre i dinosauri facevano le loro cose da dinosauri il sole tornava sui suoi passi ogni 23 ore e mezza. Rallentiamo di 2 millisecondi ogni secolo, per via delle maree.
Come ogni anno, nel 2021 abbiamo percorso 1,6 milioni di km ruotando attorno all’asse terrestre, 940 milioni di km attorno alla nostra stella e siamo sfrecciati per ben 7,2 MILIARDI di km nella Via Lattea.
Sì, perché come la Terra gira intorno al Sole, anche il Sole orbita attorno al centro della nostra galassia. Ci mette circa 230 milioni di anni: si chiama “anno galattico”
.Se misurassimo il tempo in anni galattici, l’universo sarebbe un signore di 60 anni, il Sole un bellimbusto ventiduenne e la Terra una bellissima ragazza di vent’anni. La vita sulla Terra è comparsa 15 anni fa, i primi animali un anno e mezzo fa. I dinosauri si sono estinti poco più di tre mesi fa e noi Homo sapiens siamo in giro da appena sette ore e mezza. La vita di ciascuno di noi dura non più di una dozzina di secondi galattici. Per quel signore di 60 anni dureremmo quanto la sigla di un telegiornale e 7 volte al secondo festeggiamo l’ennesima rivoluzione del nostro pianeta.
Se ci pensate, è strano festeggiare il fatto che la Terra abbia compiuto un altro giro attorno al Sole.
La mezzanotte del 31 dicembre è un momento del tutto arbitrario, ma siamo esseri umani e ci comportiamo come se in quell’istante qualcosa effettivamente finisse e qualcos’altro cominciasse. In fondo abbiamo bisogno di un momento per fare bilanci, buoni propositi, archiviare qualcosa e sperare collettivamente che tutto ciò a cui teniamo vada bene.
Che il 2025 sia un altro bel giro attorno a questa nana gialla che chiamiamo “Sole”.
Auguri di cieli sereni, la voglia di guardare sempre oltre e, soprattutto, di continuare a non avere paura del buio.
Mi piacciono le usanze che celebrano le tante ricorrenze che scandiscono ii nostro tempo di vita.
Tanti sentimenti così diversi… le storie, le credenze, i riti , le tradizioni, come una storia infinita che di volta in volta si arricchisce di emozioni di tutti i toni , suoni di mille orchestre e luci multicolori delle albe e dei tramonti del mondo…
E ogni volta mi sento avvolta da una magica e intensa sensazione di far parte dell’eternità.
La notte appena trascorsa, quella che intercorre fra il 25 e il 26 Dicembre, è la Prima delle Dodici Notti del Natale. Durante queste notti la splendente Berchta vola nei cieli e benedice i campi, così come le case e le persone, donando a ognuno ciò che ha meritato, nel bene e nel male. Oggi, 26 Dicembre, è il Primo dei Dodici Giorni di Natale, e ognuno di questi giorni può essere dedicato a fare o creare qualcosa che richiami lo spirito natalizio e la benevolenza – e dunque la Fortuna – di Berchta e delle Fate-Dee Filatrici.
I giorni e le notti che vanno dal 24 dicembre (la sera di Natale) al 6 gennaio (sera dell’Epifania), dette le Tredici Notti Sante, sono un periodo molto particolare nel quale ci si sente spinti a rivolgerci a noi stessi nel più profondo, a guardarci attraverso il cuore. Come di fronte ad uno specchio, i dodici mesi passati ci passano davanti uno dopo l’altro con tutte le esperienze vissute e contemporaneamente quelli che verranno. Il primo giorno corrisponde al primo mese trascorso (gennaio) e all’ultimo futuro (dicembre); così allo stesso modo per il secondo (febbraio-novembre), il terzo (marzo-ottobre), ecc., sino al dodicesimo per dicembre e gennaio. Il tredicesimo, l’Epifania, è dedicato alla sintesi di tutto. («Epifania», dal greco, significa “manifestazione”, di ciò che è stato nascosto)
Ogni giorno corrisponde anche quindi ad un segno zodiacale e alle sue qualità ed è un ottimo esercizio meditare su ognuna di essa, anche quelle che meno sentiamo appartenerci.
Le 12 notti sante sono state istituite nel 567 d. c dal Concilio di Tours e rappresentano il periodo che unisce il Natale all’Epifania,
Gli studiosi di folclore hanno spesso attribuito ai Dodici Giorni di Natale un’origine pagana, derivata da festività germaniche. Pare però si tratti più semplicemente di un tentativo della Chiesa di unire il Natale all’Epifania.
Una pratica, forse la più preziosa, è giunta fino a noi nascosta in una canzone che porta proprio il nome dei 12 giorni di Natale: questa pratica è la ricapitolazione. La canzone, che risalirebbe al XVI secolo, presumibilmente in Francia ma ora entrata tra i canti natalizi tradizionali inglesi, ha una struttura particolare : ogni strofa narra di un dono simbolico ricevuto ogni notte ricordando, a ritroso, tutti gli altri.
La ricapitolazione è dunque un viaggio che ci fa vedere il passato con uno sguardo più obbiettivo. In ogni esperienza possiamo trovare altri punti di vista, insegnamenti, risorse inaspettate , cambiamenti necessari per procedere con fiducia e leggerezza e magari trovare altre strade.
Giorno dopo giorno ci arricchiamo di nuova consapevolezza per formulare i propositi che ci guideranno verso il futuro suggeriti dai 12 guardiani del tempo!
La sequenza inizia col segno dell’Ariete in quanto è il primo segno dell’anno solare. Rappresenta la forza del germoglio che emerge dalla terra oscura, come il sole nascente, dalla crisi del solstizio.
Notte del 26 Dicembre. Capricorno. Mese di Gennaio. Virtù: coraggio. Notte del 27 Dicembre. Aquario. Mese di Febbraio. Virtù: discrezione. Notte del 28 Dicembre. Pesci. Mese di Marzo. Virtù: generosità. Notte del 29 Dicembre. Ariete. Mese di Aprile. Virtù: devozione. Notte del 30 Dicembre. Toro. Mese di Maggio. Virtù: equilibrio. Notte del 31 Dicembre. Gemelli. Mese di Giugno. Virtù: perseveranza. Notte del 1 Gennaio. Cancro. Mese di Luglio. Virtù: distacco. Notte del 2 Gennaio. Leone. Mese di Agosto. Virtù: compassione. Notte del 3 Gennaio. Vergine. Mese di Settembre. Virtù: cortesia. Notte del 4 Gennaio. Bilancia. Mese di Ottobre. Virtù: ottimismo. Notte del 5 Gennaio. Scorpione. Mese di Novembre. Virtù: pazienza. Notte del 6 Gennaio. Sagittario. Mese di Dicembre. Virtù: utilizzo del pensiero.
Nella raccolta di conferenze “Le Tredici Notti Sante” di Rudolf Steiner, si accenna ad una magnifica antica saga norvegese, conosciuta come “Il canto del sogno”, che narra di come Olaf Asteson venga iniziato durante il sonno che lo colse la sera di Natale e che durò ininterrottamente fino al 6 gennaio; egli vive tutte le esperienze che l’essere umano deve sperimentare attraverso le incarnazioni dall’inizio del mondo fino al Mistero del Cosmo.
«La dodicesima notte» è anche il titolo di quella che, a giudizio di molti critici, è la più perfetta commedia di Shakespeare, il cui titolo ha suscitato da sempre la curiosità di numerosi studiosi alla ricerca del nesso con il contenuto della commedia, che pare fu rappresentata per la prima volta proprio il giorno dell’Epifania del 1601.
Ci sono vari antichi riti, tradizioni e usanze: basta, per ogni giorno e ogni notte, annotare sogni, immagini, ispirazioni, nuove idee, avvenimenti o incontri importanti, fatti accaduti nel personale e nel mondo, nel presente e nel mese passato e cercarne le risonanze.
Immagina per il futuro le qualità, i colori, le forme che queste risonanze possono sviluppare, liberate dai tuoi giudizi.
Non sono necessarie ore ogni giorno, possono bastare anche pochi minuti… Trova magari un momento particolare che resterà un appuntamento quotidiano tra te e il tuo Io Superiore e vivi ogni giorno con consapevolezza e felice curiosità. Scoprirai come questo lavoro ti porterà le energie e le qualità necessarie per affrontare l’anno che sta per iniziare, facendo luce su legami nascosti tra gli avvenimenti apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, trovando nuova unione tra te e l’Universo.
E vedrai nuovi propositi più realizzabili perchè le tue scelte sono partite dal cuore e sarà la visione di un futuro più possibile e luminoso ad appassionarti della tua vita.
I cicli della natura e i riti per celebrarli mi hanno sempre affascinato. E dato che sono curiosa di trovare significati in ogni cosa mi documento. Da quando vivo al mare vedo l’orizzonte ed è facile seguire il viaggio del Sole avanti e indietro ( ovviamente è la Terra ) Mi emoziono ad ogni tramonto per il tripudio di colori sempre diversi e colmi di significato. Mi piace pensare che ogni sera mi manda un messaggio diretto al cuore .Perchè ovviamente questo è il linguaggio del Sole .Del resto non è forse per amore per la Terra che sta sempre allo stesso posto nell’Universo?
In termini astronomici, in questo periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima.
Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta.
Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.
Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.
Tre giorni dal 21 al 25 dicembre.
Tre giorni di buio apparente quindi occorrono perchè il Sole torni a mostrarsi visivamente a risplendere come fonte di ogni vita in cammino verso il nuovo ciclo dell’anno.
Ogni anno il Solstizio invernale appare come una fine e una rinascita. La fine dell’anno passato e l’inizio del nuovo. E questo è il ciclo della Vita.
Le genti dell’ antichitá si consideravano parte dei fenomeni della natura che ritenevano l’espressione nella vita terrestre dei grandi cicli del cosmo.
Al centro di questi cicli c’era l’astro che scandiva il ritmo della giornata, la “stella del mattino” che determinava i ritmi della fruttificazione e che condizionava tutta la vita dell’uomo. Temere che il sole non sorgesse più, vederlo perdere forza d’inverno riducendo sempre più il suo corso nel cielo, era un’esperienza che minacciava la vita di ogni regno di natura.
Così celebravano riti per assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano fuochi per sostenerne la forza e per incoraggiare la rinascita e la ripresa della sua marcia trionfale.
Questo avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica.
Esso, inoltre, ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell’Eneide).
Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (“rinascita del dio Sole”); i Germani, “Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”); i Finnici “July” (“tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”)”. (1)
Durante queste feste venivano accesi dei fuochi (usanza che si ritrova nella tradizione natalizia di bruciare il ceppo nel camino la notte della vigilia) che, con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al sole indebolito. Spesso questi rituali avevano a che fare con la fertilità ed erano quindi legati alla riproduzione. Da qui l’usanza, nelle antiche celebrazioni, di danze e cerimoniali propiziatori dell’abbondanza e in alcuni casi, come negli antichi riti celtici e germanici, ma anche romani e greci, di accoppiamento durante le feste.
Presso i celti era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata dagli uomini con cui veniva acceso il fuoco, per poi festeggiare tutti insieme la luce intorno al fuoco.
Yule, o Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita.
Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea: all’alba la Grande Madre Terra dá alla luce il Sole Dio. La Dea è la vita dentro la morte, perche’ anche se ora è regina del gelo e della oscuritá, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconda riportando calore e luce al suo regno.
I solstizi possono anche leggersi come portali energetici, passaggi dimensionali per nuovi cambiamenti : ”il portale degli uomini”, corrispondente al solstizio d’estate, mentre il solstizio d inverno e’ ” la porta verso il divino”.
Il Solstizio d’Inverno corrisponde alla presa di coscienza della propria spiritualità, come uscita nella luce. Un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della “caverna” e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intellegibile”.
La rinascita solare rappresenta il simbolo della rigenerazione cosmica, e il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che rinnova la sua nascita spirituale, verso una maggiore acquisizione della sua consapevolezza, nelle notti del solstizio d’inverno.
E’ il momento in cui, quando la notte ed il buio sembrano prevalere e sovrastarci, è necessario mantenere accesa la fiamma della Coscienza, che al mattino con la Luce ci spingerà a nuove e potenzianti scelte per realizzare i nostri obbiettivi.
Questa è l’opportunità che ogni anno si rinnova nei “ tre giorni di buio” del solstizio invernale.
”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.
Regina del Sole, Regina della Luna Regina dei corni, Regina dei fuochi Portaci il Figlio della Promessa. E’ la Grande Madre che Lo crea E’ il Signore della Vita che è nato di nuovo! L’oscurità e la tristezza vengono messe da parte quando il Sole si leva di nuovo! Sole dorato, delle colline e dei campi, illumina la Terra, illumina i cieli, illumina le acque, accendi i fuochi!! Questo è il compleanno del Sole, io che son morto, oggi son di nuovo vivo. Il Sole bambino, il Re nato in inverno!
(canto tradizionale tratto da “La danza a spirale” di Starhawk)
Mia nonna era astemia. Ma quando si brindava per le occasioni partecipava. ”Champagne? Sì solo un goccetto eh…Meno! Meno!” e porgeva un calice piccolo piccolo speciale per lei. “ Mi vengono i sudorini al naso!” e strizzava gli occhi ! Tutti a ridere!!! e lei si pavoneggiava nel suo vestito rigorosamente di seta in una nuvola di profumo alla violetta…L’atmosfera riscaldava il mio cuore di buoni propositi…
Il 16 dicembre 1777 nasceva Madame Clicquot Ponsardin, la famosa Veuve Clicquot, imprenditrice francese trasgressiva e rivoluzionaria, che è stata la prima signora dello champagne. In un’epoca in cui le donne avevano un ruolo molto limitato nella società e meno che meno nell’economia, ha dimostrato un talento straordinario per gli affari e un coraggio fuori dal comune.
Audace, pioniera e innovatrice, ha ereditato, a soli 27 anni, l’azienda vinicola del marito defunto trasformandola in un marchio che, ancora oggi, è tra i più rinomati.
Per prima ha creato il Millesimato e il Rosè.
È lei che ha reso il colore del famoso vino più limpido inventando la tecnica del Remuage, per eliminare i depositi al termine del processo di rifermentazione.
Con antesignane strategie di marketing ha deciso l’immagine dei suoi prodotti e sperimentato ricette che si adeguassero ai gusti dei paesi destinatari.
Per prima, infatti, ha esportato lo champagne in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. È rimasta nella storia la sua strategia, nel 1814, per contrabbandare in Russia 10.000 bottiglie di Champagne nonostante l’embargo di Napoleone.
Una vera leggenda!
“Il Remuage consiste nella rotazione quotidiana di mezzo giro delle bottiglie per fare in modo che i sedimenti (lieviti esausti) scivolino fino al collo della bottiglia, lasciando il vino completamente limpido”
Nel giardino della villa di campagna del nonno, nelle colline astigiane, c’era un enorme ippocastano che alle prime sventolate di ottobre faceva cadere una pioggia di castagne lucide e profumate.
A noi bambini veniva proibito tassativamente di mangiarle e noi di nascosto davamo una leccatina e aspiravamo con voluttà quell’odore acre di muschio e mistero.
Il nonno le chiamava le castagne “matte” e ne metteva una nelle nostre tasche , anche nelle sue, che erano un rimedio sicuro contro il raffreddore.
Secondo la tradizione popolare contadina tenere una castagna in tasca aiuta a prevenire il raffreddore.
Ma attenzione ! La castagna da utilizzare per tenere alla larga il raffreddore non è quella che comunemente conosciamo, ma la castagna d’india o “di cavallo”, la cosiddetta castagna matta!
Si tratta di quelle castagne lucide e tonde che sono il frutto (non commestibile e tossico) dell’ ippocastano, non dunque quello del castagno.
La tradizione vuole che si tenga nella tasca del cappotto per tutto l’inverno in modo tale da evitare i malanni ma c’è anche chi ritiene sia sufficiente conservarla in auto, sulla scrivania o in borsa.
Le origini della credenza derivano dalle proprietà che hanno le castagne matte nel lenire i sintomi di raffreddore e asma nei cavalli. Gli esseri umani, però, non possono in alcun caso ingerirle in quanto sono tossiche e di conseguenza pericolose.
Il principio attivo interessante per il trattamento del raffreddore è l’escina che queste castagne contengono e che ha azione antinfiammatoria oltre che utile a favorire il drenaggio linfatico e la permeabilità capillare.
Le castagne soprannominate dai latini “ ghiande di Zeus”perchè questo albero evocava il dio supremo, reggitore dell’universo, grazie al suo tronco corto ma possente ed ai rami che si allargano in tutti i sensi
Un albero cosmico? Forse!
Dal punto di vista simbolico, il castagno rappresenta l’unione del maschile e del femminile: l’uno determinato dalla maestosità della chioma e dalla possanza del tronco; l’altra dal frutto, che determina il nutrimento e, dunque, la vita.
L’albero di castagno raffigura la celebrazione della vita nella sua semplicità e concretezza. Nella simbologia araldica, il castagno rappresenta la virtù nascosta (come il suo frutto) e la resistenza (come il suo legno).
Nella tradizione popolare italiana, il Castagno è simbolo di previdenza e generosità, per la sua capacità di donare frutti in grado di garantire un sostentamento per l’intera stagione invernale.
Oltre a costituire una fonte di nutrimento essenziale per i vivi, le castagne fin dall’antichità sono sempre state considerate anche cibo per il giorno dei morti nelle celebrazioni di quelle festività
In alcune zone della Francia e dell’Italia da qualche parte é ancora in uso consumare castagne nel giorno di Ognissanti, in corrispondenza a Samhain, la festività celtica legata dall’apertura dei confini tra i mondi e all’inizio del nuovo anno lunare.
Nella tradizione popolare le castagne costituiscono il pasto rituale della veglia del giorno dei morti, e in certe case si lasciano le castagne sul tavolo, come omaggio ai defunti.
Nella Vienne, in Francia, durante la notte che precedeva il 31 ci si riuniva nei castagneti per cuocervi le castagne.
Il Castagno è governato da Giove (funzione primaria) e da Venere (funzione secondaria) ed è legato alla fonte dell’Energia Ancestrale che secondo i Cinesi e gli Egizi esce dai reni, si dirige verso gli organi genitali e risale lungo il meridiano posteriore e anteriore fino alla sommità del cervello, per entrarvi e uscire di nuovo terminando nell’interno del labbro superiore e inferiore.
I frutti nei sogni sono sempre legati alla vita e all’abbondanza, ma le castagne nei sogni enfatizzano questi significati, perchè concentrano in una forma piccola, nutrienti, calorie e zuccheri.
La polpa e la farina che se ne ricava, al pari del pane nei sogni può essere considerata nutrimento per eccellenza, cibo indispensabile per sopravvivere, come accadeva alle popolazioni montane che, grazie alle castagne ed alla farina di castagne conservate durante l’autunno, superavano i periodi di carestia dell’inverno.
castagno_dei_cento_cavalli_-_jean-pierre_houel-
Uno degli alberi più famosi e vecchi d’Italia è il Castagno dei Cento Cavalli, che vive forse da più di tremila anni nel comune di Sant’Alfio, sulle pendici dell’Etna. Si narra che sotto i suoi rami trovarono rifugio durante un temporale Giovanna d’Aragona e i cento cavalieri che l’accompagnavano per una gita sul vulcano.
modi di dire e proverbi: “prendere in castagna” ” cavar le castagne dal fuoco con la zampa del gatto” ” gli è avanzato men di una castagna”