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* Cosa sarà…oh, cosa sarà…
Cosa sarà…oh, cosa sarà…
cosa sara’
che fa crescere gli alberi la felicita’
che fa morire a vent’anni
anche se vivi fino a cento
cosa sara’
a far muovere il vento
a fermare un poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane
o un bacio non dato
oh cosa sara’
che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire ridendo di notte
all’ombra di un desiderio
oh cosa sara’
che ti spinge a domare una
donna bassina perduta
la bottiglia che ti ubriaca
anche se non l’hai bevuta
cosa sara’
che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto
dove giustizia non c’e’
cosa sara’
che ti spinge a comprare di
tutto anche se è di niente che hai bisogno
cosa sara’
che ti strappa dal sogno
oh cosa sara’
che ti fa uscire di tasca dei
no non ci sto ti getta nel mare
ti viene a salvare
oh cosa sara’
che dobbiamo cercare
che dobbiamo cercare
cosa sara’
che ci fa lasciare
la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico
a parla del futuro
cosa sara’
questo strano coraggio
paura che ci prende
che ci porta a ascoltare
la notte che scende
oh cosa sara’
quell’uomo e il suo cuore benedetto
che e’ sceso dalle scarpe e dal letto
si e’ sentito solo
e’ come un uccello che in volo
e’ come un uccello che in volo
si ferma e guarda giu’
Lucio Dalla
La buona notizia del venerdì: Knitting mania per uomini duri!
LANA, FERRI E TESTOSTERONE!!!!
La maglia? Roba da uomini!
Ricamo, uncinetto, punto croce. E’ la nuova tendenza che va di moda tra i giovani. Maschi soprattutto. Giovani, adulti, architetti,medici, operai: mani che prima digitavano sulla tastiera di un computer o dirigevano macchinari complessi ora compongono schemi per il punto croce, creano berretti di lana all’uncinetto, ricamano trapunte.
ATTORI CHE SFERRUZZANO
Ma a maglia hanno lavorato anche degli insospettabili, come uno dei fratelli Lumière, amante dell’uncinetto, o l’attore Anthony Quinn, che realizzava per sé dei meravigliosi maglioni Aran (maglioni di lana grezza che erano usati in passato dai pescatori delle isole Aran).
Ryan Gosling adora sferruzzare a maglia, come ha rivelato lui stesso durante l’ultima intervista rilasciata al giornale GQAustraliaNulla però in confronto all’immagine del fascinoso Russel Crowe alle prese con i ferri e i gomitoli, che usa per curare la sua proverbiale irascibilità.( anche se pare fosse solo per pubblicità)
E senza andar tanto lontano anche Morgan, tenebroso cantante dei Bluvertigo, si diletti con l’uncinetto e i lavori a maglia “Quando ho tempo mi siedo su una poltrona e lavoro all’uncinetto o ai ferri, come una vecchia signora” dice in un’intervista ”Ma le dico che è tipico delle menti matematiche questa inclinazione allo sferruzzamento: lo faceva anche un genio come Leonardo da Vinci”.Ma anche Kurt Gobain, Tim Daly il famoso ’Fuggitivo’ Ernie Hudson…..
CHIRURGHI AFFERMATI DI TUTTO IL MONDO sferuzzano per tenere in esercizio le mani, ex istruttori di sci come Thomas Jaenish e Felix Rohlan, che da una sfida, per scherzo, a colpi di uncinetto, sono finiti dritti nel mondo della moda. Famosi giocatori di footbool come Steve Malcom usano il lavoro a maglia come tecnica di rilassamento.Il suo slogan infatti è: It takes balls to knit!
LAVORARE A MAGLIA E’ IL NUOVO YOGA
Nelle scuole inglesi ci sono corsi di maglia per maschietti e femminucce per aumentarne l’attenzione, la capacità manuale e per farli rilassare.

Creare con la maglia si può!http://mochimochiland.com/shop/
Fonte:https://www.facebook.com/pages/MCM-di-Marco-Cocorocchio-CoSnc/263363223787922
Novità dal cosmo: la Terra ha sette sorelle
Scoperto un nuovo sistema planetario!
“Abbiamo chiamato la stella sole “Trappist-1” in onore allo strumento con cui l’abbiamo scoperta, il telescopio belga Trappist (acronimo per Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope) “. ( Amaury Triaud, ricercatore all’Istituto di Astronomia dell’Università di Cambridge, che ha preso parte alla scoperta)
E’ a 40 anni luce da noi. Il cuore è la stella nana rossa TRAPPIST-1, i pianeti hanno temperatura tra 0 e 100 gradi e quindi c’è la possibilità di acqua allo stato liquido, che li rende di grandissimo interesse per la ricerca di vita nell’Universo
IMMAGINATE un lontano “cugino” del nostro Sistema Solare, popolato da pianeti grandi più o meno come la nostra Terra.
Alcuni di questi mondi alieni potrebbero persino ospitare forme di vita, magari così evolute da viaggiare da un pianeta all’altro a bordo di sofisticate navette spaziali. Un’ambientazione che sembra essere uscita dalla penna di Isaac Asimov o di un altro autore di fantascienza.
Ma ancora una volta la realtà supera la fantasia, e rende reali anche gli scenari più futuristici. Perché, alieni e navicelle a parte, questo sistema planetario esiste davvero, e si trova a meno di 40 anni luce da noi. TRAPPIST-1, una stella nana rossa nella costellazione dell’Acquario, ha infatti un corteo di ben sette pianeti simili alla Terra.
Un risultato attesissimo da giorni dopo l’annuncio della NASA di una imminente conferenza stampa sui pianeti extrasolari.
Nel maggio dello scorso anno il team di astronomi, guidati da Michaël Gillon dell’Università di Liegi, aveva pubblicato la scoperta di tre pianeti intorno a TRAPPIST-1. Il risultato delle analisi aveva però spinto Gillon e colleghi a sospettare la presenza di altri pianeti, e per questo il team aveva deciso di condurre nuove osservazioni, sfruttando anche il telescopio spaziale infrarosso “Spitzer”. Analizzando i dati, gli astronomi hanno potuto identificare quattro nuovi pianeti, portando questo sistema planetario a sette membri, denominati TRAPPIST-1 b,c,d,e,f,g, h in ordine crescente di distanza dalla stella. “E’ un sistema planetario sorprendente”, commenta Gillon, “non solo perché abbiamo trovato così tanti pianeti, ma perché sono sorprendentemente simili alla Terra”.
Tris di Terre.
Le stime di densità hanno mostrato che i pianeti più interni dovrebbero essere rocciosi, proprio come i pianeti interni del Sistema Solare. Le orbite di questi pianeti non sono molto diverse da quelle dei satelliti medicei di Giove, e sono molto più piccole dell’orbita di Mercurio. Ma nonostante siano così “impacchettati” intorno alla stella, questi pianeti non sono soggetti a temperature infernali. TRAPPIST-1 ha infatti una massa inferiore a un decimo di quella solare, ed è quindi molto fredda e poco luminosa. Numeri alla mano, questo significa che la temperatura su questi pianeti potrebbe potenzialmente consentire la presenza di acqua liquida, e sfruttando opportuni modelli climatici è possibile farsi un’idea più precisa di quali pianeti abbiano le condizioni ambientali più favorevoli.
In particolare i dati suggeriscono che i tre pianeti TRAPPIST-1 e, f, g potrebbero trovarsi nella cosiddetta fascia di abitabilità: sarebbero cioè a una distanza sufficiente a permettere la presenza di acqua liquida sulla superficie.
Quelli più interni sarebbero infatti troppo caldi, mentre quello più lontano, TRAPPIST-1h potrebbe essere troppo distante e quindi avere una superficie ghiacciata.
L’acqua liquida è uno degli ingredienti fondamentali per lo sviluppo della vita come la conosciamo, quindi i pianeti nella fascia di abitabilità sono i candidati migliori per andare a caccia di forme di vita aliene. E’ importante però ricordare che la presenza di acqua allo stato liquido in questi casi è solamente un’ipotesi che si basa su modelli climatici e sulla distanza dei pianeti dalla stella.
Per TRAPPIST-1 non è stata rivelata in modo diretto la presenza di acqua, né tantomeno sono state scattate immagini della superficie di questi pianeti, che sono ovviamente troppo distanti per i telescopi attuali.
l passo successivo sarà quindi studiare, con telescopi di nuova generazione, le atmosfere di questi pianeti, per identificare le “firme” chimiche di organismi viventi, come ricorda il coautore Emmanuël Jehin: “Con la prossima generazione di telescopi, come l’European Extremely Large Telescope dell’Eso e il James Webb Telescope di Nasa/Esa/Csa potremo presto esser capaci di cercare l’acqua e persino l’evidenza di vita su questi pianeti”.
Quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose.
(William Shakespeare)
FONTE:
Hai ricevuto regali che non ti piacciono o non ti servono? Niente paura . Ora c’è il Regifting! E puoi sempre donare a chi non ne ha !
Il primo passo non è il riciclo ma il dono !
Il primo passo non è il riciclo, ma il dono. Gratuito, senza contropartite, a beneficio di chi non ha la stessa nostra fortuna di dare e ricevere doni durante le vacanze di Natale, e non solo. Ma in ogni caso, guai a sprecare i regali di Natale, che spesso finiscono in qualche cassetto e tra i tanti oggetti che abbiamo e non utilizziamo: in America è stato calcolato, per esempio, che sotto l’albero, ogni anno, riceviamo e diamo 35 miliardi di dollari di regali sgraditi. E dunque a fortissimo rischio spreco.
Secondo una ricerca realizzata da Coldiretti/Ixe, quasi un italiano su quattro ricicla i regali di Natale indesiderati. La maggioranza li regala a parenti ed amici ai quali possono tornare utili. Una buona percentuale, circa il 30 per cento, li riporta nel punto vendita in cui sono stati acquistati per effettuare un cambio o richiedere un buono mentre il 29 per cento degli italiani li rivende su Internet. Un ottimo modo quest’ultimo, per trasformare i regali non graditi in una fonte di guadagno e un’ottima occasione per i compratori, per accaparrarsi articoli nuovi a prezzi decisamente interessanti.
Una moda e un fenomeno, il Regifting, in forte crescita nel nostro Paese e una tendenza accelerata dalla sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet grazie ai quali è possibile mostrare il prodotto da rivendere ad un numero molto ampio di persone. Senza contare la possibilità di esporre l’oggetto sui portali specializzati in specifici prodotti o servizi, affinando ancora di più la ricerca dei potenziali acquirenti.
Ecco allora tanti consigli utili per combattere l’affanno dei regali sgraditi (o sbagliati):
- Innanzitutto, quando scartate i regali, evitate di rovinare la confezione originale e richiudetela con cura in modo da non avere problemi al momento di un eventuale cambio presso il punto vendita in cui il prodotto è stato acquistato.
- Se decidete di regalare il dono ricevuto ad un amico o parente che potrebbe apprezzarlo o ritenerlo particolarmente utile, ricordate almeno di sostituire la carta regalo ed eliminare il bigliettino di auguri. E per evitare figuracce, assicuratevi che il destinatario del regalo riciclato non conosca chi vi ha donato l’oggetto indesiderato.
- Se decidete di conservare il dono e rimandare il riciclo all’anno successivo, non dimenticate di attaccare al regalo un post-it con su indicato il nome di chi ve l’ha fatto: eviterete così il tragicomico “riciclo al mittente”.
- Se si tratta di un prodotto con scadenza, controllate bene la data prima di riciclarlo.
- E siccome non sarete i soli da aver ricevuto un regalo sgradito: che ne dite di organizzare una divertente serata in compagnia degli amici in cui scambiarsi i regali desiderati?
- Ricordate che sui social sono tanti i gruppi e le pagine attraverso le quali scambiare o donare gli oggetti e i regali non graditi. Noi vi suggeriamo: Io regalo e Te lo regalo se vieni a prenderlo.
- Non dimenticate la possibilità di donare il regalo in beneficenza: potrete fare felice chi ne ha più bisogno.
- Infine, non sottovalutate il riciclo creativo: come abbiamo visto più volte, basta veramente poco per dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo. Ad esempio, con un pizzico di fantasia, quel maglione che non vi piace può trasformarsi in un caldo cappello invernale o in un originale copritazza fai da te.
In alternativa, ecco alcuni consigli utili per rivendere i regali di Natale su internet:
- Prima di pubblicare il vostro annuncio, fate una ricerca per controllare i prezzi di vendita degli oggetti simili al vostro.
- Descrivete l’oggetto che state mettendo in vendita in maniera accurata: specificate il brand e indicate i dettagli del prodotto, dal colore alle dimensioni fino alle caratteristiche tecniche se si tratta di un prodotto tecnologico.
- Al testo di presentazione del prodotto, associate immagini chiare, specificando bene che si tratta di un oggetto nuovo e mai utilizzato.
- Se possibile, offrite la possibilità di scegliere tra diverse modalità di pagamento.
- Assicuratevi che il prodotto sia ben confezionato prima di procedere con la spedizione e, una volta conclusa la trattativa, non fate aspettare molto l’acquirente.
Fonte: nonsprecare.it
* La buona notizia del venerdì: Anna e la sindrome di down.
Anna e la sindrome di down.
I suoi compagni di classe le ‘insegnano’ ad essere autonoma
I giornali anche a scadenza giornaliera, raccontano di storie di ordinaria emarginazione di persone con disabilità.
Bambini che non sanno cosa vuol dire integrazione, perchè si imbattono in insegnanti e compagni di scuola che non hanno voglia di entrare in contatto con la disabilità.
Che non vanno in gita e non hanno le opportunità che invece, per i normodotati sono un diritto.
A Sarcedo (Vicenza) invece, grazie alla sensibilità e alla professionalità di chi crede ‘nel sostegno’ come ruolo educativo per soggetti diversamente abili e non solo, Anna, con sindrome di Down, frequenta la prima media a Sarcedo ed i suoi compagni hanno imparato a considerare il suo handicap come motivo di crescita e di educazione. Hanno voluto addirittura avere per lei un ruolo attivo. Vogliono aiutarla nella riabilitazione e a diventare indipendente, meta più importante a cui ambire quando sei affetto da certe sindromi.
Come accadde per tutte le ragazzine della sua età sta tastando il terreno dell’autonomia: ogni giorno va a scuola, ci va a piedi, ma non ci va da sola e non sono nemmeno i suoi genitori ad accompagnarla. Perché Anna se ha una particolarità spiccata, che non sia quella impressa dai suoi geni, è quella di attorniarsi dei suoi compagni di classe che le vogliono bene, che a turno e in gruppo di cinque o sei, puntualmente la aspettano ogni mattina davanti al municipio di Sarcedo e poi la ‘scortano’ a scuola.
Da oggi, Anna è ancora più autonoma perchè prende addirittura il bus. Anche in questa ‘impresa’, ha avuto il sostegno dei suoi compagni di classe e di scuola che hanno fatto letteralmente a gara per proteggere la bambina, in quel gesto quotidiano che per qualcuno è normale, ma quando c’è un certo tipo di disabilità di mezzo, risulta straordinario.
Un sapere stare assieme che se fa da antidoto alla sindrome di Anna, crea nel contempo uno spirito di responsabilità nei suoi compagni.
Alcuna forzatura in tutto ciò, perché difficilmente le cose imposte riescono bene, anzi: ben felicemente i suoi compagni hanno colto il segnale dato dall’insegnate di sostegno di Anna e subito si sono mossi per accompagnarla a scuola.
Il Comune paga il servizio
Un bell’ esempio di comunità che non è sfuggito all’occhio accorto e sensibile del sindaco Luca Cortese: “E’ un grande esempio che Anna e i suoi compagni ci stanno dando. Mi dà tanta speranza vedere che insegnante e compagni ci sono per questa bimba”.
Ma non si è fermato alle parole il sindaco Cortese ed è passato ai fatti: “Come amministrazione comunale vogliamo contribuire a dispiegare le ali della libertà personale di Anna, mettendo a disposizione il trasporto comunale scolastico gratuitamente per lei assieme a suoi due compagni ed all’insegnante di sostegno, ogni giovedì, per permetterle di prendere dimestichezza con i mezzi di trasporto – conclude il sindaco Cortese – A Sarcedo non dimentichiamo nessuno, è un progetto semplice con una valenza sociale altissima”.
Paola Viero
Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”.
(Maria Montessori)
* La buona notizia del venerdì: in Europa si parla di ” Dignità animale”
Non ammazzerai i pulcini solo perché sono maschi e non fanno le uova.
Non offrirai animali in premio per gare, concorsi o riffe.
Non alleverai una bestia solo per poterla uccidere e prenderne la pelle, il pelo o la pelliccia.
Non venderai i cani e gatti nei negozi di città, ma solo negli allevamenti certificati e controllati.
E se farai una di queste cose, per lo meno in terra di Lussemburgo, sarai punito duramente, con una multa sino a 200 mila euro. O con il carcere.
Il piccolo Granducato ha deciso la rivoluzione.
Da paradiso fiscale che era (e in parte è ancora) vuol diventare il paradiso della fauna continentale.
Il governo ha presentato una proposta di legge che per la prima volta – così dicono – introduce il concetto di «dignità animale», stabilendo nuove regole di protezione, sicurezza e benessere per l’universo che va dalle mucche alle galline passando per felini e canini. Il testo aggiorna un codice del 1993 giudicata «obsoleta» sulla base del progresso scientifico e «su la posizione degli animali nella nostra società moderna».
Spiega a Lussemburgo che l’animale deve essere considerato come «essere vivente non umano dotato di sensibilità che sente il dolore e altre emozioni».Non una novità, per molti degli umani, ma certo un passo avanti dal punto di vista strettamente giuridico. Per questo gli si riconosce una «dignità». Animale, ma pur sempre dignità.
Per questo non sarà possibile allevare ermellini e visoni nella terra del Granduca (non per scuoiarli!) e saranno puniti con decisione anche i maltrattamenti degli animali. Fatevi prendere a picchiare il vostro cucciolo e pagherete sino a 250 euro di multa, con la possibilità che la bestiola vi sia sequestrata.
Se invece un’azienda agricola fosse colta a eliminare i pulcini maschi si potrebbe arrivare tre anni di galera e/o duecentomila euro di multa. Nessuna crudeltà sarà più ammessa, diretta o indiretta che sia.
La legge è stata disegnata con le organizzazioni animaliste, con le quali si è deciso anche di lanciare una campagna di sensibilizzazione del grande pubblico. Non è previsto che tutti debbano diventare vegetariani, sarebbe un controsenso nella patria dello stinco alla birra. Però bisogna essere più umani con gli animali.
Oltre che con gli uomini, naturalmente.
Fintanto che l’uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori non conoscerà mai né la salute né la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra loro. Perchè chi semina delitto e dolore non può mietere gioia e amore.
Pitagora
http://www.goware-apps.com/dignita-animale-tatiana-guarnier/
https://www.mclink.it/assoc/lida/carta.htm
http://www.redacon.it/2016/04/16/mozione-per-il-rispetto-della-dignita-animale/
* La buona notizia del venerdì: Amore è un giardino profumato
Crea un enorme profumato giardino per la moglie non vedente
Una dolcissima storia d’amore lunga 56 anni e centinaia di fiori rosa a testimoniare l’affetto di un uomo per la sua compagna.
Teatro di questa tenera vicenda è il Giappone e protagonisti sono il signore e la signora Kuroki, proprietari di quella che oggi è anche un’attrazione turistica per veri romantici: una sconfinata distesa di fiori profumati, nata dalla perseveranza di Mr. Kuroki, determinato a far tornare il sorriso alla moglie privata della vista.
A raccontarla è il Telegraph.
Da 20 anni non vede più a causa del diabete.
La signora Kuroki ha perso la vista e per un periodo anche la voglia di vivere.
Ma il marito le ha fatto un bellissimo regalo: un enorme manto di fiori profumati, grazie ai quali la donna ha ritrovato il sorriso.
I due coniugi, prima della malattia della moglie, avevano vissuto una vita felice. Guadagnando da vivere attraverso il proprio caseifico nelle campagne del Giappone, la coppia ha avuto due bei bambini.
Ma la loro esistenza è cambiata quando la signora Kuroki è stata colpita dal diabete e ha dovuto fare i conti con una delle complicazioni più terribili: la perdita della vista.
Nel giro di qualche settimana la donna non riusci a vedere più nulla.
Allora, cadde in depressione, chiudendosi in casa ed evitando anche di uscire all’aria aperta. Una tragedia per il marito che cercò allora di escogitare una soluzione per farla tornare a sorridere.
Fu la bellezza della Natura ad offrirgli l’idea: far crescere un bel giardino che potesse offrire alla donna il piacevole profumo dei fiori. Non un odore leggero ma una vera e propria nuvola floreale che inebriasse i sensi della moglie, aiutandola a superare la tristezza.
Dopo due anni di duro lavoro e migliaia di fiori apparsi, Kuroki è riuscito nell’intento di rendere felice la moglie.
La loro storia ha fatto il giro del mondo e l’enorme distesa di fiori è diventata una meta da visitare.
La coppia vive a Shintomi, nella Prefettura di Miyazaki.
Il loro giardino è oggi un vero e proprio museo a cielo aperto che fiorisce in primavera mostrando un tappeto di fiori rosa chiamati Shibazakura o Phlox.in italiano “muschio rosa”.
La Phlox subulata è una pianta perenne che sia in Giappone che nel nostro pianeta viene chiamata muschio rosa pur non essendolo in realtà.
I suoi fiorellini conquistano l’occhio per via del loro colore spesso acceso. A diversi esemplari corrispondono diverse colorazioni della fioritura con le quali giocare. Proprio come ha fatto il sig, Kuroki, in modo tale da arredare il giardino nel modo più creativo e divertente possibile.
In questo caso l’uomo ha deciso di disegnare tanti cuori per dimostrare amore alla propria compagna di vita.
Circa 7.000 persone visitano ogni giorno questo piccolo angolo di paradiso, simbolo dell’amore che come la Natura sa rinnovarsi e superare ogni difficoltà.
http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/19318-giardino-profumato-per-la-moglie
altre notizie:
L’uomo che ha piantato migliaia di girasoli in ricordo della moglie
Agricoltore britannico pianta un bosco a forma di cuore in omaggio alla moglie scomparsa
La mamma che pianta milioni di alberi in memoria del figlio per fermare la desertificazione (VIDEO)
* Giornata Internazionale della Felicità : ecco la nuova materia scolastica Positive Education
Felicità: ecco la nuova materia scolastica
La felicità è l’obiettivo che accomuna ogni persona.
Educare i bambini alla felicità si può ed è di fondamentale importanza per fare di loro persone solide, capaci di far fronte ad ogni accadimento della vita.
E’ infatti questo l’obiettivo principale della Positive Education, un nuovo modello educativo basato sulla sinergia esistente tra le emozioni positive e l’apprendimento. Grazie ad esso è possibile usare l’esperienza ottimale per migliorare le performance scolastiche, il benessere psico-fisico e la determinazione a voler conseguire gli obiettivi prefissati.
In Australia ci sono circa 160 mila ragazzi che ogni anno soffrono di depressione, la scuola basata sull’Educazione alla Positività nasce proprio per aiutare questi giovani a reagire al disagio, a combattere questa tristezza adolescenziale.
La felicità è l’obiettivo che accomuna ogni persona.
A scuola spesso si vedono ragazzi annoiati, frustrati, stufi e ansiosi difficilmente sono felici. Ma il nuovo programma di insegnamento che sta prendendo piede in alcuni stati del mondo sta modificando questo stereotipo di scuola. L’Educazione Positiva è un approccio formativo che vuole combattere e aiutare gli studenti a prevenire le malattie legate alla “non felicità“, allo stress.
Una scuola che si basa sulla positività è una scuola dove fiducia e collaborazione stimolano i ragazzi e dove vengono aiutati anche a meditare e rilassarsi prima di un evento importante come può essere un esame.
Nel Bhutan, sull’Himalaya, è stato costituito l’acronimo FIL (Felicità Interna Lorda) che è praticamente uno degli obiettivi del Regno. Meditazione, preghiere e felicità per i bambini delle scuole che formano bambini sani, intellettuali e di valore che saranno cittadini produttivi e felici.
La Positive Education è un modello di insegnamento basato sulla sinergia esistente tra le emozioni positive e l’apprendimento. I risultati che si ottengono sono misurabili in termini di performance scolastiche, di benessere psico-fisico e di determinazione a voler conseguire gli obiettivi prefissati. L’efficacia di queste metodologie ha un riscontro scientifico supportato da numerose ricerche e studi a dimostrazione di quanto la positività abbia un ruolo reale all’interno della società.
La Scuola di Palo Alto, annoverata da anni tra le Business School più accreditate del nostro Paese, è una realtà unica nel suo genere. All’ampio catalogo di corsi, affianca un ricco ventaglio di action learning non convenzionale e una brillante attività editoriale che pubblica successi sui grandi temi del management, della crescita personale, del business.
Nelle scuole di alcuni paesi del mondo sta prendendo piede un nuovo e rivoluzionario metodo didattico che prende il nome di Educazione Positiva: si tratta di un percorso formativo psicologico basato sulla felicità e sul benessere degli studenti.
Sì perché quando si affronta la questione “essere felici” i dati statistici hanno un ruolo marginale. Non è il PIL (Prodotto Interno Lordo) a definire lo stato di salute di una paese ma può esserlo la felicità. Mentre in Italia, su questi temi, siamo sempre un po’ in ritardo in diverse scuole straniere sono già state predisposte nel programma annuale le ore dedicate all’Educazione Positiva. Tra queste così all’avanguardia troviamo:
Il liceo Geelong in Australia che ha sviluppato un intero programma di insegnamento per promuovere il benessere degli studenti ed aiutarli a vincere la depressione;
il liceo Lerchenfeld di Amburgo che, come in un centinaio di scuole tedesche, è stata introdotta la Felicità come nuova materia di apprendimento.
Insegnare la felicità non è un fatto esclusivamente teorico. I docenti di queste scuole innovative fanno il possibile per dare un contributo reale e concreto al raggiungimento della felicità personale e ci riescono, spesso, ricorrendo ad esercizi pratici, come il “tuffo dal palco” o la “doccia tiepida”. Si tratta di espedienti molto utili e capaci di stimolare e sviluppare negli studenti il senso di appartenenza alla comunità ma soprattutto l’autostima, la capacità di credere in se stessi.
La felicità non è un soffio o un momento: è il prodotto di una scelta lungimirante fatta pensando alla comunità e al futuro. Perché è vero che la felicità si percepisce individualmente, ma si deve ricercare insieme.
Di seguito il video di learning world che spiega nel dettaglio cosa significa un’Educazione Positiva, un’educazione alla Felicità.
Fonti:
http://www.ilquotidianodellapa.it/_contents/news/2014/luglio/1404573626413.html
* La buona notizia del venerdì: Una “triste storia” che triste non è… anzi!
.
Questa “triste storia” è la storia di Andy Foster, ragazzo autistico di Manchester.
Da tre settimane lavora in un ristorante della città (“Grenache”) e, a volte, troppo spesso, è vittima di alcuni comportamenti assurdi e stupidi di alcuni clienti del locale. Lavora con impegno e professionalità, porta i piatti, pulisce i tavoli. Fa quello che fanno tutti i camerieri.
Mike, il proprietario del ristorante, spiega che a volte “I clienti sembrano avere un problema con lui anche se il servizio è buono”. Altri non vogliono proprio farsi servire da Andy o addirittura chiedono “Perché lo fate lavorare?” .
Il comportamento di questi clienti ha ferito molto profondamente Andy; Mike e la moglie hanno cercato di fargli capire che non era colpa sua.
Così un giorno il proprietario ha deciso di scrivere su Facebook un post in cui invitava tutti i clienti che non volevano farsi servire da Andy di non prenotare nel suo locale.
Nel post scrive:
“Nel nostro ristorante assumiamo persone in base all’esperienza, alla conoscenza e alla passione che hanno per il lavoro. Non assumiamo in base al colore della loro pelle o in base al loro aspetto fisico. Non ci importa se hanno tatuaggi, non ci interessa la taglia che portano, la loro religione o le loro infermità. Se a te importa, allora per favore non prenotare un tavolo al nostro ristorante. Non meriti il nostro tempo, il nostro sforzo o rispetto!”.
Parole forti, ma giuste.
E Mike aggiunge: “Tutto quello che ci interessa è avere qualcuno con entusiasmo e passione, il resto possiamo insegnarlo”.
La storia di Andy è una storia intrisa di stereotipi e pregiudizi.
Questa storia ci dà inoltre una grande lezione di dignità e ci ricorda che abbiamo bisogno di più inclusione e meno discriminazione.
Senza alcun dubbio.
Secondo me non è una “storia triste”…
Sono tristi le persone con i pregiudizi!
Questa storia parla di sensibilità (Mike e la moglie), perseveranza, impegno e riscatto (Andy) e speranza che le cose possano cambiare!
Alla fine posso provare solo pena per quei poveracci che hanno da ridire su Andy…
Chi vede tutti gli esseri nel suo stesso Sé,
ed il suo Sé in tutti gli esseri,
perde ogni paura.
(Isa Upanishad)
https://ilbuongiorno.it/…/8059-non-vogliono-farsi-servire-d…































