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* La buona notizia del venerdì: Le nonne sono indispensabili anche nel regno animale

Le nonne orca vivono a lungo per proteggere e accudire i loro nipoti. 

 

Uno studio ha scoperto che le orche femmina non più fertili giocano un ruolo importante e benefico sulle possibilità di sopravvivenza dei loro nipoti.

Queste femmine anziane, senza figli piccoli propri, sono libere di concentrare tempo e risorse sull’ultima generazione, evitando anche conflitti riproduttivi con le altre femmine ancora fertili

Le orche riescono a vivere fino a 90 anni, superando di gran lunga l’età riproduttiva e la menopausa. Un piccolo mistero su cui gli scienziati si interrogano da anni, ma adesso un nuovo studio ci svela come ciò sia possibile.

La ricerca pubblicata su PNAS è basata sull’analisi di dati raccolti in trent’anni in popolazioni di orche che vivono nel nord ovest del Pacifico.

Gli scienziati hanno notato che le giovani orche che hanno la fortuna di avere le nonne hanno più probabilità di sopravvivenza rispetto a quelle senza; inoltre il rischio di morte delle orche aumenta drasticamente dopo quella della nonna stessa.
Come sappiamo, quella delle orche è
una società matriarcale ed è probabile, secondo gli esperti, che le cosiddette balene assassine portino con sé conoscenze cruciali sulle risorse alimentari che possono influenzare la vita o la morte dei loro parenti.

Quindi in pratica le nonne, ovvero le orche che hanno superato l’età riproduttiva, assicurano una migliore sopravvivenza per i loro nipoti.

Se la vita media di un maschio d’orca si aggira intorno ai trent’anni, le femmine sono fertili fino ai trenta-quarant’anni circa, ma vivono anche fino ai 90 anni.

Sono una delle quattro specie al mondo, insieme a essere umano, narvalo, beluga e globicefalo di Gray, ad andare in menopausa. Ed è per questo che da tempo si studia il loro comportamento.

Il nuovo studio pubblicato da PNAS è basato sui dati raccolti su due popolazioni (gruppi di diversi pod) di orche residenti al largo della costa canadese e statunitense del Pacifico nord-occidentale.

Come si legge nella ricerca, è stato analizzato il tasso di sopravvivenza di 378 nipoti di orche, notando che le possibilità di sopravvivenza fossero maggiori quando era presente una nonna. Monitorando anche l’abbondanza di salmone, l’impatto della morte di una nonna era maggiore nei periodi di scarsità.

La morte di una nonna può avere ripercussioni importanti per il suo gruppo familiare, e questo potrebbe rivelarsi una considerazione importante quando si valuta il futuro di queste popolazioni”, dicono gli esperti.

Ma non solo, se le orche continuassero a riprodursi non sarebbero in grado di offrire lo stesso supporto alla discendenza, ciò significa che l’evoluzione della menopausa ha aumentato la capacità della nonna di aiutare i nipoti.

La morte di una matriarca può avere importanti ripercussioni sul suo gruppo familiare, e questo è particolarmente importante quando si considera il futuro delle popolazioni di orche. Man mano che continuano a diminuire le popolazioni di salmone, le nonne diventano sempre più importanti per le popolazioni di questo cetaceo”, spiega Dan Franks, ricercatore dell’Università di York e co-autore dello studio.

Nel regno animale il matriarcato è predominante e vige una gerarchia molto ben strutturata nel gruppo familiare.

Gli Elefanti, i lupi, le orche, i lemuri, i bonobo, le iene, le api, le formiche, le manguste suricato…

Quello del maschio alfa è un mito da sfatare.

E la nostra società avrebbe molto da imparare dagli animali quanto a rispetto e ruolo delle «femmine»

sebben che sono femmine…

fonti:

https://www.greenme.it/informarsi/animali/orche-nonne-nipoti/?fbclid=IwAR39L69QJhnGdwJXm0mKNIooOyKnu_vyCJ53iPDoxNLgzruan4tW56gAf

https://www.pnas.org/content/116/52/26669

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* La buona notizia del venerdì: Generazione Bellezza:Il piccolo borgo antico, Solomeo: la bellezza secondo Brunello Cucinelli.

Il piccolo borgo antico, Solomeo: la bellezza secondo Brunello Cucinelli.

Il re del cashmere ha realizzato il suo sogno di fare di Solomeo un borgo dello spirito, con la sistemazione, dopo quella del paese del ‘300, della sua periferia.

Una periferia “amabile”, come lui la definisce, dove ora sorge una cantina in mezzo a filari di cipressi, viti, olivi, alberi di frutta e campi coltivati in solchi dritti, come gli ha insegnato suo padre. Dritti come devono essere educate le persone, nel perseguire i propri sogni con determinazione ed onestà. E dritti perché “sono più belli”.

Esempi dei tanti insegnamenti di quel padre, ancora gagliardo ultranovantenne, a cui Brunello Cucinelli si ispira, pur avendo scelto una strada diversa da quella del contadino, grazie all’intuizione di produrre il cashmere per prodotti di alta qualità, con stili e colori inusuali.

In quella periferia sorge anche il monumento, circolare come il mondo, che reca la scritta “Tributo alla Dignità dell’Uomo”. Questa è la “periferia amabile”, secondo Brunello Cucinelli. Una periferia dove i vecchi capannoni inutilizzati sono stati acquistati per essere abbattuti e lasciare spazio ai campi. Così precisi da sembrare quasi un’oasi artificiale, tra la pur bella campagna delle colline che dominano il paesaggio da Perugia a Castel Rigone, dove Cucinelli è nato.

Così come tanto perfetto appare, soprattutto agli occhi degli ammirati ospiti americani e giapponesi, il borgo di Solomeo, con il suo castello, le stradine ricoperte da impeccabili mattoni in cotto, il Bosco della Spiritualità dove meditare, la chiesa di San Bartolomeo riedificata nel XX secolo, il Teatro, tempio laico di Salomone dedicato alle arti.

Cucinelli racconta la sua storia e il suo sogno diventato realtà.

Ho fatto un accordo con l’Amico mio lassù – svela – al massimo mi costerà restaurare un convento in più”. Una terrazza da cui si può ammirare il Creato che Cucinelli si sente chiamato a custodire. “E quando non ci sarò più – avverte – verrò giù a controllare e se non si mantiene bene sono cavoli vostri”.

Lui ha contribuito da imprenditore di successo. Ma invita tutti a fare la propria parte, come la pensionata che ha donato 9 euro dei 520 che percepisce di pensione.

Produrre il cashmere in un modo nuovo. Farlo da imprenditore umanista. Farlo in un luogo bello fin quasi alla perfezione, qual è diventato Solomeo.

Era il progetto di vita che avevo scelto” afferma Cucinelli. Perché la sua azienda e il borgo che ha scelto a sua immagine (oltre che come principale luogo di produzione) sono indissolubilmente legati.

Nei suoi capi, oltre alla qualità dei tessuti ed allo stile made in Italy, Cucinelli “vende” anche Solomeo, l’Italia dei piccoli borghi. Nei quali lui ha portato Aristotele, Marco Aurelio, Confucio, Kant.

Perché Solomeo è oggi il piccolo borgo antico secondo Cucinelli. Uno spicchio di Umbria autentica diventata mondo ideale. Un borgo dal quale oggi ancor più di ieri – grazie alle tecnologie – si può andare alla conquista del mondo, come ha fatto il marchio Brunello Cucinelli.

Un sogno, una storia di successo irripetibile? Se lo chiedono la gran parte dei visitatori, anche di tre imprese giapponesi venuti a prendere idee. Brunello Cucinelli è convinto di sì.

E per dimostrarlo, continua a raccontare la sua storia. Nonostante qualche disturbo dall’Umbria reale.

Sotto forma, stavolta, di un contadino che ha deciso di azionare la falciatrice a motore.

BRUNELLO CUCCINELLI

Il borgo umbro ospita la Scuola di Arti e Mestieri, creata con la volontà di trasmettere alle giovani generazioni l’importanza del patrimonio artigianale e della creatività manuale.

Nell’acropoli di Solomeo trova sede la Scuola di Arti e Mestieri, nata con l’intento di restituire dignità alle antiche professioni delle mani sapienti e ridare ai giovani di oggi la fiducia nei confronti dell’artigianato.

La Scuola offre agli alunni corsi di Modelleria e Sartoria femminile, di Taglio e Sartoria maschile, di Rammendo e Rimaglio, di Orticoltura e Giardinaggio e di Arti Murarie.

http://www.solomeo.it/it/

https://www.raiplay.it/programmi/generazionebellezza

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* La buona notizia del venerdì: Il re del Butan chiede un regalo di compleanno speciale ai suoi cittadini!Non i soliti regali, ma qualcosa che faccia bene al Paese, all’ambiente e gli animali, e anche al cuore.

  

Adottare un cane o piantare un albero,

il regalo di compleanno per il re chiesto a ogni famiglia del Buthan

Non i soliti regali, ma qualcosa che faccia bene al Paese, all’ambiente e gli animali, ma anche al cuore. Per il 40esimo compleanno del re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, il Primo Ministro del Bhutan Lotay Tshering ha chiesto ai cittadini di adottare un cane randagio, piantare un albero o ripulire i rifiuti del quartiere.

Lo scorso 21 febbraio, il re ha compiuto quarant’anni. Nella giornata di festa, negli anni scorsi, ogni famiglia portava fiori e omaggi al sovrano, ma questa volta le cose sono andate diversamente perché, il primo ministro, proprio sui social ha voluto lanciare una bellissima iniziativa.

Invece di fare regali al re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, ha chiesto alle persone di fare qualcosa per il proprio paese che come tanti si trova a combattere contro il randagismo e l’inquinamento. Allora, perché invece di regale fiori o altri oggetti inutili, non pensare a qualcosa che possa davvero portare un cambiamento concreto?

Mentre il re si è impegnato a sostenere programmi nel settore dell’economia, dell’istruzione, della salute e della tecnologia, il primo ministro Lotay Tshering ha chiesto uno sforzo individuale, convinto che ognuno possa contribuire a fare la differenza.

Sui social ha annunciato che come regalo di compleanno per il re, ognuno avrebbe potuto piantare un albero e curarlo, adottare un cane randagio o impegnarsi nella gestione dei rifiuti nel proprio quartiere.

Questo impegno personale, sarebbe il miglior regalo per Sua Maestà”, dice il primo ministro.

Come sappiamo, il Bhutan ha un numero elevatissimo di cani randagi, da luglio scorso sono in atto misure e provvedimenti per incoraggiare l’opinione pubblica all’adozione, così da togliere dalla strada o dai canili, questi animali.

Il piccolo paese himalayano, conosciuto anche come il più felice dell’Asia, cerca dunque di fare un passo in più e speriamo che anche altri paesi seguano a ruota l’esempio.

Proprio nel Bhutan, da anni, è stato costituito l’acronimo FIL (Felicità Interna Lorda) che è praticamente uno degli obiettivi del Regno. Meditazione, preghiere e felicità per i bambini delle scuole che formano bambini sani, intellettuali e di valore che saranno cittadini produttivi e felici.

La Positive Education è un modello di insegnamento basato sulla sinergia esistente tra le emozioni positive e l’apprendimento. I risultati che si ottengono sono misurabili in termini di performance scolastiche, di benessere psico-fisico e di determinazione a voler conseguire gli obiettivi prefissati. L’efficacia di queste metodologie ha un riscontro scientifico supportato da numerose ricerche e studi a dimostrazione di quanto la positività abbia un ruolo reale all’interno della società.

La Scuola di Palo Alto, annoverata da anni tra le Business School più accreditate del’Asia, è una realtà unica nel suo genere. All’ampio catalogo di corsi, affianca un ricco ventaglio di action learning non convenzionale e una brillante attività editoriale che pubblica successi sui grandi temi del management, della crescita personale, del business.

 

Fonte:

Prime Minister’s Office – PMO Bhutan/Facebook

A scuola di felicità a Palo Alto

 

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* La buona notizia del venerdì: Il cervello batte Hal

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Uno dei massimi istituti giapponesi di ricerca scientifica, il Riken – Advanced Institute for Computational Science – ha recentemente programmato un supercomputer servendosi di un software open source NestNeural Simulation Tecnology – al fine di simulare il funzionamento di una rete di 1,73 miliardi di neuroni connessi tra loro da 10,4 trilioni di sinapsi.

L’obiettivo dell’esperimento era quello di valutare i limiti dell’attuale  capacità di simulazione dell’attività di una struttura biologica grande circa 2 volte meno di un cervello umano. Al tempo stesso si misurava la capacità di calcolo del supercomputer Kei,uno dei computer più moderni e potenti al mondo, dotato di 705.024 processori  per circa 1,5 milioni di gigabytes di Ram.

Il computer, il cui nome deriva dalla parola giapponese kei (che vuol dire “10 biliardi”),  è stato prodotto dalla Fujitsu per conto dell’Istituto Riken a Kobe in Giappone. Nel Novembre 2011 è stato il primo congegno al mondo a superare la soglia dei 10 petaflops (Floating Point Operations Per Second), ovvero dei 10 biliardi di calcoli al secondo a cui deve il suo nome. Il supercomputer ha raggiunto comunque una completa operatività solo  verso la fine del 2012.

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Malgrado le sue eccezionali capacità (qualcuno l’ha persino paragonato a un embrione di Hal, il supercomputer di 2001 Odissea nello spazio), però, Kei ha impiegato 40 minuti per riprodurre l’uno per cento delle attività che un cervello umano svolge comunemente in un secondo.

Buon vecchio cervello!

Nonostante sia un modello di almeno 35 mila anni fa – o più, secondo diverse stime – rimane sempre il più veloce; oltre ad essere estremamente piccolo e leggero, naturalmente.

Eppure nessuno se ne rende pienamente conto di questa fantastica, continua attività del nostro cervello; nessuno riesce a credere che il supercomputer sia – per ora almeno – così al di sotto delle quotidiane prestazioni di un encefalo umano.

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Proviamo allora a pensare come la nostra vita, in ogni istante, sia mediata dalle informazioni che gli organi di senso inviano al cervello e che questo elabora in microsecondi operando confronti con miliardi di dati in memoria e generando processi associativi che attivano milioni di automatismi. Così, per esempio, guidiamo l’auto ascoltando la radio o conversando con gli altri passeggeri, riuscendo a seguire un percorso prestabilito nella mente e a riconoscere i punti di riferimento – cartelli stradali, imbocchi di autostrade, rotatorie ecc. – utili per svoltare o cambiare strada al momento giusto; e siamo anche capaci di reagire con estrema prontezza ad eventuali anomalie del traffico, evitare un altro veicolo, frenare per un ostacolo improvviso, accorgerci di un autovelox  e – persino! – di ammirare e commentare il paesaggio.

Così un odore percepito per caso, in strada, mentre camminiamo di fretta, o un cambiamento della luce del giorno attraverso la finestra dell’ufficio, mentre siamo immersi nel lavoro, d’improvviso ci proietta in lontani ricordi, in mondi assai diversi e remoti, colmandoci di emozioni forti e del tutto impreviste. E riviviamo un luogo dell’infanzia o una persona cara che non c’è più, con una incredibile ricchezza di immagini, con un così grande dettaglio di particolari che mai avremmo detto, che non sapevamo proprio di possedere; e con un imbarazzante nodo alla gola .

Questo perché pare che l’encefalo umano lavori a oltre 38 petaflops, valore tuttora leggendario per i supercomputer. 

Molecular Thoughts

Buon vecchio cervello, sei sempre il migliore.

Il cervello è un mezzo, è una parte della materia che la Coscienza plasma per esprimere la propria volontà.

Il motore primario è la Coscienza.

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* La buona notizia del venerdì: Sebben che siamo donne: Fabiola Gianotti ottiene il secondo mandato alla guida del Cern: è la prima volta

È la prima volta di una riconferma, non prevista finora nello statuto del Cern.

La scienziata è direttore generale dal 2016.

Nel 2012 il Time l’ha inserita al quinto posto nella lista delle persone dell’anno

 

Nata a Roma 59 anni fa, Fabiola Gianotti ha studiato Fisica con un dottorato di ricerca in fisica sperimentale subnucleare e, in seguito, è stata borsista Infn.

La scienziata è stata fra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, la particella che dà massa a tutto ciò che ci circonda, esseri umani compresi.

Una scoperta premiata con il Nobel per la Fisica nel 2013 ai fisici Peter Higgs e François Englert.

Fabiola Gianotti è approdata al Cern, il centro di ricerche basato a Ginevra, nel 1987 e dal 1994 è stata fisico di ricerca nel Physics Department. Si è occupata della ricerca e dello sviluppo così come della costruzione di rivelatori, e di sviluppo di software e di analisi di dati. Tra gli esperimenti cui ha lavorato negli anni al Cern: Ua2, Aleph e Atlas, di cui è stata coordinatore internazionale dal 2009 al 2013.

Nel 2012 la rivista Time la inserisce al quinto posto nella lista delle persone dell’anno: è l’anno in cui Fabiola Gianotti ha annunciato la scoperta da Nobel del bosone di Higgs.

Nello stesso anno riceve l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, mentre il Comune di Milano le conferisce l’Ambrogino d’Oro.

Dal 2013 lascia la carica di portavoce dell’esperimento Atlas e viene nominata professore onorario all’Università di Edimburgo. Nello stesso anno il professor Higgs, in occasione dell’assegnazione del premio Nobel per la fisica, la vuole al suo fianco per la cerimonia.

Un altro prestigioso riconoscimento è la presenza del suo nome nell’elenco delle cento donne più potenti al mondo stilato ogni anno dalla rivista Forbes: Fabiola Gianotti è al 78esimo posto nella classifica che conta sono due italiane.

Nel 2016 inizia ufficialmente il mandato alla guida del laboratorio internazionale di Ginevra, il cui rinnovo non era affatto scontato.

Fabiola Gianotti è stata la terza italiana (la prima donna) chiamata a dirigere il Cern, dopo Carlo Rubbia, in carica dal 1989 al 1994, e Luciano Maiani, in carica dal 1999 al 2003.

fonte:https://www.repubblica.it/scienze/2019/11/06/news/fabiola_gianotti_riconfermata_alla_guida_del_cern-240374844/

Sebben che siamo donne!

https://lauracarpi.wordpress.com/2014/11/07/la-buona-notizia-del-venerdi-fabiola-gianotti-e-la-prima-donna-direttore-generale-del-cern/

https://lauracarpi.wordpress.com/2016/06/17/la-buona-notizia-del-venerdi-sebben-che-siamo-donne-premiate-negli-usa-le-ricercatrici-italiane/

https://lauracarpi.wordpress.com/2015/10/28/sebben-che-siamo-donne-2/

https://lauracarpi.wordpress.com/2013/09/04/sebben-che-siamo-donne/

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* La buona notizia del venerdì: Cè chi lo fa già … questo è solo l’inizio di un lunghissimo elenco…

Una notizia può far cambiare il mondo? Una notizia dà lo spunto per iniziare a cambiare? Una notizia mostra quale è la strada che si può seguire? Una notizia può farci sentire soli o no?

Siamo immersi in una corrente di notizie comunque e spesso travolti tanto da entrare in confusione.

Ci sono buone e cattive notizie, ma è sempre un punto di vista.

Si tratta di sceglier secondo il nostro personale. Una notizia non è mai oggettiva, è buona o cattiva secondo il mio punto di vista.

Le notizie che io metto in evidenza tutti i venerdì per me sono BUONE.

Sono una mia scelta. Sono uno spunto per chi le condivide.

Oggi lo spunto è l’AMBIENTE !

Per me ambiente è lo spazio in cui esisto, a cominciare dalla mia casa, dal mio condominio, dalla mia piazza, dalla città in cui abito, dalla regione e dalla nazione, ,dall’aria che respiro, dal suolo che calpesto, dall’acqua che bevo, dal mare che navigo…

Insomma è il Pianeta che mi ospita. E ci tengo a che sia il migliore, per me e per tutta l’umanità!

Migliore vuol dire per me la migliore qualità di vita per me e per tutta l’umanità. E per tutto ciò che vivo!

Ho voluto fare una ricerca tra le notizie per trovare altri che la pensano come me.. e quanti ne ho trovati che pensano e fanno!

Siamo tanti ad amare e  rispettare l’ambiente…con l’esempio si può fare molto.

Questo è solo l’inizio di un lunghissimo elenco che sono certa non avrà mai fine…

…e prendete spunto eh!

 

La bella iniziativa di un pensionato siciliano per liberare la spiaggia dai mozziconi di sigaretta

https://www.nonsprecare.it/smaltimento-mozziconi-sigarette-iniziativa-pensionato-siciliano-spiaggia-lido-noto?fbclid=IwAR1UiyAJTMddld38iVzgNCWhK7Cjsl78mQed7SM334WaNIuwUWIQY8WAYqc

Grande Bellezza a Roma: adesso ci pensano i cittadini. Adottano giardini, puliscono le strade e non sprecano

https://www.nonsprecare.it/decoro-urbano-roma-cittadini-associazioni-pulizia-citta

Plogging: ripulire l’ambiente di corsa

https://i404.it/attualita/ambiente/plogging-ripulire-ambiente-correndo/

Questo cane raccoglie la spazzatura che trova abbandonata e fa la differenziata

https://www.greenme.it/abitare/cani-gatti-e-co/cane-raccoglie-spazzatura/?fbclid=IwAR03W-obDHUcvAJJji4ceQSkSX1N0Z3au8WvvD3dEyD9KYbbaJTZZnGD6Fk

#Trashtag challenge: come ti ripulisco la spiaggia e partecipo ad una sfida social

https://i404.it/attualita/ambiente/trashtag-challenge/

Il volontariato che aiuta l’ambiente!

https://www.lunaria.org/campo-di-volontariato-ambiente/

Lasciano il lavoro per ripulire le spiagge dai rifiuti e piantare alberi: in viaggio con Valentina ed Edoardo

https://www.terranuova.it/News/Stili-di-vita/Lasciano-il-lavoro-per-ripulire-le-spiagge-dai-rifiuti-e-piantare-alberi-in-viaggio-con-Valentina-ed-Edoardo

Scendi in strada a pulire il tuo quartiere ( e le tue spiagge)

Clean up the world*Puliamo il mondo*OggiRaccolgoIo*FebbraioPulito*Tour Spiagge #Plasticfree 2019

https://www.ohga.it/scendi-in-strada-a-pulire-il-tuo-quartiere-e-le-tue-spiagge/

Dipendenti Enel ripuliscono il parco dell’Argingrosso

https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/enel-pulizia-parco-1.4538824

Hong Kong, dopo la protesta due milioni di persone ripuliscono le strade

https://www.teleambiente.it/hong_kong_manifestanti_puliscono_dopo_protesta_estradizione/

DAL MARE PER IL MARE’: IL 10 MARZO LA PIÙ GRANDE INIZIATIVA CONGIUNTA DI PULIZIA DEL LITORALE

https://www.clarambiente.it/news/dal-mare-per-il-mare-il-10-marzo-la-piu-grande-iniziativa-congiunta-di-pulizia-del-litorale/

La ‘Classe 1972’ ripulisce l’ambiente con una “passeggiata ecologica”

https://tuttoggi.info/la-classe-1972-ripulisce-lambiente-passeggiata-ecologica/448818/

Bambini costruiscono casette con materiali riciclati per i cani di strada

https://curiosandosimpara.com/2019/07/01/dei-bambini-hanno-costruito-delle-casette-con-materiali-riciclati-per-i-cani-di-strada-e-il-mondo-intero-li-sta-applaudendo/?fbclid=IwAR0pdiUXlL7y-uBrBbALqg1ZDVP9vT3q7Eb-3KlGdvhqitmQG1VuDVSyMSc

A Treviso la tassa sulla spazzatura è la più bassa d’Italia. Costa la metà. La differenziata è all’85 per cento, e la città è uno specchio. Come mai?

https://www.nonsprecare.it/modello-treviso-raccolta-differenziata?fbclid=IwAR2OrUXvkZMWnPkuJ2Qv-wHwnA6Ydids6esqxXIAjyzsuTd0UymBEF381lQ

Via la plastica monouso dagli scaffali! I supermercati anticipano il divieto europeo di messa al bando delle stoviglie usa e getta

https://www.greenme.it/informarsi/rifiuti-e-riciclaggio/via-la-plastica-monouso-dagli-scaffali-i-supermercati-anticipano-il-divieto-europeo-di-messa-al-bando-delle-stoviglie-usa-e-getta/?fbclid=IwAR3F7b12CRDx62TB6OvEhOqEY4No_rLCrom-poMWNF-CM3n_9R9k0E-Ca8o

Combattono l’inquinamento creando posti di lavoro

https://www.facebook.com/watch/?v=2368842956470698

Questi 633 sub hanno scritto la storia effettuando la più grande pulizia subacquea mai vista

https://www.curioctopus.it/read/21898/questi-633-sub-hanno-scritto-la-storia-effettuando-la-piu-grande-pulizia-subacquea-mai-vista?fbclid=IwAR0KU7_rBWlA4eSilKP9s4lVLPPMgovrnQwl8CV7EviH1aiQN3JNBDuPHJU

https://www.curioctopus.it/read/17890/11-storie-di-persone-che-hanno-fatto-qualcosa-di-concreto-per-il-nostro-pianeta

La pensionata giardiniera: a Bari ai fiori nelle aiuole ci pensa Immacolata, 75 anni

https://www.nonsprecare.it/aiuole-curate-dai-cittadini?fbclid=IwAR3eO1_fvOaO-UINOPtG6qYOKkUOvX52o__hOwkRR122E1JvFGkS_jU-BLY

Cina, nasce la prima città foresta:il progetto è Made in Italy

https://www.ilmessaggero.it/societa/piaceri/cina_citta_foresta_made_in_italy-2523528.html?fbclid=IwAR3P2JpnXELmAtX5kDsEWCvpalLGoHdJfSKBPj-OuVyFDiKCEniDIL0nWjc

Ice on fire: il nuovo documentario di DiCaprio che ci mostra le soluzioni per salvare il Pianeta

https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/ice-on-fire-dicaprio/?fbclid=IwAR20p7fSv4Qv3k-boaI6pLG-cudPQmHyP–6R6r8ogobN24dhWa1UDdclJM

Questi pensionati si incontrano ogni domenica per pulire insieme la loro città

https://www.greenme.it/informarsi/citta/pulire-la-citta/?fbclid=IwAR3AyMyFlSokdqS02bt98m7LR14ExnoTNGaan-ftFEirvX-t6kELIQm2v_g

A Firenze puoi piantare un albero e dedicarlo a chi ami

https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/pianta-albero-dedica-firenze/?fbclid=IwAR1zq8DXiwj2xSl0rfPYdExJa0l_HcGMU5GWYV1QYDxBUnddgpF3C63-QRc

PIANTA UN ALBERO Lo puoi fare on line

https://www.treedom.net/it/plant-a-tree?fbclid=IwAR2ns6YPhWg5HDj37t4dmeeKDc5cPaXfDCN_7X7KeYmupHIIO_rTVUqohC8

 

Sii tu il cambiamento che vuoi nel mondo

 

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* La buona notizia del venerdì: Per la prima volta una donna vince il premio Abel, il ‘Nobel’ della matematica

La matematica finalmente è donna!

 

Dopo 18 anni dalla sua istituzione, il premio Abel, uno dei più prestigiosi riconoscimenti in ambito matematico, noto anche come Nobel per la matematica, viene assegnato a una donna. Lei è la statunitense Karen Uhlenbeck, conosciuta per i suoi contributi nel calcolo delle variazioni, e oggi sancisce il diritto alla parità di genere anche nelle discipline scientifiche.

Non tutti sanno che il premio dedicato alla matematica non porta il nome di Nobel (il premio Nobel alla matematica, di fatto, non esiste), di contro le assegnazioni dedicate a questa disciplina sono ben 45 in tutto il mondo. La più celebre è la medaglia Fields, istituita nel 1926 e massima onoreficenza per i matematici di età inferiore ai 40 anni.

L’anno scorso ha visto tra i vincitori anche l’italiano 34enne Alessio Figalli. Insieme alla medaglia Fields, proprio il premio Abel è uno dei riconoscimenti più importanti. E se il premio Fields si è tinto di rosa solo nel 2017 con l’iraniana Maryam Mirzakhani, quello Abel era rimasto ancora di “dominio maschile”.

A partire dal 2003, il premio Abel è assegnato annualmente dal re di Norvegia a un importante matematico straniero. Comprende anche un contributo in denaro di 6 milioni di corone norvegesi, pari a circa 620mila euro.

Karen Uhlenbeck, la prima donna a essere premiata

Karen Uhlenbeck è professoressa alla University of Texas di Austin e svolge attività di ricerca alla Princeton University e all’Institute for advanced study, dove ha contribuito a fondare il Park city mathematics institute, un centro di formazione per i giovani ricercatori. 

Nel 1990 è stata la seconda donna della storia a tenere una conferenza plenaria al Congresso internazionale dei matematici che si teneva a Kyoto.

Secondo le motivazioni dell’Accademia norvegese di Scienze e lettere, Karen Uhlenbeck è stata scelta “per i suoi risultati pionieristici nelle equazioni differenziali alle derivate parziali in geometria, nella teoria dei gauge e nei sistemi integrabili, e per l’impatto fondamentale del suo lavoro sull’analisi, la geometria e la fisica matematica”.

I suoi studi sono alla base di molte materie, dalle teoria delle stringhe alla geometria dello spazio-tempo.

Uno dei suoi contributi più celebri riguarda le teorie di gauge, una classe di teorie di campo (in fisica, una grandezza esprimibile come funzione della posizione nello spazio e del tempo) basate sull’ipotesi che alcune simmetrie, cioè la proprietà dei fenomeni fisici di ripetersi identici nello spazio e nel tempo, siano possibili non solo globalmente ma anche localmente.

Le teorie di gauge sono alla base di gran parte della fisica teorica moderna e costituiscono il fondamento nella ricerca della fisica delle particelle, della relatività e della teoria delle stringhe. Inoltre, altri contributi significativi della Uhlenbeck riguardano gli studi sul calcolo delle variazioni, che si occupa della ricerca dei punti minimi e massimi di una data funzione o di un’entità matematica.

Il re di Norvegia Harald V consegnerà a Karen Uhlenbeck il premio Abel il 21 maggio a Oslo. 

https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/30935-premio-abel-donna?fbclid=IwAR2YR_xmY7WHdtgIQR00inFykzrGXwTyu8BwcT8W2zdsbEFQLoLJLmSavY0

sebben che siamo donne…

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* L’estate di San Martino dura almeno tre giorni! Quest’anno di più!

L’11 Novembre si celebra San Martino, patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni, nonché protettore di albergatori, cavalieri, fanteria, mendicanti, sarti, sinistrati, vendemmiatori e forestieri.

La leggenda vuole che proprio in concomitanza di questa data l’Italia, ma anche parte dell’Europa, viva la cosiddetta Estate di San Martino, un periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore.

La leggenda del mantello di San Martino è molto antica e non si sa quando sia stata associata dalla memoria popolare e contadina al bel periodo che caratterizza la seconda decade di novembre che noi chiamiamo Estate di San Martino mentre nei Paesi anglosassoni viene definita Indian Summer: Estate Indiana.

E in alcune lingue slave, tra le quali il russo, è denominata “ Bab’ e Leto”, “ Estate delle Nonne”

L’espressione “estate indiana” fa riferimento alla storia dei nativi che un tempo approfittavano di questo particolare periodo per terminare la raccolta prima del sopraggiungere dell’inverno.
Sia come sia San Martino e l’Estate Indiana vengono festeggiate a partire dall’11 novembre e per tre o quattro giorni.

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Martino di Tours nacque a Candes-Saint-Martin il 316 o 317 e fu così chiamato dal padre, importate ufficiale dell’Esercito romano, in onore di Marte, il dio della Guerra. Da adolescente si trasferì con la famiglia a Pavia ove all’età di 15 anni si arruolo nell’esercito. Mandato in Gallia conobbe il Cristianesimo tant’è che si congedò dalle armi divenendo monaco nella regione di Poitiers.

Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che diverrà l’episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall’iconografia .

Si narra infatti che quando si trovava alle porte della città di Amiens, in una giornata di pioggia, vento e gelo con i suoi soldati, incontrò un mendicante seminudo. D’impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante.

Martino, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cadeva più forte che mai. Ma fatti pochi passi ecco che smise di piovere ed il vento si calmò. Di lì a poco le nubi si diradarono, il cielo divenne sereno e l’aria si fece mite. Il sole cominciò a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello.

Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.

Sebbene l’Estate di San Martino rimanga una leggenda popolare, essa trova tuttavia un reale riscontro fisico.

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar; 

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar


tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Giosuè Carducci

 

Ma qui ad Ostia c’è stato un sole ma un sole che stavamo in camicetta e qualche nordico faceva persino il bagno!

Questa sì che è estate san martinese ?

 

l’estate di San Martino solitamente dura tre giorni ed un pochino. “

 

 

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* La buona notizia del venerdì: Il Giornalismo Costruttivo di Assunta e Silvio che cambia il mondo raccontando che si può

Possiamo come gruppo generare una forma pensiero che possa navigare nel web colorata come infiniti arcobaleni, vibrante di sensazioni ed emozioni, sonora come una orchestra perfettamente accordata…”

https://lauracarpi.wordpress.com/2013/05/27/me-we/

Così cercavo sul web buone notizie, così penso che si può cambiare il mondo, raccontando che si può…

Così ho incontrato Assunta Corbo e il suo blog “ That’s good news “ e subito l’ho trovato in sintonia…

Così ho trovato “ Buone notizie” di Silvio Malvolti...e mi sono piaciute molto le sue buone notizie.costruttive …

Così ho scritto sul mio blog il perchè e la mia prima “ buona notizia del venerdì”…

Era il 27 maggio del 2013.

Oggi Assunta Corbo e Silvio Malvolti sono i coofondatori del Giornalismo Costruttivo…

Ed è il 29 Maggio 2018!

Maggio è il mese delle rose.“ se son rose fioriranno “ diceva mia nonna.

Altrochè! 

Altrochè!

 

E avranno tutti i colori di tutte le buone notizie che cambieranno il mondo!

 

 

 

Il giornalismo costruttivo

Il giornalismo costruttivo (constructive journalism) o giornalismo delle soluzioni (solutions journalism) appartiene al corollario di nuove esperienze legate al mondo dell’informazione. Si basa su di un nuovo approccio che pone maggiore attenzione alle soluzioni, piuttosto che ai problemi descritti nei fatti e nelle storie raccontate.

L’idea di un giornalismo costruttivo nasce dall’esigenza, condivisa da diversi esponenti del mondo dell’informazione, di promuovere una pratica professionale che, pur rimanendo accurata e adeguata agli standard del giornalismo tradizionale, e quindi – laddove necessario – critica e di denuncia, sia impegnata nel riportare informazioni e raccontare storie secondo modalità “costruttive”, ovvero orientate a mettere in luce soluzioni per i problemi denunciati, sensibilizzando e coinvolgendo l’audience attraverso la promozione di un dibattito concreto e propositivo.

Non esiste una versione ufficiale e univoca di giornalismo costruttivo. Per questa ragione esso è costantemente in espansione, nel senso che la sua evoluzione procede di pari passo con lo sviluppo di ricerche e con l’acquisizione di conoscenze sia in ambito accademico sia giornalistico e redazionale. Attualmente attinge da diverse aree metodologiche quali la psicologia positiva, le sue applicazioni e il problem solving, ovvero una metodologia di reporting che permette ai giornalisti e ai professionisti dei media di affrontare attivamente questioni relative al loro pubblico, dai problemi delle comunità locali alle sfide globali.

L’obiettivo è indagare e dare risposte credibili a vari problemi sociali, mettendo in luce il modo in cui le persone stanno lavorando a soluzioni possibili, non concentrandosi solo su cosa può essere fatto, ma dando una particolare rilevanza al come e al perché. Il giornalismo costruttivo intende scavare in profondità nei fatti mostrando angoli e storie che descrivano il mondo in cui viviamo presentando soluzioni ai problemi. Se scritte bene, ovvero senza ingerenze e assoggettamenti, le storie sono un utile strumento per fornire informazioni preziose su come le società possano migliorare il modo di affrontare problemi importanti.

Questa forma di giornalismo nasce in nord Europa dall’incontro di un gruppo di professionisti dell’informazione, riuniti per supportare un uso costruttivo dei media per facilitare e meglio consentire di affrontare sfide sociali, economiche e ambientali.

I recenti casi di cronaca italiana offrono un significativo esempio di come molti giornali insistano nel riportare notizie nefaste ed efferate, insistendo con maniacale accuratezza su dettagli torbidi e riprovevoli, convinti che le vere notizie siano quelle atroci mentre le belle storie – accorpate tutte e indistintamente nella categoria “salvato il gatto dall’albero” – richiedano meno abilità stilistiche e siano meno interessanti.

Ogni giorno siamo così esposti a notizie relative a corruzione e fallimenti delle società e dell’umanità, e mentre un tipo di copertura mediatica critica ha rovesciato presidenti e conservato il potere sotto controllo, diverse ricerche suggeriscono che le notizie “negativamente polarizzate” possono indurre nei lettori un senso di insicurezza e apatia e creare ansia e preoccupazione piuttosto che stimolarli verso atteggiamenti responsabili, contribuendo in questo modo a creare cittadini globali informati.

Sempre più frequentemente però, tanto i professionisti dell’informazione quanto i lettori, sembrano prendere coscienza di quanto il giornalismo tradizionale propenda in maniera preoccupante ed eccessiva nella direzione di una drammatizzazione della realtà, e dunque in questo senso aumentano l’esigenza e la domanda di nuove modalità del fare informazione.

Il giornalismo costruttivo è dunque questo: un modo diverso e possibile di fare del buon giornalismo, reso completo di un dibattito positivo che sia allo stesso tempo critico ma propositivo, e che spinga dunque i fruitori della notizia nella direzione di un cambiamento.

Non solo dunque un giornalismo che dia rilevanza e copertura alle “buone notizie”, quanto piuttosto una nuova attitudine nel modo di scrivere gli articoli, offrendo cioè ai lettori diverse sfumature e prospettive, più orientate alle soluzioni.

 

«Quando scriviamo di qualcosa che funziona accade una cosa bizzarra: le persone lo notano.
Le buone notizie vengono lette fino alla fine, vengono condivise e generano un effetto positivo e di benessere sui social media.
Poi le persone ci scrivono per ringraziarci».

Fonti:

Mark Rice-Oxley, responsabile del progetto di giornalismo costruttivo The Upside di The Guardian

https://lauracarpi.wordpress.com/2013/05/27/me-we/

https://www.facebook.com/search/top/?q=assunta%20corbo

https://giornalismocostruttivo.com/the-guardian-lesperimento-riuscito-di-giornalismo-costruttivo/

https://giornalismocostruttivo.com/il-giornalismo-costruttivo/

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* La buona notizia del venerdì: Sebben che siamo donne: Dopo 149 anni è una donna la direttrice della rivista Nature

 

Magdalena Skipper è la nuova direttrice di Nature,

la prima donna a ricoprire questo incarico in 149 anni di esistenza della rivista

La genetista Magdalena Skipper è la nuova direttrice della rivista scientifica Nature, la prima donna a ricoprire questo incarico nei 149 anni di storia della pubblicazione, una delle più importanti al mondo.

La Skipper era stata finora responsabile di NatureCommunications, una pubblicazione secondaria di Nature Publishing Group.

Annunciando il suo nuovo incarico da direttrice di Nature, ha detto di volere mettere in risalto il lavoro dei ricercatori di nuova generazione, con meno storia accademica alle spalle.

Da quando esiste, Nature ha avuto otto direttori lei compresa : quello uscente si chiama Philip Campbell ed è rimasto in carica per 22 anni.

Philip Campbell, si trasferirà nel nuovo incarico di redattore capo presso l’editore Springer Nature il 1 ° luglio..

L’annuncio arriva dopo un lungo processo di selezione. e sono state valutate diverse personalità all’interno della casa editrice.
Magdalena ha lavorato alle riviste Nature da oltre 15 anni.

Ha iniziato a collaborare con l’editore nel 2001 come redattore di Nature Reviews Genetics, diventando in seguito il caporedattore della rivista.

Durante il suo mandato come redattore capo di Nature, Skipper dice che vuole continuare il lavoro svolto dalla rivista per garantire che i risultati scientifici siano riproducibili e solidi, in particolare nell’era dei big data.

Vorrebbe anche che la natura si concentrasse maggiormente sui giovani ricercatori all’inizio della carriera

“La scienza sta diventando sempre più analiticamente complessa e ricca di dati, quindi c’è una maggiore attenzione ai dati e al calcolo. Abbiamo fatto passi da gigante, “dice Magdalena , aggiungendo che c’è ancora molto lavoro da fare.

Aggiunge che mentre la ricerca si sta evolvendo, lo è anche la divulgazione della ricerca, e spetta agli editori lavorare con gli scienziati per affrontare le sfide che ci attendono.

“La scienza aalla portata di tutti è molto importante”, dice. “Questa è una direzione in cui seguiremo ulteriormente”..

Skipper dice che vuole continuare il lavoro svolto dalla rivista per garantire che i risultati scientifici siano riproducibili e solidi, in particolare nell’era dei big data.

Vorrebbe anche che la natura si concentrasse maggiormente sui giovani ricercatori all’inizio della carriera

“La scienza sta diventando sempre più analiticamente complessa e ricca di dati, quindi c’è una maggiore attenzione ai dati e al calcolo. Abbiamo fatto passi da gigante, “dice Magdalena , aggiungendo che c’è ancora molto lavoro da fare.

Aggiunge che mentre la ricerca si sta evolvendo, lo è anche la divulgazione della ricerca, e spetta agli editori lavorare con gli scienziati per affrontare le sfide che ci attendono.

“La scienza alla portata di tutti è molto importante”, dice. “Questa è una direzione in cui seguiremo ulteriormente”.

Campbell, che ha ricoperto il ruolo per oltre 22 anni, afferma che “non potrebbe essere più contento” dell’incarico alla sua collega.

“So che Nature e la sua squadra editoriale prospereranno sotto la sua guida. È appassionata di scienza e della sua accessibilità , e si è impegnata fortemente con la comunità di ricerca nel corso della sua carriera “, aggiunge.

“Magdalena ha già raggiunto un enorme popolarità in Nature e gode di grande rispetto e ammirazione all’interno dell’organizzazione e nella più ampia comunità scientifica”, afferma Kevin Davies, direttore esecutivo di The CRISPR Journal e fondatore di Nature Genetics.

“È bello vedere una scienziata che finalmente prende il timone di Nature dopo quasi 150 anni. “

Magdalena Skipper ha un dottorato in genetica presso l’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e ha svolto un breve periodo come ricercatrice post-dottorato presso l’Imperial Cancer Research Fund di Londra.

https://www.nature.com/articles/d41586-018-05060-w