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Uffa l’8 marzo!
Mi piacciono le mimose.
Il loro colore giallo dorato e luminoso è l’annuncio della primavera
Non mi piacciono le celebrazioni che accontentano la coscienza di chi di coscienza ne ha poca.
Mi piacciono le mimose.
Il giallo dorato si accende al primo calore del sole di stagione.
Non mi piace che si divida l’umanità in categorie.
Mi piacciono le mimose.
Spontaneamente offrono il loro profumo inebriante.
Non mi piace che si creino delle categorie incasellate per sempre in un luogo senza sfumature.
Mi piacciono le mimose.
I fiori sono soffici, impalpabili eppure consistenti.
Non mi piace che si voglia ricordarmi chi sono e cosa faccio solo un giorno all’anno.
Mi piacciono le mimose.
Mi piacciono tutti i fiori e i loro colori, mi piace la natura che spontaneamente offre colori e profumi da sempre e per sempre.
Mi piace credere che l’umanità intera, pur con le sue diversità,
cammini insieme in armonia
per costruire il futuro.
Ieri, oggi e domani.
opera di Oscar-Claude Monet (1840-1926)
Leggi anche:” non solo mimose”
Hai ricevuto regali che non ti piacciono o non ti servono? Niente paura . Ora c’è il Regifting! E puoi sempre donare a chi non ne ha !
Il primo passo non è il riciclo ma il dono !
Il primo passo non è il riciclo, ma il dono. Gratuito, senza contropartite, a beneficio di chi non ha la stessa nostra fortuna di dare e ricevere doni durante le vacanze di Natale, e non solo. Ma in ogni caso, guai a sprecare i regali di Natale, che spesso finiscono in qualche cassetto e tra i tanti oggetti che abbiamo e non utilizziamo: in America è stato calcolato, per esempio, che sotto l’albero, ogni anno, riceviamo e diamo 35 miliardi di dollari di regali sgraditi. E dunque a fortissimo rischio spreco.
Secondo una ricerca realizzata da Coldiretti/Ixe, quasi un italiano su quattro ricicla i regali di Natale indesiderati. La maggioranza li regala a parenti ed amici ai quali possono tornare utili. Una buona percentuale, circa il 30 per cento, li riporta nel punto vendita in cui sono stati acquistati per effettuare un cambio o richiedere un buono mentre il 29 per cento degli italiani li rivende su Internet. Un ottimo modo quest’ultimo, per trasformare i regali non graditi in una fonte di guadagno e un’ottima occasione per i compratori, per accaparrarsi articoli nuovi a prezzi decisamente interessanti.
Una moda e un fenomeno, il Regifting, in forte crescita nel nostro Paese e una tendenza accelerata dalla sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet grazie ai quali è possibile mostrare il prodotto da rivendere ad un numero molto ampio di persone. Senza contare la possibilità di esporre l’oggetto sui portali specializzati in specifici prodotti o servizi, affinando ancora di più la ricerca dei potenziali acquirenti.
Ecco allora tanti consigli utili per combattere l’affanno dei regali sgraditi (o sbagliati):
- Innanzitutto, quando scartate i regali, evitate di rovinare la confezione originale e richiudetela con cura in modo da non avere problemi al momento di un eventuale cambio presso il punto vendita in cui il prodotto è stato acquistato.
- Se decidete di regalare il dono ricevuto ad un amico o parente che potrebbe apprezzarlo o ritenerlo particolarmente utile, ricordate almeno di sostituire la carta regalo ed eliminare il bigliettino di auguri. E per evitare figuracce, assicuratevi che il destinatario del regalo riciclato non conosca chi vi ha donato l’oggetto indesiderato.
- Se decidete di conservare il dono e rimandare il riciclo all’anno successivo, non dimenticate di attaccare al regalo un post-it con su indicato il nome di chi ve l’ha fatto: eviterete così il tragicomico “riciclo al mittente”.
- Se si tratta di un prodotto con scadenza, controllate bene la data prima di riciclarlo.
- E siccome non sarete i soli da aver ricevuto un regalo sgradito: che ne dite di organizzare una divertente serata in compagnia degli amici in cui scambiarsi i regali desiderati?
- Ricordate che sui social sono tanti i gruppi e le pagine attraverso le quali scambiare o donare gli oggetti e i regali non graditi. Noi vi suggeriamo: Io regalo e Te lo regalo se vieni a prenderlo.
- Non dimenticate la possibilità di donare il regalo in beneficenza: potrete fare felice chi ne ha più bisogno.
- Infine, non sottovalutate il riciclo creativo: come abbiamo visto più volte, basta veramente poco per dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo. Ad esempio, con un pizzico di fantasia, quel maglione che non vi piace può trasformarsi in un caldo cappello invernale o in un originale copritazza fai da te.
In alternativa, ecco alcuni consigli utili per rivendere i regali di Natale su internet:
- Prima di pubblicare il vostro annuncio, fate una ricerca per controllare i prezzi di vendita degli oggetti simili al vostro.
- Descrivete l’oggetto che state mettendo in vendita in maniera accurata: specificate il brand e indicate i dettagli del prodotto, dal colore alle dimensioni fino alle caratteristiche tecniche se si tratta di un prodotto tecnologico.
- Al testo di presentazione del prodotto, associate immagini chiare, specificando bene che si tratta di un oggetto nuovo e mai utilizzato.
- Se possibile, offrite la possibilità di scegliere tra diverse modalità di pagamento.
- Assicuratevi che il prodotto sia ben confezionato prima di procedere con la spedizione e, una volta conclusa la trattativa, non fate aspettare molto l’acquirente.
Fonte: nonsprecare.it
Sebben che siamo donne: Zaha Hadid, quando la visione va oltre l’immaginario e sfida lo spazio convenzionale
La carriera di Zaha Hadid è un esempio di congruenza e determinazione!
Una storia interrotta da una morte prematura a 65 anni nel pieno del suo splendore, tanto che anche dopo la sua scomparsa, i suoi edifici hanno continuato a essere costruiti e le sue opere hanno sollevato polemiche e discussioni.
Nata a Baghdad nel 1950, grazie alla sua famiglia agiata (il padre è un imprenditore edile e politico, la madre un’artista) studia matematica all’Accademia Americana di Beirut e poi, nel 1972 si trasferisce a Londra per proseguire gli studi alla Architectural Association.
Dopo essersi diplomata nel 1977, inizia a lavorare per uno dei suoi insegnanti Rem Koolhaas.
Parallelamente al suo lavoro nello studio OMA fondato a Rotterdam, inizia il suo impegno nell’insegnamento che la porterà a ruoli in prestigiosi istituti, dalla stessa Architectural Association fino a diverse Università americane come Harvard e Yale. Nel frattempo però, nel 1979, torna a Londra e fonda il suo studio di architettura Zaha Hadid Architects.
Nonostante le sue idee siano apprezzate e notate, nonostante vinca diversi concorsi anche importanti, le sue architetture non vengono realizzate. Sono considerate troppo avveniristiche, a volte addirittura irrealizzabili. Questo però non sposta minimamente la sua visione dell’architettura.
E l’incontro con Peter Rice, geniale ingegnere dietro a molti progetti tecnicamente complicati (come il Centre Pompidou e l’Opera House di Sidney ) è stato sicuramente fondamentale.
Il suoi primi edifici realizzati sono del 1993: una residenza a Berlino e la stazione dei pompieri al Vitra Campus.
Zaha Hadid ha 43 anni e da qui inizia una corsa inarrestabile che trasformerà il suo studio in un impero e lei in uno dei nomi più influenti del mondo dell’architettura.
La vera svolta arriva nel 2004 quando diventa la prima donna a vincere il Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura. Ma nelle motivazioni dei giurati non viene sottolineato tanto questo primato, quanto la sua giovane età per quel premio e soprattutto un corpo di opere realizzate relativamente piccolo.
Ma tanto basta, sempre nelle parole della giuria, per riconoscere una visione chiara capace di sfidare le convenzioni e ridisegnare le forme degli edifici.
Dopo quel riconoscimento le commissioni per il suo studio si sono moltiplicate. E con i tanti nuovi lavori anche le critiche: viene accusata di creare architetture più scenografiche che funzionali. Ma è una conseguenza anche per il suo segno di rottura con l’architettura, per la sua continua sfida alle convenzioni che le permette di essere sempre riconoscibile in tutto quello che progetta.
Nel 2010 viene realizzato in Italia il MAXXI, edificio con cui si guadagna lo Stirling Prize. Le critiche sono per uno spazio che non tiene conto delle esigenze dell’arte, ad esempio nel piano terra con pareti curve, una critica che era stata rivolta molti anni prima anche a Frank Lloyd Wright per il Guggenheim di New York.
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Ma il lavoro di Zaha Hadid è una continua sfida al pensiero standard dell’architettura. Sembra quasi prenderci gusto e infatti più le commissioni le permettono di osare, più lei osa, grazie anche ai budget sempre più alti che le vengono messi a disposizione.
Il limite lo raggiungerà per lo stadio delle Olimpiadi di Tokyo 2020, quando il costo previsto per il nuovo stadio nazionale nella capitale giapponese, dopo essere stato ridotto da 3 miliardi di dollari a 1,3, fu considerato comunque troppo eccessivo.
Ma Zaha Hadid se ne era già andata…
Zaha Hadid: opere e architetture
Non solo mimose
Mi piacciono le mimose soprattutto sui loro alberi. Non mi piacciono i fiori recisi.
Mi piacciono tutte le ricorrenze che riguardano l’Essere. Non mi piace che si celebri un Essere per volta.
Mi piace ricordare chi siamo tutti i giorni. Non mi piace solo un giorno e poi più niente per tutto l’anno.
Mi piace festeggiare Essere tutti insieme nel gruppo Umanità!
L’albero della Mimosa
La Mimosa (Acacia dealbata) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Mimosaceae (Fabaceae secondo la classificazione APG). con foglie pennate di colore verde opaco e frutti a legume, nome comune di alcune varietà di acacia coltivate a scopo ornamentale per le caratteristiche infiorescenze a capolini gialli e vellutati.
La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, il fiore dalle palline morbide a grappoli gialle è molto delicato e di breve durata, il suo profumo è inconfondibile, proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa. È una pianta originaria dell’isola di Tasmania in Australia e per le sue meravigliose caratteristiche come pianta ornamentale ha avuto un facile sviluppo in Europa a partire dal XIX secolo dove oggi prospera quasi spontanea.
Nelle sue terre di origine arriva a svilupparsi fino a 30 metri di altezza, mentre da noi non supera i 12 metri. In Italia è molto sviluppata lungo la Riviera ligure in Toscana e in tutto il meridione, ma anche sulle coste dei laghi del nord. È una pianta molto delicata che desidera terreni freschi, ben drenati, tendenzialmente acidi soprattutto per una buona fioritura. Cresce preferibilmente in aree con clima temperato, teme inverni molto rigidi per lungo tempo sotto lo zero che possono provocarne la morte.
Il significato della mimosa per la festa delle donne
La mimosa è simbolo di innocenza, di libertà e nello stesso tempo il suo delicato nasconde forza e vitalità.
L’origine è tutta italiana, quando la partigiana Teresa Mattei decise nel primo dopoguerra di associare un fiore bello, diffuso (poco costoso quindi) e già in fioritura nei giorni intorno all’8 marzo e la scelta ricadde sulla mimosa, come simbolo per la festa della donna.
Si contrappose vincente alla proposta di Luigi Longo (segretario all’epoca del PCI, noto antifascista) che voleva proporre come simbolo per la festa della donna delle violette.
L’idea di trovare un fiore veniva a sua volta dal garofano rosso, simbolo della festa dei lavoratori.
La tradizione della mimosa per l’8 marzo nasce in Italia e resta un simbolo tipicamente solo italiano. l suo dono significa anche che il mondo sarebbe grigio, triste, povero senza la creatività e vitalità femminili.
In Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppure fra i capelli per esibire la loro ideologia.
Diverso significato veniva attribuito alla mimosa dagli indiani d’America; in base ad una vecchia usanza un ramoscello d’acacia era donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore.
Il loro aspetto delicato nasconde forza e vitalità; per questo è simbolo di forza e femminilità
La Mimosa nei sogni non è un’immagine così rara.
Dato che nella nostra cultura è associata all’ 8 marzo, festa della donna, il suo essere presente nei pensieri ed nell’immaginazione collettiva, fa sì che compaia facilmente anche nei sogni.
La mimosa, con la sua fioritura precoce, è un anticipo di primavera e la primavera è l’inizio di un nuovo ciclo naturale che nel sogno rimanda ad una nuova fase della vita.
Preparare dei mazzetti di mimosa è partecipare attivamente di questo cambiamento, favorirlo, esserne consapevoli.
Anche Il colore giallo intenso della mimosa nei sogni va considerato, sia per le sue specifiche qualità simboliche, che per il suo associarsi al 3° chackra, ruota di energia legata alla espressione di se’. Alla capacità e possibilità di avere il proprio spazio nel mondo e di realizzarsi.
Sognare la mimosa può essere, allora, un modo per prendere coscienza di se’ e per accedere al proprio potenziale, oltre a mettere in evidenza i doni della femminilità.
Un segnale di successo e di realizzazione dei propri obiettivi.
Uno stratagemma usato dall‘inconscio per “catturare l’attenzione” del sognatore con la bellezza e la grazia della mimosa nei sogni e riconnetterlo al proprio potere personale.
Come conservare al meglio la Mimosa
La mimosa è un fiore molto delicato ed ha purtroppo vita breve. Basta però un piccolo trucco per allungare la vita a questo fiore così primaverile e profumato. Utilizzando una forbice, eliminate tutte le foglie che si sino rovinate e quelle che crescono in basso: Queste infatti marciscono rapidamente perché a contatto con l’acqua del vaso. Riempite il vasetto con dell’acqua tiepida in modo da far fiorire i capolini non ancora aperti e a rendere più soffici quelli già sbocciati. Inoltre tenere il vasetto lontano da fonte di calore altrimenti l’aria secca peggiorerebbe l’aspetto della mimosa.
Altri significati della mimosa
Mimosa: innocenza. pudore, libertà, autonomia, libertà.
Mimosa gialla: stima
Mimosa Rosa: Apprezzamento per la sensibilità della persona.
La Mimosa in cucina
I fiori della mimosa, sono un ottimo ingrediente per fare delle frittelle deliziose, basta aggiungerli e mescolarli ad una pastella fatta con farina, sale, lievito di birra e dopo aver formato delle parti con un cucchiaio, friggerli in olio bollente.
E per fare questa torta
http://ricette.giallozafferano.it/Torta-mimosa.html
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“Che senso ha scrivere dell’0tt0 marzo”
” Se non ora, quando?”
gira…gira…il grande zodiaco : età dell’acquario
**IL *G* R*A* N* D *E * ZODIACO
ETA’ DELL’ACQUARIO PIANETA URANO
Il simbolo di ACQUARIO é rappresentato da ONDE, come gli egiziani rappresentavano l’acqua nei loro geroglifici.
L’acqua di ACQUARIO é l’acqua della conoscenza;
Le ONDE sono anche quelle del vento che spinge l’acqua della conoscenza verso rive e mete ignote
ACQUARIO E’ UN SEGNO D’ARIA
la funzione dell’aria è quella di trasmettere la conoscenza, di mettere in comunicazione, di comunicare;
Le ONDE rappresentano anche le vibrazioni dell’energia, dell’elettricità, del suono;
ACQUARIO è associato a tutte le comunicazioni via aria ( tele=telos=da lontano )
telegrafo- televisione- telefono- telescopio – telepatia
la COMUNICAZIONE favorisce i contatti umani, genera conoscenza e confronto di esperienze, porta a formulare nuovi sistemi di vita, stimola l’espansione della ricerca provoca cooperazione;
La COMUNICAZIONE mette in contatto gli uomini, li spinge a riflettere a confrontarsi, fa lavorare la MENTE
Acquario è il segno della MENTE SUPERIORE, la mente dell’Ego, quella che usa la conoscenza per l’evoluzione dell’umanità intera
CONOSCI TE STESSO – PERCHÉ’ – TUTTO E’ UNO
ACQUARIO é il regno dell’organizzazione e dei progetti e degli ideali sociali
LEONE é il segno dell’individuo che conosce se stesso e le sue risorse, afferma la sua esistenza attraverso l’essere, attraverso il comando che assume per spronare il suo popolo, il suo gruppo verso il raggiungimento dell’obbiettivo che é comune
LEONE è un segno di fuoco, rappresenta il cuore dell’uomo, il centro che produce e distribuisce la linfa vitale, il sangue, l’energia;
ACQUARIO rappresenta la circolazione, porta l’energia vitale in tutte le parti del corpo
ECCO LA COMUNICAZIONE E LO SCAMBIO
URANO E’ IL PIANETA DI ACQUARIO
E’ un pianeta “lento” impiega 84 anni a compiere un giro intorno al Sole, rimane 7 anni in ogni costellazione
La sua influenza si fa sentire su una intera generazione
Il simbolo di Urano rappresenta la congiunzione tra l’anima dell’Uomo (un semicerchio)e l’Anima di tutta la manifestazione ( altro semicerchio) Le unisce la Croce della Materia che poggia sulla sfera dello Spirito. Lo Spirito attraverso l’evoluzione della Materia spinge l’Umanità verso la sua Essenza Divina (onda di vita)
E’ chiamato il pianeta della INVENZIONE e della RIVOLUZIONE
INVENZIONE perché infonde lampi di intuizione che generano innovazioni e scoperte
RIVOLUZIONE perché innovazioni e scoperte portano a trasformare preconcetti e convenzioni in forme di libertà
La scoperta di Urano nel 1781 avviene in un tempo di grandi cambiamenti, ma il suo influsso è già evidente in avvenimenti precedenti
Abbiamo già accennato al Rinascimento e alle Grandi Scoperte e nella scienza e nei viaggi dal 1400 al I600
Nel 1700 cambia l’organizzazione del lavoro e della produzione industriale, si creano le classi e i conflitti tra padroni ed operai
Effettivamente è il solito divario tra ricchi e poveri
E’ il tempo delle Rivoluzioni: “libertà, uguaglianza, fratellanza”
Rivoluzione Americana tra Stati del Nord e Stati del Sud I776
Rivoluzione Francese 1789
Rivoluzione Giapponese 1868
Rivoluzione Russa 1917
Rivoluzione Cinese 1948
Marx aveva Ascendente in Acquario
Edison, Ampère e Watt erano acquariani e ben prima di loro Galileo ( inventore del telescopio)
Pensiamo alle scoperte dell’ultimo secolo
Elettricità
Diffusione dei trasporti via aria
Scoperta del petrolio
Uso dell’acqua per creare energia oltre alla diffusione dei servizi igienici
Ma tutta questa spinta all’evoluzione sociale e scientifica e spirituale dell’umanità ha bisogno di un disegno e di una struttura
SATURNO spinge la mente a organizzare i propri pensieri e a costruire concetti astratti
SATURNO spinge ad organizzare materialmente, a mettere in pratica le intuizioni e le rivoluzioni di Urano
SATURNO attraverso Acquario significa la struttura delle idee, il pianificare, la formulazione di nuove strutture per applicare i nuovi punti di vista e le scoperte scientifiche
Es: Carta dei Diritti Umani
Organizzazione dei sistemi di comunicazione
Individuazione di strumenti per l’esplorazione del Macro e del Microcosmo
PLUTONE
E’ un altro pianeta che entra in gioco nell’Era Acquariana
E’ un altro pianeta “lento” impiega 242 anni per girare intorno al Sole
Scoperto nel I930 spinge ad una ulteriore evoluzione dell’umanità, aggiungendo FUOCO l’energia atomica.
PLUTONE é il pianeta della TRASFORMAZIONE
Lo spirito passa attraverso lo stato fisico della incarnazione e “trasformato e arricchito”dalla materia ritorna allo stato iniziale per continuare nel suo ciclo Karmico
PLUTONE distrugge la forma per farne nascere un’altra
PLUTONE é il pianeta della spiritualità, al desiderio dell’esplorazione del non conosciuto, del non visibile, dell’incomunicabile
Ecco che l’Umanità volge la sua attenzione al Macrocosmo
Ecco che l’Umanità volge la sua attenzione al Microcosmo non solo al suo funzionamento fisico ma anche a quello psichico
Ecco che l’Umanità volgendo la sua attenzione dentro se stessa scopre capacità dimenticate e si domanda il significato dell’esistenza
Ma questo bisogno di esplorare porta a desiderare forme alternative di vita e di comportamento e si formano gruppi e mode
Figli dei Fiori – New Age
Ma vediamo il simbolo di Plutone che rappresenta proprio il processo della trasformazione. Il cerchio dello Spirito al centro emette i suoi raggi vitali che sono raccolti dal semicerchio dell’Anima .Attraverso l’Anima i raggi discendono fino a che non raggiungono il piano della Materia, la croce.
Questo è il processo della vita e della morte
PLUTONE è anche il pianeta degli ideali
Per un ideale si discute, si lotta, ci si aggrega, si forma un gruppo, ci si danno delle regole, si lavora per il gruppo, si impara e si insegna, si riceve e si dà, con amore
Quando il gruppo sarà l’Umanità intera lo scopo dell’influenza dell’età dell’Acquario sarà raggiunto ed il messaggio di Gesù finalmente applicato.
Siamo in un periodo di grandi trasformazioni…..
E tu sei pronto a cambiare?….Vuoi cambiare?… Cambiare è facile, veloce, divertente….e si può …sempre che tu lo voglia….
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* Il paese dei gatti di pietra
Sul Cammino di Compostela, in un territorio che vide alternarsi le gesta di Catari e Templari, costellato di abbazie, collegiate, cattedrali, nell’anno 1062 due monaci tedeschi di ritorno da un pellegrinaggio a Roma decidono di dedicare il resto della loro vita alla preghiera e fondano l’eremo della Romieu.
Siamo in Guascogna, nella regione dei Midi-Pirenei, antica terra di leggende e di cadetti, a pochi chilometri dal castello di Castelmore dove parecchi anni dopo nascerà D’Artagnan. In guascone roumieuindica proprio “il pellegrino di Roma”.
Da piccolo eremo, La Romieu nell’arco di tre secoli si fa grande diventa importante tanto che, fra 1312 e 1318 il cardinale Arnaud d’Aux, già vescovo di Poitiers, vi fa costruire una chiesa dedicata a San Pietro, un chiostro e il palazzo del cardinale. Nonostante le bellezze medievali, è altro che affascina il viandante curioso, altri i personaggi di cui La Romieu va assai fiera, meno storici e più fiabeschi: una donna gatto e i suoi gatti di pietra.
Ovunque si guardi, uno sbuca da una finestra, un altro sonnecchia su un davanzale e un altro vi passeggia, uno si gratta l’orecchio e un altro è pronto a saltare in una piccionaia e un altro e un altro ancora… finché lo sgardo, meravigliato, si posa su una figura con volto e busto di donna e… orecchie di gatto! È Angéline, la protagonista della leggenda che lo scultore Maurice Serreau ha scoperto dal racconto di una nonna al suo nipotino.
La leggenda vuole che, nel lontano 1338, nascesse una bambina di nome Angéline. Rimasta subito orfana, fu adottata dai vicini. Fin dalla nascita, i migliori amici di Angéline saranno i gatti, tant’è che la bambina ne aveva sempre due o tre intorno mentre camminava per i vicoli del paese o per le strade di campagna.
Vuole la storia che nel 1342 La Romieu fosse colpita da una grande carestia a cui si sommarono inverni rigidi e primavere piovose che resero i campi incoltivabili. Le provviste del monastero non bastavano, la gente iniziò a morire e ben presto – per la disperazione – si pensò che per far fronte alla fame l’unica soluzione fosse cibarsi dei numerosi gatti che abitavano a La Romieu.
La famiglia di Angéline, conoscendo il suo immenso amore per loro, le permise di tenere nascosti nel granaio un gatto e una gatta. I mesi passarono ma la povertà e la carestia no. Angéline continuava a custodire nel granaio i suoi gatti, che da due erano diventati venti. Intanto il paese, rimasto senza felini, fu presto preso d’assalto dai topi che divoravano il già scarso raccolto e le morti per stenti ripresero. Angéline allora decise di confessare a tutti di aver salvato i gatti e poi ne consegnò uno a ogni famiglia. I topi di lì a poco sparirono, Angèline e i gatti avevano salvato il paese.
Si narra poi che i gatti, riconoscenti, fecero alla fanciulla loro protettrice un dono: più cresceva e più tempo passava con i suoi felini e più gli somigliava, diventando negli anni sempre più simile alle creature che amava: le sue orecchie si allungarono fino a diventare orecchie di gatto e i suoi occhi assunsero espressioni più simili a uno sguardo felino che a uno sguardo umano.
Così rinasce la magia dei gatti di La Romieu: agli inizi degli anni Novanta Serreau, innamoratosi della bella Angéline e della sua storia, decide di mettersi a scolpire quei gatti che salvarono il paese e che la leggenda tramanda e che oggi è possibile ammirare in tutta la loro bellezza.
http://www.fermoeditore.it/blog/di-gatti-e-darte-la-romieu-e-il-paese-dei-gatti-di-pietra/
* Se sei intelligente, perché dovresti entrare in politica?
La politica è per i mediocri.
La persona intelligente ha cose più importanti da fare, non è interessata a dominare gli altri ma a conoscere sé stesso.
Dominare gli altri è un modo per scappare dal proprio vuoto interiore, è una fuga da sé stessi e la persona intelligente non fugge.
La politica è una grande fuga, ti tiene così impegnato per tutto il giorno che non puoi neppure trovare qualche minuto per te stesso.
Perfino quando dormi pensi alla politica, continua nei tuoi sogni; essere un politico è un lavoro di 24 ore, non ti puoi rilassare, altrimenti rimani indietro: è pura violenza!
L’onestà non paga in politica e se un politico è onesto, lo è solo se questo gli è conveniente, non per amore dell’onestà.
Il proverbio che “L’onestà è la politica migliore” dev’essere stato inventato da un politico.
L’onestà non può essere politica, ma la politica rende ogni cosa politica.
Come può l’onestà essere politicizzata?
L’onestà è una religione, tu sei onesto per il puro piacere di esserlo, anche a rischio di perdere tutto, perché sarà giusto perdere tutto.
Una persona onesta in politica? Impossibile!
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Un politico di nome Strano era sul letto di morte e chiese al proprio avvocato: «come epitaffio sulla mia tomba voglio solo queste parole “Qui giace un politico onesto”».
L’avvocato però protesto: «ma come farà la gente a sapere chi è sepolto in quella tomba?».
Il vecchio politico sorrise: «non ti preoccupare, la gente guarderà la scritta e dirà “questo è strano!”».
E Strano era proprio il nome del politico!
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Per essere onesti ci vuole fegato, un politico deve indossare maschere, deve soddisfare le aspettative delle persone, così che qualunque cosa tu voglia che lui sia, lui pretenderà di esserlo; qualunque cosa tu desideri, lui è pronto a promettertela; ma promettendo cose contraddittorie a persone diverse, le sue promesse non hanno alcun significato.
E così tutto il mondo si lamenta di questi politici ma in qualche modo l’uomo è così stupido che quando riesce ad uscire dalla morsa di un politico, immediatamente entra nella gabbia di un altro.
L’uomo deve essere liberato dalla sua stupida mente, solo allora sarà libero dai politici; e infatti i politici non vogliono che tu sia intelligente.
Per migliaia di anni non hanno permesso alle persone di essere istruite perché era pericoloso e ora che gli permettono di essere istruiti, l’educazione è tale che ti fa meno intelligente.
Quando un bambino inizia la scuola è di gran lunga più intelligente di quando esce dall’università, quei 20 anni distruggeranno gran parte di ciò che è immensamente prezioso.
Egli conoscerà parole, lingue, teorie, ma avrà venduto la sua intelligenza e ottenuto in cambio una conoscenza morta.
La vecchia generazione cerca di forgiare la mente delle nuove generazioni; l’insegnante è solo un agente della vecchia generazione; egli corrompe le menti dei giovani ma in modo così subdolo che tu non te ne accorgerai, se non sarai sempre attento e vigile!
Osho








































