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Giornata mondiale delle api! Non si può non comunicare… ce lo ricordano le api danzando !

Sapevate che anche le api possono danzare e usano i movimenti come strumento di comunicazione?

Gli animali non smettono mai di stupirci e tante cose che in passato sembravano ad appannaggio esclusivo dell’uomo, adesso le ritroviamo in insetti e non solo.

Parliamo spesso delle api, fondamentali per l’esistenza del nostro Pianeta e di recente se n’è accorta pure l’Unione europea che ha messo al bando pesticidi che mettevano in pericolo la vita degli insetti impollinatori.

Ma torniamo alla danza, a cosa serve? Perché le api danzano? Lo fanno per comunicare alle compagne delle informazioni sulla distanza, direzione in cui si trova il cibo ovvero fiori, polline, nettare e sorgenti di acqua.

Quindi pur non avendo la parola, le api esploratrici comunicano attraverso i movimenti mostrati alle api operaie.

Ma come fanno? Le api esploratrici vanno alla ricerca di cibo, una volta trovata la fonte più vicina, tornano nell’alveare per comunicare con le compagne attraverso una danza cosiddetta scodinzolante per via delle vibrazioni che sono generate mentre viene eseguita.

Danza circolare e danza ottagonale

A questo punto ogni movimento assume un significato preciso. Le api si raccolgono intorno all’ape esploratrice: se la fonte di cibo è vicina, tipo 50 metri dal loro alveare, l’ape compie una danza circolare, se la distanza è superiore, la danza assume l’aspetto di un ‘otto’.

E ancora, se si muove dal cerchio verso l’alto, vuol dire che la nuove fonte è in direzione del sole, se al contrario taglia verso il basso, le altre api comprendono che bisogna andare in direzione opposta.

Se l’ape taglia il cerchio formando un angolo, le altre comprendono che devono volare a destra o a sinistra rispetto al sole, a seconda dell’angolo che questa compie rispetto ad una immaginaria linea verticale.

Insomma sembra tutto un po’ complicato, ma in questo video potete osservare i movimenti per comprenderli meglio:

https://youtu.be/9WuZQ1n-jGE

La danza delle api è un termine usato in apicoltura e in etologia per una particolare danza a forma di otto delle api. Con l’esecuzione di questa danza, i cui movimenti sono perfettamente codificati, l’ape operaia può comunicare alle compagne preziose informazioni sulla direzione e distanza a cui si trovano fiori, nettare, polline e sorgenti d’acqua. Tale danza è quindi il meccanismo con il quale le api possono reclutare altre api del loro alveare per la raccolta di risorse. Si pensava che le api avessero due distinte danze di reclutamento, la danza circolare e la danza dell’ape propriamente detta, per indicare rispettivamente obiettivi vicini e lontani, ma si sa adesso che la danza circolare è semplicemente una danza dell’ape ad “onda” con un ondeggiamento molto piccolo (si veda sotto).

A svelare il significato della danza delle api, il più complesso sistema di comunicazione mai scoperto tra gli insetti, fu il naturalista austriaco e premio Nobel Karl von Frisch (1886-1982), individuando due tipi ben distinti di danza: la danza circolare e la danza dell’addome.

Come mai le api, sociali e collaborative, sagge e operose, capaci di vivere in relazione con la natura e tra di loro, pungono dolorosamente l’uomo?

A noi piace fantasticare: pensare che pungano per svegliare gli uomini dall’autoreferenzialità, dalla superficialità con cui spesso vivono la relazione di interdipendenza con la natura e con i propri simili, incapaci di godere le piccole meraviglie del quotidiano e di gioire dei piccoli gesti; forse, basterebbe loro imitare le api che conoscono il segreto per vivere insieme danzando.

«Solo loro hanno in comune i figli, un’unica casa per tutte, e vivono seguendo leggi rigorose, solo loro riconoscono sempre la patria, il focolare, e sapendo che tornerà l’inverno in estate si sottopongono a fatica per riporre in comune ciò che si procurano» 

(Virgilio, Georgiche, Libro IV, vv. 153-157).

Fonti:

http://www.laporzione.it/2016/05/21/tweb2205/

https://it.wikipedia.org/wiki/Danza_delle_api

https://www.greenme.it

https://www.ohga.it/una-strada-fiorita-a-milano-35-chilometri-di-fiori-e-piante-perenni-per-ripristinare-lhabitat-delle-api/

https://www.nonsprecare.it/i-giardini-pensili-sugli-autobus?

https://www.curioctopus.it/read/26589/le-sue-api-non-producevano-tanto-miele-da-20-anni:-causa-l-assenza-dell-uomo-e-la-riduzione-dell-inquinamento?

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* Il Primo Maggio è la grande festa del Fuoco

“L’Uovo si è schiuso ed è iniziata l’Era del Serpente”

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” L’uovo di Oestara si è schiuso e il “serpente”, simbolo della Grande Dea, è uscito dal guscio e si manifesta nella vita che divampa nella natura: nelle fioriture e nelle cucciolate. È il tempo di celebrare con gioia i colori vividi e i profumi vibranti della stagione, le brezze che annunciano la prossima estate e l’estasi della terra dopo il lungo inverno.”
Beltane, grande festa di Fuoco, è arrivata!

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Beltane o Beltaine (dal gaelico irlandese Bealtaine o dal gaelico scozzese Bealtuinn; entrambi dall’antico irlandese Beletene, “fuoco luminoso”) è un antica festa gaelica che si celebra attorno al primo maggio.
“Bealtaine” è anche il nome del mese di maggio in irlandese ed è anche tradizionalmente il primo giorno di primavera in Irlanda.
È il giorno situato a metà fra l’equinozio di primavera ed il solstizio estivo, astronomicamente il giorno corretto è il 5 maggio.
Fonti gaeliche del X sec. affermano che i druidi accendevano dei falò sulla cima dei colli e che vi conducevano attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio.
Anche le persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo.
L’usanza persistette attraverso i secoli e dopo la cristianizzazione (i popolani sostituirono i druidi nell’accendere i fuochi), fino agli anni ’50.
La celebrazione sopravvive ancora oggi in alcuni luoghi, dove tutte le persone presenti vengono fatte passare attraverso i fuochi.
Una celebrazione di Beltane si tiene ogni anno la notte del 30 aprile a Calton Hill, presso Edimburgo (Scozia), a cui partecipano circa 15.000 persone.
La tradizione di accendere fuochi sulle cime delle colline esiste tra l’altro in molte culture contadine come ad esempio in Piemonte dove, fino a pochi decenni addietro era tradizione delle Langhe accendere falò il giorno di San Giovanni (24 giugno).
Beltane è una festività prettamente gaelica non “celtica”, dato che altri popoli celtici come i Gallesi, i Bretoni ed i Galli non celebravano questa ricorrenza.
Beltane ricorre il 1° maggio ed è la festività piu’ amata in tutto il mondo celtico. Chiamata anche Calendimaggio in Italia, Beltane in Irlanda, Bealtunn in Scozia, Shenn do Boaldyn sull’Isola di Mann e Galan Mae nel Galles.
Insieme a Samhain è la più importante ricorrenza del calendario celtico. Si tratta della festa in onore dell’estate che giunge a portare i suoi frutti.
La parola Beltane significa letteralmente “splendente” e si riferisce al falò acceso in onore del Dio Bel o Belenus, il Dio del fuoco, che, dopo essersi accoppiato con la Dea Madre Terra e averla fecondata, muore e rinasce come suo figlio.
Il Sabbat di Beltane celebra quindi l’unione carnale e spirituale tra la Dea e il Dio. Indica il ritorno della passione e della fertilità nella vita umana e nella Natura. Dopo il risveglio primaverile, i corpi e la Natura sono carichi di energia. Questo periodo è il momento ideale per sbocciare, fiorire e ottenere soddisfazione.Questa e’ la festa della fecondita’, della terra, dell’amore, della purificazione fisica e interiore. La terra rinasce e con lei anche noi ci rigeneriamo con lo sguardo rivolto al sole estivo.
Il Dio viene celebrato nel pieno della sua potenza e del suo vigore sessuale. Uno dei simboli principali è infatti il Palo di Maggio, un richiamo chiaramente fallico alla potenza maschile.
CALENDIMAGGIO
Veniva eretto un altissimo palo intorno al quale si danzava in senso orario, seguendo il movimento del Sole.
Il palo veniva celebrato tutto l’anno per poi essere tagliato e fatto a pezzi a Beltane per alimentare il nuovo fuoco.
Fin dai tempi antichi venivano alzati i pali della cuccagna, al cui vertice venivano poste mercanzie che, il primo ardimentoso che riusciva ad arrivare alla sua vetta, aveva il diritto di portarsi a casa.
Durante questa giornata si ringraziano gli Dei per i doni e l’abbondanza, non dimenticando di condividerli con i nostri cari e con chi è meno fortunato di noi.
Contrariamente a molte altre festività pagane, che sono state cristianizzate, Beltane non è stata sovrapposta da alcuna altra ricorrenza. Poiché per il cristianesimo la libertà sessuale, l’allegria sfrenata, l’ubriachezza e l’indulgere al peccato di gola (tutte cose che caratterizzano Beltane), hanno origini sataniche, la Chiesa ha dichiarato questa notte “ la notte delle streghe ”.
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Si festeggia con balli e danze nelle campagne, aprendo il nostro spirito alla forza che rinasce e ci circonda, con passeggiate a contatto con la natura.
Nella notte del primo Maggio si saltano i fuochi ardenti (o piccoli braceri simbolici) che segnano il passaggio e la vittoria del bene sul male. Risorgiamo come uomini con il nostro corpo rinnovato e con la nostra mente piu’ limpida.
I simboli del calendimaggio sono la Croce di S.Andrea o Croce decussata a forma di X, simbologia dell’unione tra il cielo e la terra e il cui centro e’ rappresentato dall’uomo, (S.Andrea fu inchiodato a questa croce a X, e l’albero anche’esso simbolo di unione tra cio’ che e’ quaggiu’ e cio’ che si trova lassu’ (le radici radicate a terra e le fronde spinte in alto verso il cielo).
Happy+Beltaine
“Quando la ruota incomincia a girare
iniziano i fuochi di Beltane a bruciare”
 
Fonti.
http://www.celtical.it/
http://parvatim.wordpress.com
http://www.ilsentierodialchimilla.com
http://www.strie.it
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Buon Beltane! Buon Calendimaggio! Buona Festa della Natura!

Mi piace onorare i cicli della natura che si ripetono di stagione in stagione.

Mi piace il senso di continuità che mi da la sicurezza che la Vita è da sempre e per sempre. Comunque e dovunque.

Tra tutti i colori che si illuminano della Luce ormai trionfante ,quest’anno mi colpisce il viola e l’arancione. Chissà! Ogni volta in fondo è tutto uguale ma diverso.

Anche io ogni volta mi sento uguale ma diversa!

Con la voglia e l’entusiasmo di andare avanti con felice curiosità!

Così oggi al vivaio ho scelto con il cuore: gerani arancioni e campanelle viola!

Anche tu scegli i tuoi colori delle tue prossime scelte! Con il cuore eh!

foto di Laurin

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Benvenuta Primavera 2024! Happy Ostara!

foto di Laurin

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Il 20 marzo è l’Equinozio di Primavera 2024:La lunghezza del giorno è uguale alla lunghezza della notte.

La parola equinozio deriva dal latino “equus nox”, ovvero “uguale notte”.

In astronomia, si definiscono equinozi i due istanti nel corso dell’anno in cui il Sole si trova perpendicolare all’equatore e la separazione tra zona illuminata e zona in ombra della Terra passa per i poli.

Agli equinozi il Sole sorge precisamente ad est e tramonta precisamente ad ovest, ovunque.

La lunghezza del giorno è uguale alla lunghezza della notte.

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L’Equinozio di Primavera è il periodo in cui gli elementi – aria, fuoco, acqua e terra – sono in grande attività creativa. L’aria è percorsa da frizzanti brezze e le piogge primaverili portano acqua alla nuova vita della vegetazione, un fermento vibrante e vitale si percepisce in tutto ciò che è manifesto.

Se l’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio.

Questa festa segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, il risveglio della Natura; il matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla Terra o alla Luna.

Il Dio Sole si accoppia con la Giovane Emergente Dea Terra.

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La storia è piena di tradizioni e miti legati alla primavera e molti di questi si basano sul concetto di sacrificio e successiva rinascita.

l’Equinozio è il giorno in cui la Wicca commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e cio’ fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside,Ishtar, Minerva e Venere.

La natura ci viene incontro nella grazia e nella vitalità della sua fanciullezza e tradizionalmente le feste legate all’equinozio celebravano proprio le dee fanciulle come Persefone-Kore, dea greca dal duplice volto di fanciulla e regina degli inferi.

Durante la notte venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e più rimanevano accesi, maggiori sarebbero stati i frutti della terra. Durante la giornata venivano irrigati i campi, mentre i Druidi, sfruttando la corrispondenza perfetta tra ore solari e ore notturne, celebravano i loro Riti.

Sham El Nessim era un’antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedì e coincide con l’equinozio di primavera.

L’equinozio di marzo segna il primo giorno dell’anno per una varietà di calendari, inclusi il calendario Iraniano, il calendario Bahá’í. Il festival Persiano (Iraniano) del Naw-Ruz viene celebrato in questo giorno.

Nell’antica mitologia persiana, Jamshid, il re mitico della Persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno quest’evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano.

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Il giorno del Pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell’equinozio. Attualmente è celebrato in diversi Stati il 22 aprile.

In molti paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell’equinozio di marzo.

Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte.

Rudolph Steiner

Nel passaggio dalla primavera all’estate lo spirito della natura si rivela al mondo. L’anima dell’uomo si riversa in ciò che vive intorno, così egli diventa uno con tutto ciò che cresce, con ciò che germoglia e sboccia: fiorisce insieme al fiore, germoglia con la pianta, fruttifica con l’albero.

La primavera scioglie, in una possente espirazione, gli spiriti della natura: essi sorgono dalla tomba dell’inverno, si innalzano nell’atmosfera sino a sfiorare le orbite dei pianeti e a percepire le leggi eterne delle stelle.

La terra in inverno era quieta e placata come lo è la testa dell’uomo quando ha risolto un enigma. Ma quando a marzo le piante succhiano dalla terra le sostanze minerali per crescere, allora si diffonde nella natura una vitalità interiore, quasi una inquietudine. Sotto terra serpeggia la brama di vivere.”

L’Equinozio di Primavera è l’inizio dello Zodiaco con Ariete che è il primo dei dodici segni del percorso dell’anno del Sole. Così è da eoni ed eoni e così è sia la natura che per tutti gli esseri viventi  sulla Terra. Pronti a crescere e a far crescere i germogli custoditi e alimentati durante l’inverno. Ora che la Luce riscalda e nutre e trionfa!

Le pietre speciali per questo giorno sono l’opale, l’acquamarina, il quarzo rosa e la pietra di luna.
Gli animali mitici includono gli unicorni, cavalli e centauri alati.
Le piante e le erbe associate a questa festa sono i fiori di primavera, dai croco, ai bucaneve, ai narcisi, così come il gelsomino, il muschio irlandese e lo zenzero.

La pianta sacra dell’Equinozio di Primavera è il trifoglio.

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Se ti senti di condividere  anche tu questo ciclo delle stagioni e  crescere in te questa  sensazione dell’inizio. Piccole cose, semplici azioni concrete, apri le finestre alla brezza profumata, svuota i cassetti, stendi una tovaglia verde con bicchieri colorati, compra quel libro che ti ispira, dipingi delle uova con i simboli del sole e della luna 
Soprattutto fai quello che ti fa pensare, sentire, palpare ” Primavera”. Che sia un moto del cuore che ti fa percepire diversamente il tuo intorno. Ti riempie di gioia una violetta appena fiorita, canticchiare l’ultimo successo che diventerà il tormentone dell’estate, scoprire che c’è del cielo blu sempre dietro alle nuvole. 
E sono certa che posso avere tanti momenti primavera in tutto l’anno che sarà! Love Laurin!
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La buona notizia del venerdì: Pomodori rossi a Chicago! E non solo …anche da Milano alla Sicilia!

Qui…Terra…buone notizie

Tutto ha inizio quando un terreno abbandonato, tra due strade situate nel cuore di Chicago, diventa un orto urbano e tra i grattacieli della terza città più popolata degli States crescono i pomodori: è il progetto City Farm!

Dissodando i terreni tra Clybourn e Division e dando vita ad una azienda agricola dove crescono più di 11 tonnellate di pomodori, rucola, erbette, carote e barbabietole.

City Farm è nata da un’idea di Resource Center, un’organizzazione no-profit specializzata nel riciclo e riutilizzo dei materiali.

L’azienda agricola offre al pubblico i prodotti freschi per tutta la stagione estiva e autunnale nei mercatini. La verdura viene venduta anche ai negozi e ai ristoranti, o ai membri della Community Supported Agriculture.

Il progetto prevede l’acquisto di una quota del terreno in cambio di una quota del raccolto: all’inizio della stagione si compra una piccola parte dell’azienda, per coprire i costi di partenza quando necessario, ricevendo, man a mano che crescono, i prodotti della terra.

I 60 mila lotti liberi nella città statunitense possono essere trasformati in campi produttivi. Il problema dei terreni urbani è il loro inquinamento, ma posizionando uno strato di argilla sulla terra contaminata è possibile separarla da quella su cui crescerà l’orto. In tal modo, essendo pianeggiante, è possibile coltivare verdura in quasi tutti i punti della città.

La coltivazione intensiva di piccoli terreni consente di produrre ovunque da 15 mila a 25 mila libbre (da 7 a 11 tonnellate circa) di cibo per acro, a seconda delle culture

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City Farm è un modello economicamente sostenibile, che funziona nell’ambiente urbano. Ogni comunità nel mondo che abbia un terreno inutilizzato può imparare a costruire una fattoria produttiva.

Il modello della fattoria urbana è replicabile anche in altre città. Infatti il modello di City Farm è progettato per sfruttare gli spazi liberi, appena diventano disponibili.

Così la collaborazione tra diverse organizzazioni ha portato alla formazione della più grande fattoria entro i limiti della città, conosciuta come “Ohio City Farm” a Cleveland.

A Detroit, la ” motor city ” è ora la città degli orti urbani.  Solo per fare alcuni esempi!

E in Italia gli orti urbani da Milano fino alla Sicilia. A Torino, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, nel 44% dei comuni capoluogo italiani esiste almeno un orto urbano!

Secondo Coldiretti e Ixè, un italiano su quattro coltiva pomodori, fragole, lattuga, piante officinali, ma anche zucchine, melanzane, fagioli, in spazi verdi infra o periurbani. E non di soli orti si tratta: si coltivano anche terrazzi e balconi, dove fioriscono peperoncini e ceci al posto di edere e violette. Resta il fatto che, negli ultimi cinque anni, gli orti urbani sono cresciuti in Italia del 18%, superando i 2,1 milioni di mq.

A Milano “la città degli orti “racconta di 8,5 milioni di metri quadri di Terreno e di produzione di 8300 tonnellate di ortaggi l’anno di cui la metà seguendo le regole dell’agricoltura biologica .

L’iniziativa Travel & Joy, progetto triennale patrocinato dal Comune di Firenze ha trasformato la città in un hub di divulgazione culturale, animato da conferenze, mostre, laboratori.

A Firenze, 150 famiglie condividono i suoi orti sociali bioattivi, capaci di una produttività 4/5 volte superiore a quella tradizionale, fidando sulla sola fertilità del suolo naturale, lasciato libero di arricchirsi di nutrienti e difese sviluppate sedimentando quei batteri,

Grazie agli orti urbani c’è un risparmio d’acqua fino al 94%

Agricooltur, azienda con i suoi 12 dipendenti ha lanciato la sfida agli orti urbani idroponici. E anche lo spazio ne giova sistemi aeroponici non contengono grandi volumi d’acqua. Possono così essere installati in aree a bassa capacità di carico come i tetti».

Il vertical farming, orti senza terra dove frutta e verdura crescono senza pesticidi grazie a luci artificiali e sistemi hi-tech di nutrimento, è l’ultimo grido dell’orticoltura urbana, con grande risparmio di suolo e di acqua.

E, oltre a creare spazi verdi ed abbellire il paesaggio urbano, il programma ha come obiettivo l’educazione ambientale dei cittadini. Studenti, volontari, curiosi e turisti possono imparare tecniche di agricoltura e conoscere meglio il cibo che mangiano. E si creano anche nuovi posti di lavoro.

E il vero valore del sistema di orti urbani che dagli anni Ottanta si è diffuso a macchia d’olio in tutto il territorio della Città metropolitana va ben oltre l’aspetto economico: oggi gli orti soddisfano un bisogno crescente di socialità, favoriscono le relazioni fra le persone, sono un ottimo antidoto alla frenesia della vita lavorativa e offrono la possibilità di fare esercizio fisico all’aperto.

E comunque quando potete comprate frutta e verdura nei mercatini che l’energia che ne cogliete è quella di chi mette amore nel coltivare i regali della Terra! E va premiato!

Fonte.

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Mi chiamo 12P/Pons–Brooks, e sono una cometa! Passo di qui ogni 71 anni, i vostri! Ed è da molto più tempo che ti osservo, cara umanità! E sono curiosa della tua evoluzione…secondo me eh!

La gigantesca cometa 12P/Pons–Brooks, con un diametro di circa 30 chilometri, scoperta nel 1812 dall’astronomo Jean-Louis Pons dall’Osservatorio di Marsiglia e riscoperta nel 1883 da William Robert Brooks, è una cometa periodica di tipo Haley con una periodicità di 71 anni. Ciò significa che torna a “salutarci” ogni sette decadi circa.

È soprannominata “cometa del Diavolo” per le curiose “corna” della chioma, legate a misteriose esplosioni che si verificano sulla sua superficie.

Ma da quanto tempo è in giro nell’universo? Quante volte 71 anni?

La sua prima comparsa è relativa alla evoluzione della tecnica umana e complicati calcoli sarebbero necessari per risalire alla sua formazione.

Quindi mi domando… dato che nel Cosmo niente è per caso, quale messaggio vuole dare all’umanità questo passaggio della cometa di 71 anni fa e oltre? Così visibile ad occhio nudo in questo tempo di una umanità che raramente alza gli occhi al cielo così occupata a risolvere problemi che crea in continuazione.

Ipotizziamo un passaggio dall’Homo neanderthalensis, che viveva in simbiosi con la natura.

E tra i tanti fenomeni naturali una cometa che oggi chiamiamo 12P/Pons-Brooks era certamente un messaggio, un imput, un monito . Quanto e quando è stato recepito e come utilizzato non lo possiamo sapere.

Ma certamente è stato notato perchè allora il cielo ed i suoi eventi erano da scrutare per capire il loro significato e le possibili conseguenze.

E l’essere umano aveva abbastanza coscienza di essere uno dei tanti abitanti di un ambiente che era comunque necessario per la sopravvivenza tanto da organizzare in gruppi i suoi simili.

E che tutto ciò che lo circondava dalla vegetazione, alla terra, alle distese di acqua, agli animali andava rispettato e curato per il bene reciproco.

E di 71 in 71, 12P/Pons–Brooks è arrivata all’Homo Sapiens (dal latino uomo sapiente) l’essere umano moderno

E mi domando cosa penserà dell’umanità attuale…

Gli appartenenti all’attuale umanità alzano gli occhi al cielo se non altro per assaggiare uno spicchio di eternità?

Hanno coscienza di essere solo una delle tante specie che abitano il Pianeta Terra e sono reciprocamente necessarie?

Considerano l’Ambiente in cui viviamo un patrimonio indispensabile che deve essere conservato e migliorato per la sopravvivenza dell’intero sistema vivente ?

Utilizzano gli strumenti acquisiti per costruire un sistema di vita che sia utile a tutta la comunità utilizzando solo e oculatamente le risorse a disposizione?

Hanno sviluppato concetti di bellezza e armonia verso noi stessi e tutte le altre specie? e comportamenti di conseguenza?

( a chi vuole completare…)

Non sarà che non è per caso che proprio in questo periodo viene avvistata questa cometa per ricordarci come eravamo e a farci riflettere su come siamo oggi ?

Se solo oggi notiamo questa cometa è perchè vogliamo darci un messaggio !

Forse riflettere su come siamo ora come umanità e se siamo soddisfatti delle nostre “ conquiste” !

Se stiamo raggiungendo lo stato di Homo Noeticus!

( io sono ottimista)

Love Laurin

( Già mi vedo pronta a testa in su a ricevere i frammenti di cometa come perle dal cielo e percepirne l’energia, emozionata da questo palpabile contatto con l’universo che mi dà la certezza di essere qui e ora. Sulla Terra!)

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La buona notizia del venerdì: La generazione Z ha riscoperto le biblioteche.

La Generazione Z , la generazione delle persone nate tra gli ultimi anni novanta e i primi anni duemila dieci , è di nuovo interessata ai libri fisici, e non solo: sta anche tornando a visitare librerie per fare acquisti.

Lo scorso anno sono stati venduti 669 milioni di libri fisici nel Regno Unito, il più alto numero di sempre.

Secondo dati Nielsen la maggior parte dei nuovi acquirenti sono persone della Generazione Z; anche le biblioteche segnalano un incremento di pubblico tra la generazione Z, persone che preferiscono questi luoghi rispetto a rumorose caffetterie.

Non mancano “avidi lettori” anche tra i TikToker, con tanto di segnalazioni di raccomandazioni per il pubblico.

Prima dell’avvento di internet, le biblioteche rappresentavano l’unico posto dove era possibile studiare e svolgere una ricerca per la scuola o per l’università. Poi c’è stato un periodo di più o meno due decenni in cui questi luoghi di cultura si sono pian piano svuotati, complice anche l’arrivo di internet in tutte le case e quindi l’uso sempre meno frequente di enciclopedie e volumi reperibili soltanto in posti del genere.

Questo fenomeno pare stia subendo un’inversione di tendenza nell’ultimo periodo, grazie alla Generazione Z.

Nell’ultimo anno, le ricerche su Google della stringa “biblioteche vicino a me” sono aumentate del 300%, mentre lo scorso novembre un report della American Library Association ha scoperto che gli under 25 utilizzano la biblioteca molto più delle generazioni precedenti.

Per tantissimi ragazzi che si approcciano al mondo del lavoro, la biblioteca pubblica rappresenta un ottimo spazio per lo smartworking. Gratuito, silenzioso, dotato di prese elettriche, tavoli e scrivanie e per i più fortunati anche di un bar dove fare una pausa.

E le case editrici hanno fiutato il business e all’interno dei grandi shop, oltre ai libri, si possono trovare tutta una serie di accessori con titoli e immagini di copertina dei più grandi bestseller del passato e del presente.

E se vi capiterà di entrare in una biblioteca non vi meravigliate se incontrate ragazzi e ragazze con occhiali massicci , camicia nei pantaloni, maglioncini con scollo a V, scarpe da ginnastica e acconciature spettinate.

E’ la moda geek chic! Cosi immaginano i giovani Z i topi da biblioteca !

Fonte: La Generazione Z ha riscoperto le biblioteche | m2o Radio

Sei nata con un libro in mano, diceva mia madre! Se ti dessi l’elenco del telefono leggeresti anche quello ( effettivamente) Ma vuoi mettere la triplice emozione che mi suscita un libro ? Lo tengo tra le mie mani e immediatamente entro in contatto, quando volto la pagina il fruscio è una musica che anticipa il piacere del seguito e quando scorro le lettere sono ormai completamente felicemente persa nel racconto. Perchè un libro per me non è solamente un libro! E’ una scelta che mi viene dal profondo dell’anima! Love Laurin

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Perchè siam donne: Mariposa e’ Una Nessuna Centomila

Sono la strega in cima al rogo
Una farfalla che imbraccia il fucile
Una regina senza trono
Una corona di arancio e di spine
Sono una fiamma tra le onde del mare
Sono una sposa sopra l’altare
Un grido nel silenzio che si perde nell’universo
Sono il coraggio che genera il mondo
Sono uno specchio che si è rotto
Sono l’amore, un canto, il corpo
Un vestito troppo corto
Una voglia un desiderio
Sono le quinte di un palcoscenico
Una città, un impero
Una metà sono l’intero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo
Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto
Sono sincera sono bugiarda
Sono volubile, sono testarda
L’illusione che ti incanta
La risposta e la domanda
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia,
Sono negazione e orgasmo
Nascosta dietro a un velo
Profonda come un mistero
Sono la terra, sono il cielo
Valgo oro e meno di zero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto
Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro
Con le scarpe e a piedi nudi
Nel deserto e anche nel fango
Una nessuna centomila
Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Mi chiamano con tutti i nomi
Con tutti quelli che mi hanno dato
E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto!

Fiorella Mannoia Presidente onoraria di Una Nessuna Centomila

Ma sì è ora che ci amiamo per come siamo, come siamo state, e come saremo! Per come siamo capaci di immedesimarci in ogni esperienza di tante vite con coraggio, dedizione, entusiasmo oltre gli stereotipi, per come superiamo i muri delle credenze ancestrali, per tutti i sorrisi, carezze e canzoni che dispensiamo con compassione, per la costanza con la quale coltiviamo fiori nei deserti delle menti, per come disegniamo arcobaleni in tutti i cieli grigi, per come trasformiamo le lacrime in progetti nel futuro.

Cantiamo orgogliose più forte i nostri propositi, le nostre certezze, la nostra volontà di creare un mondo che accolga tutti gli esseri viventi in tutte le diversità. nessuno escluso.

Grazie Fiorella! Laurin !

Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico.
(Rita Levi Montalcini)

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Miao Prrr.Miao Prrr. Miao Prrr. Giornata internazionale del gatto!

 

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Miao Prrr.MiaoPrrr.Miao Prrr.