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* Il coniglio,la luna piena di settembre e il Mid Autumn Festival

Il coniglio lunare

Il coniglio lunare, è una creatura immaginaria presente nella mitologia e nel folklore di molti paesi dell’Estremo Oriente, ed in particolare di Cina e Giappone. Si tratta di un coniglio che vive sulla Luna. Sembra che in Asia (ma non in Occidente) è possibile vedere, negli avvallamenti della faccia illuminata della Luna piena, la figura di un coniglio seduto sulle zampe posteriori a fianco di un pestello da cucina.

È una figura leggendaria molto presente nell’immaginario mitologico sino-nipponico, sebbene con alcune varianti: in Cina viene solitamente considerato un compagno della divinità lunare Chang’e, per la quale è incaricato di produrre l’elisir di lunga vita pestandone i componenti nel suo mortaio; nel folklore del Giappone si limita invece a pestare del comune mochi nel tradizionale pestello giapponese.

In Cina viene anche chiamato coniglio di giada o coniglio d’oro e la sua figura viene celebrata nella festività dedicata alla Luna e alla dea Chang’e, appunto la Festa della Luna o Festa di metà autunno.

Nella mitologia, la ragione per cui un coniglio dovrebbe trovarsi sulla Luna è descritta nel Śaśajâtaka, una antica favola buddista.

Quattro amici animali, una scimmia, una lontra, uno sciacallo ed un coniglio nel giorno sacro buddista di Uposatha (dedicato alla carità e alla meditazione) decisero di cimentarsi in opere di bene. Avendo incontrato un anziano viandante, sfinito dalla fame, i quattro si diedero da fare per procacciargli del cibo; la scimmia, grazie alla sua agilità, riuscì ad arrampicarsi sugli alberi per cogliere della frutta; la lontra pescò del pesce e lo sciacallo, sbagliando, giunse a rubare cibo da una casa incustodita. Il coniglio invece, privo di particolari abilità, non riuscì a procurare altro che dell’erba. Triste ma determinato ad offrire comunque qualcosa al vecchio, il piccolo animale si gettò allora nel fuoco, donando le sue stesse carni al povero mendicante.Questi, tuttavia, si rivelò essere la divinità induista Śakra e, commosso dall’eroica virtù del coniglio, disegnò la sua immagine sulla superficie della Luna, perché fosse ricordata da tutti.

La leggenda è ben nota in Cina e in Giappone, ed è conosciuta anche in versioni diverse: una di esse, popolare in Cina, vuole che sia stata la divinità Chang’e a salvare la coraggiosa bestiola dalle fiamme e a portarla con sé sulla Luna.

In altre varianti cambia il numero e la specie dei compagni del coniglio, che vengono riferiti come una scimmia ed una volpe nella raccolta giapponese Konjaku Monogatarishū, scritta durante il Periodo Heian e che colleziona antiche storie indiane, cinesi o giapponesi, o una volpe e un orso in altre versioni.

 

Da questo mito nacque la tradizione cinese delle feste della Luna, a metà autunno,il Mid Autumn Festival, dove familiari e amici si riunivano per contemplare il disco lunare, gustare frutta e dolci; le forme rotonde della luna, dei frutti e dei dolci simboleggiano il ritrovarsi, il riunirsi e l’unità familiare.

Il Mid Autumn Festival é il secondo festival tradizionale più importante del calendario cinese( il primo è il calendario cinese). Corrisponde al 15esimo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare cinese: la Luna in questo periodo è più brillante e piena.

Gli orientali da sempre vedono nelle macchie lunari tracce del coniglio, che si riposa o intento a ricavare pillole d’immortalità da un pestello.

 

Dall’India alla Cina e poi al Giappone il mito del coniglio lunare s’insegue e si ritrova anche nell’altra parte del globo, tra i Maja e gli Aztechi.

Tutti i popoli Mesoamericani interpretavano le macchie scure del disco lunare come se rappresentassero un coniglio.

Una statuetta Maja di Jaina mostra la dea lunare accompagnata da un coniglio; lo stesso animale è raffigurato sul disco del satellite nei Libri Sacri Mesoamericani.

Gli antichi Maja rappresentavano la Luna con un coniglio e gli Aztechi invocavano l’abbondanza dei raccolti ai piccoli dei lunari chiamati quattrocento conigli.

Quando i Maya guardavano le ombre di oscurità e luce sulla superficie della luna, essi vedevano una forma somigliante a un coniglio che saltava.

La divinità della luna è stata ritratta spesso con il suo animale domestico prediletto, un grande coniglio, nelle sue braccia.

Nelle notti serene di plenilunio, il coniglio dorme sul petto della luna.

Fonti:

http://loggiacricetale.forumfree.it

it.wikipedia.org/wiki/Coniglio_lunare

http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it

http://www.calion.com

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* Giornata internazionale del gatto!

Un gatto non è “solo un gatto”.

Un gatto è un Gatto!

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Io penso che chi dice che i gatti sono tutti uguali non vuole vedere oltre.
Quando un gatto che sta dormendo al tuo passaggio socchiude un occhio, ti sta dicendo: ancora qui sei? che aspetti ad evolverti?

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Quando un gatto ti fissa con gli occhi spalancati, magari piegando la testa da un lato, sorpreso, ti sta dicendo:  pensi davvero di saperne più di me?
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Quando un gatto alza gli occhi dalla dovuta pappa per guardarti, ti sta dicendo: come osi disturbarmi! Credi di essermi superiore? Pedala!

Quando un gatto ti sbadiglia in faccia ti sta dicendo: Uffa!…con questo essere umano c’è poco da fare… speriamo in un altra vita!

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Quando un gatto ti fa le fusa e stringe i suoi occhi come lamelle di luce, ti sta dicendo: mrrr..mrrr… prova a guardare oltre….fammi questo piacere…prova ….mrrr..mrrr….
Ogni gatto ha un suo modo di comunicare.
Tutti i gatti considerano l’essere umano uno dei tanti elementi della catena nell’Evoluzione del Tutto. Sono istintivamente consapevoli che più l’essere umano espande la sua coscienza più aumenterà anche quella delle altre specie in tutto l’universo.
E sia ben chiaro che, comunque, si tratta di specie ben distinte , eh!… e ciascuna ha i suoi tempi e i suoi modi… e soprattutto la sua dignità! Certo, loro, i gatti, danno un grande contributo, anche se qualche volta si spazientiscono…
Questi esseri umani si danno tante arie perchè usano la mente…il più delle volte a sproposito…e raramente il cuore … eh, ci vuole pazienza… dopo tutto il tempo è una loro mania…
I gatti vivono alla giornata nell’eterno presente, un giorno qui, un giorno là, dove c’è cibo e ti trattano con amore. Loro percepiscono l’energia, anzi la vedono e valutano se tu li ami ed hai la possibilità di andare oltre. Allora ne vale la pena, stanno con te!
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Un gatto, il tuo gatto, è un confortevole simbolo di saggezza e autonomia.
Lui ti sta vicino quando tu hai bisogno di lui e delle sue coccole.
Lui può fare a meno di te, tu no: è il tuo più amorevole compagno di viaggio.
E lo è stato per tanti esseri umani, venerato come una emanazione divina, simbolo di lealtà e coraggio, custode di segreti e tesori, fonte di ispirazione per artisti e scrittori e poeti!

Love Laurin

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Giornata mondiale dell’amicizia!Gli amici si vedono al momento del bisogno!

Cani e gatti possono essere amici?

Contrariamente all’opinione comune, Cassius Marcellus Coolidge ha suggerito la sua risposta positiva quando ha creato una nuova e più veritiera versione  del suo dipinto più famoso della serie “Dogs Playing Poker”: “A Friend in Need”.
Vedete qui, in realtà, CANI E GATTI che giocano a poker.


Abbiamo gentilmente invitato il nostro fratellino David Bowie the Cat a sedere per l’artista con noi
Inoltre, siamo stati così gentili ad aiutare DB a passare l’asso al cucciolo di zenzero con la nostra nobile coda. Le zampe del piccolo erano troppo corte per l’azione!
Potresti notare questa lacuna nella versione comunemente nota del dipinto:


È la prova che la nostra versione è quella vera!
Inoltre, la moglie e la figlia di Coolidge non sono rimaste impressionate da Dogs Playing Poker dato che non c’erano gatti! La nostra vera versione è stata creata per accontentarle.
Per non parlare dell’ ampliamento della nozione di “amico bisognoso“:
Un amico si vede nel momento del bisogno! La differenza di specie non ha importanza per la vera amicizia!
Così parla Zarathustra il gatto

P.S. Potresti chiederti perché tu, Zarathustra, gatto così saggio e illuminato, hai deciso di migliorare un dipinto, che i critici d’arte considerano la quintessenza del kitsch?
Sapete, amici, “kitsch” è una parola creata dal sottile strato di esseri umani che fingono di essere molto alla moda, per umiliare l’arte popolare e aumentare il significato di cose non comprensibili per il vasto pubblico.     Ma con il passare dei secoli, potresti vedere che questa nozione è semplicemente umana, fin troppo umana: l’immagine più kitsch nella storia dell’arte, la coppia di cherubini, è stata dipinta dal genio Raffaello nel suo capolavoro Madonna Sistina!
Quindi, vedremo tra alcuni secoli in quale categoria i critici d’arte umani hi-brow metteranno “Cani che giocano a poker”!

Le cose iniziano già a cambiare: nel 2005, gli originali di “A Bold Bluff” e “Waterloo: Two” della serie sono stati venduti all’asta Dogs in Art di Doyle New York per $ 590 400
Potresti anche dire: “L’artwork è stato creato per la promozione dei sigari!”
Beh, è ​​stato commissionato da un produttore di sigari, ma, sai, i Borgia erano famosi mecenati d’arte e commissionavano molte opere d’arte, anche se erano un po’ più velenose dei sigari…

Fonte:

A friend in need

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* Primavera 2021! Tempo di rinascita!!!Sììììììììììììì!

 

io rinascerò
certo a primavera
oppure diverrò
gabbiano da scogliera
senza più niente da scordare
senza domande più da fare
con uno spazio da occupare
e io rinascerò

amico che mi sai capire
e mi trasformerò in qualcuno
che non può più fallire
una pernice di montagna
che vola eppur non sogna
in una foglia o una castagna
e io rinascerò


amico caro amico mio
e mi ritroverò
con penne e piume senza io
senza paura di cadere
intento solo a volteggiare
come un eterno migratore…
Senza paura di cadere
intento solo a volteggiare
come un eterno migratore
e io rinascerò
senza complessi e frustrazioni


amico mio ascolterò
le sinfonie delle stagioni

con un mio ruolo definito
così felice d’esser nato
fra cielo terra e l’infinito
ah…
e io rinascerò
senza complessi e frustrazioni
amico mio ascolterò
le sinfonie delle stagioni
con un mio ruolo definito
così felice d’esser nato
fra cielo terra e l’infinito
ah…
e io rinascerò
io rinascerò

Riccardo Cocciante

https://youtu.be/fSZjJuJ22nQ

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* Storie di vero amore : Margherita e i suoi gatti.

   

C’è chi sostiene che, in realtà, chi muore non lasci questo mondo finché non viene dimenticato e ignorato. Se questo è vero, noi oggi diamo a un’anima notevole, membro onorevole del pantheon della scienza, la possibilità di brillare: raccontiamo con piacere un aneddoto riguardo Margherita Hack e il suo gatto Ciccino.

La storia, che gira in rete da qualche tempo, recita così ed è narrata dalla voce della Hack stessa:

Si chiamava Ciccino,

è stato con me dal 1932 al 1943,

ho studiato con lui sulle mie ginocchia,

dalla prima media al terzo anno di

università.

Durante la guerra riuscì a

compiere un’impresa storica.

Il cibo era razionato, ma si infilò nella

casa di un federale e gli rubò una forma

di pecorino. Con quel pezzo di formaggio

in bocca più grande di lui riuscì a tornare

a casa. Ma lo videro e dovetti restituire la

forma.

Lui ci rimase così male che per

consolarlo gli cedetti la mia razione di cibo.

Non c’è stato solo Ciccino, nella vita di questa donna dal grande cuore. La dice già lunga il fatto che abbia intitolato uno dei suoi libri nientemeno che “Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli”. Un altro ancora, forse ancora più significativo, è “I gatti della mia vita”

È stata, narrano alcune storie, mamma adottiva di una colonia felina dell’Osservatorio Astronomico di Trieste nota come “i gatti di Margherita”. E a due sue gattine, ha dedicato queste righe all’interno della sua opera Perché sono vegetariana.

Quando Jenny e Luna erano appena arrivate, per abituarle alla nuova casa, la notte le chiudevamo in una stanza – la stanza dei gatti e anche degli ospiti – dove oltre a un comodo letto, disponevano della loro toilette e acqua da bere.

Dopo qualche giorno, la mattina trovavo sempre la porta aperta. Forse non chiude bene, pensai. E chiusi la porta a chiave.

E il mistero fu svelato. Sentivo ripetutamente smuovere la maniglia su e giù. Una delle due aveva scoperto che saltando e aggrappandosi alla maniglia la porta si apriva. Era Jenny, la solitaria, la più coraggiosa e intelligente, come capii, quando la vidi ripetere la stessa operazione con la porta della cucina. E aveva appena 5 o 6 mesi.

Ora Ciccino è, già da qualche tempo, con la sua celebre umana. E così i felini che prima di lei hanno lasciato questa terra.

Certamente, li ha trovati tutti ad accoglierla!

Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devono considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro.“

Margherita Hack

Leggi anche:

https://lauracarpi.com/2015/05/05/i-gatti-di-ernest/

https://lauracarpi.com/2018/11/24/i-gatti-di-freddie/

https://lauracarpi.wordpress.com/2015/03/25/i-gatti-di-doris/

 

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* Ogni gatto sceglie il suo simile umano e viceversa!

Un Gatto è un confortevole simbolo di saggezza e autonomia.
Lui sta con te quando hai bisogno di lui e delle sue coccole.
Lui può fare a meno di te, tu no; è il tuo più amorevole e fidato compagno di viaggio.
Un gatto vede oltre l’apparenza delle cose: quando un gatto ti guarda , mai negli occhi, ma un po’ più su, oltre la tua fronte.
Un gatto vede la tua energia e si regola se sei affidabile o no. Non solo nei suoi riguardi, ma se sei degna di continuare l’inevitabile viaggio dell’evoluzione in sua compagnia.
Lui è molto selettivo, ti valuta secondo la tua luce, quanto colore d’amore esprime, quanto è intensa la tua volontà di vivere, quanta passione ti spinge alle scelte, quanta pace è in te.
Registra le variazioni dei colori e dagli occhi socchiusi ti manda messaggi di armonia.
Se tu vuoi vedere oltre l’apparenza, se tu metti amore nella tua vita, se tu hai sempre un obbiettivo da raggiungere, se ti senti di far parte del Disegno Implicito e Unico in un eterno presente, allora hai la percezione dell’evoluzione!
Ogni esperienza in questa vita è una affascinante avventura scelta da te, ogni compagno di viaggio è fonte di arricchimento, ogni manifestazione della natura è stupore ed insegnamento.

https://lauracarpi.com/2012/04/13/un-gatto-non-e-solo-un-gatto/

https://lauracarpi.com/2019/03/04/ogni-grande-ha-con-se-un-gatto/

https://lauracarpi.com/2009/10/24/gattologia/

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* Tutto e tutti ti riguardano! Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona!Essa suona anche per te.

Un topo stava guardando attraverso un buco nella parete, spiando quello che il contadino e sua moglie stavano facendo. Avevano appena ricevuto un pacco e lo stavano scartando tutti contenti.
“Sicuramente conterrà del cibo” pensò il topo.
Ma quando il pacco fu aperto il piccolo roditore rimase senza fiato. Quella che il contadino teneva in mano non era roba da mangiare, era una trappola per topi!
Spaventato, il topo cominciò a correre per la fattoria gridando: “State attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”.
La gallina, che stava scavando per terra alla ricerca di semi e vermetti, alzò la testa e disse: “Mi scusi, signor Topo, capisco che questo può costituire per lei un grande problema, ma una trappola per topi non mi riguarda assolutamente. Sinceramente non mi sento coinvolta nella sua paura”. E, detto questo, si rimise al lavoro per procurarsi il pranzo.
Il topo continuò a correre gridando: “State tutti attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”. Casualmente incontrò il maiale che gli disse con aria accattivante: “Sono veramente dispiaciuto per lei, signor Topo, veramente dispiaciuto, mi creda. Ma non c’è assolutamente nulla che io possa fare”.
Ma il topo aveva già ripreso a correre verso la stalla dove una placida mucca ruminava, sonnecchiando il suo fieno.
“Una trappola per topi? – gli disse – E lei crede che costituisca per me un grave pericolo?”. Fece una risata e riprese a mangiare tranquillamente.
Il topo, triste e sconsolato, ritornò alla sua tana preparandosi a dover affrontare la trappola tutto da solo.
Proprio quella notte, in tutta la casa si sentì un fortissimo rumore, proprio il suono della trappola che aveva catturato la sua preda.
La moglie del contadino schizzò fuori dal letto per vedere cosa c’era nella trappola ma, a causa dell’oscurità, non si accorse che nella trappola era stato preso un grosso serpente velenoso. Il serpente la morse.
Subito il contadino, svegliato dalle urla di lei, la caricò sulla macchina e la portò all’ospedale dove venne sottoposta alle prime cure. Quando ritornò a casa, qualche giorno dopo, stava meglio ma aveva la febbre alta. Ora tutti sanno che quando uno ha la febbre non c’è niente di meglio che un buon brodo di gallina. E così il contadino andò nel pollaio e uccise la gallina trasformandola nell’ingrediente principale del suo brodo.
La donna non si ristabiliva e la notizia del suo stato si diffuse presso i parenti che la vennero a trovare e a farle compagnia. Allora il contadino pensò che, per dare da mangiare a tutti, avrebbe fatto meglio a macellare il suo maiale. E così fece.
Finalmente la donna guarì e il marito, pieno di gioia, organizzò una grande festa a base di vino novello e bistecche cotte sul barbecue. Inutile dire quale animale fornì la materia prima.
La prossima volta che voi sentirete qualcuno che si trova davanti ad un problema e penserete che in fin dei conti la cosa non vi riguarda, ricordatevi che quando c’è una trappola per topi in casa tutta la fattoria è in pericolo.
“Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona.
Essa suona anche per te.”
~ E. Hemingway ~
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* Miao! Miao! Bao!Bau! Cip!Cip! Prrrr…che freddo che fa!

Se quando ti siedi un momento, sul divano o al computer, il tuo gatto ti salta sempre, sì sempre in grembo, allora vuol dire che fa veramente freddo.
Gli animali soffrono il freddo?
Anche i nostri amici animali, nonostante le loro pellicce naturali, temono il freddo. Lo temono gli animali che vivono in cattività nei parchi faunistici così come quelli che vivono nelle nostre case. E’ curioso sapere ad esempio che, per riscaldarsi, le giraffe del parco faunistico di Fasano (Brindisi), il più grande d’Italia, si giovano dell’aiuto di lampade a infrarossi e di termoventilatori o che gli scimpanzè del Bioparco di Roma iniziano la loro giornata, nei mesi invernali, con una colazione a base di tè o orzo caldo.
In linea di massima si può dire che i mammiferi hanno, nel loro pelo, il giusto vestito per ogni stagione: d’inverno diventa più folto e lungo e in primavera si accorcia e si sfoltisce. Ne sappiamo qualcosa quando siamo costretti a raccogliere matasse di peli durante il periodo della muta!
Dando uno sguardo agli animali selvatici vediamo che alcuni mammiferi come gli orsi si riparano in una tana e dormono a lungo durante l’inverno ma la loro temperatura resta alta .
Il ghiro durante la stagione più fredda perde circa la metà del proprio peso.
Molti prima del letargo sì nutrono il più possibile per accumulare il grasso che gli serve durante la stagione fredda per sopravvivere senza mangiare .
Anche la biscia,la tartaruga vanno in letargo e si riparano nel terreno.
Gli animali come il ghiro e l’orso durante il letargo rallentano al minimo il battito del cuore , cosi consumano meno energie.
l’ENPA ( Ente Nazionale Protezione Animali)che ormai da qualche giorno ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per aiutare gli animali a resistere all’inverno gelido.
A soffrire non sono solo i nostri amici animali che vivono con noi, cani,gatti, conigli, etc, ma anche gli animali che vivono nei boschi, che cercano rifugio come possono. Numerosi sono stati i soccorsi nei confronti di animali come ricci, uccelli, che vengono curati e riscaldati dai volontari dell’Enpa e da altre associazioni animaliste che svolgono un ruolo sociale importantissimo.
Di certo non possiamo pensare di avvicinare un uccellino per asciugarlo dalla pioggia, ma possiamo fare comunque qualcosa per lui e gli altri animali selvatici che potrebbero avvicinarsi alla nostra casa: ad esempio può essere utile lasciare sul balcone qualche briciolina, una ciotolina di acqua per bere ed un’altra per farsi il bagnetto. Non è abbastanza risaputo, ma questo permette agli uccellini di tenere in ordine e curate le piume,garantendo loro una migliore protezione dalle intemperie.
Sarebbe buona cosa, se possibile, mettere in prossimità della casa delle vere e propriemangiatoie da tenere sempre piene di arachidi non salate, semi di girasole, di zucca, miglio, briciole (panettone, dolci e pane), fiocchi di cereali, croste di formaggio tagliate a cubetti, fino alla primavera, in modo che i nostri amici uccelli abbiano un costante punto di riferimento.
Moltissimi cani e gatti randagi si trovano tra le strade delle nostre città, alla ricerca di una tana dove rannicchiarsi e aspettare “tempi migliori”. Ricordiamoci anche di loro mentre rivestiamo di costosi indumenti alla “moda” i nostri più fortunati.
Mettiamo nel giardino, al riparo, una cassetta di legno o una robusta scatola di cartone con all’interno una coperta. Fornire un riparo o un pasto caldo ad un cane randagio, inoltre, potrebbe significare salvargli la vita, soprattutto se si tratta di un cane di piccola stazza. L’animale più grosso, infatti, ha maggiori capacità di sopportare le basse temperature, rispetto a quelli di piccola taglia.
Nei periodi più freddi, ad esempio, è usanza dei gatti, specie i più piccoli, rannicchiarsi nei cofani o sulle ruote delle auto, sfruttando così il calore del motore. A tal proposito è opportuno dare qualche colpo sul cofano o meglio aprirlo e controllare che non vi sia alcun gatto, prima di usare la nostra auto.
Aiutiamo gli animali che hanno freddo come noi!
Fonti:
http://animali.bloglive.it
http://www.petforpassion.com
http://www.tuttozampe.com
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* La buona notizia del venerdì: Le nonne sono indispensabili anche nel regno animale

Le nonne orca vivono a lungo per proteggere e accudire i loro nipoti. 

 

Uno studio ha scoperto che le orche femmina non più fertili giocano un ruolo importante e benefico sulle possibilità di sopravvivenza dei loro nipoti.

Queste femmine anziane, senza figli piccoli propri, sono libere di concentrare tempo e risorse sull’ultima generazione, evitando anche conflitti riproduttivi con le altre femmine ancora fertili

Le orche riescono a vivere fino a 90 anni, superando di gran lunga l’età riproduttiva e la menopausa. Un piccolo mistero su cui gli scienziati si interrogano da anni, ma adesso un nuovo studio ci svela come ciò sia possibile.

La ricerca pubblicata su PNAS è basata sull’analisi di dati raccolti in trent’anni in popolazioni di orche che vivono nel nord ovest del Pacifico.

Gli scienziati hanno notato che le giovani orche che hanno la fortuna di avere le nonne hanno più probabilità di sopravvivenza rispetto a quelle senza; inoltre il rischio di morte delle orche aumenta drasticamente dopo quella della nonna stessa.
Come sappiamo, quella delle orche è
una società matriarcale ed è probabile, secondo gli esperti, che le cosiddette balene assassine portino con sé conoscenze cruciali sulle risorse alimentari che possono influenzare la vita o la morte dei loro parenti.

Quindi in pratica le nonne, ovvero le orche che hanno superato l’età riproduttiva, assicurano una migliore sopravvivenza per i loro nipoti.

Se la vita media di un maschio d’orca si aggira intorno ai trent’anni, le femmine sono fertili fino ai trenta-quarant’anni circa, ma vivono anche fino ai 90 anni.

Sono una delle quattro specie al mondo, insieme a essere umano, narvalo, beluga e globicefalo di Gray, ad andare in menopausa. Ed è per questo che da tempo si studia il loro comportamento.

Il nuovo studio pubblicato da PNAS è basato sui dati raccolti su due popolazioni (gruppi di diversi pod) di orche residenti al largo della costa canadese e statunitense del Pacifico nord-occidentale.

Come si legge nella ricerca, è stato analizzato il tasso di sopravvivenza di 378 nipoti di orche, notando che le possibilità di sopravvivenza fossero maggiori quando era presente una nonna. Monitorando anche l’abbondanza di salmone, l’impatto della morte di una nonna era maggiore nei periodi di scarsità.

La morte di una nonna può avere ripercussioni importanti per il suo gruppo familiare, e questo potrebbe rivelarsi una considerazione importante quando si valuta il futuro di queste popolazioni”, dicono gli esperti.

Ma non solo, se le orche continuassero a riprodursi non sarebbero in grado di offrire lo stesso supporto alla discendenza, ciò significa che l’evoluzione della menopausa ha aumentato la capacità della nonna di aiutare i nipoti.

La morte di una matriarca può avere importanti ripercussioni sul suo gruppo familiare, e questo è particolarmente importante quando si considera il futuro delle popolazioni di orche. Man mano che continuano a diminuire le popolazioni di salmone, le nonne diventano sempre più importanti per le popolazioni di questo cetaceo”, spiega Dan Franks, ricercatore dell’Università di York e co-autore dello studio.

Nel regno animale il matriarcato è predominante e vige una gerarchia molto ben strutturata nel gruppo familiare.

Gli Elefanti, i lupi, le orche, i lemuri, i bonobo, le iene, le api, le formiche, le manguste suricato…

Quello del maschio alfa è un mito da sfatare.

E la nostra società avrebbe molto da imparare dagli animali quanto a rispetto e ruolo delle «femmine»

sebben che sono femmine…

fonti:

https://www.greenme.it/informarsi/animali/orche-nonne-nipoti/?fbclid=IwAR39L69QJhnGdwJXm0mKNIooOyKnu_vyCJ53iPDoxNLgzruan4tW56gAf

https://www.pnas.org/content/116/52/26669