ambiente · animali · armonia · Comunicazione · eventi · Fantasia · felicità · gatti · natura · Pace · pensare positivo · stare bene · Testimonianze · umanità · usanze

Alberi di Natale a prova di gatto!

Albero di Natale a prova di gatto in 10 mosse

natale_wp

Gatti e albero di natale sono inconciliabili. I gatti sono così affascinati dal nuovo ospite che non possono resistere dall tentare l’arrampicata, spargendo aghi, decorazioni e orpelli ovunque. E arrivando puntualmente a farlo rovesciare. Mantenere il micio curioso lontano dal nostro albero di Natale è, quindi, una saggia idea per tutti, soprattutto per l’incolumità del felino

L’unico modo infallibile per riuscire nell’impresa impossibile sarebbe quello di mettere l’albero in una stanza in cui il gatto non può accedere. O rinunciare alla realizzazione della tradizionale decorazione natalizia. Ma è davvero così? Ecco come realizzare un albero il più sicuro possibile per i nostri felini in sole 10 mosse.

Gatti-albero-di-natale-1

1) LA SCELTA

Iniziamo in maniera intelligente dal principio, cioè considerando il tipo di albero che verrà utilizzato. I”veri” alberi di Natale, infatti, sono potenzialmente più pericolosi per il vostro gatto di quelli artificiali. Questo perché gli aghi dell’albero reale sono taglienti e possono arrivare a forargli la pelle, oltre che irritanti e leggermente tossici se masticati. Non che “sgranocchiare” un albero artificiale sia sano, ma la scelta dell’albero sarà fondamentale per i passaggi successivi. Considerate, inoltre, le dimensioni. Un piccolo albero sarà più sicuro di un albero grande, semplicemente perché, se dovesse cadere, farebbe meno male. Per un gattino, un albero da tavolo potrebbe essere una scelta adatta, almeno fin quando crescerà e smetterà di essere così iperattivo. Se si sceglie un albero vero, bisogna scegliere un contenitore dell’acqua completamente inaccessibile al gatto, per evitare rischi di avvelenamento. Se abbiamo gattini piccoli, meglio avvolgere un po’ di stagnola intorno al tronco. A loro non piace e li terrà lontani.

chat-sapin-noel-1

2) LA BASE

Selezionare una base forte e resistente. Meglio peccare per eccesso di cautela. Sarà fondamentale per la sicurezza, oltre che degli animali domestici, anche dei bambini. Importantissimo utilizzare, inoltre, una copertura per la base, per nascondere pesi e cavi elettrici, e ancorare l’albero anche alla parete o al soffitto, per evitare che il gatto lo rovesci.

516447

3) LA POSIZIONE

Scegliere una posizione sicura per l’albero, che consenta di avere spazio libero intorno e che sia lontana da elementi da cui il micio potrebbe arrampicarsi o saltare, come invitanti scaffali, mobili e mensole. Se possibile, scegliere una collocazione per l’albero che permetta di chiudere la porta di notte o quando non c’è nessuno in casa.

4) PRIMA DELLA DECORAZIONE

Provare inizialmente a non decorare l’albero. La logica alla base di questo consiglio è quella di fornire un po’ più di tempo al gatto per esplorare “l’intruso” e imparare a lasciarlo in pace. Oltre a pronunciare un secco e deciso “no” se ci si accorge che il gatto sta per saltare, spruzzare l’albero conspray agli agrumi, che non gradirà particolarmente, tenendolo lontano. Se si tratta di un albero di plastica, anche una piccola quantità di olio di citronella, il cui odore è sgradevole per il gatto, può fare al caso nostro. Si potrebbero anche mettere delle bucce d’arancia e pigne profumate di citronella attorno alla base (consiglio valido anche per le vostre piante d’appartamento).

enhanced_buzz_28969_1293039723_8-1012-600-450-70

) LA SCELTA DEGLI OGGETTI DA APPENDERE

Scegli ornamenti poco attraenti per i gatti. Evitare scintillii, bagliori, “penzolamenti” e riflessi(praticamente impossibile!). Meglio oggetti opachi e non lucidi, fatti di feltro o cartone, mentre restano banditi nastri e altri oggetti che pendono dall’albero. Ricordare che la neve artificiale è tossica e non dovrebbe essere usata quando si hanno animali domestici e bambini piccoli in casa. Se si sceglie di decorare l’albero con il cibo, bisogna fare attenzione a ciò che si attacca, ad esempio al cioccolato, che è tossico per i gatti.

6) DURANTE LA DECORAZIONE

Regola di base: non decorare l’albero davanti al gatto, altrimenti penserà che palline e festoni siano un gioco e continuerà a farlo anche quando saranno attaccati. Se mentre decoriamo il gatto è nei paraggi, bisogna resistere alla tentazione di usare le decorazioni come giocattoli.

gatto-gioca-con-albero-jpg-640x320

7) COME APPENDERE GLI OGGETTI?

Scegliete di appendere le decorazioni più delicate, seducenti o pericolose in alto, nei primi due terzi della struttura, dove c’è meno probabilità che il micio arrivi. Sempre che non ci siano sporgenze da cui saltare. Occhio agli orpelli, che possono essere molto dannosi se ingeriti, provocando seri problemi a stomaco e intestino.

8) FISSAGGIO SUI RAMI

Fissare gli ornamenti sull’albero in modo sicuro, affinché possano essere tirati via facilmente. Utilizzare ganci di metallo, utilizzando un paio di pinze per serrare la parte finale ed evitando l’uso di corde o elastici. Dopo aver attaccato le decorazioni, verificare che il metodo di fissaggio sia adeguato e a prova di gatto.

Gatti-albero-di-natale-18

9) SICUREZZA FILI ELETTRICI

Un albero di Natale è completo solo quando le luci sono accese, ma i fili elettrici possono rivelarsi una pericolosa tentazione per un gatto curioso e poco cauto. Assicurare i cavi con del nastro adesivo, evitand di lasciarli penzolanti e facili da raggiungere. Avvolgere il cavo in eccesso intorno alla base dell’albero, o, in alternativa, utilizzare griglie di protezione e tubi “ordina-tutto”. Spegnere sempre le luci dell’albero di Natale quando non c’è nessuno in casa.

10) RELAX

Ok, ora abbiamo fatto tutto il possibile per proteggere l’albero e per renderlo un’esperienza sicura per il gatto. Ma non abbassate la guardia. E tenete una macchina fotografica vicino. Perché? Ecco, guardate bene: cos’è quella palla di pelo che sbuca dai rami? Forse si trattava di una causa persa in partenza…

5ef1a31991

http://www.greenme.it/abitare/cani-gatti-e-co/9254-albero-di-natale-gatto

anima e corpo · armonia · arte · bambini · cultura · donne · eventi · Leggere · Natale · Natale · Pace · Riflessioni · Testimonianze · umanità · usanze

Perchè siam donne: L'( immacolata ) concezione

L’ (IMMACOLATA) CONCEZIONE
Il concetto dell’immacolata concezione di Gesù sta al centro della tradizione cristiana ortodossa.
Ciò nonostante viene menzionato soltanto in due dei quattro Vangeli e in nessun altro testo del Nuovo Testamento.
Marco dice…..” ecco  la Vergine sarà gravida e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele, il che interpretato vuol dire: Dio con noi…”
Si fa riferimento ad una profezia di Isaia che fece nel 735 a.C. , per ingraziarsi l‘ allora Re  di Gerusalemme Araz.
Ma nulla fa pensare che si riferisse alla nascita di Gesù 700 anni dopo.
Inoltre Maria e Giuseppe chiamarono il loro figlio Gesù ( in ebraico Yehoshua)
Anche l’interpretazione del testo evangelico non è esatta: infatti la parola semitica tradotta come “vergine” è almah, che significa semplicemente  “giovane donna”,  mentre in latino la parola  “ virgo “  significa  “ nubile ” .
La verginità fisica attribuita a Maria diviene ancora più incredibile riguardo alla dogmatica asserzione cattolica che ella rimase sempre vergine.
Nei Vangeli viene confermato che Maria ebbe altri figli, e Gesù viene citato come il “primogenito”, e i suoi fratelli erano Giacomo, Iosa, Simone e Giuda, e anche delle sorelle.
Le scritture dicono che Gesù era un “Nazareno”, ma questo non vuol dire che venisse dalla città di Nazareth, la cui effettiva esistenza non è mai stata provata.
Giovanni Battista e il fratello di Gesù, erano Nazareni, individui ascetici , vincolati da rigidi voti durante periodi stabiliti, come nel caso di Mosè.
All’epoca di Giuseppe e Maria, i Nazareni erano affiliati alla comunità Essena di Qunram.
LA COMUNITA’ ESSENA DI QUNRAM .

La comunità osservava alcune severe regole disciplinari in rapporto al fidanzamento e al matrimonio dinastico.
Queste regole erano molto definite e imponevano una vita di castità eccetto che per la procreazione di figli solo ad intervalli stabiliti.
Tre mesi dopo la cerimonia del fidanzamento, aveva luogo un “ Primo Matrimonio” ufficiale con l’unzione degli sposi, che segnava l’inizio degli sponsali  nel mese di settembre.
Dopo di che erano permessi rapporti fisici, ma soltanto nella prima metà di dicembre.
Scopo di questa limitazione era assicurare che un’eventuale nascita messianica avvenisse in settembre, mese dell’Espiazione.  Se la sposa non concepiva i rapporti intimi erano sospesi fino al dicembre successivo e così via.
Una volta che la sposa in prova aveva concepito, veniva celebrato un “Secondo Matrimonio” con unzione per legalizzare l’unione.
Tuttavia la sposa era ancora considerata una almah, giovane donna, fino al compimento del Secondo Matrimonio, che non veniva celebrato fino a che lei non era in cinta di tre mesi.
Questo rinvio era stato stabilito in previsione di un possibile aborto.
I Secondi Matrimoni avevano quindi luogo nel mese di marzo.
Quindi Maria poteva benissimo essere la moglie di Giuseppe e allo stessa tempo una almah.
Ma Maria rimase in cinta mentre stava trascorrendo un periodo di prova come donna sposata  della gerarchia dinastica, un periodo nel quale erano proibiti i rapporti sessuali, e Giuseppe ebbe bisogno di avere l’approvazione del sommo sacerdote Abiatar , il designato Gabriele.
Dal tempo di re Davide, la dinastia di Abiatar era insediata nell’alta gerarchia ecclesiastica.
Oltre ai tradizionali titoli sacerdotali, gli Esseni conservavano anche i nomi degli arcangeli del Vecchio Testamento nella loro struttura governativa.
Quindi , secondo l’ordine gerarchico, sotto al gran sacerdote “Arcangelo Michele “ era il sacerdote “Angelo Gabriele”, che era anche l’Angelo Ambasciatore del Signore.
Così si spiega l’episodio dell ”Annunciazione”, dove si racconta che a Maria viene annunciata la nascita di Gesù dall’Angelo Gabriele.
In realtà si trattò di una conferma da parte di un alto sacerdote, che aveva il grado di Angelo Gabriele, nella gerarchia degli Esseni.
E questo permesso fu dato perchè Giuseppe era un diretto discendente di Re Davide e suo figlio avrebbe preso posto nella discendenza regale, quindi non poteva essere  abbandonato come un qualsiasi figlio illegittimo.
Dopo questa dispensa a Giuseppe sarebbero state applicate di nuovo le regole normali: prima fra tutte quella che nessun contatto fisico era permesso tra marito e moglie fino alla nascita del bambino.
Intanto le regole erano state infrante e Maria dette alla luce Gesù nel momento sbagliato dell’anno: domenica 1 marzo del 7 a.C.
Così Maria non solo concepì come almah, ma partorì anche come tale prima del Secondo  Matrimonio.

continua….: ” Le Marie :Lo sposo e la sposa “

Fonti:

Robert Graves ” La dea Bianca” Adelfi Edizioni

Edoardo Schurè : ” I grandi iniziati” Edizioni Laterza

Illustrazioni : Antonello da Messina / Dante Gabriele Rossetti
ambiente · amore.autostima · anima e corpo · armonia · buone notizie · Comunicazione · cultura · donne · evoluzione · futuro · punti di vista · Riflessioni · Testimonianze · umanità

Perchè siam donne: 1dicembre 1955, Rosa Parks prende un autobus

1 dicembre 1955, Rosa Parks prende un autobus

Rosa Parks


Lei è ClaudetteColvin, la giovanedonna che a 15 anni si rifiutò di lasciare il posto in autobus riservato ai bianchi. Succedeva 6 mesi prima di RosaParks. Disse di quel momento che era come se SojournerTruth da un lato e
HarrietTubman dall’altro la spingessero a non alzarsi. Così riuscì a farlo. Tenendo in mente due straordinarie donne che prima di lei avevano scritto pagine di storia.

                                       ********

I principi egualitari enunciati nella Costituzione americana, sebbene universali, si ritenevano implicitamente limitati ai bianchi americani e non furono estesi alla popolazione di colore né ai nativi. 

I principali esempi di queste leggi consistevano nella separazione tra neri e bianchi nelle scuole pubbliche, sui mezzi di trasporto, negli ospedali, nei bagni pubblici, nei ristoranti e negli alberghi.

Solo negli anni Cinquanta si assistette a un processo volto a superare gradualmente il regime di segregazione razziale ancora vigente negli Stati Uniti.

 Martin Luther King, che nel 1963 organizzò un grande corteo a Washington di 250.000 persone per chiedere l’eliminazione della segregazione razziale .Nel 1964 fu insignito Premio Nobel per la pace prima di essere vittima di un attentato

Nel 1964 ciò portò il governo federale all’emanazione del Civil Rights Act che dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle liste elettorali, vietò la discriminazione razziale nelle strutture pubbliche, nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Tali provvedimenti andavano verso una totale uguaglianza, non solo formale, ma sostanziale tra neri e bianchi.

Fonte La segregazione razziale negli Stati Uniti d’America (policlic.it)

“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”
Mahatma Gandhi

 

Fonte:http://womenoclock.com/2013/12/01/1-dicembre-1955-rosa-parks-prende-un-autobus/

amore.autostima · anima e corpo · Astrologia · astronomia · Comunicazione · Energia · eventi · evoluzione · futuro · natura · pensare positivo · Perchè siam donne! · punti di vista · sebben che siamo donne · stagioni · stare bene · Testimonianze · universo

Quando la Luna piena…Ma anche il Sole…Energia Super! Tutta per me, per te, per noi! Per ritrovare l’Armonia oltre la confusione!

Guarda che Luna!!!

La Luna piena brilla di incandescente luce che ci puoi leggere !

La luna piena trasmette una super energia che ti senti scuotere dentro fino alla punta dei capelli!

La luna piena accelera a dismisura il ritmo delle tue emozioni che non riesci a seguirle e tantomeno a scorgerne la causa!

E già così, che lo sai, potresti prepararti!

Ma quando la Scienza ti comunica che il Sole è in super attività e la sua energia è al massimo della sua potenza mai registrata proprio in questi giorni …

Mi sento più e di più…amplificata!

E tu?

Hai notato che proprio ieri hai scoperto che quell’albero che vedi tutti i giorni dalla tua finestra ha diverse sfumature di verde?

Ti sei sentita rimescolare dentro leggendo una storia di un gattino salvato sull’autostrada?

E hai notato che la canzone che la tua vicina canta a squarciagola all’alba , svegliandoti, è la tua preferita?

E che il vicino musone ti ha salutato con un sorriso?

Io mi sento confusa, amplificata!

E tu?

Ho sprazzi di entusiasmo travolgente per i miei progetti futuri e altrettanti di sfiducia e preoccupazione …

A momenti il passato è solo un ricordo di esperienze non risolte, a momenti mi torna alla mente tutto quello che ho imparato …

e mi dico Brava!!!

E tu?

Che confusione!

A momenti mi sento trattenuta e trovo cose e persone e situazioni che posso tranquillamente lasciare e la sensazione di libertà mi fa volare …

A volte metto in dubbio le mie scelte e subito nasce il giudizio … saranno quelle giuste… mi sento libera di scegliere…sono condizionata dalla immagine ideale che ho di me per piacere agli altri…

Che confusione!

Mi sento divisa eppure unita…piena eppure vuota …

Questa sono io… sono moltitudini certo…con tante sfaccettature di luce e di buio…con tante qualità e tante incertezze…suoni, immagini e sensazioni di tanti tipi …e sono mie…

Sono io ? Tutto?

Amplificata! E tutte le risposte sono in me…

Che confusione!

Quasi quasi potrei piacermi…quasi quasi potrei accettarmi come sono…e trovare equilibrio tra gli opposti che mi fanno sentire in confusione…

Quasi quasi potrei considerarmi…

Quasi quasi potrei amarmi!

E tu?

Siii…

Non è forse “ L’Amor che move il Sole e le altre stelle”?

Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante. “

Si saranno messi d’accordo questo Sole e questa Luna per spingere questa umanità che si è persa nella confusione a ritrovare l’Armonia?

E poi…

Sorridendomi ho cominciato a canticchiarmi :

Che confusione ! Sarà perchè ti amo ! E’ un emozione che cresce piano piano…Stringimi forte e stammi più vicino!”

E mi sono detta… a chi?

A me!

E tu? A te!

Love Laurin

P.S. : Ricorda che l’Amore è contagioso! E così collabori a creare l’Armonia!

Foto di Laurin

ambiente · amore.autostima · armonia · Comunicazione · cultura · donne · evoluzione · futuro · natura · pensare positivo · Perchè siam donne! · punti di vista · sebben che siamo donne · stare bene · Testimonianze · umanità

Perchè siam donne: Miss Nepal Universo “accetta te stessa, ama te stessa”

Miss Universo Nepal, la prima modella curvy che rompe gli stereotipi del concorso di bellezza

Sul palco di Miss Universo la rappresentante del Nepal ha portato in scena la vera bellezza, rovesciando gli standard e rompendo gli schemi. Sicura di sé e molto determinata, Miss Nepal esalta la bellezza curvy spronando tutte le donne

La bellezza ha varie forme e non conosce ostacoli. Non la si può giudicare dalla taglia di pantalone, dai centimetri della vita di una persona e Miss Nepal lo ha ricordato sfilando nel concorso di Miss Universo. 

Nella 72esima edizione, la rappresentante del Paese asiatico ha promosso la sua di bellezza rompendo gli stereotipi della moda e attirando tutta l’attenzione su di sé. Lei si chiama Jane Dipika Garrett, ha 22 anni e di professione è infermiera.

Il pubblico l’ha apprezzata particolarmente poiché Jane è la prima modella curvy ad aver preso parte alla rinomata competizione internazionale. Sulla passerella ha voluto rappresentare tutte le donne, lanciando un potente messaggio di inclusione.

Jane si descrive come una donna determinata e audace e spera di trasmettere la sua forza a chi la guarda e la appoggia.

Così Jane ci mostra l’aspetto caleidoscopico delle donne. In tantissimi facevano il tifo per lei, sperando che venisse incoronata Miss Universo. Ma, indipendentemente dal titolo assegnato a Miss Nicaragua, per i suoi follower Miss Nepal ha già vinto.

In un suo post condiviso sui social ha scritto “Il cambiamento sta arrivando. Tutte le barriere del mondo si stanno rompendo, tutti sono belli e meritano di essere visti e ascoltati”.

Lei stessa non si può dire più orgogliosa di aver portato sotto i riflettori la real size beauty nella top 20.

Fonte: jadedipika_/Instagram

ambiente · animali · armonia · Comunicazione · cultura · eventi · natura · Pace · punti di vista · Testimonianze · usanze

A proposito del Thanksgiving Day i tacchini ” graziati “ringraziano ! Eh sì! Non tutti i tacchini finiscono in forno!

Il Giorno del Ringraziamento è fondamentalmente una ricorrenza di origine cristiana che viene osservata in tutti gli Stati Uniti e in Canada, un segno di gratitudine per i profitti dei raccolti e per quanto di buono avuto durante l’anno che trova radici nel 17° secolo, nel 1621.
Senza dilungarmi in un trattato storico, va detto che i Pellegrini cristiani migrarono in America nel 1621, trovando un territorio dal terreno inospitale e poco fertile, che non riuscirono a sfruttare con le loro conoscenze di semine e coltivazione, andando incontro ad un inverno arido di raccolto, che vide una buona metà di loro morire di fame.

I nativi americani intervennero insegnando loro come seminare e coltivare al meglio i prodotti agricoli e come allevare gli animali, in particolare il granoturco e il tacchino, per questo simbolo della ricorrenza.

Da lì, ogni anno, il ringraziamento è un modo di ringraziare Dio per il raccolto e anche per rafforzare la socializzazione tra popolazioni, che ha permesso la sopravvivenza dei pellegrini.
Per alcuni decenni la ricorrenza subì una graduale diffusione tra i popoli delle Americhe, fino ad arrivare al 1789, quando George Washington – allora il primo presidente degli Stati Uniti – la decretò giornata Nazionale di Ringraziamento.

Alcuni giorni prima del Giorno del ringraziamento, alla Casa Bianca si svolge la tradizionale cerimonia della grazia presidenziale a due tacchini, nota come National Thanksgiving Turkey Presentation.

Risale al 1963 e ne fu artefice John Fitzgerald Kennedy che scelse di non cucinare il tradizionale tacchino donato al Presidente dalla National Turkey Federation fin dal 1947.

Si è a lungo ritenuto che fosse stato il presidente Harry Truman a dar vita alla tradizione, ma gli storici della Truman Library non sono riusciti a trovare alcuna prova che lo dimostrasse.

Dal 1989 uno dei tacchini graziati apre la parata sulla Main Street di Disneyland, poi entrambi vengono trasferiti nel ranch di Frontierland, nel parco stesso. Nonostante alla parata partecipi solo uno, ne vengono graziati due nell’eventualità che uno dei due non riesca ad arrivare vivo alla parata.

A partire dal 2005 il trasferimento da Washington a Los Angeles avviene con un volo di prima classe della United Airlines.

A partire dal 2003 i cittadini americani sono invitati a scegliere il nome dei tacchini votando sul sito della Casa Bianca: dopo il primo sondaggio furono battezzati Stars e Stripes (Stelle e Strisce, nome che indica la bandiera statunitense):


Il giorno della settimana è Giovedì e cade durante la 48° settimana dell’anno

Il presidente Joe Biden ha graziato come da tradizione nel South Lawn della Casa Bianca due grandi tacchini, Liberty e Bell, risparmiando loro la sorte di finire sulla tavola di qualche famiglia americana per il pranzo del Thanksgiving il 23 novembre.

Liberty e Bell, entrambi maschi di 20 settimane e di una ventina di chili di peso ciascuno, hanno trascorso la domenica in una suite dell’hotel Willard Intercontinental, uno storico hotel di lusso vicino alla Casa Bianca, dopo il viaggio fatto a bordo di una cadillac nera dal loro allevamento in Minnesota.

https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ringraziamento

ambiente · amore.autostima · animali · armonia · arte · Comunicazione · cultura · eventi · evoluzione · gatti · pensare positivo · Testimonianze · usanze

Il 17 novembre si celebra il Black Cat Day, una giornata dedicata a contrastare le superstizioni sui mici dal manto scuro e a riabilitare la loro reputazione

Il Gatto Nero Day è una ricorrenza istituita dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) che, ogni 17 novembre, dal 2003,celebra i mici dal manto scuro. con lo scopo di combattere e superare le tante superstizioni che girano su questa bellissima tipologia di gatto , per secoli oggetto di superstizioni e credenze popolari ingiuste e infondate.
Il gatto nero è stato, e purtroppo a volte è ancora, oggetto di superstizioni popolari che hanno etichettato questo animale come portatore di sfortuna e sciagure.
In realtà il carattere del gatto nero lo porta a essere un felino con una grande propensione alla lealtà e all’amicizia verso gli esseri umani, caratteristiche queste che stridono particolarmente con le dicerie diffuse sul suo conto. Il micio dal manto scuro ha poi un’indole riservata e schiva, pur essendo un animale estremamente sensibile e intelligente.
Secondo una ricerca che è stata realizzata dall’US National Cancer Institute poi, i gatti neri hanno una minore propensione a contrarre determinate malattie.
Questa evidenza scientifica è supportata anche dalla realtà dei fatti: i felini bianchi e neri sono infatti fra i più diffusi, a dimostrazione appunto della effettiva resistenza di questa specie. Si pensi, a questo proposito, che in Italia il 10% dei 20 milioni di gatti viventi sono di colore nero.
Il gatto nero europeo a pelo corto è una razza molto comune, che si contraddistingue per i caratteristici occhi verdi.
Anche il gatto nero Bombay è una razza particolarmente diffusa, che si può riconoscere per la testa e le orecchie arrotondate. Il carattere è tipicamente coccolone e accomodante.
Anche il gatto nero British ha un buon temperamento, ed è anche molto intelligente. Il muso di questa razza di felino è dritto e tondo, il corpo robusto e muscoloso e la coda grossa.
Una razza rara e preziosa di gatto nero è invece il Persiano, che ha un carattere leale e affettuoso

A Milano dal 17 novembre al 10 dicembre 2019 presso la Ex Fabbrica delle Bambole di Milano è stata allestita la mostra collettiva Il gatto nero nell’arte.
A Napoli, Il 17 novembre 2019 , in occasione del Gatto Nero Day, è stato inaugurato al Vomero uno spazio dedicato ai felini neromantanti pronto a sfatare la loro fama di portatori di ‘jella’
La paura, per vincerla, deve essere esorcizzata. Così come la sfortuna.
C’è chi si lascia suggestionare da uno specchio rotto e chi, invece, si fa prendere dall’ansia alla vista di un gatto nero che attraversa la strada e, al fine scongiurare la malasorte, tenta disperatamente di cambiare direzione.
É ora di sfatare questo mito: incontrare un felino dal manto scuro non è affatto segno di sventura. Anzi.
Nei paesi anglosassoni, così come in Giappone, questo animale è addirittura considerato un portatore di fortuna e felicità. Perché non prendere esempio? .

Il gatto nero è stato, e purtroppo a volte è ancora, oggetto di superstizioni popolari che hanno etichettato questo animale come portatore di sfortuna e sciagure
Se non siete affetti da eptacaidecafobia (paura del numero 17) prendete nota: a Napoli dal 17 novembre 2019 è aperto  il Museo del Gatto Nero.
La scelta della città non è ovviamente casuale, parliamo della patria dei cosiddetti ‘jettatori’, una realtà in cui superstizione e scaramanzia, dai tempi più remoti, sono parte integrante della tradizione popolare.
Dall’antico Egitto al Medioevo, un viaggio nella storia dei gatti.
La location si trova nella zona del Vomero all’interno di un appartamento privato, ma aperto al pubblico, dove è stato allestito uno spazio permanente suddiviso in differenti sezioni tematiche (storica, artistica, fotografica etc.).
A parlare più di mille parole  circa un centinaio di cimeli tra fotografie, sculture, quadri e poesie raccolti nel corso degli anni dall’Associazione.
Gli oggetti custoditi al suo interno, infatti, aiuteranno i visitatori a ripercorrere la storia di questi deliziosi animali, ora amati e venerati come divinità, ora demonizzati e perseguitati.
Infatti, se nell’antico Egitto i gatti erano considerati animali sacri, nel Medioevo invece i mici neri erano visti come esseri demoniaci.
A completare il tutto sarà anche uno spazio ludico, ovvero una stanza dedicata ai giochi aperta ai quattro zampe accompagnati dai loro padroni..
Nell’attesa non bisogna munirsi di ‘Curniciello’ ovvero il famoso corno portafortuna: per visitare il museo e apprezzarlo in tutta la sua unicità, infatti, è sufficiente essere pronti a vedere il mondo con occhi diversi.

E a Roma non si poteva mancare alla festa del gatto nero al Gattile del Verano 
Grazie all’Associazione Animal Welfare che da tanti anni ed in modo ineccepibile gestisce il gattile e l’intera colonia felina esistente all’interno del cimitero monumentale Verano di Roma,  in compagnia di tanti mici bellissimi e socievoli. tutti salvati dalla strada, da maltrattamenti e rinuncia di proprietà.
In occasione di questa giornata l’associazione «Pet carpet» in collaborazione con la polizia di stato e l’Anas lancia la campagna per la sicurezza stradale in difesa degli animali.
C’è, infatti, chi ancora oggi teme di trovarsi di fronte il gatto nero mentre guida o cammina: così l’associazione ha deciso di promuovere una campagna per la sicurezza e contro i luoghi comuni in difesa degli animali.
Non è infatti il passaggio della piccola pantera a determinare un pericolo sulle strade ma la velocità e la distrazione degli automobilisti, i cui comportamenti incauti generano numerosi incidenti, che talvolta includono anche collisioni con molti animali notturni selvatici come volpi, cinghiali, ricci, istrici.

Ma per smontare la diceria basta guardare la situazione da un altro punto di vista: nella cultura asiatica infatti, il gatto nero è al contrario che da noi simbolo di fortuna e portatore di felicità. In quest’ottica i gatti neri non sono forieri di sventure e malignità da evitare, ma al contrario esseri di cui cercare la compagnia per propiziarsi la sorte.
Si spera che quell’amico che ogni volta che vede un gatto nero cambia strada, d’ora in poi smetta di farlo. E se proprio deve per forza credere a una superstizione, può abbracciare quella asiatica, decisamente più positiva.

Basta cambiare prospettiva perché le cose cambino
https://www.lastampa.it/viaggi/italia/2019/06/07/news/napoli-in-arrivo-il-museo-del-gatto-nero-1.36539304
illustrazione di Tatiana Martino
ambiente · amore.autostima · armonia · bambini · Comunicazione · cultura · donne · Energia · futuro · pensare positivo · scuola · stare bene · Testimonianze · umanità

13 novembre: la Giornata Mondiale della Gentilezza richiama i valori dell’umanità

 

Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000.

 

Una professoressa educa alla gentilezza i suoi alunni: “Sii gentile, sempre”

La docente che insegna ed educa i suoi ragazzi ad essere gentili verso il prossimo.

L’iniziativa comprende lezioni, show e tante emozioni.

Insegnare ai bambini ad essere gentili verso il prossimo è importante. Una persona gentile ha dei sentimenti importanti come l’onestà, l’altruismo, la generosità e l’empatia verso il prossimo. Uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università della California, ha dimostrato come la vita dei bambini, dei pre-adolescenti, che compiono azioni gentili verso il prossimo, può cambiare in meglio.

Con dei semplici gesti gentili si può sia migliorare la vita di chi li fa e sia di chi li riceve. Per questo è importante incoraggiare le attività legate alla pro-socialità per avere effetti a catena ed aumentare la felicità e la popolarità di chi fa azioni gentili.

Quello che ha fatto una professoressa nel trevigiano con i suoi studenti è in linea con lo studio americano. La docente crede che, accanto al compito istituzionale, la scuola deve educare gli studenti ai sentimenti.

La professoressa che educa alla gentilezza ed ai sentimenti: “Ragazzine in gruppo che non si preoccupano se una loro compagna di classe rimane sola”

La professoressa Mara Pillon, 54 anni ed insegnate di italiano alla scuola media Marco Polo di Silea ha deciso di insegnare la gentilezza ai suoi alunni.

Osservando i suoi studenti si è accorta della loro indifferenza verso i compagni più “deboli”: “Li osservo da anni a ricreazione. Ragazzine in gruppo che non si preoccupano se una loro compagna di classe rimane sola. Ragazzi senza merenda costretti a rubarla ad altri con prepotenza, perché a nessuno viene in mente di condividere”.

Ha deciso così di insegnare la gentilezza a 19 alunni di età compresa tra gli 11 ed i 12 anni. Vuole insegnare, ai suoi alunni, a guardarsi intorno, osservare le persone ed a cercare di capirle.

É partito tutto da una frase del teologo Ian Maclaren e riportata nel libro di R.J. Palacio “Wonder”:

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre”.

Per un mese le sei ore di lezione alla settimana di italiano sono state utilizzate solo per imparare la gentilezza, come riportato da Il Napolista. Dopo varie riflessioni ed attività legate alla gentilezza, gli alunni hanno invitato gli studenti di prima e seconda media dell’istituto, in aula magna, per condividere le loro esperienze.

Hanno iniziato a leggere loro degli articoli nei quali si spiega come una persona non nasce gentile ma lo può diventare. Si è passati ad analizzare il testo letterario di Dante “Tanto gentile e tanto onesta pare“, per sottolineare come la gentilezza non rende belle le persone fuori ma belle dentro e quindi nobili d’animo.

Inoltre hanno sottolineato come la gentilezza sia una forma di rispetto verso se stessi e verso l’ambiente che ci circonda: “per pulire il nostro pianeta bisogna essere puliti dentro. La coerenza tra il dentro e il fuori è essenziale e si riflette nel nostro comportamento“, come riportato dal sito dell’Istituto.

Successivamente è stata raccontata un’attività che si è volta in classe. Gli alunni hanno annotato sul diario scolastico per una settimana le gentilezze ricevute e nella settimana seguente quelle donate agli altri.

Alla fine si sono accorti che le gentilezze ricevute sono state tante ma spesso non vengono riconosciute o le diamo per scontate.

Inoltre hanno usato un lenzuolo bianco dove al centro hanno scritto: “GENTILEZZA MAGIA CONTAGIOSA“. Nel restante spazio sono stati attaccati dei fili di lana colorata, ai quali sono state pinzate moltissime frasi significative riportate su alcuni cartoncini colorati.

Infine è stato raccontato in breve la trama del libro Wonder e sono state create delle scenette teatrali. Si sono ripresi i momenti di vita scolastica nella ricreazione come la condivisione della merenda, l’inclusione, l’aiuto e, appunto, la gentilezza.L’attività è stata presentata anche ai genitori che hanno gradito molto l’iniziativa.

La professoressa Pillon ha dichiarato: “Adesso questi 19 studenti sono i messaggeri della gentilezza. Sono chiamati a mettere in pratica ciò che hanno studiato, saranno loro all’interno dell’istituto a consigliare gli altri di fare altrettanto. Spero che il progetto sia esteso anche ad altre classi”.

la gentilezza un valore che va trasmesso a scuola”

Cortesia, altruismo, solidarietà tra compagni di classe. Sono i valori che vogliamo trasmettere a #scuola. I nostri ragazzi devono infatti sentirsi parte integrante di una grande famiglia, di una comunità.

È quello che accade all’Istituto ‘Marco Polo’ di Silea, in provincia di Treviso, dove la docente di italiano Mara Pillon ha introdotto Condiviuna “nuova materia”: la #gentilezza. Con la sua bellezza e la sua semplicità ci ricorda quanto sia fondamentale, ogni giorno, il ruolo della scuola nella vita dei nostri ragazzi”.

 

«La gentilezza ci consente di allentare le continue difficoltà della vita, le nostre e quelle degli altri, di essere aperti agli stati d’animo e alla sensibilità degli altri, di interpretare le richieste di aiuto che giungano non tanto dalle parole quanto dagli sguardi e dai volti degli altri: familiari, o sconosciuti. La gentilezza è un fare e un rifare leggera la vita, ferita continuamente dalla indifferenza e dalla noncuranza, dall’egoismo e dalla idolatria del successo, e salvata dalla gentilezza nella quale confluiscono, in fondo, timidezza e fragilità, tenerezza e generosità, mitezza e compassione, altruismo e sacrificio, carità e speranza. La gentilezza è come un ponte che mette in relazione, in misteriosa e talora mistica relazione, queste diverse disposizioni dell’anima: queste diverse forme di vita: queste diverse emozioni. Ma la gentilezza è un ponte anche perché ci fa uscire dai confini del nostro io, della nostra soggettività, e ci fa partecipare della interiorità, della soggettività, degli altri; creando invisibili alleanze, invisibili comunità di destino, che allentano la morsa della solitudine, e della disperazione, aprendo i cuori ad una diversa speranza, e così ad una diversa forma di vita».

Eugenio Borgna, La dignità ferita

https://www.giuntiscuola.it/psicologiaescuola/news/13-novembre-la-giornata-mondiale-della-gentilezza/

https://www.universomamma.it/professoressa-educa-gentilezza-alunni/

amore.autostima · anima e corpo · armonia · bambini · Comunicazione · cultura · eventi · evoluzione · felicità · Pace · pensare positivo · scuola · stagioni · stare bene · Testimonianze

Le lanterne di San Martino illuminano la strada che porta a ritrovare la luce interiore

Fruttificare io sento la mia forza
corroborarsi e conferirmi al mondo;
sento l’essere mio che si sustanzia,
per volgersi alla luce
entro la trama del destino umano.”

Rudolf Steiner, Calendario dell’anima, 10 – 16 Novembre.

La celebrazione delle feste nel corso dell’anno nella scuola Steiner-Waldorf ha un significato molto profondo: la festa ci ricorda che non esiste solo un mondo materiale fatto di quotidianità venali, di cose materiali e di individualità. Celebrare insieme le feste significa, non solo per i bambini, ricollegare la dimensione terrestre dell’uomo a un ritmo cosmico naturale, a un’immagine più ampia e soprasensibile del mondo, immagine sempre più lontana e dimenticata, esperienza sempre più difficile da fare al giorno d’oggi.

Le feste, così come le fiabe, ci aiutano a rientrare in questo mondo di cui comunque sappiamo, magari inconsciamente, di far parte. Infatti, anche da adulti frenetici e materialisti, quando ci capita di entrare nel clima della festa riconosciamo subito un’atmosfera “già nota”, che riemerge da ricordi d’infanzia o da chissà dove. Per questo è importante far sì che i bambini, fin dagli anni dell’asilo, possano vivere intensamente questi momenti: li ritroveranno da adulti, portandoli sempre con sé e trasformandoli in forze di crescita e di relazione sociale.

In questo periodo dell’anno le giornate si accorciano, l’oscurità avanza minacciosa, le foglie cadono e un senso di morte e di freddo pervade l’anima. L’anima non ha più in sé quella solarità estiva che le proveniva dalla natura. Deve dunque trovare una luce nuova, una luce che nasca da dentro. San Martino è tradizionalmente la festa di questa luce interiore, come spiega bene Claudia Gasparini in questo articolo.

Nella tradizione contadina l’11 novembre finiva l’anno agricolo, data della svinatura e inizio del periodo invernale, quando la terra accoglie nel suo grembo quei semi che daranno nuova vita nella primavera futura. Nel nord Italia in questo periodo si stipulavano i contratti d’affitto tra il proprietario del podere e il mezzadro. Se il proprietario rinnovava il contratto allora i contadini potevano festeggiare con i prodotti tipici di questo periodo dell’anno, diversamente erano costretti a traslocare, solitamente nei giorni più miti detti appunto “estate di San Martino”. Da qui nasce il modo di dire “fare San Martino”, divenuto poi d’uso consueto anche in città.

Ne troviamo traccia in altri detti popolari che ancora resistono: “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino”, “A San Martino uccidi il maiale e bevi vino”, “A San Martino ogni mosto diventa vino”, “Chi no magna oca a San Martino no’l fa el beco de un quatrino”.

In asilo e nelle prime classi della scuola ci si prepara a questa festa qualche giorno prima, raccontando la storia di Martino, impastando e cuocendo il pane (con uvetta e mandorle) e costruendo lanterne, con materiali diversi a seconda dell’età.

L’11 novembre, verso sera, la classe si ritrova in un parco, in un bosco o in un sentiero di campagna comunque poco illuminato e, insieme ai maestri e ai genitori, si compie una breve processione.

Lungo il cammino si intonano canti dedicati a San Martino, alla luce fioca e calda delle lanterne. È solitamente buffo e nello stesso tempo tenero accorgersi come talvolta i bambini più spavaldi e temerari in classe una volta nel buio si trasformino in pecorelle timorose, magari presi per mano e incoraggiati da chi, più timido, in aula non esprime il meglio delle sue capacità di relazione

Se dunque San Michele celebrava il coraggio individuale, San Martino esalta la luce interiore della carità e dell’empatia verso gli altri, rappresentando questi valori attraverso esempi e immagini potenti, immagini generatrici di forze che lavoreranno silenziosamente dentro i bambini negli anni a venire, plasmando il loro senso morale, portando salute non solo a se stessi ma anche alla comunità in cui vivranno.

werne-di-san-martino/ww.scuolawaldorf.org/le-lant

lanterne di San Martino fai da te

ambiente · amore.autostima · armonia · Comunicazione · donne · Energia · natura · Perchè siam donne! · punti di vista · sebben che siamo donne · stare bene · Testimonianze · umanità

Perchè siam donne: Mi vesto come voglio!

Da due anni #Olimstad e #HellandHansen, due fortissime giocatrici di Beach Volley norvegesi si rifiutano di giocare in bikini, presentandosi in shorts e top, come consentito dal regolamento, perché si sentono a loro agio e per “ridurre la pressione della scelta dell’abbigliamento sulle atlete più giovani”.

Qualche giorno fa, in Cina, a Haikou, l’arbitro, forse non informato sul regolamento, impone a Helland-Hansen e Olimstad di adeguarsi all’abbigliamento con top e bikini.

Le atlete rifiutano, e invitano il direttore di gara a consultare il regolamento. Che dá loro ragione.

Hanno vinto due volte: non solo sul campo, battendo le tedesche, ma per tutte noi. Che vogliamo poter scegliere.

Il beach volley (anche chiamato comunemente pallavolo da spiaggia) è uno sport di squadra giocato sulla sabbia, olimpico dal 1996.E’stato inventato nel 1895 dall’americano William G.Morgan

Per il beach femminile l’età della pietra comincia 30 anni fa, quando il presidente della Federvolley Mondiale, un uomo, Rubén Acosta, per aumentare la popolarità del volley decide di “aumentare” i cm di pelle esposta dalle atlete.

Diversa la regola per gli atleti di sesso maschile che possono giocare in canottiera e pantaloncini fino a 10 centimetri sopra il ginocchio.

Le donne sono tenute a indossare top e slip bikini «con una vestibilità aderente e tagliare con un angolo verso l’alto verso la parte superiore della gamba» e una larghezza laterale massima di 10 centimetri, secondo i regolamenti della Federazione internazionale di pallamano.

Dal 2006 la Norvegia ha dato vita ad una vera e propria campagna affinché i pantaloncini siano considerati ufficialmente accettabili nella pallamano da spiaggia e ha presentato una mozione per modificare le regole in un congresso straordinario dell’IHF (Federazione internazionale di Pallamano)

Negli sport da spiaggia quella del bikini sembra essere un vera lotta storica contro le regole di genere.

La Federazione Internazionale di Pallavolo ha aggiornato le proprie regole sulle divise solo nel 2012.

Nelle Olimpiadi di Tokyo 2020 le giocatrici di beach volley hanno già potuto scegliere di giocare in pantaloncini e magliette.

Le regole si possono cambiare. E difendere quando si vogliono mettere in discussione.

#labodifsegnala#beachvolley#bikini#regole

https://it.wikipedia.org/wiki/Beach_volley