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* Come puoi ascoltare il sussurro del vento se la tua mente è piena di parole inutili?
Come puoi ascoltare il sussurro del vento se la tua mente è piena di parole inutili?
Siamo circondati da molte distrazioni inutili che pensiamo tutte importanti, essenziali alla nostra realizzazione, centrali al nostro benessere. Il trans-umanesimo non sarà la risposta dell’uomo all’evoluzione dei tempi.
Nonostante tutto, guidati dai flussi astrali e dalle ispirazioni delle Guide dell’Umanità, sapremo volgere lo sguardo altrove, riportando lo sguardo sulla naturalità del vivere.
La rivoluzione virtuale in atto, cerca di creare una visione falsa e senza concretezza per mantenere il controllo sulla nostra energia, la nostra forza creativa.
“Il velo di Maya calerà presto per tutta l’umanità, restate pronti.
Nonostante quello che vi raccontano, la massa critica è già vicino alla consapevolezza. Potete capirlo parlando con chiunque, con chi non conoscete, con persone incontrate per caso. **Qualcosa non va** è cosa pensate e non siete soli.
Siate pronti ai cambiamenti, usate la forza e l’invito universale per disconnettervi da cosa non è utile alla vostra felicità perchè vi tiene nel suo potere per avere la vostra energia.
Siete molto di più di quello che vi hanno fatto credere.
Voi non comprendete pienamente i danni che i sociali fanno sul vostro sistema mentale, vampirizzando il vostro sistema energetico e modificando la vostra capacità di relazionarvi, di comunicare, di capire.
Tornate ad ascoltare il vento, la pioggia, il vostro respiro, l’acqua di un torrente.
Tornate a guardare negli occhi chi incontrate, perchè è in questa capacità che nutrite la vostra umanità.”
* Libertà è partecipazione
LA LIBERTÀ E’ PARTECIPAZIONE
Vorrei essere libero! libero come un uomo!
Vorrei essere libero come un uomo!
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura,
che cammina dentro a un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà!
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero! libero come un uomo!
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia,
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare,
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà!
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero! libero come un uomo!
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza,
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo,
è convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà!
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto, un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Giorgio Gaber. (1972)
* O capitano! Mio capitano!
O capitano ! Mio capitano!
O Captain! My Captain!
our fearful trip is done;
The ship has weather’d every rack, the prize we sought is won;
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
O Captain! My Captain!
rise up and hear the bells;
Rise up-for you the flag is flung-for you the bugle trills;
For you bouquets and ribbon’d wreaths-for you the shores a-crowding;
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning
Here Captain! dear father!
……………………………………………….
“ O capitano! Mio capitano!
il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l’ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,
Gli occhi seguono la solida chiglia, l’audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
……………………………………………………………
O capitano! Mio Capitano,
àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua capitano! padre amato!
…………………………………………………………………………………..
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
…………………………………………………………………………………
Walt Withman
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Mi è sempre piaciuta questa ode alla vittoria, al raggiungimento di obbiettivi condivisi, tutti insieme con il capitano a vele spiegate sulle onde del mare .
ll capitano, è essenziale.
Il capitano sa dove andare, come andare e quando.
Ha già percorso tante e tante volte le onde su e giù. Ne ha esperienza.
Il capitano sa affrontare le tempeste e la bonaccia e trarne vantaggio per la sua rotta.
Il capitano è consapevole di tutto e di tutti sulla sua nave. E si sente responsabile.
l capitano sa come stimolare il suo equipaggio con la visione della meta.
Il capitano è l’autorità, è il comandante, è il padre: è la guida nel bene e nel male.
La nave è la solida casa, l’equipaggio è la famiglia, il suo scopo è portare entrambi nel porto sicuro. E lui sa bene quale. Li conosce tutti. Ne ha esperienza.
Il capitano ha sempre presente quale è il porto sicuro, fa la sua scelta di volta in volta, secondo il tempo e la missione, e vuole portarci e la sua casa e la sua famiglia.
L’equipaggio è essenziale.
L’equipaggio è fatto di competenze, di ruoli, di livelli di responsabilità.
Una nave senza equipaggio non può navigare.
Una nave senza equipaggio non ha bisogno di un capitano.
La nave con il capitano e con l’equipaggio scivola sicura e veloce sulle acque verso la sua meta.
Arrivare può sembrare una fine, una morte dell’ideale che ha legato la nave, il capitano e l’equipaggio per tutto quel tempo che sono stati insieme.
Ma ciò che si è conquistato è ormai celebrato e certo ed è motivo per cambiare.
A volte il cambiamento può apparire come una morte.
Ma il capitano sta già studiando la prossima rotta. Per aggiungere una altra esperienza alla sua conoscenza e e maturare saggezza.
“ Siamo sulla stessa barca” mi ha sempre suggerito un senso di appartenenza.
Ho visto e vedo l’umanità come l’equipaggio, la nave come il bagaglio delle esperienze, il mare come l’acqua della conoscenza, la meta come l’evoluzione…
E il capitano?
Ogni essere umano è il capitano di se stesso, con le sue scelte, le sue esperienze , le sue mete si arricchisce in conoscenza e saggezza.
E insieme sulla stessa barca,
con la meta bene in vista,
sul Mare dell’Evoluzione,
guidati dal Capitano delle Stelle,
continua il viaggio,
da sempre e per sempre.
(Dedicato ad un Capitano delle Stelle Illuminato)
* Ogni grande artista ha con sè un gatto
” Ogni grande artista ha con sè un gatto! ”
( e non lo dico solo io….)
Il giorno prima di finire la sua vita l’aveva preceduto il suo gatto “Utto”, finale di ” farabutto”, appellativo affettuoso che gli dava il suo compagno umano, il poeta Andrea Zanzotto.
Vorrei che tu fossi più spesso con me 
a veder com’è vario il teatrino
che col micio combino.
Egli ha tanti nomi perché
muta secondo quel che fa
ma Uttino soprattutto resterà.
Intanto si sente re del giardino
e gira a far la guardia con orari
alquanto misteriosi o immaginari…
Ma quando da fuori arriva un rumore
anche solo di un motorino
scappa fin dentro la cappa del camino.
Tante mattine fa l’equilibrista
ma non sempre riesce a spostarsi
sui tralci e cade fuori dalla pista.
Ma subito scatta su un altro appiglio
con volteggi speciali, e arriva a terra
con ricche acrobazie che vi sconsiglio.
Ciò capita d’inverno, quando lui si fa grosso,
di ciccia e di pelliccia
e, cantando, lo chiamo «Cioccio, Cioccio»!
(Filastrocca inedita di Andrea Zanzotto.)
Nel tempo la predilezione per i gatti ha ispirato poeti e scrittori, rivelando nel gatto un elemento quasi imprescindibile della nostra esistenza.
Grandi poeti di tutti i tempi hanno dedicato versi innamorati ai loro amici felini, affascinati dall’eleganza delle loro movenze, dal loro spirito di indipendenza, dalla presenza discreta ma costante se scelgono la tua casa,dalla personalità spiccata di ogni esemplare.
E forse anche perchè c’è una antica credenza che se un manoscritto viene morso da un gatto avrà sicuramente successo.
Il poeta Aldous Huxley disse ai suoi allievi che gli avevano chiesto il segreto per avere successo in letteratura: “Se volete scrivere, tenete con voi dei gatti”.
Torquato Tasso, grande poeta del ‘500, scrisse “Sonetto per i miei gatti”, in cui chiedeva alla sua micia di prestargli gli occhi per poter scrivere anche di notte.
Charles Baudelaire, il poeta francese autore de “I Fiori del male”, era un grande amante dei gatti e a questi animali misteriosi e affascinanti ha dedicato molti versi, tutti contenuti nella raccolta “Spleen e Ideale”.
“Che dolce profumo esala da quel pelo
Biondo e bruno!
Com’ero tutto profumato
Una sera che l’accarezzai
Una volta, una soltanto!
E’ lui il mio genio tutelare!
Giudica, governa e ispira
Ogni cosa nel suo impero;
E’ una fata?
O forse un dio?
Quando i miei occhi, attratti
Come da calamita, dolci si volgono
A quel gatto che amo
E guardo poi in me stesso,
Che meraviglia il fuoco
Di quelle pallide pupille,
Di quei chiari fanali,
Di quei viventi opali
Che fissi mi contemplano!”
Che dire di Celine che non si separava mai dal suo gatto Bèbert in nessuno dei suoi viaggi e che lo salvò dalla persecuzione nazista, perchè non era un gatto di razza.
William Burroughs nel suo ” The cat inside” ( il gatto in noi) afferma che ciò che attira nel gatto è la sua misteriosa, fierissima indipendenza.
” Il libro dei gatti tutto fare” di T.S. Eliot è un campionario di personalità feline.
Ogni gatto descritto si potrebbe paragonare ad un essere umano, ma c’è sempre quel particolare in più che solo un gatto può sommare alle altre sue caratteristiche. E che un essere umano no…
Ne è come un simbolo dell’impossibilità di essere “normali” il romanzo di Colette ” La gatta” ( La Chatte) Saha, la gatta protagonista.
In realtà c’è un gatto o un suo simile fantasma quasi in ogni casa.
Thèophile Gauthier con un discorso brillante e divertente della sua vita con i gatti ” Serraglio privato ” ( Mènagerie intime) prende posizione contro un modo di pensare antropocentrico:
«Conquistare l’amicizia di un gatto è cosa difficile. È un animale filosofo, saggio, tranquillo, abitudinario, amante dell’ordine e della pulizia, e non ripone i propri affetti in maniera avventata: vuole sì essere tuo amico, se ne sei degno, ma non tuo schiavo. Anche nella tenerezza mantiene il libero arbitrio e non farà per te ciò che ritiene irragionevole; tuttavia, una volta che ti si è dato quale fiducia assoluta, quale fedeltà d’affetto!»
” La città dei gatti e la città degli uomini coesistono l’una dentro l’altra, ma non sono la stessa città.”
dice Italo Calvino ne ” Le città invisibili”
Quello di Jorge Luis Borges si chiamava Beppo
“Il gatto bianco e celibe si guarda
Nella lucida lastra dello specchio
E sapere non può che quel candore
E le pupille d’oro non vedute
Mai nella casa sono la sua immagine.
Chi gli dirà che l’altro che l’osserva
E’ solamente un sogno dello specchio?
Penso che questi armoniosi gatti
Quello di vetro e quello a sangue caldo
Sono fantasmi che regala al tempo
Un archetipo eterno… “
“Uno scrittore senza un gatto è inconcepibile. Certo è una scelta perversa, poiché sarebbe più semplice scrivere con un bufalo nella stanza piuttosto che con un gatto. Si accucciano tra i vostri appunti, mordicchiano le penne e camminano sui tasti della macchina da scrivere.”
Barbara Holland autrice di “The Name of the Cat “
(Sono solo alcuni dei tanti artisti con gatti….)
” Un gatto, il tuo gatto, è un confortevole simbolo di saggezza e autonomia.
Lui ti sta vicino quando tu hai bisogno di lui e delle sue coccole.
Lui può fare a meno di te, tu no: è il tuo più amorevole compagno di viaggio.”
E, mentre faccio scorrere le dita sulla tastiera del mio Mac , il mio gatto sonecchia sul suo cuscino rosso. Ogni tanto apre gli occhi benevolo e mi comunica con lampi verde smeraldo che sa che scrivo di lui.
Leggi anche:
“Gattologiastorie di gatti”
” Gattologia “
“About me”
“Il Tao dei gatti”
( tutti i gatti di questo post sono d’autore )
* L’ ( immacolata) concezione
L’ (IMMACOLATA) CONCEZIONE
Il concetto dell’immacolata concezione di Gesù sta al centro della tradizione cristiana ortodossa.
Ciò nonostante viene menzionato soltanto in due dei quattro Vangeli e in nessun altro testo del Nuovo Testamento.
Marco dice…..” ecco la Vergine sarà gravida e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele, il che interpretato vuol dire: Dio con noi…”
Si fa riferimento ad una profezia di Isaia che fece nel 735 a.C. , per ingraziarsi l‘ allora Re di Gerusalemme Araz.
Ma nulla fa pensare che si riferisse alla nascita di Gesù 700 anni dopo.
Inoltre Maria e Giuseppe chiamarono il loro figlio Gesù ( in ebraico Yehoshua)
Anche l’interpretazione del testo evangelico non è esatta: infatti la parola semitica tradotta come “vergine” è almah, che significa semplicemente “giovane donna”, mentre in latino la parola “ virgo “ significa “ nubile ” .
La verginità fisica attribuita a Maria diviene ancora più incredibile riguardo alla dogmatica asserzione cattolica che ella rimase sempre vergine.
Nei Vangeli viene confermato che Maria ebbe altri figli, e Gesù viene citato come il “primogenito”, e i suoi fratelli erano Giacomo, Iosa, Simone e Giuda, e anche delle sorelle.
Le scritture dicono che Gesù era un “Nazareno”, ma questo non vuol dire che venisse dalla città di Nazareth, la cui effettiva esistenza non è mai stata provata.
Giovanni Battista e il fratello di Gesù, erano Nazareni, individui ascetici , vincolati da rigidi voti durante periodi stabiliti, come nel caso di Mosè.
All’epoca di Giuseppe e Maria, i Nazareni erano affiliati alla comunità Essena di Qunram.

LA COMUNITA’ ESSENA DI QUNRAM .
La comunità osservava alcune severe regole disciplinari in rapporto al fidanzamento e al matrimonio dinastico.
Queste regole erano molto definite e imponevano una vita di castità eccetto che per la procreazione di figli solo ad intervalli stabiliti.
Tre mesi dopo la cerimonia del fidanzamento, aveva luogo un “ Primo Matrimonio” ufficiale con l’unzione degli sposi, che segnava l’inizio degli sponsali nel mese di settembre.
Dopo di che erano permessi rapporti fisici, ma soltanto nella prima metà di dicembre.
Scopo di questa limitazione era assicurare che un’eventuale nascita messianica avvenisse in settembre, mese dell’Espiazione. Se la sposa non concepiva i rapporti intimi erano sospesi fino al dicembre successivo e così via.
Una volta che la sposa in prova aveva concepito, veniva celebrato un “Secondo Matrimonio” con unzione per legalizzare l’unione.
Tuttavia la sposa era ancora considerata una almah, giovane donna, fino al compimento del Secondo Matrimonio, che non veniva celebrato fino a che lei non era in cinta di tre mesi.
Questo rinvio era stato stabilito in previsione di un possibile aborto.
I Secondi Matrimoni avevano quindi luogo nel mese di marzo.
Quindi Maria poteva benissimo essere la moglie di Giuseppe e allo stessa tempo una almah.
Ma Maria rimase in cinta mentre stava trascorrendo un periodo di prova come donna sposata della gerarchia dinastica, un periodo nel quale erano proibiti i rapporti sessuali, e Giuseppe ebbe bisogno di avere l’approvazione del sommo sacerdote Abiatar , il designato Gabriele.
Dal tempo di re Davide, la dinastia di Abiatar era insediata nell’alta gerarchia ecclesiastica.
Oltre ai tradizionali titoli sacerdotali, gli Esseni conservavano anche i nomi degli arcangeli del Vecchio Testamento nella loro struttura governativa.
Quindi , secondo l’ordine gerarchico, sotto al gran sacerdote “Arcangelo Michele “ era il sacerdote “Angelo Gabriele”, che era anche l’Angelo Ambasciatore del Signore.
Così si spiega l’episodio dell ”Annunciazione”, dove si racconta che a Maria viene annunciata la nascita di Gesù dall’Angelo Gabriele.
In realtà si trattò di una conferma da parte di un alto sacerdote, che aveva il grado di Angelo Gabriele, nella gerarchia degli Esseni.
E questo permesso fu dato perchè Giuseppe era un diretto discendente di Re Davide e suo figlio avrebbe preso posto nella discendenza regale, quindi non poteva essere abbandonato come un qualsiasi figlio illegittimo.
Dopo questa dispensa a Giuseppe sarebbero state applicate di nuovo le regole normali: prima fra tutte quella che nessun contatto fisico era permesso tra marito e moglie fino alla nascita del bambino.
Intanto le regole erano state infrante e Maria dette alla luce Gesù nel momento sbagliato dell’anno: domenica 1 marzo del 7 a.C.
Così Maria non solo concepì come almah, ma partorì anche come tale prima del Secondo Matrimonio.
continua….: ” Le Marie :Lo sposo e la sposa “
Fonti:
Robert Graves ” La dea Bianca” Adelfi Edizioni
Edoardo Schurè : ” I grandi iniziati” Edizioni Laterza
Illustrazioni : Antonello da Messina / Dante Gabriele Rossetti
* E mentre percorriamo il corridoio dell’eclissi arrivano le rivelazioni di Sirio…
Mentre imparo a vivere nell’umano e condivido con voi il percorso, arrivano quei momenti in cui le rivelazioni di qualcosa di più grande a cui apparteniamo e di cui ho ricordo ritornano per farmi ricordare che c’è di più della quotidianità così difficile da vivere un pò per tutti.
I portali servono a questo, innalzano l’energia e la sua frequenza e ci riportano in contatto con l’essenza di cui siamo fatti, spesso complicando un pò le cose perché ci si sente scomodi in quello che si ha e si è nel qui e ora.
Trovare un punto di incontro non è facile ma credo profondamente che sia possibile e che, in realtà, è proprio il nostro compito. Oggi, nella scia di portali e nel corridoio di eclissi arrivano le rivelazioni necessarie...così come quando la Terra passa e si allinea vicino al Centro della Galassia, nei giorni del solstizio di inverno, a luglio tutti gli anni ci avviciniamo a allineiamo a Sirio e il suo campo informato si fa sentire ancora di più del solito.
Molti siriani stanno abitando sulla terra. La loro frequenza è quella dei cetacei, loro, anime di Sirio in servizio al Pianeta Terra, aiutano a mantenere una certa vibrazione e, nei momenti di innalzamento, si attivano portali e punti energetici costituiti molto tempo indietro e capaci di creare reti energetiche che si connettono per frequenza, a quella intergalattiche, come lo sono le Piramidi.
Siamo sempre stati in contatto…è solo la nostra separazione a farci sentire lontani da loro…che siamo sempre noi…sono i nostri antenati, le nostre famiglie cosmiche e spirituali ad essere parte del cosmo e a riportarci a questo senso di unità più grande che la quotidianità ci fa dimenticare. troppo presi da bollette e affari domestici per fermarci e guardare il cielo e sentirci profondamente uniti.
In questi giorni le rivelazioni, i sogni, i messaggi, le nuove creazioni sono accompagnate dall’energia cosmica dei nostri guardiani che da sempre sono vicini a noi e accompagnano la Terra in diversi passaggi.
La costituzione della griglia planetaria, le reti energetiche e i canali di comunicazione spaziale sono stati fatti per opera di abitanti dello spazio.
Stiamo attingendo da ciò che è il nostro futuro se nel presente riusciamo a percepire l’immensità del nostro Essere che è già futuro ed è sempre passato…perchè tutto co-esiste qui e ora.
Connetterci a frequenze elevate permette un’accelerazione evolutiva tale per cui, chi è pronto oggi può diventare canale di trasmissione ma ricordate: le frequenze alte sono tutte da canalizzare, mandano in tilt il sistema e possono anche bruciarlo se immesse in modo inappropriato. Vi consiglio di usare frequenze dei cetacei e anche del suono del mare, sono a 432 Hz e danno un senso di calma e di guarigione, riportano all’equilibrio.
Sempre più persone inizieranno a ricordare.
Sempre più persone torneranno all’origine dove esiste il potenziale ancora non espresso qui sulla Terra. Chi arriva prima fa da canale di trasmissione per tutti gli altri.
Pensate l’importanza di ognuno di noi in questo sistema a catena! Pensate quanto sia importante l’apertura che si sta creando a spinte e bastonate, ma pur sempre il risultato sarà quello che ci concediamo e che in un punto dimenticato della Galassia, abbiamo scelto.
State tranquilli è ora il momento delle luci della ribalta in cui le stelle brillano per noi e nel sistema universo l’unione che fa la forza sta iniziando a scalpitare…. non hanno mai avuto maniere dolci…. ma pur sempre effettive!
Buon cammino….aiutare l’entrata del cambiamento di frequenza permette di vivere meglio le scariche elettriche…mangiare sano, leggero, pochi intossicanti e molti detox… sorridere a amare tanto! Ollin
https://www.semidiluceblu.it/2018/07/04/le-rivelazioni-di-sirio-ollin/
“ In primo luogo vi è l’energia o forza emanata dalla stella Sirio. Cercando di esprimere a parole il concetto, l’energia del pensiero, o forza mentale, nella sua totalità, raggiunge il sistema solare da un lontano centro cosmico attraverso Sirio. Sirio funziona da trasmettitore, o da punto focale, da cui partono quelle influenze che producono l’autocoscienza nell’uomo. “ Alice A. Bailey
https://lauracarpi.wordpress.com/2013/12/15/la-stella-di-natale-e-di-capodanno/
*22 Luglio: Festa di Maria Maddalena, dea ,donna, sposa ,sacerdotessa:il divino femminino.
LO SPOSO
E
LA SPOSA

Il Nuovo Testamento non afferma in modo chiaro che Gesù era sposato, ma nemmeno che non lo era.
Effettivamente il Vangelo contiene numerose specifiche allusioni al suo avvenuto matrimonio e d’altra parte le regole dinastiche lo imponevano.
Non soltanto l’erede della stirpe dei Davide era obbligato per la legge a sposarsi ma doveva anche generare almeno due figli maschi.
Ciò rappresentava un passo fondamentale nel progresso dell’erede della dinastia dall’iniziazione alla piena appartenenza alla Comunità.
Come abbiamo visto le regole del matrimonio dinastico erano molte e rigide.
Uno fra i libri più coloriti del Vecchio Testamento è il Cantico dei Cantici , una serie di rime di amore fra uno sposo regale e la sua sposa.
Il Cantico di Salomone identifica la simbolica pozione nuziale con l’unguento aromatico chiamato spigonardo, un unguento prezioso che veniva usato anche per ungere i corpi dei morti regali.
Lo stesso unguento costoso venne usato da Maria di Betania per ungere il capo di Gesù in casa di Lazzaro. e un altro episodio simile avvenne qualche tempo prima quando una donna unse i piedi di Gesù e poi li asciugò con i propri capelli.
Anche quella donna si chiamava Maria.
Maria di Betania non soltanto unse il capo di Gesù in casa di Simone, ma gli unse anche i piedi e poi li asciugò con i suoi capelli nel marzo del 33 d.C.
Due anni e mezzo prima , nel 30 d.C. aveva compiuto lo stesso rito di unzione tre mesi dopo le nozze di Cana.
Compiere il rito con lo spigonardo era uno specifico privilegio di una sposa messianica e avveniva unicamente durante le cerimonie del Primo e Secondo Matrimonio .

Soltanto come moglie di Gesù a tutti gli effetti e come sacerdotessa Maria avrebbe potuto ungergli il capo e i piedi con il sacro unguento.
Continua a leggere “*22 Luglio: Festa di Maria Maddalena, dea ,donna, sposa ,sacerdotessa:il divino femminino.”
* 2 giugno 2018
* guardate le stelle invece dei vostri piedi!
” Guardate le stelle invece dei vostri piedi “
“ Un famoso scienziato( secondo alcuni fu Bertrand Russel) tenne una volta una conferenza pubblica su un argomento di astronomia.
Egli parlò di come la Terra orbiti intorno al Sole e di come il Sole a sua volta compia una ampia rivoluzione al centro di un immenso aggregato di stelle noto come la nostra galassia.
Al termine della conferenza una piccola signora in fondo alla sala si alzò in piedi e disse:” quello che lei ha raccontato sono tutte frottole. Il mondo, in realtà, è un disco piatto che poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga.”
Lo scienziato si lasciò sfuggire un sorriso di superiorità prima di rispondere:” E su che cosa poggia la tartaruga?” domandò.
“Lei è molto intelligente, giovanotto, davvero molto” disse la vecchia signora” Ma ogni tartaruga poggia su un’altra tartaruga!”
La maggior parte delle persone troverebbe piuttosto fantasiosa questa immagine del nostro universo che poggia su una torre infinita di tartarughe, ma perchè mai noi dovremmo pensare di saperne di più?
Che cosa sappiamo dell’universo e e come lo sappiamo?
Da dove è venuto l’universo e dove sta andando?
L’universo ebbe un inizio e, in tal caso, che cosa c’era prima?
Quale è la natura del tempo? Il tempo avrà mai fine?
Progressi recenti in fisica, resi possibili in parte da fantastiche nuove tecnologie, suggeriscono risposte ad alcune di queste domande che l’uomo si fa da sempre.
Un giorno queste risposte potrebbero sembrarci altrettanto ovvie del fatto che la Terra giri intorno al Sole, o forse altrettanto ridicole di una torre di tartarughe.
Solo il Tempo ( qualunque cosa esso sia) ce lo dirà.”
Così inizia uno dei primi e più famosi libri di divulgazione scientifica, “ A brief History of Time” tradotto in italiano “ Dal Big Bang ai buchi neri “ di Stephen Hawking.
Un libro che apre la mente a inaspettate prospettive e con semplicità e genialità rende possibile a qualsiasi lettore dotato di curiosità di entrare nel mondo della scienza.
Stephen William Hawking era un matematico, fisico e cosmologo britannico, fra i più importanti e conosciuti del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri.
Pur essendo condannato all’immobilità dall’atrofia muscolare progressiva, ha occupato la cattedra lucasiana di matematica all’Università di Cambridge (la stessa che fu di Isaac Newton) per trent’anni, dal 1979 al 30 settembre 2009. È membro della Royal Society, della Royal Society of Arts, della Pontificia Accademia delle Scienze.
Stephen Hawking nasce, come amava ricordare, a 300 anni esatti dalla morte di Galileo Galilei, avvenuta l’8 gennaio 1642, nello stesso anno della nascita di Isaac Newton, e già durante l’infanzia manifesta l’interesse per l’universo, alimentato dalle discussioni con i compagni e gli amici.
Nei suoi libri esplora i settori più avanzati della fisica teorica, dove la realtà supera spesso la fantasia, e illustra con un linguaggio comprensibile ai profani i principi che governano il nostro mondo e l’intero universo. Insegue la formulazione della Teoria del Tutto, ipotizzata anche dallo stesso Einstein, e analizza le ipotesi ora più conosciute: dalla supergravità alla supersimmetria, dalla teoria quantistica alla M-teoria, dall’olomorfismo alla dualità. E ci conduce con l’immaginazione alle estreme frontiere dell’universo.
Nel suo ultimo libro, The Grand Design, scritto insieme al fisico Leonard Mlodinow, ha elaborato una teoria cosmologica che intende spiegare l’origine dell’universo, il quale, come dichiara lo scienziato in un’intervista sul Times “non è stato creato da Dio”.
“…quindi, quando la gente mi chiede se fu dio a creare l’universo, rispondo che la domanda in sé non ha senso. Il tempo non esisteva prima del big bang, quindi non c’era un tempo in cui dio potesse creare l’universo, è come chiedere indicazioni stradali per il confine della Terra: la Terra è una sfera, non ha i bordi di una tavola, dunque cercarli sarebbe assolutamente inutile. Ciascuno di noi è libero di credere ciò che vuole. Dal mio punto di vista la spiegazione più semplice è che non ci sia alcun dio, nessuno ha creato l’universo e nessuno decide il nostro destino. Questo mi porta a una rivelazione profonda: probabilmente non esiste il paradiso né una vita ultraterrena, abbiamo solo questa vita per apprezzare il grande disegno dell’universo, e io di questa vita sono estremamente grato.”
Scrive Hawking: “Poiché esiste una legge come la gravità, l’universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c’è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l’universo, per cui esistiamo noi”.
Anche riguardo al rapporto tra religione e scienza, Hawking sostiene che non siano conciliabili, in quanto come ha dichiarato sul Times: “c’è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull’autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento. E la scienza vincerà perché funziona.”
Unire scienza e religione, ragione e fede, è lo scopo che si prefissano i grandi uomini del futuro ed è il solo modo di uscire da una considerazione primitiva della religione e da una scienza insufficiente e parziale.
Solo il Tempo ( qualunque cosa esso sia) ce lo dirà veramente.
Nell’attesa guardiamo il cielo e scopriamo cosa c’è leggendo le considerazioni di Stephen Hawking.
“Provate a dare senso a ciò che vedete e domandatevi cos’è che fa esistere l’universo; siate curiosi; e per quanto difficile la vita possa sembrare, sappiate che c’è sempre qualcosa da poter fare, o nella quale possiate avere successo. Importa solo che voi non vi arrendiate .”
( da non perdere “ L’universo in un guscio di noce” completamente illustrato)
Fonti:
it.wikipedia.org/wiki




















