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La buona notizia del venerdì: Ospedali Dipinti è un sogno realizzato

Quando ero bambino avevo un sogno. Oggi quel sogno lo dipingo per i piccoli pazienti

Da oltre 30anni la professionalità, il talento , la creatività, hanno fatto di SILVIO IRILLI, uno degli Artisti più apprezzati e stimati nel panorama internazionale dell’Arte contemporanea.

Il sogno inizia nel novembre del 1991: è il primo artista ad avere una sua opera a colori su tutta la prima pagina del quotidiano sportivo Tuttosport!

Negli anni ’90 è stato il disegnatore ufficiale della trasmissione televisiva “Solletico” su Rai Uno.

Fino al 2000 i suoi dipinti hanno illustrato copertine di giornali sportivi e dello spettacolo come Tuttosport, Guerin Sportivo, Sorrisi e Canzoni e altri ancora.

Nel 2007 e 2008 dipinge i Murales al GEORGIA AQUARIUM di Atlanta, l’acquario più grande del Mondo negli USA e riceve articoli su giornali americani e uno speciale al telegiornale della NBC, nota televisione americana. Più di 3 Milioni di visitatori ogni anno vedono la sua opera di 300 mq, dipinta sul soffitto d’ ingresso del GEORGIA AQUARIUM.

Nel 2012 crea il progetto Ospedali Dipinti, che sta regalando colore e sorrisi nei reparti degli Ospedali italiani.

Nel 2018 riceve i complimenti per l’iniziativa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Nel 2020 la stampa internazionale racconta a tutto il Mondo il messaggio di Ospedali Dipinti con cui l’artista vuole dare un messaggio di accoglienza, con articoli e servizi televisivi.

Nel 2023 crea l’iniziativa “Una Squadra per il Sorriso” per coinvolgere le società sportive e atleti a sostenere il progetto Ospedali Dipinti con raccolte fondi in partite o tornei, per decorare le pediatrie. La prima squadra ad aderire e il Reale Fenera Chieri ’76, la squadra di volley femminile in serie A1. Quale squadra sarà la prossima?

Amo trasformare i reparti ospedalieri in ambienti emozionali: perchè il Paziente non è solo un Paziente, è soprattutto una Persona! “.

Tutte le opere sono realizzate dall’Artista che si occupa in prima persona di realizzare, impaginare e allestire insieme al suo staff i reparti in Ospedale. I dipinti e le impaginazioni vengono realizzati in studio per poi essere stampati su prodotti certificati per gli ospedali. Un doppio lavoro, come se l’opera fosse dipinta 2 volte, ma questo consente in poche ore di trasformare un reparto senza disturbare l’operatività ai medici, infermieri e accogliere i pazienti per le terapie.

Ecco perchè quando si entra in una sala creata dall’ artista SILVIO IRILLI, si ha la sensazione di entrare in un grande affresco che regala serenità agli adulti e continua a far sognare i bambini.

Gli “Ospedali Dipinti” sono in tutta Italia!

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Perchè siam donne: Sciopero in Islanda per “il giorno libero delle donne”

“Non lavorerò oggi, perché mi aspetto che lo facciano anche tutte le donne” così la premier islandese Katrín Jakobsdóttir

Martedì 24 ottobre in Islanda le donne hanno scioperato , contro il divario di retribuzione tra uomini e donne (il cosiddetto gender pay gap) e le violenze sessuali e di genere.

A protestare anche le casalinghe che si sono astenute dalle faccende domestiche.

È il Kvennafridagurinn che significa proprio ‘giorno libero delle donne’.

“Un paradiso di uguaglianza non dovrebbe avere un divario salariale del 21%”, dice la promotrice dello sciopero, Freyia Steingrimsoddir.

Le organizzatrici della giornata hanno chiesto anche che vengano resi pubblici gli stipendi nei settori dove la maggioranza sono lavoratrici, compreso quello delle pulizie, tra i più bassi nel mercato del lavoro.

Aderisce anche la prima ministra Katrín Jakobsdóttir, per “mostrare solidarietà alle donne islandesi”.

Mentre le donne scioperano, il governo islandese ha annunciato sovvenzioni per sei progetti che promuovono l’uguaglianza.

Questo a 48 anni precisi di distanza dal gran giorno., considerato un momento fondamentale per i progressi fatti dall’Islanda sulla parità di genere e preso a modello da altri paesi del mondo nei decenni successivi. 

Quel gran giorno che cambiò il mondo.

Il 24 ottobre 1975 le donne islandesi non andarono a lavorare, né svolsero il lavoro casalingo o di cura. Il 90% delle donne partecipò allo sciopero, incluse le donne che vivevano in campagna. Questo costrinse diversi settori a chiudere durante tutta la giornata.

Niente servizio telefonico, i giornali non furono stampati perché le compositrici tipografiche erano in maggioranza donne. I teatri chiusero perché le attrici si rifiutarono di lavorare. Anche le scuole chiusero. I voli furono cancellati dal momento che non c’erano le assistenti di volo ed i dirigenti di banca dovettero lavorare come cassieri.

25.000 donne si riunirono nel centro di Reykjavík.

Durante la manifestazione, le donne parlarono dal palco e ascoltarono chi parlava, cantarono e discussero su cosa si sarebbe dovuto fare per avere compensi adeguati all’impegno ed equiparati (in quel momento una donna guadagnava, per la stessa prestazione professionale, il 60% in meno di un uomo). Tutti gli asili nidi restarono chiusi.

Lo sciopero durò fino alla mezzanotte, momento in cui le compositrici tipografiche tornarono a lavoro per far uscire i giornali. Che parlavano solo dello sciopero.

Una prova potente di cosa significa un paese in cui le donne si fermano.

L’anno successivo, il parlamento islandese approvò una legge per garantire l’uguaglianza di diritti.

Il Kvennafridagurinn , Giorno Libero (come è passato alla storia) aprì la strada per l’elezione di Vigdís Finnbogadóttir, la prima donna al mondo eletta Presidente della Repubblica dal 1980 al 1996

The first women president of Iceland, Vigdis Finnbogadottir, in 1980.

L’Islanda è il primo Paese al mondo in materia di uguaglianza di genere, con una riduzione del 90% del ‘gap’ salariale e sociale negli ultimi 3 anni, secondo i dati ufficiali del 2022.

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La buona notizia del venerdì: Laurea in magia e stregoneria in un’università inglese! Per chi sogna insegnare a Hogwarts e non solo!

Nel Regno Unito sarà possibile studiare ora magia, stregoneria ed esoterismo tra i banchi dell’università con un nuovo corso di laurea. Il programma ha un approccio interdisciplinare per raggruppare i principali temi sulle tradizioni magiche nel corso della storia.

Immaginate di immergervi nel mondo degli incantesimi e della magia, venendo circondati da manuali sulla storia dell’esoterismo. E’ possibile con il nuovissimo corso di laurea appena inaugurato nel Regno Unito.

L’ University of Exeter del Devon ha da poco ampliato la sua offerta formativa presentando un percorso universitario magistrale in Scienze magiche e occulte.

Il recente aumento di interesse attorno ad argomenti relativi alla magia e all’occultismo significa che molte di queste professioni hanno sperimentato un aumento simile della domanda per queste competenze” si legge sul sito dell’università.

Il nuovo corso di laurea fa parte del Curriculum Studi arabi e islamici sarà effettivo da settembre 2024. Le lezioni si svolgeranno nel campus di Streatham, Exeter, accanto a riunioni mensili presso il Centro di Magia ed Esoterismo e gite sul territorio.

L’accesso è riservato agli studenti in possesso di laurea triennale con lode 2:2 in discipline sociali o umanistiche. Per gli studenti internazionali è richiesta inoltre una certificazione linguistica che attesti la conoscenza della lingua inglese.

Il piano di studi è interamente personalizzabile sulla base dei propri interessi. Accanto ai temi chiave come i testi arcani dell’ebraismo, il folklore o la magna Grecia, vi sono molti insegnamenti a scelta.

In cattedra saliranno docenti con esperienza in storia, letteratura, filosofia, archeologia, sociologia, psicologia, teatro e religione che illustreranno il ruolo della magia in Occidente e in Oriente.

Argomenti di studio, spiega la Bbc, saranno «i draghi nella letteratura e nell’arte occidentale, la leggenda di Re Artù, la paleografia, il pensiero islamico, la teoria e la pratica archeologica e la rappresentazione delle donne nel Medioevo».

Ma anche, come si legge sul sito del corso, «la magia in Grecia e a Roma, i testi occulti nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’Islam, la storia della stregoneria, la magia nella letteratura e nel folklore, l’inganno e l’illusione, la storia della scienza e della medicina».

Più che imparare a far magia, quindi, l’opportunità offerta agli studenti sarà quella di studiare la sua storia e l’impatto che ha avuto, insieme alla stregoneria, sulla società e sulla scienza nelle varie parti del mondo.

«La decolonizzazione, l’esplorazione di epistemologie alternative, il femminismo e l’antirazzismo sono al centro di questo programma’’ di studi, ha spiegato la professoressa Selove, che è una docente di lingua e letteratura araba medievale. Il corso, ha aggiunto, ’’consentirà di rivalutare il presupposto secondo cui l’Occidente è il luogo del razionalismo e della scienza, mentre il resto del mondo è un luogo di magia e superstizione».

Le lezioni si svolgeranno presso l’Istituto di Studi Arabi e Islamici.

Tra gli sbocchi professionali, l’Università di Exeter indica l’insegnamento e la consulenza, il tutoraggio, l’impiego nei musei o all’interno delle biblioteche, nel turismo, nelle organizzazioni artistiche o nell’editoria.

Non serviranno certo le bacchette, ma chi è davvero affascinato da queste discipline potrà beneficiare anche di borse di studio per seguire le proprie passioni.

Fonti:

Corso di laurea in magia e stregoneria: Hogwarts diventa realtà in un’università inglese – greenMe

Magic and Occult Science MA | Postgraduate Taught | University of Exeter

Magia – Wikipedia

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La buona notizia del venerdì: Assolto Mimmo Lucano e Riace

Con Mimmo Lucano è assolto il Sud

La sentenza d’appello condanna gli accusatori dell’ex sindaco. Lui dice: “La Calabria offre due modelli all’Italia: la mia Riace e la loro Cutro”

Con Mimmo Lucano hanno assolto Ignazio Silone e Carlo Levi. E sarebbe stato più giusto se l’avessero completamente liberato, anche dalle piccole accuse. Ma già così, sostituendo l’enormità dei 13 anni e due mesi con l’esiguità di un anno e 6 mesi, questa condanna – non è un paradosso – assolve l’imputato e condanna i suoi accusatori, gli sceriffi di Sherwood, i giustizieri della Calabria Saudita. ( continua su Repubblica)

Il 2 0tt0bre 2018 avevo, entusiasta, dedicato la mia buona notizia del venerdì al “modello Riace

Eccola

La buona notizia del venerdì: I profughi salvano Riace dal declino

Mezza Europa chiude le porte agli immigrati, ma in Italia, un paesino di pescatori offre asilo ai profughi garantendosi così la sopravvivenza.

Domenico Lucano, ma nessuno lo chiama così, è il sindaco di Riace, paesino di pescatori della costa calabra. Tre chiese per appena 1500 abitanti, per strada un paio di dozzine di polli e qualche cane un po’ acciaccato.

Lucano ha proclamato patria dei profughi il suo paese natale, mentre mezza Europa tenta di arginare isolare i migranti clandestini imponendo confini sempre più invalicabili.

“Nel nostro paese” dice Lucano “accogliamo i rifugiati a braccia aperte”. Oggi a Riace vivono più di 500 migranti, negli ultimi anni quasi un residente su tre  è un immigrato. Nessuno possedeva un permesso di soggiorno o un documento di lavoro valido. Sono giovani uomini dalla Tunisia, dal Senegal ed Eritrea, donne e bambini dalla Siria e Algeria, fuggiti dai paesi di origine a causa della guerra e della povertà.

I rifugiati contribuiscono a ricostruire il paese
“A Riace la solidarietà non è a senso unico”, dice il sindaco Lucano. “Cerchiamo di offrire ai profughi un’altra casa qui, e in cambio essi ci aiutano a tenere in vita questa casa”. I profughi, che altrove sono respinti perché clandestini, a Riace trovano lavoro, s’integrano nel paese e aiutano anche a ricostruire un luogo che 14 anni fa era quasi estinto.

Il paese è collocato in una delle regioni italiane meno sviluppate. Per decenni la gente è scappata da qui, dei 3000 abitanti di una volta, a Riace oggi ne sono rimasti solo 800. Le ultime pizzerie e gelaterie del paese avevano chiuso i battenti. “La nostra amata patria” dice Lucano “era come un malato terminale che attende la sua ultima ora“.

Poi è successo ciò che ancor oggi gli abitanti di Riace considerano un miracolo: la notte del primo luglio del 1998 un’imbarcazione con a bordo 218 curdi approdò sulla nostra costa. Erano in fuga diretti verso la Grecia, ma avevano perso la rotta. Mezzi morti di fame ed esausti per il freddo e la stanchezza, la maggior parte di loro aveva già perso ogni speranza. Lucano si diede da fare affinché i profughi venissero accolti e ospitati dalla gente del posto.

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Con il passare degli anni sono arrivati sempre più rifugiati, e lui si è accorto che avevano ridato vita alla sua città. Lucano ha chiesto un mutuo a favore del Comune, per poter ricostruire le case diroccate del paese e dare un salario ai migranti. Ha chiesto inoltre alla regione Calabria un’autorizzazione speciale per accogliere senza troppi cavilli burocratici i migranti.

Secondo i dati della Croce Rossa Italiana la sistemazione di profughi nei campi di accoglienza in Calabria costa circa 55 euro al giorno pro capite. Riace invece necessita per ogni migrante solo della metà del denaro. “Perché i neoarrivati si ambientano rapidamente” dice Lucano.

La sua ultima invenzione è l’euro di Riace, con cui i migranti, che a volte per ottenere denaro da parte del governo, debbono attendere anche fino a sette mesi, sono in grado di fare acquisti nei negozi del posto con una moneta locale, in modo da procurarsi l’essenziale per sopravvivere . Una volta arrivati i pagamenti pubblici, i negozianti possono convertire le monete locali  con i contanti. I profughi inoltre hanno contribuito in questi ultimi anni al boom economico di Riace. Officine, panifici e parrucchieri hanno ripreso le loro attività. Le arti tradizionali della tessitura e della ceramica hanno ripreso vita e nel frattempo è stata riaperta persino una scuola, dove  i bambini che arrivano qui, assieme ai propri genitori, apprendono le prime nozioni di italiano.

“Gli adolescenti hanno bisogno di più tempo, per adattarsi qui”, dice la maestra Emilia, di 51 anni. Molti sono cresciuti in un paese dominato dalla guerra civile e dalle persecuzioni, e conoscono solo la vita della fuga.

Inizialmente gli abitanti temevano di venire spodestati dal proprio paese.
Anche i residenti hanno avuto bisogno di tempo per abituarsi ai molti volti nuovi nel proprio paese. In particolare erano quelli più anziani ad essere scettici.

Oggi i vecchi Riacesi stanno a guardare i ragazzini africani che giocano a pallone sulla piazza del paese. Dalle panetterie che sprigionano profumo di pane fresco proviene musica araba e nei negozi di artigianato, dove vengono prodotti decorazioni e vasellame, lavorano nativi e stranieri, fianco a fianco.

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Tutta questa armonia è una spina nel fianco solo per la ‘ndrangheta. La mafia calabrese, che ha saputo sfruttare per decenni la povertà di Riace, ha tentato fino ad oggi di sabotare la ricostruzione del paese. Poco dopo la rielezione di Lucano a sindaco, nel 2009, i mafiosi gli avvelenarono il cane e crivellarono con una dozzina di colpi le pareti della Trattoria Donna Rosa, dove Lucano era a cena con degli amici. Un paio di giorni dopo però, il sindaco fece affiggere un cartellone su cui si legge ancora oggi a caratteri cubitali: “Riace – città dell’ospitalità”.

Due anni fa, per il suo impegno civile, Lucano è stato premiato con il World Mayor Award [lI premio del miglior Sindaco del mondo ndt]. A Riace lo hanno persino proposto per il premio Nobel per la pace, ma il sindaco replica: “ciò che conta di più è che la vicenda degli abitanti di Riace sia  un modello per tutti ”.

I paesi vicini di Stignano e Caulonia hanno già seguito l’esempio di Riace e ora stanno accogliendo anche loro i rifugiati.

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E nel frattempo il nome Riace arriva anche a Hollywood: il regista Wim Wenders era venuto in Calabria per girare un documentario sul problema dei rifugiati. Ma dopo aver sentito del paese dei rifugiati, ha deciso di raccontare la storia di Riace con una pellicola dal titolo “Il Volo”.

“La vera utopia” ha dichiarato Wenders lo stesso anno, in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della riunificazione delle due Germanie, “Non è stata la caduta del muro di Berlino, ma la convivenza serena della gente di Riace. In questo paesino senza nessuna attrattiva, tra brulle pareti rocciose e il mormorio del mare ho scorto un mondo migliore.

http://www.ilfattoquotidiano.it/

Oggi possiamo incominciare a credere in un mondo migliore!

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La buona notizia del venerdì: Roma è la città con più spazi verdi d’Europa e una delle prime del mondo

Roma è il comune con più ettari di verde d’Europa, un primato importante e dovuto in larga parte anche alle scelte di molti dei suoi papi. Villa Doria Pamphili, la più grande di Roma, Villa Ada, Villa Borghese e molte altre ville storiche nacquero come tenute di campagna, con ampie zone dedicate alla caccia, di famiglie nobili romane che tra i propri membri hanno avuto papi e cardinali. Grazie a questa ‘eredità’, Roma non ha eguali al mondo.

Roma è il comune con più ettari di verde d’Europa, un primato importante e dovuto in larga parte anche alle scelte di molti dei suoi papi. Villa Doria Pamphili, la più grande di Roma, Villa Ada, Villa Borghese e molte altre ville storiche nacquero come tenute di campagna, con ampie zone dedicate alla caccia, di famiglie nobili romane che tra i propri membri hanno avuto papi e cardinali. Grazie a questa ‘eredità’, Roma non ha eguali al mondo, non solo per bellezze storico-archeologico, paesaggistiche ed architettoniche ma anche per estensione e varietà del verde che rappresenta il 67% del territorio comunale ovvero 85mila ettari sui 129 mila totali.


I numeri della nota Ansa dicono che il verde pubblico all’interno del tessuto urbano è composto dai parchi urbani, dalle ville storiche, dai giardini pubblici, dalla aiuole e dalle zone verdi di arredo per un totale di 3.932 ettari.

Ci sono poi i Parchi e le Riserve Naturali sparse tra la periferia fino ad arrivare a ridosso del centro. Tra le 18 aree protette, ci sono la Riserva di Castel Fusano, dell’ Insugherata, della Marcigliana, il Parco di Vejo ed ancora il Parco del Pineto, la Valle dei Casali, la Tenuta dei Massimi e la Riserva di Monte Mario.

Roma è anche il più grande comune agricolo d’Europa con i suoi 50 mila ettari coltivati. La stessa Amministrazione capitolina gestisce in modo diretto due aziende agricole: la Tenuta del Cavaliere e quella di Castel di Guido per un totale di 2.300 ettari.
Il solo verde pubblico (composto dal verde urbano e dalle aree naturali protette) copre 470 kmq, per una media di oltre 150 mq per abitante, e rappresenta il 35,7% dell’estensione dell’intero territorio comunale.

Il patrimonio verde è estremamente diversificato e complesso, composto da aree naturali protette, aree verdi urbane (ville storiche, giardini, alberate stradali, ecc.), aree golenali (Tevere, Aniene, fossi affluenti) e aree agricole.
Per ciò che concerne le aree verdi urbane, nel 2020 le aree censite dal Catasto del verde e fruibili dai cittadini secondo la tipologia di area verde sono 1.595 per complessivi 42,7 mln mq (ad eccezione del X Municipio). Esse sono suddivise in: arredo stradale (3,1 mln mq), aree di sosta (1,8 mln mq), verde attrezzato di quartiere (12 mln mq), verde storico archeologico (5,7 mln mq), grandi parchi urbani (19,8 mln mq) e verde speciale (259 mila mq), cui bisogna aggiungere le aree di verde scolastico gestito dai municipi.

All’interno delle aree verdi di Roma Capitale sono attrezzate anche 374 aree ludiche e 98 aree sportive.
I circa 315mila alberi (Bilancio arboreo 2016) che ricadono sotto la responsabilità del Dipartimento Tutela Ambiente di Roma Capitale rappresentano il patrimonio forse più importante del verde pubblico, divisi principalmente fra parchi (54%), alberature stradali (36%, per un totale di 1.200 km di filari alberati) e scuole (4%).
Le aree golenali interessano, invece, una superficie complessiva pari a circa 1.600 ettari. Le aree agricole dell’Agro romano interessano infine una superficie di oltre 37.000 ettari: di questi, 2.300 ettari sono relativi alle aziende agricole di Tenuta del Cavaliere e Castel di Guido.

Fonte: Roma con le sue tantissime aree è una delle città più verdi del Mondo (vistanet.it)

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Anche William was two…cercando l’equilibrio… Leggendo il Sonetto 144 di William Shakespeare…

ANCHE SHAKESPEARE WAS TWO…
Leggendo il Sonetto 144 di William Shakespeare…

Two loves I have of comfort and despair,
Which like two spirits do suggest me still:
The better angel is a man right fair,
The worser spirit a woman coloured ill.
To win me soon to hell, my female evil,
Tempteth my better angel from my side,
And would corrupt my saint to be a devil,
Wooing his purity with her foul pride.
And whether that my angel be turned fiend,
Suspect I may, yet not directly tell;
But being both from me, both to each friend,
I guess one angel in another’s hell:
Yet this shall I ne’er know, but live in doubt,
Till my bad angel fire my good one out.

Traduzione:
Due amori io posseggo, conforto e perdizione,
che simili a due spiriti sempre mi perseguono:
l’angelo migliore è uomo superbamente bello,
lo spirito malvagio è donna di colore oscuro.
Per portarmi a dannazione, la mia funesta femmina,
tenta l’angelo migliore a staccarsi dal mio fianco
e pervertir vorrebbe quel santo mio in demonio,
insidiando la sua purezza col suo vizioso fascino.
E che l’angel mio si sia in demonio convertito
Posso solo sospettarlo senza esserne sicuro;
ma entrambi da me lontani, e l’un l’altro amici,
nell’inferno dell’altra l’angelo mio suppongo.
Io non potrò mai saperlo, ma vivrò nel dubbio,
finché l’angelo cattivo non avrà scacciato il buono.

Viviamo in un mondo che separa,classifica, giudica.
Viviamo la vita nel dubbio, e con la certezza di dover scegliere o questo o quello.
Bello o brutto, buono o cattivo, bianco o nero, sopra o sotto, giusto o sbagliato, prima o dopo, caldo o freddo, ruvido o liscio…
Perfino Amleto si ripeteva “ Essere o non essere… “

Viviamo in un continuo dialogo interno: una parte di noi vorrebbe scegliere il bianco, l’altra il nero, ed è un conflitto permanente.
Ci arrovelliamo tendendo ora da una parte ora dall’altra.
Quando siamo da una parte quella si impone con mille scelte attraenti, ci attira con immagini luminose di noi nel futuro, ci sbandiera che tutto è possibile…
Quando siamo dall’altra quella si impone con altrettante scelte scoraggianti, ci convince con immagini grigie del futuro, ci sbandiera tutte le nostre incertezze, le nostre incapacità, “ ma chi? Io? No! No! Non sarà mai possibile!”
E quando cominciamo a dirci: Sì! Questo è giusto! …No! No! Questo è sbagliatissimo!
Giusto…sbagliato…. per chi? chi lo dice? la mamma, il nonno, la maestra, la società…
E io? c’entrerò qualcosa …posso dire la mia…o no?
Ho o non ho una coscienza, una percezione di me come essere umano che sta vivendo una esperienza che si chiama Vita.
E se provassi a considerare gli opposti come parti di un tutto che funziona solo quando sono in armonia? Se provassi a dirmi e…e…invece di o…o…?
Ed a considerare ogni esperienza una risorsa per il futuro?

Nel  simbolo del Tao, La Via, la forza yin si oppone alla forza yang: a volte prevale la prima, a volte prevale la seconda.
La Via è attiva quando le due forze sono perfettamente bilanciate e l’una si fonde nell’altra e viceversa secondo la necessità.
Ma non ci sarebbe evoluzione sulla Via se non ci fosse una ricerca di equilibrio attraverso la tensione di entrambe.

A volte basta leggere un sonetto di un notissimo autore per riflettere…
A volte apri un vecchio testo proprio ad una certa pagina…
A volte alcune parole sembrano scritte per te…

Sarà per caso?
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Siamo arrivati all’equinozio di autunno: pronti a piantare i semi della rinascita?

Equinozio d’autunno

Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L’acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch’io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
(E. Dickinson)

 

Inizia l’autunno astronomico.

La parola “equinozio” deriva dal latino e significa ” notte uguale”, al giorno, naturalmente.
Nell’emisfero settentrionale l’equinozio d’autunno cade generalmente o il 22 o il 23 settembre, ossia il momento in cui il sole incrocia il piano dell’equatore terreste (perpendicolarmente), nel punto detto appunto degli equinozi. Il punto dell‘equinozio d’autunno è  anche chiamato punto della Bilancia (¦Ø), dato che il sole si trova in questo segno zodiacale in questo periodo e ci sta per un mese circa.   Agli equinozi il Sole sorge precisamente ad est e tramonta precisamente ad ovest, ovunque.
Questo avvenimento ha sempre rappresentato nell’antichità un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebra sono in perfetto equilibrio.
Per molte culture l’Equinozio d’Autunno è un giorno di celebrazioni.
Alcuni antichi racconti  narrano  che nel giorno dell’equinozio d’autunno gli Dei per  creare il giorno e la notte abbiano “ fatto pace, e si siano messi d’accordo almeno per un giorno”.
Inoltre gli sciamani di un tempo sapevano che per la Terra era un momento di massimo equilibrio tra le 2 forze cosmiche (sole e luna) (yin e yang), quindi facevano rituali per “fotografare” la propria conoscenza acquisita fino a quel giorno e fissarla, per  poi rinascere con forza.
Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all’interno, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire.

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Perchè siam donne: La foto rovesciata

“La foto rovesciata” è una provocazione che fa riflettere sui cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo, quando le donne di scienza erano delle eccezioni, e invita le giovani a diventare presenze regolari, superando ostacoli e stereotipi di genere.

Sono passati novantacinque anni dalla celebre immagine che ritraeva 28 scienziati e una sola scienziata (Marie Skłodowska Curie), scattata a margine del Congresso di Solvay del 1927.

Nel settembre 2017, la Società italiana di fisica l’ha riproposta, a ruoli invertiti, insieme a un’immagine scattata durante il Congresso Sif (Società italiana di fisica) tenutosi a Trento nello stesso anno.

A essere ritratte stavolta sono state 28 fisiche italiane e un solo fisico.

Lo scopo è stato provocatorio, per sensibilizzare sull’importanza di rendere visibili le tante donne che già lavorano nel campo della fisica in Italia e per incoraggiare la diffusione di modelli femminili per quanto riguarda gli ambiti scientifici delle discipline STEM.

Diventare “regola” si può e si deve.

Con la viva speranza che la presenza femminile porti cambiamento di visione nel mondo maschile della scienza e non ulteriore omologazione.

*****

La sigla STEM, dall’inglese science, technology, engineering and mathematics (in precedenza anche SMET), è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche (scienza,tecnologia,ingegneria, matematica) e i relativi corsi di studio. In italiano è talvolta anche usato l’acronimo STIM, nel quale la “I” di ingegneria sostituisce il corrispettivo inglese.

La classificazione degli insegnamenti come STEM ha implicazioni in vari ambiti, non solo educativi, coinvolgendo in alcuni Stati anche l’ambito della difesa, dell’immigrazione e della lotta alle disparità di genere

Alcune statistiche mostrano che dal 2000 al 2010 negli Stati Uniti la crescita di posti di lavoro legati a queste discipline è stata tre volte maggiore rispetto a quella di altri lavori, anche se alcune aziende statunitensi faticano ancora a trovare personale specializzato e persiste, nonostante gli sforzi del governo, il divario tra uomini e donne e tra i diversi gruppi etnici.

Negli Stati Uniti, le ricerche sul rendimento scolastico e il livello di istruzione condotte nei primi due decenni del duemila hanno evidenziato che la popolazione femminile tende a completare gli studi in misura maggiore di quella maschile e con valutazioni mediamente più alte sia nelle cosiddette materie umanistiche sia in quelle scientifiche, in controtendenza a una marcata prevalenza di maschi negli studi universitari di tipo STEM.

Il divario del gender degli Stati Uniti si riduce (a meno del 5%) nei paesi europei e Slovenia, Indonesia e Russia.

Il concetto di STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) è nato per integrare le materie STEM con le Materie artistiche, in varie discipline educative pertinenti.I programmi STEAM aggiungono le arti al curriculum STEM attingendo a principi di ragionamento e progettazione e incoraggiando soluzioni creative..

Questi programmi mirano ad insegnare agli studenti l’innovazione, a pensare in modo critico e a utilizzare l’ingegneria o la tecnologia in progetti fantasiosi o approcci creativi a problemi del mondo reale, basandosi sulla matematica e sulle scienze.

Fonte:

Toponomastica femminile

STEM – Wikipedia

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Perchè siam donne: Tabitha Babbit! Non era un robusto boscaiolo… eppure ha inventato la sega circolare!

Se pensate che questo strumento per il taglio degli alberi sia stato inventato da un robusto boscaiolo, ricredetevi: è opera di una giovane donna quacchera vissuta nell’Ottocento.

Era un membro della comunità Shaker di Harvard e inventò la sega circolare.

I taglialegna, gli artigiani e i falegnami di tutto il mondo devono ringraziare Tabitha per aver reso il loro lavoro più facile e meno pericoloso.

Tabitha Babbitt (1779-1853) era nata a Hardwick, in Massachusetts, da Seth e Elizabeth Babbitt, membri della comunità religiosa degli Shakers.

La giovane partecipava ai lavori della collettività e, durante il taglio degli alberi del bosco, aveva notato che le seghe utilizzate dai boscaioli non erano efficaci e avevano bisogno di miglioramenti.

In particolare, osservando il padre usare il difficile seghetto, aveva capito che metà del movimento era sprecato: al ritorno, infatti, non era produttivo e l’uomo buttava le sue energie per niente.

Gli propose quindi di creare una lama rotonda per aumentare l’efficienza. Insieme costruirono una sega composta di una lama circolare collegata a un ruota ad acqua che riduceva la fatica nel tagliare il legname.

L’invenzione fu molto apprezzata dai boscaioli, ma le usanze religiose della comunità impedirono alla giovane Tabitha di brevettarla.

La conseguenza fu che si attivarono numerose polemiche sul nome di chi l’avesse inventata e che ancora oggi viene attribuita ad altri.

Nell’estate del 1948 una versione della sega circolare costruita sul progetto di Tabitha venne esposta in una mostra degli Shaker, presa in prestito dal “New York State Museum”.

Inoltre, migliorò la testa dell’arcolaio con una doppia testa che permette di filare il doppio del filato in poco tempo. Contribuì ulteriormente all’invenzione del taglio di più chiodi da una lastra di ferro, invece di forgiare ogni singolo chiodo.

Presumibilmente ha anche inventato il taglia chiodi, e un taglia unghie! Infine, al momento della sua morte era in corso una sua invenzione dei denti falsi e della dentiera,

Per saperne di più: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano 2023

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Io vedo la vita come un susseguirsi di esperienze che mi insegnano a capire me stessa  e quando, con chi e dove voglio arrivare.
Ho capito che ogni esperienza mi porta qualcosa di nuovo, che  arricchisce e allarga la mia percezione.
E’ la curiosità che mi spinge, scoprire cosa mi aspetta e a mettermi in gioco.
Se mi trovo a considerare una esperienza un problema, prima lo metto in dubbio: “problema”?
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Lo inquadro in una immagine, una foto immobile e ci guardo dentro.
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Voglio trovare la soluzione, sono certa che c’è da qualche parte, è lì , e prima o poi mi salterà agli occhi..
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Sapere e conoscere oltre l’evidenza mi appassiona.
E più conosco più voglio conoscere e così ho un bagaglio di risorse che cresce.
A me piace avere un obbiettivo.
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E credere fermamente che ciò è possibile.
Henry Ford diceva: “tu puoi credere di farcela, o puoi credere di non farcela: in entrambi i casi, i fatti ti daranno ragione.”
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Per me esistono obiettivi. Non più grandi o più piccoli: tutte le cose sono grandi se le faccio con piacere e con amore. E ci penso ogni giorno. A farle con amore, intendo.
E mi sento felice. Ma sì, usiamola questa parola così banale,  ma così efficace e così evidente in chi ci si sente!
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Io me lo sono chiesto.
Io ho guardato al mondo e alla vita con la fiducia in quello che verrà.
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Ho puntato su me stessa, ho difeso le mie convinzioni anche quando tutto sembrava essermi contro, mi sono fatta un’immagine di me felice nella luce e l’ho considerata l’obbiettivo di quella esperienza.
Ho seguito le mie intuizioni , e mi sono detta che avevo ragione io.
Ho scelto di essere io a stabilire l’itinerario del viaggio.
Con le mie scelte di ogni giorno, passo dopo passo.
Ogni vita è un cammino. Ogni momento è  una scelta che cambia la strada verso quello che vuoi.
Può essere la vista di un fiore che sboccia, un sentimento improvvisamente più intenso, una musica fino ad allora sconosciuta, un incontro con una persona tra la folla.
Può essere oggi, domani o un ricordo di ieri. Ognuno incappa ogni giorno in milioni di momenti.
C’è una porta per tutti che si apre su quel cielo azzurro che contiene tutti i desideri realizzati dell’umanità. Una via d’uscita che può essere l’entrata in una altra dimensione dell’esistenza, più ricca di scelte consapevoli .
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Il buio è un’illusione generata dalla paura.
E’ una momentanea mancanza di luce sulla realtà.
E’ come stare in una stanza e spegnere la luce.
E’ un gesto banale, quotidiano…come quello di rientrare nella stanza e riaccendere la luce. E trovare quello che ci serve. E questa non è una metafora. E’ con l’attenzione ai piccoli gesti, ai piccoli pensieri che cambiamo le cose, in noi e intorno a noi.
C’è un intero universo  a mia disposizione. Posso sempre spingere l’interruttore.
E’ solo un click, e sono perfettamente in grado di farlo.
E scopro che  la soluzione è proprio li, a portata di mano, anzi di click, anzi c’era già, aspettava la mia attenzione. E dopo tutto sarà diverso, sarà come vederci più chiaro.
E mi ricordo di farlo ogni giorno.
Non ci sono fallimenti ma soltanto risultati.
 
Dipende quanto siamo disposti a cambiare il punto di vista.
Love Laurin