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* La buona notizia del venerdì: Arte e artisti da tutto il mondo ospiti nel condominio- museo!

A Torino il degrado urbano si combatte con l’arte grazie a un condominio-museo 

Combattere il degrado urbano con l’estro creativo, attraverso il potere della bellezza. È questa l’idea rivoluzionaria da cui è nato viadellafucina16, il primo condominio-museo al mondo.

Ubicato a Porta Palazzo in via La Salle 16, a Torino, l’edificio oltre ad ospitare opere d’arte, affreschi ed esibizioni artistiche, è anche teatro di un innovativo programma di residenza per artisti che arrivano da tutto il mondo. 

CONDOMINIO MUSEO TORINO

 

L’obiettivo del progetto è, come si legge sul sito di viadellafucina16, “attivare nuove e durevoli forme di socialità attraverso percorsi di co-creazione e cura collettiva degli spazi”.

I progetti infatti vengono scelti dagli stessi abitanti del condominio (oltre 200 inquilini di ogni nazionalità distributi in 53 appartamenti) con la mediazione di un board curatori e di addetti ai lavori. Tra i criteri presi in esame anche la capacità di coinvolgere la comunità dello stabile e del quartiere nella progettazione e nella realizzazione delle opere.

Questo progetto di rinascita urbana ha preso vita grazia alla vittoria del bando «S’illumina» della Siae, sostenuto dal ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibact), che ha permesso ai promotori di riqualificare lo stabile di via La Salle 16 (prima si chiamava via della fucina, nome a cui si ispira il condominio-museo).

Edificato nell’Ottocento con una struttura maestosa, negli anni la palazzina è stata progressivamente abbandonata sino a ridursi a una condizione di quasi totale degrado. Ciononostante nel palazzo hanno continuato a vivere circa  duecento inquilini, disposti in cinquantatré appartamenti, che grazie all’impegno e alla dedizione dei promotori di viadellafucina16, tra cui l’artista Brice, che sta per Fabrizio Coniglio, oggi vivono all’interno di un vero e proprio museo.

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Questo è da sempre il mio quartiere preferito – quello di Porta Palazzo (ndr) – dove il grande condominio rappresenta un luogo che mette in connessione spazio pubblico e privato – ha spiegato Coniglio a Francesca Bonazzoli in un’intervista sul Corriere della Sera – Il nostro intento è fare un esperimento di rigenerazione urbana attraverso il potere dell’arte e della bellezza”. E si può dire che, pian piano, questo progetto sta prendendo forma arricchendosi anche degli stimoli che un quartiere multietnico come Porta Palazzo può mettere a disposizione. Al suo interno, infatti, dopo un secolo di migrazioni provenienti dal Sud Italia, transitano i nuovi migranti che arrivano, ad esempio, da Cina, Senegal, Romania e Pakistan. Una babele di etnie che prende forma nel condominio di via La Salle 16, dove inquilini di ogni nazionalità convivono con stili di vita ed orari totalmente diversi.

Il progetto consiste nel permettere ai condòmini di ospitare per qualche mese degli artisti, i quali hanno la possibilità di sviluppare un progetto ad hoc per le parti comuni del condominio: dalle scale alla portineria, arrivando fino al terrazzo e al giardino. Le opere nel loro complesso vanno a formare una collezione d’arte condominiale aperta a chiunque voglia visitarla, proprio come un museo.

VIADELLAFUCINA16

Gli artisti che si sono presentati a Torino per questo progetto hanno risposto a una call internazionale e si sono messi a lavoro dopo aver sottoposto le loro idee all’assemblea di condominio, che aveva il compito di approvarle. Il fine di viadellafucina16, spiegano i promotori, è quello di “attivare il dialogo tra le diverse comunità che abitano il condominio e favorire la riqualificazione del maestoso edificio ottocentesco, che viveva uno stato di trentennale degrado e abbandono”. E proprio grazie a questo progetto, la struttura è rinata ed è diventata il luogo ideale dove sperimentare la pratica artistica “come fattore di rigenerazione estetica, sociale e culturale”.

Un esperimento unico nel suo genere che in itinere viene monitorato da una serie di giovani sociologi e antropologi dell’Università di Torino che, nella portineria del palazzo, hanno stabilito la loro base operativa. 

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook ViadellaFucina16 condominio-museo.

Fonte:

nonsprecare.it Condominio museo Torino

Big City Life, il museo a cielo aperto di street art a Tor Marancia,

 

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* il 2020 è l’anno del Topo di Metallo: il cambiamento ci sarà come una grande ondata di progresso, esplorazione, ispirazione che coinvolgerà tutto e tutti!

 



Io sono l’acquisitore autoproclamato.

Io sono un anello di congiunzione, ma

sono anche una completa unità.

Io miro ad abbracciare le vette

E a colpire il mio bersaglio

con sicura fermezza.

Per me la vita è un viaggio gioioso.

Ogni ricerca deve concludersi con una

ricerca nuova.

Io sono il progresso, l’esplorazione e

l’ispirazione.

Io sono il grembo dell’attività.

Io sono il Topo

(Theodora Lau)

 

Gi anni del Topo: 1936, 1948, 1960, 1972, 1984, 1996, 2008, 2020, 2032.

Dal 25 gennaio 2020 al 11 febbraio 2021, inizio dell’anno del Bue di Metallo, è l’anno che nel calendario cinese, è dedicato al Topo di Metallo (SHU ).

 

il 2020 porta l’arrivo del Ratto di metallo bianco, un essere celeste di tale potenza che lancia un grande effetto su ogni segno dello zodiaco.

Questo animale è lo strumento del cambiamento, specialmente se supportato da Dog and Dragon. Cosa significherà questo per noi abitanti terrestri?

Pensa a queste creature come a un gigantesco esercito cosmico. Nella parte anteriore ci sono le legioni di cani e draghi, che fanno a pezzi tutto ciò che incontrano.

Dietro di loro c’è il loro capo: un topo reale, che brandisce una spada. È un’immagine strana e magica, ma anche portentosa. Il ratto introduce un grande cambiamento ovunque vada nel cosmo.

Pensa a lui come a un gigantesco uragano stellare. Ma piuttosto che essere distruttivo, questo ratto gioca con il tessuto dello spazio e del tempo.

Questo ci lascia in piedi sulla sua scia, ma tutto intorno a noi cambierà drasticamente.

Il cambiamento si profila in ogni settore, e soprattutto all’ l’inizio dell’anno, molte ondate di novità investiranno questo pianeta come un’enorme ondata di maree, coinvolgendo alcuni più di altri.

Il mutamento finalmente riconosciuto degli agenti atmosferici porterà a sviluppare nuovi strumenti e abilità per affrontarlo.

Tutti i segni dovrebbero vederlo come una potenziale opportunità per nuovi panorami e possibilmente per seguire percorsi meno percorsi.

Soprattutto il Cavallo ha molte grandi opportunità che li aspettano se hanno la costanza di cogliere le coincidenze.

Cane, Ratto e Scimmia saranno più coinvolti personalmente, mentre Maiale e Gallo vedranno molti cambiamenti inaspettati per amici e persone care.

 

 

 

Questo periodo è governato dall’Elemento Metallo, una energia che in natura si esprime attraverso la sua densità, duttilità, precisione, ma anche un aspetto di durevolezza, valore e scambio. Infatti l’ideogramma che di solito è tradotto come Metallo (JIN ) significa più precisamente Oro, il mezzo che gli individui da sempre hanno utilizzato per lo scambio e il baratto.

L’anno del Topo di Metallo è un’opportunità che si presenta alle porte ed è estremamente importante saperla cogliere.

È il primo animale dello zodiaco, il suo fascino lo esprime con l’aspetto vivace e socievole, con la sua creatività, sincerità e generosità.

L’abbondanza di cui si circonda è frutto del suo lavoro e della sua determinazione nonché del suo carattere parsimonioso.

Come specchio della personalità del Topo questo anno può essere ricco di opportunità, di occasioni e buone prospettive.

Tuttavia un periodo nel quale è necessaria una programmazione, in particolare se si intende fare degli investimenti: non si devono correre rischi inutili. Non è un periodo per speculazioni, anche in ambito lavorativo, ma per dedicarsi ad accantonare delle riserve ed evitare sprechi.

Saremo più propensi a criticare, pettegolare, mercanteggiare, a volte anche per oggetti di scarso valore.

È comunque un anno nel quale ci sentiremo più vicini agli amici con i quali potremo passare momenti felici e divertenti e condividere con loro le nostre passioni.

Nel complesso sarà un anno più felice del normale: non vi saranno eventi esplosivi e guerre e le catastrofi saranno meno numerose di quanto lo siano ,poniamo, negli anni della Tigre e del Drago.

Sarà tuttavia una anno vivace. Promette molte discussioni, contrattazioni, e contrasti che causeranno poco male.I nati sotto il segno del Topo sono arguti, gentili e versatili, ma soprattutto sono persone piene di risorse e capaci di stupire.

In generale chi è nato nell’anno del Topo è molto intuitivo e reattivo, caratteristiche che aiutano ad adattarsi sempre alle nuove situazioni. I Topi hanno inoltre una ricca immaginazione e sono acuti osservatori, sono curiosi e preferiscono vivere in prima persona ogni cosa e provare tutto sulla loro pelle.

Sono persone molto piacevoli, buoni amici e ottimi colleghi di lavoro.

I Topi non sono molto coraggiosi e non sono capaci di far valere la propria autorità, quindi non sono adatti a occupare posizioni di comando o di leadership. Per quanto siano lavoratori diligenti, sono spesso chiusi di mentalità e caratterizzati da vedute ristrette, opportunisti ed esigenti.

I nati sotto il segno del Topo sono persone sempre gentili, anche se talvolta possono mostrare un atteggiamento scortese nei confronti degli altri.

Così come il loro animale, chi è del segno del Topo ama vivere la notte e dormire fino a tardi.

In generale, i nati sotto il segno del Topo godono di buona salute.

Sono molto attivi e pieni di energia e questo li aiuta a mantenersi in forma. L’ideale per non perdere colpi è innanzitutto una dieta bilanciata accompagnata da regolare esercizio fisico, ma attenzione a non strafare! Concedersi un po’ di riposo ogni tanto aiuta a concentrarsi di più sul lavoro e aumenta l’efficienza. Se la situazione diventa troppo stressante e tesa, provate una passeggiata per rilassarvi: noterete subito miglioramenti!

I nati sotto il segno del Topo sono molto intuitivi e si impegnano a fondo e con giudizio in tutto quello che fanno; sono prudenti e meticolosi, dimostrando un atteggiamento molto serio nei confronti del lavoro. Queste caratteristiche li tengono lontani dai guai e da inutili grattacapi.

I lavori più adatti sono: amministratore, imprenditore, emittente, scrittore, musicista, comico, politico, avvocato, ricercatore e pilota.

 

Durante il ciclo ognuno dei segni animali (12) è combinato con gli elementi essenziali e primitivi (5), formando il ciclo di 60 anni (12×5):

Elemento: Maschile: Femminile: Dominato da:
LEGNO CHIA (Jia) Yi (Yi) Giove
FUOCO PING (Bing) TING (Ding) Marte
TERRA WU (Wu) CHI (Ji) Saturno
METALLO o ORO KENG (Geng) HSIN (Xin) Venere
ACQUA JEN (Ren) KUEI (Gui) Mercurio

 (segno occidentale corrispondente Sagittario elemento fisso acqua)

Fonti:

Theodora Lau : Astrologia Cinese -EDIZIONI MEDITERRANEE

http://lalunanellago.blogspot.com/search?q=anno+del+topo

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* La buona notizia del venerdì: La bellezza è di più se si tocca ! Ad Ancona la mostra di Bruno Munari e Maria Montessori maestri nella educazione multisensoriale!

 

La bellezza è fruibile solo attraverso gli occhi?

In apparenza sì, perché è la vista a consentirci di ammirarla, ma secondo Maria Montessori e Bruno Munari c’è un altro senso che permette di apprezzarla, riconoscerla, percepirla e quel senso è il tatto.

Che è anche il filo conduttore della mostra a loro dedicata, “Toccare la bellezza“, aperta dal 10 novembre 2019 all’8 marzo 2020 presso la Sala Vanvitelli della Mole di Ancona, promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero e dal Comune di Ancona, in collaborazione con la Fondazione Chiaravalle Montessori e l’Associazione Bruno Munari.

L’esposizione, che cerca di capire se sia davvero possibile riconoscere la bellezza tramite il tatto, è un viaggio di scoperta nel pensiero e nei materiali della Montessori da un lato, e nelle idee e nei lavori di Bruno Munari dall’altro. Due personaggi celebri che si sono occupati di argomenti molto diversi e che, tuttavia, si sono posti domande simili sull’ardua questione.

Di Bruno Munari poliedrico artista e designer di fama e successo da sempre attento alla multisensorialità e all’utilizzo di diversi materiali naturali e industriali nella sua arte, anche a fini pedagogici, vengono esposte più di 100 opere e lavori editoriali, affiancati da diverse tavole tattili di Roberto Arioli ispirate al concetto di “tavole tattili” ideato proprio da Munari negli anni ’70.

Di Maria Montessori sono presentati sia il modello educativo, sia i numerosi materiali, con particolare riferimento a quelli inerenti l’educazione sensoriale e della mano, quest’ultima considerata da lei stessa come “l’organo dell’intelligenza”. La mostra è anche un’occasione per celebrare, nel 2020, la ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di Maria Montessori.

Per non parlare dei vari approfondimenti dedicati a singole tematiche, degli ambienti allestiti come quello che riproduce un’aula montessoriana, e delle stanze interattive come “il bosco tattile” dove si potranno vivere esperienze tattili e multisensoriali.

Previsti anche laboratori didattici per scuole e famiglie secondo il metodo Bruno Munari e il modello montessoriano, workshop e formazione.

 


La mostra apre il giovedì e venerdì dalle 16 alle 19, il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19, il 1° gennaio dalle 16 alle 19 e rimarrà chiusa il 25 dicembre.

Fonti:

GreenMe

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* L’ ( immacolata) concezione

L’ (IMMACOLATA) CONCEZIONE

Il concetto dell’immacolata concezione di Gesù sta al centro della tradizione cristiana ortodossa.

Ciò nonostante viene menzionato soltanto in due dei quattro Vangeli e in nessun altro testo del Nuovo Testamento.
Marco dice…..” ecco  la Vergine sarà gravida e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele, il che interpretato vuol dire: Dio con noi…”

Si fa riferimento ad una profezia di Isaia che fece nel 735 a.C. , per ingraziarsi l‘ allora Re  di Gerusalemme Araz.

Ma nulla fa pensare che si riferisse alla nascita di Gesù 700 anni dopo.
Inoltre Maria e Giuseppe chiamarono il loro figlio Gesù ( in ebraico Yehoshua)

Anche l’interpretazione del testo evangelico non è esatta: infatti la parola semitica tradotta come “vergine” è almah, che significa semplicemente  “giovane donna”,  mentre in latino la parola  “ virgo “  significa  “ nubile ” .
La verginità fisica attribuita a Maria diviene ancora più incredibile riguardo alla dogmatica asserzione cattolica che ella rimase sempre vergine.
Nei Vangeli viene confermato che Maria ebbe altri figli, e Gesù viene citato come il “primogenito”, e i suoi fratelli erano Giacomo, Iosa, Simone e Giuda, e anche delle sorelle.
Le scritture dicono che Gesù era un “Nazareno”, ma questo non vuol dire che venisse dalla città di Nazareth, la cui effettiva esistenza non è mai stata provata.
Giovanni Battista e il fratello di Gesù, erano Nazareni, individui ascetici , vincolati da rigidi voti durante periodi stabiliti, come nel caso di Mosè.
All’epoca di Giuseppe e Maria, i Nazareni erano affiliati alla comunità Essena di Qunram.


LA COMUNITA’ ESSENA DI QUNRAM .
La comunità osservava alcune severe regole disciplinari in rapporto al fidanzamento e al matrimonio dinastico.
Queste regole erano molto definite e imponevano una vita di castità eccetto che per la procreazione di figli solo ad intervalli stabiliti.
Tre mesi dopo la cerimonia del fidanzamento, aveva luogo un “ Primo Matrimonio” ufficiale con l’unzione degli sposi, che segnava l’inizio degli sponsali  nel mese di settembre.
Dopo di che erano permessi rapporti fisici, ma soltanto nella prima metà di dicembre.
Scopo di questa limitazione era assicurare che un’eventuale nascita messianica avvenisse in settembre, mese dell’Espiazione.  Se la sposa non concepiva i rapporti intimi erano sospesi fino al dicembre successivo e così via.
Una volta che la sposa in prova aveva concepito, veniva celebrato un “Secondo Matrimonio” con unzione per legalizzare l’unione.
Tuttavia la sposa era ancora considerata una almah, giovane donna, fino al compimento del Secondo Matrimonio, che non veniva celebrato fino a che lei non era in cinta di tre mesi.
Questo rinvio era stato stabilito in previsione di un possibile aborto.
I Secondi Matrimoni avevano quindi luogo nel mese di marzo.
Quindi Maria poteva benissimo essere la moglie di Giuseppe e allo stessa tempo una almah.
Ma Maria rimase in cinta mentre stava trascorrendo un periodo di prova come donna sposata  della gerarchia dinastica, un periodo nel quale erano proibiti i rapporti sessuali, e Giuseppe ebbe bisogno di avere l’approvazione del sommo sacerdote Abiatar , il designato Gabriele.
Dal tempo di re Davide, la dinastia di Abiatar era insediata nell’alta gerarchia ecclesiastica.
Oltre ai tradizionali titoli sacerdotali, gli Esseni conservavano anche i nomi degli arcangeli del Vecchio Testamento nella loro struttura governativa.
Quindi , secondo l’ordine gerarchico, sotto al gran sacerdote “Arcangelo Michele “ era il sacerdote “Angelo Gabriele”, che era anche l’Angelo Ambasciatore del Signore.
Così si spiega l’episodio dell ”Annunciazione”, dove si racconta che a Maria viene annunciata la nascita di Gesù dall’Angelo Gabriele.
In realtà si trattò di una conferma da parte di un alto sacerdote, che aveva il grado di Angelo Gabriele, nella gerarchia degli Esseni.
E questo permesso fu dato perchè Giuseppe era un diretto discendente di Re Davide e suo figlio avrebbe preso posto nella discendenza regale, quindi non poteva essere  abbandonato come un qualsiasi figlio illegittimo.
Dopo questa dispensa a Giuseppe sarebbero state applicate di nuovo le regole normali: prima fra tutte quella che nessun contatto fisico era permesso tra marito e moglie fino alla nascita del bambino.
Intanto le regole erano state infrante e Maria dette alla luce Gesù nel momento sbagliato dell’anno: domenica 1 marzo del 7 a.C.
Così Maria non solo concepì come almah, ma partorì anche come tale prima del Secondo  Matrimonio.

continua….: ” Le Marie :Lo sposo e la sposa

Fonti:

Robert Graves ” La dea Bianca” Adelfi Edizioni

Edoardo Schurè : ” I grandi iniziati” Edizioni Laterza

Illustrazioni : Antonello da Messina / Dante Gabriele Rossetti

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* Ecco che la Luna cala nel segno della Bilancia nelle notti più buie dell’anno… tutto quello che alla luna chiedi l’otterrai!

Ecco che la Luna cala nel segno della Bilancia.


Sono le notti più buie di tutto l’anno: non solo le ore di luce sono pochissime mentre la notte è lunga, ma anche durante la notte la Luna nasconde la sua luce.
Sono momenti di introspezione e pulizia. Di raccoglimento profondo dentro di noi: meno disperdiamo e più restiamo nell’intimità della nostra interiorità, più possiamo riconoscere le nostre ombre e farci pace, lasciarle andare o integrarle in noi …. o meglio lasciarle andare integrandole!
Occorre la volontà e il coraggio per non fuggire da questa stasi e restare serene a guardare questo buio …

Prendete occasione per fare tante pulizie anche fuori di voi, nelle vostre case: per togliere la polvere dietro quel mobile che non spostate mai …. per buttare via le cose che non vi servono.

E tutto questo accade sotto al segno dell’armoniosa Bilancia.
Bilancia appare sempre equilibrata e delicata, alla ricerca della giustizia e della bellezza.
Non sempre ha dentro di sé queste qualità … come tutti … ma sempre le anela dentro e fuori di sé.

Con la Luna in Bilancia sono estremamente favoriti i legami amorosi. Siccome la Luna calante purifica, il periodo è ottimo per lasciare andare e pulire tutto quello che ostacola le riconciliazioni, per armonizzare ciò che è disarmonico, per slegarsi dagli affetti malsani. La Luna in questo segno stimola il romanticismo, la voglia di avventure, la poesia, la bontà, e le occasioni propizie specie in ambiente giudiziario o nell’amministrazione pubblica.

In particolare cosa suggerisce questa Luna?

 

Suggerisce molta saggezza, consiglia di non agire assolutamente d’impulso e non fermarsi alla prima soluzione di fronte a una vicenda, a un problema o a un ostacolo.

Porta la necessità e la volontà di riconoscere dentro di noi diversi sentieri, dice che se vediamo solo una strada, allora non stiamo vedendo abbastanza.

Parla di attese e riflessioni, racconta di come, a volte, le soluzioni migliori arrivano proprio smettendo di rimuginare sugli eventi in modo ossessivo e ansioso e aprendosi a nuove soluzioni. 

Questa Luna è in quadratura con Giove e in sestile con il Sole: pianeti benefici e positivi, che regalano a queste ore una spinta di luce in più.

Inoltre l’amico Mercurio in Scorpione da stazionario diventa diretto.

Usate l’intuito e l’intelligenza scorpionesca ma lasciate andare quel vedere tutto in bianco o nero tipico del segno.

Modulate la comunicazione grazie alla Bilancia e non diventate troppo pungenti o vendicativi … scovate anche voi altre modalità e altre soluzioni rispetto alla freddezza e al rancore sordo.

Tutti gli amici con la Luna in Bilancia o del segno della Bilancia o con Bilancia in ascendente sentiranno molto questa Luna

( io per esempio ho l’ascendente in Bilancia! ma anche la mia Venere e Marte sono in Bilancia, per cui risentirò di questi influssi a livello personale e nell’ambito delle relazioni e delle discussioni! 9

Così come tutti gli amici con Mercurio in Scorpione o del segno dello Scorpione o con ascendente in Scorpione sentiranno molto gli influssi scorpioneschi. 

(Io per esempio ho Urano in Scorpione. Questo significa che le trasformazioni, le innovazioni, le novità e i cambiamenti nella mia vita vengono sostenute dall’energia dello Scorpione … e in effetti ho sempre fatto svolte brusche e repentine passando dallo studio al lavoro, da un lavoro all’altro, dal gettarmi in una relazione totalmente a chiudere completamente e drasticamente. A volte questi cambiamenti sono stati sostenuti da pungenti risentimenti e rancori ahimè! Io risentirò delle energie di questi giorni specie nelle decisioni legate ai cambiamenti e alle svolte, per intenderci.)

Ecco in breve come passeranno queste due giornate e i consigli che vi possono servire!

E ricordate:

tutto quello che alla Luna chiederete voi l’otterrete!

Questo è il Fiore di Bach per chi sente una grande stanchezza mentale.
HornBeam (Carpino Bianco) è un albero simile al faggio che mostra una notevole vitalità. La fioritura è piena, intensa, quasi improvvisa. Il suo legno buono, dal quale si ricavano strumenti di lavoro, trasmette una grande idea di forza, energia, utilità.

Hornbeam ci torna utile quando la carenza energetica che si avverte è a livello mentale.

Nello stato passeggero il soggetto avverte un momento di noia legato al suo stile di vita, alla quotidianità ma anche ad un carico estremo protratto per lungo tempo: un esempio tipico è lo studente che si prepara per mesi ad un esame.

Lo stato passeggero del fiore diventa facilmente una condizione cronica come, ad esempio, quella del professionista esaurito mentalmente che da anni conduce la stessa vita lavorativa, priva ormai di stimoli e di situazioni appaganti.

Nello stato risolto dopo l’assunzione del fiore, si assiste ad un livellamento armonico dello stato energetico e si avvertono nuovamente gli impulsi dell’Io Superiore.

Nel soggetto torna la gioia di vivere, di lavorare e la certezza di avere tutte le energie disponibili per fare ciò che si vuol fare. La mente è lucida, chiara e c’è la voglia di buttarsi in nuove esperienze .

Questo Fiore di Bach ci può accompagnare in queste giornate di Luna calante aiutandoci ad abbandonare le vecchie soluzioni.

Ci troviamo ad un punto nel quale le modalità con le quali abbiamo gestito e risolto problemi e difficoltà nel passato, adesso non funzionano più. Quando questo accade è facile sentirsi abbattuti e stanchi. E’ facile non trovare le forze per ragionare in modo lucido sugli accadimenti e sentirsi senza scampo.

Hornebeam riporta in noi quella vivacità e forza mentali che ci servono per trovare nuove soluzioni alle questioni della vita.

In erboristeria il Carpino Bianco favorisce il benessere delle vie respiratorie, è quindi consigliato come rimedio naturale in caso di: raffreddore, faringite, laringite, bronchite, soprattutto se cronica e sinusite.

In magia popolare viene utilizzato per favorire la fedeltà, per la protezione dei legami e la salvaguardia del lavoro.

Il rimedio assunto come Fiori di Bach non contiene nessuna componente chimica ma agisce solo a livello energetico, vibrazionale e sottile. Può essere quindi assunto senza controindicazioni chimica. Tuttavia nei giorni successivi l’assunzione possono accadere eventi di purificazione che vengono dette “crisi di guarigione”. Queste “crisi” possono durare 3/4 giorni, al massimo una settimana. Se si prolungano oltre consiglio di rivedere la somministrazione del Fiore con un operatore specializzato o tramite test chinesiologico. 

Anche come rimedio erboristico, se assunto nelle dosi consigliate, il Carpino non presenta particolari controindicazioni. Comunque è sempre bene consultare l’erborista di fiducia e ricordare che i rimedi erboristici non sostituiscono ma integrano medici e medicine!

https://lasorgenteeladea.blogspot.com/2019/11/hornbeam-abbandona-le-vecchie-soluzioni.

https://lasorgenteeladea.blogspot.com/2019/11/luna-calante-in-bilancia-non-fermarti

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* La prima Luna del Calendario Lunare di tredici lune è la Perchta

Appena l’uomo, dalla posizione animale a quattro zampe, alza la testa e guarda il cielo e oltre l’orizzonte, i fenomeni naturali lo riempiono di paura e nello stesso tempo di rispetto.
Ne fa oggetto di culto, di devozione di rituali propiziatori.
Appena collega il passato al futuro con l’alternarsi delle stagioni che influiscono sulla natura dandogli la possibilità di sopravvivere, vede nel Sole e nella Luna in cielo e nel Fuoco e nell’Acqua in terra una dimostrazione di benevolenza di qualcosa di soprannaturale.
E ne fa oggetto di culto e di adorazione.

Nella storia dell’umanità la Luna è sempre stata associata al succedersi delle stagioni, alla fecondità della terra e degli animali, con la luna era garantita la continuità della vita.

Gli Egizi associavano la Luna alla Dea Iside, simbolo della femminilità e protettrice delle madri e dei neonati. La luna è legata all’amore e ai sentimenti, alla energia femminile segreta e intima, ai cicli della donna, come ai cicli delle stagioni.

La Luna è uno dei simboli più antichi dell’umanità, rappresenta l’archetipo femminile materno per eccellenza, la Madre cosmica. La sua qualità fondamentale è la ricettività: la luna, pianeta satellite, riflette la luce del sole. Ci troviamo nel pieno cuore della notte, ma una notte illuminata da questa umile ricettività. È anche il mondo dei sogni, dell’immaginario e dell’inconscio, tradizionalmente associati alla notte.

Nelle antiche culture era diffusa l’idea che la Luna morisse ogni notte per calare nel mondo delle ombre, o che fosse coinvolta in un continuo inseguimento con il Sole, mentre nella mitologia medievale, alla luce della Luna si trasformano i lupi mannari, e alle sue fasi erano legate le riunioni delle streghe.

Molte delle credenze popolari sono legate agli effetti della Luna: la fase di luna piena è favorevole ai pescatori poiché attira i pesci in superficie, il mosto va messo nelle botti nelle notti di luna nuova, mentre gli ortaggi devono essere seminati con la luna crescente, periodo in cui aumenta anche il numero delle nascite.
La Luna è collegata ai ritmi biologici, all’acqua, alle maree, ai cicli femminili, al passaggio dalla vita alla morte. Il principio lunare è, d’altra parte, strettamente legato, in tutti i suoi processi, con la natura ed il naturale.

La Luna è anche Dea.

Due corna bovine e in mezzo a loro un disco solare, o più semplicemente ” )O( “perché alle corna col disco vengono attribuiti principalmente significati lunari.

Presso i Celti la Triplice Dea è Morrigan, visibile in tre aspetti: fanciulla, donna, vecchia, simbolo delle tre età dell’Uomo ma anche della Luna crescente, piena e calante. Morrigan diventa una divinità oscura, terribile, associata alla potenza più spaventosa del pianeta Terra. Una donna madre ma anche strega ed era questa la forma più diffusa in Europa.

In Grecia e nell’area italica c’era Diana, associata al mondo animale e al culto lunare: una Dea da temere e rispettare, allo stesso modo in cui si deve rispettare il pianeta Terra, amorevole e benefico ma anche terribile quando causa i cataclismi.

Per questo motivo la Triplice Dea viene anche associata ai tre aspetti del femminino: creatività, mantenimento, distruzione. I primi due aspetti sono stati accettati dal Cristianesimo, il terzo no ed è per questo che la figura della Madonna cristiana appare solo amorevole.

Astro, Dea o Madre, la Luna elargisce la sua particolare energia a tutto ciò che è manifesto e per ciascun regno o periodo dell’anno il suo flusso è mirato, è una ricchezza per  chi lo sa cogliere.

Feste, danze e culti lunari sono ancora oggi vivi nei riti del neopaganesimo e presso le comunità rurali.   In coincidenza con i ritmi della natura.

PERCHTA è un’antica Dea Madre sopravvissuta nella moderna Germania, Svizzera e Austria sotto il nome di donna cervo.

L’antica dea dell’occidente, la cacciatrice selvaggia con i suoi cani, ha fama di render fertili i campi e favorire la nascita di vitelli forti.
Si dice che la si può talvolta vedere mentre aleggia sui campi per nutrirli, con il suo mantello bianco che assomiglia a una nebbiolina diffusa.

E’ la protettrice di tutte le donne e tutti i bambini.

La Perchta accende in ogni donna una piccola luce.

Una volta all’anno scende a controllare che tutto vada bene, la Dea non sopporta la pigrizia, o l’ingiustizia e manifesta la sua indignazione senza mezzi termini, con la sua foga tempestosa spazza via alberi e tetti delle case.
Si presenta con i lunghi capelli e le vesti svolazzanti. A volte assume le sembianze di una vecchia ma i suoi occhi sono lucidi e vibranti a dimostrare che il corpo fisico deve essere abbandonato ma l’anima negli occhi è eterna.

Il periodo dell’anno che preferisce è quello dei dodici giorni di Natale, che culminano nel giorno di Perchta, quando tutti mangiano le torte di farina e latte in suo onore lasciandone qualche fetta per lei; essa verrà segretamente a gustarle ma se qualcuno cercherà di spiarla o di sorprenderla mentre mangia sarà sfortunato tutto l’anno.
Insieme a lei lavorano le Truden. Loro sono contro la società patriarcale. Mai hanno accettato la sottomissione delle donne come casalinghe, madri o animali da riproduzione.

Per quelle donne che hanno deciso di vivere libere, di non appartenere a nessuno, di prendere la vita nelle loro mani, la Perchta è una amica e protettrice. Le regala la forza da folletto delle Truden.

La pianta della Perchta è il sambuco, i fiori hanno la sua forza guaritrice, il legno ha il suo potere mitico dell’oracolo.

L’animale è il lupo, selvaggio e libero e accompagna la danza magica.

La Perchta è la prima luna. dell’anno lunare di tredici lune che inizia con l’equinozio di autunno, è la luna nuova dopo la festa di novembre di Ognissanti.

Dal Libro di Luisa Francia ” Le tredici lune”

Fonti:

http://pochaontas.jimdo.com/

http://www.satorws.com/

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*Ma quali streghe ! Buon Samhain!

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Fin dal medioevo alla festa di Halloween è associata la figura della strega.

Witch in inglese, wicca dal sassone, cioè saggia/saggio o sapiente corrispondente al latino saga, spesso rappresentata come una donna vecchia, brutta e quindi cattiva.

Ma nella mitologia celtica pre-cristiana non esistevano divinità completamente malevoli, così come non esisteva il concetto di Inferno.

Dei e Dee rappresentavano entrambi gli aspetti creativo e distruttivo dell’energia all’opera.

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Le dee in particolare incorporavano le forze della Terra Sacra in quanto i Celti assorbirono il concetto di una potente Dea Madre o Dea della Terra dalle popolazioni indigene di cultura matriarcale abitanti le terre in cui emigrarono o dove fiorì la loro civiltà.

La Grande Dea poteva apparire e venire rappresentata in miti e leggende in tre forme principali: la Madre Oscura, la Sorella/Vergine e la Dea Natura/Amante. (Stewart, R.J. Celtic Gods, Celtic Goddesses, Blanford 1990)
Quindi la Grande Dea celtica nelle sembianze della Vecchia simbolizzava
l’inverno celtico da Samhain a Oimelc o Imbolc (31 Gennaio/1 Febbraio, l’inizio della Primavera celtica).

A Imbolc ogni anno la Grande Vecchia si recava all’Isola della Giovinezza per bere alla sua fonte e trasformarsi nella Dea della Primavera, il cui tocco rendeva l’erba nuovamente verde e faceva sbocciare i fiori.

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Tra i Celti l’elite intellettuale religiosa era composta sia da druidi quanto da druidesse dalle molteplici conoscenze; il dono della profezia era poi specificatamente femminile.

Si può quindi affermare che nelle comunità italiche dell’VIII secolo a.C. esistessero donne il cui prestigio non derivava solo dai legami con importanti membri maschili delle varie comunità, ma anche dallo svolgere ruoli rilevanti, alcuni dei quali legati alla sfera del sacro.

Il rango da sacerdotesse a quello di streghe sopravvenne con il passaggio alla religione cristiana.

Le sacerdotesse furono ridotte, nelle storie antiche, alla condizione di figure demoniache simile alle streghe, degradando la loro mitica bellezza, il loro ruolo sociale e religioso, le loro grandi virtù e poteri, svilendo i numerosi esempi di coraggio e nobiltà all’interno della società celtica.

John William Waterhouse, 1886,

Riporta l’Encyclopaedia Britannica che “ in Europa i poteri magici erano quasi esclusivamente nelle mani delle donne…” alle quali “…il popolo attribuiva una saggezza superiore…” e che furono proprio le donne, eredi della saggezza e del potere della Grande Dea, ad attirare l’odio della Chiesa, ad essere accusate di pratiche malefiche e a venire perseguitate come ‘streghe’.

La chiesa trasformò le divinità celtiche in santi e i vari aspetti della Grande Dea in diverse rappresentazioni della Madonna.

Una delle accuse più tipiche era quella di praticare rituali in onore di un dio con le corna, Cernunnos, il dio cornuto, signore degli animali, dio della Grande Caccia, colui che gestisce le forze attive della vita e della morte, della rigenerazione e della fertilità. La Chiesa lo condannò come ‘incarnazione del Diavolo’.


Secondo Geoff Doel: “Le streghe furono un’invenzione per tenere lontana la gente dagli dei celtici. Per i Celti c’era la magia, il magico piuttosto che il sinistro”.
Le donne accusate di stregoneria venivano bruciate, impiccate o annegate ad Halloween,proprio a sottolineare il messaggio diabolico delle feste pagane.

Nella cultura celtica, come in quella gaelica, la donna è stata sempre considerata  figura importante e determinante nel sostegno e nella conduzione del clan e della comunità. A volte alla pari dell’uomo.
Le donne celte e le gaeliche erano addette alla cura dei malati, avevano conoscenze di medicina erboristica ed avevano perfino il potere della chirurgia.
In alcune culture nordiche la medicina era addirittura competenza esclusiva delle femmine del clan.

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Colei che raccoglieva, seccava ed estraeva principi vitali dalle erbe era considerata creatura soprannaturale e degna del rispetto e spesso della venerazione del gruppo.
Il ruolo della
wicca era quello di curare e guarire, e questo era considerato una facoltà divina.

Eventi divini venivano considerati anche i cicli della natura ed in una società ancora rurale era  di vitale importanza prevederli e celebrarli con rituali propiziatori.
La donna sacra, la
wicca  diviene artefice di sopravvivenza per il gruppo.
Ella cura la preparazione dei riti propiziatori per avere la benevolenza della
Dea Madre.

Ella ha la facoltà di interpretarne i segni per la divinazione.
Ella è una guida spirituale, la sua magia è indirizzare le vite degli altri.
La
wicca non è, come la strix latina, a contatto con i demoni, ma è la figlia eletta della Dea.

Tutti questi riti pagani, passati nella cultura mediterranea dominata dalle fedi monoteiste, sono stati  in seguito interpretati come eventi di stregoneria malefica e, ritenuti manifestazioni del “ diavolo”, condannati all’estinzione attraverso la purificazione con il  Fuoco.

Molti dei riti celtici legati alla wicca sono arrivati fino a noi attraverso i secoli ed oggi la religione wicca si sta diffondendo tra le donne, soprattutto nei paesi di lingua inglese.

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La donna celtica cammina in pace,
ma porta con sé, inosservate, le sue armi.
Si considera come una parte della ragnatela del creato
Ma anche una persona unica e degna di grande valore.
Ama e rispetta la famiglia, gli amici, la comunità
Ma trova ispirazione nella solitudine.
Sa comandare, ma sa anche quando lasciarlo fare agli altri.
Lavora per imparare, per insegnare, per condividere
e mantenere i segreti, per cambiare restando uguale a se stessa,
per essere umana e divina.
Il pianeta ha bisogno di donne celtiche, che portino dentro di sé
un inesauribile calderone pieno di forza interiore
un utero da cui possa nascere un mondo nuovo e migliore.

(Edain McCoy, Celtic Women Sprirituality)

Olivia Del Bufalo

 Buon Samhain!

Fonti:

“La danza a spirale” di Starhawk –  Macroedizioni
“La quinta cosa sacra” della stessa autrice

per approfondire:
“ La Dea bianca “ di Robert Graves – Adelphi
“ When God was a Woman” di Merlin Stone – Mariner Books
 leggi anche: anche io sono una maga

 

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* Perfezione? Le nostre esperienze sono le imperfezioni che fanno della nostra vita un continuo divenire.

L’imperfezione è in qualche modo essenziale per tutto ciò che sappiamo della vita. E’ il segno della vita in un corpo mortale, vale a dire, di uno stato di progresso e cambiamento. 

~ John Ruskin

 

Kintsugi, l’Arte di Riparare e Aggiungere Valore

Capita un po’ a tutti di far cadere un piatto, una bicchiere o una tazza, sono stoviglie, ne abbiamo diverse in casa, poco importa se uno si è rotto, nella maggior parte dei casi quello che urta di più è il fatto di dover pulire dove la stoviglia è caduta. A volte però la tazza o il vaso che si rompono avevano un significato particolare, magari erano pregni di ricordi e allora ci dispiace e cerchiamo di aggiustarlo nel miglior modo possibile o nel miglior modo che conosciamo cioè cercando di nascondere le crepe.

Eppure c’è una pratica giapponese che fa l’esatto opposto, evidenzia queste “fratture”, le impreziosisce e aggiunge valore all’oggetto rotto: è il kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro”.

Ma perchè i giapponesi riparano con un metallo tanto prezioso (che può essere oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro) un oggetto di ceramica rotto?

La risposta la possiamo trovare nella resilienza, un concetto che per i giapponesi è molto radicato, nella loro cultura infatti è importante che ogni persona sia in grado di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di crescere attraverso le proprie esperienze dolorose e queste vengono valorizzate, rese preziose.

Ogni crepa rappresenta una ferita, una cicatrice che dev’essere valorizzata per non perdere di significato, che racconta una storia, che fortifica e simboleggia l’opportunità positiva che la vita offre, senza perdere l’integrità dell’oggetto, senza che venga a mancare l’identità stessa della persona: ferita sì ma guarita e resa più forte, più bella ma sostanzialmente non diversa.

La tecnica dello kintsugi permette di creare vere e proprie opere d’arte, sempre diverse, ognuna con la propria storia da raccontare, ognuna con la propria bellezza e preziosità da condividere, questo proprio dovuto all’unicità delle crepe che si creano quando l’oggetto si rompe, le stesse ferite che cambiano da persona a persona e che lasciano tracce diverse su ognuno.

Proprio come le persone resilienti che riescono a risorgere, a fronteggiare con coraggio e forza le avversità e spesso a raggiungere mete importanti, anche gli oggetti riparati con il metallo prezioso risorgono e acquistano valore e bellezza diventando molto più preziose di quello che erano prima.

La leggenda narra che il Kintsugi sia diventata un’arte intorno al 15° secolo, quando Ashikaga Yoshimasa, uno shogun giapponese dopo aver rotto la propria tazza di tè preferita la inviò in Cina per farla riparare. Purtroppo le riparazioni all’epoca avvenivano con legature metalliche poco estetiche e poco funzionali, la tazza sembrava perduta, ma il suo proprietario decise di farla riparare ad alcuni artigiani giapponesi, i quali sorpresi dalla tenacia dello shogun nel riavere la sua amata tazza, decisero di arricchirla ed impreziosirla riempiendo le crepe con resina laccata e polvere d’oro. La tazza tornò dal suo proprietario più bella, più preziosa e con una storia da raccontare.

Quando ci sentiamo feriti, rotti, pensiamo alla tecnica del kintsugi, cerchiamo di trasformare il dolore in qualcosa di nuovo, di prezioso, lasciamo che diventi la nostra storia, la nostra cicatrice dorata, sempre lì a ricordarci che è possibile farcela e percorrere nuove strade perchè una ferita può diventare perfezione, positività.

La vera perfezione dell’uomo non sta in ciò che l’uomo ha, ma in ciò che l’uomo è.
(Oscar Wilde)

Fonte:

Eticamente.net

 

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* La buona notizia del venerdì: Anche le nonne possono diventare street artists! Succede a Lisbona !

Lata 65, l’associazione che insegna alle nonne a fare i graffiti sui muri come i street writers

Sotto la sapiente guida di Lara Seixo Rodriguez, un gruppo di arzille signore over 70 ha imparato a fare graffiti come fanno i veri writer, per abbellire le vie del Portogallo


A Lisbona, in Portogallo, c’è una gang di nonne writer che contrasta il degrado urbano, colorando i muri della città.

Il merito è di Lata 65, un progetto che mira a avvicinare gli anziani ad una forma di espressione artistica, generalmente associata ai più giovani: fare i graffiti.

In questo modo l’associazione cerca di perseguire l’obiettivo di abbattere i pregiudizi verso la vecchiaia, che spesso albergano nei più giovani.

E allo stesso tempo creare un utile e divertente passatempo per tante pensionate che altrimenti rischiano di cadere nella trappola della solitudine. 


Nello specifico il workshop Lata 65, nato nel 2012, si propone di insegnare alle persone anziane le basi della Street Art.

Così, un gruppo di signore armate di spray sono scese in piazza in Portogallo per creare graffiti alle pareti e mostrare le loro capacità artistiche.

La “crew” ha mostrato tutte le sue potenzialità al lavoro con bombolette e mascherine protettive in Juncal do Campo (una parrocchia portoghese del distretto di Castelo Branco).

Ma non solo, con il tempo infatti si sono moltiplicate le zone cittadine dove hanno potuto dare libero sfogo alla loro creatività. 


Il workshop consiste in due fasi:

la prima è teorica e ruota attorno alla storia dell’arte urbana, approfondendo il contesto storico dei graffiti e le tecniche di realizzazione, come ad esempio lo stencil. 

La seconda, invece, è pratica e consiste nella realizzazione di stencil che poi vengono utilizzati dai partecipanti insieme alle varie tag per realizzare i graffiti sui muri. 

Lara Seixo Rodrigues, coordinatrice del progetto, ha dichiarato: “Lo scopo del workshop è quello di insegnare alle signore una nuova attività, abbastanza inusuale per loro età,e poter dar loro autostima e gioia”. 

E, a giudicare dal risultato, le signore sono proprio contente.

Leggi anche : Non ho l’età…

https://www.nonsprecare.it/lata-65-graffiti-lisbona-portogallo?fbclid=IwAR1ZsQqH-Sgsd2c-EVxYoPlKhLoVSaeCZBOKPFb8HJgFZs7G1LwPliOEN5M&refresh_cens

Dai pascoli sardi alle gallerie d’arte, la storia della novantunenne Bonaria Manca (foto)

https://www.nonsprecare.it/progetti-con-bambini-case-di-riposo-anziani?fbclid=IwAR2fUx5olS-lHriDd7AVa2NF6YqWqCFmmKUIbD_Ti_DdR68SsL361MxwfAw

Leggi anche:

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* Vi siete mai chiesti perchè preferite le matite gialle? Ecco la vera storia!

Molte matite, in Italia e nel mondo, sono gialle.

Lo sono per via di un’iniziativa imprenditoriale fatta alla fine del Diciannovesimo secolo da un’azienda ceca, che fu poi copiata da tanti concorrenti, al punto che – ancora oggi, più di cento anni dopo – il giallo continua a essere il colore di tantissime matite che si trovano sul mercato.

La storia delle matite gialle inizia nel 1889 a Parigi, durante l’Esposizione universale, comprensibilmente più nota per l’inaugurazione della Torre Eiffel.

Come spiegano il sito Pencils.com e il professore Henry Petroski nel suo libro sulla storia delle matite, le matite esistevano da un paio di secoli prima della Torre Eiffel. Moltissime erano fatte con una grafite proveniente da Regno Unito che veniva inserita nel legno: di solito le matite venivano vendute grezze, color legno, ma se questo conteneva evidenti imperfezioni, venivano colorato all’esterno, in genere con colori scuri. Dal 1564, quando a Borrowdale, in Inghilterra, era stata scoperta la prima miniera di grafite, le cose non erano state particolarmente movimentate nel mondo delle matite. La principale novità aveva riguardato un metodo, sviluppato nel Diciottesimo secolo, che permetteva a qualcuno di fare matite mischiando argilla e grafite in polvere; niente novità, invece, per quanto riguardava la verniciatura del legno.

Verso la fine del Diciannovesimo secolo fu però scoperta in Siberia orientale una grande riserva di grafite, di qualità migliore rispetto a quella inglese, che tra l’altro andava esaurendosi. Tra chi puntò su quella nuova grafite siberiana c’era l’azienda ceca Hardtmuth, che per promuovere all’Esposizione universale le sue matite con una nuova grafite decise di cambiare anche l’aspetto esteriore del legno, verniciandolo di giallo.

Hardtmuth scelse il giallo perché era un colore che in Siberia, e ancor più Cina e in Oriente, era associato alla regalità e al lusso.

Per aggiungere un ulteriore tono di esoticità ed esclusività, Hardtmuth Pencil scelse per la sua nuova linea di matite il nome Koh-I-Noor: lo stesso nome di un famoso diamante. Le nuove matite gialle, con la grafite siberiana e il nome di un diamante furono un successo, al punto che l’azienda cambiò il suo nome in Koh-I-Noor Hardtmuth.

Le aziende concorrenti finirono quindi per seguire la strada aperta da Koh-I-Noor Hardtmuth, producendo a loro volta matite gialle e dai nomi orientali.

Per far capire quanto le matite gialle siano state associate alla qualità, il sito Artsy cita un esperimento in cui a un gruppo di persone vennero date matite gialle e verdi, identiche per quanto riguarda la grafite e diverse solo nel colore esterno del legno.

Le persone parlarono in genere bene delle matite gialle, lamentandosi invece della scarsa qualità di quelle verdi.

Ma di che cosa è fatto l’interno di una matita?

Per quanto riguarda la mina vera e propria essa è realizzata tramite impasti con differenti proporzioni di grafite ed argilla in funzione della durezza prescelta: maggiore è la percentuale di argilla maggiore è la durezza della mina.

La grafite utilizzata per realizzare le mine è un minerale molto diffuso in natura e si può trovare sotto forma di scaglie oppure in masse lamellari. I più importanti giacimenti si trovano in Germania (Boemia e Baviera) ma anche in Madagascar, Canada, Sri Lanka e Sibera. Per quanto riguarda l’Italia i maggiori giacimenti sono situati sotto il monte Amiata, nel monte Pisano e nelle Alpi Occidentali.

Le materie prime che compongono la grafite sono antracite e coke che vengono estratte e successivamente calcinate a 1000-1200 °C per eliminare le sostanze estranee.

L’argilla utilizzata nell’impasto (costituita da silicati di alluminio di natura cristallina) è sfruttata per le sue proprietà colloidali, per la capacità di assorbire grandi quantitativi d’acqua e per la possibilità di definire la durezza della mina regolandone la quantità.

 

.http://www.ufficio.eu/la-storia-della-matita-dove-nasce-e-come-e-fatta

https://www.artsy.net/article/artsy-editorial-little-known-reason-pencils-yellow