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* La buona notizia del venerdì: Katie Jones festeggia i suoi 34 anni con 34 buone azioni

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   La notizia non è recente, risale allo scorso maggio, però in Italia è rimbalzata timidamente solo grazie al sito http://www.buonenotizie.it.

Katie Jones, una donna americana residente a Urbandale nell’Iowa, ha deciso di festeggiare il proprio compleanno realizzando tanti gesti di gentilezza quanti erano gli anni appena compiuti. 34 opere di bene, come lasciare un sacchetto pieno di monetine in una lavanderia a gettoni, distribuire buoni pasto ai senzatetto, ringraziare i vigili del fuoco donando loro delle confezioni di cioccolatini, e ogni opera regolarmente corredata da un biglietto con su scritto:

Hi, my name is Katie, In celebration of my 34th birthday, I’m doing 34 acts of kindness. Enjoy the kindness and try to pass kindness along in your own way.” (Ciao, mi chiamo Katie. Per festeggiare il mio 34esimo compleanno, sto facendo 34 azioni gentili. Goditi la gentilezza e cerca di far circolare la gentilezza a modo tuo.).

Il costo di questo “regalo” fatto alla comunità è stato di 300 dollari, che Katie Jones ha deciso di devolvere spiegando alla stampa e alla tv, accorse incuriosite da questa insolita persona:

“What if one day, everyone did one kind thing for another person? That would make a difference in the world.” (Cosa succederebbe se, un giorno, tutti facessero una gentilezza per un’altra persona? Questo costituirebbe una differenza nel mondo.).

Lo spirito del gesto è stato ben espresso da altre parole che Katie Jones ha rilasciato agli intervistatori:

“We are all connected, and it’s OK to care for your community without having to be political or go through a nonprofit or charity organization” (Siamo tutti collegati e va bene prendersi cura della propria comunità senza dover essere dei politici o entrare a far parte di associazioni di volontariato o organizzazioni benefiche).

http://www.kcci.com/news/central-iowa/Woman-celebrates-birthday-with-random-acts-of-kindness/-/9357080/20262436/-/268wi/-/index.html

sull’argomento:

“Un sogno per domani” Film https://ilconfinesensibile.wordpress.com/2012/07/04/recensione-film-un-sogno-per-domani-2000/

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* Luna nuova con eclissi solare: il ritorno delle Regine !

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Scusate l’insistenza, ma questa mattina, nel riflettere nuovamente sul Novilunio di domani mi è apparsa un’altra sfumatura del suo significato, che vorrei condividere.

Il Novilunio di settembre cade come detto nel segno della Vergine, quindi la Luna si spoglia completamente del riflesso della sua luce e muore alla vista, tuffandosi nei valori di Purezza, Depurazione, Selettività e Misura della Vergine. L’archetipo lunare in Vergine è la donna che tace ed accoglie, si prende cura anticipando i bisogni, affinché tutto proceda in un determinato modo e con la sua saggezza si rende fautrice del processo di evoluzione, laddove ci siano delle lacune.

Questo archetipo lunare di donna domani nasconde il Sole, il maschile, il quale si fa scudo di quella saggezza, si fonde in quell’abbraccio per consegnare il proprio animo denutrito dall’amore per essere rinnovato nel processo di purificazione della Vergine, che può così consolare e guarire il maschile ferito da troppa sete di potere.

In questo abbraccio, la Luna/donna crea un ponte verso Nettuno, la Grande Madre Cosmica, che per la prima volta dalla sua scoperta alla fine del XIX° secolo, transita nel suo Segno di Governo, i Pesci (2012/2025).

La Regina è finalmente tornata ad occupare il suo Trono, ritrovando il posto nell’inconscio collettivo di comando che non è un potere/egemonia/manipolazione, ma potere del cuore, dell’accoglienza, del prendersi cura, potere che deriva dal sapere chi si è.

Non è forse questo l’anno in cui la Chiesa ha riconosciuto il ruolo della Maddalena quale prima testimone del Cristo Risorto? 

In questo ponte tra la Luna e Nettuno c’è una profonda guarigione. In astrologia si legge come un’opposizione, quindi due forze che si respingono, è vero, ma in questi nuovi parametri, io leggo nelle opposizioni una corsia preferenziale che attraversa lo Zodiaco e permette lo scorrere libero di energie prima separate. Le leggo così perché in questo modo le sento in me. E l’opposizione è proprio l’aspetto che permette di acquisire una visione a 360°, azzerando così i conflitti con il mondo esterno. Non vogliamo più negare ciò che differisce da noi, perché possiamo essere l’uno e l’altro.

La guarigione tra la Luna e Nettuno è l’integrazione dell’Archetipo della Regina tornata sul trono (Nettuno in Pesci) nella coscienza della Luna in Vergine/donna pragmatica, con uno sguardo sul quotidiano e un altro sul disegno che sta prendendo corpo a livello più sottile.

Tornano le Regine, e possono fare posto al proprio Re accanto a loro, perché nessuno sia dimenticato.

Non più separazione.

Le disastrose relazioni sentimentali tra bambini interiori feriti possono concludersi. Stiamo integrando le Regine ed i Re perché stiamo crescendo.

Ad un livello collettivo sicuramente tutto questo può corrispondere al nuovo flusso del Matriarcato che ritorna, anche grazie al Calendario delle 13 Lune di 28 giorni. 

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Stephanie South, la Regina Rossa, erede di José Arguelles, afferma che il passaggio dal calendario meccanico di 12 mesi a quello del Tempo Naturale delle 13 Lune, seguito da tutte le antiche società matriarcali, aiuta a riprendere indietro la 13° Luna, che è stata rubata dalle caste di sacerdoti e dittatori che hanno stabilito la tirannia del denaro e della paura della morte.

Si può ripristinare così noi il contatto con la Coscienza di Madre Terra e di Gaia, il suo Spirito di Luce per non sentirci più i padroni di questo luogo, ma figli cari ed amati, ritrovando così la radice che a molti terrestri manca.

Tornare a casa, finalmente. 

Fonte:

http://ashtalan.blogspot.it/2016/08/unaltra-riflessione-sul-novilunio-con.html

 

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* La buona notizia del venerdì: Una preside speciale a New York

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Lisette Caesar

è la fondatrice di una scuola a East Harlem dove 9 studenti su 10 vivono in estrema povertà. Da anni si batte per rendere l’istruzione accessibile a tutti

NEW YORK – 

Avrebbe potuto aspettare l’arrivo delle iscrizioni dietro la scrivania, invece pur di riempire le classi ha deciso di adoperarsi in prima persona.

Così tutte le mattine, volantini in mano e passo spedito, la preside Lisette Caesar esce dalla Mosaic Preparatory Academy, la scuola elementare che ha fondato 9 anni fa nella zona Est di Harlem, cammina per il vicinato e cerca di reclutare nuovi studenti.

Il suo impegno ha incrementato molto le performance della scuola negli anni, un istituto in cui il 95 per cento degli studenti vive sotto il livello di povertà. La stessa Lisette è stata indicata come figura esemplare dal Dipartimento dell’Educazione di New York. 

Nonostante questo, però, alla Mosaic Preparatory Academy ci sono ancora diversi banchi vuoti: la scuola può accogliere fino a 425 studenti e ad oggi gli iscritti sono solo 300.

“Dall’inizio dell’estate abbiamo reclutato 40 nuovi alunni”, sottolinea la preside. “Da qui a settembre conto che riusciremo a iscriverne altri 50”.

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Ogni mattina Lisette va incontro a tutti coloro che le passano accanto. “Conoscete la Mosaic Preparatory Academy?” chiede d’un fiato mostrando uno dei 200 volantini che distribuisce giornalmente.

Siamo una delle migliori scuole della zona”. Qualcuno si ferma, sorpreso, ascolta con attenzione, e uno o due giorni dopo torna per ultimare l’iscrizione del figlio. 

Negli anni, racconta Lisette, la comunità della zona è cambiata, i prezzi degli affitti si sono alzati, molte famiglie sono state costrette a trasferirsi, così il numero degli studenti è progressivamente calato.

Il mio intento è dare ai nuovi arrivati informazioni sulla scuola”, dice la preside. “Vorrei che iscrivessero qui i propri figli. La Mosaic Preparatory Academy è cresciuta molto in questi anni”.

Di recente la scuola ha ricevuto un premio per le buone pratiche nell’uso della tecnologia e il rendimento complessivo degli studenti ha raggiunto gli standard richiesti dal Dipartimento dell’Educazione di New York.

“Le scuole pubbliche ottengono finanziamenti sulla base del numero degli studenti”, aggiunge il vice preside Jorge Moore.

“Più studenti significano più risorse, più risorse consentono di offrire ai ragazzi maggiori opportunità e programmi migliori, è un circolo. In questo quartiere ci sono diverse charter schools, scuole pubbliche indipendenti che ricevono finanziamenti anche da organizzazioni facoltose e quindi hanno risorse ben maggiori delle nostre a disposizione. Dobbiamo competere con loro nel reclutamento degli studenti”.

Per trovare fondi necessari a garantire certi standard ai suoi studenti e alle loro famiglie, Lisette organizza eventi di raccolta fondi in casa propria, passa molto del suo tempo a compilare domande e stringere partnership con altri istituti e realtà locali.

In questo modo è riuscita a garantire ai ragazzi tutto il necessario per studiare, zaini compresi, e a tenere aperta la scuola per sei giorni a settimana, offrendo agli alunni l’opportunità di partecipare ad attività ricreative e ai loro genitori di prendere parte a corsi di formazione.

Grazie ai finanziamenti ricevuti la preside ha fatto sistemare il campo da basket e quello di calcetto, mentre le lezioni di musica sono offerte da volontari di un coro di Broadway. 

Gli sforzi di Lisette non sono mansioni previste da contratto. “È il mio modo di intendere questo lavoro”, dice la preside. “Il mio obiettivo è garantire un’educazione completa agli alunni che frequentano questo istituto. Ognuno deve essere in grado di realizzare se stesso. Le condizioni esterne non devono essere un limite alle proprie possibilità”.

La sua vicenda personale in questo è esemplare. Nata e cresciuta a New York (a Brooklyn), la prima di tre figli cresciuti con una madre single, Lisette ha vissuto sotto la soglia della povertà ma è riuscita ugualmente a diplomarsi, a prendere una laurea e ora sta proseguendo il suo dottorato in Scienze della Formazione. “Ho avuto molto da questa comunità – dice – e sento il desiderio di restituire indietro quanto ho ricevuto”. 

“Per Lisette la scuola non è un posto di lavoro, qui al Mosaic c’è una vera famiglia”, dice Jasmin Carasquillo, madre di due ragazzi iscritti alla Mosaic Preparatory Academy.

“Ammiro molto la sua dedizione, negli anni si è data molto da fare per garantire alti standard nell’educazione dei nostri figli. Ha fatto in modo che avessero accesso ad attività che noi genitori, come molti altri che abitano in questa zona, non potevamo permetterci per loro”.

Lisette Caesar è un caso isolato nel panorama del sistema scolastico pubblico di New York, anche se c’è chi crede che la sua vicenda personale rappresenti invece un trend in crescita inevitabile.

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David Bloomfield, professore di sistemi educativi al Brooklyn College e alla City University of New York, sottolinea un crescente livello di competitività tra i professori nel sistema scolastico, sin dai primi livelli di istruzione. “Prima si sceglieva di mandare il figlio nella scuola più vicina alla propria abitazione”, spiega Bloomfield.

Da qualche anno le cose sono cambiate. Lo School Choice Movement consente ai genitori di scegliere la scuola non solo in base allo stradario ma anche all’offerta scolastica e all’appeal del singolo istituto”.

Nel frattempo si sono moltiplicate le charter school, scuole che dispongono di buone risorse da dedicare alla formazione ma anche alla promozione.

“La mobilità degli studenti è quindi aumentata. Per questo, tra gli istituti, la ricerca di nuovi iscritti si è fatta più serrata e maggiore l’impegno profuso non solo volto a incrementare le performance scolastiche ma anche il numero effettivo degli studenti”, conclude Bloomfield.

* A cura di Lucia Pecorario, da New York 

fonte:

http://www.tpi.it/mondo/stati-uniti/preside-new-york-recluta-studenti-strada-harlem

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LA BUONA NOTIZIA DEL VENERDÌ: ALLA PUGLIA IL PRIMATO DI QUOTE ROSA IN AGRICOLTURA

Avatar di marisamolesMarisa Moles's Weblog

PREMESSA
Riprendo con questo post la vecchia consuetudine di dedicare ogni venerdì a una buona notizia. Sospesa da quasi due anni, questa “rubrica” oggi diventa ancora più necessaria: nel mondo succedono fatti terribili che inevitabilmente “occupano la scena”, ma abbiamo bisogno anche di qualche buona notizia. Per sperare in un futuro migliore o, senza pretendere l’impossibile, rallegrarci sapendo che ci sono sempre tante cose belle da scoprire.
Spero di poter continuare in questo proposito. Lo devo a me stessa, perché parlare di cose belle mi fa bene, e lo devo soprattutto all’amica Laura (laurin42), promotrice di questa iniziativa, che recentemente ha rinnovato l’appello agli amici blogger perché diano la “caccia” alle buone notizie e le pubblichino il venerdì.

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Quante volte abbiamo sentito dire, da parte degli insegnanti, che alcuni allievi sono da considerare “braccia rubate all’agricoltura”?

Personalmente non ho mai amato questa battuta che considero…

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* Quando cè la luna piena l’energia femminile è sacra

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Siamo ormai alla Luna Piena di Luglio, Luna del Raccolto.

In questa Luna Piena in Capricorno non ci sono rigidità che tengano: tutto si ammorbidisce e recupera un suo equilibrio…

Ed ecco allora celebrare con un rito la Luna Piena, una meditazione, un momento di ringraziamento.

Su Wikipedia viene spiegato che si tratta degli Esbat, 

rituali religiosi pagani e neo-pagani dedicati al principio femminile della divinità. Sono associati alle fasi lunari, per cui si festeggiano ogni 28 giorni, seguendo il ciclo lunare. Ogni tradizione festeggia un momento diverso del ciclo lunare. Molte congreghe tendono a festeggiare nella prima notte di luna piena. Non si deve credere che i pagani festeggino la Luna, ma la Dea, di cui la luna è un simbolo.

La Luna Piena è la luce che ha ricevuto tutta la luce dal Sole e manifesta la sua faccia completa, matura: essa rappresenta il volto della Dea Madre nel suo più completo splendore.

Quello che in realtà ci deve interessare, non sono delle pratiche fini a se stesse, ma il recupero di quella Energia Sacra Femminile che non si può né intellettualizzare né studiare e che è stata perduta proprio perché ci siamo disconnessi con il Pianeta.

Ecco perché dovremmo far tesoro di ogni pratica diretta che riesca a recuperare la saggezza di cui siamo portatrici, sopratutto noi donne, e che ha migliaia di anni.

Le uniche persone, donne e uomini, che non hanno mai perso la connessione sono gli indigeni e gli aborigeni, lì risiede la saggezza viva e pura sin dall’inizio dell’umanità. Portatori di questa saggezza antica dobbiamo avvicinarci a loro, poiché necessitiamo dei portatori, dei nostri antenati per poterli ricordare.

Per recuperare questa memoria perduta, affinché quell’energia femminile torni ad installarsi in noi, c’è bisogno di essere iniziati da esseri che custodiscono questa conoscenza, perché insisto il femminile sta nella Madre Terra e nelle nostre radici.

Perché siamo alla ricerca di uomini e donne che abbiano questa esperienza diretta? Perché abbiamo bisogno di quello che si chiama lignaggio, di un uomo/donna medicina che ci guidi e ci faccia ricordare. L’Abuela Margarita dice che è venuta a ricordarci chi siamo: siamo il Grande Spirito! 

Nella tradizione vedica e indù questa luna piena di Luglio è Guru Purnima, il momento di onorare quelli che sono stati, e sono, i nostri insegnanti. Questa luna è dedicata a coloro che ci hanno illuminato in qualche modo, che ci hanno insegnato e guidato e che ci hanno mostrato chi siamo veramente e perché siamo qui.

Quale momento migliore, quindi, questo periodo di relax, una Luna Piena nel momento in cui Madre Terra è all’apice del suo splendore: colori e profumi, suoni, sapori, tutto ci mette in contatto con la sua generosità e con l’esplosione della Vita.

Non perdiamo l’occasione di entrare in contatto con la natura in questo periodo, in qualsiasi modo: basta anche una passeggiata tra gli alberi o proprio sotto la Luna Piena e lasciamoci ispirare… Sono giorni in cui siamo più ricettive, quindi, lasciamoci andare: ricaricando il nostro corpo di energie, la nostra mente si allargherà e lo spirito godrà di questi benefici. Siamo attente ad ascoltare i messaggi che potranno arrivarci 
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Ecco allora l’importanza di una pratica  che possa aiutarci a vivere bene quei giorni, indipendentemente dal ciclo fertile (mestruazioni). Il sito a cui faccio riferimento è Goddess Rising:

  1. Sii paziente con tutte le emozioni che stai sentendo in questo momento. Respira in loro. Dai loro un luogo di riposo sicuro e sano, un’apertura, un modo di esprimersi. Sii gentile con te stessa.
  2. Fai dei gesti di disponibilità concreta verso qualcun altro (anche un estraneo), qualcosa che gli illumini la giornata.
  3. Esprimiti, sia attraverso la voce che il movimento: canta, parla, fai qualcosa che ti faccia sentire davvero bene.
  4. Sii grata e manifesta la tua Gratitudine verso te stessa e verso gli altri.
  5. Progetta o organizza il tuo spazio in casa per rappresentare la tua essenza.
  6. Prega alla Luna: con la luce della luna piena, innalza le tue preghiere per te, i tuoi cari e per il pianeta. La luna piena radiante amplifica la tua parola.
  7. Medita nella luce della luna piena e apriti per ricevere una guida intuitiva e un supporto.
  8. Metti le tue pietre preziose e i tuoi gioielli sul davanzale di una finestra o in una brocca di acqua per la pulizia, il rinnovo e l’attivazione.
  9. Sei hai la possibilità, fai qualcuno di questi riti in gruppo.
  10. Crea un piccolo spazio sacro dove sentirti bene: candele, smudge, incenso, cristalli e altri simboli.

Questi rituali possono essere fatti dal giorno prima fino al giorno dopo della Luna Piena.

Fonte:
http://www.deaedonna.it/2016/07/19/lenergia-sacra-femminile-la-luna-piena/

http://www.deaedonna.it/2016/03/23/10-rituali-di-luna-piena/

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* La buona notizia del venerdì: Sebben che siamo donne…premiate negli Usa le ricercatrici italiane

Sono donne, italiane e lottano contro il cancro: premiate negli Usa le nostre ricercatrici

Quattro ricercatrici italiane hanno ricevuto il Merit Award negli Stati Uniti per l’importanza dei loro studi in campo oncologico: un incoraggiamento forte per la ricerca nostrana e per la parità di genere nel nostro paese.

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Emanuela Palmerini, Carlotta Antoniotti, Caterina Fontanella e Marta Schirripa

Mentre in Italia il problema dei pochi fondi destinati alla ricerca è uno dei più sentiti e dibattuti, accanto al precariato del settore, negli Stati Uniti quattro giovanissime ricercatrici che lavorano nel nostro Paese ricevono uno dei più prestigiosi premi internazionali nel campo dell’oncologia.

Si chiamano Emanuela Palmerini, Carlotta Antoniotti, Marta Schirripa e Caterina Fontanella e hanno un’età compresa tra i 29 e i 33 anni.

Durante il congresso ancora in corso a Chicago, hanno ricevuto il Merit Award dalla Conquer Cancer Foundation dell’American society of clinical oncology (Asco)

Carlotta Antoniotti lavora all’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, e si occupa di tumore del colon-retto, tra le forme a più alta incidenza e mortalità nei paesi occidentali.

La sua collega Emanuela Palmerini, invece, si occupa di tumori dell’apparato locomotore e sta conducendo uno studio sulla sinovite pigmentosa, considerata malattia rara, presso l’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna.

Lo scopo della ricerca è di curare il male con un farmaco, evitando la strada chirurgica finora praticata, che raramente porta alla risoluzione definitiva del problema e può arrivare fino all’amputazione dell’arto nei casi più gravi. 

Marta Schirripa, specializzanda all’Università pisana, è stata premiata per uno studio sul gene Inos e sulla sua implicazione nel prevedere i tumori al colon.

Caterina Fontanella invece si sta specializzando all’Ospedale di Udine e si è distinta per una ricerca di tipo prognostico sulle recidive del tumore al seno.

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Il Merit Award è uno dei premi internazionali più importanti per l’oncologia ed è dedicato a giovani ricercatori che abbiano ottenuto risultati particolarmente brillanti e rappresenta un’importante trampolino di lancio per gli studiosi emergenti.

Una grande soddisfazione e un giusto riconoscimento per queste donne che, con i loro colleghi, fanno tanto per il bene collettivo nel silenzio di un laboratorio, tra mille difficoltà, di studio e di budget.

Questa premiazione contribuisce, poi, a illuminare un altro dei problemi del mondo del lavoro italiano ed europeo.

Soprattutto nei settori scientifici, sono ormai numerosi gli studi che mostrano come la disparità tra uomini e donne rimanga ancora significativa, non tanto nell’accesso alla professione, quanto nel prosieguo della carriera.

Sono pochissime, intorno al 15%, le donne che riescono a raggiungere ruoli dirigenziali, e a parità di grado, scontano una differenza sulla retribuzione che può raggiungere anche il 30% in meno.

Eppure casi come questo dimostrano come il ruolo femminile sia fondamentale nella ricerca, e quanto sia importante favorire una pluralità di punti di vista che la differenza di genere può solo che arricchire.

Una speranza quindi, oltre che per i mali che queste donne cercano di combattere, anche per una maggiore parità nella professione.

http://donna.fanpage.it/sono-donne-italiane-e-lottano-contro-il-cancro-premiate-negli-usa-le-nostre-ricercatrici/

http://donna.fanpage.it/le-italiane-sono-le-donne-piu-in-forma-d-europa/

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*La buona notizia del venerdì: 10mila alberi come regalo di nozze


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Not diamond or gold, bride in MP wants 10,000 saplings as wedding gift

Trasformare un matrimonio in una vera e propria celebrazione della natura: è quello che ha fatto una giovane sposa indiana, chiedendo, come unico dono per le sue nozze, che venissero piantati diecimila piccoli alberi: cinquemila nel cortile della casa dei suoi genitori e altrettanti presso la residenza dei suoi futuri suoceri.

La protagonista di questo storia romanticamente green è la ventiduenne Priyanka Bhadoriya, laureata in scienze naturali e residente in un’area rurale del Madhya Pradesh, nell’India centrale.

Secondo una tradizione diffusa in quella particolare regione del Paese asiatico, in occasione delle nozzela famiglia dello sposo è tenuta a fare dei doni speciali alla sposa. Doni che, in genere, consistono in gioielli, abiti o denaro. Inizialmente, quindi, la singolare richiesta di Bhadoriya ha spiazzato il promesso sposo, Ravi Chauhan, e la sua famiglia, che pensavano di acquistare per lei qualcosa di molto più convenzionale. Ma la ragazza è stata irremovibile nella sua scelta.

Il matrimonio è stato celebrato venerdì scorso, proprio in occasione del Giorno della Terra.

“Ho piantato piccoli alberi a partire dall’età di 10 anni.” – ha raccontato Bhadoriya al quotidiano indiano Hindustan Times –“Quando ho saputo che il mio matrimonio era stato fissato nella stessa data del Giorno della Terra, sono stata felice di ricordare il mio legame emotivo con l’ambiente.”

“Sono felice di sapere che è più preoccupata per l’ambiente che per la sua ricchezza personale.” – è stato invece il commento dello sposo, che, passata la sorpresa iniziale, ha esaudito la richiesta della ragazza.

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Bhadoriya aveva espresso la sua volontà qualche giorno prima delle nozze, quando la sua futura cognata si era recata da lei per conoscere le sue preferenze in materia di ornamenti e abiti, in modo che la famiglia dello sposo potesse farle un regalo in linea con i suoi gusti.

“I suoceri sono stati sorpresi nel sentire che la sposa desiderava delle piante invece di oro e diamanti.” – ha raccontato Brijesh Singh, il fratello maggiore di Bhadoriya – “Inizialmente, hanno pensato che chiedesse solo alcuni alberi, ma lei ha chiarito che voleva 10.000 alberelli al posto dei gioielli.”

La coppia di sposi ha piantato personalmente tre piccoli alberi nel villaggio natale della giovane donna, prima di partire per il paese in cui vive la famiglia del neo-marito: un gesto che, nelle loro intenzioni, è solo il primo di una lunga serie.

“Abbiamo piantato due alberelli di mango, in quanto è una pianta naturalmente associata alla devozione.” – hanno infatti spiegato –“E pianteremo dei piccoli alberi ogni anno, in occasione dell’anniversario del nostro matrimonio.”

Non possiamo che augurare a questa giovane coppia green di poter vivere insieme molti anniversari felici, all’insegna dell’amore coniugale, certo, ma anche dell’amore per la natura.


http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/20080-matrimonio-alberi

http://www.hindustantimes.com/bhopal/not-diamond-or-gold-bride-in-mp-wants-10-000-saplings-as-wedding-gift/story-ord5M88y8QtG0yrNGlMUFM.html

Piplantri: il villaggio Indiano in cui si piantano 111 alberi ogni volta che nasce una bambina

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* E tu fallo!

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Fallo.
Indossa quel vestito
troppo stretto.
Sciogli i capelli.
Alzati e balla.
Trova ragioni per ridere.
Fai l’amore.
Crea qualcosa di bello.
Parla.
Riconosci il tuo valore.
Non scusarti più per la tua
magia e smetti di nascondere
la tua luce.
Amati.
Perdonati.
Fai spazio all’imprevisto.
Smetti di aspettare il momento giusto,

fallo ora.
Ignora quello che la gente pensa di te.


Perchè alla fine sarai tu a dover rispondere
per tutte le cose che non hai detto, 

le persone che non hai amato, l

e cose che non hai fatto
ed i luoghi dove non sei andata.


Fallo, adesso.

– Brooke Hampton –

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* La buona notizia del venerdì: Non più “principesse” nelle favole moderne

Al posto delle principesse, le vite di 100 donne straordinarie


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Un libro di favole moderno, pieno di storie di donne realmente vissute che hanno cambiato il mondo. E’ il progetto lanciato su Kickstarter dalla startup Timbuktu Labs, che ha già raccolto il triplo dell’obiettivo iniziale

Le favole di oggi non raccontano storie di principesse e cavalli bianchi. Le bambine di oggi hanno bisogno di puntare su qualcosa di più di una scarpetta di cristallo che risolve la vita. Non è mancanza di fantasia, è innovazione. Perfino la Disney ha sentito la necessità di aggiornare il suo immaginario rompendo lo schema del principe e principessa con la sorellanza di Frozen: e, nemmeno a dirlo, è stato un successo. Le favole di oggi sono storie vere: l’esempio non lo dà la morale alla fine del libro, ma l’esperienza di una persona in carne e ossa o vissuta nel passato. Questo è l’obiettivo del progetto della startup Timbuktu Labs: si chiama “Good Night Stories for Rebel Girls”, in italiano “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, ed è una collezione di 100 storie illustrate da 100 artiste che celebrano altrettante donne straordinarie. 

Per finanziarsi, il libro ha lanciato una campagna di Kickstarter lo scorso 27 aprile ed  in pochi giorni ha superato ampiamente l’obiettivo iniziale di 40 mila dollari.

 

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Good Night Stories for Rebel Girls” è il libro di favole dei giorni nostri. Alle bambine racconta donne vere: che hanno fatto qualcosa di grande, o che nella loro vita hanno dovuto superare molti ostacoli, dovuti al lavoro che fanno, al colore della loro pelle o semplicemente al fatto stesso di essere nate donne. I profili spaziano: pittrici, scienziate, danzatrici, astronaute, del passato o del presente, da tutto il mondo. Frida Kahlo, Elisabetta I, Serena WIlliams: hanno in comune una vita fuori dal comune, un ruolo importante nella storia del loro settore.

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Timbuktu Labs è una startup con base a Los Angeles che produce contenuti e servizi per bambini con una particolare attenzione alle bambine. Ve ne avevamo già parlato per l’e-book sulla vita di Margherita Hack e per il progetto di riqualificazione urbana dei parchi giochi.

 “Nel nostro percorso da imprenditrici abbiamo spesso desiderato di essere cresciute circondate da più modelli femminili in ruoli di leadership” spiega Elena Favilli, amministratore delegato di Timbuktu Labs. “Ci sproniamo costantemente a farci avanti e compriamo libri sul superamento degli stereotipi di genere…ma questo genere di letture arriva troppo tardi. Essere esposte quanto prima a una narrazione diversa della femminilità è fondamentale”.

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L’idea del libro di favole che mostra un esempio di “eroina” diverso dal solito, strutturato su vite vere e persone esistite mira a ispirare le bambine, e a spingerle ad esplorare le loro potenzialità. Questo, secondo le due fondatrici di Timbuktu Labs è il senso di una “favola moderna”.  

Lavoriamo nel mondo dei media per bambini da 5 anni e vediamo ogni giorno in prima persona quanto i libri per bambini propongano storie ancora imbevute di stereotipi di genere – spiega Francesca Cavallo, co-fondatrice e direttrice creativa di Timbuktu – I genitori non hanno molta scelta, ma molti di loro sono preoccupati e vogliono far crescere i propri bambini a contatto con storie che propongano modelli femminili moderni. È per loro che stiamo creando questo libro”. 

Ciascuna storia sarà illustrata da una illustratrice diversa proveniente da ogni angolo del mondo: l’idea del progetto è anche mostrare il lavoro di queste artiste. 

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Leggi anche: La vita di Margherita Hack in un fumetto

Leggi anche: Astrosamantha e le tank girl: perché portare le bambine a vedere il film su Cristoforetti

Fonti:

http://ischool.startupitalia.eu/education/54064-20160504-favole-100-donne

http://www.autostraddle.com/rebel-girls-the-totally-badass-suffrage-exploits-of-yore-that-gave-us-todays-voting-rights-260695/

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* La buona notizia del venerdì: I medici cantano e suonano all’Azienda Sanitaria di Biella

Regaliamo svago puro che nella malattia diventa un momento di normalità”.

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Le doti canore della dottoressa Paola Matera, operativa presso lAzienda sanitaria di Biella, agiscono come pratica di cura, ma mirano a diffondere un messaggio più profondo: l’ospedale è anche un luogo di buona vita.

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L’iniziativa è parte di un progetto ben strutturato che coinvolge tutta l’Azienda sanitaria, anche se, chiaramente, l’essere appassionata di musica gioca un ruolo determinante – spiega la dottssa Matera -. Il mio amore per il canto nasce da una vicenda personale. In passato ho avuto un problema serio di salute. 

La musica mi ha sempre accompagnata, permettendomi di ritornare alla vita dopo tre mesi di ospedale, durante i quali la mia unica gioia era ascoltare una piccola radio che mi aveva regalato mia sorella; anche perché non potevo ricevere visite o fiori, nulla. La musica emessa dalla radio mi teneva a contatto con il mondo. In seguito al ricovero, ho dovuto fare fisioterapia per recuperare la mobilità e fra le cose ho voluto fare ginnastica respiratoria, prendendo lezioni di canto. Da lì è scattata la passione, anche se già da piccola ero legata ad alcuni strumenti musicali. 

Forte di questa esperienza, ho proposto alla dirigenza dell’Ospedale degli Infermi di organizzare piccoli concerti, prima con l’introduzione di un pianoforte nell’atrio della struttura e dopo con brevi incontri nei reparti meno critici, in modo da entrare nel vivo del nosocomio.

Abbiamo ottenuto il consenso di geriatria, fisiatria, pediatria e di psichiatria e ogni settimana programmiamo un momento di musica. Quando è stato il mio turno, anche se sono abituata a cantare sul palco, a sentire le emozioni, in reparto quegli sguardi spenti, che soffrivano, sono stati forti. Dopo dieci minuti però la scena è cambiata, tutti hanno iniziato a cantare e ad applaudire. Abbiamo regalato, c’erano anche i musicisti, un’ora di puro svago”.

Paola Matera alla voce con il pianista Andrea Cavallo_2_0

La dottoressa Matera ha lavorato per diciassette al pronto intervento del 118 e poi per due anni nel reparto di Medicina d’urgenza. Di recente, in seguito ad una riorganizzazione dell’Azienda, è stata destinata al pronto soccorso.

Quando si è in ospedale si attendono soltanto due momenti: la visita dei propri cari, che è un attimo di normalità, e il pasto che porta a pensare ‘sto mangiando, sono vivo’. Almeno, a me era accaduto così . Se a tutto questo aggiungiamo un momento di svago, permettiamo ai pazienti di staccare il pensiero dal dolore e dalla paura. Ora io ringrazio la musica, portandola nei reparti. La direzione dell’Asl per la quale lavoro l’ha accolta e ora appartiene ad una serie di eventi di musica e cultura voluti per migliorare la condizione di vita dei pazienti, dove intervengono tantissimi colleghi medici, volontari e operatori, nonché altri musicisti. Non sono sola. L’esperienza che vivo la condivido volentieri, ma desidero che vengano ricordate tutte le persone meravigliose che stanno dedicando il loro tempo, anche libero, al progetto”.

L’ospedale, focalizzando sulle attività musicali, conta una decina di persone, di musicisti e di cantanti che propongono brevi sessioni di animazione.

Accanto a tutto questo – aggiunge il direttore dell’area Formazione e Comunicazione dell’Asl Bi Vincenzo Alastra -, da un anno e mezzo svolgiamo, a cadenza settimanale, letture ad alta voce con una trentina di volontari. Nel reparto psichiatrico invece, da un anno, conduciamo una sperimentazione dove alle letture abbiniamo la musica ed è accaduto che un paziente, che da tempo non comunicava, stimolato forse dalla musica, ha ripreso a parlare.

Stiamo creando gruppi di persone che non hanno mai cantato e non importa neppure se sono stonate, che vengono dirette da una guida professionale, fino a produrre una forma canora piacevole.

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Lavoriamo al progetto di ‘Digital storytelling’ con narrazioni proposte da pazienti che possono essere utili ad altri. 

Tutte pratiche educative, di cura e di sostegno, che permettono di vivere il ricovero in modo migliore. Fanno dell’ospedale un luogo di buona vita.

E’ in corso anche una mostra con le immagini delle quattrocento donne che operano nella struttura, nei diversi ruoli, e rappresentano un messaggio di impegno.

Vogliamo costruire intorno all’ospedale l’idea di attenzione alla dimensione umana; lo chiamiamo ‘umanesimo della cura’ che passa per tutte le forme di arte”.

http://www.ilpapaverorossoweb.it/article/paola-matera-la-dottoressa-che-canta-i-suoi-pazienti