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Perchè siam donne: Mariposa e’ Una Nessuna Centomila

Sono la strega in cima al rogo
Una farfalla che imbraccia il fucile
Una regina senza trono
Una corona di arancio e di spine
Sono una fiamma tra le onde del mare
Sono una sposa sopra l’altare
Un grido nel silenzio che si perde nell’universo
Sono il coraggio che genera il mondo
Sono uno specchio che si è rotto
Sono l’amore, un canto, il corpo
Un vestito troppo corto
Una voglia un desiderio
Sono le quinte di un palcoscenico
Una città, un impero
Una metà sono l’intero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo
Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto
Sono sincera sono bugiarda
Sono volubile, sono testarda
L’illusione che ti incanta
La risposta e la domanda
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia,
Sono negazione e orgasmo
Nascosta dietro a un velo
Profonda come un mistero
Sono la terra, sono il cielo
Valgo oro e meno di zero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto
Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro
Con le scarpe e a piedi nudi
Nel deserto e anche nel fango
Una nessuna centomila
Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Mi chiamano con tutti i nomi
Con tutti quelli che mi hanno dato
E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto!

Fiorella Mannoia Presidente onoraria di Una Nessuna Centomila

Ma sì è ora che ci amiamo per come siamo, come siamo state, e come saremo! Per come siamo capaci di immedesimarci in ogni esperienza di tante vite con coraggio, dedizione, entusiasmo oltre gli stereotipi, per come superiamo i muri delle credenze ancestrali, per tutti i sorrisi, carezze e canzoni che dispensiamo con compassione, per la costanza con la quale coltiviamo fiori nei deserti delle menti, per come disegniamo arcobaleni in tutti i cieli grigi, per come trasformiamo le lacrime in progetti nel futuro.

Cantiamo orgogliose più forte i nostri propositi, le nostre certezze, la nostra volontà di creare un mondo che accolga tutti gli esseri viventi in tutte le diversità. nessuno escluso.

Grazie Fiorella! Laurin !

Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico.
(Rita Levi Montalcini)

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Questo è l’anno del Drago di Legno Verde Yang! Caro Drago quanta roba!

Io sono il fuoco indomabile,

Il centro di ogni energia,

L’eroico cuore intrepido,

Io sono la verità e la luce,

Io regno sulla potenza e la gloria,

La mia presenza

Disperde le nubi tenebrose,

Io sono stato prescelto

Per domare il Fato.

Io sono il Drago di Legno Verde Yang

Io sono Lang il segno più potente dello Zodiaco cinese

Io so nuotare, volare, camminare sulla terra e viaggiare tra le tre dimensioni.

Rappresento il potere e il coraggio, sono un simbolo di pace e di unione.

Non finisco mai di incantare e scuotere l’immaginazione.

Sono magnanimo e pieno di vitalità e di forza ed energia per sviluppare concetti nuovi , geniali e rivoluzionari.

Porto equilibrio tra forza e adattabilità, cura e creatività

Aggiungo opportunità per rendere il mondo un posto migliore e l’entusiasmo per realizzare qualsiasi progetto rivolto al bene comune.

Il mio elemento Legno è simbolo della crescita e dello sviluppo concreto , la priorità è la praticità e la ricchezza materiale. Per tutti!

Il verde è il colore della natura, la Madre Terra che dispensa i suoi nuovi frutti a tutta l’umanità. La Terra nutre il Legno, si riempie di energia, favorisce una rapida crescita.

Questo anno del Drago 2024 sarà un anno di magnifica ripresa!

Butteremo al vento la prudenza e ci rimboccheremo le maniche per realizzare ogni sorta di progetto grandioso, esaltante, colossale, ambizioso e ardito!

Lo spirito indomabile del Drago farà apparire tutto più grande e naturale.

Ci troveremo traboccanti di energia!

Il benigno Drago garantisce buona fortuna e felicità!

Sarà un anno ardente!

Caro Drago,

quanta roba!

Certo che sai che 2+0+2+4= 8 , che capovolto è il numero dell’infinito, come le infinite possibilità di scelte!

Che il 2024 è un anno bisestile che ha quindi un giorno in più per fare e disfare!

Sarò capace di di approfittare di tutti questi fantastici doni che porti all’umanità intera?

Al momento sono entusiasta e mi sto organizzando eh!

Ho già prenotato l’arcobaleno di mille e più colori, il fuoco brillante delle emozioni, la musica più alta dei battiti del mio cuore…

Caro Drago!

So bene che le scelte sono mie e solo mie…

E sono sempre io scegliere l’energia che è più utile per me al momento.

E questo anno ne ho ne ho da te a disposizione certamente stimolanti

E che è la mia visione del futuro che orienta la mia strada da percorrere …e la posso condividere eh!

Anzi la voglio condividere come suggerisci tu! Che procedo con gioia nel confronto e nella compassione.

Caro Drago!

Un anno non è poi tanto tempo e se mi sveglio ogni giorno con la felice curiosità di poter volare come suggerisci tu…

Ti terrò al corrente, caro Drago…anche se tu sai già!

E intanto mi illumino di verde smeraldo!

Caro Drago!

Love Laurin

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Perchè siam donne: Nadia che gioca a calcio…non solo!

È Nadia Nadim, gioca a calcio.

Studia le lingue (ne parla fluentemente otto), e si è specializzata in chirurgia.

Sarebbero traguardi importanti anche per una giovane donna cresciuta senza problemi.

Invece lei è stata avvolta dalle difficoltà fin da bambina.

Aveva 11 anni quando suo padre viene giustiziato a Kabul.

Scappa su un camion pensando di arrivare in Inghilterra, ma il suo viaggio arriva in Danimarca.

Lì comincia la sua vita nei campi profughi dove l’unico pensiero era “restare in vita”.

È lì che Nadia si avvicina al calcio.

“C’era una squadra di calcio vicino al campo profughi e ho potuto imparare come funziona: le formazioni, le regole. Volevo giocare nel modo in cui si giocava a calcio lì”.

È lì che la vita riprende le ali.

“Siamo passati dal vivere nella paura, ascoltando il suono di proiettili e bombe, a un posto in cui ci sentivamo molto al sicuro“.

E’ stato in Danimarca che ha iniziato a giocare a calcio e ha trovato una squadra che la ha accolta. È iniziata lì la sua carriera da calciatrice.

A 19 anni, mentre già gioca a calcio, decide anche di studiare medicina all’università.

Ora può. Ma in tanti la pongono davanti al bivio: o il calcio o la medicina.

Nadia non sceglie. Gioca a calcio.

E studia.

È il 2017. Nadia va negli USA, con il Portland, la squadra di Tobin Heath e Lindsey Horan.

E studia.

Nel 2019, Nadia Nadim firma con il Paris Saint Germain. Diventa ambasciatrice UNESCO per l’istruzione di bambine e giovani donne.

E studia.

Si laurea. Diventa chirurga.

Poi la notizia di ieri. Nadim ha firmato col Milan.

Giocherà con la maglia numero 8.

Benvenuta in Italia, Nadia.

Tu e le tue otto lingue: danese, inglese, tedesco, francese, hindi, urdu, persiano e pashto.

Tu e le tue mille vite.

Raccontare di te è, per noi, anche un modo per tenere nel cuore e non smettere neanche un minuto di pensare a tutte le bambine, le ragazze e le donne afgane.

Secondo un’antica profezia andina, giungerà il giorno in cui lo spirito femminile si risveglierà dal lungo letargo e lotterà per cancellare odio e distruzione e dare infine origine a un mondo di pace e armonia.

Lilly Wolfensberger Scherz

Fonte:

https://www.facebook.com/labodif

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Quando arriverà la primavera secondo Phil!

Il 2 febbraio, in Italia si celebra il Giorno della Candelora.

Un proverbio dice: “Se c’è sole a Candelora, dell’inverno semo fòra, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro“.

Invece, negli Stati Uniti è il Giorno della Marmotta. Una ricorrenza popolare che, come la nostra Candelora, può segnare la fine o la prosecuzione di un lungo inverno.

Il Giorno della Marmotta si celebra a Punxsutawney, in Pennsylvania, ed è stato reso celebre in tutto il mondo da un famoso film degli anni ’90 con Bill Murray e Andie McDowell. All’epoca il titolo in italiano era “Ricomincio da capo, per via della stessa giornata che si ripete all’infinito per il protagonista, fino a che non si accorge di essere artefice della propria vita. Mentre il titolo originale in inglese èGroundhog Day“, Giorno della Marmotta, appunto, poi adottato nella traduzione anche in Italia.

I membri dell’Inner Circle di Phil hanno interpellato la marmotta per scoprire quanto durerà ancora l’inverno. Secondo l’usanza se Phil vede la sua ombra, appena uscita dalla tana, l’inverno sarà ancora lungo, altrimenti mancherà poco all’arrivo della primavera.

Quest’anno, negli Stati Uniti la primavera arriva in anticipo.

Lo ha decretato Phil, la marmotta più famosa d’America, che come ogni 2 febbraio è uscita dalla tana alle 7.30 del mattino per dare il suo verdetto climatico.

La cerimonia del Giorno della Marmotta, ‘Groundhog Day’, si è svolta come di consueto a Punxsutawney, in Pennsylvania, dove si è riunita una piccola folla di curiosi e appassionati.

Phil è uscita dalla tana e non ha visto la sua ombra, il che vuol dire che l’inverno sta per finire.

(Una buona notizia per gli Stati Uniti se non fosse che le previsioni della marmotta in questi anni sono state corrette solo nel 40% dei casi. )

La cerimonia del Giorno della Marmotta, con il risveglio di Phil, si svolge da tradizione al Gobbler’s Knob, una piccola collina fuori dalla cittadina di Punxsutawney, nella contea di Jefferson. La cittadina si trova a circa 200 km dalle rive del Lago Erie e a 430 km dalla città di Philadelphia

Dal 1887, la marmotta Phil ha previsto una maggiore durata dell’inverno almeno più di 100 volte.

La tradizione del Giorno della Marmotta viene da una leggenda originaria della Germania, adattata da un gruppo di immigrati di lingua tedesca che arrivò in Pennsylvania tra il XVII e il XVIII secolo.

Deriva da una rima scozzese:«If Candlemas Day is bright and clear, there’ll be two winters in the year».

Se alla Candelora il cielo è limpido, ci saranno due inverni nell’anno».

In realtà, le origini del Groundhog Day possono essere fatte risalire ai primi cristiani in Europa. Essi credevano che il giorno della Candelora – il punto a metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, ossia il 2 febbraio – le condizioni chiare e soleggiate coincidessero con un inverno rigido e freddo. Al contrario, i cieli nuvolosi annunciavano l’arrivo di temperature più calde.

E c’è anche il Giorno dell’Orso!!!

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1 Febbraio !E’ la festa della Luce Crescente!

I miei gerani sono già in fiore e i tanti teneri boccioli pronti a sbocciare , richiamati dal crescente splendore della Luce ad uscire dalla calda coperta dell’inverno.

Esploro il cassetto dei miei propositi in boccio che a lungo ho preparato, rifinito, caricato di voglia di futuro!

La Luce mi fa vedere più chiaro dove, come e quando voglio scegliere la nuova via.

Profumo di Primavera mi suscita l’emozione degli inizi.

Sii!

Adoprerò i colori dell’arcobaleno per arredare la nuova stanza, metterò agli occhi un po’ di verde smeraldo ed userò essenza di mare per arricchire ogni ambiente di nuova energia!

E tu?

Love Laurin

foto di Laurin

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1 Febbraio : Imbolc, la festa della Luce Crescente, Brigit e la Candelora

IMBOLC

La festa della luce crescente.
Con Imbolc si festeggia il ritorno
della Luce  della fertilità
della Dea 

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L’energia di Imbolcgrazia, purezza, luce e rinascita.

La luce che è nata al Solstizio di Inverno comincia a manifestarsi all’inizio del mese di febbraio, le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando.
Le genti antiche erano molto più attente di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza, e questo era il più difficile periodo dell’anno poiché le riserve alimentari accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare.

Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno della primavera erano accolti con uno stato d’animo che oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare.
Se sovrapponiamo la Ruota dell’Anno al nostro moderno calendario, la prima festa che incontriamo cade l’1 febbraio.

Presso i Celti l’1 febbraio era Imbolc(pronuncia Immol’c) detta anche Oimelc o Imbolg. L’etimologia della parola è controversa ma i significati rinviano tutti al senso profondo di questa festa, infatti Imbolc pare derivare da Imb-folc, cioè “grande pioggia”, e in molte località dei paesi celtici questa data è chiamata anche “Festa della Pioggia”: ciò può riferirsi ai mutamenti climatici della stagione, ma anche all’idea di una lustrazione che purifica dalle impurità invernali. Oimelc invece significa “lattazione delle pecore”, mentre Imbolg vorrebbe dire “nel sacco”, inteso nel senso di “nel grembo”, con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel grembo della Madre Terra e con un riferimento più materiale agli agnelli, nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere all’inizio della buona stagione. L’allattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini ed anziani nei freddi giorni di febbraio.

La pianta sacra di Imbolc è il bucaneve, che è il primo fiore dell’anno a sbocciare e il suo colore bianco ricorda allo stesso tempo la purezza della Giovane Dea e il latte che nutre gli agnelli.
Imbolc è una delle quattro feste celtiche maggiori, dette “feste del fuoco” perché l’accensione rituale di fuochi e falò ne costituiscono una caratteristica essenziale. In questa ricorrenza il fuoco è però considerato sotto il suo aspetto di luce, questo è infatti il periodo della luce crescente.

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Gli antichi Celti, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutte le genti del passato, celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura, non vi erano grandi celebrazioni tribali in questo buio e freddo periodo dell’anno, tuttavia le donne dei villaggi si radunavano per celebrare insieme la Dea della Luce (le celebrazioni iniziavano la vigilia, perché per i Celti ogni giorno iniziava all’imbrunire del giorno precedente).
Nell’Europa celtica era onorata 
Brigit (conosciuta anche come Brighid o Brigantia), Dea del Fuoco, infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il suo nome deriva dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice.

Brigit, figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, è la conservatrice della tradizione, perché per gli antichi Celti la poesia era un’arte sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni.

La capacità di lavorare i metalli era ritenuta anch’essa una professione magica, e le figure di fabbri semidivini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extra-europee; l’alchimia medievale fu l’ultima espressione tradizionale di questa concezione sacra della metallurgia.
Sotto l’egida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri ad indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.
Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio. Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l’immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi ed iniziati, la ruota del filatoio è il centro ruotante del Cosmo, il volgere della Ruota dell’Anno ed anche la ruota che fila i fili delle nostre vite. La coppa, infine, è il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono.
Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo, e la sua festa si celebra appunto l’1 febbraio, giorno di Santa Bridget o Là Fhéile Brfd. Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l’esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l’acqua in cui si lavava.

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A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale: “Bridget, proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico, che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini, e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni. Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel dodicesimo secolo: il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.
I riti di Brigit celebrati ad Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese.
In Irlanda si preparano con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cioè la figura della ruota solare (che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate l’anno prima e conservate fino ad allora.

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La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina. Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno.
Le spighe di avena (o grano, orzo) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena), si credeva cioè che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.

Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un 
drago, mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi ed aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.
La megera non è altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo.
In realtà, è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto.


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Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca:

La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me”

Il serpenteappare come uno degli animali totem di Brigit.

In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione.
Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura ed anche la sua dualità, infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. Quindi la Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona.
In un’altra area culturale europea, nell’antica Roma, i primi giorni di febbraio erano sacri alla
dea Februa o a Giunone Februata. “Februare” in latino significa purificare, quindi febbraio è il mese delle purificazioni (anche la febbre è un modo di purificarsi usato dal nostro corpo).
Processioni in onore di Februa percorrevano la città con fiaccole accese, simbolo di luce e, allo stesso tempo, di purificazione.

Col nome di 
Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) è nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata “Presentazione del Signore al Tempio”, ma è evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il significato autentico della festa, un significato che è profondamente incarnato nella Natura e nello spirito umano. Il legame della festa con le candele, la purificazione e l’infanzia, sopravvisse nell’usanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese.
L’idea di una purificazione rituale in questo periodo è rimasta forte nel folklore europeo, ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora per evitare che i Folletti in esse si sono nascosti infestino le case.
Il concetto di purificazione è presupposto di una nuova vita, si eliminano le impurità del passato per far posto alle cose nuove.

Blessed

Alcuni gruppi neopagani europei festeggiano Imbolc accendendo candele che sporgono da una bacinella di acqua. Il significato è quello della luce della nuova vita che emerge dalle acque del grembo materno, le acque lustrali di Imbolc che lavano via le scorie invernali.

https://it.wikipedia.org/wiki/Imbolc
https://giardinodellefate.wordpress.com/mondo-celtico/gli-8-sabbat/

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La buona notizia del venerdì: Gli insegnanti escono dalle aule scolastiche e diventano influencer!

Sono sempre di più gli insegnanti che spostano o estendono il loro lavoro anche ai social: i cosiddetti insegnanti influencer sono un fenomeno in crescita. Su Facebook, Instagram e TikTok non ci sono più soltanto influencer che parlano di moda o cucina. Ora sono presenti anche medici, pediatri, personal trainer, insomma, professionisti di vario genere.

E tra questi, negli ultimi tempi, anche insegnanti.

Ma cosa fa un insegnante influencer? E cosa spinge un insegnante a diventarlo?

Spesso un insegnante influencer mostra la sua giornata lavorativa (ovviamente senza mostrare i suoi alunni per ragioni di privacy), racconta gioie e dolori, avventure e disavventure della professione. Le difficoltà del rapporto con i genitori, il sempre crescente carico di burocrazia e impegni extrascolastici da assolvere, ma anche aneddoti, disegni, lettere, testimonianze della dolcezza e dell’affetto che solo i propri alunni possono dare.

Molti insegnanti condividono metodi, strategie, trucchi che anche gli altri colleghi possano conoscere e adottare nel loro lavoro. Gli insegnanti influencer possono mettere in mostra il loro talento creativo attraverso la creazione di contenuti multimediali accattivanti, come video educativi, podcast, blog o post sui social media.

Le risorse che gli insegnanti influencer condividono possono essere molto preziose, donare supporto al lavoro dei colleghi. Dai tutorial sui lavori creativi per le varie ricorrenze dell’anno, passando da schede e altro materiale stampabile, fino ad arrivare a vere e proprie metodologie per rinforzare l’apprendimento: tutto può essere utilissimo e arricchente.

Alcuni insegnanti influencer monetizzano la loro presenza online attraverso partnership con marchi, sponsorizzazioni e altre opportunità di guadagno. Lo stipendio di un insegnante, si sa, non si può decisamente definire alto. Non è strano, quindi, che alcuni insegnanti cerchino opportunità di monetizzazione anche attraverso i social.

Molti insegnanti influencer si impegnano nell’attivismo nel campo dell’istruzione, prendendo a cuore cause legate alla formazione, all’equità educativa e ad altre questioni connesse al mondo dell’istruzione. Spesso si denuncia una scarsità di risorse materiali e umane destinate agli alunni con bisogni educativi speciali, si sottolinea la scarsità di materiale scolastico e la povertà delle strutture scolastiche, che non consentono uno svolgimento della didattica completo e positivo. Gli insegnanti sperano, con la propria voce, di far arrivare “in alto” le proprie richieste e le proprie denunce, per poter migliorare il contesto educativo in cui lavorano o, in generale, il sistema scolastico italiano.

Insomma, esistono community online per qualsiasi argomento, dalla moda agli animali, dall’allenamento, alle ricette, dal calcio agli hobby manuali: finalmente ora esiste anche una community di insegnanti!

Fatto in modo etico e responsabile, diventare un influencer può rappresentare un modo valido per ampliare l’impatto educativo al di là delle aule tradizionali.

È importante essere consapevoli che diventare un influencer comporta anche sfide e responsabilità, specialmente quando si è un educatore.

Alcuni nomi già affermati: Alessandro D’Avenia, Daniela Lucangeli, Maestra in Bluejeans, Alberto Pellai ed Enrico Galiano. Sono loro, i cinque professionisti da seguire sui social nel campo dell’education, della genitorialità, della psicologia e della pedagogia.

Fonte: Alessia Laura Bertinetto

E perchè non usare i social per un nobile scopo… finalmente? Certamente l’uso diverso di un mezzo così altrimenti conosciuto è già un “educare con l’esempio”. Mi immagino gli alunni a commentare ma tuttavia curiosi di mettere alla prova l’insegnante sullo stesso campo di “gioco”!

Perché sempre più insegnanti stanno diventando influencer (altuofianco.blog)

La buona notizia del venerdì: E’ italiano il primo art influencer – Laurin42 (laura-carpi.com)

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Cosa sarà…oh, cosa sarà…

Jimmy Lawlor - Tutt'Art@ (11)

cosa sara’
che fa crescere gli alberi la felicita’
che fa morire a vent’anni
anche se vivi fino a cento


cosa sara’

a far muovere il vento
a fermare un poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane
o un bacio non dato


oh cosa sara’

che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire ridendo di notte
all’ombra di un desiderio


oh cosa sara’

che ti spinge a domare una
donna bassina perduta
la bottiglia che ti ubriaca
anche se non l’hai bevuta

cosa sara’
che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto
dove giustizia non c’e’

cosa sara’
che ti spinge a comprare di
tutto anche se è di niente che hai bisogno

cosa sara’
che ti strappa dal sogno


oh cosa sara’
che ti fa uscire di tasca dei
no non ci sto ti getta nel mare
ti viene a salvare


oh cosa sara’
che dobbiamo cercare
che dobbiamo cercare

cosa sara’

che ci fa lasciare
la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico
a parla del futuro


cosa sara’

questo strano coraggio
paura che ci prende
che ci porta a ascoltare
la notte che scende


oh cosa sara’

quell’uomo e il suo cuore benedetto
che e’ sceso dalle scarpe e dal letto
si e’ sentito solo
e’ come un uccello che in volo
e’ come un uccello che in volo
si ferma e guarda giu’

Lucio Dalla

http://youtu.be/UNlS7qfMDl4

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La buona notizia del venerdì: Alla università nasce il laboratorio per lavorare a maglia o uncinetto, per imparare o condividere.

Un gruppo di studenti all’Università di Milano-Bicocca ha introdotto un’iniziativa innovativa, portando gli antichi mestieri di lavorazione della lana all’interno dell’istituzione accademica. Hanno infatti inaugurato un laboratorio di uncinetto e maglia aperto a tutti.

L’idea di creare il laboratorio è nata dalla necessità di avere uno spazio dove poter lavorare individualmente o collettivamente. Questa attività non è solo un modo creativo di trascorrere il tempo, ma anche un’opportunità per socializzare e rilassarsi.
Nel laboratorio dell’Università di Milano-Bicocca, l’atmosfera è distesa e inclusiva, con l’obiettivo di condividere e diffondere vibrazioni positive, senza competizione.

Del resto il motto del progetto è proprio questo: “No merito, solo condivisione e good vibes”.

Numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato che lavorare a maglia o a uncinetto può agire come antistress e la knitting therapy è stata indicata come un trattamento per distrarre le persone dal dolore.
Personaggi famosi come il tuffatore britannico Tom Daley – più noto per aver sferruzzato sugli spalti delle Olimpiadi di Tokyo 2021 che per aver conquistato la medaglia d’oro – hanno contribuito a rendere popolare questo hobby, condividendo i propri progetti sui social.


Il laboratorio si tiene il martedì dalle 17:00 alle 20:00 e come detto accoglie anche principianti.

Gli interessati possono rimanere informati tramite un profilo Instagram e un gruppo Telegram dedicati. L’iniziativa mira a trasformare l’ambiente universitario, tradizionalmente centrato sullo studio passivo, in uno spazio di socialità aperto a tutti.



Già da piccola mi piaceva lavorare a maglia, a uncinetto.

Ero affascinata da quel movimento delle mani, rapido e costante della nonna,dal ticchettio dei ferri e da quello che velocemente nasceva morbido e colorato.E la luce come un quadro di altri tempi !

Il mio primo lavoro è stato un capottino a uncinetto per la mia bambola preferita. Era di colore ecru e midi, collo e maniche abbondanti di lana pelosa. Ero fierissima della mia creazione, e che emozione nel mostrarlo alla nonna!

E questa è uno dei vantaggi di lavorare con le mani, ti puoi sbizzarrire secondo la tua ispirazione, è un momento magico per inventare,immaginare, scegliere ,si è così presi e concentrati che già si vede il finito. Esattamente come lo vuoi tu!

Avevo una predilezione per i disegni complicati che mi impegnavano in un continuo contare e osservare, contare e osservare, e questo mi piaceva perchè durava di più.

Ho partecipato anche ad una serie di incontri” leggere e sferruzzare” e la condivisione è molto stimolante.

Come quando guardavo la nonna, si crea subito atmosfera , come tanti gomitoli di lana morbida di tutti i colori che si trasformano velocemente sotto i ferri e consigli dati con amore, e l’entusiasmo negli occhi…

Vabbè…io mi portavo ferri e gomitoli dovunque!

Ma figurati se io…già sento nascere i commenti!

Perchè non provare?

Se ora si può persino all’università, comprovati i giovamenti per la salute da illustri psicologi, dottoroni , trainers e così via?

Love Laurin

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La buona notizia del venerdì: è il primo venerdì del 2024!

venerdì 5 gennaio

Eh già !

E tutti chiedono a tutti di tutto! Già sento il clamore!

Chi previsioni astrologiche, chi fa proclami, chi liste di propositi, chi gesti scaramantici , chi schemi di comportamento, chi promesse, chi cose da non fare mai più, chi cose da fare assolutamente, chi spera, chi crede che è possibile, chi ce la posso fare, chi il futuro sarà luminoso…

Ciaff!  Acquario, che si è proclamato protagonista dei prossimi anni a venire, getta una secchiata amorevole di tranquillità su tutta la folla tumultuosa che si agita nel mondo intero!

Di certo è che oggi è il 5 gennaio 2024 e che è venerdì !

Venerdì è il giorno dedicato al pianeta Venere!

Venere rappresenta la forza dell’amore universale, l’intelligenza del cuore, l’impulso primordiale che unisce gli esseri quando si riconoscono simili.

E’ l’affetto e la purezza, l’amore passionale, l’energia, l’entusiasmo per i nostri obbiettivi.

E’ l’Armonia, l’intesa , la pace, l’aiuto reciproco, la percezione dell’altro da noi.

Venere ti stimola ad amare, ad aprirti all’amore che sei e a condividerlo con il resto della manifestazione tutta.

Ti invita ad amare la vita in ogni sua forma. Ad accogliere ogni emozione senza respingerla.

Ti suggerisce di essere amorevole con te e soprattutto di trovare la sicurezza di essere sempre te, in piena libertà di esprimerti con te e con gli altri in ogni relazione.

Hai imparato a fare spazio all’amore, nelle piccole e nelle grandi cose.

Venere ti stimola, soprattutto in momenti di difficoltà, a vedere sempre la bellezza che ti circonda e a trovarla in ogni tua espressione.

Venere è la Signora delle Arti, soprattutto della Musica, della Creatività, della Scienza e Conoscenza, e della Bellezza di forme e colori presenti nella natura della quale sei parte integrata.

La Bellezza è un abitudine di pensiero. Per riconoscere la Bellezza è necessaria la Conoscenza . La Conoscenza è il diritto allo studio Per tutti.

La Conoscenza genera Coscienza di sé e del mondo tutto intorno. Forma individui consapevoli dei valori di tutta l’umanità e fa crescere la responsabilità della realtà condivisa.

E non ti sembra una Coincidenza che oggi sia il venerdì del Pianeta Venere?

Proprio il primo venerdì del nuovo anno?

Non ci sono ricette o previsioni certe. Ora puoi sbizzarrirti che nel tuo profondo sai cosa farai .

Ora il nuovo ti spaventa …ma forse hai solo abbandonato stereotipati modi di essere, di credenze e di mode obbligate per farti accettare : la scelta è essere sempre se stessi !

Ora non cresce forse la tua curiosità di provare il cambiamento che senti in te ? Che certo hai maturato saggezza da ogni tua esperienza.

Non senti rinascere l’entusiasmo degli inizi ?

E già immaginare davanti a te un nuovo percorso? che può essere anche un arricchimento di quello dove ti trovi ora! Perchè no!

Aggiungi i colori dell’arcobaleno, le note della tua musica preferita e l’emozione di un cielo blu!

Il 2024 ti aspetta! E ti sorprenderà!

Sai che in numerologia la somma di questi numeri è 8, il simbolo dell’infinito!

E quando ci credi ogni tuo sogno diventa realtà!

Love Laurin