Two loves I have of comfort and despair,
Which like two spirits do suggest me still:
The better angel is a man right fair,
The worser spirit a woman coloured ill.
To win me soon to hell, my female evil,
Tempteth my better angel from my side,
And would corrupt my saint to be a devil,
Wooing his purity with her foul pride.
And whether that my angel be turned fiend,
Suspect I may, yet not directly tell;
But being both from me, both to each friend,
I guess one angel in another’s hell:
Yet this shall I ne’er know, but live in doubt,
Till my bad angel fire my good one out.
Traduzione: Due amori io posseggo, conforto e perdizione,
che simili a due spiriti sempre mi perseguono:
l’angelo migliore è uomo superbamente bello,
lo spirito malvagio è donna di colore oscuro.
Per portarmi a dannazione, la mia funesta femmina,
tenta l’angelo migliore a staccarsi dal mio fianco
e pervertir vorrebbe quel santo mio in demonio,
insidiando la sua purezza col suo vizioso fascino.
E che l’angel mio si sia in demonio convertito
Posso solo sospettarlo senza esserne sicuro;
ma entrambi da me lontani, e l’un l’altro amici,
nell’inferno dell’altra l’angelo mio suppongo.
Io non potrò mai saperlo, ma vivrò nel dubbio,
finché l’angelo cattivo non avrà scacciato il buono.
Viviamo in un mondo che separa,classifica, giudica.
Viviamo la vita nel dubbio, e con la certezza di dover scegliere o questo o quello.
Bello o brutto, buono o cattivo, bianco o nero, sopra o sotto, giusto o sbagliato, prima o dopo, caldo o freddo, ruvido o liscio…
Perfino Amleto si ripeteva “ Essere o non essere… “
Viviamo in un continuo dialogo interno: una parte di noi vorrebbe scegliere il bianco, l’altra il nero, ed è un conflitto permanente.
Ci arrovelliamo tendendo ora da una parte ora dall’altra.
Quando siamo da una parte quella si impone con mille scelte attraenti, ci attira con immagini luminose di noi nel futuro, ci sbandiera che tutto è possibile…
Quando siamo dall’altra quella si impone con altrettante scelte scoraggianti, ci convince con immagini grigie del futuro, ci sbandiera tutte le nostre incertezze, le nostre incapacità, “ ma chi? Io? No! No! Non sarà mai possibile!”
E quando cominciamo a dirci: Sì! Questo è giusto! …No! No! Questo è sbagliatissimo!
Giusto…sbagliato…. per chi? chi lo dice? la mamma, il nonno, la maestra, la società…
E io? c’entrerò qualcosa …posso dire la mia…o no?
Ho o non ho una coscienza, una percezione di me come essere umano che sta vivendo una esperienza che si chiama Vita.
E se provassi a considerare gli opposti come parti di un tutto che funziona solo quando sono in armonia? Se provassi a dirmi e…e…invece di o…o…?
Ed a considerare ogni esperienza una risorsa per il futuro?
Nel simbolo del Tao, La Via, la forza yin si oppone alla forza yang: a volte prevale la prima, a volte prevale la seconda.
La Via è attiva quando le due forze sono perfettamente bilanciate e l’una si fonde nell’altra e viceversa secondo la necessità.
Ma non ci sarebbe evoluzione sulla Via se non ci fosse una ricerca di equilibrio attraverso la tensione di entrambe.
A volte basta leggere un sonetto di un notissimo autore per riflettere…
A volte apri un vecchio testo proprio ad una certa pagina…
A volte alcune parole sembrano scritte per te…
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L’acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch’io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
(E. Dickinson)
Inizia l’autunno astronomico.
La parola “equinozio” deriva dal latino e significa ” notte uguale”, al giorno, naturalmente.
Nell’emisfero settentrionale l’equinozio d’autunno cade generalmente o il 22 o il 23 settembre, ossia il momento in cui il sole incrocia il piano dell’equatore terreste (perpendicolarmente), nel punto detto appunto degli equinozi. Il punto dell‘equinozio d’autunno è anche chiamato punto della Bilancia (¦Ø), dato che il sole si trova in questo segno zodiacale in questo periodo e ci sta per un mese circa. Agli equinozi il Sole sorge precisamente ad est e tramonta precisamente ad ovest, ovunque.
Questo avvenimento ha sempre rappresentato nell’antichità un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebra sono in perfetto equilibrio.
Per molte culture l’Equinozio d’Autunno è un giorno di celebrazioni.
Alcuni antichi racconti narrano che nel giorno dell’equinozio d’autunno gli Dei per creare il giorno e la notte abbiano “ fatto pace, e si siano messi d’accordo almeno per un giorno”.
Inoltre gli sciamani di un tempo sapevano che per la Terra era un momento di massimo equilibrio tra le 2 forze cosmiche (sole e luna) (yin e yang), quindi facevano rituali per “fotografare” la propria conoscenza acquisita fino a quel giorno e fissarla, per poi rinascere con forza.
Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all’interno, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire.
“La foto rovesciata” è una provocazione che fa riflettere sui cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo, quando le donne di scienza erano delle eccezioni, e invita le giovani a diventare presenze regolari, superando ostacoli e stereotipi di genere.
Sono passati novantacinque anni dalla celebre immagine che ritraeva 28 scienziati e una sola scienziata (Marie Skłodowska Curie), scattata a margine del Congresso di Solvay del 1927.
Nel settembre 2017, la Società italiana di fisica l’ha riproposta, a ruoli invertiti, insieme a un’immagine scattata durante il Congresso Sif (Società italiana di fisica) tenutosi a Trento nello stesso anno.
A essere ritratte stavolta sono state 28 fisiche italiane e un solo fisico.
Lo scopo è stato provocatorio, per sensibilizzare sull’importanza di rendere visibili le tante donne che già lavorano nel campo della fisica in Italia e per incoraggiare la diffusione di modelli femminili per quanto riguarda gli ambiti scientifici delle discipline STEM.
Diventare “regola” si può e si deve.
Con la viva speranza che la presenza femminile porti cambiamento di visione nel mondo maschile della scienza e non ulteriore omologazione.
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La sigla STEM, dall’inglese science, technology, engineering and mathematics (in precedenza anche SMET), è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche (scienza,tecnologia,ingegneria, matematica) e i relativi corsi di studio. In italiano è talvolta anche usato l’acronimo STIM, nel quale la “I” di ingegneria sostituisce il corrispettivo inglese.
La classificazione degli insegnamenti come STEM ha implicazioni in vari ambiti, non solo educativi, coinvolgendo in alcuni Stati anche l’ambito della difesa, dell’immigrazione e della lotta alle disparità di genere
Alcune statistiche mostrano che dal 2000 al 2010 negli Stati Uniti la crescita di posti di lavoro legati a queste discipline è stata tre volte maggiore rispetto a quella di altri lavori, anche se alcune aziende statunitensi faticano ancora a trovare personale specializzato e persiste, nonostante gli sforzi del governo, il divario tra uomini e donne e tra i diversi gruppi etnici.
Negli Stati Uniti, le ricerche sul rendimento scolastico e il livello di istruzione condotte nei primi due decenni del duemila hanno evidenziato che la popolazione femminile tende a completare gli studi in misura maggiore di quella maschile e con valutazioni mediamente più alte sia nelle cosiddette materie umanistiche sia in quelle scientifiche,in controtendenza a una marcata prevalenza di maschi negli studi universitari di tipo STEM.
Il divario del gender degli Stati Uniti si riduce (a meno del 5%) nei paesi europei e Slovenia, Indonesia e Russia.
Il concetto di STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) è nato per integrare le materie STEM con le Materie artistiche, in varie discipline educative pertinenti.I programmi STEAM aggiungono le arti al curriculum STEM attingendo a principi di ragionamento e progettazione e incoraggiando soluzioni creative..
Questi programmi mirano ad insegnare agli studenti l’innovazione, a pensare in modo critico e a utilizzare l’ingegneria o la tecnologia in progetti fantasiosi o approcci creativi a problemi del mondo reale, basandosi sulla matematica e sulle scienze.
Se pensate che questo strumento per il taglio degli alberi sia stato inventato da un robusto boscaiolo, ricredetevi: è opera di una giovane donna quacchera vissuta nell’Ottocento.
Era un membro della comunità Shaker di Harvard e inventò la sega circolare.
I taglialegna, gli artigiani e i falegnami di tutto il mondo devono ringraziare Tabitha per aver reso il loro lavoro più facile e meno pericoloso.
Tabitha Babbitt (1779-1853) era nata a Hardwick, in Massachusetts, da Seth e Elizabeth Babbitt, membri della comunità religiosa degli Shakers.
La giovane partecipava ai lavori della collettività e, durante il taglio degli alberi del bosco, aveva notato che le seghe utilizzate dai boscaioli non erano efficaci e avevano bisogno di miglioramenti.
In particolare, osservando il padre usare il difficile seghetto, aveva capito che metà del movimento era sprecato: al ritorno, infatti, non era produttivo e l’uomo buttava le sue energie per niente.
Gli propose quindi di creare una lama rotonda per aumentare l’efficienza. Insieme costruirono una sega composta di una lama circolare collegata a un ruota ad acqua che riduceva la fatica nel tagliare il legname.
L’invenzione fu molto apprezzata dai boscaioli, ma le usanze religiose della comunità impedirono alla giovane Tabitha di brevettarla.
La conseguenza fu che si attivarono numerose polemiche sul nome di chi l’avesse inventata e che ancora oggi viene attribuita ad altri.
Nell’estate del 1948 una versione della sega circolare costruita sul progetto di Tabitha venne esposta in una mostra degli Shaker, presa in prestito dal “New York State Museum”.
Inoltre, migliorò la testa dell’arcolaio con una doppia testa che permette di filare il doppio del filato in poco tempo. Contribuì ulteriormente all’invenzione del taglio di più chiodi da una lastra di ferro, invece di forgiare ogni singolo chiodo.
Presumibilmente ha anche inventato il taglia chiodi, e un taglia unghie! Infine, al momento della sua morte era in corso una sua invenzione dei denti falsi e della dentiera,
Per saperne di più: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano 2023
Io vedo la vita come un susseguirsi di esperienze che mi insegnano a capire me stessa e quando, con chi e dove voglio arrivare.
Ho capito che ogni esperienza mi porta qualcosa di nuovo, che arricchisce e allarga la mia percezione. E’ la curiosità che mi spinge, scoprire cosa mi aspetta e a mettermi in gioco.
Se mi trovo a considerare una esperienza un problema, prima lo metto in dubbio: “problema”? Poi… fermi tutti!
Lo inquadro in una immagine, una foto immobile e ci guardo dentro. Sono perplessa… Voglio trovare la soluzione, sono certa che c’è da qualche parte, è lì , e prima o poi mi salterà agli occhi..
click!
Sapere e conoscere oltre l’evidenza mi appassiona. E più conosco più voglio conoscere e così ho un bagaglio di risorse che cresce. A me piace avere un obbiettivo. Programmare e lavorare con tutte le mie capacità per raggiungerlo. E credere fermamente che ciò è possibile.
Henry Ford diceva: “tu puoi credere di farcela, o puoi credere di non farcela: in entrambi i casi, i fatti ti daranno ragione.”
click!
Per me esistono obiettivi. Non più grandi o più piccoli: tutte le cose sono grandi se le faccio con piacere e con amore. E ci penso ogni giorno. A farle con amore, intendo.
E mi sento felice. Ma sì, usiamola questa parola così banale, ma così efficace e così evidente in chi ci si sente!
Siamo attratti dalle persone felici. Ma un conto è stargli intorno: un conto è chiedersi come fanno ad essere felici. Non cosa gli è capitato. Come fanno.
Io me lo sono chiesto.
Io ho guardato al mondo e alla vita con la fiducia in quello che verrà.
click!
Ho puntato su me stessa, ho difeso le mie convinzioni anche quando tutto sembrava essermi contro, mi sono fatta un’immagine di me felice nella luce e l’ho considerata l’obbiettivo di quella esperienza.
Ho seguito le mie intuizioni , e mi sono detta che avevo ragione io. Ho scelto di essere io a stabilire l’itinerario del viaggio. Con le mie scelte di ogni giorno, passo dopo passo. Ogni vita è un cammino. Ogni momento è una scelta che cambia la strada verso quello che vuoi. Può essere la vista di un fiore che sboccia, un sentimento improvvisamente più intenso, una musica fino ad allora sconosciuta, un incontro con una persona tra la folla. Può essere oggi, domani o un ricordo di ieri. Ognuno incappa ogni giorno in milioni di momenti. C’è una porta per tutti che si apre su quel cielo azzurro che contiene tutti i desideri realizzati dell’umanità. Una via d’uscita che può essere l’entrata in una altra dimensione dell’esistenza, più ricca di scelte consapevoli .
click!
Il buio è un’illusione generata dalla paura. E’ una momentanea mancanza di luce sulla realtà. E’ come stare in una stanza e spegnere la luce. E’ un gesto banale, quotidiano…come quello di rientrare nella stanza e riaccendere la luce. E trovare quello che ci serve. E questa non è una metafora. E’ con l’attenzione ai piccoli gesti, ai piccoli pensieri che cambiamo le cose, in noi e intorno a noi. C’è un intero universo a mia disposizione. Posso sempre spingere l’interruttore.
E’ solo un click, e sono perfettamente in grado di farlo. E scopro che la soluzione è proprio li, a portata di mano, anzi di click, anzi c’era già, aspettava la mia attenzione. E dopo tutto sarà diverso, sarà come vederci più chiaro. E mi ricordo di farlo ogni giorno. Non ci sono fallimenti ma soltanto risultati.
Dipende quanto siamo disposti a cambiare il punto di vista.
Abbracciare gli alberi fa bene, la scienza conferma
Abbracciare gli alberi, un’idea della “hippy generation” molto criticata, è ora provata in modo scientifico: contrariamente alle credenze popolari, toccare un albero rende più sani. Per stare meglio non importa neppure toccarlo, l’albero: il solo essere nelle sue vicinanze ha lo stesso effetto.
Parola di Matthew Silverstone, autore del saggio “Blinded by Science”, Bendati dalla scienza ufficiale.
Tesi: tutto vibra, dal nucleo di un atomo alle molecole del nostro sangue e del nostro cervello. Suoni, piante, animali. Fino allo spazio esterno. “Una volta compreso questo principio di base, tutto diventa improvvisamente chiaro: se applichiamo questa teoria al mondo intorno a noi, ci stupiremo di cosa potremo imparare”.
“Blinded by Science” spiega come smettere di essere “accecati dalla scienza”, e offre una teoria che, se applicata a fattori come l’acqua, le piante, il sole e la luna, sembra avere un “senso perfetto”.
Così, Silverstone prova “scientificamente” che gli alberi migliorano molti aspetti della salute: malattie mentali, disturbo di deficit di attenzione e iperattività (Adhd), livelli di concentrazione, tempi di reazione,depressione, emicranie.
“Innumerevoli studi – riferisce il blog “Informare per Resistere” – hanno dimostrato che i bambini mostrano effetti psicologici e fisiologici significativi in termini di salute e benessere quando interagiscono con le piante”. Studi che dimostrano che i bambini “stanno meglio, cognitivamente ed emotivamente, in ambienti verdi”. I piccoli “giocano in modo più creativo” se si trovano nel bel mezzo di un bosco.
***
Una indagine sulla salute pubblica, programmata per studiare l’associazione tra spazi verdi e salute mentale, conclude che “l’accessibilità a spazi verdi può significativamente contribuire alle nostre capacità mentali e al nostro benessere”. Quale può dunque essere l’aspetto della natura che può avere effetti così significativi? “Fino ad ora si è pensato che fossero gli spazi aperti, ma Matthew Silverstone mostra che non si tratta di questo”.
Piuttosto, il ricercatore inglese “prova scientificamente che sono le proprietà vibrazionali degli alberi e delle piante a darci i benefici in termini di salute, non gli spazi verdi e aperti”. La risposta a come piante ed alberi ci influenzino fisiologicamente sembra dimostrarsi molto semplice: “È tutto dovuto al fatto che ogni cosa ha una vibrazione, e differenti vibrazioni influenzano i comportamenti biologici”. È stato provato che, se beviamo un bicchiere di acqua trattato con una vibrazione di 10Hz, il nostro tasso di coagulazione sanguigna cambia immediatamente con l’ingestione dell’acqua trattata.
Per Silverstone, accade lo stesso con le piante: “Quando tocchiamo un albero, la sua diversa vibrazione influenzerà vari comportamenti biologici del nostro corpo”.
Questa idea ‘vibrazionale’, – spiega “Informare per Resistere” – è supportata nel libro da centinaia di studi scientifici, “che forniscono prove schiaccianti che l’abbracciare gli alberi non è una pazzia: non solo fa bene alla nostra salute ma può anche far risparmiare molti soldi ai nostri governi, offrendo una forma di trattamento alternativa e gratuita”. Secondo l’indagine, “spazi verdi e sicuri possono essere efficaci quanto una prescrizione medica nel trattare alcune forme di malattia mentale”.
E se i medici, d’ora in poi, trattassero alcuni disturbi suggerendo una passeggiata nel parco piuttosto che una scatola di pillole?
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Abbraccia un albero sia fisicamente che mentalmente. Chiudi gli occhi e inizia a respirare lentamente e profondamente. Concentrati sul tuo respiro… Inspira ed espira e ogni volta che prendi aria, inspiri con essa tutta la positività intorno al tuo essere…e ogni volta che espiri liberi te stesso da quello che non è tuo. Continua a seguire il tuo respiro finché non ti senti calmo e rilassato. Sintonizzati con l’albero… Senti le sue vibrazioni mentre si uniscono alle tue. Respira profondamente lasciando che la sua energia raggiunga il tuo cuore e la tua l’albero. In questo momento sei tutt’uno con l’albero, con madre terra e con tutto quello che è . L’energia che scaturisce dalla tua emozione è pura energia divina. Visualizza le sue potenti vibrazioni… I
n questi attimi d’immensa emozione, potresti risolvere anche un tuo problema di salute indirizzando queste vibrazioni con tutta la tua forza emozionale a dissolvere completamente la nuvola che copre il tuo sole… Prova! Visualizza il tuo problema divenire sempre più piccolo e insignificante…
Visualizzalo mentre si dissolve continuando a respirare ed essere Uno con Tutto.
– dal libro “Felicità – Un Anno di Pensieri Positivi”
Io penso che l’universo è un insieme vivo e pulsante di energie che agiscono, collaborano, scambiano qualità ed intensità in un continuo divenire secondo un ordine implicito da sempre e per sempre.
Queste energie pervadono e determinano una coscienza in tutto ciò che è manifesto, dal granello di sabbia, alle piante, agli animali, agli esseri umani fino alle più lontane e complesse galassie!
All’età di 17 anni, sono stata respinta dal college.
All’età di 25 anni, mia madre morì di malattia.
All’età di 26 anni, mi sono trasferita in Portogallo per insegnare inglese.
All’età di 27 anni, mi sono sposata.
Mio marito ha abusato di me. Nonostante questo, è nata mia figlia.
All’età di 28 anni, ho divorziato e mi è stata diagnosticata una grave depressione.
All’età di 29 anni, ero una madre single che viveva di welfare.
All’età di 30 anni, non volevo essere su questa terra.
Ma ho diretto tutta la mia passione nel fare l’unica cosa che potevo fare meglio di chiunque altro.
.E questo era scrivere.
All’età di 31 anni, ho finalmente pubblicato il mio primo libro.
All’età di 35 anni, avevo pubblicato 4 libri ed ero stata nominata autrice dell’anno.
All’età di 42 anni, ho venduto 11 milioni di copie del mio nuovo libro, il primo giorno di uscita.
Ricordate come consideravo il suicidio all’età di 30 anni?
Oggi, Harry Potter è un marchio globale che vale più di $ 15 miliardi di dollari.
Non rinunciare mai. Credi in te stesso. Sii appassionato. Lavora sodo. Non è mai troppo tardi.
Io sono J.K. Rowling
Ho letto tutti i libri di Harry Potter , coinvolta dal ritmo delle vicende e dal mondo fantastico nel quale si viene comunque trasportati come se ci sia veramente.
E mi ha colpito particolarmente come ogni libro trasmette i valori e le problematiche dell’età di Henry e dei suoi compagni di viaggio .
Sì, lo trovo un viaggio che dall’infanzia arriva all’adolescenza di ogni protagonista secondo il suo personale percorso.
Come insegnante penso che sarebbe un buon libro di lettura per ogni livello di classe e un “magico “strumento di lavoro interdisciplinare.
Avrei preferito che il finale fosse lasciato all’ interpretazione personale dei lettori !
Ritengo che la Magia sia una componente essenziale per vivere appieno la Vita!
ll Nuovo Testamento non afferma in modo chiaro che Gesù era sposato, ma nemmeno che non lo era.
Effettivamente il Vangelo contiene numerose specifiche allusioni al suo avvenuto matrimonio e d’altra parte le regole dinastiche lo imponevano. Non soltanto l’erede della stirpe dei Davide era obbligato per la legge a sposarsi ma doveva anche generare almeno due figli maschi.
Ciò rappresentava un passo fondamentale nel progresso dell’erede della dinastia dall’iniziazione alla piena appartenenza alla Comunità
Come abbiamo visto le regole del matrimonio dinastico erano molte e rigide.
Uno fra i libri più coloriti del Vecchio Testamento è il Cantico dei Cantici , una serie di rime di amore fra uno sposo regale e la sua sposa.
Il Cantico di Salomone identifica la simbolica pozione nuziale con l’unguento aromatico chiamato spigonardo, un unguento prezioso che veniva usato anche per ungere i corpi dei morti regali.
Lo stesso unguento costoso venne usato da Maria di Betania per ungere il capo di Gesù in casa di Lazzaro. e un altro episodio simile avvenne qualche tempo prima quando una donna unse i piedi di Gesù e poi li asciugò con i propri capelli. Anche quella donna si chiamava Maria.
Maria di Betania non soltanto unse il capo di Gesù in casa di Simone, ma gli unse anche i piedi e poi li asciugò con i suoi capelli nel marzo del 33 d.C. Due anni e mezzo prima , nel 30 d.C. aveva compiuto lo stesso rito di unzione tre mesi dopo le nozze di Cana.
Compiere il rito con lo spigonardo era uno specifico privilegio di una sposa messianica e avveniva unicamente durante le cerimonie del Primo e Secondo Matrimonio
Soltanto come moglie di Gesù a tutti gli effetti e come sacerdotessa Maria avrebbe potuto ungergli il capo e i piedi con il sacro unguento.
Esattamente come gli uomini che venivano designati ad occupare varie cariche prendendo i nomi dei loro antenati – come Isacco, Giacobbe e Giuseppe – così le donne venivano denominate secondo la loro genealogia e il loro rango: Rachele, Rebecca,Sara, e così via. Le mogli dei discendenti di Davide avevano il nome di Miriam (Maria)
Perciò la madre di Gesù si chiamava Maria e per lo stesso motivo la moglie di Gesù si chiamava Maria. All’epoca di Qunram, le Miriam, Marie, facevano parte di un ordine spirituale nella comunità ascetica dei Terapeuti.
Mentre i “Mosè” guidavano gli uomini nelle funzioni liturgiche, le “Miriam” guidavano le donne. Queste donne compivano il rito del Secondo Matrimonio soltanto quando erano in cinta di tre mesi. A quel punto la donna cessava di essere una almah e diventava una futura madre. Durante i lunghi periodi di separazione dettati dalle regole matrimoniali, la moglie diventava sorella, in senso religioso, e il compito era quello di accudire il padre,
La differenza tra le Marte e le Marie era che le prime avevano diritto di possedere dei beni le seconde no. Nella comunità le “sorelle” erano considerate “vedove”, un gradino sotto le almah. poi quando si sposavano salivano al rango “di madri”
Quindi chi era esattamente Maria di Betania, la donna che unse due volte Gesù con lo spigonardo secondo la tradizione messianica? Effettivamente non fu mai “Maria di Betania.” Nella Bibbia lei e Marta vengono indicate soltanto come sorelle di Lazzaro di Betania. Il nome completo di Maria era Sorella Miriam di Magdala, meglio nota come Maria Maddalena. I Vangeli ufficiali contengono pochi riferimenti alla stretta intimità tra Gesù e Maria Maddalena. Nel Vangelo di Filippo invece il rapporto tra loro viene discusso apertamente.
“..e la compagna del Salvatore è Maria Maddalena.
Ma Cristo l’amava più di tutti i suoi discepoli. e soleva baciarla spesso sulla bocca. Gli altri discepoli ne erano offesi ed esprimevano disapprovazione. Gli dicevano “ perchè la ami più di tutti noi?” Il Salvatore rispondeva loro: “ perchè non vi amo come lei? Grande è il mistero del matrimonio, giacchè senza di esso il mondo non sarebbe esistito. Ora l’esistenza del mondo dipende dall’uomo e l’esistenza dell’uomo dal matrimonio.”
Riguardo la cerimonia nuziale di Canaa questa non era il Matrimonio ma il sacro pasto che precedeva il fidanzamento.
L’usanza voleva che vi fosse un “padrone di casa” ufficiale che aveva la funzione di direttore di mensa. Dopo di lui venivano lo sposo e sua madre. Nessun invitato avrebbe potuto ordinare di mescere l’acqua che era diventata vino: quindi Gesù e lo sposo erano la stessa persona. Questo banchetto ebbe luogo tre mesi prima che Maria ungesse per la prima volta i piedi di Gesù. E secondo le regole soltanto come sposa di Gesù , Maria sarebbe autorizzata a compiere quell’atto Se lo avesse fatto prima come almah fidanzata , sarebbe stata classificata come una peccatrice e considerata una donna menomata.
Dalle ricerche storiche fatte sui rotoli del Mar Mortosi può dedurre che Maria sia nata nel 3 d.C. e quando sposò Gesù per la prima volta nel 30 d.C. ne aveva 27. Essendo rimasta in cinta nel dicembre del 32 d.C., Maria dette alla luce sua figlia Tamar nel 33 d.C., all’epoca del suo Secondo Matrimonio. Durante i primi anni 40 d.C. Pietro, era il braccio destro di Gesù e come tale sarebbe dovuto diventare il tutore di Maria Maddalena durante gli anni della sua separazione ( vedovanza simbolica) ma Pietro aveva una cattiva opinione delle donne e non era disposto a stare agli ordini di una sacerdotessa.
Anche Paolo, molti anni dopo, fu nettamente contrario al coinvolgimento delle donne nella divulgazione della religione. Così esclusero nettamente Maria dal nuovo movimento cristiano e per garantire il suo totale allontanamento, la dichiararono pubblicamente “eretica” in quanto amica di Elena-Salomè, consorte di Simone Zelota, il Mago, fondatore del movimento esoterico gnostico a Cipro.
A quel tempo Maria era a Marsiglia, dove la lingua ufficiale era il greco ed è per questo che il linguaggio di Gesù e degli apostoli e di tutto il giudaismo ellenico era fortemente influenzato dal greco. Secondo la tradizione gnostica Maria Maddalena veniva associata alla Saggezza (Sophia)rappresentata dal sole, la luna, e un’aureola di stelle. Si riteneva che la gnosi femminile di Sophia fosse lo Spirito Santo, rappresentato perciò sulla terra dalla Maddalena, che fuggì in esilio portando in seno il figlio di Gesù. Giovanni , nella Rivelazione, descrive Maria e suo figlio , della sua persecuzione, della sua fuga in esilio e della caccia al “resto del suo seme” da parte dei romani. Oltre a Maria tra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C. c’erano Marta e la sorella Marcella, l’apostolo Filippo e sua moglie Maria Iacopa,e Maria Salomè. Sbarcarono in Provenza a Ratis, noto oggi come Les Saintes Maries de la Mer. Il culto più attivo della Maddalena si insediò a Rennes-le-Chateau, ma anche altrove sorsero molti santuari dedicati a Saint Marie de la Madeleine, fra cui il luogo della sua sepoltura a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume dove i monaci dell’ordine di San Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba di alabastro dall’inizio del ‘400.
continua a leggere….” L’immacolata concezione “
Oggi Maddalena torna a sottolineare il ruolo della donna come tramite tra terra e cielo, anima e materia, svelando il corpo e la sessualità come l’unico luogo in cui il trascendente diventa immanente.
Celebriamo la Grande Madre, riconosciamo Lei nella Terra che ci accoglie e nella Donna Risvegliata che dimora dentro di noi.
Celebriamo il nostro corpo sacro che nei cicli eterni di morte e rinascita porta trasformazione e crescita.
Leggi :
Il vangelo di Maria Maddalena – Kathleen McGowan – Edizioni PIEMME
Ecco La Pista Ciclabile Che Si Illumina Di Notte… E Si Ricarica Col Sole!
Sappiamo quanto andare in bicicletta sia ecologico, un modo per spostarsi e viaggiare in totale rispetto dell’ambiente, ma appena cala il sole spesso preferiamo utilizzare automobili o comunque mezzi di trasporto che possano percorrere sentieri illuminati.
Ma cosa accadrebbe se anche le piste ciclabili diventassero veri e propri sentieri che magicamente si illuminano non appena il giorno volge al termine?
È esattamente questo ciò che accade nel nord della Polonia, vicino a Lidzbark Warminski, dove è stata ideata una particolare pista ciclabile capace di accumulare energia solare e di auto-illuminarsi al calar del sole.
Ecco come appare la pista ciclabile non appena il buio si manifesta.
Il cemento di cui è composta la pista inizia ad emanare una luce di un blu intenso che guiderà i ciclisti lungo il sentiero.
La TPA Instytut Badań Technicznych ha realizzato questa pista servendosi di un materiale sintetico che può illuminarsi fino a 10 ore.
Sebbene ce ne sia un tipo simile in Olanda, lì usano LED, mentre qui si fonda solo sull’accumulo di energia solare.
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L’Olanda celebra Vincent Van Gogh con una pista ciclabile luminescente che si ispira al celebre dipinto del 1889, “Notte stellata”, conservato al MoMA di New York, in cui il maestro olandese del post-impressionismo morto a soli 37 anni catturò uno splendido paesaggio notturno tra i cieli di Saint-Rémy-de-Provence, in Francia. “Pedalare” in un quadro, dunque, ora si può grazie al Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path di Nuenen, vicino Eindhoven, in Olanda, intitolato proprio al grande pittore dell’Ottocento dove, per una volta, è la realtà a evocare la pittura e non viceversa.
Il percorso ciclabile, inaugurato nel novembre 2014, è stato progettato in occasione del “Van Gogh 2015 International Theme Year” dedicato ai 125 anni dalla scomparsa dell’artista . Collega due mulini e aggiunge un nuovo tratto alla pista ciclabile lunga 335 chilometri che si snoda nella regione del Brabante del nord, unendo la casa di famiglia in cui nacque Van Gogh al paese di Nuenen, dove trascorse buona parte della sua vita e dove, nel 1885, dipinse il suo primo capolavoro, “Il Mangiatore di Patate”.
L’Olanda, patria dei mulini a vento, dei tulipani, delle dighe e soprattutto delle biciclette, il mezzo più diffuso per via del territorio pianeggiante, non smette di stupire in particolare per le sue piste ciclabili. E quest’ultima è davvero un’opera d’arte unica al mondo realizzata dalla compagnia Heijmans e dallo studio Roosegaarde per ricreare la stessa magica atmosfera del quadro di Van Gogh con un artificio tecnologico e poetico allo stesso tempo: 50mila sassolini scintillanti incastonati nel tracciato accumulano energia durante il giorno per rilasciarla nella notte fino a brillare come stelle. Una sorta di cielo precipitato al suolo percorribile su due ruote per un vero incanto ecosostenibile per ciclisti, turisti e residenti. È ciò che l’artista e designer Daan Roosegaarde definisce “tecno-poesia”, ovvero la tecnologia combinata con l’esperienza attiva.
Il metodo di illuminazione non provoca fastidio agli occhi e non interferisce con la natura circostante e, anzi, permette di pedalare di sera con molta più facilità rispetto alle piste tradizionali. Inoltre, lungo alcuni punti, ci sono LED che garantiscono luce supplementare nel caso in cui l’energia solare non sia sufficiente a illuminare l’intero percorso, ad esempio dopo una giornata nuvolosa. La vita di Van Gogh, la sua terra, le sue origini, i suoi blu pastosi e i suoi gialli di grano, le sue visioni liriche e le sue ossessioni, “srotolate su un sentiero di luce” per celebrare e riscoprire il suo genio in modo originale e nel massimo rispetto dell’ambiente.
Una pista che coniuga arte, fascino e cultura per pedalare tranquillamente in bicicletta sopra una scia di stelle “sulle tracce” di Van Gogh.