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L’Arcangelo Azrael di Plutone e dello Scorpione

Il noto sensitivo Edgar Cayce spiega che gli angeli sono molto attivi perché co-creatori col Creatore e, come tali, crearono gran parte dell’universo che vediamo. Quanti angeli furono creati? Secondo gli egizi, ogni stella nel cielo è la luce di un angelo, e ci sono più stelle nella parte dell’universo che è visibile dalla Terra che granelli di sabbia su tutte le spiagge e tutti i deserti della Terra!

Ognuno di noi è un angelo della moltitudine celeste!

Arcangelo Azrael

Azrael (“Colui che Dio aiuta”, talvolta chiamato anche Izra’il, Azra’il, Ashriel, Azriel, Azaril) è l’Arcangelo che governa su tutto ciò che è occulto e misterioso, è il Custode della Vita e della Morte ed il Guardiano delle Anime.

Nel Libro di Tobia (Bibbia) e nel Corano Azrael appare come la personificazione della Morte, nella teologia islamica è uno dei quattro Arcangeli principali (con Mikhail, Djibril ed Israfil).

Nella tradizione invece del primo periodo cristiano, divenne noto come Esdras, il profeta che porta lo spirito del Messia. Fu in questa storia del primo Cristianesimo che si sostenne che Azrael fosse asceso al cielo senza sperimentare la morte.È anche ricordato come ” Angelo della Legge “

Azrael è anche raffigurato come il più astuto e saggio degli arcangeli.

Una storia del Corano dice che Dio chiese ai quattro arcangeli Michele, Gabriele, Uriel ed Azrael di raccogliere sette manciate di terra dalla base dell’Albero della vita nel Giardino dell’Eden. Essi realizzarono che solo tre di loro avrebbero potuto presentarsi al Signore con due manciate, mentre l’ultimo avrebbe potuto prendere solo una manciata. Michele e Uriel immediatamente iniziarono a discutere su chi avrebbe dovuto portare due manciate, e chi avrebbe dovuto portarne solo una. Gabriel cercò di mediare tra i due, ma fu distratto anche lui dalla polemica in corso, consentendo così ad Azrael di prendere da solo le sette manciate di terra che mise successivamente in una borsa e che portò a Dio.

Azrael ( “Dio fortifica”) è uno dei capi degli Angeli Caduti.

Azrael insegnò agli uomini come fabbricare spade e scudi, e alle donne come abbellire le palpebre. Egli è “ il cavalcatore del serpente, seduttore degli uomini, alfiere di Satana, e rifiutò di chinare la testa davanti all’Adamo appena creato da Dio”.

Azrael è sempre stato una divinità ben nota gli antichi.

La sua funzione principale infatti fu (ma lo è tuttora e lo sarà in futuro) quella di accompagnare nell’aldilà le anime degli esseri umani.

Così l’Arcangelo fu noto agli egizi come Osiride, fu venerato come Anubi, il custode delle porte oscure del regno dei morti; Yama per gli Indù, Tanit per i fenici, ma anchePlutone, Ade, Caronte, il traghettatore delle anime dal mondo materiale a quello invisibile.

Azrael tiene il rotolo dove sono scritti i nomi di tutti gli esseri umani. Quando si avvicina il giorno della morte di una persona, una foglia col suo nome precipita dall’albero situato sotto il trono di Dio e dopo che quaranta giorni sono passati, Azrael separa l’anima dal corpo.

Ma Azrael è molto di più. Dalle sue mani nasce il “fiume Lete“, l’acqua che dà alla entità che lascia il corpo fisico l’oblio sulla vita appena trascorsa e le permette di riposare e riacquistare consapevolezza della sua natura divina.

Lui le apre le porte del Devachan, un luogo di serena beatitudine, in attesa di tornare a reincarnarsi con un compito nuovo, in un nuovo corpo e con una memoria libera di ricordi.

E’ dunque ad Azrael che fanno capo le legioni di “aiutatori invisibili” che si pongono accanto agli esseri umani in punto di morte, che ne guideranno con dolcezza i primi passi a comprendere la nuova realtà, ad allontanarsi dal corpo fisico ormai inutile ed incamminarsi verso la Luce.

Essi accorrono verso qualunque preghiera, detta in qualunque lingua, rivolta a qualunque altra divinità poichè le barriere di culto, di razza e di credo, esistono soltanto sulla Terra.

Azrael sviluppa negli esseri umani la capacità di sondare il mistero, la ricerca delle leggi inesplorate della natura.

E’ l’Arcangelo protettore degli occultisti, che anticamente si chiamavano Pizie, Sibille, Pitonesse e vivevano in appositi, veneratissimi luoghi di culto, e la loro vita aveva una dignità sacerdotale.

Sotto alla protezione di Azrael si trovano tutti i sacerdoti e le guide spirituali di ogni popolo e di religione, uomini con il compito speciale di guidare altri uomini verso il mistero della Divinità.

Azrael governa la sessualità e la morte-rinascita, le due tematiche sono infatti indissolubilmente legate: attraverso un atto sessuale nasciamo nel mondo fisico e mediante la padronanza dell’energia sessuale possiamo raggiungere l’immortalità.

Azrael domina la costellazione dello Scorpione, il suo giorno è il sabato , il colore il rosso-scuro e il nero.

costellazione dello scorpione
Lo Scorpione è un segno di Acqua collegato all’ottava casa dello Zodiaco, cioè alle tematiche di vita e morte, di ciò che è nascosto, e alla sessualità.
Nell’astrologia molto antica, questo segno era rappresentato non dallo scorpione ma dal serpente

Il serpente cambia periodicamente la pelle e gli antichi lo consideravano immortale e capace di un costante rinnovamento.
Questo ciclo di crescere finchè la propria pelle è stretta, fare la muta e far crescere una nuova pelle, ripercorre tutta la vita dello Scorpione. Spesso la sua vita si divide in distinti capitoli, man mano che passa da un ciclo all’altro.
Tutto giunge alla distruzione finale ed egli ricostruisce e ricomincia da capo.

Nella mitologia antica il serpente è anche un simbolo della saggezza della terra stessa: eterna, antica, che conosce la vita segreta di tutte le cose. Esso striscia sul terreno e ode i segreti delle radici delle cose.

Nella tradizione biblica, il serpente è il Diavolo, il Padre della Menzogna, colui che tentò Eva nel giardino dell’Eden. E’ Lucifero l’angelo caduto. Come potete vedere, ha un doppio aspetto e lo potete considerare oscurità o luce, bene o male, perchè li contiene entrambi.

Gli individui dello Scorpione hanno un grande senso della giustizia . Non credono neanche un attimo porgere l’altra guancia. Restituiscono il ceffone perchè è l’unico modo per sopravvivere.

Per lo Scorpione, tutti gli esseri umani hanno dentro di sé i semi del bene e del male. Il male non è una cosa astratta, o l’errore di qualcun altro, è in ciascuno di noi.

Plutone governa il segno dello Scorpione, è il nono pianeta del sistema solare.

Nella mitologia greca era chiamato Hades (“occulto”, “invisibile”, tra l’altro spesso indossava un elmo che lo rendeva impercettibile alla vista), figlio di Crono (Saturno) e di Rea (Cibele).

Il suo dominio era quello degli Inferi, il mondo sotterraneo che riuniva insieme i dannati (nel Tartaro), ed i giusti (nei Campi Elisi).

Plutone poteva punire ma anche ricompensare, in pratica reggeva insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Plutone rappresenta il potere rigenerativo e la nostra capacità ai cambiamenti radicali e alla rinascita: cicli della morte e del divenire.

A volte i cambiamenti provocano un senso di perdita, di mancanza anche in senso fisico, come una morte di una parte di noi. Ma la morte è solo un mutamento di stato, di dimensione. Annuncia la rinascita.  Questa è la spinta che annuncia il nuovo, e se la consideriamo una risorsa, il nuovo ci darà subito la visione di un futuro luminoso.

Il dono di Azrael ai nati sotto il suo segno, lo Scorpione, è il fascino; un magnetismo particolarissimo che nessun altro segno zodiacale possiede…

fonti.
http://www.iltempiodiastarte.com
(Giuditta Dembech) Tratto dal libro di Giuditta Dembech
Evelyn De’ Morgan “The Angel of Death” & “The Field of the Slain”(30 August 1855–2 May 1919)
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Ognuno ha il suo Drago da sconfiggere ….o amare e trasformare! I Draghi della Scuola Steineriana

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono.
Perché i bambini lo sanno già.
Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

— Gilbert Keith Chesterton.

Alla scuola steineriana  la maestra ha dato loro un’incredibile lezione di vita!

Lo ha fatto senza spiegazioni e tanti giri di parole, solo mediante una forte e profonda esperienza.

Il 29 settembre si festeggia San Michele, l’angelo che grazie al suo coraggio riesce a sconfiggere il drago.

Nelle scuole Waldorf è una ricorrenza importante e viene celebrata ogni anno con draghi, spade, storie di coraggio e di superamento della paura

Quest’anno ogni bambino ha dovuto creare con le proprie mani un piccolo drago di cera. La cera è un materiale molto particolare, si presenta duro e freddo e solo mediante la lunga manipolazione continua e paziente delle mani e della mente concentrata si ammorbidisce e diventa calda, pronta cioè ad essere modellata con cura e grazia a formare ciò che la mente e l’ingegno suggerisce. Una volta formata l’opera la cera s’indurisce come ad immobilizzare ciò che si è creato. Si può però ancora una volta rimodellarla per dare vita ad altre cose..

Il drago di cera che ogni bambino ha creato è nato da un lavoro di amore, pazienza e cura.

La maestra, alcuni giorni dopo, ha invitato i bambini a prendere ciascuno il proprio drago perchè avrebbero fatto una prova di coraggio, proprio come San Michele con davanti il drago: ha chiesto ai bambini di trasformare la propria opera creata con pazienza e con amore in qualcos’altro.

La reazione è stata diversa da bambino a bambino: chi si è gettato nell’immediato a trasformare il drago distruggendolo e creando subito qualcos’altro, chi era in dubbio e non sapeva cosa fare, chi si è rifiutato facendo scendere anche un po’ di lacrime.

Da quei bellissimi draghi sono nati cani, prati, macchinine, contadini, farfalle e lumache. Alcuni draghi sono rimasti draghi.

E la maestra ha donato a ciascuno un pendente creato con le sue mani per premiare il coraggio di essersi messi in gioco, anche a chi non è riuscito a distruggere la propria opera poiché anche questa è stata una risposta importante degna di un dono!

Un semplice, magico e meraviglioso insegnamento di vita denso di significati: i bambini hanno sperimentato e vissuto la fatica ma anche la bellezza del non attaccamento che può aprire nuove porte e portare al nuovo salutando il vecchio, hanno potuto comprendere che nulla viene distrutto ma tutto si trasforma in altro come la morte che in realtà non è una fine ma una nascita diversa, hanno potuto realizzare che sono loro stessi a prendere decisioni sulla vita e che con un po’ di coraggio la paura viene spazzata via per far spazio alla sorpresa, alla creatività, alla libertà.

E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”
(Paolo Borsellino)

Prendete spunto da questo bellissimo compito adattandolo alle vostre esigenze, provate a far vivere questa esperienza ai vostri figli e ai vostri alunni, osservatene le reazioni, stupitevi di come i bambini possono tuffarsi entusiasti nel nuovo!

Una prova di coraggio da far sperimentare anche agli adulti, forse sono proprio loro che ne hanno più bisogno poiché come asseriva Seneca “Colui che è coraggioso è libero” e di libertà quella vera, ponderata e saggia ne abbiamo davvero bisogno!

https://www.eticamente.net/58985/la-prova-di-coraggio-da-far-sperimentare-ai-bambini.html?

http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

Leggi anche:

https://lauracarpi.wordpress.com/2018/04/08/non-tutti-i-draghi-sono-uguali/

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* L’eclissi ha ispirato molti artisti in ogni tempo !

Stamattina, intorno alle 6 del mattino, c’è stata un’eclissi totale di Luna.

La spettacolare Luna ha raggiunto il suo picco in Italia all’alba mostrandosi con il caratteristico colore rosso scuro dovuto alle rifrazioni della luce solare attraverso l’atmosfera terrestre. Il fenomeno dell’eclissi, solare o lunare, ha sempre affascinato studiosi, scienziati ed artisti di qualsiasi epoca. Sin dalle più lontane origini dell’umanità, le bellezze del cielo hanno influenzato le filosofie di tutte le culture del mondo e, altrettanto antica è la necessità di rappresentarne le meraviglie, sia sotto l’aspetto istintivo e primordiale della raffigurazione diretta dei corpi celesti, sia nell’ambito della simbologia e della mitologia astrale. Attraverso le numerose rappresentazioni iconografiche e scultoree ispirate all’astronomia è possibile comprendere le conoscenze scientifiche dei popoli e delle civiltà antiche fino al Medio Evo. Dal “chiaro di luna” all’eclissi di sole: i fenomeni astronomici da sempre hanno affascinato artisti, poeti e intellettuali.

Divenuta simbolo che di volta in volta ha cambiato segno e significato in relazione ai contesti, essa fa capolino in tutto il suo spaventoso fascino in alcune testimonianze artistiche. Le raffigurazioni, soprattutto quelle più antiche, possono apparirci sommarie: chiaramente oggi, grazie alle moderne tecniche fotografiche, siamo in grado di catturare un’eclissi solare in tutto il suo fulgore evanescente. Però, ben prima che questo tipo di tecnologia fosse a disposizione, c’è stato chi ha saputo fermare su tela questo fugace fenomeno astronomico con tempere e colori, via via sempre più precisamente, basandosi su osservazioni dirette, documenti scientifici e teorie attuali. Vi proponiamo alcune opere nelle quali l’eclissi compare il tutto il suo terrificante e affascinante splendore.

Eclissi nelle crocifissioni

Nel racconto evangelico della crocefissione si legge: “Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio” (Luca 23, 44). È così che apparve il primo sole nero, stilizzato, a lato della croce. Il passo decisivo perciò fu compiuto nel contesto simbolico e religioso, dove l’eclissi assunse un significato specifico. Nel trittico dedicato alla “Crocifissione” , l’artista fiorentino Taddeo Gaddi, dipinge un cielo scuro e rappresenta la strana luce dell’eclissi solare in un cuneo bluastro, bordato da un filo d’argento. Ed è sempre il Gaddi a rappresentare l’”Annunciazione” nella basilica di Santa Croce a Firenze con effetti di luce simili a quanto lui stesso osserva durante l’eclissi del 16 luglio 1330, che gli causerà una parziale perdita della vista. Così come un artista tedesco, Mathis Grunewald, inserisce accanto al Cristo crocefisso il sole che si sta oscurando.

Eclissi in Vaticano

In pieno Rinascimento, Raffaello catturò il bagliore della corona solare, coperto dalla cornice della silhouette della Luna, durante un’eclissi totale. Questo fenomeno è nella loggia del Palazzo Apostolico in Vaticano in cui i raggi spinosi intorno alla corona interna fanno da sfondo all’affresco di Isacco e Rebecca, spiati dal re Abimelech. Secondo gli studiosi, l’eclissi anulare che transitava su Roma l’8 giugno 1518 potrebbe aver ispirato il Sanzio.

Eclissi della Melanconia

Secondo alcuni studiosi, nella celebre e splendida incisione del 1514 Albrecht Durer inserì in alto a sinistra un “sole nero”, legato alla simbologia magico-alchemica. L’opera, nel suo complesso, raffigurerebbe attraverso numerosi simboli lo stato di chi è preda della malinconia: la donna alata in primo piano sarebbe la personificazione stessa di chi vinto da uno stato di profonda depressione, probabilmente scaturito dall’influsso nefasto del fenomeno celeste.

Eclissi Veneziana

Ippolito Caffi (1809 – 1866) è stato un artista e personaggio romantico di grande fascino: tra i maggiori e più originali dell’Ottocento italiano. Una memoria dell’eclisse dell’8 luglio 1842 sarebbe presente in un suo dipinto: Caffi avrebbe cercato di restituire allo spettatore i dinamici cambiamenti nella luce del cielo causati dal fenomeno astronomico, sullo sfondo di una Venezia magica.

Eclissi come contestazione politica

Il dipinto espressionista di George Grosz è un’accusa contro la classe dirigente tedesca, sia con il disegno che con la pittura egli vuole mettere in evidenza gli aspetti più loschi e ripugnanti della piccola borghesia. Nella composizione si sta tenendo una riunione di governo, siedono al tavolo degli uomini senza testa, stanno ascoltando un grande dirigente che parla mentre viene suggerito da un ricco industriale su cosa deve dire. Intanto in città si sta svolgendo un’eclissi di sole, il simbolo del dollaro oscura la luce: il denaro che impera e domina su tutto, mentre in basso uno scheletro ed un uomo dietro le sbarre anticipano quello che sarà il nazismo: orrore. Il popolo è rappresentato da un asino, che è volto dall’altra parte, il lato infernale e mostruoso. La classe politica è quindi sottomessa alla volontà capitalistica ed è priva di capacità di analisi; il suo compito è trascrivere gli ordini dettati.


Il Trittico Russell Butler

Ma è con i primi anni del Novecento che arriva un primo vero e fedele ritratto dell’eclissi solare. La mano è quella di Howard Russell Butler, di formazione ritrattista, laureato in legge e in fisica. Un caso di commistione fra arte e scienza che lo rende certamente unico nel genere. Le tre eclissi dipinte da Butler sono un capolavoro artistico e insieme un’ottima descrizione scientifica. Le tre opere sono raccolte in un trittico, installato nel 1935 negli edifici dell’Hayden Planetarium, e oggi dimenticato nel deposito materiali dell’AMNH di New York a seguito della demolizione del planetario nel 1997. Repliche del Butler sono però visibili al pubblico presso il Fels Planetarium di Philadelphia, il museo della scienza di Buffalo e l’edificio della Princeton University, in New Jersey.

 

https://libreriamo.it/featured/eclissi-di-luna-il-fenomeno-interpretato-arte/?fbclid=IwAR3hR0Kz_0nwhVHiz66DkdT3tBMrjnNLyvjoaFzTSXLm6sCScOo5yKicKOs

 

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Quale arte preferisci? Classica?Figurativa? Astratta? Preraffaelita? Pompier? Moderna? Street Art? A me piace dolce !

Karin Pfeiff-Boschek, l’arte delle torte

Quando ti trovi un marito che è uno chef stellare, tu ti metti a competere? Collabori con discrezione , assaggi se richiesto, ti inebri di profumini promettenti, e soprattutto deleghi ogni responsabilità della riuscita che è sempre certa!
E fai quello che più ti piace, che” anche l’occhio vuole la sua parte”, libera di esprimerti e pure elogiata !
Decorare ,e aggiungere secondo l’ispirazione del momento…
Quindi stelline e fiori di pasta frolla alla crostata , rametti di rosmarino come alberi sull’arrosto con petali di aglio, squame del pesce lesso con le olive a metà sulla maionese, il budino trasparente di gelatina con frutta di stagione, il zuccotto di insalata russa con fiori giganti di radicchio, le uova ripiene tricolori, il purè rosa…
e poi vuoi mettere la soddisfazione di partecipare! che cucinare è comunicare amore! ( e sei certissima della sostanza! )

La creatrice di queste meraviglie é Karin Pfeiff-Boschek, panettiera tedesca che ha fatto della preparazione di torte ripiene di frutta un’arte. “Panettiera” é effettivamente un termine riduttivo: di lavoro fa ufficialmente altro, ma é figlia d’arte (la madre é una pasticcera pluripremiata), ha già pubblicato un libro dedicato al sofisticato stile delle sue torte, “Elegant Pie”, e le sue creazioni sono in vendita per devolverne il ricavato in beneficenza.

Lo stile delle sue torte di mele, al rabarbaro, di zucca o con mirtilli fa riferimento al design tessile ed alla natura, e le geometrie pulite si intrecciano a sontuosi motivi floreali: due elementi ispirati alla sua passione per la matematica e la botanica.

Lei si chiama Karin Pfeiff-Boschek ed è la panettiera tedesca, le cui torte stanno spopolando sui social.

Si ispirano al design tessile del Midwest e riportano decori ipnotici dalla precisione impressionante. Segretaria a tempo pieno, Karin si diletta nel preparare dolci ripieni di frutta decorati con motivi intricati e appliques commestibili, pubblicando le foto su Instagram e dando poi in beneficienza le sue creazioni.

Lei è figlia d’arte.

Sua madre, infatti, è stata una pasticcera pluripremiata. Ed è forse da sua madre che ha preso la passione per la cucina e per i dolci in particolar modo. Geometrie si intersecano creando perfetti disegni, motivi floreali, scacchiere e tanto altro ancora. Una tessitura golosa che si lascia guardare prima che assaggiare. Torta di mele, rabarbaro, zucca o mirtillo sono da sempre la sua passione e, da questa passione, è nata poi l’idea di usare la crosta superiore come una sorta di tela da dipingere o meglio di materia da plasmare per eleganti creazioni artistiche.

Ad influenzare il suo lavoro, le sue altre due passioni ovvero la matematica e la botanica. Quest’ultima irrompono sulle sue torte con deliziosi bouquet, spesso anche complessi da progettare.

e ci sono anche i tutorial se vuoi cimentarti

https://food-lifestyle.it/torte-karin-pfeiff-boschek/

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=3169114036482703&id=137953262877419

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Perchè siam donne: questo è il mese di Cleopatra!

Questo è  il mese di CLEOPATRA.

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Nel mondo a parte dei blogger basta mettere un like o un commento e far nascere un’amicizia. Si scoprono interessi comuni e ci si è di ispirazione per i propri articoli. Sono 15 anni che ho aperto il mio blog e posso assicurare che è così! Quello che mi continua ad affascinare è che parole e sentimenti rimarranno per sempre nel web…che io immagino come un arcobaleno circolare intorno alla Terra che si espande all’infinito…un colore per le emozioni…un colore vibrante per le melodie…un colore per vividi ricordi… tutti i colori dell’anima!..

Gli storici e tanti scrittori ci hanno informato ampiamente sulle vicende di un famosissimo personaggio : Giulio Cesare

Da queste vicende risulta che Giulio Cesare aveva la particolare caratteristica e capacità di riconoscere all’istante la realtà, comportandosi quindi di conseguenza. 

Un esempio della sua capacità di riconoscere la realtà e quindi di avere ampie visioni ci viene dal suo incontro con Cleopatra, Regina d’Egitto, allorchè riuscì a capire l’importanza del Sole nella definizione del tempo e degli anni che Cleopatra ebbe il tempo di illustrargli ampiamente, coi suoi più grandi astronomi di quel tempo, durante il loro meraviglioso anno d’amore che passarono insieme. Oltre che dall’amore per Cleopatra. questa meravigliosa creatura così espressiva di una terra ricca di una millenaria saggezza e bellezza cosmica, Giulio Cesare fu enormemente colpito da questo diverso sistema del misurare il tempo che Cleopatra gli offriva.

Cleopatra, oltre che Regina, rappresentava il fiore dell’Egitto che era anche il fiore della conoscenza che lei regalò, col Sole e le stelle, assieme a se stessa, a Cesare. Era senza dubbio un dono meraviglioso, assieme al dono di un bellissimo figlio che fu chiamato Cesarione.

L’incontro tra Cesare e Cleopatra non fu soltanto una bellissima storia di amore ma anche una costruttiva unione di conoscenze e di credenze tra due diversi sistemi di approccio non solo alla vita sociale e ma alla considerazione stessa dell ‘essere umano.

I romani a quei tempi, rispetto all’Egitto, erano culturalmente dei barbari primitivi. Essi misuravano il tempo e gli anni con la Luna anzichè con il Sole, usando le famose calende, gli idi e le none a cui si riferivano per definire i giorni.

L’anno lunare  non determina le stagioni, per cui gli anni romani erano una continua altalena nell’aggiungere o togliere mesi interi per cercare di stare al passo con le stagioni.

Giulio Cesare capì al volo l’importanza del riferirsi al Sole nella misura del tempo ed appena rientrò a Roma avviò la riforma del Calendario che da lui prese il nome di Calendario Giuliano ma che era in realtà un calendario egiziano donato da Cleopatra la quale, per assistere Cesare in questa riforma universale e storica, incaricò l’astronomo Sosigene di seguirne e controllarne tutte le fasi.

Non si sa se fu lui stesso, Cesare, o Sosigene, o Cleopatra, a decidere, durante questa operazione della riforma, che il mese di “Quintilis” fosse denominato “Iulius” o “Luglio” in suo onore.

Giulio Cesare ebbe appena il tempo di varare la riforma che fu assassinato. Cleopatra, in quei momenti tragici e drammatici, era a Roma sua ospite e dovette capire che il tempo della felicità era finito e si imbarcò immediatamente per l’Egitto sulla sua nave portando con se anche Sosigene.

Con la sua nave e Sosigene partì anche la conoscenza della messa a punto finale del calendario e cioè dei circa 11 minuti annuali che conducono alla saltuaria soppressione dell’anno bisestile che dovette attendere quindi circa 1600 anni per essere ripristinato.

Ottaviano Augusto, succeduto a Cesare,cambiò il nome del mese “Sextilis” in quello del suo nome di “Augustus”, cioè “Agosto”.attribuendosi tutto il merito dell’invenzione del nuovo modo di misurare il tempo.

Ignorando e anche denigrando la figura della regina d’Egitto e dell’apporto delle conoscenze sue e del suo popolo.

Possiamo ancora restituire a Cleopatra l’onore, così ingiustamente sottrattole, di avere posto le fondamenta, assieme a Cesare, per l’istituzione dell’odierno calendario solare universale e ormai valido per tutti i paesi della Terra.

Inoltre è assolutamente fuori di luogo, di buon senso e di logica, che i mesi dell’anno abbiano tutti nomi maschili.

Dopo 2000 anni di oscurantismo e maschilismo dettato da arretratezza mentale sembrano essere arrivate a maturazione le idee ed i sentimenti di riconoscenza per l’amore, il rispetto e l’ammirazione che la donna merita e che per troppo tempo le sono stati sottratti.

Il detto di dare a Cesare quello che è di Cesare in questo caso non può essere più appropriato

Perchè allora non sostituire il nome del mese successivo a Luglio con il nome di Cleopatra?

Il nuovo mese di CLEOPATRA segue il mese di Luglio.

Luglio e Cleopatra sono mesi che stanno bene insieme.

Oltre che ricordarci i nomi dei creatori dell’odierno calendario universale, Luglio e Cleopatra sono anche i mesi dell’amore per tante persone che in questi mesi di vacanze e viaggi hanno più possibilità di incontrarsi ed innamorarsi.

Luglio e Cleopatra sono i mesi della speranza e dell’avvenire.

Luglio e Cleopatra sono anche i mesi indicativi dello spirito di condivisione, inclusione, solidarietà e conciliazione che questi due grandi personaggi inconsciamente avevano nelle loro anime, in anticipo di 2000 anni, ma che non riuscirono a concretizzare perchè l’opposto spirito di contrapposizione, esclusione e inconciliabilità era il grande dominatore al quale essi entrambi soccombettero.

Nella antica millenaria astronomia, perdurante ancora oggi, la più bella e lucente stella del cielo, Sirio, segue la costellazione di Orione nel loro eterno moto giornaliero. Orione, come un amante o un innamorato, sembra aprire la strada per la sua amata Sirio.

Forse fu per questo che gli antichi rappresentarono Orione con Osiride e rappresentarono Sirio con Iside, la sua amata, che così lo seguiva nel cielo per l’eternità a testimonianza del loro amore cosmico.

Il nuovo mese di Cleopatra, seguendo sempre il mese di Luglio, sarebbe una replica terrena di questa antica verità cosmologica rappresentante una nuova visione, anticipata da Cesare e Cleopatra, ove la Donna abbia il posto che merita nell’Armonia del creato.

…….GIUGNO, LUGLIO, CLEOPATRA, SETTEMBRE,…….

………………….GIUGNO, LUGLIO, CLEOPATRA, SETTEMBRE,………………

………….GIUGNO, LUGLIO, CLEOPATRA, SETTEMBRE,…….

E’ vero, è bello nella grafica e suona bene!!!

Benvenuti col nuovo mese di CLEOPATRA!!!

 

Liberamente tratto dal blog : Pensieri dell’uomo
opera di Sir Lawrence Alma-Tadema (Leeuwarden, 1836Wiesbaden,1912)

leggi anche https://laura-carpi.com/2021/04/14/sebben-che-siamo-donne-cleopatra-ben-oltre-la-leggenda/↗

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Il portale dell’infinito, la Luna piena,le stelle cadenti che più cadenti non si può e il braccialetto magico…

foto di Laurin

citazione https://www.cavernacosmica.com/luna-piena-9-agosto-in-sravana-impara-ad-ascoltarti/

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Le cicale e le formiche…Io sto con le cicale!

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Questo è il mese dei fichi !( e li trovi anche a settembre ancora più dolci)

Platone era un grande divoratore di fichi, diceva che fanno aumentare l’intelligenza.

Se penso a quanti fichi ho gustato nella mia vita! Sì gustato, che secondo me è impossibile che non ti venga l’acquolina in bocca quando apri questo frutto, carnoso, profumato e vivacemente colorato.

Se poi ti piace la marmellata di fichi è la più semplice : li fai in quattro e li butti in un pentolone per qualche ora con una buccia di limone! Io ne ho fatta chili e chili! E pure mangiata…con gusto! Sarò più intelligente?

Albero e frutto sacro, il fico è l’emblema della vita, della luce, della forza e della conoscenza. Nella tradizione antica il fico riveste quindi un significato di immortalità e di abbondanza. Esso rappresenta anche l’asse del mondo, che collega la terra al cielo.

Leggiamo infatti nel racconto biblico Genesi 3,7:
“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.”

Il Signore Iddio aveva piantato l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male al centro del giardino dell’Eden, ordinando ad Adamo ed Eva di non mangiarne i frutti se non volevano morire.
La narrazione biblica del peccato originale e della cacciata dall’ Eden si legano al misterioso frutto, che Eva raccolse su invito del serpente ed offrì ad Adamo.
Di quale frutto poteva trattarsi?

Durante tutto il medioevo si conosceva ancora l’identità del frutto in questione: si trattava di un fico, quel dolce frutto estivo che fin dall’antichità si legava all’idea di fertilità, abbondanza e sessualità.

L’albero della conoscenza del bene e del male era dunque un albero carico di fichi, e non di mele, come confermato da molte opere d’arte di età medievale. Osservando ad esempio i rilievi che Lorenzo Maitani scolpì sulle lastre di marmo che oggi rivestono la facciata del duomo di Orvieto, non vi è alcun dubbio che le foglie e i frutti dell’albero incriminato  rappresentati nei minimi dettagli sono di un fico.

La stessa pianta torna in due  scene nel ciclo della Genesi: in una si vede Dio con il dito puntato verso Adamo ed Eva mentre ordina loro di non mangiare frutti dall’albero al centro del giardino. Nella seconda si vede lo stesso albero sul cui tronco è attorcigliato un serpente, mentre Eva tende il braccio verso quello di Adamo per offrirgli il fico che avrebbe resi entrambi simili a Dio.

Le tracce storiche del fico sembrano risalire al VI secolo a. C. e ancora oggi possiamo trovare rappresentazioni pittoriche degli stessi fichi nei nostri patrimoni storici (La Villa di Poppea-Scavi di Oplonti-Torre Annunziata).

Nell’antica Grecia, era l’albero sacro ad Atena, dea della saggezza e a Dioniso dio del vino, e a Priapo, dio lubrico della fecondità.

Il titano Sykèus, (da syke, fico), per sottrarsi a Zeus che lo stava inseguendo, si sarebbe rifugiato presso la madre Gea, la terra. Questa avrebbe poi fatto sorgere dal suo grembo l’albero che ricorda il nome del suo figlio.
Nell’antichità era proibito esportare fichi considerati un prodotto di prima necessità, e, se frutto di alberi sacri, veniva reputato un sacrilegio.

In Grecia, in certi culti agrari primitivi, esisteva la “rivelazione del fico”, come culto di iniziazione ai segreti della fecondità.

Ad Eleusi, una cittadina vicina ad Atene, sede di un famoso tempio dedicato alla dea Demetra, non poteva mancare il  fico sacro, protetto da un portico, come narra Pausania (110-180), scrittore e geografo greco.

In questa località dicono che Fitalo abbia accolto nella propria casa Demetra e che la dea, in cambio dell’ospitalità, gli abbia donato la pianta di fico. A quanto io dico rende testimonianza l’epigramma che è inscritto sulla tomba di Fitalo: – Qui il signore, eroe Fitalo accolse un tempo la veneranda Demetra, quando per la prima volta ella fece spuntare il frutto della tarda estate, che il genere umano chiama sacro fico: da allora la stirpe di Fitalo ebbe onori immortali -.” (Pausania,Viaggio in Grecia, I, 37, 2) (32)

Si narra che a Platone, essendo un grande estimatore dei fichi, venne dato il nome di “mangiatore di fichi”; inoltre egli sosteneva che cibarsi di fichi contribuiva ad accrescere l’intelligenza.

Anche Plinio si era dimostrato sensibile alle virtù dei fichi ed infatti era solito affermare che mangiare fichi aumentava la forza dei giovani e manteneva la salute degli anziani.

Plutarco narra, riguardo alle origini di Roma, che la cesta con Romolo e Remo, destinati a morire come frutto illegittimo della vestale Rea Silva, non fu trascinata dalla corrente del Tevere, ma si arenò miracolosamente in un’insenatura fangosa, sotto un fico selvatico dove vennero nutriti dalla lupa. La pianta divenuta sacra, in quanto riferita a Marte, padre dei gemelli, era diligentemente curata dai sacerdoti del dio che provvedevano alla sostituzione della pianta ogni volta che questa moriva.

Il fico inteso come albero, nella tradizione ebraica, rappresenta il popolo di Israele. Il fico, inteso come frutto allora rappresenta la legge che il popolo di Israele genera, cioè la Torah che significa legge. Allora la stagione dei fichi è la stagione delle leggi e delle sentenze, cioè il tempo del giudizio.

L’albero di Bodhi (fico sacro, lat. Ficus religiosa), quell’albero, sotto il quale il Buddha ha vissuto il Bodhi (“Illuminazione” o “Risveglio”). Il simbolo dell’albero ha in parte origine anche nei culti pre-buddhisti della fertilità e nell’“Albero della vita“.     A volte viene anche raffigurato un trono vuoto sotto all’albero, che, come l’albero stesso, dovrebbe ricordare il risveglio del Buddha.

L’albero della Bodhi è un grande e molto antico fico sacro ,collocato all’interno dell’area in cui oggi sorge il Tempio di Mahabodhi, a Bodh Gaya. Il fico sacro, di cui l’albero di Bodhi è un esemplare, è sacro a induisti, giainisti e buddhisti

Nella mitologia egizia ci si riferisce al sicomoro (Ficus sycomorus); in Egitto si narra che la rinascita di Osiride avviene quando le zolle alla base del sicomoro sacro cominciavano a coprirsi di germogli di grano ed orzo. Il fico sicomoro era insomma considerato un albero cosmico, simbolo di immortalità, di rinascita dalla distruzione. Il suo succo, inoltre, era prezioso perché si riteneva donasse poteri occulti e il suo legno era usato per la fabbricazione dei sarcofagi: seppellire un morto in una cassa di sicomoro significava reintrodurre la persona nel grembo della dea madre dell’albero, facilitando così il viaggio nell’aldilà.

Nel Libro dei Morti, il sicomoro è l’albero che sta fuori dalla porta del Cielo, da cui ogni giorno sorge il dio sole Ra. Esso inoltre era consacrato alla dea Hathor, chiamata anche la “dea del sicomoro”: Dea madre, feconda e nutrice, Hathor abita gli alberi ed è la “signora del sicomoro del sud”, a Menfi; ma è anche la “signora dell’Occidente”, ossia la signora del regno dei morti.

Nel mondo islamico il fico è ritenuto dotato di una certa baraka (letteralmente “benedizione”, intesa nel senso di “potenza spirituale”). Esso infatti si conserva assai bene secco senza bisogno di alcuna aggiunta di sale o spezie. Il fico non manca mai nei rituali di nozze berberi e campagnoli

La novantacinquesima Sura del Corano viene chiamata “Il fico” (At-Tîn) inizia evocando il fico e l’olivo: “Per il fico e l’olivo/ per il monte Sinai/ e per questa contrada sicura!/ Invero creammo l’uomo nella forma migliore,/ quindi lo riducemmo all’infimo dell’abiezione/ eccezion fatta per coloro che credono e fanno il bene: avranno ricompensa inesauribile./ Dopo di ciò cosa mai ti farà tacciare di menzogna il Giudizio?/ Non è forse Allah il più Saggio dei giudici?”.

In India il Ficus bengalensis ed il Ficus religiosa sono ritenuti gli alberi sacri rispettivamente di Visnu e Shiva. In molte tradizioni (ed in particolare sempre in India) sulle sue radici si acciambella il serpente, simbolo che esprime la forza fecondatrice per eccellenza (e la stessa energia-coscienza dell’essere umanokundalini– non è forse rappresentata come un serpente che si attorciglia attorno alla colonna vertebrale –albero cosmico- a mò di caduceo?).

Nell‘oroscopo degli alberi chi nasce nel periodo del FICO (dal 14 al 23 Giugno e dal 12 al 21 Dicembre) è un individuo molto forte, un po’ testardo, indipendente, non tollera le contraddizioni né le controversie, adora la vita, la sua famiglia, i bambini e gli animali, un po’ volubile con gli altri, ha un buon senso dell’umorismo, ama l’ozio e la pigrizia, possiede talento ed un’intelligenza pratica. Per saldare il loro carattere i nati in questo periodo hanno molta fiducia nella famiglia e nei suoi affetti in modo da poter anche attenuare il loro comportamento autoritario. Per frenare la loro prepotenza devono accompagnarsi a persone gentili e miti come i Pini e le Betulle che possono riuscire a costringerli a mostrare la loro gentilezza.

Del resto:

Platone diceva che fanno aumentare l’intelligenza….

fonti :
http://www.evus.it
http://www.istitutopontevaltellina.it
http://www.mr-loto.it
http://www.ficusnet.it
http://damaimandra.beepworld.it/
http://www.puntosufi.it/
http://www.tanogabo.it/fico.htm
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La storia della Stella Tessitrice (Vega) e del Guardiano di Buoi (Altair)

Alfa Lyrae, la brillantissima Vega, è la stella di questo mese


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Io sono curiosa e sono certa che ogni cosa che è lì ha un suo perchè. E una storia. E anche ogni esperienza ha un significato . Che voglio sapere e imparare.

E mi interessano i punti di vista. Che dipendono da tante variabili.

Tempo luogo coscienza. Anni fa ho comprato una enciclopedia di storia comparata..

Tutti vedono le stesse cose sotto lo stesso cielo nello stesso momento.

Tutti chi? Tutti gli esseri umani e pensano e fanno cose diverse da sempre.

Quando? Dove ? Come? Perchè?

Ne ho fatto un gioco a scuola per far conoscere le storie del mondo.

Ognuno ha le sue domande e le sue risposte. Ci si confronta e si impara.

Questa storia di una cultura così lontana ma vicina mi è piaciuta.

Vega appartiene alla costellazione della Lira e insieme a Deneb e Altair forma il famoso “Triangolo estivo”. Alle nostre latitudini è uno degli astri più sfolgoranti, insieme a Sirio, di cui sembra meno brillante solo perché più distante, 27 anni luce, e ad Arturo, di cui sembra invece più brillante perché di intenso colore bianco; Vega è 58 volte più luminosa del Sole.

Fu la prima stella a essere fotografata, all’Osservatorio di Harvard, nel luglio 1850 e il suo diametro uno dei primi ad essere misurato, nel 1963, con l’interferometro di Narrabri, in Australia.

Il suo nome ha origini arabe; gli Arabi immaginarono questa costellazione come un’aquila, dalle ali semichiuse, che porta uno strumento musicale, e la chiamarono Ai Nasr al Waki.

Nel tempo la costellazione fu vista sempre come una lira, e la parola Waki,  trasformata in Vega, passò ad indicare la sua stella principale. Circa 14.300 anni fa Vega è stata “stella polare” e tornerà ad esserlo fra circa 12.000 anni, e questo a causa del movimento di precessione dell’asse terrestre.

Vega era dunque una stella importante già nell’antichità e certamente nella preistoria essa veniva usata come indicatore del nord. Ciò forse spiegherebbe come mai Vega fu usata dagli antichi Egizi per l’orientazione dei loro templi.

La storia di Niulang e Zhinu:

la Stella Tessitrice (Vega) e il Guardiano di Buoi (Altair)

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Zhinu, figlia dell’Imperatore e della Regina del Cielo, era una bravissima tessitrice. Sedeva ogni giorno accanto al suo telaio celeste e tesseva splendidi arazzi con i colori dell’alba e del tramonto. Anche le nubi, nel loro correre sospinte dal vento, si fermavano per ammirare gli splendenti colori nel cielo.

Un sera d’estate, stanca per il lavoro, mentre osservava un ruscello che scorreva vicino al palazzo imperiale, udì da lontano provenire una musica dolcissima. Incuriosita non esitò ad immergersi nelle acque del fiume. Disteso sull’altra sponda il giovane Niulang suonava il flauto riposandosi dalle sue fatiche di guardiano di buoi. I due giovani si conobbero e cominciarono a suonare e cantare insieme.

Ogni giorno Zhinu attraversava il fiume e raggiungeva Niulang. Finirono così per innamorarsi. Per il suo matrimonio Zhinu preparò un bellissimo abito fatto di gocce di rugiada e della luce delle stelle. La notte delle loro nozze era così luminosa che anche le persone che vivevano sulla terra si chiedevano il perchè la Stella Tessitrice avesse un tale splendore che non si era mai visto prima.

Furono sposi talmente felici che dimenticarono completamente il proprio lavoro !

Il cielo si offuscò perchè Zhinu non tesseva più luminosi tramonti ed albe ed il suo telaio era ricoperto di ragnatele. Niulang non custodiva più i suoi buoi che girovagavano senza controllo addentrandosi perfino nella costellazione vicina dello “Staio Settentrionale e Meridionale” facendo così adirare gli dei.

In particolare la Regina del Cielo, madre di Zhinu, si infuriò moltissimo poichè un bue era entrato nella sua camera da letto ed aveva fatto cadere sul pavimento le sue spille d’argento per i capelli. La Regina allora prese una spilla e disegnò una linea attraverso il cielo lungo il ruscello vicino al palazzo. Con questo unico gesto creò un grande fragoroso Fiume d’Argento, il nome che i Cinesi danno alla Via Lattea. La Regina del Cielo decise di separare i due giovani e pose Niulang su una riva del fiume e Zhinu sull’altra.

Zhinu, disperata, piangeva dal mattino alla sera, ma ricominciò a tessere le sue splendide tele. Niulang riprese nuovamente a portare al pascolo i suoi buoi, ma era profondamente triste e nei momenti di riposo non suonava più il suo flauto.

L’Imperatore del Cielo, impietosito dalla disperazione della figlia, decise che un giorno all’anno, il settimo giorno del settimo mese, i due sposi avrebbero potuto incontrarsi. Zhinu chiamò allora in suo soccorso delle gazze che arrivarono in volo dalla terra e formarono un ponte (sopra la stella Deneb nella costellazione del Cigno) attraverso il vasto e profondo Fiume Argentato. Zhinu saltò sulle loro schiene, come un tempo era saltata sulle pietre affioranti nel ruscello per raggiungere l’amato, e trascorse con Niulang un’ intera giornata insieme.

Le persone che vivono sulla Terra, quando il giorno seguente all’incontro dei due innamorati scorgono le gazze, possono notare le loro penne arruffate, segno che la Principessa Tessitrice è saltata sulle loro schiene.

Durante il resto dell’anno Zhinu intreccia i colori del cielo e Niulang pascola i buoi celesti, sognando il giorno in cui potranno incontrarsi di nuovo.

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La storia della Principessa tessitrice e del Guardiano di buoi è molto popolare in Cina. Di essa si trovano diverse versioni con piccole varianti nella trama.

In alcune città della Cina ci sono ancora alcune feste dedicate alla Principessa Tessitrice.  Esse si tengono nel settimo giorno del settimo mese lunare del calendario cinese (chiamato Qi Xi /the Night of Sevens) alle finestre vengono appesi drappi di colore rosso (il colore delle nozze) ed in questo giorno si celebrano molti matrimoni.

 

La seguente trascrizione è a cura della Biblioteca dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri.