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E’Halloween! puoi fare la torta con la zucca!

E LA ZUCCA COSA C’ENTRA AD HALLOWEEN?
A me piace la zucca in tutti i modi! e il suo colore caldo come un sole…Il suo sapore dolciastro mi fa pensare ai ravioli delle feste dalla zia Maria in questo periodo! Lei ci metteva anche la cannella e subito entrando nella cucina mi veniva l’acquolina in bocca ! E che dire del risotto con tanto burro che un cucchiaio ti riempiva per una settimana? E le frittelle dolci? Ma la torta classica è quella alla fine dell’articolo! 

Con il termine zucca vengono identificati i frutti di diverse piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, in particolare alcune specie del genere Cucurbita (Cucurbita maxima, Cucurbita pepo e Cucurbita moschata) ma anche specie appartenenti ad altri generi come ad esempio la Lagenaria vulgaris o zucca ornamentale. La zucca è comunemente usata nella cucina di diverse culture: oltre alla polpa di zucca, se ne mangiano anche i semi, opportunamente salati. La zucca è un ortaggio che si presta a mille ricette: si consuma cucinata al forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella. Dai semi si ottiene un olio rossiccio usato in cosmesi e cucina tradizionale.
Ancora oggi alla vigilia di All Hallows, il 31 ottobre, la gente continua a celebrare le feste di Samhain, capodanno celtico, e di Pomona , festa romana in onore della dea dei frutti e dei giardini.
Con la diffusione del cristianesimo non si sono dimenticate queste usanze.
Il 31 Ottobre è diventato  noto come All Hallow Even, infine All Hallow’s Eve, Hallowe’en, e poi -. Halloween The Halloween . Quindi ciò che si celebra oggi, contiene tutte queste influenze, Pomona Day, il Festival di Black Cats di Samhain, la magia, gli spiriti maligni, i fantasmi, gli scheletri e i teschi.
E la zucca cosa c’ entra?
I Celti che vivevano in quello che ora è la Gran Bretagna e la Francia settentrionale avevano una lanterna, quando camminavano alla vigilia del 31 ottobre.
Queste lanterne erano fatte in grandi rape scavate e con  le luci dentro: servivano a tenere lontani gli spiriti maligni.
I bambini scolpivano le rape che venivano chiamate “jack-o-lanterns.”
I Jack-o’-lantern venivano ricavati da grandi rape, barbabietole e cavoli rapa prima dell’introduzione della zucca dall’America.
Un Jack-o’-lantern (in italiano Giacomo del lanternino) è una zucca intagliata a mano.
Si scava la polpa interna, la zucca diventa una forma vuota e con vari tagli assume la sagoma di una testa . Tolta la calotta superiore, una luce, in genere una candela, viene inserita all’interno della zucca. Così dall’esterno è possibile vedere i tratti di un volto illuminato con i particolari degli occhi e della bocca che ride o sghignazza.
La leggenda narra che il “ jack-o-lantern“, prende il nome da un vecchio avaro, di nome Jack, che quando morì era troppo avaro per entrare in paradiso.
Jack scese all’inferno e incontrò il diavolo che gli diede un pezzo di carbone ardente e lo mandò via.
Jack mise il carbone ardente in una rapa e la usò come lanterna per illuminare il suo cammino.
La leggenda dice che Jack sta ancora camminando a piedi con la lanterna alla ricerca di un posto dove fermarsi.
Così è nata la credenza che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà esistono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi mostrino una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti.
Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, si pensava che queste vagassero nell’oscurità della notte per rivendicare la loro morte   ed approfittassero del maggior potere loro conferito durante la notte di Halloween.
Quando i primi coloni arrivarono in America scoprirono le grandi zucche tonde arancioni.
Esse erano molto più grandi delle rape e quindi, la rapa venne sostituita dalla grande zucca arancione per i festeggiamenti.
Da allora in tutto il mondo, si celebra Halloween con le grandi zucche arancioni
L’usanza è tipicamente statunitense ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l’uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Liguria, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell’Emilia-Romagna, dell’alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di Zozzo.[2]
Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d’oltreoceano, nel paese di Pattada si intagliano le zucche, in altre località si svolge il rito de “Is Animeddas” (Le Streghe), de Su bene ‘e is animas, o de su mortu mortu, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.
Questo rito in Molise viene chiamato “l’anim’ de le murt”.
L’uso delle zucche era ben presente anche nella cultura contadina della Toscana fino a pochi decenni fa, nel cosiddetto gioco dello zozzo.
Nel periodo compreso tra settembre e novembre si svuotava una zucca, le si intagliavano delle aperture a forma di occhi, naso e bocca; all’interno della zucca si metteva poi una candela accesa. La zucca veniva poi posta fuori casa, nell’orto, in giardino ma più spesso su un muretto, dopo il tramonto e per simulare un vestito le si applicavano degli stracci o addirittura un abito vero e proprio. In questo modo avrebbe avuto le sembianze di un mostro provocando un gran spavento nella vittima dello scherzo, in genere uno dei bambini, mandato fuori casa con la scusa di andare a prendere qualcosa.
Una pratica identica era presente nel Lazio del nord, in anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, e da far risalire, tramite testimonianze indirette, quantomeno alla seconda metà dell’Ottocento. La zucca intagliata ed illuminata veniva a volte chiamata La Morte.
L’uso di intagliare le zucche e illuminarle con una candela si ritrova anche in Lombardia e in Liguria, ad esempio nella cultura tradizionale di Riomaggiore nelle Cinque Terre, così come in Emilia ed in generale in tutta la pianura padana, dove fino alla fine degli anni 50 si svuotavano le zucche o si usavano normali lanterne ed illuminate da candele, venivano poste nei borghi più bui ed anche vicino ai cimiteri e alle chiese.
A Parma tali luci prendono il nome di “lümera”.
E dato che la zucca è un gradevole alimento e può essere usata in cucina anche per i dolci, ecco una ricetta classica per la notte di Halloween ( e anche dopo per tutto l’inverno! )
TORTA DI ZUCCA – PUMPKIN PIE
2 tazze grandi di polpa di zucca ben cotta
1 ½  tazza di panna per dolci ( oppure meglio panna e latte)
¼  tazza di zucchero di canna
½ tazza di zucchero bianco  ( oppure a scelta più zucchero di canna che bianco)
1 cucchiaino di cannella – anche abbondante!
½ cucchiaino di zenzero
¼ cucchiaino di noce moscata
qualche chiodo di garofano
2 uova leggermente sbattute
Mischiare bene tutti gli ingredienti
Riempire con il composto una teglia foderata con pasta frolla per crostate
Mettere nel forno e cuocere 15 minuti a 220°-230°, quindi ridurre il calore a 180° e cuocere per 45 minuti circa.
Servire con panna montata o – meglio- con gelato fior di latte

Fonti:
http://www.alimentipedia.it/Curiosita/Halloween.html
http://www.flickr.com/groups/vintagehalloween/
Per saperne di più vedi l’articolo“Non solo Halloween”
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L’Arcangelo Azrael di Plutone e dello Scorpione

Il noto sensitivo Edgar Cayce spiega che gli angeli sono molto attivi perché co-creatori col Creatore e, come tali, crearono gran parte dell’universo che vediamo. Quanti angeli furono creati? Secondo gli egizi, ogni stella nel cielo è la luce di un angelo, e ci sono più stelle nella parte dell’universo che è visibile dalla Terra che granelli di sabbia su tutte le spiagge e tutti i deserti della Terra!

Ognuno di noi è un angelo della moltitudine celeste!

Arcangelo Azrael

Azrael (“Colui che Dio aiuta”, talvolta chiamato anche Izra’il, Azra’il, Ashriel, Azriel, Azaril) è l’Arcangelo che governa su tutto ciò che è occulto e misterioso, è il Custode della Vita e della Morte ed il Guardiano delle Anime.

Nel Libro di Tobia (Bibbia) e nel Corano Azrael appare come la personificazione della Morte, nella teologia islamica è uno dei quattro Arcangeli principali (con Mikhail, Djibril ed Israfil).

Nella tradizione invece del primo periodo cristiano, divenne noto come Esdras, il profeta che porta lo spirito del Messia. Fu in questa storia del primo Cristianesimo che si sostenne che Azrael fosse asceso al cielo senza sperimentare la morte.È anche ricordato come ” Angelo della Legge “

Azrael è anche raffigurato come il più astuto e saggio degli arcangeli.

Una storia del Corano dice che Dio chiese ai quattro arcangeli Michele, Gabriele, Uriel ed Azrael di raccogliere sette manciate di terra dalla base dell’Albero della vita nel Giardino dell’Eden. Essi realizzarono che solo tre di loro avrebbero potuto presentarsi al Signore con due manciate, mentre l’ultimo avrebbe potuto prendere solo una manciata. Michele e Uriel immediatamente iniziarono a discutere su chi avrebbe dovuto portare due manciate, e chi avrebbe dovuto portarne solo una. Gabriel cercò di mediare tra i due, ma fu distratto anche lui dalla polemica in corso, consentendo così ad Azrael di prendere da solo le sette manciate di terra che mise successivamente in una borsa e che portò a Dio.

Azrael ( “Dio fortifica”) è uno dei capi degli Angeli Caduti.

Azrael insegnò agli uomini come fabbricare spade e scudi, e alle donne come abbellire le palpebre. Egli è “ il cavalcatore del serpente, seduttore degli uomini, alfiere di Satana, e rifiutò di chinare la testa davanti all’Adamo appena creato da Dio”.

Azrael è sempre stato una divinità ben nota gli antichi.

La sua funzione principale infatti fu (ma lo è tuttora e lo sarà in futuro) quella di accompagnare nell’aldilà le anime degli esseri umani.

Così l’Arcangelo fu noto agli egizi come Osiride, fu venerato come Anubi, il custode delle porte oscure del regno dei morti; Yama per gli Indù, Tanit per i fenici, ma anchePlutone, Ade, Caronte, il traghettatore delle anime dal mondo materiale a quello invisibile.

Azrael tiene il rotolo dove sono scritti i nomi di tutti gli esseri umani. Quando si avvicina il giorno della morte di una persona, una foglia col suo nome precipita dall’albero situato sotto il trono di Dio e dopo che quaranta giorni sono passati, Azrael separa l’anima dal corpo.

Ma Azrael è molto di più. Dalle sue mani nasce il “fiume Lete“, l’acqua che dà alla entità che lascia il corpo fisico l’oblio sulla vita appena trascorsa e le permette di riposare e riacquistare consapevolezza della sua natura divina.

Lui le apre le porte del Devachan, un luogo di serena beatitudine, in attesa di tornare a reincarnarsi con un compito nuovo, in un nuovo corpo e con una memoria libera di ricordi.

E’ dunque ad Azrael che fanno capo le legioni di “aiutatori invisibili” che si pongono accanto agli esseri umani in punto di morte, che ne guideranno con dolcezza i primi passi a comprendere la nuova realtà, ad allontanarsi dal corpo fisico ormai inutile ed incamminarsi verso la Luce.

Essi accorrono verso qualunque preghiera, detta in qualunque lingua, rivolta a qualunque altra divinità poichè le barriere di culto, di razza e di credo, esistono soltanto sulla Terra.

Azrael sviluppa negli esseri umani la capacità di sondare il mistero, la ricerca delle leggi inesplorate della natura.

E’ l’Arcangelo protettore degli occultisti, che anticamente si chiamavano Pizie, Sibille, Pitonesse e vivevano in appositi, veneratissimi luoghi di culto, e la loro vita aveva una dignità sacerdotale.

Sotto alla protezione di Azrael si trovano tutti i sacerdoti e le guide spirituali di ogni popolo e di religione, uomini con il compito speciale di guidare altri uomini verso il mistero della Divinità.

Azrael governa la sessualità e la morte-rinascita, le due tematiche sono infatti indissolubilmente legate: attraverso un atto sessuale nasciamo nel mondo fisico e mediante la padronanza dell’energia sessuale possiamo raggiungere l’immortalità.

Azrael domina la costellazione dello Scorpione, il suo giorno è il sabato , il colore il rosso-scuro e il nero.

costellazione dello scorpione
Lo Scorpione è un segno di Acqua collegato all’ottava casa dello Zodiaco, cioè alle tematiche di vita e morte, di ciò che è nascosto, e alla sessualità.
Nell’astrologia molto antica, questo segno era rappresentato non dallo scorpione ma dal serpente

Il serpente cambia periodicamente la pelle e gli antichi lo consideravano immortale e capace di un costante rinnovamento.
Questo ciclo di crescere finchè la propria pelle è stretta, fare la muta e far crescere una nuova pelle, ripercorre tutta la vita dello Scorpione. Spesso la sua vita si divide in distinti capitoli, man mano che passa da un ciclo all’altro.
Tutto giunge alla distruzione finale ed egli ricostruisce e ricomincia da capo.

Nella mitologia antica il serpente è anche un simbolo della saggezza della terra stessa: eterna, antica, che conosce la vita segreta di tutte le cose. Esso striscia sul terreno e ode i segreti delle radici delle cose.

Nella tradizione biblica, il serpente è il Diavolo, il Padre della Menzogna, colui che tentò Eva nel giardino dell’Eden. E’ Lucifero l’angelo caduto. Come potete vedere, ha un doppio aspetto e lo potete considerare oscurità o luce, bene o male, perchè li contiene entrambi.

Gli individui dello Scorpione hanno un grande senso della giustizia . Non credono neanche un attimo porgere l’altra guancia. Restituiscono il ceffone perchè è l’unico modo per sopravvivere.

Per lo Scorpione, tutti gli esseri umani hanno dentro di sé i semi del bene e del male. Il male non è una cosa astratta, o l’errore di qualcun altro, è in ciascuno di noi.

Plutone governa il segno dello Scorpione, è il nono pianeta del sistema solare.

Nella mitologia greca era chiamato Hades (“occulto”, “invisibile”, tra l’altro spesso indossava un elmo che lo rendeva impercettibile alla vista), figlio di Crono (Saturno) e di Rea (Cibele).

Il suo dominio era quello degli Inferi, il mondo sotterraneo che riuniva insieme i dannati (nel Tartaro), ed i giusti (nei Campi Elisi).

Plutone poteva punire ma anche ricompensare, in pratica reggeva insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Plutone rappresenta il potere rigenerativo e la nostra capacità ai cambiamenti radicali e alla rinascita: cicli della morte e del divenire.

A volte i cambiamenti provocano un senso di perdita, di mancanza anche in senso fisico, come una morte di una parte di noi. Ma la morte è solo un mutamento di stato, di dimensione. Annuncia la rinascita.  Questa è la spinta che annuncia il nuovo, e se la consideriamo una risorsa, il nuovo ci darà subito la visione di un futuro luminoso.

Il dono di Azrael ai nati sotto il suo segno, lo Scorpione, è il fascino; un magnetismo particolarissimo che nessun altro segno zodiacale possiede…

fonti.
http://www.iltempiodiastarte.com
(Giuditta Dembech) Tratto dal libro di Giuditta Dembech
Evelyn De’ Morgan “The Angel of Death” & “The Field of the Slain”(30 August 1855–2 May 1919)
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Ognuno ha il suo Drago da sconfiggere ….o amare e trasformare! I Draghi della Scuola Steineriana

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono.
Perché i bambini lo sanno già.
Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

— Gilbert Keith Chesterton.

Alla scuola steineriana  la maestra ha dato loro un’incredibile lezione di vita!

Lo ha fatto senza spiegazioni e tanti giri di parole, solo mediante una forte e profonda esperienza.

Il 29 settembre si festeggia San Michele, l’angelo che grazie al suo coraggio riesce a sconfiggere il drago.

Nelle scuole Waldorf è una ricorrenza importante e viene celebrata ogni anno con draghi, spade, storie di coraggio e di superamento della paura

Quest’anno ogni bambino ha dovuto creare con le proprie mani un piccolo drago di cera. La cera è un materiale molto particolare, si presenta duro e freddo e solo mediante la lunga manipolazione continua e paziente delle mani e della mente concentrata si ammorbidisce e diventa calda, pronta cioè ad essere modellata con cura e grazia a formare ciò che la mente e l’ingegno suggerisce. Una volta formata l’opera la cera s’indurisce come ad immobilizzare ciò che si è creato. Si può però ancora una volta rimodellarla per dare vita ad altre cose..

Il drago di cera che ogni bambino ha creato è nato da un lavoro di amore, pazienza e cura.

La maestra, alcuni giorni dopo, ha invitato i bambini a prendere ciascuno il proprio drago perchè avrebbero fatto una prova di coraggio, proprio come San Michele con davanti il drago: ha chiesto ai bambini di trasformare la propria opera creata con pazienza e con amore in qualcos’altro.

La reazione è stata diversa da bambino a bambino: chi si è gettato nell’immediato a trasformare il drago distruggendolo e creando subito qualcos’altro, chi era in dubbio e non sapeva cosa fare, chi si è rifiutato facendo scendere anche un po’ di lacrime.

Da quei bellissimi draghi sono nati cani, prati, macchinine, contadini, farfalle e lumache. Alcuni draghi sono rimasti draghi.

E la maestra ha donato a ciascuno un pendente creato con le sue mani per premiare il coraggio di essersi messi in gioco, anche a chi non è riuscito a distruggere la propria opera poiché anche questa è stata una risposta importante degna di un dono!

Un semplice, magico e meraviglioso insegnamento di vita denso di significati: i bambini hanno sperimentato e vissuto la fatica ma anche la bellezza del non attaccamento che può aprire nuove porte e portare al nuovo salutando il vecchio, hanno potuto comprendere che nulla viene distrutto ma tutto si trasforma in altro come la morte che in realtà non è una fine ma una nascita diversa, hanno potuto realizzare che sono loro stessi a prendere decisioni sulla vita e che con un po’ di coraggio la paura viene spazzata via per far spazio alla sorpresa, alla creatività, alla libertà.

E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”
(Paolo Borsellino)

Prendete spunto da questo bellissimo compito adattandolo alle vostre esigenze, provate a far vivere questa esperienza ai vostri figli e ai vostri alunni, osservatene le reazioni, stupitevi di come i bambini possono tuffarsi entusiasti nel nuovo!

Una prova di coraggio da far sperimentare anche agli adulti, forse sono proprio loro che ne hanno più bisogno poiché come asseriva Seneca “Colui che è coraggioso è libero” e di libertà quella vera, ponderata e saggia ne abbiamo davvero bisogno!

https://www.eticamente.net/58985/la-prova-di-coraggio-da-far-sperimentare-ai-bambini.html?

http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

Leggi anche:

https://lauracarpi.wordpress.com/2018/04/08/non-tutti-i-draghi-sono-uguali/

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* L’eclissi ha ispirato molti artisti in ogni tempo !

Stamattina, intorno alle 6 del mattino, c’è stata un’eclissi totale di Luna.

La spettacolare Luna ha raggiunto il suo picco in Italia all’alba mostrandosi con il caratteristico colore rosso scuro dovuto alle rifrazioni della luce solare attraverso l’atmosfera terrestre. Il fenomeno dell’eclissi, solare o lunare, ha sempre affascinato studiosi, scienziati ed artisti di qualsiasi epoca. Sin dalle più lontane origini dell’umanità, le bellezze del cielo hanno influenzato le filosofie di tutte le culture del mondo e, altrettanto antica è la necessità di rappresentarne le meraviglie, sia sotto l’aspetto istintivo e primordiale della raffigurazione diretta dei corpi celesti, sia nell’ambito della simbologia e della mitologia astrale. Attraverso le numerose rappresentazioni iconografiche e scultoree ispirate all’astronomia è possibile comprendere le conoscenze scientifiche dei popoli e delle civiltà antiche fino al Medio Evo. Dal “chiaro di luna” all’eclissi di sole: i fenomeni astronomici da sempre hanno affascinato artisti, poeti e intellettuali.

Divenuta simbolo che di volta in volta ha cambiato segno e significato in relazione ai contesti, essa fa capolino in tutto il suo spaventoso fascino in alcune testimonianze artistiche. Le raffigurazioni, soprattutto quelle più antiche, possono apparirci sommarie: chiaramente oggi, grazie alle moderne tecniche fotografiche, siamo in grado di catturare un’eclissi solare in tutto il suo fulgore evanescente. Però, ben prima che questo tipo di tecnologia fosse a disposizione, c’è stato chi ha saputo fermare su tela questo fugace fenomeno astronomico con tempere e colori, via via sempre più precisamente, basandosi su osservazioni dirette, documenti scientifici e teorie attuali. Vi proponiamo alcune opere nelle quali l’eclissi compare il tutto il suo terrificante e affascinante splendore.

Eclissi nelle crocifissioni

Nel racconto evangelico della crocefissione si legge: “Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio” (Luca 23, 44). È così che apparve il primo sole nero, stilizzato, a lato della croce. Il passo decisivo perciò fu compiuto nel contesto simbolico e religioso, dove l’eclissi assunse un significato specifico. Nel trittico dedicato alla “Crocifissione” , l’artista fiorentino Taddeo Gaddi, dipinge un cielo scuro e rappresenta la strana luce dell’eclissi solare in un cuneo bluastro, bordato da un filo d’argento. Ed è sempre il Gaddi a rappresentare l’”Annunciazione” nella basilica di Santa Croce a Firenze con effetti di luce simili a quanto lui stesso osserva durante l’eclissi del 16 luglio 1330, che gli causerà una parziale perdita della vista. Così come un artista tedesco, Mathis Grunewald, inserisce accanto al Cristo crocefisso il sole che si sta oscurando.

Eclissi in Vaticano

In pieno Rinascimento, Raffaello catturò il bagliore della corona solare, coperto dalla cornice della silhouette della Luna, durante un’eclissi totale. Questo fenomeno è nella loggia del Palazzo Apostolico in Vaticano in cui i raggi spinosi intorno alla corona interna fanno da sfondo all’affresco di Isacco e Rebecca, spiati dal re Abimelech. Secondo gli studiosi, l’eclissi anulare che transitava su Roma l’8 giugno 1518 potrebbe aver ispirato il Sanzio.

Eclissi della Melanconia

Secondo alcuni studiosi, nella celebre e splendida incisione del 1514 Albrecht Durer inserì in alto a sinistra un “sole nero”, legato alla simbologia magico-alchemica. L’opera, nel suo complesso, raffigurerebbe attraverso numerosi simboli lo stato di chi è preda della malinconia: la donna alata in primo piano sarebbe la personificazione stessa di chi vinto da uno stato di profonda depressione, probabilmente scaturito dall’influsso nefasto del fenomeno celeste.

Eclissi Veneziana

Ippolito Caffi (1809 – 1866) è stato un artista e personaggio romantico di grande fascino: tra i maggiori e più originali dell’Ottocento italiano. Una memoria dell’eclisse dell’8 luglio 1842 sarebbe presente in un suo dipinto: Caffi avrebbe cercato di restituire allo spettatore i dinamici cambiamenti nella luce del cielo causati dal fenomeno astronomico, sullo sfondo di una Venezia magica.

Eclissi come contestazione politica

Il dipinto espressionista di George Grosz è un’accusa contro la classe dirigente tedesca, sia con il disegno che con la pittura egli vuole mettere in evidenza gli aspetti più loschi e ripugnanti della piccola borghesia. Nella composizione si sta tenendo una riunione di governo, siedono al tavolo degli uomini senza testa, stanno ascoltando un grande dirigente che parla mentre viene suggerito da un ricco industriale su cosa deve dire. Intanto in città si sta svolgendo un’eclissi di sole, il simbolo del dollaro oscura la luce: il denaro che impera e domina su tutto, mentre in basso uno scheletro ed un uomo dietro le sbarre anticipano quello che sarà il nazismo: orrore. Il popolo è rappresentato da un asino, che è volto dall’altra parte, il lato infernale e mostruoso. La classe politica è quindi sottomessa alla volontà capitalistica ed è priva di capacità di analisi; il suo compito è trascrivere gli ordini dettati.


Il Trittico Russell Butler

Ma è con i primi anni del Novecento che arriva un primo vero e fedele ritratto dell’eclissi solare. La mano è quella di Howard Russell Butler, di formazione ritrattista, laureato in legge e in fisica. Un caso di commistione fra arte e scienza che lo rende certamente unico nel genere. Le tre eclissi dipinte da Butler sono un capolavoro artistico e insieme un’ottima descrizione scientifica. Le tre opere sono raccolte in un trittico, installato nel 1935 negli edifici dell’Hayden Planetarium, e oggi dimenticato nel deposito materiali dell’AMNH di New York a seguito della demolizione del planetario nel 1997. Repliche del Butler sono però visibili al pubblico presso il Fels Planetarium di Philadelphia, il museo della scienza di Buffalo e l’edificio della Princeton University, in New Jersey.

 

https://libreriamo.it/featured/eclissi-di-luna-il-fenomeno-interpretato-arte/?fbclid=IwAR3hR0Kz_0nwhVHiz66DkdT3tBMrjnNLyvjoaFzTSXLm6sCScOo5yKicKOs

 

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Attenti alla Luna Piena in Eclissi!!!

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Quale arte preferisci? Classica?Figurativa? Astratta? Preraffaelita? Pompier? Moderna? Street Art? A me piace dolce !

Karin Pfeiff-Boschek, l’arte delle torte

Quando ti trovi un marito che è uno chef stellare, tu ti metti a competere? Collabori con discrezione , assaggi se richiesto, ti inebri di profumini promettenti, e soprattutto deleghi ogni responsabilità della riuscita che è sempre certa!
E fai quello che più ti piace, che” anche l’occhio vuole la sua parte”, libera di esprimerti e pure elogiata !
Decorare ,e aggiungere secondo l’ispirazione del momento…
Quindi stelline e fiori di pasta frolla alla crostata , rametti di rosmarino come alberi sull’arrosto con petali di aglio, squame del pesce lesso con le olive a metà sulla maionese, il budino trasparente di gelatina con frutta di stagione, il zuccotto di insalata russa con fiori giganti di radicchio, le uova ripiene tricolori, il purè rosa…
e poi vuoi mettere la soddisfazione di partecipare! che cucinare è comunicare amore! ( e sei certissima della sostanza! )

La creatrice di queste meraviglie é Karin Pfeiff-Boschek, panettiera tedesca che ha fatto della preparazione di torte ripiene di frutta un’arte. “Panettiera” é effettivamente un termine riduttivo: di lavoro fa ufficialmente altro, ma é figlia d’arte (la madre é una pasticcera pluripremiata), ha già pubblicato un libro dedicato al sofisticato stile delle sue torte, “Elegant Pie”, e le sue creazioni sono in vendita per devolverne il ricavato in beneficenza.

Lo stile delle sue torte di mele, al rabarbaro, di zucca o con mirtilli fa riferimento al design tessile ed alla natura, e le geometrie pulite si intrecciano a sontuosi motivi floreali: due elementi ispirati alla sua passione per la matematica e la botanica.

Lei si chiama Karin Pfeiff-Boschek ed è la panettiera tedesca, le cui torte stanno spopolando sui social.

Si ispirano al design tessile del Midwest e riportano decori ipnotici dalla precisione impressionante. Segretaria a tempo pieno, Karin si diletta nel preparare dolci ripieni di frutta decorati con motivi intricati e appliques commestibili, pubblicando le foto su Instagram e dando poi in beneficienza le sue creazioni.

Lei è figlia d’arte.

Sua madre, infatti, è stata una pasticcera pluripremiata. Ed è forse da sua madre che ha preso la passione per la cucina e per i dolci in particolar modo. Geometrie si intersecano creando perfetti disegni, motivi floreali, scacchiere e tanto altro ancora. Una tessitura golosa che si lascia guardare prima che assaggiare. Torta di mele, rabarbaro, zucca o mirtillo sono da sempre la sua passione e, da questa passione, è nata poi l’idea di usare la crosta superiore come una sorta di tela da dipingere o meglio di materia da plasmare per eleganti creazioni artistiche.

Ad influenzare il suo lavoro, le sue altre due passioni ovvero la matematica e la botanica. Quest’ultima irrompono sulle sue torte con deliziosi bouquet, spesso anche complessi da progettare.

e ci sono anche i tutorial se vuoi cimentarti

https://food-lifestyle.it/torte-karin-pfeiff-boschek/

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=3169114036482703&id=137953262877419

Vintage Rolling Pin

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Il portale dell’infinito, la Luna piena,le stelle cadenti che più cadenti non si può e il braccialetto magico…

foto di Laurin

citazione https://www.cavernacosmica.com/luna-piena-9-agosto-in-sravana-impara-ad-ascoltarti/

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25 Luglio , il giorno fuori dal tempo! E l’ieri è stato e il domani inizia…

Forse non sai che c’è un giorno che si dice “ fuori dal tempo”

A me dà un senso di pace interiore …tutti i contrasti si uniscono in una sola armonia di luci e colori e danzano nella mia mente e nel mio cuore… e sono appagata e sospesa e serena … che il futuro sarà proprio come i miei sogni…

E’ perchè gli antichi che contavano il tempo nel rispetto assoluto della natura secondo le fasi lunari quindi ciclo di 28 giorni per 13 lune, 364 giorni per un anno ( energia femminile)

Poi sono arrivati i Romani che hanno stabilito che il tempo si contasse secondo il Sole , 365 giorni per un anno ( energia maschile)

Il giorno della differenza cade il 25 luglio ed è “il giorno fuori dal tempo

Il 26 Luglio è il giorno in cui la Stella Sirio sorge insieme al nostro Sole, stabilendo la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo.

Ci sarebbe molto da dire su tutto ciò…

Non ti suscita immagini e sensazioni “un giorno fuori dal tempo” che scandisce il passaggio da un anno all’altro?

Un momento di spazio tempo carico delle energie dell’anno passato e di quelle scalpitanti dell’anno futuro!

Una bolla magica di un tutto carico di luci ed effetti… e tu sei lì che ti viene voglia di entrare e godertela respirando questa energia tonificante..

Del resto il passato è dietro, il futuro davanti a te , ma ancora da iniziare.

Fermati! Qualcuno ha detto “Riposati: un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante!”

Alcuni lo chiamano il tempo della Ricapitolazione…

Che brutta parola, ha un suono che non mi piace.. un suono di giudizio su ciò che hai fatto e ciò che farai…con i soliti parametri, i soliti esempi, le solite credenze…

Tutta roba tua ? Mah..

E se ti liberassi la mente e guardassi fuori e soprattutto dentro di te in un’altra ottica ,quella delle emozioni. .

Allarga le tue percezioni, cogli le sfumature della realtà che ti circonda, immaginati come un bouquet di fiori e colori , identificati con la natura che ripete un ciclo dopo l’altro sempre con le stesse regole eppure rispettando i cambiamenti necessari…

Del resto ogni essere umano fa parte del programma: pianta qui, raccogli là, cambia genere, cambia colore, più luce, più ombra. Farfalle, coccinelle grilli…con te.

Come un giardino, ma che giardino , il tuo unico e irripetibile rigoglioso spazio. Ogni anno si arricchisce dei tuoi sogni realizzati.

Il giorno fuori dal tempo per scoprirti oltre il tuo solito modo di pensarti.

E vedrai quanto hai da scoprire! Tu sei il cielo, non un temporale di passaggio!

Guarda proprio dentro di te c’è una stella, unica e irripetibile, che manda infiniti bagliori multicolori e fa nascere farfalle di emozioni che aprono il tuo cuore.

Come un Sole interiore che nutre amorevolmente ogni tua esperienza e scelta.

Sentiti coccolata dalle stelle che sei fatta della stessa sostanza.

E ieri è stato e domani è il nuovo inizio!

Love Laurin

Opera di Claude Monet (1840 – 1926)

ambiente · anima e corpo · armonia · cultura · felicità · natura · pensare positivo · stagioni · stare bene · Testimonianze · usanze

Questo è il mese dei fichi !( e li trovi anche a settembre ancora più dolci)

Platone era un grande divoratore di fichi, diceva che fanno aumentare l’intelligenza.

Se penso a quanti fichi ho gustato nella mia vita! Sì gustato, che secondo me è impossibile che non ti venga l’acquolina in bocca quando apri questo frutto, carnoso, profumato e vivacemente colorato.

Se poi ti piace la marmellata di fichi è la più semplice : li fai in quattro e li butti in un pentolone per qualche ora con una buccia di limone! Io ne ho fatta chili e chili! E pure mangiata…con gusto! Sarò più intelligente?

Albero e frutto sacro, il fico è l’emblema della vita, della luce, della forza e della conoscenza. Nella tradizione antica il fico riveste quindi un significato di immortalità e di abbondanza. Esso rappresenta anche l’asse del mondo, che collega la terra al cielo.

Leggiamo infatti nel racconto biblico Genesi 3,7:
“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.”

Il Signore Iddio aveva piantato l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male al centro del giardino dell’Eden, ordinando ad Adamo ed Eva di non mangiarne i frutti se non volevano morire.
La narrazione biblica del peccato originale e della cacciata dall’ Eden si legano al misterioso frutto, che Eva raccolse su invito del serpente ed offrì ad Adamo.
Di quale frutto poteva trattarsi?

Durante tutto il medioevo si conosceva ancora l’identità del frutto in questione: si trattava di un fico, quel dolce frutto estivo che fin dall’antichità si legava all’idea di fertilità, abbondanza e sessualità.

L’albero della conoscenza del bene e del male era dunque un albero carico di fichi, e non di mele, come confermato da molte opere d’arte di età medievale. Osservando ad esempio i rilievi che Lorenzo Maitani scolpì sulle lastre di marmo che oggi rivestono la facciata del duomo di Orvieto, non vi è alcun dubbio che le foglie e i frutti dell’albero incriminato  rappresentati nei minimi dettagli sono di un fico.

La stessa pianta torna in due  scene nel ciclo della Genesi: in una si vede Dio con il dito puntato verso Adamo ed Eva mentre ordina loro di non mangiare frutti dall’albero al centro del giardino. Nella seconda si vede lo stesso albero sul cui tronco è attorcigliato un serpente, mentre Eva tende il braccio verso quello di Adamo per offrirgli il fico che avrebbe resi entrambi simili a Dio.

Le tracce storiche del fico sembrano risalire al VI secolo a. C. e ancora oggi possiamo trovare rappresentazioni pittoriche degli stessi fichi nei nostri patrimoni storici (La Villa di Poppea-Scavi di Oplonti-Torre Annunziata).

Nell’antica Grecia, era l’albero sacro ad Atena, dea della saggezza e a Dioniso dio del vino, e a Priapo, dio lubrico della fecondità.

Il titano Sykèus, (da syke, fico), per sottrarsi a Zeus che lo stava inseguendo, si sarebbe rifugiato presso la madre Gea, la terra. Questa avrebbe poi fatto sorgere dal suo grembo l’albero che ricorda il nome del suo figlio.
Nell’antichità era proibito esportare fichi considerati un prodotto di prima necessità, e, se frutto di alberi sacri, veniva reputato un sacrilegio.

In Grecia, in certi culti agrari primitivi, esisteva la “rivelazione del fico”, come culto di iniziazione ai segreti della fecondità.

Ad Eleusi, una cittadina vicina ad Atene, sede di un famoso tempio dedicato alla dea Demetra, non poteva mancare il  fico sacro, protetto da un portico, come narra Pausania (110-180), scrittore e geografo greco.

In questa località dicono che Fitalo abbia accolto nella propria casa Demetra e che la dea, in cambio dell’ospitalità, gli abbia donato la pianta di fico. A quanto io dico rende testimonianza l’epigramma che è inscritto sulla tomba di Fitalo: – Qui il signore, eroe Fitalo accolse un tempo la veneranda Demetra, quando per la prima volta ella fece spuntare il frutto della tarda estate, che il genere umano chiama sacro fico: da allora la stirpe di Fitalo ebbe onori immortali -.” (Pausania,Viaggio in Grecia, I, 37, 2) (32)

Si narra che a Platone, essendo un grande estimatore dei fichi, venne dato il nome di “mangiatore di fichi”; inoltre egli sosteneva che cibarsi di fichi contribuiva ad accrescere l’intelligenza.

Anche Plinio si era dimostrato sensibile alle virtù dei fichi ed infatti era solito affermare che mangiare fichi aumentava la forza dei giovani e manteneva la salute degli anziani.

Plutarco narra, riguardo alle origini di Roma, che la cesta con Romolo e Remo, destinati a morire come frutto illegittimo della vestale Rea Silva, non fu trascinata dalla corrente del Tevere, ma si arenò miracolosamente in un’insenatura fangosa, sotto un fico selvatico dove vennero nutriti dalla lupa. La pianta divenuta sacra, in quanto riferita a Marte, padre dei gemelli, era diligentemente curata dai sacerdoti del dio che provvedevano alla sostituzione della pianta ogni volta che questa moriva.

Il fico inteso come albero, nella tradizione ebraica, rappresenta il popolo di Israele. Il fico, inteso come frutto allora rappresenta la legge che il popolo di Israele genera, cioè la Torah che significa legge. Allora la stagione dei fichi è la stagione delle leggi e delle sentenze, cioè il tempo del giudizio.

L’albero di Bodhi (fico sacro, lat. Ficus religiosa), quell’albero, sotto il quale il Buddha ha vissuto il Bodhi (“Illuminazione” o “Risveglio”). Il simbolo dell’albero ha in parte origine anche nei culti pre-buddhisti della fertilità e nell’“Albero della vita“.     A volte viene anche raffigurato un trono vuoto sotto all’albero, che, come l’albero stesso, dovrebbe ricordare il risveglio del Buddha.

L’albero della Bodhi è un grande e molto antico fico sacro ,collocato all’interno dell’area in cui oggi sorge il Tempio di Mahabodhi, a Bodh Gaya. Il fico sacro, di cui l’albero di Bodhi è un esemplare, è sacro a induisti, giainisti e buddhisti

Nella mitologia egizia ci si riferisce al sicomoro (Ficus sycomorus); in Egitto si narra che la rinascita di Osiride avviene quando le zolle alla base del sicomoro sacro cominciavano a coprirsi di germogli di grano ed orzo. Il fico sicomoro era insomma considerato un albero cosmico, simbolo di immortalità, di rinascita dalla distruzione. Il suo succo, inoltre, era prezioso perché si riteneva donasse poteri occulti e il suo legno era usato per la fabbricazione dei sarcofagi: seppellire un morto in una cassa di sicomoro significava reintrodurre la persona nel grembo della dea madre dell’albero, facilitando così il viaggio nell’aldilà.

Nel Libro dei Morti, il sicomoro è l’albero che sta fuori dalla porta del Cielo, da cui ogni giorno sorge il dio sole Ra. Esso inoltre era consacrato alla dea Hathor, chiamata anche la “dea del sicomoro”: Dea madre, feconda e nutrice, Hathor abita gli alberi ed è la “signora del sicomoro del sud”, a Menfi; ma è anche la “signora dell’Occidente”, ossia la signora del regno dei morti.

Nel mondo islamico il fico è ritenuto dotato di una certa baraka (letteralmente “benedizione”, intesa nel senso di “potenza spirituale”). Esso infatti si conserva assai bene secco senza bisogno di alcuna aggiunta di sale o spezie. Il fico non manca mai nei rituali di nozze berberi e campagnoli

La novantacinquesima Sura del Corano viene chiamata “Il fico” (At-Tîn) inizia evocando il fico e l’olivo: “Per il fico e l’olivo/ per il monte Sinai/ e per questa contrada sicura!/ Invero creammo l’uomo nella forma migliore,/ quindi lo riducemmo all’infimo dell’abiezione/ eccezion fatta per coloro che credono e fanno il bene: avranno ricompensa inesauribile./ Dopo di ciò cosa mai ti farà tacciare di menzogna il Giudizio?/ Non è forse Allah il più Saggio dei giudici?”.

In India il Ficus bengalensis ed il Ficus religiosa sono ritenuti gli alberi sacri rispettivamente di Visnu e Shiva. In molte tradizioni (ed in particolare sempre in India) sulle sue radici si acciambella il serpente, simbolo che esprime la forza fecondatrice per eccellenza (e la stessa energia-coscienza dell’essere umanokundalini– non è forse rappresentata come un serpente che si attorciglia attorno alla colonna vertebrale –albero cosmico- a mò di caduceo?).

Nell‘oroscopo degli alberi chi nasce nel periodo del FICO (dal 14 al 23 Giugno e dal 12 al 21 Dicembre) è un individuo molto forte, un po’ testardo, indipendente, non tollera le contraddizioni né le controversie, adora la vita, la sua famiglia, i bambini e gli animali, un po’ volubile con gli altri, ha un buon senso dell’umorismo, ama l’ozio e la pigrizia, possiede talento ed un’intelligenza pratica. Per saldare il loro carattere i nati in questo periodo hanno molta fiducia nella famiglia e nei suoi affetti in modo da poter anche attenuare il loro comportamento autoritario. Per frenare la loro prepotenza devono accompagnarsi a persone gentili e miti come i Pini e le Betulle che possono riuscire a costringerli a mostrare la loro gentilezza.

Del resto:

Platone diceva che fanno aumentare l’intelligenza….

fonti :
http://www.evus.it
http://www.istitutopontevaltellina.it
http://www.mr-loto.it
http://www.ficusnet.it
http://damaimandra.beepworld.it/
http://www.puntosufi.it/
http://www.tanogabo.it/fico.htm