“Il Cosmo è simboleggiato da un albero; la divinità si manifesta dendromorfa; la fecondità, l’opulenza, la fortuna, la salute – o, a uno stadio più elevato, l’immortalità, la giovinezza eterna- sono concentrate nelle erbe e negli alberi; la razza umana deriva da una specie vegetale; la vita umana si rifugia nelle forme vegetali quando è interrotta innanzi tempo con malizia; in breve, tutto quel che «è», tutto quanto è vivente e creatore, in uno stato di continua rigenerazione, si formula per simboli vegetali. Il Cosmo fu rappresentato in forma di Albero perché, come l’albero, si rigenera periodicamente. La primavera è una risurrezione della vita universale e di conseguenza della vita umana. Con quest’atto cosmico tutte le forze di creazione ritrovano il loro vigore iniziale; la vita è integralmente ricostituita, tutto comincia di nuovo; in breve, si ripete l’atto primordiale della creazione cosmica, perché ogni rigenerazione è una nuova nascita, un ritorno a quel tempo mitico in cui apparve per la prima volta la forma che si rigenera.”
(Micea Eliade,)
L’albero rappresenta dunque l’intera relazione dell’umano col divino, poiché si esprime in una ciclicità Vita – Morte – Vita.
La vita vegetale compie un ciclo che si ripete secondo i cicli delle energie cosmiche. Chioma e radici fungono da legami tra la Terra e il Cielo.
Anche l’essere umano ha le sue stagioni in ogni vita che seguono i cicli delle energie cosmiche. Nasce dalla Materia e tende allo Spirito
I riti arborei costellano i riti di Maggio, a cominciare dalla festa celtica di Beltane dove l’albero adornato era al centro del culto e delle danze.
In genere un albero veniva preso dal bosco e messo al centro del paese e il suo nome era Albero di Maggio o Maggio.
Era poi adornato di nastri e fiori, o gli venivano appese salsicce, dolci, uova e altri cibi.
Durante la festa ragazzi e ragazze danzavano intorno al Maggio, come nuove coppie pronte a propiziare nuovi matrimoni, nuove unioni.
Maggi venivano chiamati anche i ramoscelli offerti dai ragazzi alle fanciulle in pegno d’amore o portati in processione da gruppi che chiedevano cibi o dolciumi in cambio.
Altra caratteristica che si riallaccia ai più antichi culti della fertilità sono i matrimoni sacri. Il primo maggio si nominava nelle campagne la Regina di Maggio, la Regina dei Fiori,e spesso la coppia sacra, il Re e la Regina che aprivano la processione dei festeggiamenti insieme all’Albero di Maggio decorato.
La Regina di Maggio è “ la Grande Madre che regna sulla vegetazione e sugli animali.
Il rito del matrimonio sacro riporta alla memoria le antiche celebrazioni delle unioni tra il Dio e la Dea per rinnovare la vegetazione e l’annata produttiva.Ciò ci riporta ai culti dell’Europa Antica presenti nel Neolitico (7000 – 3000 a. C. circa) e ancora attivi nei secoli antecedenti la nascita di Cristo .
“I riti di fecondità delle dee vergini si manifestavano come ierogamia: la loro vita sessuale e affettiva era consacrata alla divinità. Queste nozze sacre si svolgevano in un tempio e dopo questi matrimoni, le fanciulle sostituivano la dea-madre nelle sue funzioni. La consumazione del matrimonio era l’atto religioso necessario alla propagazione delle specie animali, vegetali, umane. Celebrato nel santuario della dea era la ripetizione sulla terra dell’unione divina della dea che ogni anno sposava un amante per assicurare la vita ed il ritorno della vegetazione.“
Il nome di Bel anche come Beli e Bile , in gaelico significa «grande albero sacro» e nella tradizione popolare, proprio per l’occasione, si innalza il Palo di Maggio adornato da strisce di stoffa colorate. stoffa colorate.
In particolare, il Palo di Maggio, è il simbolo fallico che conficcato nella terra la feconda e la rende fertile. Un antico rito per propiziarsi un raccolto abbondante.
A volte si mette una ghirlanda rotonda di fiori in cima palo, oppure ci si danza intorno: in entrambi i casi il cerchio sta a rappresentare la parte femminile penetrata da quella maschile.
In molti luoghi queste feste resistono ancora come millenni fa: attorno al palo si danza, si canta e si accende il falò.

Una di queste è la bellissima manifestazione del “Beltane Fire” che ogni anno prende vita ad Edimburgo, in cima alla collina Calton Hill: centinaia di persone si scatenano nella rappresentazione con danze frenetiche, giochi di fuoco, ritmi tribali in un crescendo di eccitazione generale. Due simboli di questa festa sono le mucche e le api. Per gli antichi pagani la capacità di produrre che rivelavano le mucche in questo periodo dell’anno erano come un miracolo, e stessa cosa valeva per la creazione del miele da parte delle api.
Un’attività tradizionale è quella di legare dei nastri rossi ai cespugli di biancospino in modo da attirarsi amore, protezione e fortuna generica
Divinità: Bacco/Dioniso, Bastet, Diana/Artemide, Eros, Flora, Pan/Cernunnos, Venere/Afrodite e tutte le coppie divine: Inanna e Dumuzi, Belisama e Belenus, Giove e Giunone.
Flora: pino, rosmarino, biancospino, incenso, nocciolo, mandorlo, rose, limone, incenso, copale, calendula, lillà, campanula, margherite.
Minerali: quarzo rosa, corniola, zaffiro, lapislazzulo, smeraldo, rubino, rame.
Colori: rosso, rosa, bianco, giallo, verde.
Cibi tradizionali: insalate, torte salate, orzo, porridge, uova, carni rosse, cibi grigliati o piccanti e frutti rossi.
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